Prodotto: sistema compatto CD + radio + amplificazione + diffusori GenevaSound, modelli L & XL
Costruttore: Geneva Lab - Svizzera
Distributore per l'Italia: Phorma
Prezzo: 1399 € (versione L) - 2499 € (versione XL) - supporto da pavimento incluso
Disponibilità: distributori ufficiali, negozi convenzionati o vendita diretta online
Sample forniti da: NAE Store / L'Armadillo
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Dicembre, 2008
Esattamente due anni fa mi capitava di recensire un sistema sub + satelliti attivo, con amplificazione in classe D, l'Aux Out di Kuller/Outline. In questi ultimi anni, sempre qui su TNT-Audio, sono apparse altre recensioni di prodotti "compatti" di ispirazione audiophile, quali ad esempio l'Audio Analogue Enigma e l'Arcam Solo, prodotti completi di lettore CD, radio ed amplificazione.
Stavolta vi voglio parlare di un sistema ancora più integrato che, oltre a contenere lettore CD, sintonizzatore ed amplificazione, include anche i diffusori e persino un iPod docking station! E tutto questo in un unico cabinet. Si tratta dell'insolito sistema GenevaSound di Geneva Lab, un'Azienda con sede in Svizzera e produzione in Cina.
Geneva Lab produce tre diversi sistemi "compatti", il modello M, il più piccolo (699 €) e questi L ed XL che ho in prova. L'aspetto più curioso dei sistemi GenevaSound è che sono a tutti gli effetti "impianti stereo" all'interno di un unico cabinet. La cosa può ad un primo impatto spiazzare un po', visto che siamo abituati a pensare ad almeno due diffusori per ottenere un suono stereo ma, grazie alla tecnologia digitale implementata in questi prodotti, si può ottenere - come vedremo - una buona immagine stereofonica anche utilizzando un solo cabinet.
I prodotti GenevaSound hanno ricevuto entusiastiche recensioni da riviste di elettronica/high-tech (Wired, iLounge e PC Magazine ad esempio), generaliste (New York Times, Vanity Fair...) e da qualche rivista di Home Theater (Sound & Vision e Home Theater). Gli oggetti, filosoficamente, vanno ad inserirsi nel filone dell'high tech home entertainment spinto, un po', se volete, una sorta di trait d'union tra B&O, Tivoli e Pod/Scandyna.
Ho ricevuto in prova due dei tre modelli di GenevaSound: il medio L ed il grosso XL. Come dicevo, si tratta di sistemi compatti che non fanno uso di alcun cavo - anche quello d'alimentazione corre dentro il supporto e sbuca fuori solo all'ultimo momento :-) - e contengono tutto ciò che serve per l'intrattenimento musicale domestico: un lettore CD, un sintonizzatore FM, l'amplificazione ed una coppia di diffusori stereo, inglobati all'interno di un unico cabinet.
Il lettore CD (che legge anche CD-Rom ed MP3) è in pratica una minuscola fessura quasi invisibile posta sul top dell'oggetto ed i CD si infilano esattamente come si fa nell'autoradio. Il sintonizzatore FM offre la possibilità di memorizzare 6 stazioni, è disponibile una piccola antenna esterna (un cavetto, in pratica) ed è completamente integrato nella struttura, nel senso che, come per il CD, tutte le operazioni si eseguono esclusivamente da telecomando. E' poi disponibile una coppia di RCA per poter collegare qualunque altra sorgente esterna (DVD, altro lettore CD, PC, console di videogames etc.) mentre un piccolo sportellino vicino alla fessura di carimento del CD cela una iPod Universal Dock station, compatibile con modelli iPod, tra cui iPod video, iPod nano, iPod foto e iPod mini.
Il cavo d'alimentazione, l'antenna e l'ingresso linea RCA sono disposti nella parte inferiore del cabinet, completamente invisibili ma perfettamente raggiungibili grazie al fatto che il supporto è sagomato in maniera tale da lasciare libero e comodo accesso. E' infine presente un connettore multipin denominato AIR che dovrebbe servire per implementazioni future (immagino un sistema wireless o multiroom, ad esempio).
Il supporto, di un elegante metallo grigio, solido e poco risonante, è incluso nel prezzo e costituisce parte integrante del GenevaSound, in quanto pone gli altoparlanti ad altezza ideale di ascoltatore seduto. Si può tuttavia non utilizzare, ad esempio per posizionare il GenevaSound sopra un mobile basso o una parete attrezzata. All'uopo sono forniti dei grossi ed efficaci piedoni ammortizzanti da avvitare alla struttura.
I GenevaSound sono disponbili in tre finiture laccate molto eleganti, in bianco, nero e rosso. Il modello L è disponibile anche in una bella finitura color noce (si veda più sotto per la foto). Gli spigoli stondati e la completa assenza di manopole e pulsanti li rendono facilmente inseribili in qualunque ambiente. Il display che indica le informazioni sul funzionamento (volume, traccia, sorgente utilizzata, frequenza FM etc.) è magicamente nascosto dietro la griglia che protegge gli altoparlanti e si illumina di rosso acceso quando si impartisce un comando e passa ad un rosso tenue quando è in funzionalità normale.
Dal telecomando si devono comandare praticamente tutte le operazioni, accensione/spegnimento, si può regolare il volume e persino i toni (alti e bassi).
All'interno si trovano gli aspetti tecnicamente più interessanti. L'amplificazione è fornita da moduli in classe D (toh che sorpresa!) della Intersil D2Audio. Questa Azienda realizza amplificazioni in Classe D denominate Digital Intelligent Amplifiers utilizzate all'interno di molti prodotti audio e video, ad esempio nell'amplificatore virtual surround Marantz ES-150, giusto per citarne uno. Non mi dilungherò molto sulle amplificazioni D2Audio, preferisco rimandarvi al sito ufficiale che è estremamente completo e esaustivo. In pratica, i moduli D2Audio (DAE-1TM, DAE-2TM e DAE-3TM) sono soluzioni estremamente versatili e customizzabili, tant'è che possono essere dotati di un DSP che implementi caratteristiche particolari desiderate dal costruttore. La Geneva Lab, ad esempio, ha implementato nei moduli il DSP che consente l'utilizzo della tecnologia EmbracingSound® che è quella che permette a due diffusori stereo montati uno a fianco all'altro (i più vicini possibile) di generare un campo sonoro stereofonico che si apre a 180° davanti all'ascoltatore e che, in presenza di segnali surround, riesca anche a fornire una sensazione di suono che si espande nelle altre direzioni. Anche qui non mi dilungherò sugli aspetti tecnici e vi rimando al sito ufficiale, dove è anche disponibile un PDF che spiega la teoria matematica che sta alla base del funzionamento del software. L'EmbracingSound® è una tecnologia piuttosto diffusa anche in campo "pro", presso numerosi produttori discografici di fama mondiale (vedere il sito per i testimonials).
Tornando ai due modelli in prova, queste sono le catteristiche tecniche dichiarate per il modello L:
Ho avuto la possibilità di provare i due sistemi GenevaSound per qualche mese (modello L) e per qualche settimana (modello XL), sia come unità "stand-alone" che collegati ad un lettore CD esterno.
Confesso che gli oggetti mi abbiano molto incuriosito, per cui le prove si sono protratte per un po' di tempo, durante il quale credo di essermi fatto un'idea abbastanza chiara del target cui questi prodotti sono orientati: clienti stanchi di dover lottare con l'ambiente e, spesso, con la consorte, per inserire decentemente un impianto stereo tradizionale, con tutti i problemi di posizionamento, cavi che corrono da tutte le parti etc. In alternativa, audiofili desiderosi di sonorizzare un ambiente secondario, con stile e qualità.
Entrambi i modelli, sia il piccolo L che il grande XL, hanno esibito una personalità sonora molto simile, segno che il progettista ha svolto bene i suoi "compiti a casa", come si dice. L'impronta che si è voluta dare è ben precisa e assolutamente identica tra i due modelli. Visto il target, l'audiofilo smaliziato potrebbe pensare ad un suono d'effetto, con estremi banda esaltati, fatto apposta per "colpire" l'ascoltatore inesperto e meravigliarlo.
Be', niente di più sbagliato. Dal punto di vista timbrico, infatti, questi prodotti sono quasi l'opposto: il bilanciamento tonale è tendenzialmente arrotondato in gamma alta, molto, molto tranquillo e, oserei direi, carezzevole. Risponde perfettamente all'esigenza di un suono che si deve poter ascoltare per ore, senza provocare fatica d'ascolto, neppure a volumi elevati. Così, sfatiamo ancora una volta - qualora fosse ancora necessario - la leggenda che vorrebbe le amplificazioni in classe D metalliche ed artificiali. Qui siamo esattamente sul versante opposto.
La risposta in basso è buona per il modello L e decisamente convincente, come è logico che sia, nel modello XL. La presenza dei due woofers da 20 a dar man forte ai mid-woofer da 13 si fa sentire, eccome. Nei brani più ricchi di basse frequenze sismiche i due midwoofer del sistema L fanno quel che fisicamente possono fare, ma tendono a scomporsi ed a confondersi un po'. Tutta un'altra storia con sistema XL che, anche alle prese coi miei dischi tortura (da Massive Attack a Keb Mo, passando per Nelly Furtado) esibisce una potenza ed un controllo sul basso davvero encomiabili. Direi che i 40 Hz dichiarati a -3dB ci siano davvero tutti.
In gamma media ritornano le somiglianze d'identità ma è evidente come, seppur l'impostazione sia simile, l'aver liberato i mid-woofers dell'obbligo di riprodurre anche i bassi più profondi giochi molto a favore della linearità e della pulizia delle voci. Quelle femminili, ad esempio nel sistema L, appaiono con un filo di corpo di troppo, che sparisce completamente nel modello XL, decisamente più pulito, lineare e corretto. A trarne beneficio è anche la parte alta dello spettro, che nel sistema XL appare più ariosa, pur conservando quella connotazione non aggressiva che caratterizza questi due sistemi.
Un sensibile miglioramento delle prestazioni generali l'ho ottenuto collegando un lettore CD esterno: il basso sembra estendersi ed acquisire maggior controllo, la gamma alta si ripulisce ancora un po' e, generalmente, aumenta la capacità di introspezione ed il numero di particolari estratti dai dischi. Così, un leggero impastamento che era sempre presente nella prestazione del modello L tende a diminuire e tutte le componenti del messaggio sonoro riacquistano il proprio posto.
Dalle prove fatte deduco che l'unità CD integrata nei due sistemi non sia esattamente di qualità superlativa: è bastato un Cyrus PCM II, un lettore piuttosto vecchio basato su gloriosa meccanica ed elettronica Philips, per migliorare non poco le prestazioni generali. Ovviamente mi sono astenuto da provare a collegare sorgenti di qualità superiore, non avrebbe avuto molto senso. Vorrei comunque ricordare, un po' a discolpa dell'unita CD integrata, che il PCM II era - a suo tempo - un lettore piuttosto costoso e che, se è vero che il digitale ha fatto passi da gigante è anche vero che buoni lettori CD del passato hanno ancora qualche freccia al loro arco. Non occorre infatti dimenticare che il PCM II costava, 20 anni fa (come passa il tempo), la bellezza di 2.150.000 lire...tra inflazione ed effetto euro, pur tenendo conto dei progressi fatti nella riduzione dei costi delle elettroniche digitali, resta comunque una bella cifra.
Riassumendo: le due unità Geneva Sound regalano un suono assolutamente godibile, forse non così preciso e dettagliato come gli audiofili hardcore desidererebbero ma comunque fedele e completo timbricamente, con gli ovvi compromessi in gamma bassa per il modello L, compromessi ampiamente superati con il modello XL che può accontentare più di un bass freak, per dirla all'angolossassone. Quel che è interessante notare è che l'equilibrio timbrico si manitiene inalterato anche a volumi molto alti, vicini al massimo consentito (la scala del display da 0 a 100). Questo è probabilmente qualcosa di voluto in sede di progetto: essendo un sistema integrato è facile gestire la potenza a disposizione sugli altoparlanti, facendo in modo che non vadano mai oltre il limite anche quando pilotati al massimo.
Per entrambi i modelli la pressione acustica ottenibile è ragguardevole e diciamo ben oltre ogni limite condominiale per quanto riguarda il modello XL (ben oltre i 100 dB). Il modello L suona molto forte pure lui, ho notato qualche compressione dinamica con il volume settato a 80/100 ma stiamo parlando comunque di livelli d'ascolto molto elevati, difficilmente gestibili in un normale appartamento, specie se la stanza è di piccole dimensioni. In stanze più grandi (diciamo dai 30 mq in su) raccomanderei di ascoltare anche il modello XL che ha decisamente una marcia in più, grazie ai due woofers da 20 cm ed alla triamplificazione (100 watt per 6, ovvero 100 watt su ogni singolo driver).
La performance dinamica è soddisfacente per il modello L ed assolutamente sorprendente per il modello XL: in questo caso il basso si velocizza e si articola meglio, rispondendo bene anche alle richieste del software più cattivo. Non aspettatevi fuochi artificiali, ma la vivacità della Musica è garantita. Nel modello più piccolo è tutto un po' in scala e certo non si può chiedere ai due mid-woofer da 13 cm di inseguire il bastardissimo basso sintetizzato dei Massive Attack di "Angel", per dirne una. Di conseguenza la performance dinamica del modello L è più rilassata e sorniona, laddove invece il modello XL riesce ad impressionare più di una volta.
La risoluzione della dinamica a basso livello è un po' il punto debole del modello L, che non ha la capacità introspettiva del modello più grande, il quale se la cava piuttosto bene anche in passaggi musicali delicati e complessi.
E veniamo alla grande domanda: si può davvero ottenere un suono stereofonico da un unico diffusore? La risposta è sì, assolutamente sì, se ad essere utilizata è la tecnologia EmbracingSound®. Il trucchetto, basato sulla riproduzione dei segnali L+R ed L-R (si veda il sito per i dettagli tecnici), fa maledettamente bene il suo lavoro: l'immagine stereofonica c'è (destro-sinistro, ben staccato dall'unità) e c'è persino l'immagine fronte-retro e alto-basso: tecnologia digitale applicata ai principi base della psicoacustica e della fisica della percezione dei suoni, nient'altro che questo. Lo scopo del sistema, poi, è anche quello di fornire una finestra d'ascolto molto ampia, nel senso che non occorre stare seduti perfettamente al centro ma ci si può spostare ed apprezzare ancora equilibrio timbrico ed immagine tridimensionale. Intendiamoci: non si tratta dell'immagine grande e scolpita che solo un ottimo sistema HiFi ben posizionato può fornire però diciamo che siamo ben oltre le necessità minime per un ascolto definibile HiFi e, probabilmente, molto al di sopra dell'immagine confusa, piatta ed approssimativa che si ottiene con diffusori in-castrati ad altezze improbabili in risonanti librerie o pareti attrezzate.
Quindi: voce ben localizzata al centro e strumenti disposti su un arco che si espande anche dietro l'unità stessa. Il più delle volte l'unità centrale diventa acusticamente invisibile e si fa fatica a credere che a suonare sia quell'unico scatolotto. L'effetto destro-sinitro, poi, la prima volta che lo si ascolta è piuttosto sorprendente.
Non dovete immaginare il ridicolo effetto ping-pong dei primi dischi stereofonici, del tutto artificioso ed innaturale. No, qui sto parlando di un effetto stereonico naturale, come quello che si ottiene con un tradizionale impianto stereo. In altre parole, dal punto di vista dell'immagine, il sistema è promosso a pieni voti. Manca di precisione, di messa a fuoco e di dettaglio, secondo i consueti stringenti parametri audiophile ma, visto il prodotto, consentitemi di essere meno critico del solito. Io ho ascoltato i sistemi poggiati sui propri supporti, a circa 80 cm da una parete posteriore libera da arredi e trattata acusticamente con un tappeto. Non ho idea di come possa suonare appoggiato su una parete attrezzata, immagino che la profondità della scena andrebbe un po' persa. Purtroppo non ho pareti attrezzate con le quali verificare.
Ho ricevuto le due unità già rodate, ovvero avevano già suonato per diversi giorni. Non mi è sembrato di percepire miglioramenti con il passare del tempo, probabilmente il rodaggio era già concluso. Non ho notato particolari cambiamenti neppure tra sistema appena acceso e "caldo", a parte nei primi minuti di ascolto.
Questo significa che si può anche spegnere tranquillamente senza compromettere l'ascolto "da freddo". C'è da dire che in stand-by consuma appena 0.8W.
Per ottenere il massimo delle prestazioni, secondo me, ha bisogno comunque di aria intorno, né più né meno come qualunque diffusore acustico. E' certamente meno problematico, nel senso che anche ascoltato fuori asse conserva timbro ed immagine in maniera assolutamente soddisfacente.
Per una volta, non consiglierò di provare altri cavi (non ce ne sono, a parte quello di alimentazione) o altri accessori tipo piedini etc. Diciamo che il sistema GenevaSound va bene così com'è, coi suoi accessori di serie.
Controllate piuttosto la versione del firmware, tenendo premuto il tasto Eject a lungo. Se è inferiore a 1.30 chiedete al negoziante il CD di aggiornamento. Nel modello L, che aveva una versione precedente del firmware, l'accesso ad alcuni CD era un po' difficoltoso. Nessun problema con il modello XL che montava già la versione 1.30.
Sulla faccia inferiore, quella dedicata alle connessioni esterne, sono presenti delle feritoie di aerazione. Essendo l'unica presa d'aria per il sistema, è buona cosa lasciarla sempre libera.
Fate attenzione al mobile che, essendo laccato, si sporca molto facilmente di impronte e polvere. Basta un panno morbido, tipo microfibra, ed eventualmente uno spray per mobili e superfici lucide. Viene comunque fornito un panno apposito.
I bassi e gli alti possono essere regolati da telecomando: con qualche incisione particolarmente "scura" un piccolo aumento del livello delle alte frequenze potrebbe evitare la riproduzione di un suono troppo chiuso in alto. Io, comunque, li ho sempre ascoltati coi toni in posizione flat.
Nella dotazione di serie, oltre a telecomando, piedoni, cavo d'alimentazione, manuale, panno per pulizia e cavo d'antenna viene fornito anche un CD dimostrativo, con una voce che spiega i principi di funzionamento del sistema e le sue peculiarità, oltre a diversi sample sonori, uno persino dai famosi dischi audiophile Opus3. Questo significa che chi ha progettato i sistemi GenevaSound aveva delle ambizioni piuttosto elevate dal punto di vista delle prestazioni sonore. In altre parole, non è soltanto un bell'oggetto di design.
Costruzione, finitura, prezzo.
Il livello di costruzione è straordinariamente buono, come si conviene ad un oggetto che è anche di design. La finitura è eccellente ed i particolari sono curati in maniera maniacale: l'accessibilità di tutte le connessioni sul fondo, ad esempio, è geniale. Non è necessario alcun contorsionismo per collegare un'unità esterna, per dirna una. Inoltre, il tutto è a prova di idiota (idiot-proof, come dicono gli inglesi) e pure a prova di bambino: nessuno spigolo che possa nuocere, nessun cavo in vista, nessun tasto da premere sull'unità centrale, nessun display da rigare maldestramente, nessun cassettino porta CD da estirpare o piegare. Danneggiare questi oggetti è praticamente impossibile. L'unica parte "mobile" è infatti lo sportellino che cela la iPod docking station.
Quando fissati ai loro rispettivi supporti è praticamente impossibile farli cadere, quindi anche se ci fossero animali domestici in casa la sicurezza è garantita. Gli altoparlanti sono invisibili e protetti comunque da una griglia metallica, impossibile danneggiarli se non infilando un sottile ferro da calza o oggetto analogo dentro i fori della griglia. Ah, ovviamente, qualcuno potrebbe pensare di infilare oggetti sottili nello slot per i CD...ma allora ditelo che avete allevato dei piccoli Attila!
I supporti si avvitano con sicurezza sull'unità e sono molto pesanti.
Dal punto di vista operativo le mie uniche lamentele riguardano l'impossibilità di comandare l'unità senza il telecomando: dovesse rompersi o si dovessero scaricare le batterie...sareste a piedi. Alcuni comandi sono replicati dietro lo sportellino della docking station, comunque. Inoltre il raggio di operatività del telecomando è molto ristretto: diciamo che occorre puntarlo verso l'unità centrale per impartire i comandi. Da forti angolazioni entrambi i telecomandi che ho avuto erano del tutto inefficaci. Questo è un aspetto da migliorare, senza dubbio.
Il display fornisce informazioni abbastanza parziali e limitate ma è nello spirito dell'essenzialità del prodotto. Le stazioni FM memorizzabili sono soltanto 6, mentre non è previsto l'accesso numerico alle tracce del CD, mancanza che trovo sempre piuttosto seccante: per andare alla traccia 12 dovete premere 12 volte il tasto next.
Il sistema L è facilmente trasportabile anche da una stanza all'altra, per via delle dimensioni e del peso, quello XL invece è problematico, mancando appigli sicuri per le mani e tenuto conto dei circa 40 kg (oltre 50 quando avvitato al supporto!). Avrei gradito la presenza di qualche incavo per rendere il sistema più facilmente trasportabile: la finitura laccata è scivolosa e non aiuta di certo gli spostamenti.
Dal punto di vista squisitamente estetico è una questione di gusti: a me (ed a mia moglie!) è piaciuto molto il sistema L, che è arrivato in finitura nera, in pratica quasi invisibile. L'XL l'ho trovato un po' sgraziato nelle proporzioni e nella finitura rossa laccata sembra un piccolo frigorifero di design. In versione bianca l'effetto elettrodomestico potrebbe essere persino più accentuato.
Allegato al sistema c'è un bel manuale, anche questo a prova di idiota, completo e scaricabile anche online sul sito della Geneva Lab. La garanzia è la solita di due anni per i prodotti europei. L'imballo è abbastanza solido e curato, con una fodera morbida per evitare rigature al mobile e due grossi gusci di polistirolo.
Due parole sul prezzo e sulla concorrenza. Be', diciamo che la concorrenza è quasi inesistente, nel senso che il sistema GenevaSound è praticamente unico. Esiste qualcosa di analogo realizzato dalla Ferrari, l'Art.Engine, citato qualche tempo fa su questo nostro editoriale, al modico prezzo di circa 16.000 €. Le iPod docking station che si vedono in giro non sono di fatto confrontabili, per costo, dimensioni e versatilità. Dovete pensare, o almeno questo è ciò che ho fatto io, ad un impianto stereo completo di lettore CD, tuner, amplificatore, diffusori con in più una docking station per lettori MP3. E' così che si può valutare il rapporto qualità/prezzo: la versione L costa 1400 € tutto incluso. Con la stessa cifra si può acquistare un sistema "separate" con 300 euro per CD e tuner rispettivamente, altri 300 euro per l'ampli ed i restanti 500 per una coppia di diffusori e relativi cavi. O potete immaginare qualunque altra combinazione di queste cifre e ancora non avete la docking station per l'MP3. Il risultato estetico, poi, potrebbe essere decisamente peggiore: tanti scatolotti, tanti cavi ed un sacco di spazio occupato in più. E il suono? Difficile a dirsi, scegliendo bene i componenti e gli abbinamenti e curando l'installazione in ambiente, sono ragionevolmente sicuro che si riesca a fare di molto meglio, specialmente se si considerano soluzioni "atipiche" come i piccoli amplificatori in classe D abbinati a diffusori di efficienza medio-alta. Ma la domanda è: quanti riescono a sistemare idealmente un impianto stereo tradizionale? E, come ripeto sempre nella Rubrica della posta, quanto delle prestazioni "possibili" di un impianto tradizionale si perdono a causa di installazioni non ortodosse dei diffusori?
Per quanto riguarda la versione XL, stiamo già a 2500 € e con questa cifra, ferme restando le poche centinaia di euro per un tuner decente, si inizia ad acquistare un impianto di tutto rispetto. Non solo, ma chi spende queste cifre probabilmente non è disposto ad accettare pesanti compromessi in fase di installazione.
In definitiva, temo che per una scelta prettamente e squisitamente audiophile questi sistemi non siano la scelta migliore ma, d'altra parte, non è questa la loro mission! I loro punti di forza sono altri e per certi versi li rendono unici ed imbattibili. Intanto il WAF, fattore di accettazione femminile, probabilmente il più elevato che mi sia mai capitato di incontrare: niente cavi, niente rack, niente punte, niente manopole ed estetiche improbabili: un semplice cuboide elegante e davvero poco visibile. Poi c'è la praticità di avere un sistema integrato che ha praticamente tutto ciò che serve. Infine il suono, ben al di là di ogni aspettativa e che potrebbe accontentare anche palati abituati a ben altro: godibile a lungo termine, potente, timbricamente corretto e persino con una discreta immagine stereofonica.
Capisco che si tratti di un confronto "a memoria", a distanza di quasi due anni, ma permettetemi di dire che, ad esempio, il sistema Aux Out (sub+satelliti attivo) suonava peggio del GenevaSound L (per non parlare del modello XL) e costava appena 300 € in meno pur senza offrire telecomando, lettore CD, MP3 docking station e sintonizzatore.
Prima che chiediate, non ho ascoltato il modello più economico del GenevaSound e non ho intenzione di ascoltarlo: visto che la fisica ha le sue regole, temo che una ulteriore riduzione degli spazi comporti un sostanziale peggioramento del suono, specie in gamma bassa. Costa 700 €, usa due woofers da 10 cm e non dispone della iPod docking station (c'è solo il cavo per il collegamento). Questi aspetti lo rendono certamente meno interessante dei fratelli maggiori.
Suono. Una volta capita l'impostazione, è facile conviverci. Non c'è da aspettarsi un dettaglio finissimo né una pulizia esemplare, specie nel modello L e con generi musicali complessi. Le voci appaiono sempre un po' cariche in gamma medio-bassa. In gamma medio-alta si può percepire più di un impastamento. Questi fenomeni si attenuano nel modello XL. La gamma alta è sempre molto dolce e tranquilla, un pizzico di ariosità in più aiuterebbe il realismo e la vivacità della riproduzione.
Una bella sorpresa questi sistema GenevaSound. Non griderei al miracolo, come mi è capitato di leggere sulle recensioni di stampa non specializzata, ma sia il modello L che il modello XL sono una proposta convincente. Sono ben costruiti, si integrano e si usano facilmente e, pur essendo oggetti di design, non hanno il costo corrispondente, in genere, a questa tipologia di oggetti. Se proprio non doveste riuscire ad inserire un sistema "classico" nel vostro ambiente principale o se doveste sonorizzare una stanza secondaria credo che sarebbe opportuno provare a sentire questi sistemi, potrebbero essere una rivelazione.
Ringraziamenti. Doverosi ringraziamenti allo staff del NAE Store/L'Armadillo per aver fornito gli esemplari in prova, a Mariano Casadio per la disponibilità, la pazienza ed il supporto logistico.
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