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Prodotto: Rega RS1 - diffusori bookshelf 2 vie
Costruttore: Rega - UK
Distributore per l'Italia: Green Sounds
Prezzo al pubblico: 740€
Recensore: Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - TNT Italia
Recensito: Luglio, 2015
Una delle domande più frequenti nella nostra settimanale Rubrica della Posta è relativa al posizionamento dei diffusori, in particolar modo quando lo spazio non consente l'utilizzo di supporti ad hoc. Così, librerie e pareti attrezzate ospitano nobili diffusori due vie che soffrono terribilmente a causa della vicinanza della parete retrostante.
Nella consolidata tradizione dei diffusori inglesi, questo problema è sempre stato particolarmente sentito, al punto che i più importanti Costruttori della terra d'Albione si sono sforzati di mettere in catalogo modelli che fossero installabili anche a ridosso della parete posteriore. Naim e Linn sono gli esempi più classici e conosciuti, ma anche Rega può essere annoverato tra questi Costruttori attenti alle esigenze dell'audiofilo quadratico medio. Oltretutto, va ricordato che in UK è ancora molto diffuso l'approccio Flat Earth (Terra Piatta) cioè un modo di intendere la riproduzione domestica particolarmente semplice, nel quale, ad esempio, la creazione di un palcoscenico virtuale sviluppato nelle tre dimensioni spaziali non è un parametro degno di importanza.
I piccoli Rega RS1 che ho in prova entrano a pieno diritto in questa filosofia d'ascolto, visto che il Costruttore dichiara che possono essere posizionati a ridosso della parete posteriore. Il manuale, infatti, recita testualmente:
The RS1 has an unusually even bass response for a small loudspeaker. It allows them to be mounted directly onto the wall, or alternatively to be placed on shelves or stands.In altre parole, la risposta alle basse frequenze è stata ottimizzata in maniera tale che i diffusori possano essere posizionati a ridosso della parete posteriore (ma anche su scaffali o stands).
I Rega RS1 sono diffusori da scaffale di piccole dimensioni (32 x 15 x 23.6) due vie, con woofer RR125 da 12,5 cm con membrana in carta e cestello in alluminio e tweeter HF20-ZZR (Zero Rear Reflection). Quest'ultimo utilizza un sistema per annullare l'emissione posteriore della membrana, si vedano i dettagli tecnici in questo documento PDF. Il woofer è posizionato sopra al tweeter. Si tratta di driver abbastanza raffinati e specifici per i diffusori Rega, entrambi sono utilizzati anche in altri modelli della serie RS, come ad esempio i sofisticati RS7. I ricambi sono facilmente reperibili a un costo di 66€ per il midwoofer e 38€ per il tweeter. Già questi costi, tenendo conto del prezzo finale dei diffusori, vi fanno capire quanta sostanza sia racchiusa in questi piccoli RS1. Il costo di listino è 740€ la coppia, le finiture disponibili sono ciliegio, frassino nero e un elegante piano black.
Il cabinet è accordato in bass reflex posteriore, ha una struttura semplice, rigida e leggera. Ogni diffusore pesa 3.5 kg. Non è previsto il biwiring, all'insegna della massima semplicità. Anche il crossover è minimale. La sensibilità dichiarata è di ben 90dB/w/m, molto alta per un diffusore così piccolo (e forse un tantino ottimistica). La risposta in frequenza, vezzosamente, non è dichiarata.
Sono sempre stato un amante dell'approccio semplice ed essenziale, al limite dell'understatement, della maggior parte dei componenti HiFi inglesi. Ho posseduto tanti apparecchi Naim, Linn, Rega, Mission, Ariston, Meridian e conservo di tutti un bel ricordo. L'essenzialità consente di puntare tutto sulla sostanza e in questi RS1 ce n'è veramente tanta.
Nonostante le piccole dimensioni, l'aspetto dimesso e il peso contenuto, questi microbi sfoderano un suono davvero insospettabile: grande, veloce ma, soprattutto, estremamente comunicativo. Che mai sarà un diffusore comunicativo? Di fatto, tutti i diffusori comunicano qualcosa, no? Ebbene, questi RS1 hanno quella non così consueta caratteristica di lasciar passare tutta la vitalità della musica che riproducono: si mettono da parte e si lasciano attraversare dal messaggio musicale. Non è una dote frequente: molti componenti HiFi preferiscono fare da protagonisti, si sente che desiderano lasciare un'impronta personale marcata e, spesso, così facendo, si perdono per strada l'essenza stessa della musica che è prima di tutto ritmo, tempo, velocità, coinvolgimento, emozione.
L'impostazione timbrica degli RS1 è sana, genuina: una bella gamma bassa, tesa, veloce e potente supporta una gamma medio-alta vivace e live, ma priva di asprezze o indurimenti. La gamma alta è presente, punta alla sostanza più che al dettaglio, la ricchezza armonica è su buoni livelli, si sente che a suonare è un tweeter di rango. Non addolcisce inutilmente gli strumenti a corda, non arrotonda le voci, non scalda gli ottoni, ma si fa apprezzare per un'estrema sincerità.
Non si tratta del solito suono audiophile, un po' ruffiano e istrionico ma spesso bugiardo e ingannevole. Questi RS1 vanno dritti al punto e in questo mi ricordano molto da vicino altri connazionali come il Naim Nait 1, il finale Nait NAP250 prima serie, il Rega Planar 3, le Linn Index II e i Naim IBL.
Si tratta, in buona sostanza, di un suono semplice e divertente, pochi fronzoli ma tanto pathos, genuinità, sostanza.
Li ho ascoltati sia in una disposizione normale, su stand di 60 cm di altezza, lontani dalle pareti, sia addossati alla parete posteriore. Cambia qualcosa? Assolutamente sì, l'equilibrio timbrico, come prevedibile, si sposta un po' più verso le frequenze medio-basse, che diventano più presenti e potenti e anche la gamma bassa guadagna peso e sostanza, l'estensione ovviamente non cambia ed è quella possibile da un woofer così piccolo in un cabinet di dimensioni ridotte. Avevo timore che la vicinanza della parete posteriore rovinasse la bella gamma media e devo dire che questo non è accaduto o, almeno, non nella misura che mi aspettavo. Questo significa che i progettisti Rega hanno fatto bene i compiti a casa e, a tutti gli effetti, questo diffusore può stare a ridosso della parete posteriore senza troppi problemi, anzi, suona più grosso e di sostanza.
La sezione ritmica, basso e batteria, appare più scandita e sottolineata, la gamma medio-alta appena più frizzante, le voci si spostano un pochino più avanti, ma complessivamente il suono resta assolutamente godibile. Rispetto alle Linn Index, tanto per fare un confronto con un classico che conosco bene, l'equilibrio degli RS1 è nettamente migliore: le vecchie Index, lontane dalla parete posteriore, erano vuote, esili, delicate. Qualcuno potrebbe pensare che la presenza dello sbocco reflex posteriore sia un problema, invece bastano pochi cm di spazio per fare il suo dovere. Non ho avvertito sbuffi o risonanze fastidiose.
Questi RS1 non sono lenti d'ingrandimento, non sono spietati né monitor analitici e iper-rivelatori: il loro suono, talvolta, può sembrare scarno, quasi essenziale, ridotto ai fondamentali, ma è un'impressione sostanzialmente sbagliata: il fatto è che sottolineano le strutture essenziali della musica, pertanto diventa facile seguire le linee di basso, gli accordi di accompagnamento etc. senza che ci si distragga troppo con mille particolari (che pure ci sono).
Per essere così piccoli si difendono alla grande, anche con generi musicali molto esigenti. L'arma migliore ce l'hanno nella velocità e nel senso del ritmo, davvero di alto livello. I salti dinamici sono ben sottolineati e conferiscono alla musica quella comunicatività che sembra essere la dote migliore di questi diffusori. Possono suonare anche forte, volendo, il woofer da 12 cm arriva dove può, ma fintanto che ha fiato viaggia avanti e indietro in una danza inarrestabile e vigorosa.
La dinamica apparentemente migliora ancora coi diffusori addossati alla parete di fondo ma è ovviamente un effetto psicoacustico dovuto al rinforzo delle frequenze basse e medio basse. Così, ad esempio, la cassa della batteria sembra più pronta ed energica, ma è semplicemente più piena. Nei dischi ricchi di grandi salti dinamici e di basse frequenze si sentono tutti i limiti fisici del piccolo diffusore, come è logico aspettarsi, ma fintanto che si sta dentro i confini naturali dei drivers il suono si mantiene agile, ritmato, vivace, sia in termini di macro che di microdinamica.
La sensibilità dichiarata è ottimistica, a orecchio siamo più sugli 88 dB che sui 90 dB, e non è una differenza da poco.
La performance, ovviamente, cambia radicalmente se i diffusori sono posizionati lontani dalle pareti o a ridosso della parete di fondo. Nel primo caso la scena è sufficientemente ampia e stabile, pure dotata di una certa altezza, nonostante il tweeter posizionato al di sotto del woofer. La messa a fuoco è ottima, complice, probabilmente, il cabinet rigido e sordo e l'elevata qualità del tweeter. Ridossando invece il diffusore alla parete posteriore la scena, come era logico aspettarsi, si schiaccia e diventa sostanzialmente bidimensionale. Resta, comunque, un bel fronte sonoro ampio e ben a fuoco, coi vari interpreti facilmente individuabili sulla parete di fondo. Ci si può convivere facilmente, a patto di dimenticarsi quasi del tutto la profondità della scena.
Ho ascoltato gli RS1 con diverse amplificazioni, sia a valvole (il Ming Da MC34 ASE appena recensito) che a stato solido. La mia sensazione è che questi diffusori gradiscano maggiormente il piglio deciso e veloce di un buon stato solido, anche in Classe D, magari. L'eventuale calore e lentezza di un valvolare potrebbe in parte addomesticare il carattere esuberante di questi RS1, che invece meritano di essere “sostenuti” nella loro missione comunicativa. E se non vi piacesse la classe D pensate a Naim, Rega, Musical Fidelity, Rotel...la scelta è ampia.
Per quanto riguarda la potenza dell'amplificatore, il manuale (foto sotto) sostiene che si possano usare fino a 500 watt per canale. Tutto ciò è ovvio e sposa in toto quel che sosteniamo da sempre: la potenza non è mica obbligatorio usarla tutta, basta abbassare il volume quando gli altoparlanti arrivano ai loro limiti fisici. Usando cervello e orecchie non si rompe niente.
Infine, la Rega sconsiglia di usare cavi speciali, e raccomanda di stare sul semplice, tanto per cambiare, magari proprio utilizzando gli SC42 o i Quattro di loro produzione (che sono dei normali cavi elettrici). Il Quattro però è per biwiring, quindi lato diffusore la doppia terminazione andrebbe collegata insieme.
Sentitevi liberi di sperimentare punte o piedini morbidi come interfaccia tra diffusore e...mondo esterno. Molto dipende dal tipo di superficie sulla quale andranno appoggiati. Ad esempio, se si trattasse di mobile/scaffale/parete attrezzata io preferirei isolare il più possibile il diffusore dalla struttura, mediante dei piedini assorbenti, per limitare la propagazione delle basse frequenze e delle vibrazioni.
Costruzione e finitura.
Tanta sostanza, pochi fronzoli: questo diffusore fa il suo dovere e non attira su di sè l'attenzione. Finitura onesta (la versione black piano sicuramente appare più elegante e lussuosa) ma in perfetto stile British. C'è quel che serve allo scopo, nessuna concessione all'estetica. Anche la morsettiera per i cavi appare molto cheap, ma fa il suo dovere senza problemi.
Suono.
Difficile criticare un'impostazione così sincera. Alcuni ascoltatori forse preferirebbero un suono più ruffiano, furbetto, fatto di nuances e di carezze, di gonfiori sospetti e coloriture. A me son piaciute così come sono. Non è che non abbiano difetti, sono piccoli diffusori da 700€ ed è ovvio che ne abbiano, ma più che difetti sono le naturali limitazioni fisiche. Certo, non sono diffusori di altissima classe come i piccoli Trenner & Friedl ART ma stiamo parlando di ben altra classe di prezzo.
Confrontati con i JMR Folia, simili per prezzo e vocazione (anch'essi nati per stare sulla parete di fondo) posso solo anticipare (recensione seguirà a breve) che questi Rega, pur costando un po' meno, si sono difesi alla grande. I Folia hanno un suono più completo e sostanzialmente più raffinato, ma gli RS1 li superano in termini di capacità di comunicare la musica.
Si è capito che questi Rega RS1 mi piacciono davvero tanto? Mi sono divertito molto provandoli e, credetemi, non avviene di frequente e soprattutto non con prodotti di fascia medio-bassa come questi. C'è stato un segnale inequivocabile: alla fine ho tirato giù dallo scaffale dischi prova che non ascoltavo da tempo (es. lo Sheffield Track & Drum Record), ho alzato il volume oltre ogni ragionevolezza e me li sono riascoltati tutti, battendo il piede e divertendomi come non accadeva da tempo. Quando questi miracoli accadono, significa che si è di fronte a un componente HiFi che, seppur non perfetto, vi porta all'interno dell'essenza stessa della musica e vi fa dimenticare che dovete pure recensirlo :-)
Divertenti, coinvolgenti, vivaci senza essere strilloni, corposi senza essere gonfi. Chi amasse arrivare al cuore della musica, e non avesse gli spazi ideali per un'installazione con tutti i crismi, dovrebbe prendere in serissima considerazione questi piccoli gioiellini inglesi. Se amate essere trascinati (non accompagnati!) dentro la musica, dal ritmo e dal pathos, provate ad ascoltarli, sono certo che vi conquisteranno come hanno conquistato me.
Un sincero ringraziamento all'importatore Green Sounds per la squisita disponibilità e la pazienza.
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