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Come far rivivere una vecchia gloria
Veniamo subito al dunque: supponiamo di avere in casa una cassa di diversi
anni fa o di averne appena acquistata una.
Questi i possibili interventi da fare, in ordine crescente di
"difficoltà":
- I primi interventi da effettuare sono di semplice "manutenzione":
osservare scrupolosamene
la sospensione dei woofers onde decidere se è il caso di farla sostituire
perchè ormai "meccanicamente" poco affidabile.
A questo proposito esistono
diverse persone che eseguono questi lavori in modo serio (scusate ma i nomi li
dovete recuperare dalle pubblicità nelle varie riviste) per cifre che
sono accettabili SOLO se il diffusore lo merita per il suo valore intrinseco
o anche, perchè no, affettivo.
Rifuggite da "riconature", è questo è il termine di uso corrente, fatte da
maldestri ed improvvisati "esperti": un lavoro mal eseguito con materiali
troppo diversi dagli originali può produrre risultati disastrosi.
Sconsiglio anche la sostituzione di altoparlanti con altri non originali.
Questa operazione, economicamente poco conveniente, rischia di compromettere
l'equilibrio timbrico del diffusore in modo irreparabile col risultato di
trovarvi tra le mani un oggetto che non ha ne' interesse collezionistico
-perchè non originale- ne' audiofilo per le difficoltà di
accoppiamento del nuovo altoparlante coi vecchi.
Ricordo a tal proposito delle splendide B&W DM6, violentate dal proprietario
con dei tweeters con cupola in titanio che mal si adattavano persino al foro originale
e che lui aveva pagato diversi biglietti da cento.
Il suono, inutile dirlo, era di quelli da far drizzare i capelli ad un calvo
con uno scollamento dell'intervento del tweeter dal resto che
avrebbe sentito pure un sordo e con un risultato estetico da far rabbrividire persino
un cieco :-). Insomma un vero disastro.
- Un secondo intervento, da eseguire con le dovute attenzioni e da evitare
se dubitate delle vostre capacità, riguarda lo smontaggio di tutti gli
altoparlanti, del crossover, dei cavi e dei connettori.
Una volta messa a nudo la cassa potete pensare di intervenire in vari modi,
cominciando dalla sostituzione dei cavi, operazione detta ricablatura,
con altri di qualità e sezione adeguate. Alcuni Costruttori producono
cavi ad hoc per questo tipo di operazione ma, in mancanza di questi,
anche un buon cavo per diffusori, magari economico che non usate più,
può funzionare a meraviglia.
Ad esempio, nel pesante tweaking al quale ho sottoposto
un sub RCF, ho utilizzato cavi Supra 2.5.
Terminata la ricablatura assicuratevi che i contatti tra cavi ed altoparlanti
sia elettricamente accettabile, il tempo potrebbe aver ossidato i connettori
faston. Nel caso sostituiteli e pulite tutti i contatti eliminando l'ossido
prima con carta vetro fine e poi lubrificando molto leggermente con
riattivante per contatti (tipo CRC), infine reinserire i faston.
A questo punto potete pensare di eliminare eventuali risonanze dei cestelli
dei woofers, spesso in lamiera stampata. Niente di meglio che un buon trattamento
a base di blue-tac come nel già
citato articolo del sub RCF.
-
Altro intervento consiste nel sostituire la morsettiera d'ingresso, spesso a
molla o a vite ma comunque non in grado di accettare i grossi cavi di oggi,
con una morsettiera a vite di buone dimensioni, dorata e adatte per le banane.
Se ve la cavate col saldatore e sapete dove mettere le mani potete inoltre
pensare a ricostruire il crossover con componeni di migliore
qualità lasciandone inalterati, ovviamente, i valori.
-
Era uso comune dotare i diffusori, specie
i modelli di maggior pregio, di "controlli di tono" sul livello di tweeter e
midrange, in realtà delle semplice "resistenze" che avevano la funzione
di "attenuatori" del segnale.
Tali aggeggi altro non sono se non un passaggio in più per il segnale ed
una complicazione inutile. Decidete la posizione che vi soddisfa di più
e tenete quella eliminando tutto il resto. Se la posizione scelta è quella
che non interpone alcun componente passivo per ottenere la voluta attenuazione
estirpate pure l'intera sezione. Ovviamente bisogna sapere bene dove mettere
le mani.
- Per ultimo, ma solo se avete le conoscenze giuste, potete pensare di
modificare il crossover in modo da separare fisicamente la cella del woofer
da quella del tweeter per poter utilizzare il biwiring, il biamping o la
biamplificazione attiva.
Accorgimenti d'uso
Il buon posizionamento in ambiente dei diffusori non era un problema da notti
in bianco per gli audiofili di 20-25 anni fa. Gli stessi Costruttori non
consigliavano neppure, salvo rari casi, come e dove sarebbe stato meglio
sistemare i propri diffusori, col risultato che tutti i diffusori che non
trovavano spazio sufficiente tra i ripiani di una libreria finivano inesorabilmente
a pavimento.
Di supporti ad hoc, punte e tweeter ad altezza orecchio non se ne
parlava neppure. Voi, audiofili di fine millennio, ormai dovreste aver capito
l'importanza capitale di un buon posizionamento in ambiente dei vostri diffusori pena uno scadimento
di prestazioni intollerabile.
Se ancora avete dei dubbi su come e perchè
scegliere dei supporti per diffusori vi consiglio un'attenta lettura dell'
articolo all'argomento.
Altro aspetto da considerare attentamente è l'accoppiamento ampli-casse.
I buoni amplificatori moderni riescono laddove i finaloni megalitici
dell'epoca fallivano: il corretto pilotaggio di un diffusore appena più
ostico della resistenza da 8 Omhs.
È pertanto fortemente consigliato l'utilizzo di amplificatori moderni per
far esprimere al meglio alcune glorie del passato.
Se, tuttavia, volete godere di un suono old fashioned orientatevi pure
verso amplificazioni di quei tempi, il risultato potrà talvolta
sorprendervi.
Conclusioni
Abbiamo visto cosa è lecito aspettarsi da vecchie glorie del passato (vedi
articolo) e come sia
possibile "ringiovanirle" senza stravolgerne il carattere ed il valore.
La tecnologia dei diffusori ha fatto in questi ultimi venti anni dei passi da
gigante ma buoni diffusori dei bei tempi andati sanno ancora difendersi
contro mediocri colleghi di oggi.
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com
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