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L'Azienda di Glasgow,
ben nota agli appassionati per il famoso giradischi Sondek LP 12,
vera pietra miliare nella storia dell'HiFi, ha da alcuni anni
imboccato con decisione la strada del digitale e delle nuovissime
tecnologie, pur continuando a preservare il patrimonio ed il know-how
acquisito con l'analogico.
Così, come da vecchia tradizione
della Casa scozzese, ad un primo prodotto di livello elevato fanno
seguito degli apparecchi meno impegnativi che ereditano da questo
parte della tecnologia e dell'esperienza acquisita.
E' successo
così per il Sondek stesso, che generò per partenogenesi
il meno impegnativo Axis (stesso perno e filosofia costruttiva, in
versione semplificata) e lo stesso destino è toccato al
sistema di lettura digitale a due telai Karik + Numerik il quale ha
dato origine prima ad una macchina integrata chiamata ancora Karik e
poi ad un progetto di classe media denominato Mimik che è
l'oggetto di questa prova.
Inizialmente la Linn denominava gli
apparecchi di classe media con una X nella sigla anzichè una K
(esempi: Axis, Index, Helix, Nexus etc.) poi ha deciso di abbandonare
questa doppia notazione, forse poco gradita in termini di marketing
dato che gli utenti di prodotti "X" si sentivano un po'
considerati di serie B.
Per questo motivo il lettore CD in prova
ha la K anzichè la X.
Il Mimik II è
un lettore CD di classe media che costa 2.600.000 di listino e che
quindi si pone in diretta concorrenza con molti apparecchi simili,
sia di produzione europea che giapponese. In altre parole, i
concorrenti non mancano di certo.
E' un apparecchio di dimensioni
contenute (32 x 32 x 8, poco più di un paio di LP messi uno
sull'altro :-) ) ed è costruito piuttosto bene.
La
differenza rispetto al vecchio modello Mimik risiede essenzialmente
nel fatto che in questa nuova versione si è fatto largo uso di
componenti SMD (a montaggio superficiale, cioè).
La
meccanica, di disegno Linn, è alloggiata sulla destra del
pannello frontale ed il cassettino si apre e si chiude con un
piacevole movimento sicuro.
Sul frontale ci sono i comandi
essenziali e la maggior parte delle facilities è delegata al
comodo telecomando multifunzione, in grado di comandare altre
elettroniche Linn (ad es. l'integrato Majik).
Una particolarità
interessante del pannello posteriore è la presenza di 2 coppie
di RCA d'uscita, molto comode per fare confronti veloci tra cavi
d'interconnessione. Ok, l'utilizzo per il quale sono state previste è
il multiroom, ma noi audiofili tradizionalisti la utilizziamo per
confrontare i cavi (confronti relativi, non assoluti, s'intende, per
questioni legate al carico doppio).
Alcuni modelli di Mimik sono
forniti di uscita digitale di tipo BNC, il mio ne era sprovvisto,
sicchè non ho potuto procedere alla valutazione della sezione
meccanica e del convertitore in modo separato. Se volete l'uscita
digitale dovrete chiederlo esplicitamente.
Il cavo d'alimentazione
è staccabile.
Ultima particolarità interessante che
vi voglio segnalare è la presenza di un buon cavo di segnale
fornito (finalmente!) in dotazione con l'apparecchio, a testimonianza
della consueta grande attenzione che Linn ha sempre mostrato nei
confronti dell'utente finale.
Come per tutti i
prodotti secondogeniti della Casa di Glasgow la prima domanda
che bisogna porsi è se il Mimik sarà all'altezza dei
fratelli maggiori suoi precedessori.
Bene, è chiaro che
questo lettore digitale ha ereditato buona parte del carattere sonoro
dell'ex-top di gamma Karik (ora rimpiazzato, nell'immaginario
audiofilo, dall'inarrivabile CD-12).
Premetto che ho ascoltato il
Mimik in diverse configurazioni e con cavi diversi.
Le note che
seguono si riferiscono però alla configurazione standard
cioè con cavi di segnale e d'alimentazione strettamente di
serie, in seguito vedremo cosa e quanto può essere
modificato del carattere di questo scozzese.
Il Mimik possiede un
registro medio-alto molto raffinato che ricorda realizzazioni di ben
altro livello, medio-alto che sostiene una performance in gamma
altissima molto composta e neutra, con un leggero accenno di roll-off
all'estremo acuto.
La transizione tra gamma media e medio-alta è
poi priva di soluzione di continuità, una caratteristica
questa piuttosto difficile da riscontrare su apparecchi di classe
media e sui lettori CD in particolare. Talvolta si avverte infatti un
certo scalino e questo non è certo il caso del Mimik,
fluido e coerente come pochi.
La sua gamma media si armonizza
dunque piuttosto bene col medio-alto dando all'insieme una piacevole
sensazione di grande coerenza ed omogeneità timbrica.
Inoltre
il tasso di distorsione (quello udibile, non il dato numerico) è
bassissimo e ciò contribuisce a quell'effetto psicoacustico di
arretratezza della gamma media che trae spesso in inganno
l'ascoltatore poco esperto o distratto.
Spesso infatti una leggera
ruvidità in questa porzione di frequenze dove, ricordiamolo,
l'orecchio umano è largamente più sensibile, è
percepita come segno di maggor effetto presenza.
Il Mimik
si mantiene invece composto ed equilibrato e ciò rende alcuni
strumenti particolarmente godibili, come ad esempio il sax, sempre
piuttosto difficile da riprodurre in modo corretto.
Dal vivo il
suono di tale strumento è sì aggressivo ma anche molto
lucido e pulito.
I nostri apparecchi HiFi non riuscendo a
riprodurre la sconvolgente dinamica e la giusta consistenza di questo
strumento spesso si limitano a renderlo metallico e spernacchiante
offrendo una imitazione della realtà talvolta fastidiosa
anzichè convincente.
Il Mimik invece, grazie alla sua
grande compostezza, evita la rincorsa all'esagerazione e ripropone un
sax godibile quanto basta da farci ricordare quello vero ma senza
pretese di raggiungere l'irraggiungibile.
Le voci maschili godono
dello stesso trattamento, appena alleggerite nei registri più
gravi. Bellissime le voci femminili, lucide, dettagliate e suadenti,
prive di asprezze o di facilonerie anche quando si tratta di soprano
particolarmente difficili.
Queste caratteristiche insieme rendono
il Mimik poco pretenzioso nei confronti del software musicale,
riuscendo nel difficile compito di far suonare accettabili anche dei
dischi incisi in modo alquanto grossolano (il che spesso coincide con
una gamma medio-alta aspra ed in evidenza sul resto).
Il basso ed
il medio-basso sono di buon livello, pieno il primo e piacevolmente
articolato il secondo, solo l'estremo inferiore sembra a tratti un
po' leggero, come se mancasse l'energia per le note più gravi
tipo alcuni pedali d'organo ed alcune vibrazioni del
contrabbasso.
Come vedremo più avanti uno dei maggiori
responsabili per questa leggerezza della prima ottava è
proprio il cavo di segnale in dotazione.
Ma proseguiamo l'ascolto
in configurazione standard.
La gamma bassa, dicevo, è
piuttosto piena e convincente seppur sia chiaro che non è il
punto di forza di questo lettore che fa invece della pulizia in gamma
media e della coerenza il suo asso nella manica.
La batteria ed il
basso elttrico hanno un ottimo controllo, mai una sbavatura o una
perdita di articolazione.
Molto della performance in gamma bassa
ricorda quella della gamma media, sempre composta e priva di
esagerazioni o ruffianerie. Mentre però in gamma media il
risultato è ottimale, in gamma bassa talvolta si desidererebbe
maggior presenza.
In definitiva, coi cavi in dotazione (segnale ed
alimentazione) il Mimik è un interprete composto ma analitico
dotato di un'ottima coerenza e coesione tra le varie porzioni dello
spettro riprodotto.
Lievemente arrotondato sulle altissime e
leggero in gamma bassissima (quella, per intenderci, che con dei
piccoli diffusori non sentirete mai) fa della gamma media e
medio-alta le sue armi più convincenti, consentendogli di
esprimersi con ottime doti introspettive nei confronti del programma
musicale.
In altre parole la Musica sgorga fluida ed il fraseggio
di ogni strumento o di ogni singola voce può essere seguito
con facilità anche in presenza di segnali complessi.
E' l'aspetto più
caratterizzante del suono del Mimik, quello che colpisce subito a
primo ascolto: questo lettore non fa dell'impatto e della forza bruta
una delle sue carte vincenti. Anzi a tratti è lento, quasi
sornione, lascia che la Musica lo attraversi senza mai farsi prendere
la mano e voler a tutti i costi assalire l'ascoltatore e questo,
insieme con l'impostazione timbrica già esaminata, lo rende
ancor di più un interprete fedele ma pacato, composto e
controllato.
Attenzione a non fraintendere: non è la
lentezza dei lettori economici, tutt'altro. Quello del Mimik è
piuttosto un respiro naturale anzichè un affanno.
Non rincorre la nota successiva, l'accompagna piuttosto.
Questo
carattere, proprio delle macchine di alto livello, gli consente di
non perdere alcuna sfumatura della riproduzione musicale: tutti gli
attacchi ed i rilasci sono riproposti con pignola accuratezza ma con
una certa lentezza.
Le code nei rilasci sono molto naturali e
realistiche e ciò è ad esempio evidentissimo nei pezzi
per pianoforte dove l'effetto legato è reso con grande
coinvolgimento.
Laddove i lettori più economici tagliano
via senza tante scuse, il Mimik continua ad analizzare il messaggio
sonoro estraendo e porgendovi con garbo tutte le informazioni
disponibili.
In definitiva la prestazione dinamica (e di velocità)
del Mimik non è forse di quelle da far battere forte il cuore
ma sicuramente affascina.
Per dirla con parole semplici: rallenta,
ma non per mancanza di fiato, quanto piuttosto per farvi ammirare
meglio la trama musicale.
Molto buona la
profondità della scena riprodotta, buona anche la
lateralizzazione che tuttavia non esalta.
La focalizzazione degli
strumenti nel palcoscenico immaginario, grazie alle doti di estrema
pulizia del registro medio, è convincente e rimane tale anche
in presenza di grandi masse corali.
Anche la dimensione
dell'altezza è resa con le dovute proporzioni.
In sostanza
il Mimik riproduce un palcoscenico discretamente ampio e molto
profondo, bel illuminato e stabile.
Intanto il Mimik va
fatto suonare (non solo scaldare) per almeno 1 ora prima di
poter esprimere alcun giudizio sul suono.
Non sembra molto
sensibile al posizionamento, segno di una progettazione meccanica di
ottimo livello.
Veniamo al discorso cavi. Partiamo dalle cose più
semplici: il cavo d'alimentazione.
Sostituire il cordone di serie
con un cavo speciale (anche il nostro Merlino
è sufficiente) fa migliorare la prestazione dinamica,
l'estensione e la presenza della gamma bassa.
Si tratta di sottili
sfumature tuttavia avvertibili. Non c'è bisogno di spendere
follie, già un normale cavo schermato come il Merlino fa
sentire il suo benefico effetto. E, tanto per capirci meglio, non sto
parlando di quel genere di sfumature che si sentono anche con un
impianto economico: sto parlando di differenze percepibili solo ed
esclusivamente con componenti (a valle) di qualità elevata e
dalle notevoli capacità analitiche, oltre che di un orecchio
abituato a questo genere di indagini sonore.
Passiamo al
difficile: i cavi di segnale.
Non so quanto del carattere del cavo
di serie sia voluto o casuale. Certo è che la sua presenza
caratterizza in modo piuttosto evidente il suono del Mimik.
Grazie
alla doppia uscita ho potuto provare e riprovare (e riprovare...)
tanti cavi diversi ed ogni volta le caratteristiche del cavo Linn
sono state messe in evidenza con estrema facilità.
Durante
queste prove mi è successo un fatto curioso che la dice lunga
sulle differenze tra cavi diversi in un impianto HiFi. Ve lo racconto
in un articoletto separato.
Con
altri cavi il Mimik acquista più apertura sulle alte frequenze
a testimonianza che quel leggero roll-off era in larghissima misura
dovuto al cavo in dotazione.
Tuttavia, se da una parte si guadagna
in apertura sulle altissime dall'altra si perde un po' di quella
coerenza timbrica così peculiare al Mimik.
E' sempre un
sottile gioco di compromessi: con un impianto tendente al caldo forse
un cavo più aperto sarebbe gradito, viceversa si potrebbe
sconfinare presto nell'iperdettaglio se già la catena possiede
questa caratteristica in partenza.
Ogni cavo che ho provato
(Kimber, Monster etc.) era tuttavia più aperto del cavo di
serie ed alla fine, almeno nelle configurazioni da me utilizzate, ho
finito col preferire i primi al cavo Linn, non per la maggiore
apertura in alto quanto per una aumentata dinamica complessiva ed una
migliorata estensione della gamma bassa.
Ma non voglio influenzare
in alcun modo le vostre scelte: già col buon cavo di serie il
Mimik è un ottimo prodotto, molto equilibrato e pronto
all'uso, certamente la soluzione ideale per l'audiofilo senza
troppe manie di perfezionismo migliorativo ma con tanta voglia
di ascoltare Musica senza problemi.
Un plauso va ai responsabili
della Linn per aver dotato anche il loro lettore entry-level (nel
senso che è il più economico della Linn) di un cavo di
buona qualità e che contribuisce all'ottimo equilibrio
timbrico dell'apparecchio.
Per gli audiofili sempre a caccia della
sfumatura in più, se dotati della dose di pazienza necessaria
per questo tipo di ricerca, consiglio senz'altro di effettuare
varie prove, in casa o in negozio, fino a trovare la soluzione
ritenuta ottimale.
Non mi sento di suggerirvi dei nomi in quanto
tutto dipende dalla catena in vostro possesso e, perchè no,
dal vostro gusto personale.
Comunque fate attenzione, perchè
il Mimik è difficilmente migliorabile senza snaturare il suo
carattere (un po' come il giradischi Rega Planar, se lo conoscete,
avete capito cosa intendo).
L'unica cosa che posso dirvi è
che il cavo di serie attenua leggermente gli estremi banda,
comprimendo allo stesso tempo la dinamica complessiva ed attenuando
l'impatto.
Circa due milioni e
mezzo sono la cifra richiesta per questo lettore CD, entry-level
della dinastia digitale Linn. Tale prezzo, è giusto
sottolinearlo, corrisponde esattamente a quello in terra d'origine
(ah, se fosse sempre così....).
La concorrenza in questa
fascia di prezzo è agguerrita ma il Mimik ha dalla sua alcune
doti che mi permetto di riassumere qui brevemente: ottima
ingegnerizzazione, garanzia di un'azienda seria e all'avanguardia
(che garantisce il prodotto per ben 5 anni), suono timbricamente
coerente e musicale, votato più al garbo che all'impatto,
parzialmente upgradabile con una oculata scelta di cavi di segnale e
d'alimentazione.
Un plus è la presenza di un cavo di
segnale di qualità già fornito di serie che
contribuisce non poco al carattere dell'apparecchio e che vi fa
risparmiare sull'acquisto di un altrimenti obbligatorio cavo
after-market.
Non è il genere di lettore che impressiona al
primo ascolto, non colpisce (in tutti i sensi) ma preferisce
conquistare alla distanza.
Se siete alla ricerca di un apparecchio
serio, già ampiamente ottimizzato in fase di progetto, non
mancate di ascoltarlo per almeno un paio di giorni, vi
conquisterà.
Se cercate invece qualcosa che suoni più
d'effetto, esplosivo e violento, rivolgetevi altrove: il Linn Mimik è
un compagno fedele e composto che vi porterà più vicini
alla Musica piuttosto che alla sterile HiFi.
Un grande ringraziamento a tutto il cortesissimo staff della Linn Italia (Antonio Trebbi in primis) per aver messo a mia disposizione il Mimik e per aver gentilmente risposto a tutte le mie numerose domande di ordine tecnico.
Il nostro Giorgio
Pozzoli ha redatto un'altra Prova d'ascolto
del Linn Mimik, in modo completamente indipendente, così da
non poterci influenzare l'uno con l'altro.
Non appena ho letto il
suo articolo sono rimasto sorpreso della perfetta corrispondenza
delle sensazioni da lui riportate, sebbene l'impianto, l'ambiente
d'ascolto, la Musica, i gusti e le orecchie fossero profondamente
diverse.
© Copyright 1998 Lucio Cadeddu
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