Articolo: Ancora modifiche dell'alimentatore per il DiyParadise DAC Monica2 con regolatori e CCS Paul Hynes Design
Componenti in prova:
regolatore Z1A, costo: 60 GBP.
Regolatore di tensione Paul Hynes Z7805, costo: 30 GBP.
Paul Hynes CCS2, constant current source, costo: 16 GBP.
Recensione: Nick Whetstone - TNT UK
Data di pubblicazione: Febbraio 2009
Traduzione: Roberto Di Paola
Qui si corre il rischio che quella del Monica2, della DiyParadise, diventi una saga senza fine! Per chiunque non sappia già di cosa si tratta, ecco la prima recensione del DAC, un articolo riguardante lo stadio d'uscita di Rudolf Broertjes, e un altro sulle modifiche al circuito del DAC. In questa puntata daremo un'occhiata al Monica2 con l'aggiunta di alcuni componenti di alta qualità per l'alimentatore, sia per la sezione relativa al DAC sia per quella dello stadio d'uscita.
Visto che il Monica2 è stato sostituito dal Monica3, potreste chiedere che senso ha spendere dei soldi sul modello precedente. Il Monica3 rappresenta un passo avanti rispetto al vecchio modello, tuttavia gli aggiornamenti descritti qui sotto sono adatti ad ambedue gli apparecchi, ma di fatto lo sono per qualunque DAC che non costi quanto un'auto usata. Se l'alta fedeltà audio per voi è tanto importante da farvi leggere questa rivista, allora è probabile che sappiate già quanto sia importante l'alimentatore per un componente hi-fi attivo. L'alimentazione rappresenta il fondamento della riproduzione musicale, perciò migliorare l'alimentatore dei componenti produce anche un miglioramento del loro suono, posto che per il resto quei componenti siano correttamente progettati e realizzati.
I componenti qui recensiti sono tutti forniti da Paul Hynes. Si tratta di un modulo regolatore autonomo di alta qualità per lo stadio d'uscita, tre regolatori interni da cinque Volt di tipo shunt per la sezione di conversione, e un Constant Current Supply (CCS) da sostituire al regolatore LM317 presente sulla scheda del DAC, che è utilizzato per stabilizzare l'alimentazione del il chip di conversione.
Ho deciso di cominciare dal compito più semplice, ovvero l'installazione del modulo stand-alone Z1A. In precedenza lo stadio d'uscita era alimentato tramite un circuito regolato abbastanza comune basato su un LM1084, il tutto realizzato secondo specifiche. Ho sostituito tale circuito con lo Z1A che forniva 21,5 V e, in trenta minuti circa, il Monica2 era già tornato a suonare nel mio impianto.
Il suono è migliorato in maniera evidente da subito. C'era più dettaglio, un maggior controllo sul basso e uno sfondo più scuro. La riproduzione della musica era migliore in qualunque parametro. Nei primi due giorni di utilizzo non ho notato grosse variazioni (come era capitato nel caso del PH SR1-5). In ogni caso ho deciso di non procedere con gli upgrade successivi prima che fossero trascorsi alcuni giorni necessari per abituarmi al "nuovo" suono. Per dirla tutta, ero talmente soddisfatto che ci son volute due settimane perché mi decidessi a compiere il passo successivo.
Modificare il circuito interno è un po' più complicato. Direi però che si tratta ancora di un'operazione agevole per chiunque sappia cavarsela con il saldatore. A parte il saldatore, ho usato una treccia in rame dissaldante, un paio di piccole pinze piane, una limetta, e una punta per trapano da 0.6 mm. Il Monica2 ha un PCB a doppia faccia e trovo che dissaldare i componenti da questo tipo di basetta sia più difficile che su una basetta a singola faccia. Ma operando con calma e attenzione non è troppo difficile, e comunque il PCB del Monica2 è abbastanza robusto da permettere qualche sostituzione di componenti, sempre facendo molta attenzione. Le parti da sostituire qui sono cerchiate in giallo.
Inizialmente ho estratto i tre regolatori da cinque Volt. I primi due sono venuti via senza problemi, ma uno che fa i capricci c'è sempre; infatti, il terzo si rifiutava ostinatamente. Ma si trattava solo di insistere a "succhiare" lo stagno con la trecciolina di rame finché il 7805 non fosse abbastanza lasco da essere estratto. Allora, molto attentamente, ho ripulito ogni foro dai residui della lega con la punta.
Mi sono accorto che i piedini dei regolatori shunt PH Z7805 erano troppo grossi per entrare nei forellini. Se dovete fare questo lavoro, non provate a spingere e forzarli, altrimenti sfonderete il tappetino in fondo alla basetta. Ho utilizzato la limetta per assottigliare i piedini degli Z7805. Basta poco, si tratta più o meno di arrotondare un po' quei piedini, e non ci vuole molto tempo.
Come si vede nella foto, i regolatori Paul Hynes sono un po' più grossi rispetto agli originali. Sebbene siano entrati tutti nella basetta relativamente compatta senza problemi, prima di ordinare un upgrade come lo Z7805, dovreste sempre accertarvi di poterli inserire.
Ho deciso di ascoltare i nuovi regolatori prima di installare il CCS. Ma c'era un problema. L'avvolgimento (che ho aggiunto) al trasformatore toroidale forniva abbastanza corrente per alimentare il DAC in versione standard; tuttavia, avendo aggiunto i tre regolatori shunt che assorbono 120 mA in più ognuno, l'alimentazione non era più sufficiente. Cercando in giro una soluzione rapida, ho trovato un SMPS con uscita a dodici Volt, e l'ho utilizzato per alimentare il DAC. Con questa iniezione di potenza la musica ha ripreso a fluire. Ancora una volta, il cambiamento di carattere è stato immediatamente evidente. Adesso il timbro era un po' più scuro e il suono appena più "costretto", la sensazione era quella di un suono in qualche modo troppo controllato. Tale carattere è mutato dopo qualche ora di utilizzo, ma ancora la presentazione generale non mi convinceva. Così ho deciso di installare anche il CCS di Paul Hynes al posto dello standard LM317. L'operazione era simile alla sostituzione dei regolatori ed è stata completata senza intoppi (giacché lo LM317 era in un package TO-220 con i piedini grossi quanto quelli del CCS Paul Hynes). Se sostituite i regolatori con zoccolo TO-220 con gli equivalenti PH non dovrete limare i piedini, mentre i regolatori 7805 installati nel Monica2 hanno lo zoccolo TC-92 con i piedini più sottili.
Con l'aggiunta del CCS il puzzle era completo. Quel suono "costretto" era svanito, e la musica sgorgava fluida dai diffusori. Il controllo era ottimo e il sound stage era largo e profondo. A memoria direi che il sound stage adesso si estendeva un po' oltre la larghezza dei diffusori rispetto a quanto accadeva prima di queste modifiche. La gamma alta brillava, l'estremo basso era potente e roccioso. In sintesi, il Monica2 suonava nient'affatto come quando lo ascoltai, in versione standard, qualche anno fa. Il TDA 1545 non è il mio chip preferito, ma confido nel fatto che se mettessi a confronto il Monica2 con altri DAC, esso non sfigurerebbe. Forse un indicatore del livello raggiunto dal Monica2 con questi upgrade è rappresentato dal raffronto con il mio Scott Nixon DacKit; quest'ultimo adesso mi sembrava un po' "impastato".
Chiaramente, in questo genere di progetti c'è sempre una domanda implicita. Vale la pena spendere la cifra richiesta per questi componenti Paul Hynes considerati in relazione al costo del Monica2? Non è mai il caso di generalizzare, ma azzarderei un'ipotesi: direi che la maggior parte degli autocostruttori interessati a upgradare un kit come il Monica2 e a fare "un affare" riterranno i componenti Paul Hynes costosi. I non autocostruttori, che acquistano apparecchi già pronti all'uso sono abituati a spendere di più, e perciò non si lascieranno scoraggiare dal prezzo. Questi ultimi però, molto probabilmente, non saranno interessati a comprare dei regolatori, a meno di non conoscere qualcuno che li installi per loro. E allora ha senso tutto ciò?
Per quella che è la mia esperienza con i DAC, in molti casi non c'è una gran differenza tra essi, nonostante le iperboliche dichiarazioni delle pubblicità e certe recensioni iper-entusiastiche. Non credo dipenda dai chip di conversione utilizzati, piuttosto penso che sia la progettazione e la realizzazione del circuito a fare la differenza, con l'alimentatore che probabilmente ha un ruolo fondamentale nel suono degli apparecchi. Per capire cosa intendo basta dare un'occhiata a certi DAC di fascia alta con i loro alimentatori complessi ed esoterici. Non c'è niente da fare. Gli impulsi musicali che il DAC invia al resto della catena audio sono costituiti da un segnale molto debole e delicato, che si mescola a una quantità di elettricità ben più grossa. Non è necessario essere Einstein per comprendere che la parte del segnale audio che dipende dall'alimentatore dev'essere più pulita possibile per non inquinare la parte restante fornita dai dati incisi sui supporti.
Credo che i componenti Paul Hynes siano interessanti per coloro che hanno trovato un DAC con un carattere non distante da quello a loro gradito. Questi potrebbero aver già provato molti DAC e non aver voglia di spendere altri soldi in prodotti che magari suonano in modo differente, ma non necessariamente meglio. In tal caso, è probabile che essi vogliano migliorare il DAC in loro possesso. Per coloro che non hanno molta manualità con il saldatore non sarà troppo difficile trovare qualcuno disposto a fare questo genere di lavori (si può anche chiedere a Paul Hynes un preventivo). Perciò, direi che se avete un DAC soddisfacente ma pensate che si possa estrarre ancora qualcosa da esso, i componenti Paul Hynes rappresentano un valido investimento.
Il problema per quanto mi riguarda sarà che in futuro, quando ascolterò degli apparecchi, mi chiederò sempre come potrebbero suonare con l'aggiunta di qualche prodotto Paul Hynes.
Paul Hynes mi ha informato di un'iniziativa promozionale sui suoi prodotti. I clienti che desiderano comprare un set di regolatori per il Monica2 o per il Monica3 riceveranno uno sconto del 10% sul prezzo di listino. Ma fate attenzione: i regolatori presenti sui due modelli sono differenti, pertanto, al momento dell'ordine, ricordatevi di specificare quale apparecchio intendete aggiornare.
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