CD usciti in Agosto o prima
Artista:
Various Artists: 13 Shades of Blue, Mapleshade 10032
Artista: Midnite: Ras Mek Peace, Wild Child 06552
Artista: Rococo: Run From The Wildfire, Angel Air SJPCD337
Artista: Cold River Lady:, Better Late Than Never
Artista: Various artists: The Best of Homegrown 1968-1980
Etichette: Angel Air Records & Wild Child & Mapleshade
Autore: Mark Wheeler - TNT UK
Pubblicato: Settembre 2012
Traduttore: Roberto D'Agosta
Dopo un'esibizione travolgente di Gil Scott Heron nell'ultima notte del festival musicale Womad (World Of Music Art & and dance) del 2010 abbiamo deciso di andare a dormire non volendo diluire con qualche altro suono il piacevole retrogusto musicale di cui stavamo ancora godendo. Alzandoci la mattina dopo e levando le tende abbastanza presto per evitare la folla di persone intrappolate nelle macchine, siamo saltati in sella alla Ducati e alla Suzuki per tornare alla nostra casa nelle Midlands, attraverso tutta una serie di stradine secondarie che seguono la vecchia strada romana Fosse Way. La musica del mio Ducati L-twin ticchetta a tempo con il setoso motore quattro cilindri Suzuki di Heather e il vostro vecchio scriba non resiste alla tentazione di sentire l'abbaiare della marmitta Micron passando sotto l'arco di un ponte abbastanza basso scalando per impostare la curva seguente: la musica del fine settimana risuona nella mia testa insieme allo staccato della marmitta. Il leggero anticlimax che stempera l'entusiasmo provato dopo ogni giro in motocicletta è immediatamente mitigato dalla presenza di un pacchetto sulla soglia della porta posteriore.
"O, su smettila" chiede il coro dal lato sinistro del palcoscenico, "che c'entra quest'odissea con una rivista audiofila?"
Quel pacchetto contiene l'ultima spedizione di CD inviatami per il piacere d'ascolto di TNT-Audio
Primo a infilarsi nel lettore CD con caricamento dall'alto Chevron Audio CDT100c con modifiche Shanling è il CD di prova della Mapleshade Artisti Vari: 13 Shades of Blue. I miei lettori abituali (e ne devono esistere alcuni) sanno che questo vecchio scriba è convinto che le compilation e i CD di prova siano veicoli perfetti per scoprire della nuova musica certamente più convincenti del download, delle radio DAB o della radio FM della macchina. Questo CD non è certo una delusione: sicuramente farà un lavoro eccellente come introduzione al catalogo blues della Mapleshade mettendo in mostra la loro rara attenzione a una produzione sempre al top e allo standard qualitativo della registrazione. Anche se questo disco non facesse null'altro, dovrebbe convincere gli ascoltatori della validità dell'ipotesi di Allen Wright della Vacuum State, il principale antagonista dei pre-amplificatori ad alta risoluzione: la capacità propria di un sistema di separare i più piccoli segnali in presenza di segnali di maggiore ampiezza è la qualità che separa l'high end da una riproduzione appena adeguata.
Il fondatore e direttore esecutivo della Mapleshade, Pierre Spray, possiede una chiara filosofia (link in inglese) che ha ben spiegato in un'intervista a Arvind Kohli qui su TNT-Audio, su come il suono debba andare dal microfono a un nastro analogico per passare il campionamento digitale e il trasferimento su CD.
Ovviamente questa compilation è una cartina tornasole delle capacità di Pierre così come delle qualità dei musicisti che vi appaiono. La perfetta intonazione del basso Alembic della copertina rinforza questo zelo perfezionista anche se la traccia d'apertura mette in risalto le qualità del contrabbasso. E ragazzi, che suono ha quel basso! Potrei tentare di mostrarvi le mie capacità prosaiche descrivendo l'odore di vernice screpolata, ma il coro inizierebbe a urlare istantaneamente "Sono tutte ca....te!" per cui mi sposterò immediatamente a cercare di capire perché artisti come Seasick Steve con il suo talento, sia divenuto la voce del momento mentre le interpretazioni di Ben Andrew, egualmente messo alla prova dalla vita, e Midnight Blue mi riportano indietro nel tempo quando ascoltavo musica jazz dal vivo con mio padre.
Già alle prime note della quinta traccia, scoprirete che i soldi per questo CD sono decisamente ben spesi, fino al momento in cui non vi renderete conto che dovrete comprare almeno 5 CD da cui la musica è stata presa... Oh, oh...
La più pura tra la musica reggae roots proveniente da Washington - mai una parrocchia sull'isola - che suona come una Maxwell Avenue di una vita intera costruita su piloni nei cortili. Il sottotitolo promette qualcosa di molto diverso dai loop tipici della sala da ballo o dai rimshost pieni di riverbero sparati attraverso muri di grosse scatole di legno con coni di carta impilate dietro un camioncino... Inevitabilmente, le registrazioni reggae del purista minimalista Pierre Spray offrono un nuovo tipo di scontro musicale. Nessun muro di basso impastato o tweeters piezoelettrici ha mai suonato in questo modo.
Questo è un rasta politico, non il solito elogio dell'erba, ma testi filosofici sofisticati che cavalcano i ritmi radicali che per una volta suonano sia economici che spaziosi. Le parole più Shakesperiane (come in Will) del basso (come in Robbie) si rifanno ai tempi dei gruppi house all'apice del rock steady. I testi sono pieni di metafore, sofisticati giochi di parole, sentimenti politici e Rasta sono cantati sopra il più stabile dei ritmi definito chiaramente dal profondo ringhio del basso al cinguettio più leggero del charleston.
I fratelli Benjamin, Vaughn (voci) e Ron (tastiere e produzione), formano il gruppo con Tuff Lion (chitarre, dal manico originale ed etnico), Joe Straws (basso) e Dion 'Bosie' Hopkins (batteria) per questi 10 pezzi incise su cassette analogiche a 15ips su 2 tracce nel 1999. Questo è reggae roots prodotto come mai prima, una differente magia tecnica rispetto a Perry, Scientist o l'ossessionato delle elettroniche King Tubby: una nuova enfasi sulle sottigliezze e il ristretto range dinamico piuttosto che sulla tradizionale ricerca dei produttori caraibici di timbro e densità a ogni costo. Tutto costa tranne il ritmo, qui presente in abbondanza.
Sin dalla loro prima visita per controllare se lo studio andava bene, i Midnite avevano capito che la filosofia e le vibrazioni erano quelle giuste ma non riuscirono a ottenere il suono che volevano. Finalmente, dopo 6 mesi di prove, tutto andò magicamente al suo posto e tutto l'album fu messo giù in un'unica sessione continua con ogni canzone incisa in presa diretta o con una seconda versione. Alle 3 del mattino il bassista Joe Straws barcollò verso il letto mentre manteneva un ritmo rock costante.
Dopo aver fatto uso di soli 3 microfoni nello spazio dello studio per quest'opera, così Vaughn Benjamen, il cantante, descrive i sei mesi di battaglia per ottenere il suono che volevano nello studio della Mapleshade: "Te lo ripeto: registrare in quel modo (senza un 48 tracce e effetti) ci ha costretti ad ascoltare la nostra musica completamente nuda. Non ho avuto un confronto simile con me stesso da quando ero quindicenne!"
Rococo 1. n. (Belle Arti; Architettura) stile architettonico e decorativo apparso in Francia ai primi del '700 come evoluzione dei barocco e diffusosi poi in Europa. 2. n. (Musica; Musica Classica) uno stile musicale del 18mo secolo caratterizzato dalla grazia minuta, un calo dell'uso del contrappunto, e l'uso estremo di ornamenti. 3. n. uno stile del parlare o scrivere ornato, florido e eccessivamente ricco di ornamenti. 4. n. un gruppo di Progressive Rock inglese, attivo dal 1972.
Rococo 1. agg. (Musica; Musica Classica)(Belle Arti; Architettura) che denota, appartiene o riferito al rococo. 2. agg. smoderatamente elaborato o complicato.
I Rococo furono tra i pionieri di quello stile musicale che divenne in seguito noto come Progressive Rock (Prog) che fiorì rigoglioso nel Regno Unito e in Germania e che riprendeva motivi e complessità del tessuto musicale sia dal jazz che dalla musica classica per attaccarli al rock originato dal blues. Questo fu dovuto al fatto che i musicisti rock negli anni 60 divennero più bravi e sofisticati alimentando il desiderio di ottenere di più dalla loro musica per portarla a un pubblico più adulto e desideroso di virtuosismo. La distanza e l'invidia che questa posizione suscitò nel resto del potenziale pubblico generò il punk rock il cui slogan "Uccidere ogni hippy" presagì all'immediata morte del prog.
"Ma questo è il futuro, per
quanto riguarda questo disco, selezionatore di pop", intona il coro dal
lato sinistro del palcoscenico
"Eccome!", replica il vostro vecchio
scriba.
Il bellissimo riff di 'Wildfire' fu usato per molto tempo da Alan Fluff Freeman durante il suo programma settimanale Pick of the Pops che andò in onda negli anni 70. Il pezzo era contenuto nel lato B del primo singolo dei Rococo ed è una bonus track in questo disco. Anche il lato A di quel singolo è presente in questo CD suggerendo in qualche modo che questo sia una compilation dell'opera dei Rococo. La qualità sonora dei master originali anticipa leggermente il crescente e poi dominante uso della compressione proprio di quel decennio e oltre. Bene.
Parte di questo materiale mostra troppo evidentemente la sua età suonando come alcuni deboli musical rock dei primi anni 70, ma siccome ci sono ancora persone che comprano i dischi dei Queen o che vanno al musical sui Queen a Londra probabilmente esiste ancora un certo mercato per questo materiale: i brani che non sopporto su questo CD sono probabilmente anche quelli più amati dalla maggioranza. Il vostro vecchio scriba non sopporta proprio lo stile musicale alla Elaine Stritch o i pretenziosi trilli del pianoforte: d'altra parte i momenti di tastiera sono reminescenti di Keith Emerson (o viceversa?), un miscela di 10CC allungato con Curved Air o forse una collisione tra un Caravan e un Camel che non sarebbe mai dovuta apparire per l'etichetta Stiff e infatti non è mai apparsa prima in nessun altro formato. La particolare cadenza e la struttura di alcuni pezzi musicali richiamano certo materiale di Zappa della metà degli anni 70. Nonostante alcuni concerti senza biglietti invenduti al Marquee e diversi tour come supporto di Ten Years Later, Thin Lizzy e Climax Blues Band che erano tutti gruppi MOLTO famosi negli anni 70, i Rococo hanno seguito il fato di molti altri gruppi progressive e sono affondati, dopo però aver lasciato qualche traccia del loro passaggio come questo CD dimostra.
I Rococo, formati da recensori musicali, alla fine pagarono a caro prezzo i voltafaccia dei recensori musicali quando il punk, successiva sposa del vostro scriba, mise al bando il prog, non adattandosi alle classificazioni musicali del pop negli anni 70 come fanno tutt'ora. Il vostro scriba coraggioso una volta ascoltò i Queen come band di supporto dei Mott The Hoople e disse "Chi sono quei perdenti?" "Non andranno certamente lontano", una frase che mi è tornata indietro a ogni loro successo musicale... Sperabilmente, gli audiofili di una certa età hanno menti più larghe e metà di questo CD certamente ha un senso per quelli come me, mentre l'altra metà l'avrà per quelli che ancora trovano qualcosa di interessante nei Queen.
Con il loro stile rock-jazz propriamente britannico, Cold River Lady (d'ora in poi CRL) sono il secondo gruppo a ricordare al vostro vecchio scriba i Caravan al loro meglio, con l'aggiunta di un po' di prog in più, specialmente in Hereford Girls. La competizione per quelle Hereford Girls a quel tempo includeva Mick Ralphs (Mott the Hoople e Bad Company)! Il fu Pete Farndon (in seguito nei The Pretenders) fu il bassista nel line up originale che si divise nel 1976, con la parte profonda dello spettro in Better Late Than Never gestita da John MacKenzie e dal session-man Bob Jenkins alla batteria. October Love fa in modo che il vostro scriba tiri fuori il confronto con i Camel per la seconda volta in questa pagina con un assolo di chitarra molto lungo che permette all'ascoltatore di perdersi proprio come capita in Walnut Whip.
"Caravan e Camel due volte nella stessa pagina?" urla rancoroso il coro dal lato sinistro del palcoscenico, "Siamo tornati al Birmingham Odeon degli anni 70... ma cosa c'è di speciale nel perdersi in 'Walnut Whip'? Ma di cosa stiamo parlando??" continua il coro. Un annuncio degli anni 70 su una confezione degli anni 70 sembra appropriata a questo punto ribatte il vostro vecchio scriba.
Dando uno sguardo a un vecchio articolo è un piccolo shock vedere che il confronto tra CRL e Caravan viene fatto anche lì, evidentemente le grandi menti pensano allo stesso modo... "Oppure i vecchi pazzi cantano tutti in maniera simile!" ribatte prontamente il coro.
Anche se non ha alcuna pretesa di qualità audiofile, questa registrazione del 1991 mette alla prova la risoluzione del sistema: nel mio caso con la combinazione di lettore CD, amplificatori e diffusori ad alta risoluzione che fanno parte del mio armamentario, suona, su alcune tracce ma non in altre, come una chitarra presa tramite un microfono circondata da schermi piuttosto che una presa diretta. Che questa microacustica sia catturata in questo CD è una testimonianza dei buoni valori di produzione o migliore emulazione, ma viene persa in sistemi non capaci di alta risoluzione. Non una nuance con cui impressionare i vostri amici non audiofili, ma un suono di chitarra che ricorda la Yamaha di Santana passata attraverso i tubi (Carlos è Americano, in caso contrario il vostro scriba avrebbe scritto valvole). Gli anni (gli 80 sono quel decennio che ha dimenticato la musica) passati tra l'innovazione degli anni 70 e questa incisione degli anni 90 rendono questo CD una combinazione perfetta tra vecchie canzoni e nuovi arrangiamenti che non sono rovinati dalla familiarità con le versioni precedenti.
La traccia iniziale English Graffiti è un chiaro riferimento a American Graffiti di Wolfman Jack che racchiude il picco della sensibilità americana al pop, come questo CD avrebbe dovuto cavalcare la seconda onda (i 70) del pop britannico, ma per qualche motivo ha mancato quella scadenza. Il gruppo si sciolse nel 1976 ma si riformò su invito di Peter Brown, paroliere di 3 successi dei Cream, di incidere per la sua nuova casa di produzione, la Interoceter Records. Da questo viene il titolo, Better Late Than Never, meglio tardi che mai.
Homegrown si riferisce a un mazzo di talenti locali. La recensione di questo mese è cominciata con una compilation e finisce con un'altra.
Come molte compilation anche questa fornisce una prestazione discontinua attraverso una qualità del suono variabile. Le compilation ricordano agli audiofili l'ampiezza di valori di registrazione e produzione mentre presentano del nuovo materiale che non è stato ancora spinto da qualche guru a meno che non siano delle compilation incollate di fronte a qualche rivista audio o regalato a qualche convention hi-fi.
Andando dal bizzarro materiale (5 tracce) dei primi, Floyd-stile, Factory (la banda acida degli anni 60 e non l'etichetta degli anni 80) al pop dei One Way Ticket (7 tracce), la mancanza di pezzi di classifica negli anni 70 suggerisce che Homegrown avesse sotto contratto i più fiacchi, che pur essendo superficiali, triti e usa e getta avrebbero dovuto entrare in classifica. Sinceramente parte del materiale (e.g. Candy) era vecchio anche quando venne registrato essendo perfettamente e dolorosamente del proprio tempo. D'altra parte, certo materiale dei One Way Ticket sarebbe stato assolutamente perfetto 10 anni prima e ora 30 anni dopo non sembra così anacronistico, può essere infatti goduto per le sue qualità pop, e non per essere arrivato troppo tardi per le classifiche del '75-'76. Allo stesso modo Five day rain suonano come se avessero perso il treno giusto, ma in realtà il materiale è molto precedente alle date di registrazione. Quello che il vostro scriba non capisce è come nel 1977 i Carribean Way riuscirono a entrare nell'etichetta Trojan mentre quest'ultima avrebbe dovuto cercare di mettere sotto contratto gente come U Roy, Big youth, Dennis Alcapone e I Roy.
The Best of Homegrown 1968-1980 è uno sguardo alla massa di talento creativo che ronzava nel Regno Unito a metà degli anni 70: talento che raramente riuscì ad avere un grosso successo ma che produsse nondimeno alcune canzoni interessanti, che devono aver ispirato quei personaggi che usavano gli stessi studi musicali mentre incidevano quegli inni che vengono costantemente riciclati dalla radio moderna. Brian Carroll, che eseguì queste registrazioni insieme al fu Damon Lyon-Shaw, ha messo insieme questo materiale degli anni 70: non metterà in risalto la dinamica del vostro sistema, non spingerà la risoluzione del vostro tweeter e il coro non può neanche cercare tra il libretto perché stiamo parlando della solita, orribile, custodia per CD, ma il lavoro strumentale dei Five day rain (7 tracce) e i psichedelici Factory valgono da soli il costo del biglietto, comparabile con una qualche esibizione da pub odierna.
Dalla compilation registrata in maniera perfetta della Mapleshade fino al disco storico della Homegrown, la recensione di questo mese mette in mostra tutte le ragioni per cui abbiamo questi mostruosi pezzi di architettura audio - che chiamiamo sistemi audio - nelle nostre case.
I CD degli artisti individuali dimostrano che un piacere maggiore deriva, indipendentemente dalla qualità della registrazione stessa, da una maggiore qualità del sistema di riproduzione. Questa recensione ha messo alla prova questi 5 CD su sistemi che vanno dall'autoradio fino al triodo single ended che suona attraverso diffusori a linea di trasmissione da 97dB a 40 Hz. Migliore il sistema, meno tracce salterete al terzo ascolto consecutivo. Questo dice tutto.
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"Finalmente!" urla il coro dal lato
sinistro del palcoscenico, Qualche materiale recente nelle recensioni del
vecchio scriva.
Nella recensione del CD di Gerry McEvoy a
luglio ho menzionato che ho avuto modo di ascoltarlo come supporto di Rory
Gallagher negli anni 70. Recentemente ho ritrovato un programma di un tour,
incuneato tra gli LP (non c'è spazio tra i CD o i download) e la foto
di Gerry McEvoy tra le sue pagine mi ha ricordato come era solito vestirsi e
quanti anni sono passati.
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