Produttore: ESE Labs - Slovenia
E-mail: sales@eselab.si
Prezzo: 840 Euro
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Pubblicato: Novembre, 2005
Traduttore: Davide Scaletti
Lo stadio fono ESE Nibiru è stata la migliore tra le mie recensioni di quest'ultimo anno. Quando ESE mi ha contattato per la prova del loro trasformatore d'isolamento, mi sono sentito felicemente in obbligo. Come è noto ai lettori più assidui, la mia fornitura elettrica (francese) è piuttosto scadente: luci fioche, "pops!", "bangs!" e black-out sono all'ordine del giorno. Per questo motivo, ho sviluppato un certo interesse nell'isolamento dalla rete elettrica delle apparecchiature e, negli ultimi quattro anni, ho utilizzato un trasformatore Pure-Power di Ben Duncan, un brutto (e pesante) animale in una sottile scatola grigia...
Qual'è il problema con le reti elettriche? Beh, chiunque abbia letto quanto scritto da Ben Duncan a proposito di "Audio Quality Mains Supplies", avrà realizzato come sia possibile scrivere più di 60 pagine e scalfire solo la superficie dell'argomento. Perdonatemi, quindi, se toccherò solo brevemente tutti i "nodi" della questione. Non dimenticate che quanto dirò è legato agli articoli di Duncan ed è riferito, perciò, alla situazione della rete elettrica inglese. Sicuramente, le cose possono essere diverse (...molto diverse) in altri paesi.
Per prima cosa, un trasformatore 1:1 (ovvero un trasformatore d'isolamento...) non può cambiare la tensione nominale dell'alimentazione 220/240 V (ho misurato tensioni comprese fra 218 e 238 V a casa) e non può isolare il vostro apparecchio da eventuali fluttuazioni della frequenza (50 Hz nominale). L'ultima affermazione sorprenderà la maggior parte delle persone, abituati come siamo a pensare che grandi generatori collegati fra loro debbano funzionare esattamente a 50 Hz; purtroppo non è questo il caso. Il valore nominale è un valore medio, nell'arco delle 24 ore, ed a volte le medie sono piuttosto "traballanti". Fluttuazioni nel breve periodo possono verificarsi quando vengano aggiunti nuovi alternatori, prima che si stabilizzino ed inizino a lavorare in maniera sincrona con il resto della catena. Ciò può causare grandi variazioni di carico.
Un buon prodotto, però, dovrebbe ridurre considerevolmente interferenze che derivino da "salti" (come quelle causate da scariche di motori), interferenze statiche (causate da scariche di lampade fluorescenti, ecc...), fruscii (generalmente provenienti da motori) e rumore presente in rete (EMI - Electro-Magnetic Interference, N.d.T.), ad esempio da trasmissioni radio, da installazioni militari (i Radar sono terribili!), macchine di passaggio e quant'altro. Dovrebbe inoltre ridurre, o eliminare, il ronzio dei grandi trasformatori (ad esempio nei finali di potenza) quando nella rete sia presente un apparecchio a corrente continua o quando vi siano grandi fluttuazioni di voltaggio.
I trasformatori 1:1 sono molto simili ad un qualunque trasformatore. Anziché avere due avvolgimenti con un diverso numero di spire, causa del diverso voltaggio fra ingresso ed uscita, presentano le stesse dimensioni e numero di avvolgimenti. Nel passaggio di corrente dall'uno all'altro non si ha, dunque, una variazione di tensione, ma una sorta di filtraggio. I migliori, come l'Enlil, sono studiati per massimizzare tale effetto filtrante.
In più, l'alimentazione fornita è bilanciata. Non sono presenti una linea "viva" (240 V) ed una "neutra" (0 V), ma due linee a 120 V fuori fase di 180 gradi.
Prima di terminare la parte dedicata alla tecnica, vi invito a visitare il sito della ESE Labs per maggiori informazioni sull'argomento.
Diversamente dalla scatolaccia che utilizzo ora, l'Enlil condivide lo stesso telaio dello stadio fono Nibiru, molto gradevole a vedersi (niente che debba essere nascosto alla vista...).
Sul retro potete vedere l'ingresso analogico e le tre uscite, ovviamente di qualità. Con i suoi 9 Kg si può definire un peso massimo, ma non uno "spacca-schiena". Il valore dichiarato in uscita è di 500 W, più che sufficiente per i vostri componenti hi-fi, ad eccezione di grossi finali di potenza. In questo caso avrete bisogno di un modello più potente, come il Pure-Power da 1 KW.
All'interno troviamo il trasformatore, un toroidale appositamente confezionato per lo scopo.
A questo punto le cose si fanno complicate. Sapete, il mio sistema ha sempre avuto un trasformatore d'isolamento per tutte le elettroniche, esclusi i finali di potenza. Il Pure-Power ha filtrato l'alimentazione di qualunque apparecchio io abbia recensito, da sempre. Ora capite il mio dilemma: ho dovuto scordare come suoni il mio sistema con il Pure-Power!
Esposti i miei componenti agli assalti della rete, sono iniziati i "Pops!".
I trasformatori hanno ripreso il loro allegro ronzio ad ogni mungitura nella vicina fattoria...
In passato ho usato amplificatori Naim: ronzavano così forte che parevano saltar fuori dal contenitore.
Il Pure-Power ha messo la parola fine a tutto questo, anche se i miei attuali amplificatori AudioNote non sono così sensibili.
Però, è successo dell'altro. Ricordo un vecchio spot di bustine da the sulla TV inglese, lo slogan era "lasciate uscire l'aroma". Quello che un buon trasformatore d'isolamento rimpiazza nel mio sistema è "l'aroma", sostituendolo con "la musica".
Vi sarete accorti del mio temporeggiare, perché le differenze sono difficili da quantificare, ma semplici da percepire...
OK veniamo al sodo...togliete qualsiasi trasformatore d'isolamento dal sistema e
la musica diventerà grigia, opaca e piatta. La dinamica sembra schiacciata e le sottili sfaccettature perse.
Immagino che questo sia dovuto ad una mancanza di background tuttavia, trovandoci nel campo delle radio frequenze,
il "lavoro" del filtro semplifica di molto la vita alle elettroniche. Questa differenza è ovvia
tornando al punto di partenza. Il risultato è un sistema che suona "correttamente",
mentre togliendo il trasformatore ho avuto una sensazione di fastidio, come se mancasse qualcosa.
Diversamente da un upgrade dei cavi, o di un singolo componente, i benefici di questo apparecchio si estendono a tutta la catena audio.
Gli effetti maggiori si hanno sul preamplificatore e sullo stadio fono;
in misura minore sul finale di potenza anche se, come detto, tutti gli apparecchi ne traggono giovamento.
In sintesi, sono un fan dei buoni trasformatori d'isolamento (non tutti sono uguali...) e sia il Pure-Power che l'Enlil sono di qualità eccellente. Ora torniamo al problema iniziale: il suono del mio sistema non cambia quando aggiungo l'Enlil. MA...è molto, molto meglio della nuda e cruda alimentazione di rete!
Quella che sembrava una tranquilla recensione è diventata un incubo di cavi, trasformatori e componenti. Non voglio pensare a tutte le possibili combinazioni, sicuramente centinaia, che non ho avuto il tempo di testare... in ogni caso, sono giunto ad alcune interessanti conclusioni.
La prima e più sorprendente è stato l'effetto sullo stadio fono Nibiru. Esatto, quel piccolo stadio fono a batterie che mi ha conquistato alcuni mesi orsono. Ovviamente, nel corso del test originale, l'apparecchio è stato connesso al mio sistema e "filtrato" dal Pure-Power. Togliere il filtro ha prodotto una notevole differenza nella scena sonora, semplicemente non era più tanto chiara ed aperta. Temendo di aver subito un attacco acuto da effetto placebo, ho contattato Rudi alla ESE e ho domandato come tutto ciò fosse possibile. Mi ha risposto che, se è vero che lo stadio di guadagno del Nibiru è alimentato a batteria, il circuito di controllo ed il LED sono alimentati dalla rete elettrica. Ecco! Rudi ha poi affermato che uno dei loro clienti ha utilizzato tre Enlil in serie, prima di connettere il Nibiru, con un miglioramento del suono ad ogni aggiunta.
L'informazione mi ha spinto a collegare il Pure-Power all'Enlil e, quindi, all'hi-fi. Questa si è dimostrata la miglior configurazione, decisamente meglio che utilizzare il Pure-Power per finali di potenza e l'Enlil per i componenti a basso consumo (...o di qualunque altra combinazione).
Riassumendo, come si è comportato l'Enlil a confronto con il Pure-Power? Devo essere onesto e ammettere che non sono stato in grado di distinguerli. La maggior capacità, in termini di potenza, del Pure-Power è utile per un sistema "muscoloso"; d'altra parte si sono dimostrati simili nella perfomance assoluta (parlo di impressioni, non ho un oscilloscopio). Detto questo, l'Enlil ha diversi vantaggi. In primo luogo, tre uscite anziché due. Può sembrare una questione secondaria, ma tre uscite sono sufficienti per un classico sistema mono-sorgente; due non lo sono, quindi il Pure-Power deve necessariamente far affidamento su una multipresa. Questo fatto avrà sicuramente un effetto negativo sul suono a meno di spese consistenti. Due Enlil possono alimentare un intero sistema, costando poco più di un Pure-Power ed una multipresa hi-end. L'Enlil è anche più piccolo e maneggevole e, essendo di aspetto gradevole, non deve essere nascosto come quel carro armato del Pure-Power. L'Enlil è anche molto silenzioso. Un aspetto molto importante, considerato che il Pure-Power ha fermato il ronzio dei Naim generando, però, lo stesso rumore meccanico (aiutato dal grosso e risonante chassis). Ho persino pensato di toglierlo dalla sala d'ascolto! Al contrario, l'Enlil è sempre stato molto silenzioso e discreto.
Un esperimento mancato è l'effetto del trasformatore sul motore sincrono di un giradischi (i miei sono entrambi DC), il risultato dovrebbe essere positivo ed ESE fornisce consigli su come modificare l'alimentazione di questi giradischi, per ottenere risultati ancora migliori.
Senza dubbio i trasformatori d'isolamento 1:1 sono inamovibili dal mio sistema. Come per ogni apparecchio, l'esito dipende anche dalle altre elettroniche, alcune sono meglio isolate, e dalla qualità della vostra rete elettrica. Una cosa è certa però, con l'aumento delle interferenze di radio frequenza (parlo di computer che inviano dati e anche di trasmissioni televisive) la situazione può solo peggiorare, ovunque.
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