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AudioNote CDT Zero Transport e 1.1x DAC

È valso aspettare?

[English version]

Prodotto: Zero CDT-0 Transport and 1.1x DAC
Costruttore: Audionote - UK
Costo: CDT - 700 Euro, DAC 1.1x - 1300 Euro
Recensore: Geoff Husband
Data recensione: Maggio 2001

[AudioNote CD-T Zero]Introduzione

AudioNote è un'azienda famosa, ma principalmente per i suoi Single Ended (SE) di qualità incredibile e costo sbalorditivo. Non so se c'è un posto nel "Guinnes dei primati" per il watt più costoso, ma se c'è AN dovrebbe concorrere. Essi fanno anche dei giradischi incredibili e una linea di diffusori ad alta efficienza che gli ampli SE richiedono.
Su TNT-Audio è ora disponibile una esclusiva visita all'Azienda in Giappone.

AN offre anche molti dei loro progetti come kits e Werner ha già testato, e gradito, il loro 1.1 zero oversampling DAC in kit. E sì, il re dell'analogico fa anche componenti digitali, molti dei quali seriamente high end...

Negli ultimi due anni AN ha introdotto una linea di componenti "budget" (per loro) - La linea Zero - e qui noi abbiamo due componenti di quella linea, la meccanica CDT-Zero e il convertitore DAC-1.1x

Costruzione

Ah! sono passati i tempi in cui l'hifi Britannico arrivava nelle scatolette di Maplins (lacrimuccia), ora le cose devono andar bene e avere un bell'aspetto... In questo caso AN ha scelto un contenitore molto elegante costituito da un estruso di alluminio chiuso, anteriormente e posteriormente da delle lastre di alluminio spazzolato. 20 anni fa c'era solo un'azienda in Europa che poteva realizzare un estrusione di alluminio grande abbastanza per il Naim 250, ora invece ce ne sono parecchie che ne fanno per gli usi più disparati e tutti vanno benissimo per le elettroniche.
Il risultato è che il contenitore condiviso da tutta la serie Zero è estremamente attraente e solido...

Sul pannello frontale c'è il cassettino, dello stesso alluminio del frontale e, sotto, il display. Sul pannello posteriore c'è l'uscita digitale. Non ci sono controlli sul frontale, ed eccetto due tasti "open/close" e "play" di emergenza situati sul pannello posteriore, la macchina viene comandata completamente dal telecomando. Non sono sicuro se Sony faccia un telecomando più economico di questo, ma se lo facesse sarei sorpreso. Quello che mi hanno dato con il Sony di mia moglie da 200000 lire era sicuramente meglio... I tasti ci sono tutti ma sono tutti piccoli e uguali. Se si fa una macchina che è praticamente non utilizzabile senza il telecomando (vedere sotto) allora bisogna farne uno coi fiocchi specialmente su una meccanica da 2 milioni! Per darvi un'idea di quello che ho in testa leggetevi il mio Editoriale-invettiva sui telecomandi

MA... Se avete accesso al posteriore della macchina, ad esempio niente rack, raggiungere i tasti non è così difficile. Il "play" è in rilievo rispetto al "open/close" e così, paradossalmente, questa meccanica è la più facile da usare che io abbia incontrato! Ho sempre usato solo questi due tasti, più facile del Caspian, che è esemplare sotto questo aspetto. Se non avete facile accesso al retro allora la combinazione di un'ergonomia senza speranza e di quel telecomando può essere pesante.... E mentre mi lagnavo di questo ho sentito che la meccanica è leggermente più rumorosa del normale (probabilmente per il contenitore piccolo); è un'inezia, ma se avete le elettroniche vicine al punto d'ascolto il rumore è abbastanza forte da essere percepito.

Il DAC ha un contenitore identico (qui c'è una coppia di valvole... è un AudioNote dopo tutto) tranne che per il frontale che è adornato con tre led per "unlock", accensione e "de emphasis". Dato che comprendo solo quello di mezzo (accensione), spero non me ne vogliate se vi rimando, per il resto, alla descrizione tecnica dell'eccellente prova di Werner dell'AN Kit. I due oggetti usano circuiti simili, le principali differenze sono le seguenti...

1.) Il DAC Kit usa una ECC82/6189w e il DAC One.1x una 6111WA

2.) Il DAC Kit ha un trasformatore d'ingresso digitale standard con nucleo in ferrite mentre il DAC One.1x ne usa uno avvolto a mano in rame Audio Note™ con un nucleo in nickel

3.) Il DAC Kit usa il ricevitore Crystal CS 8412, che non ha la possibilità 24/96, il DAC One.1x usa il Crystal CS8414CS che supporta il 24/96

4.) l'alimentazione nel DAC Kit 1.1 è leggermente migliore che nel DAC One.1x, questo è più che altro un problema di spazio

Sul retro c'è un ingresso digitale switchabile phono/bilanciato e gli usuali jack phono d'uscita.

I due oggetti stanno bene se messi vicini (NON uno sopra all'altro) sebbene idealmente dovrebbe stare distanti per non interferire.

Suono Parte 1

Ragazzi, ho avuto un po' di problemi con questo... Come sapete normalmente io collego l'oggetto e lo lascio lavorare in repeat per 24 ore prima di ascoltarlo. Ed ecco la sorpresa, un suono piuttosto sordo, con il basso profondo in leggera evidenza e una generale mancanza di vitalità e apertura.

OK, come faccio ogni volta che mi imbatto in qualcosa che non fa per me, mi apprestavo a scrivere una recensione che tentasse di tirar fuori i punti positivi per le persone (non io) alle quali potrebbe piacere questo suono ma, per essere onesti, non riuscivo a trovarne molti. OK, se avete un ampli, e delle casse, brillantissime allora lo Zero potrebbe rendere il tutto ascoltabile ma...

Ma ero infastidito da ciò per altre ragioni... Primo, AudioNote costruisce giradischi top e quindi sa come suona un giradischi. Secondo, e molto più importante, era che Werner aveva trovato l'AN DAC kit esattamente opposto come suono. Egli mi disse che avrebbe dovuto essere "arioso e aperto". Ora, Werner e io abbiamo condiviso le prove di molti componenti in passato, e sebbene le nostre opinioni potessero variare, si capiva che stavamo parlando dello stesso pezzo, con delle analisi finali leggermente diverse dovute a gusti personali e sistemi molto differenti...

Così... contattai AN e chiesi cosa poteva essere sbagliato, in special modo volevo chiedere alcuni dei loro cavi in modo da eliminare almeno una variabile. Mi mandarono subito due set di cavi in argento AN-v e io riprovai. Meglio, ma sostanzialmente era ancora lo stesso suono (bei cavi - la recensione presto...), il Roksan Caspian era molto più interessante, al 75% del prezzo dell'AN...

Rimaneva una cosa, AN aveva detto che ci sarebbe voluto un bel po' di rodaggio così (fortunatamente) lasciai il tutto in repeat per due settimane...

Ed eccoci! Il carattere cambiava, non un poco, ma diventava qualcosa di totalmente differente. Ad eccezione di alcuni diffusori (i Lowthers ci mettono anni per rodarsi) non avevo mai sentito nulla che ci mettesse così tanto tempo e che cambiasse così tanto nel mentre. Potrei dire che le colpevoli sono queste valvole in miniatura dato che la valvola in genere è un dispositivo che cambia drammaticamente con l'uso (vedere la prova Korato) ma sarebbe troppo facile.

Questo potrebbe sembrare un lungo preambolo (OK lo è...) ma mette in evidenza un paio di punti interessanti. Primo, quanti venditori sono disposti a rodare tanto a lungo i loro modelli demo, e secondo le riviste fanno così per tutti i componenti in prova (specialmente le prove di gruppo...)? Quindi chiunque legga questa prova positiva non mi spedisca mail di lamentela perche l'aggeggio che hanno comprato su mio dire ha suonato male per così taaaaaanto tempo....

Suono parte 2

Quindi quella che segue è una recensione di un'accoppiata Zero transport/DAC completamente rodata, potrebbe essere un'esclusiva mondiale...?

Proprio ora sto ascoltando "The Globe Sessions", Shery Crow. Questo disco è un buon test perchè contiene voci femminili, un bel po' di aggeggi "acustici", batteria ed alcuni bassi veri. È anche inciso molto bene.

Prima la voce, immediata e sul piano dei diffusori. "It Don't Hurt" ha un tipo di armonia C&W, ovviamente è la Crow che duetta con se stessa, spesso con una terza voce che si unisce ad una parte più alta e con un respiro asmatico in sottofondo, in crescendo (perchè?) :-)
Tutto ciò è ben distinguibile pur non attirando particolare attenzione. La traccia seguente "Maybe That's Something" apre con della batteria leggera seguita da "Beatly" - "St Pepper" con i suoi effetti, tutte trattate in modo esemplare, con la batteria registrata in modo perfetto, acusticamente molto credibile.

Passando ai Pretenders "Last of the Independents" le buone nuove continuano. Questo può essere tremendamente brillante su CD - abbstanza da farvi rabbrividire. Qui lo Zero elimina le asprezze (e l'asmatico respiro su "Hollywood Perfume" - perchè lo fanno etc...) e sfiora la musica senza mai sopravanzarla. Quest'album è uno dei migliori che conosco per profondità dello stage, e con lo Zero la batteria è molto indietro e in una grande acustica. Il basso è come dovrebbe essere. Su "Money Talk" il suono acquista grandezza e spessore con il ritmo dato da basso e batteria che consente all'incredibile voce di Hynde di "danzarci" intorno - avete mai provato a cantare insime a lei? E non è facile. Anche la melodia era molto facile da seguire.

Bello!

Da ora potete dire che quest'accoppiata mi piace. Combinano un alto esteso e dolce con un bel punch in basso. La gamma media è aperta e rivelatrice, con un eccellente dettaglio e coerenza.

Un disco che ha realmente evidenziato la classe degli Zero è un CD Naim Audio, "Rebel Souls" di Ted Saratoga. Questo è un "audiophile CD", di quelli che sentite alle mostre. La musica non è male se vi piace il soft Jazz ma mostra come gli Zero possono produrre un grande soundstage con i dischi che, per qualche ragione, hanno un'acustica da "registrazione in una toilette pubblica"... MA questo disco è interessante per un'altra ragione. Sulla traccia 1 ("Four Folks") Il basso è suonato in modo "hard", come solo un buon bassista può fare, e il risultato è che l'ultima corda ogni tanto sbatte sullo strumento. Quando Christopher Cabasse era qui con le sue Sloops egli saltò a questo punto pensando che si era rotto qualcosa nei diffusori - ed ecco il problema, questo pezzo non suona bene su molti CD players, è intrusivo, spezza la magia, se volete. Con gli Zero c'era ugualmente ma era come doveva essere. Vorrei aggiungere che i piatti erano i migliori che avevo mai sentito.

Conclusioni

Separatamente, i due componenti sembrano valere quel che costano. La meccanica è una delle più economiche in circolazione ma non sembra esserlo o suonare così. Per buona parte del test ho pensato che il prezzo del DAC 1.1x fosse di 1500 Euro e lo giudicavo corretto - in realtà il prezzo vero è di 1200 Euro rendendo il componente ancora più appetibile :-)
Per un costo totale di 2000 Euro, quello di un buon integrato, viene offerta la flessibilità dei componenti separati.

Ma questo non è ovviamente l'unico lato positivo; c'è anche una velocità incredibile ed un ottimo basso. In completo contrasto con il suono che esibisce da nuovo egli non suona caldo e ombrato ma brillante come un buon Muscadet dopo un dolce Bordeaux. Stranamente per un CD ha buona parte (ma non tutta) dell'energia di un buon giradischi. È anche ben fatto e con una buona estetica quindi, se non tenete conto dell'ergonomia non ottima e del telecomando più che economico, è un buon candidato come CD.

Sistemi usati

  • Vinile: Michell Orbe SME IV/Dynavector XV-1

  • CD-players: Micromega Solo. Roksan Caspian

  • preampli: Audion Premier2, Korato KVP 10.

  • finali: Audion ETPP EL34 Monoblocks. Korato KTA 100.

  • Cavi: FFRC, LAB47 e cavo diffusori Cabasse. interconnessioni in argento DIY.

  • Diffusori: IPLS3mtl's, Cabasse Sloops, IPLM3's.

    Dischi utilizzati... - Killers

© Copyright 2001 Geoff Husband - http://www.tnt-audio.com
Traduzione: Giovanni Aste

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