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Audio Note M 3 & Quest - preampli & finali mono

Pura Magia

[English version]

Prodotti: Finali mono Quest Silver 300b SE e preamplificatore M3
Costruttore: Audio Note UK - UK
Costo: Quest Silver: 6200 €, M3: 6700 €
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Data recensione: Novembre, 2003

[Audio Note Quest]

Introduzione

I miei lettori abituali sapranno che da circa due anni i miei diffusori principali sono una coppia di trombe Loth-x Polaris. Queste erano pilotate da i miei Audion Silver Knight 2.0 (preampli) e i due finali mono da 30W ETPP EL34. Questi ampli non mi hanno mai deluso e sono passati da una coppia di transmission-line mediamente efficienti alle trombe senza un intoppo.

Ma le Polaris probabilmente non hanno mai chiesto più di un watt (hanno 104 dB di efficienza) e sono progettate per avere come partner un single ended di 300B. Ciò mi ha portato inevitabilmente alla necessità di sapere come sarebbero potute andare le Polaris collegate al loro partner naturale e così organizzai la recensione del Loth-x Ji-300b. I risultati erano buoni ma la gamma media era un po' troppo in avanti con la maggior parte dei miei dischi. Mi sembrava insomma che invece d'essere l'accoppiata ideale, Ji-300b e Polaris non andassero molto d'accordo. Ciò mi è stato confermato quando ho saputo che Loth-x ha ridisegnato il driver delle Polaris eliminando il conetto whizzer degli alti, un cambiamento che riduce l'emissione sul medioalto in misura considerevole. Sospetto (e spero di avere il nuovo driver presto per verificare) che il nuovo diffusore sia ora un partner migliore per il Ji-300, ma certo questo non mi aiuterà :-)

Quindi è seguita la recensione del Son of Pharao, un sofisticato ampli da 40 Watt basato sulla EL34 che forniva un risultato molto più bilanciato, anche meglio dei miei Audion e io ho cominciato a pensare che le Polaris, come le avevo, non fossero i partner ideali per la 300B che si dicevano essere.

Ma la curiosità continuava e così ora ho tre ampli 300b single ended nel mio salotto, tutti e tre si comportano bene con le Polaris, i soggetti di questa recensione, l'Audio Note Quest Silver e gli M3, essendo i primi arrivati, guadagnano il centro della scena prima degli altri :-)

[M3]

Progetto/costruzione

L'M3 è un pre di aspetto "classico". Una grande scatola nera in acciaio con uno spesso frontale in alluminio, pesante circa 18Kg. Si presenta bene, ma non fa certo girar la testa. Sebbene non abbia cose in più, tipo telecomandi o display, è un pre abbastanza versatile con un ingresso phono, 4 linea e un tape. Ci sono le uscite bilanciate e due coppie di uscite phono, quindi ce ne è abbastanza per tutti. Inusualmente c'è un controllo di bilanciamento, non è qualcosa che si usi spesso però può servire. Questi controlli sono tutti effettuati tramite potenziometri Noble.

L'interno mostra dove son stati spesi soldi e originalità. Dual mono, alimentatori induttivi e un array di trasformatori d'accoppiamento riempiono il grande contenitore, questo uso dei trasformatori è il cuore del progetto. Il circuito è "zero feedback" e usa delle 5687. lo stadio phono opzionale è anch'esso "zero feedback" e l'equalizzazione RIAA è passiva. L'intero oggetto è cablato a mano con l'usuale utilizzo da parte di AN di Cerafine e Black Gate. Ultimamente i trasformatori di uscita di AN utilizzano lamierini IE.

[AudioNote M3]

I Quest Silver sono i partner naturali dell'M3 e sono la versione migliorata dei Quest monoblock, i cambiamenti consistono nell'uso di condensatori migliori e un trasformatore d'uscita con nucleo a C migliore. Oltre questo il resto è uguale, una 300b, una 6SN7 utilizzata come driver e stadio d'ingresso e una 5U4G come raddrizzatrice. L'uscita è dichiarata leggermente più alta dei 9 Watt del Quest standard data la miglior qualità del trasformatore d'uscita, ma per essere onesti questo aspetto non è un problema dato che l'efficienza delle Polaris rende 10W circa equivalenti a 200 watt su un diffusore da 90 db - pensiamoci...

Lo chassis è robusto e in acciaio nero così come le coperture dei trasformatori. Per robusto intendo dire che potreste gettarlo dal secondo piano senza che questo riporti grandi problemi (no, non c'ho provato). Due tocchi estetici sono il top in rame e il frontalino laccato nero. Penso che abbiano un aspetto abbastanza classico - YMMV. A circa 15 Kg l'uno sono stato contento che fossero due mono, sono stretti ma profondi, non so come vadano su un rack standard.

A questo punto tecnicamente avrei finito ma Peter Qvortrup ha gentilmente fornito una piccola nota che inseriamo alla fine della prova.

[AudioNote Quest - vista posteriore]

Suono

Prima le lamentele. I finali presentavano un po' di ronzio. Peter crede che per avere il meglio dagli ampli questi debbano avere molto guadagno. I diffusori AN hanno solo (!) circa 95db di efficienza e quindi il rumore non è un gran problema. Questo rumore era lievemente udibile dal punto d'ascolto e non ha mai dato noia ne' è mai diventato udibile durante l'uso. Questo rumore variava a seconda delle 300b in uso, le JJ erano particolarmente silenziose, le TJ mesh plates erano invece più rumorose. Gli ampli sembrano essere anche relativamente immuni ai disturbi di rete, cosa che invece dava fastidio al Ji300b nelle sere di maltempo.
In generale i Quest sono molto silenziosi tra gli SE standard ma non quanto i miei vecchi Audion push-pull. Il pre fornisce oltre 4 v di uscita, il che significa che si potrà usare solo circa un quarto dell'intera corsa del potenziometro. Anche questo non è stato un problema, e naturalmente le Polaris erano in parte responsabili. E in ultimo, dei 5 ampli 300b che ho avuto a casa questi sono gli unici che permettono di inserire i tubi in senso sbagliato - state attenti, siete avvertiti.

Appena accesi hanno fornito una presentazione non dissimile dai Ji300, con una bellissima gamma media, forse un minimo troppo in avanti.
Differentemente però dai Ji300, gli AN sono migliorati nella seconda settimana verso un bilanciamento generale più simile ai miei vecchi Audion - più pieno e corposo. Naturalmente questo li ha resi a me più piacevoli, essendo il mio sistema e le mie orecchie ottimizzati per il vecchio equilibrio. In effetti, con parecchi dischi e alla cieca, era difficile dire quale dei due stesse suonando, e questo era un bene finchè non ci si ricordava che gli AN costano oltre il doppio degli Audion.

Poi alcune cose son cambiate. Mi sono scoperto a sentire un sacco di musica, che è sempre un buon segno. Sembrava che riuscissero a tirar fuori il meglio sia dalle registrazioni buone che da quelle più scarse. Ricordo che apprezzai il Ji300b perchè rendeva il 5% dei miei dischi stupendi, bene, l'AN rende tutto ascoltabile, alcune cose eccellenti, ma lo stesso 5% stupefacente. La combinazione faceva tutto ciò che il JI300b aveva già fatto ma con maggior equilibrio e grazia. A parte questo l'impressione che stesse avvenendo qualcosa di speciale diveniva sempre più reale con i dischi che conosco bene.

So che state cominciando a odiarlo ma torniamo a "Sad Old Red" dei Simply Red:-)

Se riprendete la mia recensione dell' "Elevator" leggerete "Il cambiamento di ritmo e i potenti colpi sui piatti che avvengono sono trattati meravigliosamente, la dinamica si incrementa senza sforzo". Err... Non... Con l'M3 e i Quest ho realizzato con grande sorpresa che stavo sentendo un altro livello di complessità e accuratezza timbrica. Il batterista non dà colpi potenti. Ciò che succede realmente è che per la prima metà della traccia egli usa, sul ride, una spazzola metallica (non plastica)- e azzardo che sia una piatta e corta. Egli quindi si sposta (e l'informazione spaziale è esplicita) dal "ride" a quello che dovrebbe essere un tradizionale "crash" e cambia dalla spazzola a una bacchetta leggera. Io ho un set up simile qui a casa (di mio figlio) e posso replicare il cambiamento, il suo "crash" (un Sabian AAX 17" Stage Crash) ha un suono simile.

Questo è un grande miglioramento in ogni aspetto della riproduzione musicale, timbrica, immagine, velocità, definizione...

Il cambiamento è stato così impressionante proprio perchè pensavo di conoscere ogni minima sfumatura di queste tracce. Mi trovavo sempre più immerso nella musica. E questo non è esercizio accademico, era impossibile leggere con la musica in sottofondo, ti prendeva troppo. Ciò accadeva sia con le incisioni mono anni 50 come quelle di Nina Simone che con i dischi "audiophile" di oggi.

Un altro esempio. "Body and Soul" di Joe Jackson è stato apprezzato da Scott come splendida registrazione "audiophile". Qui aveva sempre suonato piuttosto forzato e innaturale, con quell'ariosità artificiale che spesso oggi passa per fedeltà.
Con gli AN ho immediatamente capito ciò che Scott diceva. E' una registrazione incredibile, con la batteria distante miglia nell'acustica dell'antica loggia massonica dove è stato registrato. Ma più di questo, molto di più, cominciavo veramente ad apprezzare la musica.

La velocità e la coerenza espresse fanno emergere anche i difetti delle singole registrazioni - il goffo edit alla fine del primo verso di "Roksan'", un pezzo con il quale ho convissuto per 23 anni, mi ha fatto scoppiare a ridere.

Ora sarò onesto e dirò che la grande maggioranza delle persone che entrano nella mia casa, incluso me se non son preso in un ascolto attento, non troverebbero un incremento nella qualità sonora rispetto agli Audion. E in effetti ti accorgi che qualcosa di fondamentale sta accadendo solo quando ti siedi e ascolti. La verità è che gli AN semplicemente restituiscono più musica - non vanno specificatamente meglio in qualche aspetto hi-fi (sebbene facciano anche quello) ma è un reale sentire e avvertire quello che i musicisti stanno provando a fare. Questo è un ampli 'musicalè - chiaro e semplice.

Chi è responsabile? Io direi il 60% il pre e il 40% i finali, i Quest silver sono buoni, ma l'M3 è spettacolare.
In effetti mi ricorda un po' il pre Korato nella sua apertura spaziale e nella sua precisione temporale, lo spazio fisico tra i musicisti e tra le note nel tempo. Ma la sua ricchezza timbrica va oltre quella del Korato pur non diventando mai troppo rivelatrice e lasciando sempre la combinazione con le Polaris di facile ascolto.

Conclusioni

Passano due settimane. Il mio amico Steve mi viene a trovare per un weekend di musica e hi-fi. Sta pensando in che direzione deve andare con il suo hi-fi. Egli ha sempre amato i miei Audion e una ragione per il weekend era proprio sentire gli ampli che avevo a casa. Lui, come me, era rimasto molto, molto impressionato dal "Son of Pharao" e lo avrebbe voluto sentire con i suoi diffusori. Poi ho collegato gli Audio Note ed è rimasto di sasso, perchè ciò che sentiva era magico - "Ma allora devo andare verso il single-ended"... Anche se la strada da prendere per ri-cambiare i diffusori era più difficile egli ormai sapeva che se non l'avesse fatto avrebbe sempre perso ciò che aveva sentito quel giorno. Ed ancora la differenza tra gli ottimi 40 w dell'ampli e i 9 watt dell'Audio Note era fuori da ogni misura razionale.

L'accoppiata Audio Note è idealmente costosa, ci sono ampli che fanno il 90% di quello che fa l'AN per meno di metà del prezzo. Ma è molto, molto difficile vivere senza quel 10% una volta che l'avete sentito. E questa è la ragione per la quale stanno ancora qui. Non solo hanno surclassato i miei vecchi Audion ma in termini puramente sonici i finali hanno un evidente superiorità sugli altri due ampli con 300b che sono passati qui negli ultimi due mesi, l'Audion Silver Knight PSE e il Wavac MD 300B, entrambi ottimi, ma non li rimpiango...

Ora passo la parola a Peter Qvortrup per i "commenti del costruttore"

Il preamplificatore M3

Quando abbiamo cominciato a pensare al progetto di un preamplificatore di riferimento ci siamo dimenticati tutte le nostre nozioni riguardo la buona progettazione e abbiamo cercato di tornare indietro alle basi nel senso più "basilare" del termine.

Un foglio bianco

Avendo speso qualche anno studiando l'uso dei trasformatori di interfaccia in un certo numero di applicazioni (particolarmente nella conversione I/V dei DAC e nei prepre MC, al posto di circuiti attivi) siamo arrivati alla conclusione che un pre accoppiato a trasformatore sarebbe stato un avanzamento significativo nella qualità paragonato alle cose disponibili al tempo (1995).

Il lavoro di progetto che ha creato l'M3 e i suoi successori più sofisticati, M5, M6 e M8 è l'apice di anni di ricerca e rappresenta un reale progresso nell'amplificazione di segnale essendo anche un capolavoro di eleganza e semplicità.

L'M3Phono usa un trasformatore di uscita con rapporto 33:1, questo trafo è pilotato da un potente stadio linea che utilizza un doppio triodo 5687 in configurazione "anode follower".

Lo stadio phono utilizza un doppio triodo 6072A come primo stadio e un'altra 6072 come secondo stadio con la rete RIAA passiva.

L'alimentatore è un LCLC che usa una 6X5 come raddrizzatrice, è un vero dual mono con due trafo (uno per canale) e 4 induttanze (2 per canale), il che spiega il peso dell'M3.

I finali mono Quest Silver 300B

Alta qualità e dimensioni contenute erano l'obiettivo della "compact series" degli ampli 300B, semplice, un circuito "no feedback" di buona qualità con buoni componenti assicura una qualità sonora migliore della media.

Il Quest Silver racchiude tutti gli elementi base che fanno un buon ampli single-ended, alimentatore HT raddrizzato a valvole, 3 stadi di amplificazione senza retroazione, valvole che hanno caratteristiche che ben si sposano tra loro, 6SN7 - 300B con la raddrizzatrice 5U4G.

Il trafo d'uscita è un progetto interno sovradimensionato, con un nucleo da 50-60 watt, per permettere allo stadio d'uscita con la 300B di esprimere il massimo.

La qualità dei componenti nell'M3 e nei Quest Silver è ormai nota, resistenze al tantalio Audio Note™, condensatori carta/olio in rame Audio Note™ e elettrolitici Black Gate e Cerafine dove questi fanno la differenza.

Tutto ciò nell'ottica Audio Note di fornire la miglior soluzione sonica a un dato prezzo.
PQ - AudioNote

sistema usato

© Copyright 2003 Geoff Husband - www.tnt-audio.com

Traduzione: Giovanni Aste

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