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LFD PA0 2 - finale di potenza a 2x2 canali

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[LFD LS0 and PA0]

Prodotto: Finale di potenza stereo LFD PA0
Costruttore: LFD Audio - Regno Unito
Prezzo approssimativo: 599 Sterline (ca. 1.8 mln Lit.) (2 canali)
Esemplare in prova: fornito dal distributore locale
Recensore: Werner Ogiers
Recensione: Febbraio 2001

L'anno scorso, dopo la recensione del pre e del finale di potenza LFD Mistral ero rimasto con la sensazione di aver tralasciato qualcosa. Vedete, il fatto è che le due elettroniche, provate insieme, avevano rivelato un suono caldo e pieno. Lo stesso suono caldo e dolce che ricordo caratterizzava l'integrato LFD Zero LE che avevo ascoltato diversi anni fa. Mi pare dunque lecito ritenere che queste caratteristiche di calore e dolcezza siano il "marchio di fabbrica" del suono LFD. Invece, ho letto alcune recensioni, scritte da persone tendenzialmente attendibili, nelle quali si afferma che le elettroniche LFD sono caratterizzate da un suono brillante. Due opinioni difficili da conciliare, non credete?

Così quando c'è stata l'opportunità di chiarire la cosa, ho colto l'occasione al volo: la prova del finale di potenza PA0, sostanzialmente identico al Mistral Powerstage, eccetto che per il migliore cablaggio interno e per i condensatori d'alimentazione di qualità più elevata.

E sono contento di averlo fatto perchè ora posso affermare che quelle "accuse" di eccessiva brillantezza erano infondate: L'LFD PA0 non è un "urlatore". Credo anche di avere capito il perchè di quelle recensioni non proprio entusiastiche dei miei colleghi....leggete oltre.

Aspetti Tecnici

PA0 innards [click to enlarge]

Questo finale di potenza è costruito con il minor numero possibile di componenti, tutti discreti, con sezione di uscita MOSFET in classe AB e con una larghezza di banda che si estende sino a 160 kHz. È dotato di connettori di uscita per due coppie di cavi, in grado di accogliere sia il filo nudo che le bananine.
Il circuito fa uso di retroazione, ed è totalmente accoppiato in corrente continua. Non c'è condensatore di accoppiamento nel percorso del segnale, e nemmeno c'è un servo di corrente continua!!! Dunque occhio ai preamplificatori con qualunque offset di corrente continua!

L'interno del PA0 è riempito per lo più ...d'aria, ma c'è un motivo: l'amplificatore può essere ordinato nella configurazione con due trasformatori di potenza e due schede di amplificazione, fornendo così effettivamente 4 canali da 50W in un'unica elettronica. Questi possono essere impiegati in una configurazione dual-mono vera, o per un biamping passivo. Non per un uso audio-video, dal momento che ci sono soltanto due ingressi di linea: L e R.

La finitura dell'esemplare in prova è un attraente "marmorizzato" punteggiato di grigio, denominato "Black Diamond". Nel complesso la qualità di costruzione è buona, ma il trasformatore di potenza emette un costante ronzio meccanico ad un livello, secondo me, inaccettabile.

La prova diretta vale più delle parole

L'unità in prova era nuova di fabbrica, e dopo ben tre settimane di uso continuo ancora non suonava come avrebbe dovuto: neanche lontanamente somigliava alla coppia pre/finale LFD Mistral dell'anno scorso. Si, medi e alti erano dettagliati, brillanti, e nello stesso tempo morbidi e puliti. Ma i bassi (dotati di ritmo e di dettaglio) apparivano in secondo piano, tanto da mettere spesso in eccessivo risalto medi ed alti. In altri termini, la musica mancava di peso e di corposità. Un po' come il Gaincard abbinato a dei diffusori inadatti.

Ho cominciato a inviare fax allarmati a Richard Bews della LFD.

Mi ha risposto che poteva essere un problema di cavi di segnale e di potenza: la scelta dei cavi sembra importante con questi prodotti. Ora, se considerate che ben 12 metri di cavo separano l'amplificatore dalle elettrostatiche, capirete il perchè fare modifiche in zona cavi di potenza non era una opzione economicamente praticabile (esattamente per lo stesso motivo non ho mai provato il Gaincard con il cavo Stratos dedicato). Cavi di segnale, dunque: sin ad ora avevo usato i miei soliti LC-OFC da 50 cm tra il Michell Argo e l'LFD. Dal momento che i cavi di interconnessione LFD sono in rame solido, ho provato un semplice cavo in rame solido rivestito in argento e con guaina di teflon: dal costo prossimo allo zero e molto "politically correct".

Dannazione, dannazione, e ancora dannazione (be' questo non è molto "politically correct"). Suono caldo, persino quasi velato. Smorto. Va bene, mi sono detto, usiamolo ancora per qualche settimana per fare musica di sottofondo.

Trascorso questo tempo, rosi dal dubbio e dall'ansia, abbiamo fatto qualche prova d'ascolto con alcuni brani di Buena Vista Social Club. Il suono mi è parso molto buono, addirittura dannatamente buono secondo la mia Lei.

Dunque, l'LFD è non solo molto sensibile ai cavi, ma richiede mesi di rodaggio. Non mi meraviglio allora che altri recensori avessero raggiunto conclusioni diverse. Tenete a mente.

Bene, a questo punto la recensione vera può cominciare.

Tonalità

Sul piano tonale il PA0 è un po' rotondo, anche se il suono non è estremamente pieno o "carnoso", e si nota una certa mancanza di bassi profondi (maggiori dettagli in seguito). Il midrange è morbido, e reso piuttosto bene: Leonard Cohen ha la sua voce unica, non la voce di un castrato. Anche gli alti sono sottili, seducentemente dolci, ma non sciropposi; dettagliati, ma non al punto da attirare indebitamente l'attenzione. I suoni non sono slavati ma nemmeno eccessivamente colorati: l'amplificatore suona semplicemente ciò che riceve dalla sorgente. Il DAC Hawk e il mio preamplificatore fono FET suonano leggermente grigi mentre il lettore CD a valvole Heart CD6000 e lo stadio fono Dino hanno un suono più ricco di colorazioni.

Bassi

Con quei piccoli condensatori di alimentazione non sarebbe ragionevole cercare nel PA0 un campione di bassi. Si, le ottave più basse sono anche rese con una certa forza, sempre che in quella zona la musica non sia troppo complicata, e sempre che il ritmo sia piuttosto lento; in altre parole l'amplificatore richiede lunghi tempi di recupero dopo un impatto di basso. Rapide successioni di suoni o anche un suono energico e sostenuto nella zona dei bassi, come nel caso degli accordi di sintetizzatori ne Il Sole Nella Pioggia di Alice (i fan di David Sylvian e dei Japan non dovrebbero perdersi questa produzione Jansen/Barbieri), prosciugano la potenza dell'amplificatore e il basso perde di impatto e di forza. Badate, non che si assottigli eccessivamente, ma aspettatevi una certa mancanza di controllo e di articolazione. La qualità dei bassi, quando non sono spompati, è comunque piuttosto buona.
Rispetto al mio Quad 306 c'è più dettaglio, una assai migliore differenziazione di toni, come pure una migliore capacità di seguire ritmi complessi. Dove il Quad produce forti macchie di bassi, l'LFD suona invece note di basso differenziate. E con questo miglioramento in trasparenza (e, non dimentichiamolo, in informazione musicale!) i colpi di grancassa un po' scarsi di peso non sono poi una grossa perdita.

Dinamica

A questo punto vi aspetterete che il PA0 sia un po' timidino sul piano della dinamica. È così, e anche la proiezione delle voci è inferiore a quello che ci si potrebbe aspettare. Certamente questo non è un amplificatore per musiche tipo Mahler o film di Schwarzenegger. Ma questo dipende anche dal resto dell'impianto: i miei diffusori sono piuttosto fini e il mio DAC non è esattamente un mostro di prepotenza. Con il giradischi le cose erano sicuramente molto meglio e in questo caso ho trovato l'LFD pienamente soddisfacente.

Transparenza ed Immagine

L'accuratezza timbrica e la trasparenza complessiva di questo amplificatore sono buone e quasi certamente di un livello completamente diverso da quello a cui sono abituato con il mio fedele Quad 306. Anche la risoluzione è buona e mostra chiaramente i limiti della riproduzione digitale, specialmente se raffrontata con la definizione nella zona degli alti di una buona testina a bobina mobile che, al confronto, sembra illimitata: siamo qui ben distanti dal suono secco e aspro degli amplificatori (giapponesi) concorrenti di prezzo simile.
La risoluzione e il suono in generale aperto sono tali che registrazioni che ricordavo opache e "torbide", come Achtung Baby o gran parte dei dischi di Heather Nova, rinascono improvvisamente a nuova vita.
A proposito di Achtung ... sino ad ora la migliore riproduzione di questo capolavoro l'ho sentita da un impianto Krell/Apogee. La peggiore? Dallo stesso sistema con le Martin Logan Aerii al posto delle Caliper Signatures. E con l'LFD? Vicino alla migliore, ma con una consistenza dei bassi comprensibilmente minore.

Il palcoscenico sonoro è notevolmente ampio e profondo. La focalizzazione è abbastanza buona ma, di nuovo nella tradizione LFD, un po' soft. La presentazione è nel complesso più "naturale" che "hi-fi" e favorisce il perdersi nella musica.

Ci ho messo molto a "prendere le misure" di questo PA0. Sono convinto che questo sia in parte dovuto al suo dipendere dal tipo e dal ritmo della musica riprodotta, e dall'influenza di questa sull'alimentatore.
Inoltre, questo amplificatore ha continuato a cambiare carattere durante i primi due mesi d'uso e solo al momento di scrivere questa recensione ho raggiunto la conclusione che in realtà il PA0 ha le basi per essere un amplificatore molto buono, se siete disposti a perdonargli i suoi difetti. Spero di poter tenere il PA0 ancora per un po', e di riuscire a provarlo con dei buoni diffusori convenzionali che sembrano tradizionalmente abbinarsi bene con l'LFD, come i Castle, gli ATC, o i ProAc.

Conclusioni

Piuttosto difficile da classificare, il PA0 è un rilassato, dolce e raffinato impressionista del suono che spesso dà un piccolo assaggio di verità musicale, fatto raro in un amplificatore a stato solido di fascia economica. Non è un mostro di potenza, ma questo non era certo negli obbiettivi del progetto.

Impianto utilizzato

  • giradischi: Michell GyroDec MkII/QC con piattoOrbe
  • braccio: SME IV
  • testina: Benz Micro MC Scheu
  • pre fono: Trichord Dino; homemade SE JFET preamp
  • lettori CD: Rega Planet + Hawk MP-DAC; Heart CD6000
  • Preamplificatore: Michell Argo + Trichord regulated power supply
  • Diffusori: Quad ESL-57

© Copyright 2001 Werner Ogiers - http://www.tnt-audio.com

Traduzione e HTML Editing: Aldo Polettini

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