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Prodotto: diffusori Yamaha NS1000M
Ricostruito da: Gary Hargreaves
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Pubblicato: Marzo, 2017
Traduttore: Roberto Felletti
Questo monitor da studio vintage è stato ampiamente disponibile da settembre 1974 a dicembre 1995, nonostante la commercializzazione, a partire dai primi anni '80, del suo successore destinato agli ambienti domestici, il modello NS2000, appartenente alla stessa scuderia. È raro che un prodotto audio diventi maggiorenne (in qualunque cultura a 21 anni si è adulti) senza che vengano introdotte modifiche sostanziali al progetto. Il suffisso “M” indica il cabinet in truciolato di frassino con rivestimento in vinile nero al posto dell'impiallacciatura in ebano e cabinet in legno massello che pesava 8 kg in più! Inoltre, il modello non “M” era esternamente più largo e, all'epoca, costava il 30% in più. Il vostro Vecchio Scriba ha visto solo modelli neri, e da questo si deduce che, almeno nel Regno Unito, la versione monitor ha venduto di più di quella domestica. Il cabinet in truciolato da 25 mm (baffle da 30 mm) degli NS1000M è sorretto da un sostegno circolare in multistrato di betulla da 25 mm il quale, in qualche modo, attenua gli svantaggi di una massa inferiore del cabinet stesso, particolarmente in gamma bassa, mentre in gamma media e alta una massa inferiore spesso costituisce un vantaggio. Anche tutti gli angoli interni sono rinforzati con legno massello.
Nel 1979 gli Yamaha NS1000M costavano, nel Regno Unito, circa 700 sterline la coppia, ma in Nord America, quando furono commercializzati a partire dal 1974, il loro prezzo era inferiore ai 500 dollari. Va spiegato ai lettori di TNT-Audio che questa notevole differenza di prezzo testimonia quanto, in quel periodo antecedente l'introduzione del Mercato Unico Europeo, la valuta britannica fosse traballante e l'inflazione d'oltremanica superasse il 20%; i prezzi britannici erano spesso considerevolmente maggiori di quelli del resto del mondo, ecco perché oggi non ha senso fornire l'equivalente in euro (che a quei tempi non c'era) oppure in dollari. I confronti locali diretti sono senz'altro più utili: il loro prezzo (inglese) era all'incirca quello delle coeve britanniche Kef 105 (Dalek) e delle IMF TLS80, ma superiore a quello delle Dahlqhist DQ10 o delle JBL L110.
I diffusori Yamaha NS1000M sono un progetto a 3 vie con crossover passivi e controlli del volume a reostati per la gamma media e alta. I woofer, da 305 mm, hanno i coni in polpa di cellulosa, protetti da una griglia individuale; i midrange sono altoparlanti a cupola in berillio, da 85 mm, e i tweeter, anch'essi a cupola in berillio, sono da 30 mm. Sia i midrange sia i tweeter sono provvisti di correttori di fase, incorporati dentro ciascuna griglia protettiva individuale a maglie aperte, in metallo, che favorisce l'uso degli Yamaha NS1000M con gli altoparlanti visibili.
Le frequenze di taglio sono state scelte affinché cadano al di fuori della parte di spettro più critica per la percezione umana (la maggior parte dei progetti a 2 vie tagliano tra 2.000 e 3.500 Hz). Le frequenze di taglio dei diffusori Yamaha NS1000M sono 500 Hz e 6 kHz con lievi pendenze di 12 dB/ottava (secondo ordine), che alla fine, acusticamente, tendono ad essere del quarto ordine (24 dB/ottava), fuori della banda passante quando sommate alla risposta degli altoparlanti. Il crossover permette la regolazione dei livelli per la gamma media e alta. Nel Regno Unito, questa aggiunta complessità del crossover non veniva vista di buon occhio, poiché le riviste di settore dell'epoca, tanto per fare un esempio, elogiavano i sistemi a 2 vie, tipo i diffusori Mission 770, proprio in virtù della semplicità dei loro crossover. Yamaha continuò per la sua strada e inoltre, insolitamente, usò batterie di 6 piccoli condensatori per ottenere i valori necessari al punto di taglio tra gamma bassa e media. Una soluzione simile può determinare valori più bassi di ESR (Equivalent Series Resistance, resistenza in serie equivalente - parametro caratteristico di componenti elettrici ed elettronici, ad esempio condensatori e induttori - NdT), una minore energia immagazzinata, la cancellazione di errori di tolleranza e una durata maggiore a fronte di un costo più elevato. Gli esemplari usati per la recensione sono stati modificati sistemando i crossover all'esterno del problematico ambiente del cabinet.
Gli altoparlanti a cupola in berillio da 85 mm Yamaha sono diventati leggendari. Se si pensa al fatto che i tweeter in berillio Focal non sarebbero arrivati che una ventina d'anni dopo, e a un livello di mercato high-end, parliamo di un processo produttivo alquanto difficoltoso, tremendamente costoso da attuare, persino oggi. Non si tratta di un altoparlante limitato, con magneti abbinati a uno sbocco posteriore, caricati tramite una camera assorbente per diminuire le risonanze fondamentali; la frequenza di risonanza attorno ai 300 Hz è controllata dalla camera stessa, che innesca la frequenza di taglio di 500 Hz del crossover passivo senza troppi compromessi riguardo la gestione della potenza. Il materiale costituente l'altoparlante in berillio degli Yamaha NS1000M veniva prodotto tramite un processo di deposito, ottenuto per vaporizzazione, sopra una base in alluminio rivestita in rame.
Come per gli svariati cabinet, con woofer da 30 cm, impiegati dai produttori giapponesi dell'epoca, Yamaha scelse, per i bassi, un allineamento del secondo ordine. La ricerca nell'ambito della psicoacustica aveva indicato che gli allineamenti del secondo ordine, con un'attenuazione di 12 dB/ottava al di sotto della risonanza di sistema, sembravano avere un miglior ritmo e un miglior tempo rispetto al caricamento reflex a 24 dB/ottava. La risposta dei transienti risultava strumentalmente superiore alle simulazioni elettriche delle risposte a pendenze di 12 dB/ottava rispetto a quelle a 24 dB/ottava, restando costanti gli altri fattori. Teoricamente, una configurazione simile permetterebbe di avere un PRaT migliore.
Il fattore più importante tra tutti è il Q di sistema. Relativamente all'allineamento del basso, si può pensare ai diffusori in termini di filtri elettrici (si tratta, dopo tutto, di meri filtri elettro-meccanici). In rete c'è parecchio materiale informativo sui diffusori Yamaha NS1000M, e parte di esso corrisponde a verità. Ci sono opinioni discordanti su quale sia il reale allineamento del basso degli Yamaha NS1000M. Fortunatamente, la biblioteca del Vecchio Scriba comprende una raccolta di numeri di HiFi Choice del 1979, periodo in cui ciascun numero era dedicato a un componente specifico. La prova finale nel numero dedicato ai diffusori, elencati in ordine alfabetico, riporta grafici anecoici degli Yamaha NS1000 dai quali si evidenzia una bassa funzione di Q, forse vicina a quelle di Bessel. La risonanza di sistema è a 40 Hz, dove la leggera curva è circa 9 dB al di sotto della banda passante media e il punto a -6 dB sembra trovarsi a circa 50 Hz, da cui si ricava un valore di Q inferiore a 0,5. Questo potrebbe tradursi in un basso eccessivamente secco con problemi di gestione della potenza, ma l'allineamento in ambiente dipenderà dalla vicinanza del diffusore a pareti e pavimento, che si consiglia essere la minore possibile, specialmente per rinforzare le frequenze con lunghezze d'onda inferiori alla distanza altoparlante-parete.
L'unico modo per evitare il compromesso di un'attenuazione del basso sarebbe erigere un muro lungo tutta la circonferenza terrestre, alto fino a raggiungere l'atmosfera superiore e montare all'interno altoparlanti dotati di sospensione infinitamente cedevole. Se fosse un tipo interessato ai diffusori, un certo candidato alla presidenza potrebbe considerarlo un esperimento degno di nota, ma il resto di noi deve scendere a compromessi, tra masse d'aria disuguali su ciascun lato della superficie degli altoparlanti e trasduttori molleggiati da mondo reale. L'interazione tra aria e cedevolezza delle sospensioni viene caricata dalla massa in movimento degli altoparlanti e dal carico di aria, tutto in ossequio alla Legge di Hooke applicata a una complicata interazione che gravita attorno alla risonanza di sistema. Yamaha aveva scelto una soluzione più costosa (altoparlanti più grandi in cabinet più grandi) per poter scendere in basso, alla ricerca di una prestazione non solo dalla fase più precisa, ma anche con un'estensione in basso “da interno” maggiore.
Yamaha avrebbe potuto scegliere di utilizzare altoparlanti da 25 cm o 20 cm in cabinet con sbocchi reflex, come nel caso di molti modelli europei e americani del periodo. La loro decisione di optare per un grosso telaio in cabinet chiusi è stata avventata, ma in linea con quanto praticato dalla concorrenza giapponese del tempo. La caratteristica di questi woofer risiedeva nel peculiare punto di forza commerciale di essere in polpa di cellulosa, della stessa qualità di abete utilizzato per le tavole armoniche dei pianoforti a coda. Questo è stato un ottimo modo per capitalizzare gli scarti di lavorazione del legno, che facciano la differenza all'ascolto oppure no.
La lieve pendenza con attenuazione del basso, con basso valore di Q, è stata progettata per il caricamento a parete posteriore, per l'utilizzo in piccole cabine di regia. Alle basse frequenze, le lunghezze d'onda sono maggiori. Questo significa che gli oggetti nei dintorni (tipo la parete posteriore) si comportano come se facessero parte della sorgente (i diffusori) anziché creare una riflessione fuori fase. Ecco perché le sorgenti con allineamento del basso del secondo ordine (come nei modelli Naim SBL e DBL) interagiscono con il perimetro della stanza per fornire una prevedibile risposta in basso “da interno”, con minori picchi e depressioni (antinodi e nodi), nell'ambiente d'ascolto. Gli Yamaha NS1000M richiedono un approccio diverso per il posizionamento rispetto al metodo Wilson, utilizzato per i diffusori a risposta lineare massimizzata che necessitano di aria intorno, o del quarto ordine (Q = 0,707 o 24 dB/ottava).
Collocare i diffusori vicino alla parete posteriore vuol dire scendere a compromessi. Più un diffusore è a ridosso del muro, maggiori sono le riflessioni primarie; esse causano estensioni e anomalie di fase (tipo un filtro pettine) che influiscono sulla precisione del palcoscenico e delle alte frequenze. La prova LEDR (Listening Environment Diagnostic Recording Test, test diagnostico per l'ascolto delle registrazioni in ambiente - NdT) rimane lo strumento migliore a disposizione per aiutare ad identificare e ridurre (o eliminare), procedendo per tentativi, i problemi relativi alle riflessioni primarie. La sala di ascolto del vostro Vecchio Scriba ha delle ampie (6 m2) finestre a tripli vetri, con isolamento ad argon, da 250 mm poste dietro il più vicino possibile piano dei diffusori, con tendine veneziane in legno (che hanno la funzione di diffondere il suono) di fronte ad esse. Una tecnica simile, impiegata nei sistemi sonori mobili per evidenziare i bassi, era utilizzata per creare delle “ali” solide intorno agli Yamaha NS1000M, simulando il caricamento a parete per i bassi, permettendo ai medesimi di funzionare secondo i dettami del progettista.
Sebbene siano stati ideati per avere una risposta lineare a ridosso del muro posteriore, il palcoscenico aveva beneficiato di una leggera angolazione dei diffusori (circa 15°). La disposizione ideale è un triangolo isoscele con l'ascoltatore, 2,8 m tra i diffusori e 3,4 m tra diffusori e orecchie. Il midrange e il tweeter sono montati fuori asse e gli NS1000M sono forniti a coppie simmetriche. Quando sono usati in modalità lineare, appoggiati alla parete di fondo, Yamaha consiglia di posizionarli in maniera tale che i tweeter siano rivolti verso l'esterno. Numerose prove, effettuate da altri ascoltatori, hanno stabilito che l'angolazione di 15° prevede che i tweeter siano rivolti verso l'interno. Tutta questa serie di tentativi ed errori è servita a ottimizzare la collocazione dei diffusori Yamaha NS1000M da 30 kg nella mia sala d'ascolto e, terminata questa fase, non sono stati necessari ulteriori interventi.
Gli Yamaha NS1000M, che misurano 678 mm (altezza) x 375 mm (larghezza) x 295 mm (profondità, a cui bisogna aggiungere gli attacchi per le protezioni), sono progettati per essere collegati a un banco di missaggio (vecchi grossi affari analogici), con i midrange che si trovano all'altezza delle orecchie. Gary Hargreaves, ingegnere audiofilo che realizza occasionalmente telai e stand per impieghi audio oltre la sua attività principale, ha fornito stand alti 385 mm. Egli ha eseguito esperimenti con vari tipi di stand per gli Yamaha NS1000M, diffusori tra i suoi preferiti, scoprendo che il miglior equilibrio di compromessi si ha con interfacce smorzanti tra cabinet e stand, e tra stand e pavimento. Tra cabinet e stand, egli consiglia un foglio di materiale fonoassorbente, fornendo quello brevettato per l'uso tra ingranaggi di macchine, come le stampanti, e i rispettivi supporti. Le prove effettuate in passato, dal vostro Vecchio Scriba, con vari tipi di diffusori tendono a far preferire l'uso di 3 punte rigide, ma ci sono delle eccezioni e Gary ha sperimentato numerose alternative prima di giungere a questa conclusione.
Questi stand hanno 4 gambe e quindi 4 punti di contatto con il pavimento; la cedevole interfaccia evita i problemi che 4 punti di contatto comportano, se confrontati con un intrinsecamente più stabile treppiede. Gary ha riscontrato che, specialmente con pavimenti in legno, i piedini cedevoli vanno meglio nel caso in cui siano necessarie 4 gambe per avere stabilità. Con piedini cedevoli (tipo i BrightStar Isonodes), la questione “3 contro 4 contro 3” è puramente accademica, perché il vantaggio di avere solo 3 piedini è applicabile esclusivamente a superfici rigide. Con 4 piedini rigidi, inevitabilmente uno non farà mai la massima pressione e potrebbe “vibrare”. Gli stand in oggetto saranno recensiti a parte e le loro potenzialità saranno messe alla prova. I crossover passivi sono stati rimossi dal problematico interno dei cabinet dei diffusori e inseriti in altri cabinet, con isolamento dalle vibrazioni, montati sugli stand.
Gli Yamaha NS1000M colpiscono subito l'ascoltatore per due loro caratteristiche fondamentali che, nel tempo, diventano due memorabili e durature qualità: basse frequenze e trasparenza. La trasposizione del ritmo è ineccepibile e giustifica l'uso di altoparlanti grandi in cabinet altrettanto grandi. Pertanto, i diffusori Yamaha NS1000M non potevano che essere molto popolari presso i sostenitori della Terra Piatta (gli audiofili per i quali solo il ritmo conta - NdT), poiché in grado di soddisfare i requisiti del PRaT; e questa coppia ne è stata la conferma.
Inoltre, gli Yamaha NS1000M riescono a gestire con precisione i toni alle basse frequenze; l'album True Stories, dei Talking Heads, offre esempi di come la pelle della batteria prolunghi la durata delle note, che risultano chiaramente articolate. Questo fa venire in mente altri esempi: Billy Cobham, Stanley Clarke, Weather Report e Canterbury. Da ciò, si deduce la loro seconda caratteristica saliente: si tratta di diffusori impietosamente rivelatori. Tuttavia non sono inesorabili, come alcuni monitor da ascolto ravvicinato quando sono spostati da una posizione incassata nel muro a una collocazione domestica. Gli Yamaha NS1000M sono diventati i diffusori principali per lunghe sessioni di ascolto. Senza il beneficio di seducenti amplificatori valvolari, usando alcuni moduli Hypex, alcune registrazioni audiofile, tra cui due molto noti preferiti blues, sembrano meno magiche. Comunque, il genere fusion jazz-rock prende davvero vita con questo teso e ritmico allineamento del basso e con una gamma media così chiara.
Gli Yamaha NS1000M hanno una gamma media davvero proiettata in avanti quando i controlli di livello sono in posizione lineare; abbassandoli di una o due posizioni, essa suona in maniera più equilibrata. Per quanto riguarda la regolazione della gamma alta, dipende dai gusti dell'ascoltatore e dai dischi. Il solitamente ottimo Canor TP106VR+, da 55 W/canale, apparentemente faticava a pilotare queste scatole da 90 dB di sensibilità, secondo la definizione di volume realistico del vostro Vecchio Scriba. Amplificatori valvolari più piccoli, a triodo single ended (6080 or 300B), non ce l'hanno proprio fatta. Tuttavia, una persona che è venuta a trovare il vostro Vecchio Scriba nel periodo della prova ha definito il suo concetto di volume realistico come spaccatimpani e da acufeni. Amplificatori più energici e grossi (a stato solido o valvolari), da 100 W/canale, o modelli in classe D da 200 W/canale dovrebbero essere il minimo per qualsiasi stanza dai 20 m2 in su. Gli amplificatori troppo “tirati” sono più dannosi per i diffusori con crossover passivi degli amplificatori potenti.
Gli Yamaha NS1000M, nonostante quanto detto nel paragrafo precedente, non prediligono un genere specifico; che si tratti di musica per grandi orchestre o di piccoli gruppi, essi funzionano altrettanto bene. Le voci umane, tra cui l'originale Caravan Trio, possono meglio testimoniare le loro peculiari qualità, con le loro armonie inserite nella densità dell'insieme. Il vostro Vecchio Scriba non ha mai granché apprezzato i midrange a cupola, giudicando quelli di Dynaudio, ATC, Morel, Philips, e altri, meno soddisfacenti di coni, nastri, trombe a compressione o elettrostatici, e per motivi diversi. La forma delle cupole, da 85 mm, in berillio degli Yamaha NS1000M non ha mai costituito un problema, gestendo con autocontrollo la porzione più critica dello spettro udibile. Il diametro di questo altoparlante presenta il vantaggio che non irradia tanto quanto i coni o gli altoparlanti planari, contribuendo a un uniforme equilibrio di frequenze in ambiente.
Già da subito, l'evidente punto debole degli Yamaha NS1000M è la prestazione in gamma alta. L'accoppiata Dynavector XX2 MkII/tweeter in berillio tende a evidenziare il rumore di superficie, ma non solo perché questi altoparlanti sono, di per sé, rivelatori. Al di sopra dei 10 kHz ci sono poche informazioni sonore che devono fare i conti con forti risonanze (secondo gli standard odierni), tuttavia superiori a qualsiasi cupola morbida. Sono state eseguite delle serie di frequenze per stabilire se il problema dipende dagli esemplari sotto esame (troppo vecchi) oppure se si tratta di una caratteristica intrinseca del progetto. Al di sopra dei 10 kHz la risposta scende rapidamente, per poi salire a un brusco picco sonoro a circa 16 kHz, che potrebbe dare maggiormente fastidio agli ascoltatori più giovani. Dopo, la risposta cola a picco, fino a diventare impercettibile alla soglia dei 20 kHz. La risonanza a 16 kHz si sente di più ad alto volume; forse il resistore dei tweeter si surriscalda, modificando i parametri.
Prima di rimettere a nuovo e aggiornare i grossi crossover passivi, l'audiofilo del XXI secolo dovrebbe riflettere su quanto gli verrebbero a costare alcuni induttori Litz OFC e una serie di condensatori d'alta moda carta-olio oppure a film high-end; poi dovrebbe considerare il costo di tre amplificatori in classe D e di un crossover attivo elettronico professionale e fare i dovuti confronti. Restate sintonizzati nel caso si presentasse un'eventualità del genere.
Diversamente, l'accurata risposta in frequenza, senza picchi né depressioni, permette di ottenere una precisa riproduzione del timbro, letteralmente il carattere di uno strumento; in origine, il termine si riferiva al legno con cui lo strumento veniva realizzato. Per qualsiasi diffusore è essenziale cercare di meritarsi l'appellativo di monitor.
I diffusori Yamaha NS1000M sono considerati un vero e proprio cult da parte di alcuni esperti, ma sono decisamente snobbati da alcuni audiofili. La loro vecchia posizione di mercato, come scatole dal prezzo (più per la versione domestica) apparentemente doppio rispetto alle alternative più diffuse (come le summenzionate Mission 770), oggigiorno sarebbe quasi considerata di livello economico se confrontata con le numerose proposte che costano nell'ordine delle decine di migliaia. La risposta in frequenza uniforme e la mancanza di risonanze evidenti al di sotto dei 10 kHz rendono le dimensioni di questi vecchietti facili da dimenticare, lasciandoli semplicemente apprezzare, canzone dopo canzone.
I prezzi nell'usato variano notevolmente, a seconda dei mercati. Il loro crescente prestigio significa che modifiche rilevanti, come tweeter differenti, dovrebbero essere reversibili, ma si possono anche tenere. In base all'esame di questa coppia, una volta apprezzati è probabile che gli Yamaha NS1000M vengano considerati dei riferimenti, anche se una moda passeggera potrebbe, temporaneamente, metterli in disparte.
Seconda puntata: Yamaha NS1000M in versione attiva
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