In altre parole capita spesso di leggere certi articoli dove si ha il
sospetto che l'Autore -deliberatamente- cerca di lasciare il lettore nel
dubbio o nell'ignoranza.
Vi parlano dell'esistenza di famose ricette per preparare in casa liquidi
per la pulizia del vinile e poi non vi dicono quali sono. Voi, leggendo che sono
famose, vi sentite doppiamente presi in giro e credete di essere gli unici
ignoranti in circolazione. Proprio a tal proposito guardatevi le mie
umili proposte.
Ancora, vi liquidano in poche righe dicendo che
per ragioni tecniche complicate e lunghe da spiegare preferiscono non entrare
nell'argomento.
Certo, spesso e' vero che alcuni argomenti di elettronica o di acustica sono
ostici, richiedono formule e conoscenze preliminari profonde.
Tuttavia non e' sempre così, fortunatamente, ed anche tentare di fornire alcune
idee può aiutare la gente a capire, senza fare la figura dei professori
che entrano in aula, voltano le spalle agli studenti e riempiono lavagne
di formule.
Ora, io non ho certo la pretesa, la presunzione ne' le capacità per
arrogarmi il diritto di fornire tutte le spiegazioni possibili sui segreti
dell'HiFi, però rischio e ci provo.
Ecco il perchè di quest'articolo, che vuole essere il primo di
una -spero fortunata- serie intitolati, per l'appunto: non mi spezzo ma
mi s-piego. Fine della premessa.
Mentre ormai pare non ci siano più dubbi sull'importanza di utilizzare
cavi di segnale e di potenza di adeguata qualità molte perplessità
resistono nei confronti dei cavi di alimentazione speciali.
La domanda che gli appassionati si pongono frequentemente e':
Che influenza possono avere due metri di cavo speciale quando tutta la linea elettrica precedente alla presa e' costituita da cavetti di qualità pessima ?
La domanda e' lecita e le risposte sono tante. Vedremo di analizzare con semplicità alcuni aspetti del problema, lasciando le disquisizioni più tecniche a chi e' più esperto in materia.
Occorre dunque correre ai ripari e, mentre sui cavi di segnale le schermature
anti-interferenza sono sempre esistite, poco si e' fatto su cavi di alimentazione
e di potenza.
Primo prerequisito fondamentale che un buon cavo d'alimentazione deve avere e'
l'essere schermato ovvero disporre di una calza in materiale conduttivo
(rame, ad es.) dentro la quale far passare i conduttori.
Questo semplice accorgimento ha ovviamente una duplice funzione: quella di
proteggere dalle interferenze, limitando di fatto il potere ricevente
e quella di evitare che le interferenze proprie dell'apparecchio vadano a
trasmettersi all'esterno.
Spesso la calza in rame e' collegata al conduttore di terra (il giallo-verde)
ma solo dal lato presa e mai dal lato apparecchio. Questo proprio
per scaricare sulla terra dell'impianto di casa tutta l'immondezza captata
lungo il cavo.
Tuttavia non tutti gli impianti elettrici sono identici ed i casi che si possono
presentare sono innumerevoli: ad esempio, se nell'impianto di casa non e' presente
la messa a terra, come dovrebbe essere per semplici questioni di sicurezza,
potrebbe non essere necessario collegare la calza col conduttore di terra:
a volte si ottiene un risultato migliore.
Inoltre non tutte le calze sono uguali ed hanno la stessa efficacia:
questo spiega perchè due cavi schermati commerciali, di pari sezione
e materiali ma con calze diverse suonano in modo completamente diverso.
A mio modesto parere, per le esperienze fatte, una buona calza deve essere
piuttosto spessa ed a trama fitta. Questo particolare costruttivo ci porta
anche altri benefici che vedremo nel paragrafo successivo.
Non e' sufficiente avere dei cavi d'alimentazione schermati per essere al sicuro.
Un po' di prevenzione non può che essere benefica in questi casi:
per esempio e' di fondamentale importanza che cavi d'alimentazione, cavi di potenza
e di segnale si incontrino il meno possibile, evitando con cura intrecci e matasse
di conduttori elettrici che favorirebbero il trasmettersi delle interferenze
reciproche.
Quindi non solo sarebbe opportuno che ogni apparecchio della catena
audio fosse dotato di cavo d'alimentazione schermato ma occorre prestare
attenzione a non creare spire che funzionino da antenne riceventi.
Possiamo a questo punto cominciare a rispondere alla domanda iniziale.
Da quanto detto sinora dovrebbe essere quindi chiaro che il tratto di cavo
d'alimentazione che va dall'apparecchio alla presa a muro ha un ruolo
fondamentale in quanto e' quello più esposto ai campi elettromagnetici
generati da tutti gli apparecchi presenti in un impianto HiFi.
Ciò che succede oltre la presa e', ovviamente, importantissimo ma non
solo non possiamo farci nulla, a meno di non voler ricablare tutto l'impianto elettrico
di casa con criteri audiophile, ma più ci allontaniamo dalle sorgenti
di interferenza (leggi apparecchi) e meno e' nefasta la loro influenza sui
cavi di alimentazione.
Altra osservazione, completamente banale se vogliamo, e' la seguente:
se già due metri di cavo d'alimentazione speciale fanno sentire così
evidenti benefici immaginate come potrebbe suonare un sistema HiFi
collegato ad un impianto elettrico tutto costruito secondo i criteri esposti.
Altre soluzioni più esoteriche fanno uso di geometrie particolari nella
disposizione degli strands (vedasi l'Inter.Vista a
Cardas) o di materiali smorzanti all'interno del cavo stesso.
Dal nostro punto di vista terreno da autocostruttori (?) da quattro soldi
possiamo solo sperare di reperire dei cavi d'alimentazione per uso industriale
schermati e robusti. Fortunatamente tali cavi esistono, costano poco e si trovano
ovunque (vedasi Merlino).
Ovviamente possiamo applicare a tali cavi commeciali tutta una serie di accorgimenti
atti a minimizzare ulteriormente l'insorgere di vibrazioni:
ho allo studio una versione MK 2 del nostro
Merlino. Alcuni trucchi li ho
già accennati ma su altri lasciatemi mantenere un religioso segreto almeno
sino a quando non li avrò messi in pratica tutti.
Osserviamo inoltre che il problema della microfonicità contribuisce a
fornire un'altra parziale risposta all'interrogativo iniziale:
e' chiaro infatti che il tratto di cavo più soggetto a questo genere di
interazioni e' proprio quello più vicino all'impianto ossia
quello spezzone di filo brutto e nero, apparentemente insignificante, che
chiamiamo cavo d'alimentazione.
Il problema delle vibrazioni e' tuttavia più complicato di quanto non
appaia da questa breve ed elementare trattazione: lo stesso passaggio della
corrente alternata all'interno di un cavo d'alimentazione e le variazioni
repentine della tensione e della richiesta di corrente da parte del programma
musicale esercitano delle azioni meccaniche sui conduttori di tutt'altro che
trascurabile entità.
George Cardas arriva a sostenere che ogni singolo strand in un cavo ha una
frequenza di risonanza propria da cui la necessità di minimizzare
la sensibilità meccanica dei conduttori.
Mai saremo in grado di capire e tantomeno di spiegare perchè ci
danno sensazioni tanto diverse e perchè preferiamo uno
piuttosto che l'altro.
E questo dovrebbe essere lo spirito che ci guida
anche nella scelta di un componente HiFi.
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu