Caro Lucio,
4 domande:
1) Sulla tua rivista non mi pare ci siano cenni riguardanti le cuffie, non sembra anche a te che meritino una trattazione tenendo conto che vi sono cuffie che non fanno rimpiangere le nostre amate casse?
Inoltre (per chi abita in appartamento come me) non si può certo rischiare di diventare il *nemico Nš 1* del condominio per il solo fatto che voglio ascoltare musica di notte.
Certo mi dirai che la presa per cuffie di molti ampli non è certo eccelsa però mi pare esistano cuffie che possono essere collegate alle uscite posteriori Left-Right.
Non sarebbe un suggerimento per il tempio del Tweaking poter modificare l'odioso Jack delle cuffie con due connettori L\R? Una cosa che non ho ben capito e che ti chiedo è come mai vi sono cuffie con un'impedenza di un ordine di 5-6 volte superiore ad altre? Le posso usare tutte con tutti gli ampli?
2) Nel Tempio del Tweaking ho letto con interesse la sezione dedicata all'autocostruzione dei cavi di alimentazione (Merlino), però una cosa non è specificata: se bisogna dissaldare all'interno dell'apparecchio il vecchio cavo dell'alimentazione (contando che il nuovo è di sezione ben superiore e che vi potrebbe essere il rischio di non entrare nella apposita fessura sullo chassis dell'apparecchio) o come?
3) Ho letto sulla rivista che nei giradischi digitali vi è un circuito di correzione di errori di lettura, siccome non ne ho mai sentito parlare nemmeno su altre riviste specializzate, ti chiedo gentilmente approfondire questo argomento indicando anche come funziona.
Secondo me potrebbe avere molta importanza sulla riproduzione finale del suono.
4) Siamo amanti della musica? E allora spazio al software, ai dischi. Non dobbiamo dimenticare che un buon apparecchio è solo un mezzo non un fine.
LC
Il discorso dell'impedenza poi non ha grande importanza. In ogni caso è molto più alta di quanto gli ampli non siano abituati a *vedere* per cui non ci sono problemi.
2) Cavi d'alimentazione. Mi pare di aver detto chiaro che la soluzione migliore è forare il pannello posteriore dell'apparecchio, qualora questo fosse sprovvisto di presa a vaschetta (guardate il retro del vostro computer, per intenderci).
3)I circuiti di correzione degli errori. Ah, che domanda. E' da un po' di tempo che ne sto discutendo con vari appassionati in tutto il mondo. La ragion d'essere del circuito di correzione degli errori è quella di consentire la lettura anche di CD piuttosto rovinati (perchè si voleva che il CD fosse *eterno*...).
4) Le recensioni musicali. Altra nota (oops!) dolente. Il problema non è trovare le persone che scrivano recensioni di dischi quanto il fatto che se ne trovano tante che poi, all'atto del mettere il deretano sulla sedia e le manine sulla tastiera, vengono colte da crisi di rigetto e rinunciano a scrivere.
Ciao Lucio,
Personalmente acquisto solo CD (ed un tempo acquistavo vinili) di
produzione corrente, cercando di selezionarli al massimo sulla base
delle recensioni (sia per contenuto artistico che tecnico).
Condivido pienamente l'opinione di Daniele sul fatto che alcuni CD di
produzione normale, per lo più recenti, raggiungono livelli decisamente interessanti. Ed è assolutamente vero che è pressochè impossibile trovare vinili recenti con contenuti artistici (ascolto praticamente solo musica classica) accettabili.
Un punto di cui non sono certo è che le major guadagnino poi molto dal vinile.
In secondo luogo l'esistenza stessa del vinile pone una serissima
ipoteca sulle possibilità di proporre il CD come supporto HiEnd, e
questo fornisce uno stimolo al miglioramento del CD stesso: in assenza
delle critiche feroci dei vinilisti non penso ci sarebbero stati i
grandi miglioramenti cui abbiamo assistito.
Ho il sospetto fra l'altro che, soprattutto all'inizio, il (lauto)
guadagno delle major sul CD sia andato ad incidere soprattutto sulla
qualità. Nota bene: analogo fenomeno si ritrovava ai tempi nel vinile
ed in qualsiasi altra realtà. Però, dato che un lettore CD continua a leggere anche se trova dei difetti (grazie ai sistemi di correzione
degli errori...) e dato che i difetti vengono mascherati anche dalle
scarse prestazioni dei CD e dei sistemi di riproduzione (soprattutto
agli inizi) , le major si sono trovate nella condizione di poter ridurre qualità e costi di produzione senza perdita di immagine, nè di prezzo di vendita.
Mi sembra che la politica *al risparmio* colpisca tutte le fasi della
produzione. Temo in particolare una riduzione della qualità generale
anche in fase di registrazione, fenomeno che secondo me si incominciava già a vedere negli ultimi anni d'oro del vinile ed è tanto più grave perchè intacca alla base la qualità dei master.
Il panorama è sconfortante: se tutto ciò fosse vero significherebbe
che ci siamo riempiti la casa per anni di supporti come minimo di dubbia qualità, e a prezzi non irrisori, regalando una montagna di soldi alle major.
Avremmo risparmiato sui vinili audiophile, ma avremmo
praticamente sostenuto e convalidato l'imposizione del CD da parte delle major: l'ipotesi non mi piace per niente.
Quello che mi interessava evidenziare è il fatto che l'atteggiamento
degli anacrofili è dovuto ad un certo tipo di atteggiamento delle
major.
La domanda che pongo è: cosa si può fare se la cosa dovesse ripetersi?
Non saprei proprio cosa consigliare, a parte interventi sulle riviste e resistenza passiva: astenersi dall'acquistare il nuovo prodotto e
continuare ad acquistare CD, finchè ne stampano a prezzi decenti o
finchè il nuovo supporto raggiunge un prezzzo ed un livello analogo al vecchio.
Il discorso del caro disco è assolutamente fondamentale e sacrosanto;
credo che sia però il caso di tenere sotto controllo anche la qualità del supporto, per tentare di ottenere che fin dall'inizio il DVD (o quel che sarà) garantisca risultati superiori al CD.
LC
Caro Lucio,
Veniamo alle domande:
LC
Domanda 2)
Domande 3), 4) e 5)
Domanda 6)
Gli Anacrofili
Vorrei rispondere all'articolo sugli
Anacrofili, a firma di Daniele
Sabiu.
Prima di tutto c'è da chiedersi se sia stato giusto "uccidere" un
supporto, quando il nuovo prodotto alternativo non è in grado di fornire le stesse prestazioni a parità di costo del lettore.
Temo però che dietro i limiti del CD non vi siano solo problemi
tecnici. A parte il problema della stampa (le differenze di suono che
pare si incontrino fra un supporto CD ed una sua copia CD-R non sono
giustificabili utilizzando un modello di lettura/scrittura ideale, quale
ci si aspetta da un sistema digitale....), le differenze di qualità
sonora fra CD e CD sono enormi.
Di fatto molti CD, soprattutto economici, soffrono di colorazioni,
alterazioni timbriche, difetti di ripresa sonora che sarebbero evidenti
(o ancor più evidenti) anche in un LP registrato analogicamente nelle
stesse condizioni; non solo ma tali difetti sono spesso presenti a
livelli difficilmente riscontrabili un tempo su LP di pari categoria. La
ragione mi è oscura.
Tornando al nostro povero Anacrofilo, come gli si può dar torto, se,
amante come è del Bel Suono, contro tutte le logiche del mercato e
dell'evoluzione della specie, resta attaccato ad un supporto
intrinsecamente delicato e soggetto a deterioramento, ma il cui livello
qualitativo con ogni probabilità non verrà mai eguagliato dal CD?
Se il vinile è stato sostituito da un prodotto di massa nato con una
tara genetica tale da impedirgli di raggiungere lo stesso livello
qualitativo del vinile ma solo leggermente più comodo da manipolare e
teoricamente resistente, nessuno ci garantisce che in futuro il CD non
venga definitivamente sostituito da qualche cosa del tipo del minidisc,
ancora più limitato dal punto di vista del suono ma più appealing.
Non si possono irridere gli Anacrofili: sono gli unici che stanno
combattendo la nostra guerra per il diritto ad una qualità sonora
superiore; stanno ancora cercando di sostenere delle posizioni perdute,
sono accerchiati, ma è solo una battaglia; li troveremo ancora in prima
fila quando servirà.
Cosa serve per recuperare alla vita moderna il povero Anacrofilo?
pochissimo, direi: basta rendere disponibile un supporto che dimostri
chiaramente e definitivamente una anche modesta, ma netta superiorità
rispetto al vinile. Forse è pretendere troppo?
Tutti i sistemi digitali proposti dopo il CD e che comunque hanno
qualche limite già evidente o dichiarato, sono stati fino ad ora
rifiutati dal pubblico e abbandonati dalle case produttrici (che per
conto loro non hanno osato investirci troppo).
RISPONDE IL COLPEVOLE (Daniele Sabiu)
Lungi da me qualsivoglia intenzione di irridere chicchessia, non riesco a comprendere il senso generale del discorso del sig. Pozzoli, visto che concorda con me sulla morte, ahimè prematura, del vinile.
Daniele Sabiu
© Copyright 1997 Lucio Cadeddu
Io spenderei più volentieri milioni in dischi che a rinnovare
continuamente l'hardware. Il neo di tutte e dico tutte le riviste del
settore è l'emarginazione dello spazio dedicato alla musica in senso
stretto, alle recensioni ai concerti ecc.
A volte ho la brutta impressione che anche molti di noi siano più interessati a *far colpo* con gli amici tramite l'impianto che altro. Grave, molto grave. Io ogni domenica vado a Portaportese (mercato delle pulci di Roma) a caccia di cd usati o semi nuovi a prezzi d'occasione. E di affari ne ho fatti di ottimi. Ritorno a casa sempre con un minimo di 2-3 cd.
Si trovano cose che nemmeno in negozi ben forniti puoi trovare. Comunque chiedo anche a te di dare spazio alle recensioni, magari fatte da noi lettori stessi se non hai tempo tu.
Claudio Alla
1) Le cuffie. Ammetto candidamente di non amarle tanto ma non escludo che prima o poi non ci saranno prove di cuffie su TNT o consigli su questo comodo accessorio.
Il mio ampli non ha la presa cuffia e di notte non ascolto Musica piuttosto, come ora, scrivo al computer, al limite col sottofondo di un bel CD.
E' vero poi che esistono cuffie che si collegano direttamente ai morsetti degli altoparlanti ed anche degli accessori (passivi) che permettono tale collegamento a cuffie non previste per questo scopo (la QED fa qualcosa di simile).
Ancora meglio, dal punto di vista della qualità, sono gli amplificatori per cuffia, in pratica degli apparecchi costruiti appositamente per questo scopo. Si collegano alle uscite linea del pre, ai tape out degli integrati o anche direttamente all'uscita del lettore CD o della piastra di registrazione e ne amplificano il segnale in modo ideale per il pilotaggio di una impedenza alta come quella di una cuffia.
Sono tanti i costruttori che producono tali apparecchi e tra gli italiani ricordo Galactron.
In sostanza le cuffie *ad alta impedenza* possono essere usate senza timore alcuno.
Quelle dette *a bassa impedenza* presentano all'ampli una resistenza dell'ordine delle decine di Ohm contro quella di un comune diffusore che scende tranquillamente sotto gli 8 Ohm, ben più problematica da *pilotare*.
Si installa in questo caso una vaschetta IEC ( filtrata o no, come preferite) così siete in grado anche di provare diversi cavi d'alimentazione.
Saldare il cavo all'interno dell'apparecchio è ovviamente la soluzione sonicamente preferibile ma presenta due grossi inconvenienti:
non consente il cambio del cavo con altri di qualità superiore;
nessuno ci garantisce che il cavo che stiamo saldando porti i vantaggi sperati. Potrebbe anche non essere così...ed intanto avremmo già dissaldato quello originale.
Escludendolo la maggior parte dei nostri dischetti sarebbbe illeggibile. E i CD-ROM allora? Com'è che leggono tutto senza errori?
Intanto il CD-ROM non necessita di una trasmissione di dati *continua* come il CD audio ed infatti in caso di errori torna indietro e rilegge. Però se un CD-ROM è anche solo lievemente graffiato tutto il contenuto diventa inutilizzabile.
Stiamo studiando il problema e valutando diverse soluzioni. Allo stato attuale della tecnologia tutte le idee che teoricamente risolverebbero il problema si scontrano con limitazioni dell'hardware.
Capirete che il discorso è complesso ed anche piuttosto tecnico ed inoltre alcune idee sono in corso di brevetto. Mi permetterete quindi di non entrare nel dettaglio.
Sai quante DECINE di persone si sono proposte come collaboratori di TNT e non mi hanno mai mandato una sola riga? Sarà perchè è gratis. Forse. O forse non ci si rende conto della fatica fintanto che non si comincia.
Però l'idea rimane. In realtà l'idea è molto più ambiziosa ed è quella sulla quale sto lavorando in questo periodo: una rivista *gemella* di TNT, con lo stesso spirito e gli stessi scopi, che si occupi solo di Musica. Alcune persone e le idee principali ci sono da tempo, è solo un problema organizzativo e, perchè no, finanziario.
Lucio Cadeddu
ho letto la risposta di Daniele Sabiu. A parte scusarmi e chiarire il
fatto che non avevo assolutamente intenzione di colpevolizzare proprio
nessuno, ma solo di difendere il povero anacrofilo (in particolare il
vinilista è una specie protetta, in via di estinzione), forse è il
caso di fare ancora un paio di riflessioni.
Mi tengo lontano anche dai CD audiophile, a parte quelli su cui c'è musica veramente interessante e che hanno costi ridotti. Comunque quando trovo antichi vinili non usati di gran marca e di contenuto artistico interessante svenduti come fondi di magazzino a prezzi inferiori a quelli dei CD economici (sempre più difficile), non mi tiro di certo indietro.
In primo luogo se il CD non risultasse economicamente molto vantaggioso non si comprenderebbe lo slancio iniziale delle major nell'imposizione del CD.
Altra cosa assurda è che la qualità di riproduzione di un supporto digitale dipenda dalla stampa (vedi ristampe diverse dello stesso CD, o le copie coi registratori di CD): ho la sensazione che i produttori sfruttino a fondo le funzioni di autocorrezione in fase di riproduzione per coprire i difetti di produzione.
Mi sembra che concordiamo tutti sul fatto che al momento
dell'uscita il CD è stato presentato come una meraviglia, mentre solo
oggi arriva a suonare ad un livello adeguato.
Mi sembra davvero interesse di tutti noi evitare che le major possano
ripetere in futuro lo scherzo che ci hanno fatto con il passaggio da CD a vinile.
Credo sia interesse anche delle major: il mercato è troppo asfittico e gli audiofili troppo stanchi di essere presi in giro perchè un prodotto men che ottimo possa essere accolto in maniera adeguata a garantire il rientro degli investimenti.
Giorgio Pozzoli
Solo due righe di commento da parte mia stavolta. Alla fine credo che tu e Daniele abbiate a cuore la stessa cosa: poter disporre di un supporto qualitativamente ed economicamente adeguato, rifiutando di pagare cifre esagerate per azioni commerciali (vinile audiophile e DVD) che vanno a gravare solo sulle spalle dell'utente finale.
Un po' quello che vorrebbero tutti gli appassionati veri.
Il guaio è che al di fuori della nostra gabbia dorata c'è un popolo di consumatori ignari di tutte le manovre commerciali che si stanno orchestrando alle loro spalle e che, grazie alla pubblicità ed all'esagerata risonanza concessa al DVD purtroppo anche da riviste del nostro settore, non vedono l'ora di mettersi in casa l'ennesimo ritrovato tecnologico chiamato DVD (che sia l'acronimo per Dobbiamo Vendere Dischi?).
E' una tristezza che per smuovere un settore stagnante tutti si debbano inchinare a fare da grancassa per l'arrivo del NUOVO e supertecnologico supporto.
Resisteremo finchè possibile.
Lucio
Innanzi tutto, ti ringrazio per le utili informazioni circa la scelta
del nuovo ampli (ricordi? Ho un paio di Minima ed un CD Nad 502).
Alla fine, come da tuo suggerimento, ho preso lo Jolida 202 integrato
valvolare. Ho anche rivoluzionato il cablaggio, adesso tutto Van den Hul.
Il risultato è stupefacente. Sono a dir poco entusiasta. Il mio portafoglio meno.
A questo punto vorrei rivolgerti alcune domande:
Premetto che ho una formazione decisamente umanistico/letteraria; di
conseguenza la mia conoscenza ed attitudine verso l'elettronica sono
decisamente scadente.
Credo che la passione primaria che dovrebbe accomunare tutti gli audiofili sia innanzi tutto la musica (il software, la sostanza), poi (dico, poi) l'hardware, la forma. Ma ho l'impressione che non sia sempre così.
Sinceramente, rimango sconcertato quando vedo audiofili (e mi pare di
capire che non siano pochi) con 40-50 milioni di impianto che giudicano un'opera soltanto per la sua qualità audio! Insomma, l'impianto deve essere il mezzo, non il fine.
Per ora è tutto. Grazie ancora e complimenti per la rivista in rete,
che mi ha già chiarito più di un punto.
Luca Perillo
Domanda numero 1)
Le riviste HiFi. Argomento che scotta. Per una volta prendo le loro difese e dirò che effettivamente ogni tanto vengono pubblicati articoli dedicati all'ABC dell'HiFi. Purtroppo non si può dedicare uno spazio su ogni numero a ripetere sempre le stesse cose.
Il vantaggio di TNT è quello che tutti gli articoli pubblicati saranno SEMPRE disponibili, 365 giorni all'anno, 24 ore su 24.
Quanto allo scegliere tra Suono e Audioreview (o FdS o Stereo o AF) mi permetterai un diplomatico silenzio. Leggi quanto più puoi e poi decidi di conseguenza.
Non sono la persona più adatta per consigliare una rivista piuttosto che un'altra. L'unica cosa che mi sento di consigliarti è di non limitarti alla stampa italiana ma di leggere riviste HiFi internazionali da HiFi News and Records Reviews a The Absolute Sound passando per Stereophile, L'Audiophile e HiFi Choice.
Ne ho giusto citato alcune, dimenticandone sicuramente altre meritevoli.
Poi c'è TNT, che almeno è gratis.
Sul condizionatore di rete ti consiglio di leggere alcune risposte a quesiti analoghi sempre su questa stessa Rubrica della Posta.
Oppure di dare un'occhiata ad alcune proposte sul Tempio del Tweaking riguardo al problema dell'alimentazione.
Ora, chiarire in poche righe concetti che richiedono conoscenze profonde di elettronica sarebbe quantomeno fuori luogo.
Conseguentemente o decidi di imparare un po' di elettronica da uno dei tanti testi reperibili un po' ovunque oppure ti consiglio di rinunciare in un'impresa che ti porta via tanto tempo e che difficilmente aggiunge qualcosa alla tua cultura audiofila e/o musicale.
Molto meglio spendere il tempo ascoltando apparecchi, facendo piccoli esperimenti e piccole modifiche, magari confidando che un giorno mi decida di pubblicare una specie di glossario che spieghi i termini più comuni usati in HiFi.
Quanto alla distorsione negli ampli a valvole: mi dici che te ne importa? Ti piace il suono? Ti sembra naturale? OK, non ti servirà a nulla sapere che gli ampli a valvole distorcono in modo diverso da quelli a transistor. Così come non ti aiuterà nella scelta di un lettore CD conoscere il teorema sulla frequenza di campionamento o i perchè ed i percome del jitter.
L'importante è affinare l'orecchio, ascoltare quanto più possibile e costruirsi così una solida cultura audiofila, dando per scontato che quella musicale sia già ben sviluppata.
Tutto il resto, o lo si affronta con lo spirito giusto (che è quello scientifico) oppure è meglio 1000 volte lasciar perdere.
Poi, scusa, ma non sei proprio tu a dire che conta il fine e non il mezzo? E allora???
Si, dovrebbe esserci Bari Hi-End alla fine di Ottobre.
Lucio
A livello razionale e pratico, sono costretto a concordare pienamente
con quanto riportato nell'articolo. Però non riesco ad apprezzarlo.
Perchè questa è la realta: il limite teorico del CD è tale da rendere ancor oggi estremamente costoso avvicinarvisi oltre un certo limite; e bisogna andare molto avanti per quella strada, per uguagliare il suono di un vinile, frutto di una evoluzione di quasi un secolo...
Forse no. Forse, anche a seguito della loro battaglia, si può ancora
sperare.
Forse si sono create le condizioni per cui solo un nuovo supporto al di
sopra di ogni sospetto potrà sfondare, garantendo all'acquirente una
vita (del supporto... non esageriamo) sufficientemente lunga. Speriamo.
Giorgio Pozzoli
Non ho mai negato, e non ho certo intenzione di farlo ora, che il vinile sia, dal punto di vista della qualità del suono, superiore ai comuni CD, ma trovo, e continuo a trovare, urticante che si continui a perseverare nel tentativo di mantenere in vita un supporto "de facto" deceduto solo per specularci pesantemente sopra.
La realtà odierna vede la sopravvivenza del disco in vinile legata ad edizioni di costo proibitivo e di dubbia qualità artistica.
I pochissimi fortunati che riescono a reperire fondi di magazzino a costo accettabile fanno benissimo ad acquistarli e a tenerseli ben stretti, ma questa è prerogativa di pochi, mentre per la stragrande maggioranza il disco nero è più un mito che una realtà praticabile.
Non ha molto senso, quindi, rimpiangere il bel tempo andato ma trovo più
utile andare alla ricerca di edizioni musicali valide anche se con un
supporto non del tutto soddisfacente.
Che poi il CD sia così disastrosamente peggiore del vinile non è un
concetto che mi trova pienamente d'accordo, visto che ultimamente, diciamo
da circa due-tre anni, le tecniche di registrazione e la cura dei
riversamenti mi sembrano nettamente superiori a quelle riscontrabili precedentemente, con un gap che si è andato quantomeno riducendosi.
Se a questo aggiungiamo che le elettroniche, nella fattispecie i
lettori CD e il ritorno degli apparecchi valvolari, hanno evidenziato dei
miglioramenti consistenti nella qualità sonora, si comprende facilmente come non sia forse del tutto necessario affrontare una spesa di 80.000 lire per ascoltare, bene per carità!, 40' di musica.
Insomma, se andassimo alla ricerca della "bella musica" invece che del
"bel suono" forse potremmo vivere meglio.
Un ultima parola per i nuovi supporti: il già troppo chiaccherato DVD
a 24 bit mi sembra sia in pieno nell'occhio del ciclone degli interessi,
contrastanti, delle multinazionali dell'elettronica, guarda caso le stesse che controllano le Majors discografiche.
Il mancato accordo sugli standard di questo supporto mi fa presagire che passeranno anni prima che sia disponibile sul mercato.
Inoltre bisognerà vedere a quale prezzo lo dovremo pagare e, visti i precedenti, temo che sarà ben salato.