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Sul reportage dal Milano Hi-Fidelity 2023
Egr. dott. Cadeddu,
ho letto i suoi articoli sempre con grande interesse già da quando scrivevamo per la appena nata Audiophile Sound della fine del secolo scorso. Perciò, anche in questo lungo tempo dove la lettura degli articoli delle riviste audio spesso offre ben poco al lettore, la sua è una firma che trovo in calce ad articoli accurati, onesti, mai banali. Pur leggendovi anche idee diverse dalle mie, francamente apprezzo le sue pubblicazioni. Di solito, da qualche anno, riviste nostrane e non, affidano il reportage fieristici a giovani e/o improvvisati “reporter” sostanzialmente incapaci di produrre un lavoro equilibrato e davvero interessante per il lettore ove spesso si fotografano e si raccontano pedissequamente solamente le salette degli inserzionisti.
Sono ormai rari le eccezioni a questa uggiosa prassi. Perciò un suo reportage in merito avrebbe potuto essere aria fresca da leggere con rinnovato interesse. Così, con curiosità ed interesse, sono andato a leggere il suo resoconto sul Milano hi-fidelity appena conclusosi. Sono coinvolto in ciò perché sono di Acustica Applicata e spessissimo partecipiamo con una nostra sala a questi eventi fieristici.
Partecipiamo attivamente dagli anni del Top Audio e da sempre lo abbiamo fatto utilizzando sedute d'ascolto a porte chiuse della durata di circa 20-25 minuti facendo sentire 3/4/5 brani di musica varia (acustica, amplificata, classica, lirica, blues, rock, ecc), da fonte analogica e digitale, precedendo l'ascolto con una breve presentazione del sistema in dimostrazione, consegnando un foglio con l'elenco dei prodotti suonanti ad ogni singola persona che partecipa ad una sessione.
Facciamo questo, non per “spocchia” come sostengono alcuni, ma, al contrario, per far sentire meglio che possiamo il suono che proponiamo, nel maggior silenzio possibile, nel rispetto dei visitatori che desiderino ascoltare. Seguiamo questa prassi da decine di edizioni.
Quest'anno abbiamo fatto ascoltare il nostro sistema a 400 persone circa. Ho letto il suo reportage e, stimandola, debbo dirle che, accanto ad osservazioni che condivido, ci sono un paio di cose che non comprendo e che indirettamente ma, alla fine, pesantemente, ci riguardano.
Nel suo pezzo, nel paragrafo “maleducazione e poca professionalità” lei suggerisce “perché non mettere dei fogli che spieghino quale diffusore è in funzione, quali componenti stanno suonando...., ecc.”. Questo è esattamente ciò che noi facciamo da decenni. Capisco che, essendo Acustica Applicata una piccola realtà, questa non sia affatto una notizia così importante, ma ciò mi fa riflettere sul fatto se lei abbia ascoltato il nostro sistema durante una sessione d'ascolto oppure no.
A meno che non sia venuto nell'oretta di pausa che ci concedevamo per un panino, se fosse entrato da noi, l'avremmo fatta sedere e le avremmo consegnato il foglio con l'elenco dei prodotti che stavano suonando. Visto che nel suo articolo, con precisione, riporta casi particolari osservati in alcune salette, vista la sua condivisibile constatazione circa l'informazione che i gestori delle salette dovrebbero dare onde evitare fastidiosi chiacchiericci durante l'ascolto, sono certo che se fosse stato nostro ospite avrebbe rilevato questa nostra semplice abitudine e l'avrebbe ricordata.
Il che mi fa ipotizzare che non sia entrato da noi. Niente di male, ci mancherebbe. Ma allora, se così fosse, in un reportage così completo, lei m'insegna andrebbero ricordate anche le sale il cui suono non si è potuto valutare, cosa che mi sembrerebbe conforme al suo stile usuale. Dal suo articolo scaturito dalla sua autorevole penna e da due giorni di permanenza a Milano accuratamente passati visitando tutte le sale degli espositori, si evince così che il suono di Acustica Applicata è fra “le note dolenti”.
Se così fosse...ovviamente ognuno ha suoi gusti d'ascolto e suoi punti di riferimento ed io non sono ora qui a discutere di questo.
Desidero quindi solamente chiederle se ha avuto modo di prendere parte ad una nostra seduta d'ascolto.
Grazie.
Cordiali saluti,
Italo Adami - Acustica Applicata - E-mail: info (at) acusticaapplicata.com
LC
Caro Italo,
intanto grazie per l'interesse e l'apprezzamento, oltre che per la garbata richiesta di chiarimenti. Magari tutti gli operatori fossero così! Credo che abbia però frainteso il senso della mancata citazione della vostra saletta in quel reportage. In coda all'elenco delle poche salette che, per motivi diversi, mi sono sembrate interessanti, vuoi per il suono, vuoi per l'originalità o il coraggio della proposta, ho aggiunto una frase che avrebbe dovuto spiegare - nelle mie migliori intenzioni - che gli esclusi lo sono stati semplicemente perché la demo non mi ha catturato, né dal punto di vista sonoro, né da quello dell'originalità della proposta. Non era da intendersi che tutti i non citati facevano parte di quel sottobosco di salette maleducate o musicalmente irritanti. Assolutamente no! Se questa è stata l'impressione, me ne scuso. Il motivo per il quale non ho citato la vostra saletta, sempre curata dal punto di vista dell'acustica, è perché il suono non mi ha preso. O sono io che non sopporto questo nuovo trend sonoro di JBL (la saletta con le JBL Everest era semplicemente imbarazzante, ad esempio, e sempre secondo mio gusto) oppure non saprei.
Ovviamente sarei felicissimo di essere smentito, magari provando qualche diffusore di costo terreno della nuova produzione del celebre marchio. Aggiungo una nota a latere: ho parlato con tante persone, sia direttamente alla fiera che per messaggio privato e le confesso che nessuno mi ha citato la vostra saletta come interessante. Ora, magari è un campione ristretto, però curiosamente audiofili di gusti differenti e storia diversa si sono trovati in sintonia con le nostre scelte. Non può essere tutto frutto del caso.
Le dirò di più, questa visita l'ho fatta insieme a un mio collaboratore esterno, direttore d'orchestra, compositore e docente di composizione al Conservatorio, una persona non audiofila (per fortuna! Quindi non manipolabile con marchi e costi) ma che il suono degli strumenti musicali lo conosce benissimo, per ovvie ragioni. E anche in questo caso, le impressioni sul suono delle salette che, ripeto, abbiamo visitato tutte più volte, erano assolutamente coincidenti. Talvolta è bastato uno sguardo d'intesa...per uscire.
In conclusione: niente da rimarcare sull'allestimento e sulla gestione della vostra saletta, ma il suono non è stato - per mio gusto - all'altezza delle aspettative di una tale potenza di fuoco, stiamo parlando di un impianto con tanti zeri, in fondo. Saremo felici di ricrederci in altra occasione!
Grazie per il feedback!
P.S. Foto della Vs saletta courtesy by Alberto Tempia.
Lucio Cadeddu
Sul reportage dal Milano Hi-Fidelity 2023 - 2
Ciao Lucio,
è veramente tanto tempo che non mi faccio vivo, ma è solamente perche non avevo nulla da dire, perchè continuo a seguire TNT Audio con la stessa passione di... 20anni fa?... sono molti, molti di più sicuramente... diciamo 25 che suona bene. :-)
Posso dirti che nel frattempo ho avuto modo di testare (e perfino possedere) molte tue scoperte, dagli ZeroZone, al Fosi Audio V3, alle Lonpoo ed altro e che sono d'accordo con te: sono tutti oggetti che lasciano di stucco! Però la musica mi interessa ormai molto di più. Credo di essere, ed essere stato fin da giovanissimo, un appassionato di hi-fi per “necessità”. Insomma, una passione parallela dovuta al mio amore per la musica e non il contrario. Rimane intatto il mio interesse per l'autocostruzione, ma è più una “terapia”, utile al mio benessere mentale, che una cosa veramente collegata all'alta fedeltà.
Ho letto con molto interesse il tuo articolo sulla fiera di Milano. Le sensazioni che hai riportato sono le stesse che ho provato io quando ho provato a frequentarle, ormai tanto tempo fa. E immagino che le cose ormai siano peggiorate e anche di molto. Come ho detto prima, mi interessa la musica. Io, come te, continuo (ci provo) ad alimentarmi anche di musica nuova, seguo con grande soddisfazione alcuni gruppi moderni (parlo principalmente di rock, ma non solo) e devo dire che la favola che - non esistono più i gruppi di una volta” - è una stupidaggine colossale. Anzi, per me il problema è l'esatto contrario: la musica buona c'è, ma “chi comandà (noi anzianotti), non la accetta. Che non mi vengano a dire che un gruppo come gli irlandesi Fontaines D.C. (per citare un nome tra tanti) non sono all'altezza dei grandi del rock: sono “magici”!
Detto questo, vorrei parlare dei Pin Floi! Io amo i PF svisceratamente, anche se non sopporto i dischi da Animals in poi (è semplicemente un mio problema, nessuna puzza sotto al naso). Considero The Dark Side Of The Moon un capolavoro e lo ascolto anche piuttosto spesso; rispetto alla miriade di dischi che possiedo, intendo. Quello che trovo incredibile è che venga scelto (da decenni) come album per enfatizzare le qualità di un impianto. Non è registrato bene, porca miseria! La registrazione è proprio un suo punto debole. Non mi sognerei mai di “stupire” (chi non lo ha mai fatto? :-) ) qualcuno facendo ascoltare il mio impianto con TDSOTM! Per assurdo, alcuni dischi - dichiaratamente Low-Fi - sono molto più “stupefacenti”, se ascoltati come si deve. Mi vengono in mente “Push The Sky Away” di Nick Cave o “Kid A” dei Radiohead, ma potrei andare avanti a lungo...
Che sia semplicemente “scarsa conoscenza”? Io il dubbio ce l'ho da tempo... tanto tempo!
Carlo - E-mail: carlo.bergamini.mail (at) gmail.com
P.S. Scusa la domanda un po' personale, ma il disco “organo e coro” era Cantate Domino? Te lo chiedo perchè continua, mio malgrado, ad essere un mio “punto fisso”, da ormai troppi anni, per valutare alcune cose (profondità bassi, scena, voci e tanto altro). Se non fosse lui, ti prego di segnalarmelo! :-)
LC
Ciao Carlo,
e grazie per le tue osservazioni. I Pin Floi (e TDSOTM su tutti) continuano a essere usati non perché si tratti di buone registrazioni, quanto perché sono i suoni coi quali gli audiofili sono cresciuti, almeno anagraficamente. Musicalmente no, sono rimasti fermi ad allora ed è un peccato, perché si sono persi 40-50 anni di evoluzione artistica, in tutti i campi della musica. Sai, in fondo è comprensibile, star dietro a questa evoluzione è costoso e faticoso, più semplice restare ancorati a ciò che in passato ci piaceva. È rassicurante avere certezze.
Ultima riflessione: ma se all'epoca avessero applicato lo stesso algoritmo, chi mai se li sarebbe filati i Pin Floi? O qualunqe altro gruppo della memoria. Il punto è che all'epoca si era giovani e aperti alle novità, in seguito il nuovo è stato rifiutato in blocco, perché segno indelebile del tempo che passa inesorabile. Ed è durissima da accettare.
Per quanto riguarda il brano organo e coro da me richiesto, sì, era tratto da Cantate Domino della Proprius. Un'incisione non priva di difetti, ma che aiuta a capire tante cose.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
Sul reportage dal Milano Hi-Fidelity 2023 - 3
Buongiorno egregio Direttore, ho letto l'articolo sul milano-hi-fidelity
Condivido al 100 per cento quello che ha scritto, leggo sempre i suoi articoli su TNT audio e vedo che le sue recensioni sono soprattutto su componenti entry level, e capisco anche perché...Purtroppo oggi i giovani sono abituati ad ascoltare su componenti infimi, e come un ragazzo che è abituato a mangiare la pizza con l'ananas ed industriale o McDonald's e simili, se fai assaggiare una pizza margherita con pomodoro di qualità e mozzarella (vera) questo ragazzo penserà ....ma fino adesso cosa ho mangiato e cosa mi sono perso fino ad ora? Ecco le mostre audio devono attirare i giovani ( giovani studenti, o inseriti in ambito lavorativo che specialmente in Italia sono sottopagati o precari) questi giovani bisogna inserirli in questo fantastico mondo piano piano, in base alle loro possibilità economiche e poi con i risparmi miglioreranno i loro impianti, ad esempio Indiana Line collegate a un Fosi v3, un buon DAC entry level, o giradischi o lettore CD ecc. Fategli capire che non serve partire con impianto da 5000 euro, lo faranno un giorno ma non adesso. Oppure amplificatori con collegate le Elac Debut o meglio ancora le Elac Reference.
OTTIMO ARTICOLO DOVREBBERO PRENDERE ESEMPIO.
LA RINGRAZIO
Tiziano - E-mail: bandieratiziano (at) hotmail.com
LC
Caro Tiziano,
grazie anche a te per l'apprezzamento e il feedback. Purtroppo temo che la nostra voce resterà inascoltata. Una volta ci si preoccupava di attrarre i giovani (ricordate l'impostazione di Stereoplay?) ma oggi proprio non se li fila nessuno o quasi. Si aspetta che i trentenni già audiofili diventino abbastanza danarosi (magari grazie al TFR) per poter piazzare quei due/pre pezzi all'anno da qualche decina di migliaia di euro e chiudere così il bilancio in attivo. È una scelta commerciale, a mio avviso pericolosa, ma ognuno è libero di gestire le proprie imprese come ritiene più giusto. Parlando con il distributore di Elac (LP Audio) mi ha confessato che la classe entry-level è praticamente ferma o quasi. Diciamo che la congiuntura economica attuale non aiuta e, in più, c'è una forte concorrenza di prodotti cinesi di bassissimo costo coi quali bisogna pur sempre fare i conti. La mia idea è che, come dicevi tu, si può attrarre un giovane con qualcosa di semplice e molto economico (e qui la Cina è imbattibile, evidentemente) e poi sperare che quello stesso giovane, ormai contagiato dalla passione per il buon suono, cerchi in seguito qualcosa di meglio. Comunque vada...sarà un successo, perché ogni ascoltatore strappato alle cassettine bluetooth e agli auricolari di plastica è un potenziale audiofilo.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Luigi,
calcio e Pin Floi per me pari sono, ce li hanno fatti odiare entrambi. Aggiungo anche i Queen, se posso. E, detto tra noi, lo stesso tifo cieco e acritico mi ha fatto odiare persino la Ferrari in F1, pensa un po'. Eppure io dei Pin Floi ho quasi tutto, e spesso in vinile. È l'esagerazione che mi urta, più l'errore di utilizzare suoni vecchi, compressi e limitati in frequenza (e non solo) credendoli riferimento per ascoltare i componenti HiFi. Per quanto riguarda infine l'high end, concordo pienamente con te. Guai a dire che il Re è nudo, ma per fortuna ho le spalle abbastanza larghe per espormi in maniera così schietta e diretta. Qualcuno dovrà pur farlo, no? E se non lo fa chi non ha legami commerciali o interessi economici in comune col mercato...chi potrebbe farlo?
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Daniele,
non passerei mai da un diffusore da pavimento generoso come le tue Dali a due efebici diffusori da stand. Volendo a tutti i costi migliorare, ti consiglierei di scalare la gerarchia Dali, a caccia di un diffusore da pavimento di classe superiore rispetto ai tuoi attuali. Andresti a conservare un po' l'impostazione che conosci bene, migliorando raffinatezza sul medio-alto e magari estensione e controllo sul basso. Sto pensando alle torri da pavimento della serie Optikon o Rubicon. Ho ascoltato fugacemente queste ultime e mi hanno convinto parecchio. Vedi se ti riesce di ascoltare qualcosa di queste due serie. E se il budget non bastasse, attendi tempi migliori.. È inutile tentare upgrade con cifre troppo vicine a quelle spese per l'acquisto degli attuali diffusori.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Lorenzo,
magari nell'usato trovi qualche Nait al quale il proprietario aveva inserito la scheda phono, prova a cercare. In alternativa valuta un bel Rega Brio R, che ha un eccellente (per il prezzo) ingresso phono, in questo modo non sei costretto ad acquistare un pre fono esterno. Certo, potresti usare lo stadio phono dei tuoi integrati, ma aggiungeresti un cavo di segnale, allungheresti il percorso dello stesso e avresti un apparecchio in più da accendere, tra l'altro senza carico (e potrebbe non gradire, sulla distanza).
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Carlo,
non forniamo più consulenza sulla scelta dei cavi ma siamo sempre pronti a rispondere a domande sui nostri umili progetti d'autocostruzione. Orbene, il cavo incriminato è online da decenni ed è stato realizzato da una quantità enorme di persone (migliaia?), pure in varianti diverse e mai NESSUNO ha lamentato problemi. Il motivo è semplice: in quel cavo la calza non è connessa ad entrambi gli estremi, ma solo da una parte, quindi non c'è alcuna ragione tecnica per la quale possa generare un carico capacitivo elevato. Chi ti ha fatto questa osservazione probabilmente ritiene che la calza sia collegata da ambo le parti, ma non è così. Ora magari ti dirà che se non è collegata da ambo le parti allora è come se non ci fosse. Tu spiegagli che è il principio alla base dei cavi cosiddetti semibilanciati la cui calza schermo funziona da antenna per i disturbi, che vengono scaricati a massa. Trovi altri dettagli nella recensione del cavo Supra Ply 3.4S che utilizza anch'esso lo stesso principio schermante e che, da tanti anni, ha raccolto ottime recensioni (e mai un problema) su riviste di tutto il mondo.
Infine un'ultima precisazione: se un amplificatore fosse così sensibile e diventasse instabile perché vede una capacità elevata sul carico, sarebbe un pessimo amplificatore. Ormai qualunque amplificatore moderno è in grado di pilotare carichi difficili.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Sul reportage dal Milano Hi-Fidelity 2023 - 5
“Quindi, francamente, non ho trovato risposta. Mi resta la sensazione amara che ce la cantiamo e ce la suoniamo (pure male) da anni, sempre noi” (Lucio Cadeddu)
Ho appena finito di leggere l'ultimo “reportage” e sto ancora sorridendo, evitando di svegliare la prole. Se questo modo di criticare le “cose” fosse applicato anche alle “cose” della nostra politica quotidiana, avremmo sicuramente un giornalismo che aiuterebbe a far riflettere di più noi e, forse, anche gli “altri”.
Ad oggi, è molto difficile trovare in questa “rete” dei veri Ciceroni Audiofili (vedi mia del Vol. 544).
Grazie Lucio,
Carlo - E-mail: carloobernardini (at) gmail.com
LC
Caro Carlo,
grazie anche a te per questa sincera manifestazione d'apprezzamento. Sapere che ciò che scrivo arriva a destinazione è confortante e mi sprona a continuare sulla stessa strada. Può darsi non raccoglierò tanti amici, dall'altra parte della barricata, ma va bene anche così. La libertà di poter scrivere ciò che si pensa non ha veramente prezzo e ripaga di tutti i sacrifici fatti sinora. Magari urterò qualche sensibilità di troppo, e quasi certamente chi tiene TDSOTM sul comodino mi odierà per aver toccato un sacramento, ma...pazienza.
C'è tanto bisogno di teste libere e pensanti che non siano allineate al mainstream, di qualunque tipo questo sia, in campo musicale, audio, politico e sociale. Gli stessi giornalisti hanno, alla fine, un padrone/editore cui render conto il quale, a sua volta, deve rendere conto all'amministratore e, in ultima analisi, agli inserzionisti. O, se vogliamo, al governo stesso che elargisce i contributi all'editoria senza i quali i giornali chiuderebbero tutti. È una catena che strozza inevitabilmente la libertà di pensiero, e purtroppo non esiste alternativa se non quella, radicale, di fare informazione senza padroni.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
Re: Upgrade impianto
Gentile direttore,
la ringrazio per la cortese e sollecita risposta. Vorrei approfittare della sua competenza per un ulteriore consiglio. Mi è stato proposta l'acquisto di un lettore CD Exposure modello XM insieme al preamplificatore XM 7 e due finali mono XM 9 ex-demo, il tutto per 3.000 euro. Avendo letto ottime recensioni vorrei un suo parere.
Roberto - E-mail: roberto.bova57 (at) hotmail.com
LC
Caro Roberto,
le elettroniche che ti hanno proposto sono ottime, tieni conto che questi apparecchi, nuovi, si acquistano per circa 5000€, magari anche meno prendendoli tutti insieme. Il prezzo è buono, ma bisogna vedere che tipo di ex-demo siano, perché talvolta si spacciano per ex-demo dei veri e propri apparecchi usati. Se sono ex-demo avranno un residuo di garanzia, immagino. Chiedi questa precisazione. Altrimenti sono usati, a mio parere. In generale, poi, sono abbastanza contrario, in questa fascia di prezzo, alle soluzioni a più telai e qui si parla addirittura di un pre e due finali mono. Io avrei preferito restare sul semplice e prendere un integrato. Quei due telai in più (e relative alimentazioni) li paghi, mentre un integrato di pari prezzo ottimizza i costi, e pertanto può permettersi circuitazioni e componentistica più sofisticate, almeno sulla carta.
Tutto ciò premesso, se avessi anche la possibilità di ascoltare questo sistema a confronto con la tua attuale coppia CD + ampli integrato, questo probabilmente ti aiuterà meglio nella scelta.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Caro Lucio,
desidero ringraziarti per il consiglio relativo al Rotel CD 11 Tribute che suona molto meglio anche dell'Harman Kardon HD 970. Il motivo per cui ti scrivo è tuttavia un altro: in risposta alla lettera del 14.11.2020 del signor Marco Lunardi concernente l'ascolto in cuffia, per non scollegare il lettore CD dall'amplificatore tradizionale ogni volta che deve utilizzare l'ampli cuffia, gli avevi consigliato di collegare l'ampli cuffia alle uscite REC OUT o TAPE OUT dell'amplificatore principale. Ora, non voglio certo insegnarti qualcosa su un argomento in cui sei molto più ferrato di me, ma semplicemente darti una dritta. Io ho collegato ad un commutatore i cavi di ingresso delle fonti e dei due ampli dall'altra parte, in modo che, ogni volta che devo cambiare amplificatore, mi basta spostare un interruttore. I cavi dell'ampli principale li ho collegati all'ingresso TAPE.
Cordiali saluti.
Ettore - E-mail: ettore.ruberti (at) enea.it
LC
Caro Ettore,
sono felice che il mio consiglio sul Rotel RA11 Tribute sia andato a buon fine! Per quanto riguarda invece il collegamento dei due ampli (normale e ampli cuffia) io volevo semplicemente evitare all'amico audiofilo l'utilizzo di un commutatore. Non solo, ma utilizzando l'ampli tradizionale di fatto è come se usasse un commutatore, in quanto le sorgenti vengono scelte dalla pulsantiera/selettori ingressi e il segnale si ritrova pronto alle uscite REC OUT che, tra l'altro, sono indipendenti dal controllo del volume. Esiste anche un'altra opzione: basta sdoppiare, tramite un connettore a Y, il segnale in uscita dalle sorgenti. I doppi cavi andranno a servire i due amplificatori separatamente, così non c'è neppure bisogno di commutare.
Grazie per il feedback e ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Dopo un lungo silenzio e le due tragedie (incidente aereo e tumore) che hanno colpito i membri della band, tornano i ragazzacci Blink-182, che sembra non abbiano nessuna voglia di invecchiare. Il nuovo album è pieno di citazioni (tra le quali un omaggio ai Ramones) si intitola One more time, e questa è l'amara ballata che dà il titolo all'album.
Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.
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