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Prodotto: Audio
Analogue Maestro CD player
Costruttore: Audio
Analogue - Italia
Prezzo approx.: 1.700 Euro
Recensore:
Lucio Cadeddu
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Il lettore CD Maestro è
il capostipite di una seconda stirpe di prodotti Audio Analogue,
denominata, appunto, Maestro, che si pone, per intenti e
costi, al di sopra della serie Grandi Compositori (Puccini,
Paganini, Donizetti e Bellini), più budget-oriented.
Ho
avuto occasione di presentarvi il Maestro in anteprima in
occasione del factory tour in
quel di Monsummano Terme, presso la sede della Audio Analogue.
Nel
reportage in oggetto troverete caratteristiche tecniche, altre foto e
dettagli che non voglio ripetere in questa occasione. L'introduzione
sarà dunque brevissima, per passare subito alle note
d'ascolto. Prima però un po' di necessario background.
Il Maestro
nasce dal Paganini del quale riprende
interamente la meccanica (una Sony modificata) e diversi altri
particolari. Il progetto del Paganini risale ad un bel po' di tempo
fa, quando i due precedenti progettisti Paoletti & Pratticò
(vedasi relativa intervista qui
su TNT-Audio) erano ancora in forze all'Azienda toscana. A loro si
deve dunque tutto il lavoro sulla meccanica, circuiti di controllo
etc. dello stesso Maestro.
Dove il Maestro differesce dal
Paganini, e dove le mani e le menti dei due nuovi progettisti Rampino
& Manunta (vedasi relativa intervista
qui su TNT-Audio) sono intervenuti, è nella sezione
riguardante la conversione, ora facente uso di un DAC Analog Devices
AD 1855 a 24 bit/96 kHz, nell'architettura interna (il Maestro può
funzionare anche come un DAC separato) e nell'alimentazione,
ulteriormente rafforzata da un altro toroidale. Un nuovo stadio
d'uscita a componenti discreti completa il quadro di una macchina
esternamente identica al Paganini e con forti parentele interne.
Come si può anche evincere dalla foto, la pulizia del layout, l'ingegnerizzazione e la qualità costruttiva si attestano su livelli decisamente buoni, come rilevato nella prova del Paganini, per cui valgono per il Maestro le stesse identiche osservazioni fatte per il fratello minore. Idem dicasi per le funzioni, il telecomando e le varie facilities. In più, come detto, il Maestro può funzionare come DAC a 24/96 in maniera indipendente, quindi troverete sul retro anche un ingresso digitale coassiale.
Lo scopo di questa
prova è quindi duplice: scoprire fino a che punto il suono
della nuova macchina differisce da quella precedente e, comunque,
valutare il Maestro indipendentemente dal suo compagno di
scuderia.
Per fare questo le due macchine sono state ascoltate in
varie combinazioni ed essendo il Maestro utilizzabile come DAC
separato, ho potuto valutare anche la qualità della sua
sezione di conversione interna.
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Più deciso del
Paganini, per capirci, e dotato di una velocità di buon
livello, il Maestro asseconda le variazioni dinamiche con
precisione metronomica senza mai strafare, mantenendo un "aplomb"
esemplare. Più veloce che cattivo, fa del suo meglio per dare
il tempo giusto alla riproduzione musicale, ma non eccelle in termini
di impatto e di "punch".
Se la cava bene anche con le
grosse opere sinfoniche, un po' meno col rock per il quale avrebbe
bisogno di un po' più di spinta in basso e di "graffio"
sul medio.
Il suo spiccato senso del ritmo fa talvolta perdere di
"vista" (anzi d'udito) le code naturali delle note tenute
di pianoforte, rendendo il "legato" in modo sì
preciso ma anche meno fluido rispetto a come dovrebbe essere.
La
sua analisi del messaggio musicale, precisa ed attenta, fa puntare
più sul ritmo principale che sugli "effetti"
secondari quali riverberi, code etc.
Il microcontrasto è
quindi molto buono, potete essere certi che ben pochi dettagli
sfuggiranno allo sguardo attento del Maestro.
La precisione e le
ottime capacità di analisi del Maestro trovano terreno
fertile nella ricostruzione del soundstage, dove dimensioni e
contorni dei "personaggi" traggono molto beneficio da tale
pignoleria. Pertanto l'immagine virtuale è su livelli davvero
molto buoni, con una spiccata tendenza al dimensionamento in
profondità dello stage, pur mantenendo ampiezza ed altezza su
ottimi standards, perfettamente allineati alla classe di prezzo.
In
particolare, lo stage "nasce" direttamente e decisamente
DIETRO ai diffusori e poco spazio è lasciato "davanti".
Anzi, direi proprio che tutto il palcoscenico virtuale è
posizionato sempre e comunque dietro ai diffusori, estendendosi anche
ai lati.
Qualche strumento un po' più "avanti" -
ogni tanto - ci dovrebbe comunque essere, a mio avviso.
Beh, il confronto era
doveroso. Il Maestro suona meglio del Paganini. Punto.
Potrei
terminare qui, però non capireste molto. Allora cercherò
di spiegarmi meglio: timbricamente è più lineare, non
presenta roll-off o rigonfiamenti di sorta ed è estremamente
coerente.
Il basso è lineare, anche se non potentissimo.
Apparentemente il Paganini ha più "corpo" ma è
la falsa impressione dovuto alla leggera enfasi nella zona degli
80-100 Hz della quale accennavo nelle prova del Paganini. Preferisco
un basso forse meno "furbo" ma più lineare.
Il
Paganini è più dolce è morbido, il Maestro più
deciso.
Dal punto di vista dinamico il Maestro è più
convincente, seppure la macrodinamica non è uno dei suoi punti
di forza. Fa molto meglio in termini di velocità, dove supera
con decisione il Paganini, che resta un po' più
"sornione".
Dal punto di vista dell'immagine le due
macchine viaggiano su due binari paralleli, ma lo stage del Maestro è
più luminoso ed anche leggermente più ampio.
Rileggendo il tutto,
sembrerebbe che le differenze siano enormi, ma così non è.
Il problema è che più si va su di classe e di prezzo e
più certe sfumature si pagano salate e/o diventano rilevanti
alle orecchie dell'appassionato.
Dal punto di vista del rapporto
qualità/prezzo il Paganini stravince a mani basse,
dimostrandosi un piccolo campioncino di categoria, pur avendo un
carattere ben preciso che potrebbe non incontrare il favore di tutti.
Da questo punto di vista il Maestro appare più "universale",
ma quel pizzico di classe in più si paga salato.
Come il Paganini anche
il Maestro, essendo meccanicamente identico, trae grande beneficio
dall'uso di piedini ammortizzanti come i Vibrapods
o i più economici piedini
Upim. Gli effetti sul suono sono gli stessi descritti nella prova
del Paganini.
Stesso discorso per il cavo d'alimentazione.
La meccanica del
Maestro è la stessa del Paganini (più qualche
accorgimento per ridurre il jitter durante la trasmissione dei dati
al DAC) e pertanto non mi resta che ripetere le stesse cose osservate
nella prova del fratello minore. La meccanica di buon livello, anche
se apparentemente schizzinosa (vedasi paragrafo Lamentele),
grazie alla bontà della nuova sezione di conversione e
d'uscita, può adesso esprimere tutta la velocità della
quale è capace.
Vedo abbastanza inutile un upgrade con un
DAC esterno visto che quello in dotazione è di livello
qualitativo almeno pari alla meccanica.
Ciò non significa
che non si possa migliorare, però vedrei più il Maestro
come macchina "stand-alone". Se si rendesse necessario un
upgrade, meglio puntare a sistemi meccanica + DAC separati (o anche
lettori integrati) di ben altro impegno.
Il "plus"
offerto dall'ingresso digitale consente di utilizzare un'altra
sorgente numerica utilizzando il buon convertitore 24/96 interno al
Maestro.
Peccato, si fa per dire, che lo standard DVD-Audio sembra
essersi ormai orientato verso frequenze di campionamento più
elevate, si parla infatti di 192 kHz, quindi chi pensava di usare un
DAC maccchina 24/96 per i futuri supporti audio dovrà rivedere
le proprie posizioni.
Il livello di
costruzione è lo stesso del Paganini, quindi molto buono, con
la differenza che sul Paganini ciò viene offerto ad un prezzo
quasi dimezzato. Quindi: buono in assoluto, adeguato relativamente al
prezzo.
Le stesse cose che non mi sono piaciute, dal punto di
vista operativo, sul Paganini, hanno continuato a starmi cordialmente
antipatiche anche sul Maestro (display, pulsanti etc.)
Il Maestro,
nell'esemplare in prova, ha avuto qualche problema nel leggere alcuni
CD, probabilmente a causa di una taratura non ottimale dei circuiti
servo o di correzione degli errori. Essendo la meccanica la stessa
del Paganini, posso imputare il difetto (un po' fastidioso, su una
macchina da oltre 3 milioni) solo, appunto, ad una taratura un po'
sfortunata.
Dal punto di vista sonoro, credo di aver già detto tutto. Personalmente, su una macchina di questo livello, avrei desiderato un basso più "importante", non come estensione (ottima) ma come potenza. Anche una maggiore esuberanza dinamica sia in basso che in gamma media sarebbe stata benvenuta, per i miei gusti.
Probabilmente, ad un
confronto veloce, distratto ed inesperto, le differenze tra le due
macchine di casa Audio Analogue non appaiono così come le ho
descritte in questo articolo.
Ascoltati a confronto per oltre un
mese vi posso garantire che il salto di classe c'è ed è
sostanzioso. Che valga poi tutti i soldi richiesti dovete essere voi
a deciderlo, le "differenze" non si possono quantificare in
termini monetari.
La tipica domanda idiota "Costa il quasi il
doppio, suona anche il -doppio- migliore???" è priva di
senso. Non esiste un'unità di misura per la qualità
sonora. Ascoltate e decidete da soli.
Per quanto mi riguarda il
Maestro può essere considerato un lettore definitivo
per catene HiFi anche di un certo impegno economico (sui 10 milioni)
ed un oggetto facilmente inseribile in ogni sistema grazie al suo
carattere abbastanza "universale".
Un ringraziamento a tutto lo staff dell'Audio Analogue per averci gentilmente spedito il Maestro in prova.
© Copyright 2000 Lucio Cadeddu - http://www.tnt-audio.com
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