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Piccola monografia sull'Home Theater - Introduzione

Indice della monografia

Tempo fa, nell'Editoriale di Settembre 96, accennavo al fenomeno Home Theater o Cinema in casa che dir si voglia, evidenziando alcuni aspetti che rendevano e rendono tuttora piuttosto difficile la diffusione di tale tipo di impianti presso il grande pubblico.
Ad un anno di distanza circa torno a trattare l'argomento che è sempre più attuale, tentando di dare alcune spiegazioni ed alcuni consigli semplici a chi intende avventurarsi nella realizzazione di un impianto Home Theater senza spenderci un patrimonio e magari riciclando il preesistente impianto HiFi.

Questa monografia non vuole essere esaustiva di tutto l'argomento Home Theater visto che un lavoro simile richiederebbe un intero libro di centinaia di pagine ed un continuo aggiornamento sullo stato dell'arte.
Qui l'obbiettivo è molto più modesto ed è quello di presentare in modo semplice e quanto più comprensibile a tutti i problemi relativi alla scelta, l'installazione e la messa a punto di un impianto HT in un normale ambiente domestico.
La presentazione degli argomenti, suddivisa in capitoli e paragrafi, vuole essere la più fruibile ed immediata possibile, tralasciando, un po' da tipico stile TNT, inutili tecnicismi, formule e concetti sofisticati.
Non me ne vogliano quindi i puristi ed i superesperti se in alcune parti diversi aspetti saranno tralasciati e poco approfonditi.
Nonostante queste necessarie semplificazioni la monografia alla fine è diventata più lunga del previsto per cui il mio consiglio è di stampare tutto e di leggersela con comodo off-line. Per semplificare ulteriormente la spiegazione dell'argomento eccovi un comodo indice dei vari capitoli:

Cos'è l'Home Theater

Con questo termine inglese (= Cinema in casa) si indica un impianto atto a riprodurre col maggior realismo possibile l'audio dei programmi televisivi (films, concerti etc.).
Avrete notato che al cinema, almeno in quelli più moderni, l'audio viene diffuso anche da casse che stanno ai lati ed in fondo alla sala, alle vostre spalle. Avrete anche notato che con questo sistema si riesce a creare degli effetti sonori piuttosto sorprendenti, tipo aerei che vi passano sopra la testa e simili.
Tali effetti *speciali* hanno ovviamente bisogno di qualcosa in più rispetto ad un normale segnale stereofonico ed in effetti in questi ultimi anni si è assistito ad un proliferare di sistemi alternativi a più canali che permettessero di superare i limiti dell'audio a due canali.
Inutile fare la cronistoria di tutti i sistemi disponibili: soffermeremo la nostra attenzione solo sui sistemi che permettono di ricreare effetti simili nelle nostre case.

I sistemi equivalenti a quelli cinematografici sono in continua evoluzione e cercare di star dietro a tutte le novità è uno sforzo inutile.
Diciamo allora che, per semplificare, il sistema più conveniente e per ora più diffuso è il classico Dolby Pro Logic, che è un sistema audio multicanale che prevede due canali anteriori, uno centrale ed un canale posteriore (in doppio mono).

I due canali anteriori (destro e sinistro) sono preposti alla riproduzione della musica, di parte di alcuni effetti sonori e dei dialoghi fuori campo.
Il canale centrale è preposto alla riproduzione dei dialoghi e, volendo, se ne può fare a meno, dirottando il parlato sui due canali anteriori (opzione phantom center).
Il rischio di questa soluzione è che ne risulti compromessa l'intelleggibilità dei dialoghi.
Il canale posteriore è monofonico, anche se in realtà le casse posteriori sono comunque due, e contiene le informazioni cosiddette *ambientali*.
Nel Dolby ProLogic il segnale destinato ai canali posteriori, oltre ad essere monofonico, è fortemente limitato in frequenza sia in basso a circa 100 Hz sia in alto a circa 7000 Hz. Questo significa che il segnale riprodotto dalle casse posteriori è povero di frequenze basse e alte.
Inizialmente, per via di questa limitazione, si usavano dei diffusori posteriori qualitativamente poco adeguati perchè si riteneva -erroneamente- che per riprodurre gli effetti ed i rumori ambientali fossero sufficienti anche degli altoparlanti monovia riciclati dall'impianto dell'automobile. Utilizzando invece dei diffusori di qualità adeguata ci si rende conto che il segnale dei canali posteriori merita (e richiede) una riproduzione al di sopra di ogni sospetto e che non si può utilizzare il primo altoparlante che ci capita sotto mano.
Un'altra ragione per utilizzare dei diffusori in grado di riprodurre l'intera gamma di frequenze è che è in arrivo il Dolby Digital con canali posteriori stereo a banda larga.
Il canale subwoofer in realtà non esiste nella codifica Dolby Pro Logic, tuttavia esistono, nei decodificatori e negli amplificatori, delle uscite filtrate elettronicamente espressamente dedicate al (ai) subwoofer.
Il subwoofer è di fondamentale importanza per dare il giusto impatto alle scene d'azione e dalla sua qualità dipende il grado di coinvolgimento che un impianto Home Theater può dare.

Vediamo ora di analizzare passo per passo ciò che ci serve per costruire un impianto HT.

Cosa serve per cominciare?

La domanda che un neofita si pone più spesso è:
come faccio ad avere un segnale multicanale se il mio TV (o videoregistratore) è solo stereo?

Il trucco è piuttosto semplice: il segnale multicanale *surround* passa codificato attraverso un normale segnale stereofonico, sta poi ad un opportuno decodificatore estrarre i canali aggiuntivi.
Quindi: per iniziare a costruire un impianto Home Theater bastano una TV ed un videoregistratore stereofonici (volendo un lettore laserdisc o sistema equivalente).
Poi serve un decodificatore o processore Dolby Pro Logic. Questo si trova o come apparecchio separato o all'interno di un amplificatore multicanale.
Poi occorrono le casse: minimo quattro (due anteriori e due posteriori) fino a sei o più (centrale + subwoofer etc.).
La dotazione minima è dunque così composta:
una TV ed un videoregistratore stereo, un amplificatore multicanale con processore incorporato e quattro casse.
Questo sempre che non abbiate già un impianto stereo in funzione nella stanza dove c'è anche la TV. In questo caso infatti si può risparmiare un bel po' riutilizzando alcuni apparecchi dell'impianto preesistente, ampli e casse, per esempio.
Ovviamente la TV dovrà esser posta in mezzo alle due casse. Se questo non può essere fatto senza sconvolgere la sistemazione dell'impianto stereo dovrete per forza acquistare un impianto HT ex novo.

Esamineremo separatamente due casi possibili:

Cosa si può ascoltare in Dolby Surround?

La domanda è meno banale di quanto sembri. Infatti, dopo essersi costruiti l'impianto HT vien da chiedersi quando e quanto lo si potrà utilizzare (o forse questa domanda è meglio porsela prima di avventurarsi nell'acquisto di un tale impianto? :-) ).
La risposta è semplice e forse un po' deludente: tutti i film in videocassetta e quelli trasmessi in stereo dalla RAI, purchè, naturalmente, in origine siano codificati per il Dolby Surround.
Le TV private non trasmettono in stereo per cui, anche se il film in origine era codificato Dolby, non c'è modo per poterlo riprodurre col nostro impianto HT.
Da questo discorso sto lasciando fuori eventuali trasmissioni via Satellite, naturalmente.
Non bisogna però disperare: la quantità di film recenti trasmessi in stereofonia dalla RAI è in aumento e persino semplici trasmissioni musicali (anche NON stereo) traggono grande giovamento dall'essere riprodotte da un impianto HT utilizzato in questo caso come semplice impianto stereo, o pseudo tale, visto che il segnale in origine può essere mono.
In sostanza tutto è meglio dei soli altoparlanti della TV...
Per il futuro si può prevedere che anche le reti private si decidano a trasmettere in stereofonia, però pare che da indagini di mercato svolte da Tele + solo un risicato 5% dei telespettatori sarebbe interessato alla trasmissione stereofonica.
Il problema, come spesso accade, va visto sotto un'altra ottica:
è chiaro che, fintanto che la gente non sa quali vantaggi in termini di piacevole intrattenimento domestico può dare la stereofonia, non se ne possa lamentare la mancanza.

Oltre alla programmazione stereofonica limitata ai canali RAI una ulteriore limitazione all'utilizzo reale di un impianto HT è data anche dalla eventuale situazione condominiale: se non abitate in una casa isolata occorrerà fare i conti col disturbo che un impianto HT può arrecare ai vostri vicini, disturbo che è normalmente superiore a quello di un semplice impianto HiFi, sia per il volume più alto che la visione di certi films impone, sia per l'ora più tarda durante la quale si utilizza l'impianto HT.

Fatte queste osservazioni passiamo a trarre alcune conclusioni:

Conclusioni

Un impianto HT è sicuramente uno straordinario mezzo di intrattenimento domestico, a patto che vi piacciano i films e/o la Musica.
Per godere delle emozioni che un buon impianto HT può dare occorre essere disposti a sacrificare tempo, spazio domestico e denaro ed il risulato finale dipende da quanto saremo disposti ad investire di queste tre risorse.
Per essere un po' più concreti diciamo che a voler spendere molto poco, e mi riferisco agli impianti da un milione tuttocompreso, si corre il rischio di mettersi in casa un groviglio di fili poco entusiasmante, che suona poco meglio della TV e che è destinato a rimanere inevitabilmente spento.
Altre considerazioni sull'investimento necessario per la composizione di un ragionevole impianto HT le trovate nei seguenti due capitoli di questa mini-monografia.

Indice della monografia

N.B.!!!: non forniamo più consulenza sull'Home Theater - 1 Dic. 2003

© Copyright 1997 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

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