Dopo aver investito i propri sudati risparmi in un impianto
stereo, nell'audiofilo comune si fa strada un turbinio morboso di dubbi e di
domande relativamente all'eventualità che l'investimento vada
in fumo (letteralmente!), sia per utilizzo sbagliato che per semplice intercessione
diabolica.
È una famiglia di paranoie dalle quali è difficile liberarsi,
che possono sfociare nell'assurda decisione di accendere l'impianto il meno
possibile per evitare che si guasti. Capisco che questo possa suonare strano,
ma vi garantisco che ho visto e sentito personalmente le cose più folli.
La trattazione, per la sua vastità e complessità, sarà
divisa in più sezioni. La prima parte riguarda le amplificazioni (ampli,
pre e finali).
Chi ha la sfortuna di avere un audiofilo in casa sa bene quanto l'impianto stereo sia tabù, icona inviolabile per tutto il resto della famiglia e chissà quante volte sarà capitato di sentir risuonare questa frase in tono minaccioso (...guarda che così mi rompi...).
L'amplificatore altro non è che un dispositivo elettronico
che riceve il segnale musicale "debole" proveniente da una sorgente (lettore
CD, giradischi, radio, cassette, TV, VCR) e lo "amplifica" per renderlo ascoltabile
tramite le casse dell'impianto. Intrinsecamente è un oggetto piuttosto
semplice e robusto, MOLTO DIFFICILE da rompere.
Parto quindi in sequenza logica: dall'accensione allo spegnimento.
Accendere un amplificatore è semplice, basta premere
il pulsante ON/OFF (quando c'è). Nelle puntate precedenti abbiamo visto
che, a seconda della tipologia del circuito, tale operazione potrà essere
completamente silenziosa oppure potrà produrre un "bump", un "oooomph"
o altri rumori sinistri sui diffusori e/o svariati "click", "tac" e "sdeng"
interni nell'ampli.
Per maggiori dettagli, vi rimando alla Prima
Puntata di questo corso.
È difficile rompere un amplificatore semplicemente accendendolo, anche
se la manopola del volume non fosse a zero. Questo particolare, di fatto, non
è rilevante, seppur consigliabile in alcuni casi. C'è una sola
precauzione che bisognerebbe osservare: non accendere l'amplificatore quando
i cavi delle casse non sono collegati.
Nella stragrande maggioranza dei casi non succede nulla, ma qualche apparecchio
"particolare" potrebbe non gradire. Nel dubbio, non fatelo.
A maggior ragione (e questo vale per tutti gli ampli) sarebbe buona regola evitare
di accendere l'ampli e SUCCESSIVAMENTE attaccare i cavi delle casse. Normalmente
non succede nulla, ma una manovra maldestra o la solita sfiga dell'audiofilo
medio potrebbe causare un cortocircuito sulle uscite, sgradito alla maggioranza
degli apparecchi.
Il cortocircuito si ha quando il negativo ed il positivo (il rosso ed il nero,
se preferite) del cavo per le casse si toccano ad ampli collegato. In questo
modo l'amplificatore ha sull'uscita un cortocicuito e, in mancanza di protezioni
abbastanza veloci, potrebbe danneggiarsi. Spesso salta un semplice fusibile
da poche lire che si può sostituire anche in casa, altre volte scattano
delle protezioni elettroniche a ripristino automatico... altre volte lo stadio
finale dell'ampli defunge.
Ricordatevi dunque che TUTTI I COLLEGAMENTI vanno effettuati ad amplificatore
SPENTO. Questo vale quindi anche per i collegamenti degli apparecchi. Sarebbe
meglio evitare di collegare una sorgente (che so, il lettore CD) ad ampli acceso.
Se proprio dovete farlo, meglio selezionare un altro ingresso. Ad esempio ponete
l'ampli su AUX, collegate il CD, infine riposizionate il selettore degli ingressi
su CD.
La mancata osservazione di questa regola può causare forti rumori sulle
casse con possibile rottura degli altoparlanti nei casi più sfortunati.
Per la stessa ragione NON SCOLLEGATE nulla ad ampli acceso, né le casse
né le sorgenti.
La procedura di accensione di un amplificatore causa comunque uno stress ai
circuiti, per cui sarebbe bene non giochicchiare troppo col pulsante ON/OFF.
Un accendi/spegni ripetuto tipo intermittenza (c'è chi si diverte anche
così, è una vera piaga sociale) può causare danni seri.
In definitiva: verificate che tutto sia collegato a dovere, accendete e non
staccate mai nulla ad ampli acceso. Questa semplice regoletta vi metterà
al sicuro da problemi.
Un discorso perfettamente analogo vale nel caso di pre e finale, con una sola attenzione in più: la procedura di accensione prevede che si accenda PRIMA il pre e poi il finale, quella di spegnimento il VICEVERSA (prima il finale, poi il pre). Non si danneggia alcunchè, ma si evitano transienti rumorosi sulle casse, quantomeno.
Dopo l'accensione dell'ampli, arriva l'ascolto e l'utilizzo.
La prima regola da ricordare - per la salvaguardia delle casse, più che
dell'ampli stesso - è che la MASSIMA potenza d'uscita viene raggiunta
MOLTO prima del fondo corsa della manopola del volume, spesso già a metà
corsa (ore 12) l'ampli è alla frutta e si sta preparando per il dessert.
Aumentare ancora farà crescere solo la distorsione, con possibili danni
alle vostre casse ed alle vostre orecchie.
Un ampli non è come un'automobile che dà il massimo con l'acceleratore
a fondo corsa (ed anche su questo ci sarebbe da discutere)... qui il "fondo
corsa" viene raggiunto molto prima, quindi inutile insistere. Il "fondo corsa"
si riconosce perchè l'ampli comincia a distorcere in modo evidente e
fastidioso, emettendo un suono sgraziato, esile e vetroso.
Questo problema del "fondo corsa anticipato", diciamo così, dipende,
essenzialmente, dalla necessità di adattare la sensibilità degli
ingressi dell'ampli all'uscita delle diverse sorgenti. Può essere quindi
che con un lettore CD sia sufficiente la posizione "ore 12" del volume mentre
con il registratore, la radio o il giradischi tale posizione sia già
eccessiva... oppure insufficiente. Questo non ha NIENTE a che vedere con la
qualità degli apparecchi, è solo un parametro elettrico.
Maggiori dettagli su questi argomenti li potete trovare all'interno di questa
stessa Rubrica delle FAQ.
Altra paranoia: l'ampli che scalda. L'amplificatore è
un dispositivo elettronico che "amplifica", appunto, quindi è normale
che scaldi un po' durante il funzionamento. A seconda dell'apparecchio, esso
potrà scaldare moltissimo o quasi niente... questo non ha NULLA a che
vedere con la qualità dell'apparecchio stesso.
Normalmente, tenere acceso un ampli per molte ore di seguito non causa alcun
danno, né se questo stesse suonando Musica né se mancasse il segnale.
L'unica precauzione, raccomandata da tutti i manuali d'uso, è quella
di lasciare sempre un po' d'aria intorno all'apparecchio in modo che il raffreddamento
possa avvenire COME PREVISTO dal costruttore.
È chiaro che se infilate l'ampli in uno spazio angusto dove non circola
l'aria, esso si scalderà molto più del normale e questo non è
certo un bene per la salute dei suoi circuiti. Sono normalmente sufficienti
5 cm di spazio sopra l'apparecchio per un funzionamento esente da problemi.
Per questa ragione (ed anche per tante altre) sarebbe meglio non mettere gli
apparecchi HiFi uno sull'altro. Se proprio dovete, usate dei piedini
che li distanzino uno dall'altro almeno un paio di cm e posizionate l'amplificatore
in cima alla pila, sempre che sopra di lui ci sia aria sufficiente.
Altra precauzione che i possessori di amplificatori in classe A pura (non le
sciocchezze tipo Classe A dinamica ecc.) conoscono bene è quella di evitare
di lasciare l'ampli acceso senza Musica. Gli ampli in Classe A dissipano sempre
il massimo della potenza, lasciarli accesi senza suonare può portare
la temperatura degli stadi finali a valori eccessivi, visto che la dissipazione
della potenza è massima negli stadi finali, non potendo essere - per
così dire - scaricata sugli altoparlanti. In certi casi sono previste
delle ventole per il raffreddamento interno forzato. Con un sistema siffatto
non ci sono precauzioni particolari da osservare.
Parlavo di Classe A. Per capirci ancora meglio, gli amplificatori in classe
A pura sono pochissimi, sono grossi, pesanti, scaldano moltissimo (tipo stufe)
e costano molto di più dei colleghi "normali".
Tutti gli altri (Classe AA, classe AB, Super Classe AA, Classe A dinamica ecc.)
NON SONO AMPLIFICATORI in classe A pura e pertanto non necessitano di questa
piccola attenzione.
Come tutti i dispositivi elettronici anche gli amplificatori
temono l'umidità e la polvere. La prima può causare danni seri,
la seconda può portare a qualche malfunzionamento dopo molti anni (tipo
volume che scricchiola, tastini che funzionano ad intermittenza, ecc.). Per
risolvere tutti questi piccoli malanni, sempre su questa Rubrica delle FAQ,
è stato pubblicato un articolo dal titolo Come
restaurare un vecchio amplificatore e Come
pulire un impianto HiFi.
L'esposizione continuata alla forte luce solare diretta potrà rovinare
l'estetica dell'apparecchio, ma raramente causa danni ai circuiti (che, comunque,
sono in ombra all'interno).
Quegli apparecchi che avessero qualche circuito "a vista" (valvole, ad esempio)
sarebbe meglio non esporli alla luce solare diretta per molte ore di seguito.
Altra paranoia, ben diffusa, è quella degli urti accidentali.
Urtare un amplificatore mentre è acceso (o spento) non causa alcun problema
ai circuiti, se questo è a transistor. Per le valvole, il discorso è
un po' diverso e sarebbe meglio trattarle con più delicatezza (sono comunque
molto più robuste di quanto si creda).
È chiaro che il tutto va pensato con un minimo di buonsenso: dovesse
cadere per terra da un'altezza considerevole... ebbene, è facile che
l'ampli si rompa :-)
Quindi, per l'incolumità del vostro investimento e per quella
dei vostri familiari, posizionate l'apparecchio su un supporto stabile e difficilmente
raggiungibile dai bambini.
A proposito di questi ultimi, vista la loro naturale attrazione per tutto ciò
che somigli vagamente ad un pulsante :-), sarebbe opportuno non lasciare a portata
di mano il pulsante d'accensione dell'ampli, onde evitare 10 accensioni e spegnimenti
al secondo. Ove ciò non fosse possibile - a mali estremi, estremi rimedi
- STACCATE la spina dell'alimentazione dalla presa a muro. In questo modo le
piccole pesti potranno divertirsi col pulsante d'accensione senza provocare
danni :-)
Ultimo aspetto da considerare è lo spegnimento. Nessuna procedura cautelativa, in questo caso, solo con alcuni progetti può essere conveniente - ma non necessario - portare prima il volume a zero onde evitare possibili rumori impulsivi (che potranno esserci comunque) sui diffusori.
Un'altra fissazione di molti audiofili è quella che l'amplificatore, così come un motore a scoppio, necessiti, di tanto in tanto, di una bella "tirata" al massimo. Ora, se è vero che in un motore a scoppio tale procedura aiuti a distruggere eventuali residui carboniosi che si depositano - ad esempio - sulle candele, causa di una guida prevalentemente cittadina stop-and-go, in un amplificatore la procedura di "spurgo" - come la chiamava un mio amico - è superflua, talvolta persino dannosa. Portare l'ampli al massimo, una volta ogni tanto, non è una pratica né sana né intelligente ed andrebbe evitata. Come si dice est modus in rebus... ovvero ogni cosa va fatta con giudizio. Se volete ascoltare ad alto volume, fatelo, magari dopo un buon preriscaldamento, ma non perchè poi l'ampli suonerà "meglio".
Infine, una delle più diffuse paranoie, la durata di
un amplificatore.
Occorre innanzitutto dividere in due casi: ampli a transistors ed ampli a valvole.
Nel primo caso la durata non è un problema. Tenuti lontani da umidità
e polvere gli amplificatori (o pre e finali) a transistors possono durare qualche
decina d'anni senza seri problemi. Al più, si avrà un decadimento
delle prestazioni dei condensatori ed una leggera ossidazione dei contatti e
delle piste dei potenziometri. Un utilizzo più o meno intenso dell'amplificatore
non ha conseguenze sulla durata, è solo il tempo ad agire, non necessariamente
i cicli di lavoro.
Per un eventuale ripristino di condizioni operative ottimali vi consiglio il
già citato articolo su come restaurare
un vecchio amplificatore.
Per quanto riguarda gli apparecchi a valvole il discorso è
un po' diverso, visto che i tubi a vuoto tendono ad "esaurirsi" nel tempo. Tuttavia,
se le valvole fossero presenti solo nello stadio pre, la loro durata è
di norma pari alla vita media di un apparecchio HiFi, mentre se fossero sullo
stadio di potenza esse sarebbero sottoposte a maggiori stress e quindi ad usura
più precoce.
È difficile indicare una vita media, in quanto ogni circuito ed ogni
valvola fanno storia a sè. Capire quando è il momento di sostituirle
non è banale. Diciamo che se all'ascolto si comincia a percepire un certo
decadimento sonoro... quel momento potrebbe essere giunto. Un prova-valvole
(a disposizione presso i tecnici riparatori di radio d'epoca, ad esempio) è
un possibile strumento d'indagine di gran lunga più affidabile.
Non c'è comunque ragione per preoccuparsi anzitempo poichè normalmente
le valvole, nella peggiore delle ipotesi, durano per svariati anni di utilizzo
intenso.
Tenere permanentemente acceso un amplificatore per averlo sempre
"pronto" per suonare al meglio è una pratica piuttosto diffusa tra gli
audiofili, ma non sempre raccomandabile. Da una parte è vero che si evita
lo stress ai circuiti causato dall'accensione... d'altra parte - specie con
le valvole - la vita media dell'apparecchio potrebbe ridursi.
Nel caso di alte polarizzazioni degli stadi finali (Classe A) la pratica è
assolutamente sconsigliabile. In fondo, mediamente, un apparecchio comincia
a entrare in temperatura dopo circa mezz'ora di utilizzo... credo sia un tempo
d'attesa sufficiente per chiunque. Tenete conto che lasciare permanentemente
acceso l'ampli non lo farà COMUNQUE suonare al meglio. Infatti, normalmente,
lo stand-by azzera solo la prima mezz'ora di attesa ma poi fino al raggiungimento
delle ottimali condizioni operative l'apparecchio necessita di suonare per davvero
prima di stabilizzarsi definitivamente. Ho riscontrato che con molti amplificatori
tale tempo si attesta sulle due ore, ma ogni apparecchio fa storia a sè.
Nella prossima puntata vedremo quali siano le più comuni paranoie riguardanti l'incolumità degli altri apparecchi della catena HiFi.
Prima Puntata: le paranoie sui rumori
Seconda Puntata: altri rumori e sindrome da upgradite
Quarta Puntata: i guasti dei lettori CD
Quinta Puntata: i guasti dei diffusori
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