Gli audiofili non sono persone mentalmente stabili e basta un
nonnulla per farli cadere in depressione, far scattare una crisi di upgradite
(malattia cronica con fasi acute che spinge a sostituire apparecchi più
frequentemente della propria biancheria intima) e far dimenticar loro che, in
fondo, un impianto HiFi è solo un mezzo per ascoltare - godendosela -
la Musica.
In questa serie di articoli cercherò di passare in rassegna le più
comuni e frequenti paranoie che puntualmente assalgono l'homo audiophilus.
Una delle paranoie più frequenti riguarda il rumore proveniente
dall'impianto stereo, sia dai singoli apparecchi che dai diffusori.
Cominciamo dunque a chiarire un punto chiave: gli apparecchi HiFi FANNO RUMORE,
anche quelli da 500 milioni. Si tratta di apparecchiature elettroniche sotto
tensione, quindi possono presentare vari tipi di rumore: dal ronzio del trasformatore
d'alimentazione al rumore dei circuiti per finire con il rumore che INEVITABILMENTE
aggiungono al segnale musicale, rumore (ronzio, fruscio, quel che vi pare) che
sarà dunque udibile direttamente dalle casse.
Poi ci sono altri tipi di rumore, quelli generati dall'esterno:
parlo di cavi che captano trasmissioni radio come se fossero antenne e di disturbi
transitori (tipo TAC e TOC) che vengono iniettati nell'impianto da altri apparecchi
domestici come frigoriferi, lavatrici, pompe di calore, ecc.
Vediamo di analizzare ognuna di queste cause di diturbo, proponendo, OVE POSSIBILE,
qualche rimedio.
Rumore tipico degli appparecchi
Tutti gli apparecchi HiFi sono dotati di un trasformatore di alimentazione,
un dispositivo che serve a portare la tensione di alimentazione da 220 V a quella
richiesta dai circuiti.
I trasformatori d'alimentazione, chi più chi meno, RONZANO, a volte in
maniera impercettibile, altre volte in maniera consistente. Questo NON SIGNIFICA
che siano guasti e/o da sostituire. Qualora il ronzio fosse così forte
da essere udibile anche ad un paio di metri dall'impianto... beh, solo allora
forse sarebbe il caso di portare l'apparecchio in assistenza o, qualora vi dilettiate
con cacciavite e pinze, si potrebbe intervenire nei modi seguenti: controllare
innanzitutto che le viti che assicurano il trasformatore allo chassis dell'apparecchio
siano ben serrate. Eventualmente, stringerle un po' potrebbe aiutare (ma senza
esagerare!).
Ancora, potrebbe essere utile interporre delle rondelle di gomma tra il trasformatore
e lo chassis, riavvitando poi il tutto. EVIDENTEMENTE, tutte queste operazioni
vanno fatte non solo AD APPARECCHIO SPENTO ma anche COMPLETAMENTE SCOLLEGATO
dalla rete.
La 220 volts uccide, non dimenticatelo. Qualora non vi doveste sentire abbastanza
sicuri, NON INTERVENITE!
La paranoia del trasformatore, come la chiamo io, è quella che
porta persone apparentemente sane di mente ed altrimenti equilibrate a incollare
l'orecchio sull'apparecchio acceso per "sentire" il rumore del trasformatore
o dei circuiti, sussurrando anche un patetico "dimmi 33".
Mettetevi l'anima in pace, OGNI APPARECCHIO HiFi, sottoposto a questa prova,
emette rumore (e non è escluso che vi sussurri, per tutta risposta, un
"ma vaff!!!"). Se proprio vi dovesse PIACERE sentire quanti e quali rumori un
apparecchio HiFi produce, dotatevi di uno stetoscopio
e trascorrete in sua compagnia le vostre serate ;-).
Altra paranoia supplementare è quella io chiamo la paranoia
del bump. Mi spiego: molti amplificatori, per ragioni che spiegherò
tra un attimo, all'accensione inviano alle casse un forte transiente, un BUMP
piuttosto sinistro ed allarmante che fa muovere i woofers violentemente causando
un brivido gelido nel malcapitato audiofilo.
Ebbene, non ci crederete, ma tutto ciò è assolutamente NORMALE
e tutt'altro che dannoso.
Molti amplificatori, per minimizzare il numero di componenti sul percorso del
segnale, non fanno uso del relais di inserzione ritardata degli altoparlanti
ovvero di un dispositivo che collega gli altoparlanti soltanto quando l'ampli
è stato acceso e posto nelle condizioni ideali di funzionamento. In pratica,
li connette dopo un paio di secondi che voi premete il tasto d'accensione.
Alcuni che ne fanno uso, presumibilmente perchè le costanti di tempo
sono calcolate male, presentano comunque il fatidico "bump", anzi ne hanno due:
uno all'accensione, che si sente sugli altoparlanti, ed un secondo distanziato
di qualche istante, una sorta di "click" proveniente dall'interno dell'amplificatore.
In ogni caso non si tratta di rumori dannosi a meno che l'amplificatore non
abbia qualche altro difetto, il "bump", di per sè, è normale.
Una cosa che potete fare per ridurre al minimo l'entità del transiente
è mettere il volume a zero ogni volta, su qualche amplificatore funziona.
Altro stratagemma per evitare (stavolta del tutto) il "bump" è quello
di sconnettere l'uscita altoparlanti nel caso l'amplificatore lo preveda (cioè
se c'è un selettore che permette di inserire la coppia A o B, ad esempio).
Il trucco quindi è: sconnettere gli altoparlanti tramite il selettore,
ad esempio posizionandolo su B o OFF, accendere l'amplificatore e successivamente
connettere gli altoparlanti.
Un tecnico capace dovrebbe essere in grado di aggiungere al vostro ampli un
relais per l'inserzione ritardata delle uscite, ma, francamente, io eviterei.
Ho convissuto da sempre con amplificatori col "bump" e non si è MAI rotto
nulla.
Infine, la presenza del "bump" non è sintomo di qualità (alta
o bassa). Significa semplicemente che il progettista ha ritenuto superfluo (e
forse dannoso) aggiungere il relais, oppure ha risparmiato tutto il risparmiabile.
Amplificatori commerciali - pure di ottima fama audiophile - che presentano
il "bump" si trovano tra i Rotel, i NAD, i primi Naim Nait, i vecchi Sansui
e chissà quanti altri ancora.
Rapporto segnale/rumore di un apparecchio
Questa è una grandezza, che si misura in dB, che sta ad indicare quanto
rumore l'apparecchio aggiunge "di suo" alla Musica. Tale numero "dovrebbe" essere
- preferenzialmente - alto perchè ciò significherebbe che
il segnale (la Musica) è molto più forte del rumore.
Per capirci, un rapporto S/R (o S/N - signal/noise, in inglese) di 100 dB significa
che il rumore introdotto dall'apparecchio sulla Musica riprodotta è 100
dB al di sotto di questa. Rapporti più bassi (50 dB o meno) non sono
da considerare indice di apparecchio mal costruito, per fortuna non si giudica
la bontà sonora di un HiFi da quanto è silenzioso. Già
60 dB di rapporto segnale/rumore sono sufficienti a garantirci un ascolto PRIVO
di disturbi.
Non giudicate MAI un apparecchio dal suo rapporto segnale/rumore, fareste un
grosso errore. Molti apparecchi a valvole, anche di gran pregio, sono piuttosto
rumorosi ma ciò non toglie che siano estremamente musicali.
Il rumore di cui si parla NON PROVIENE DALL'APPARECCHIO, ma dai diffusori, quindi
è PERFETTAMENTE NORMALE che, accostando l'orecchio agli altoparlanti,
ANCHE IN ASSENZA DI MUSICA, si possa sentire del fruscio o del ronzio, e può
anche essere che uno dei due canali (destro o sinistro) sia più rumoroso
dell'altro.
Anche in questo caso, usate il buonsenso: se il rumore non è UDIBILE
in posizione d'ascolto - cioè ad un paio di metri dalle casse - potete
dormire tranquilli. Inspiegabilmente, insieme alla paranoia del trasformatore
convive quella degli altoparlanti, in articolare dei tweeters (la paranoia
dei tweeters).
Non si capisce bene il perchè, ma gli audiofili trovano incredibilmente
sexy ed eccitante attaccare l'orecchio al tweeter (col rischio di danneggiarlo)
per sentire il fruscio e poi poter esclamare "Si sente!" e conseguentemente
correre a sfogliare gli annuari ed i cataloghi alla ricerca di un apparecchio
migliore che "frusci" di meno e/o scrivere alle riviste di HiFi con l'annosa
questione "Attaccando l'orecchio al tweeter sento un fruscio, è normale?"
SI, È NORMALE. ACCIDENTI è N O R M A L E !!!!!!!!!!
Anche negli impianti da centinaia di milioni succede lo stesso, state sereni.
Rumori dal mondo esterno
Un impianto HiFi, per via dell'elevata sensibilità dei suoi circuiti,
è soggetto ad influenze dal mondo esterno, sia dall'etere (trasmissioni
radio, cellulari, ecc.) che dalla rete elettrica domestica. Nel primo caso sono
i cavi a funzionare da antenne e gli accorgimenti da seguire potrebbero essere
vari (anche se difficilmente DEFINITIVI).
Si comncia ad usare cavi ben schermati (per le connessioni tra apparecchi) un
po' migliori di quelli forniti di serie, poi si può tentare di minimizzare
l'entità del fenomeno SPOSTANDO gli stessi cavi, facendo seguire percorsi
diversi, possibilmente evitando contatti o vicinanze eccessive con cavi di alimentazione,
cavi video, ecc.
Altra possibilità consiste nell'utilizzo di anelli in ferrite intorno
ai cavi. Avete presente quei salsicciotti che sono intorno al cavo della stampante
o del monitor del vostro computer? Ecco, quelli sono anelli in ferrite e servono
per eliminare disturbi ed interferenze.
Si trovano nei negozi di ricambi elettronici, su cataloghi tipo RS o Maplin,
oppure li potete estirpare da un vecchio cavo per computer. Si dovrebbero posizionare
alle estremità del cavo "colpevole" del ronzio (normalmente si tratta
di cavi di segnale) e sperare che la cura non sia peggiore del male. L'effetto
delle ferriti non è, infatti, sempre benefico ai fini del suono, si tratta
di provare e valutare caso per caso.
Ultima cosa da considerare (o prima, a seconda dei punti di vista) sono i famigerati
loop di massa o ground loops. In pratica, se più apparecchi nel vostro
impianto fossero dotati di pin centrale di terra (una spina a tre pin, cioè)
è possibile che si instauri un "circolo vizioso" (un "loop" o anello,
appunto) che potrebbe generare rumore o ronzio.
In tal caso si potrebbe tentare di scollegare la terra di tutti gli apparecchi
(intervenendo sulla spina) TRANNE uno (normalmente l'amplificatore o il pre).
Uno deve essere sempre connesso a terra per ragioni di sicurezza.
L'argomento è vasto e complesso, richiederebbe una trattazione ben più
estesa (per altro ottimamente fatta diversi anni fa dalla rivista cartacea Audioreview),
qui ci siamo limitati ad alcune indicazioni di massima che dovrebbero aiutare
nella maggior parte dei casi.
Altri rumori dall'esterno sono quelli che i nostri amati elettrodomestici
iniettano nella rete elettrica quando si accendono (frigo, condizionatore, luci
di casa, alogene, ecc.).
Esistono almeno due tipi di soluzioni semplici: la prima è quella di
collegare l'impianto HiFi alla linea "luce" del vostro impianto elettrico domestico.
Normalmente nelle case sono presenti due linee: quella "luce" che serve l'illuminazione
e quella "servizi" che gestisce gli elettrodomestici. Collegando l'impianto
stereo alla linea luce si riescono a minimizzare i fastidi introdotti dagli
elettrodomestici.
Ove ciò non fosse possibile, potrebbe essere una buona idea utilizzare
un buon filtro di rete a monte
della ciabatta che alimenta l'impianto stereo o, nei casi peggiori, su ogni
elettrodomestico colpevole.
Cavi di alimentazione speciali ed altri tipi di filtri più sofisticati
dovrebbero aiutare nei casi più disperati.
Termina qui la prima puntata dedicata alle paranoie degli audiofili. Nelle successive esamineremo insieme - sarà un po' come guardarsi allo specchio - altri aspetti legati alla convivenza con un impianto stereo. Si parlerà ancora di "rumori", ma anche di "upgradite" e di altri sinistri malesseri che affliggono l'audiofilo.
Seconda Puntata: altri rumori e sindrome da upgradite
Terza Puntata: i guasti delle amplificazioni
Quarta Puntata: i guasti dei lettori CD
Quinta Puntata: i guasti dei diffusori
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