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La manutenzione degli LP

Nell'articolo Come scegliere i dischi abbiamo già osservato quanto sia importante la qualità del disco, CD o LP che sia, ai fini di un buon risultato all'ascolto.
Nel caso degli LP il problema più grosso è riuscire a conservare nel tempo la qualità dell'incisione.
Il disco in vinile è per sua natura piuttosto delicato, anche se meno di quanto ci abbiano sempre fatto credere, e la polvere e lo sporco in generale sono, oltre a un utilizzo scellerato in giradischi mal regolati, i suoi più grandi nemici.

La sistemazione del vinile

La prima cosa da imparare è il modo migliore per conservare gli LP nei nostri scaffali.
Logica vuole che la sistemazione migliore sia quella che causa meno stress meccanico ai dischi, ovvero quella perfettamente verticale.
Mettere i dischi uno sopra l'altro è il modo migliore per distruggerli.
Infatti il peso non indifferente di ogni LP (una media di 200 grammi compresa la copertina) va a gravare su quello immediatamente sotto di esso e se pensate ad una pila di 100 LP capite subito che i primi devono sopportare un peso di svariati chili (dai 20 ai 30 kg).
Questo peso poi è tutt'altro che uniformemente distribuito in quanto ogni LP ed ogni copertina sono diversi tra loro, fatto che provoca una distribuzione di carichi sbilanciata con conseguente patatizzazione dei dischi più sottoposti a stress o più delicati.
Il termine patatizzazione, come i più vispi di voi avranno intuito, viene dalla forma che il disco assume dopo simili trattamenti: quella di una patatina fritta :-)

Come far suonare un disco patatizzato

Far suonare bene un disco deformato è compito davvero difficile anche per i migliori giradischi: le ondulazioni della superficie provocano continue variazioni della forza d'appoggio della puntina con aumenti notevoli in fase di salita ed alleggerimenti, se non veri e propri "atterraggi", in fase di discesa (pensate alle montagne russe).
Aggiungiamo a questo gli ovvi problemi di mistracking (cattivo tracciamento). Questo comportamento porta rapidamente al danneggiamento dei solchi e della puntina stessa se non addirittura al deterioramento del cantilever e dell'equipaggio mobile del pick-up.
Se avete un disco patatizzato non c'è molto che possiate fare.
Una delle cure, seppure non definitiva, è quella di utilizzare dei clamp per giradischi ossia dei pesi da poggiare sul perno che schiaccino l'LP ondulato contro il piatto spianandolo.
Alcuni di questi clamp premidisco funzionano solo per gravità, sfruttando il proprio peso, spesso notevole, per spianare il disco mentre altri si fissano a pressione o per avvitatura (sui perni predisposti) tipo il The Pig della See che è il clamp che io utilizzo regolarmente.
Uno degli inconvenienti di siffatti aggeggi è che la loro applicazione, specie per quelli "a gravità", è particolarmente stressante per la sede dove ruota il perno, vero cuore del giradischi.
Occorre dunque prestare molta attenzione nel loro utilizzo in quanto rischiamo, magari anche solo con una mossa brusca, di rigare o deformare la sede del perno, il che equivarrebbe a buttare alle ortiche il nostro amato giradischi.

Un'altra possibilità è quella fornita da alcuni giradischi di alto livello che dispongono, di serie o come optional, di una pompa aspiratrice che ha il compito di risucchiare l'aria da sotto l'LP, incollandolo letteralmente al piatto.
Il sistema è efficace e solo il suo alto costo ne ha limitato fortemente la diffusione.

Occorre inoltre tener presente che alcuni piatti ed alcuni tappetini sono stati progettati appositamente per funzionare senza alcun tipo di clamp. Un esempio famoso è il tappetino in sughero Ringmat del quale potrete trovare una descrizione per l'autocostruzione nel Tempio del Tweaking.

Recuperare un disco patatizzato è un compito difficile almeno quanto riuscire a farlo suonare decentemente.
Nelle pagine del Tempio del Tweaking troverete un sistema spianadischi piuttosto casereccio, economico e facile da realizzare per tutti.
La sua efficacia non è tuttavia miracolosa ed aiuta a risolvere problemi di patatizzazione non troppo seri.
Per i casi più gravi occorrerà mettersi l'anima in pace: il vinile è un materiale antipatico e dispettoso che si ricorda dei dispetti che gli facciamo ed è molto difficile farglieli scordare.
Esperimenti di audiofili disperati che hanno tentato di cuocere in un forno a microonde il proprio vinile dopo averlo messo, ben pressato, in mezzo a due dischi di vetro hanno dato risulati alterni. Talvolta la cottura ha funzionato, altre volte è stata un disastro.
Se volete provare ricordatevi di utilizzare la temperatura più bassa possibile, incrementandola se il risultato non vi dovesse soddisfare.
Anche il tempo di cottura è fortemente variabile a seconda dei casi.
Non è uno scherzo, so di gente che l'ha fatto per davvero proprio come extrema ratio, nel tentativo di salvare il salvabile.

L'elettricità statica

Il vinile ha la simpatica caratteristica di caricarsi di elettricità statica molto facilmente: il semplice scorrere della puntina nei solchi o le manovre di inserimento nella custodia sono sufficienti a far accumulare sulla sua superficie una notevole quantità di elettricità.
Questa è dannosa per due motivi: uno, ben conosciuto da chi in casa si occupa di spolverare i mobili, è che un corpo carico elettrostaticamente attira con estrema facilità la polvere. L'altro motivo sta nel fatto che le cariche elettrostatiche causano piccoli problemi di lettura dei solchi, talvolta dando origine a fastidiose scariche che disturbano l'ascolto.
Le soluzioni possono essere varie, a partire dai liquidi antistatici speciali per finire con spazzole particolari che utilizzano il nostro corpo per ridistribuire le cariche elettriche accumulatesi sul disco.
L'utilizzo di buste in carta di riso per proteggere i dischi è senz'altro consigliabile ed aiuta a minimizzare l'entità del fenomeno.
Come spiegherò più avanti, sono invece piuttosto contrario all'utilizzo di liquidi speciali sui dischi.
Spesso, anche se esistono molte eccezioni, la cura è peggiore del male e con l'uso tali prodotti formano una patina all'interno dei solchi difficile da rimuovere che può condizionare negativamente la lettura stessa del disco.

La pulizia del vinile

È impossibile evitare che un disco si sporchi. Lo stesso ruotare mentre suona attrae la polvere che inevitabilmente si depositerà dentro i solchi.
Oltre ad una attenta opera di prevenzione dobbiamo tentare di pulire i nostri dischi arrecando il minor danno possibile.
Un sistema efficace, ma delicato, da applicare in casi particolarmente difficili, è il lavaggio.
Questo può avvenire in proprio con mezzi casalinghi oppure in negozi che dispongano di opportune macchine lavadischi (VPI o equivalenti).
In casa si può procedere in diversi modi ed ogni audiofilo ha la sua ricetta segreta.
Troverete un certo numero di ricette segrete nella rubrica Tempio del Tweaking.

L'utilizzo di liquidi speciali per la pulizia di dischi è da valutare con estrema attenzione e solo se si tratta di prodotti dalla comprovata efficacia. Il pericolo è infatti quello che alcune delle sostanze che costituiscono il liquido si depositino, a lungo andare e talvolta per volontà stessa di progetto, sul fondo dei solchi rovinandoli irrimediabilmente.
Per questo motivo i migliori liquidi lavadischi sono prodotti estremamente "soft" essendo costituiti principalmente da sostanze innocue (acqua demineralizata, ad esempio) e da uno o più solventi di tipo volatile come l'alcool.

Se non siamo abbastanza coraggiosi da intraprendere la strada del lavaggio o se i nostri dischi non ne hanno urgente necessità possiamo procedere alla pulizia periodica, prima e dopo ogni ascolto, tramite spazzole o sistemi equivalenti.
Sono molto in voga delle spazzole in fibre di carbonio, capaci di penetrare in profondità all'interno dei solchi. Tali spazzole dispongono spesso di un manico in materiale conduttivo che permette, grazie anche alla conducibilità delle fibre, di scaricare l'elettricità statica.
Un'alternativa alle spazzole sono i rulli. Io da anni e con grande soddisfazione ne utilizzo uno molto particolare che ora - dopo tanti anni - è nuovamente disponibile sul mercato: il Nagaoka Rolling Cleaner.
Questo rullo è costituito da una gomma morbida particolarissima, adesiva, ma rigenerabile. In pratica stacca dai solchi la polvere che così rimane incollata alla superficie del rullo, esattamente come il leva-pelucchi adesivo per abiti.
Quando la gomma è tanto sporca da perdere le sue proprietà adesive la si insapona, si sciaqua sotto l'acqua corrente ed è pronta all'uso come se fosse nuova.
Dopo anni di lavaggi le proprietà adesive e la morbidezza di questo stranissimo materiale sono rimaste inalterate.

In qualsiasi modo eseguiate la pulizia dei vostri LP accertatevi che le buste che li ospiteranno siano pulite e che il tappetino del giradischi non abbia accumulato elettricità statica e polvere che inevitabilmente si trsferiranno al disco successivo.
Ricordo che il modo migliore per pulire un tappetino in feltro è l'aspirapolvere, utilizzando l'accessorio dalla bocca più piccola possibile. Evitare qualsiasi forma di lavaggio se non volete sperimentare di persona la provenienza del termine "infeltrire" :-)

Conclusioni

Come ho già avuto modo di dire altrove, parlando di giradischi, il fatto che gli LP dopo 10 ascolti siano già da buttar via è una leggenda da sfatare.
Basta disporre di un buon giradischi, ben regolato, di una puntina in buone condizioni che legga i solchi in modo ideale e tenere i dischi puliti per godere del loro suono per tantissimo tempo.
Possiedo dischi che utilizzo per le prove d'ascolto, sentiti e risentiti tantissime volte, magari sempre lo stesso brano, che continuano a suonare bene, che non saltano e non scricchiolano.
Ho alcuni CD che invece sono quasi illeggibili, magari a causa di un piccolo ed apparentemente insignificante graffio radiale.
Il segreto vero del tenere puliti e sempre in perfetta forma in nostri LP è evitare che la polvere vada a depositarsi in fondo ai solchi.
Un'operazione di pulizia maldestra ed eseguita con strumenti inadatti può anche fare questo genere di danno.
Esattamente come la riparazione di una motocicletta eseguita con gli attrezzi sbagliati (cfr. Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta).

© Copyright 1997 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

 

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