iFi iTube

[iFi iTube pre amp/buffer]

Il Vaso di Pandora o trucchetti hi-fi?

[English version]

Prodotto: Pre amplificatore iFi iTube
Produttore: iFi - Cina
Distribuito in Italia da: ProAudio Italia
Costo: 299€ (YMMV)

Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicato: Febbraio, 2014
Traduttore: Raffaello Bellano

Un po' di tempo fa ho recensito un notevole DAC USB dell'iFi, notevole in quanto rappresentava un importante passo avanti nella qualità del suono rispetto ai precedenti DAC USB. È quindi emerso come l'iDAC faccia parte di una serie di prodotti molto simili nell'aspetto e progettati per lavorare insieme. In questa recensione darò un'occhiata all'iTube, un pre amplificatore valvolare che è molto di più di un ulteriore stadio di amplificazione e al Gemini D-H, la soluzione proposta da iFi per un cavo USB.

Inizierò con l'iTube che mi è giunto nel medesimo lussuoso imballo dell'iDAC e sembra molto somigliante al suo compagno. Le dimensioni sono (Alt. x Largh. x Prof.): 28mm x 68mm x 158mm. Sul pannello frontale sono presenti la manopola del volume e due commutatori. Il pannello posteriore ospita due coppie di connettori RCA per un ingresso ed un'uscita entrambi analogici. Avendo poco spazio tanto sul frontale quanto sul pannello posteriore, la presa dell'alimentazione è spostata sul fianco, questa è fornita da un alimentatore a muro.

[iFi iTube pre amp/buffer preset DIP switches] iFi paragona l'iTube a un coltellino tascabile dell'Esercito Svizzero, ossia una raccolta di strumenti in un piccolo contenitore, e questa è una buona analogia. È più di un semplice pre amplificatore o un buffer, sebbene svolga quelle funzioni molto bene impiegando un circuito a valvole (basato sulle General Electric 5670) quasi miracolosamente nascosto nel piccolo involucro. Se si richiede il guadagno di un pre amplificatore l'iTube può essere configurato per offrire guadagno, ma se questo non è necessario allora si comporterà come un buffer, ossia nessun guadagno. È possibile scegliere la modalità di funzionamento disponendo opportunamente gli switch DIP posti sul pannello inferiore. In modalità buffer l'impedenza di ingresso è di 1 M ohm, se settato come pre amplificatore 100 K, entrambi sufficientemente elevati per assicurare che non vi sia incompatibilità di impedenza all'ingresso qualunque sia l'apparecchio collegato. Questo è un apparecchio versatile e grazioso ma vi è molto di più.

L'iTube contiene due circuiti addizionali inseribili. Uno, chiamato Digital Antidote Plus® dovrebbe "re-equalizzare, le dure e risonanti sorgenti digitali che sono causa della fatica di ascolto". Il secondo denominato The 3D HolographicSound® è un sistema dedicato ad ottenere dalla musica un maggiore effetto tridimensionale, ed è basato su di un'idea sviluppata negli anni '30 da Alan Blumlein. Non è difficile notare l'ironia di un apparecchio progettato per lavorare in un sistema digitale del 21mo secolo che ritorna alle valvole ed a una teoria degli anni '30 per gran parte del progetto, ma nell'Hi-Fi noi sappiamo che molta della "vecchia" tecnologia ancora lavora perfettamente. Comunque si afferma che il sistema 3D HolographicSound® dovrebbe compensare il modo in cui ascoltiamo il suono e nel far ciò migliorare la percezione del palcoscenico sonoro e i vari componenti di esso come gli strumenti musicali.

L'iTube ha anche un controllo del volume analogico per coloro che preferiscano usare questo come alternativa al controllo digitale presente in un computer. Comunque, qualora non richiesto, quel controllo può essere escluso (selezionando la modalità buffer). Chiaramente lo sforzo progettuale per questo iTube è stato notevole allo scopo di offrire quanto più possibile, ma senza aggiungere una eccessiva e non necessaria confusione nel percorso del segnale. Spero di aver coperto ogni aspetto di questo ingegnoso apparecchio, è possibile leggere una descrizione più esaustiva sul sito di iFi.

Naturalmente una cosa è sembrare capace altra è essere capace, come recita il vecchio detto: "È un buon vecchio gallo, ma non depone uova". Allora, come si comporta realmente l'iTube? Sembrerebbe ragionevole accoppiarlo con l'iFi iDAC per questa recensione, sebbene io lo abbia provato anche con il Miniwatt n4 ed un vecchio lettore CD. Ho utilizzato alcuni amplificatori e il mio familiare MS Pageants insieme ad una coppia di Alacrity Audio Caterthun 8's.

Da dove cominciare? Bene l'iTube è un apparecchio Hi-Fi molto trasparente, sia che lo si impieghi come pre amplificatore sia che lo si usi come buffer sia anche, infine, aggiungendo gli "effetti" la musica resta chiara, volendo usare una parola più appropriata, incontaminata. Avere il controllo del volume all'interno del circuito potrebbe essere lievemente percepito, ma bisogna ascoltare con molta attenzione, così non è necessario preoccuparsi che questo possa aggiungere una sensazione spiacevole alla musica, non è questo il caso. Affermo ciò perché quando si imbocca un percorso così lungo per ottenere dalla sorgente un suono "bit-perfect", sembrerebbe strano inserire qualcosa nella catena audio che "sporchi" quel segnale e posso affermare che, in nessuna delle configurazioni che ho provato, ho percepito qualcosa di distorto.

[Il pannello posteriore dell'iFi iTube pre amp/buffer con i connettori di ingresso e di uscita]

iFi sostiene una filosofia che aggiunge "suono valvolare" ad un sistema, personalmente concordo con quanto da loro affermato. L'inserimento di valvole generalmente rende il suono "più "dolce" da ascoltare, e in qualche sistema, ad esempio in quelli che utilizzano amplificazioni in classe T / classe D, direi che uno stadio valvolare a monte sia obbligatorio. Non ho utilizzato uno stadio valvolare fra l'iFi DAC e i monoblocchi Gainclone ed ero quindi indeciso se l'iTube potesse fare molta differenza. Al contrario con il Virtue Audio Sensation, amplificatore in classe D, chiaramente ho preferito il suono con l'iTube in configurazione di buffer valvolare. Non ho veramente sentito la necessità di un guadagno maggiore ma ho variato il settaggio a +6db con il solo fine di scoprire se vi fosse una qualche differenza che non fosse il semplice "fino a che volume il sistema potesse suonare". Con l'eccezione del mio commento sul controllo del volume non vi fu una differenza udibile nella qualità sonora fra il modo pre amplificatore con guadagno e quello buffer senza guadagno.

Spostandosi ora sulle impostazioni del 3D, ho iniziato con il selettore nella posizione centrale, ossia con il circuito escluso. Muovendo il selettore nella posizione inferiore non si è evidenziata alcuna variazione immediata ma dopo un certo tempo (e diversi inserimenti del circuito) ho percepito cosa stesse accadendo. Il palcoscenico è meno compresso, in particolare le basse frequenze sono meglio diffuse. Da questo derivano tre diversi effetti: in prima battuta ho avuto la sensazione che l'effetto 3D percepito fosse incrementato. Con ciò non voglio significare che il fronte sonoro fosse più profondo, ma che ogni elemento in esso fosse più "rotondo" che piatto. Come secondo aspetto gli strumenti risultavano posizionati in maniera più aperta e come terza caratteristica, e questa divenne più evidente al crescere del materiale ascoltato, la batteria, in particolare la grancassa si evidenziò maggiormente, non in un modo invasivo ma quel tanto che bastava per incrementare il piacere complessivo di qualsivoglia cosa stessi ascoltando, dando quella sensazione di presenza viva alla musica. È anche necessario aggiungere che l'effetto del circuito 3D è maggiormente percepibile al crescere del volume di ascolto.

Ho delle casse da scrivania per il mio PC principale ma esse sono attive ed economiche, così ho predisposto una soluzione alternativa con un Bantam Audio class-T amp e delle piccole casse Pioneer che erano presenti sul mio banco prova da alcuni anni. La qualità sonora di queste casse non è elevata ma il sistema, con l'iTube naturalmente, mi ha permesso di sperimentare cosa il circuito 3D possa esprimere nell'ascolto ravvicinato. In questo caso il selettore era posizionato sulla posizione superiore; forse a causa della posizione di ascolto molto prossima agli altoparlanti l'effetto si è immediatamente percepito. Il palcoscenico si è allargato, l'immagine è diventata più nitida e i bassi più fermi e leggermente più pieni. Ancora, questo beneficio non è stato ottenuto a spese della trasparenza, o di qualcosa che suonasse "non del tutto correttamente".

Proseguendo nella prova del Digital Antidote Plus circuit (DAPC) ho trovato molto più difficoltoso percepire delle differenze e, prima di proseguire, è necessario ricordare come esso sia stato progettato per operare principalmente con i lettori SACD, sebbene possa essere impiegato con qualsiasi sistema digitale. Noto per eliminare l'asprezza digitale, questo circuito è probabilmente insostituibile su impianti digitali cosiddetti minori poiché in questi giorni sto scoprendo che non vi è quasi alcuna "asprezza" in un sistema di buon livello. L'impianto (computer e Hi-Fi) che impiegavo al tempo della prova di questo circuito utilizzava l'eccellente Stabilizzatore di corrente James Audio che già di per sé stesso rimuove molto riverbero dal suono. Controvoglia ho escluso lo stabilizzatore sostituendolo con una semplice presa multipla a 6 ingressi e ho nuovamente acceso il sistema. Ora ho percepito che il DAPC stava apportando più di un miglioramento, sebbene fosse qualcosa di cui voi non vi sareste accorti sino a che non vi fosse stato fatto notare espressamente. Con la speranza di sottoporre il DAPC ad un vero test ho tirato fuori il mio vecchio Philips CD723 e l'ho collegato all'iTube. WOW - Non avevo ascoltato il CD723 per un lungo periodo ma questo mi ha fatto comprendere quanto cammino abbia fatto la riproduzione digitale negli ultimi 15 anni! È sufficiente affermare che non sono stato tentato di liberarmi di molti dei miei vecchi CD, ma la prova ha dimostrato come il DACP lavori più efficacemente in queste condizioni di quanto faccia se collegato ad una sorgente digitale migliore. In breve quanto beneficio il DACP potrà apportare dipenderà molto dalla sorgente utilizzata e dalla qualità dell'alimentazione. Ora è possibile tornare all'analogia con il coltellino dell'Esercito Svizzero; questo è un apparecchio la cui presenza potrebbe non essere richiesta ma che è disponibile qualora questo sia necessario, in circostanze diverse. In ogni caso, similmente al circuito 3D, l'effetto del DACP è più chiaro al crescere del volume. Ho trovato possibile incrementare il volume senza la minima sensazione di affaticamento, in altre parole potrei ascoltare ad un livello molto più elevato senza che ciò divenga poco confortevole (per questa ragione ho lasciato attivato il selettore del DACP per tutto il tempo della prova).

A mio avviso l'iTube "fa ciò che è scritto sulla scatola". Lo stadio a valvole aggiunge piacere all'esperienza di ascolto, la musica è semplicemente più rilassante e piacevole da ascoltare. L'opzione 3D è qualcosa che ho lasciato sempre attiva perché mi piaceva il fronte sonoro, particolarmente la gamma bassa più piena, ed il maggior realismo che poteva fornire. Anche la versatilità è benvenuta se, come me, si volesse impiegare una vasta gamma di amplificatori e diffusori o semplicemente si desiderasse utilizzare l'iTube in sistemi differenti. Ha lavorato senza malfunzionamenti durante il lungo processo di ascolto e, nonostante l'ampia gamma di opzioni, l'installazione è semplice così come l'utilizzo anche se questo è un apparecchio che impone la lettura del manuale delle istruzioni. Sono certo che vi saranno alcuni puristi che mugugneranno (o chiederanno i danni) all'idea del Digital Antidote Plus® e del 3D HolographicSound® ma il fatto è che fanno il loro lavoro e, a mio parere, migliorano l'esperienza di ascolto; il secondo in misura maggiore. Tutto ciò rende l'iTube praticamente unico (almeno alla data di questa prova); così, vorrei dire a tutti quelli che sono alla ricerca di un miglioramento al loro sistema: provate l'iTube. Sono certo che resterete piacevolmente sorpresi e a quel prezzo ha molte possibilità di configurazione. Un ultimo punto che non sarebbe necessario sottolineare ma che io voglio evidenziare: l'iTube difficilmente farà suonare bene un impianto Hi-Fi scarso, così se avete un problema con il vostro, ponete prima rimedio a quello quindi provatelo.


iFi Gemini D-H cavo USB

[iFi Gemini D-H USB cable]

Un altro cavo USB?

Nome del prodotto: Cavo USB Gemini.
Produttore: iFi - Cina
Distribuito in Italia da: ProAudio Italia
Costo: versione da 0.7 metri 179€; versione da 1,5 metri 249€


Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicata: Febbraio, 2014

Sì (o forse no?) vi sento dire - un altro cavo USB? Sembra che la produzione di cavi USB "da boutique" possa diventare la norma per i costruttori di DAC USB di alto livello, così diamo un'occhiata ed ascoltiamo quello prodotto da iFi (Lucio non gradisce le recensioni dei cavi su TNT così spero di non incorrere in guai per questa).

È naturale comparare il Gemini con il cavo USB U-Craft della KingRex. A parte il colore, si somigliano molto fino ai connettori di alluminio. Entrambi giungono splendidamente confezionati ed entrambi svolgono lo stesso compito, ossia separare le linee del segnale e dell'alimentazione, contenere le interferenze delle onde radio (RFI) e facilitare l'alimentazione di corrente da una diversa sorgente come batterie o un alimentatore separato. Un bonus a favore del Gemini è che giunge con un adattatore così da poter essere utilizzato non soltanto dal loro DAC USB (o da qualsiasi altro che utilizzi una presa USB di tipo B) ma anche da quei DAC che abbiano una presa USB di tipo A come ad esempio l'hiFace DAC o il convertitore USB, Devilsound DAC, etc.

Nel comparare il Gemini con l'U-Craft, la prima reale differenza che ho notato è stata che i due conduttori rimangono separati fino all'ultimo filtro RFI che è adiacente al connettore USB che si collega al DAC. L'ultimo metro dell'U-Craft ha i due distinti conduttori nuovamente combinati nel medesimo cavo, cosa che ancora oggi non comprendo. Proseguendo nel confronto fra Gemini e U-Craft: i cavi del Gemini hanno entrambi sezione rotonda, e sono decisamente flessibili, rendendo molto più semplice il posizionamento e meno probabile lo spostamento degli apparecchi a cui siano collegati. I connettori in lega di alluminio sono molto simili a quelli presenti sull'U-Craft e si afferma che forniscano schermatura così come rigidità. Oltre ai connettori schermati Gemini aggiunge non uno bensì tre "Filtri RF modulabili appositamente progettati per fornire la più ampia protezione senza compromettere il segnale USB". Infine il cavo Gemini aderisce alla specifica dei 90 ohm per il protocollo di trasmissione USB, esibendo una deviazione dell'ordine dell'1% dai 90 ohm prefissati misurata da un capo all'altro (ossia l'insieme connettore + cavo). Con riguardo all'aspetto estetico il Gemini sembrerebbe più maturo confrontato con l'aspetto piuttosto ostentato dell'U-Craft ma certamente quale fra i due sia più attraente è lasciato al gusto personale.

[iFi Gemini plugged into iDAC and thead supplied USB adapter.] Nell'uso il Gemini si rivela nettamente migliore rispetto a un cavo USB standard, ma così come con l'U-Craft, non posso onestamente affermare che io l'abbia abbia trovato significativamente migliore del cavo dell'Elijah Audio che ho ascoltato in questa recensione del convertitore hiFace. Naturalmente questo è un cavo costruito molto meglio, con la schermatura RFI e forse, se l'RFI fosse stata un problema nella mia abitazione, avrei potuto notare la differenza ma onestamente io posso riportare solo ciò che ho udito. Un altro fattore che potrebbe influenzare le prove di questo tipo di apparecchiatura è l'eccellente stabilizzatore James Audio che utilizzo nei miei ascolti. Ovviamente migliore è l'impianto, e se è meglio alimentato, suonerà meglio e più difficile sarà ottenere ulteriori miglioramenti. Così per inserire dei fattori distorsivi ho rimosso lo stabilizzatore e ho collegato tutti gli apparecchi ad una normale ciabatta multipresa del genere che è possibile trovare presso qualsiasi negozio di componenti elettrici per pochi euro. Il riverbero che lo stabilizzatore rimuove era tornato e ora usando il Gemini o l'Elijah Audio con un'alimentazione separata il miglioramento era più avvertibile. Comunque, ad essere totalmente onesti, ancora non riuscivo a percepire una differenza fra i due cavi (il Gemini e l'Elijah Audio).

Non è mia intenzione sminuire il Gemini. Ritengo che sia progettato meglio che l'U-Craft (in quanto i cavi di segnale e dell'alimentazione sono tenuti separati quasi sino alla terminazione che si collega al DAC), i cavi sono più flessibili, perciò più facilmente utilizzabili ed il prezzo è "solo" di 255 sterline qui in Gran Bretagna per la versione più lunga (1,5 metri) da comparare con l'U-Craft dal costo di oltre 500 sterline, ossia il doppio. La versione più corta (da 0,70 metri) del Gemini costa 165 sterline contro le 66 del cavo Eliah Audio (ancora più corto) ma la qualità della costruzione è chiaramente superiore ed è amplificata dalla schermatura RFI non presente nell'Eliah. Sempre considerando l'Eliah Audio, ed ho avuto l'opportunità di usare il loro cavo per molti mesi senza problemi, non sembra che possa sostenere molte manipolazioni come il Gemini. Certamente al prezzo della versione più corta (e perché non sistemare il vostro DAC più vicino al PC?) sono felice di raccomandarlo. Possiamo utilizzare questo paragone: qui ho un orologio economico che mi fu dato come premio in una vendita per corrispondenza. È molto preciso. Un amico possiede un Rolex da migliaia di sterline, anch'esso molto preciso. Dovremmo forse sconsigliare il Rolex solo per via del prezzo superiore? No perché molto di più è presente nel Rolex in termini di lavoro e di materiali, ed è così che io vedo il Gemini (che viene assemblato per la maggior parte a mano) Avesse avuto il prezzo dell'U-Craft non lo raccomanderei, ma considerando il lavoro speso nel fabbricarlo penso che il prezzo sia equo.

Dovrei solo aggiungere che mentre utilizzavo il Gemini in connessione con l'alimentatore Paul Hynes SR3-05, l'iFi iDAC, l'iTube e le casse Caterthun 8, ho ascoltato quello che considero l'impianto Hi-Fi dal suono migliore in termini di dettaglio, tono e trasparenza sino a questa data. Certamente il Gemini non inficiava questa sensazione ed è probabilmente uno di quei componenti di un sistema Hi-Fi che è maggiormente apprezzato quando posto in un impianto di categoria superiore.

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