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Amplificatore Loth-x Ji300b Single Ended

Troppo bello per essere vero?

[English version]

Prodotto: Amplificatore integrato Single Ended Ji300b
Produttore: Loth-x - Korea
Prezzo approssimativo: 11,000 Euro/$
Recensore: Geoff Husband - TNT-Audio France
Recensito: Settembre, 2002

[ampli a valvole Loth-x Ji300]

Introduzione

La lussuria è uno dei sette peccati capitali, ma anche il divertimento non è da meno... Quando ho scoperto che Loth-X aveva introdotto un amplificatore integrato dopo il leggendario triodo WE300B, che fu il partner logico per i miei Polaris Loth-X, ho cominciato ad esserne interessato. Vedendo le immagini dello stesso ed alcune recensioni iniziali ho cominciato ad avere l'acquolina in bocca. Così dopo aver aperto il pacco che mi è stato recapitato a casa mi sono trovato davanti ad una confezione non troppo piccola ma molto pesante (22 kg!) 

Costruzione

Il rimuovere il Ji300 dal relativo imballaggio è stato così emozionante e ricompensante come avevo sperato. Gli amplificatori a valvole hanno per loro natura un vantaggio verso i loro rivali a stato solido, le sole valvole luccicanti meritano una seconda occhiata, ma molti sono anche oggetti di design, spesso una lastra di alluminio o dell'ancor più affascinante legno, è sovrapposta ad uno chassis di alluminio. Il Ji300 si compone di una serie di piastre lavorate di alluminio. La misura ed il rivestimento sono così vicini alla perfezione che non se ne vede la differenza ed il superbo design si mostra solido, senza fronzoli inutili dai quali tanti sono attratti. Le leve di comando, due, sono fatte in solido alluminio e danno l'impressione di dover controllare un caveau di una banca, ma sono anche così fantastiche da usare.

Io so che molti di voi vedranno tutti questi particolari come irrilevanti, "è il suono che conta", ma se io devo investire il prezzo di una piccola utilitaria in un amplificatore mi aspetto che sia senza macchia e costruito per impressionare. Mi va bene se il 20% del costo totale di questo amplificatore sia dovuto al suo aspetto. Guardate le immagini e decidete voi...

Oltre al design ci sono ovviamente le valvole, le genuine GE300b e due coppie di 5965 e di 5687. Non esiste nessun dispositivo di copertura delle valvole e questo è fantastico da un punto di vista visivo, ma mi stupisce che in questo mondo ossessionato dalla sicurezza, in cui gli spinotti a banana da 4mm sono visti come potenzialmente mortali, che un fornitore possa ottenere di esporre le valvole che potrebbero uccidere se qualcuno ci dovesse cadere sopra. Io mi assicurerei che tali amplificatori fossero posti ben lontani dai bambini, ma quanto spesso li avete visti mostrare luccicanti delizie sul pavimento alle esposizioni e nei negozi?

Naturalmente questo è un progetto 'Single-ended', puro. Non commenterò la costruzione interna poichè sono ignorante e a differenza dello chassis non posso dire nulla fino a quando l'ampli suona bene e continua a farlo. Il sito del Loth-X fornisce così tanti particolari tecnici nel caso foste così interessati che vi consiglio di darci uno sguardo, tutto questo mi impressiona visto che i trasformatori d'uscita sono stati placcati in argento e gli attenuatori da 400 euro non sono certo di serie nei vostri amplificatori medi : -) Un particolare importante è l'esistenza di 5 ingressi che comprendono anche ed un tape loop. [Loth-x Ji300 all'interno]

L'uscita è di soli 8 watt per canale, più di 1000 dollari a watt : -) Ma come qualcuno ha detto una volta "gli amplificatori 'single-ended' possiedono il primo watt". Siccome le mie Polaris hanno bisogno di solo 1 watt per produrre 104db ad un metro, la sonorizzazione della stanza d'ascolto è difficilmente un problema...

La qualità del suono

Per prima cosa una nota veloce sulla compatibilità. Il Ji300 è stato esaminato con il suo partner più naturale, le Polaris, dal costo paragonabile. Con un'efficienza che difficilmente richiede più di un watt e con un carico perfetto per l'amplificatore, una gamma intera di variabili è stata rimossa. Gli amplificatori high-end, specialmente 'single-ended', sono delle bestie nervose ma qui il Ji300 stava giocando in casa. Inoltre aveva a sua disposizione una fonte dal prezzo ancora una volta comparabile, l'insieme Orbe/SME4/Dynavector Drt-1, in modo che la scena fosse preparata per qualcosa di spettacolare - sebbene sospetto che il Loth-x Aida, dal prezzo simile, sarebbe stato un partner ancora migliore vista la complementarità dei prodotti (ma sto andando troppo avanti). Comunque, sono stato raramente così eccitato quando aspettavo le prime note da un componente in prova.

Ho lasciato deliberatamente l'amplificatore acceso per un giorno prima di ascoltarlo, non volevo che la mia prima impressione potesse essere alterata da un amplificatore freddo. Su questo amplificatore l'interruttore di accensione è nascosto nel pannello posteriore, questo è stato fatto per essere lasciato sempre acceso e prima che cominciate a preoccuparvi dell'effetto di questo sulla durata delle costose 300b, ricordatevi che è la scossa di commutazione da spento in acceso (espansione e contrazione) che provoca la maggior parte dei danni, così come una lampadina solitamente 'schiocca' quando viene accesa.

Continuando con l'ossessione di ottenere la buona 'prima impressione' ho anche lasciato acceso lo stadio phono (il Black Cube SE a quel tempo) ed infine ho fatto funzionare lo stilo per due lati di un LP prima di far scattare il selettore degli ingressi nella giusta posizione e lasciar cadere lo stilo sulla mia registrazione più preziosa - sheffield labs direct-cut di 'King James'.

Spettacolare? Oh sì : -) gli amplificatori 'single-ended' sono caratterizzati dalla chiarezza dei medi, effetto che qui mi ha lasciato senza parole con l'atmosfera e l'ambienza della chiesa gettatami direttamente in faccia. Un soundstage enorme ed un livello del particolare, non solo un bit qui e là, ma uno strato intero chiaramente udibile. I membri supplementari con gli ottoni, la differenza 'nelle mani' sul pianoforte, la definizione nel basso e la sua posizione nello spazio, ero letteralmente senza fiato. L'equilibrio si era alterato significativamente dal mio Audion. Non solo i medi erano diventati trasparenti, avevano riempito la scena sonora, mancavano però del mio Audion il calore ed il peso dei bassi, il corpo sui cimbali e la cornetta.

Così il Ji300 era speciale, ma non era facile inserirlo senza problemi nel mio sistema.

La prima cosa ovvia è stata quella di spostare indietro le Polaris verso la parete posteriore, questa ha alzato i bassi ed ha aggiunto un po' del calore mancante. Ho anche provato con diversi cavi per il collegamento con le casse, il Sonic Link Horizon ma si è dimostrato evanescente - duro e congestionato (aveva funzionato bene con i miei IPL's), il Solid Core Origin (migliore), prima di tornare nuovamente al mio favorito, l'FFRC di TNT. Ho giocato con vari cavi di segnale, per scegliere finalmente gli argentati Audionote, ma a questo livello era necessario ottimizzare qualcosa di più fondamentale. Fortunatamente avevo 4 ingressi phono con cui giocare e da settare per il Graham Slee Era Gold/Elevator (si veda la recensione per i particolari) una sorpresa dato il suo prezzo ma tuttavia piacevole.

I doveri del CD sono stati fatti dall'Audionote Zero, anch'esso con la filosofia 'medio-trasparente-sopra-tutto' a detrimento del Ji300's, ma un buon lettore. Ed a proposito di CD, il mio favorito in questo momento è una copia di un bootleg di Prince (The Unreleased Master) che sembra fare il giro dei fornitori di Hi-Fi e 'di quelli che sanno'. Su questo CD, le tracce 5 e 6 ('undertaker') sembrano non essere toccati dalla compressione e suonano come se fossero state incise direttamente dal mixer. La traccia (5) si apre con un tamburo che viene battuto con sempre maggiore violenza mentre aumenta il volume. Con il Ji300 l'attacco e l'impatto di questo sono stati straordinari, poi la stanza si è completamente riempita del suono della chitarra elettrica. La voce di Prince era quella di un gigante nella stanza. Verso la fine del brano Prince comincia a girare per la stanza, facendo turbinare le corde della sua chitarra elettrica in ogni dove. Alla fine della traccia ero già in iperventilazione...

Così una recensione piena di iperboli sfavillanti. Ma non tutto è così semplice...

Spero che perdoniate un 'copia incolla' di un paragrafo della recensione delle mie Polaris

"Nessun altro diffusore ha evidenziato una simile differenza tra un CD player caldo ed uno freddo; stessa cosa per le testine del giradischi su cui ho fatto suonare un lato di un disco prima che il Dynavector XV-1 fosse pronto. Ma su questo punto non potete biasimare le Polaris per dirvi la verità. A me hanno evidenziato le caratteristiche del cablaggio dell'impianto e mi hanno fatto capire che la qualità della corrente elettrica è migliore durante la notte della domenica che durante il resto della settimana."

Ora sostituite "diffusore" con "amplificatore" e "Polaris" con "Ji300" ed avrete il bandolo della matassa. L'insieme di questi due componenti così trasparenti analizza i dettagli microscopici presenti in ogni incisione.

L'ascoltare il Cd dei Pretenders 'Last of the Independents' (compratelo...) un cd veramente superbo più che la solita compilation, mi ha rivelato una spazialità ed una acustica straordinaria che ho dovuto fermarlo prima che arrivasse alla fine. 'Like a prayer' di Madonna, una registrazione che ho sempre considerato buona, suonava duro, compresso e spigoloso. la resa dei particolari era incredibile, non mancava nulla, ma non potevo rilassarmi, o ancor più importante, non riuscivo a perdermi nella musica. La mancanza del calore e del peso dei bassi aveva lasciato tali registrazioni 'completamente nude'.

'Time out' di Brubecks ascoltato subito dopo, a garanzia di una grande registrazione, ha riportato lo spazio, il suono dello studio, il particolare. Mettere sul Cd Naim 'Rebel soul' di Ken Saratoga è stato impressionante, ancora una volta la stessa storia, spazio, atmosfera, particolare, velocità. La magia era ritornata.

Ormai stavo cominciando a diventare sempre più depresso. Piuttosto che essere seduto davanti alla Musica, ero seduto davanti ad un sistema velenoso pronto a lanciare la sua ascia contro ogni disco, sia che fosse un Cd o un vinile. Le registrazioni che io consideravo buone ma non eccezionali spesso erano inascoltabili, specialmente se erano inclini a suonare tropo aperte, la compressione applicata al pop ed al rock moderno mi lasciava con il cuore infranto.

Ma questo cimitero di registrazioni inascoltabili, o di prestazioni deludenti si estendeva anche alla musica Classica (si anche io ho qualche disco di musica classica, circa 300). Per esempio ho due copie di 'Planets' di Holst. Mi piacciono entrambi, suonano decisamente bene, è un tipo di musica molto in voga ai giorni nostri. Una copia è della Halle condotta da James Loughran nel 1975. Orribilmente sanguinante - compresso, spigoloso, con pochissimo calore e con un soundstage quasi inesistente. Mettendo su l'altra mia copia, Bernard Hermann che conduce LPO nel 1970, ho ottenuto un suono molto più pieno, più caldo e più grande. L'ingegnere di registrazione sapeva bene quello che stava facendo, purtroppo Hermann non lo sapeva e fece una prestazione veramente scarsa, 'Mars' suonava come una marcia funebre di una piovosa domenica pomeriggio più che come una marcia di soldati. Così dovrò iniziare la ricerca di una copia migliore, se non la migliore in assoluto, quanti LP's dovrò comprare prima di averne uno che renderà giustizia all'accopiata Ji300 e Polaris?

Ed inevitabilmente, il mio periodo e gusto musicale preferiti, gli anni 60, il rock degli anni 70 e 80 è quello che ne soffre di più. I Dire Straits suonano in maniera stupefacente, Sting riesce a creare una atmosfera interessante, il suono dei Led Zeppelin è accativante, 'Dark side of the moon' formicola, ma con questo sistema è come se 'Pet Sounds' fosse il suono di una porcilaia, 'Let it bleed' non si tocca, Chuck Berry non suona e via discorrendo con questa tragedia.

Alla fine della recensione ho ricollegato il mio vecchio Audion e con un senso di sollievo ho riascoltato i mie vecchi bistrattati dischi. Mi sono rilassato e mi sono perso nell'ascolto della cara vecchia musica dimenticandomi delle performance del mio sistema. Ero diventato sicuramente conscio dell'editing che era stato fatto sulle registrazioni, ma è un qualcosa con cui dovrò convivere.

Conclusioni

Il Ji300, specialmente quando usato in combinazione con dei diffusori molto rilevatori, è troppo buono per la maggioranza dei dischi in mio possesso. Per un audiofilo che è pronto a cercare le migliori registrazioni di musica classica, le registrazioni DECCA degli anni 60, Red Labels, FFRR e via discorrendo allora il ji300 riuscirà a farvi ascoltare ogni piccolo particolare inciso. Idem per coloro che ascoltano le registrazioni dell'età d'oro del jazz e del blues (dovreste ascoltare Nina Simone). Ma io ho ottenuto il meglio dal Ji300 quando dovevo impressionare qualcuno con delle vecchie registrazioni impeccabili. Tutti ne rimanevano estasiati, ma bastavano 2 minuti di ascolto di un disco che non fosse perfetto almeno al 90 per cento per chiedermi di cambiare musica. Per la mia personale collezione di dischi preferisco ascoltare con l'Audion, che mi fa dimenticare che essi siano meno dettagliati, più lenti, meno aperti e più colorati e dopo il Ji300 appena un po' più noiosi, ma tutto questo non cambia le cose.

impianti usati

© Copyright 2002 Geoff Husband - http://www.tnt-audio.com

Traduzione italiana ed HTML: Danilo Ronchi

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