Prodotto: Diffusori da supporto Pure 'S'
Produttore: Trivox - Germania
Costo: circa 4500 Euro
Recensore: Geoff Husband - TNT Francia
Data di pubblicazione: Dicembre, 2007
Traduzione: Roberto Di Paola
Provare dei diffusori è sempre estremamente interessante, perché fino a quando non li avete connessi non saprete affatto come essi suoneranno. E non solo, confrontando diffusori diversi, le differenze soniche sono generalmente molto evidenti. Non è necessario pesare le parole come quando si cerca di descrivere lievi sfumature tra due lettori CD (cosa che detesto). No, quando si tratta di casse, si può scrivere in scioltezza poiché casse diverse suonano in modo molto diverso.
Per la stessa ragione, per i venditori i diffusori acustici sono i prodotti più facili da piazzare: non c'è alcun bisogno che essi si affannino tentando di far sentire all'acquirente quelle lievi sfumature. Possono limitarsi a far ascoltare tutti i diffusori commutando il segnale da una coppia all'altra finché il cliente non trova il bilanciamento tonale e la presentazione a lui più graditi.
Effettivamente però, non è che sia tutto così semplice: quelle lievi differenze tra due sorgenti potrebbero essere proprio quelle che, dopo qualche settimana, renderanno felice un utente oppure gli faranno vendere l'impianto per comprare un bello schermo piatto. D'altro canto, le grosse differenze tra diversi diffusori scemano con il passare del tempo, quando le orecchie si abituano ad un certo bilanciamento. Ecco il motivo per cui un diffusore fondamentalmente squilibrato (come una tromba) potrebbe far "rabbrividire" al primo ascolto, mentre dopo un periodo di adattamento, potrebbe rivelare qualità alle quali diventa difficile rinunciare. Potete fare la prova a casa vostra. Prendete una coppia di casse che ritenete siano brillanti e sostituitele alle vostre che giudicate equilibrate. Inizialmente saranno difficili da ascoltare, ma abbiate pazienza, date loro una settimana di tempo, e successivamente tornate alle vostre. A quel punto, molto probabilmente, i diffusori che vi piacevano tanto vi sembreranno terribilmente noiosi. Tuttavia se quel paio di diffusori suonavano troppo brillanti a causa di una gamma alta distorta, essi continueranno a suonare troppo brillanti – le orecchie non si abitueranno mai.
Devo dire che nonostante ciò, l'orecchio si adatta molto bene ad un certo sbilanciamento tonale ed ai picchi relativamente dolci, se avete un diffusore con un picco di 10 db in un intervallo di frequenze molto ristretto, l'orecchio tenderà a prendere quell'intervallo come riferimento. Ciò che sto cercando di dire, seppur in maniera contorta, è che quella della curva di risposta in frequenza piatta è l'ultima delle preoccupazioni in un progetto di diffusore acustico (specialmente perché bisogna sempre tenere conto dell'influenza che l'ambiente avrà in tale parametro), perché per ottenerla bisogna scendere a compromessi in altre "aree". L'espediente più comune per forzare un diffusore ad esibire una curva di risposta in frequenza piatta è quello di adottare un crossover molto complesso, però spesso introduce problemi di fase e perdite tali da rendere quel diffusore scarsamente dinamico. Io non condanno necessariamente tutti i diffusori di questo tipo, anzi, alcuni tra essi sono stati prodotti di successo. Questa filosofia - che caratterizzava il "suono BBC" - ha dettato legge in molti paesi. Oggi però, un numero sempre crescente di costruttori comincia a dissentire: essi producono diffusori radicali che puntano su altri parametri relativi alla performance piuttosto che sulle più elementari misure tecniche.
Trivox è una di quelle aziende che cercano di produrre diffusori un po' diversi dal solito. In particolare, alla Trivox ritengono opportuno utilizzare il trasduttore principale per coprire la porzione più ampia possibile dello spettro audio senza mettere in mezzo un crossover. Personalmente sono un fan di questa tipologia di diffusore da molto tempo. In questo caso, Trivox impiega il trasduttore principale con un crossover con pendenza del II ordine, ma con taglio a 7000 Hz. La maggior parte dei diffusori a due vie hanno un punto d'incrocio dei driver attorno ai 3000 Hz, giusto dove si trova un'enorme quantità di musica. Proprio nel bel mezzo dello spettro di frequenze in cui si esprimono le voci femminili ci saranno due altoparlanti sostanzialmente differenti che devono accoppiarsi, mentre il segnale è costretto ad attraversare metri di filo e banchi di condensatori. Le Trivox riproducono tutte le fondamentali della musica tramite un unico trasduttore. In cima al diffusore c'è un altro trasduttore che può essere definito supertweeter e serve solo per la riproduzione delle frequenze altissime. Detto così sembra facile, ma sebbene la maggioranza dei driver per i medi può arrivare a riprodurre i 3000 Hz, per riprodurre i 7 kHz servono coni molto rigidi e leggeri, un magnete potentissimo ed un assemblaggio curatissimo. Il trasduttore principale delle Pure S è progettato e realizzato in proprio dalla Trivox, il cono è da 170mm in carta con un sistema d'azionamento bello grosso, ed anche il telaio è davvero ben fatto. Progetti di tal genere sono tutt'altro che a buon mercato... Il supertweeter è installato sopra il diffusore in un guscio lavorato. Questo guscio d'acciaio inossidabile aggiunge una massa sostanziale in una zona critica, costituisce la camera in cui lavora il tweeter, e permette di spostarlo avanti e indietro di 25mm circa, dando la possibilità all'utente finale di ottimizzare la risposta in fase nel punto d'ascolto. Anche questo altoparlante è prodotto in casa ed è un'unità con cupola morbida. Il crossover, di semplice fattura, è anch'esso realizzato in casa ed adotta condensatori di fabbricazione britannica, gli unici componenti non tedeschi.
Tutto ciò è molto interessante, ma la cosa che rende le Trivox davvero diverse è il cabinet. Magnificamente fatto con strati incollati (5 x 4mm), la forma è ispirata al tamburo africano noto come djembé. Mio figlio possiede uno di questi tamburi ed il volume acustico prodotto da un diaframma relativamente piccolo è impressionante. Lo utilizzo anche come grancassa nella banda di mia moglie – il gruppo dei Trognos Coulos famosi in tutto il mondo – e si tratta di una membrana da 10" :-)
Si narra che i due uomini che stanno dietro al progetto Trivox, Gernot Grabosch e Daniel Erlemann, erano persi nel caos dello studio quando hanno notato anche la potenza di questi tamburi. Un paio d'ore dopo, avevano già ritagliato la pelle dal tamburo e montato un trasduttore al suo posto. Il resto – come si dice - "è storia".
In sostanza, la forma è quella di una scatola con un'apertura, tuttavia, al di là di ciò, il bello è che ricorda, in certi punti, una tromba o una linea di trasmissione. Io dubito che la risposta in frequenza sia simile a quella di un mobile standard con lo stesso volume e le stesse dimensioni dello sbocco. In aggiunta questa forma eliminerà virtualmente le riflessioni che dal cabinet tornano al cono, e l'intera struttura è rigidissima. Non contenti, alla Trivox hanno aggiunto una sfera di legno sul magnete del trasduttore principale per controllare ulteriormente il flusso d'aria.
Questi diffusori relativamente piccoli arrivano con i loro stand dedicati ai quali vengono fissati rigidamente con dei bulloni. L'intero sistema è assemblato e rifinito in maniera impeccabile in ogni sua parte – come sarebbe lecito attendersi a questo prezzo - con un'ampia gamma di impiallacciature disponibili...
Ultimamente ho evitato di recensire diffusori perché sono così abituato alle mie trombe, che le preferisco a qualunque altro tipo di diffusore io abbia ascoltato. Aggiungeteci il fatto che spostarle non è proprio semplice - spero mi capiate... Comunque, Norbert Lehmann mi ha detto che questi qui erano proprio notevoli, così, alla fine, ho ceduto.
Prima di tutto ho fatto quello che faccio di solito: ho proceduto con le misurazioni nel mio ambiente d'ascolto e con la mia attrezzatura rudimentale. Il risultato in asse ad un metro di distanza era una gamma media decisamente in avanti: 6 db attorno ai 1.5 kHz. Questa gobba nella risposta, in ogni caso, era molto dolce (si vedano i primi paragrafi). L'attenuazione del basso era rapida dai 200 Hz in poi. Era un risultato non male, ma spostandosi nella stanza, con i diffusori ad un metro dagli angoli, ambedue alimentati, la risposta era davvero eccellente. L'effetto degli sbocchi posteriori, che si era perso ad un metro in asse, ora rinforzava il basso così che alla fine i diffusori esibivano misure di +/-3 db piatti da 80 a 4000 Hz, un risultato assolutamente stupefacente; quel tipo di risposta che mi sarei aspettato più che altro da un prodotto più convenzionale. Il basso sotto i 60 Hz calava molto rapidamente, ma dopo tutto stiamo parlando di piccoli diffusori da supporto. Non solo, essi sono sembrati altamente efficienti e facili da pilotare. Quindi, almeno in questo caso, con mezzi non convenzionali è stata ottenuta una buona curva di risposta in frequenza.
Le Pure S sono state inserite nel mio impianto con i miei finali Opera 300b SE da 15 Watt (potete leggere la recensione cliccando qui, n.d.t.). Perdonatemi se mi son preso la libertà di utilizzare solo le mie annotazioni scritte nella prima sessione d'ascolto...
King James – Sheffield Labs direct to disc - "Lieve 'debressione', buona immagine, molto chiare, ambienza buona, molto coerenti, basso un po' leggero e asciutto, voce armoniosa – nessuna risonanza,"
Simply Red – Sad old Red - "Basso molto regolare, buoni cimbali, buone voci, colpi di charleston ben gestiti, molto buone in generale. Buone voci, dinamica spaventosa per un piccolo diffusore"
Caro lettore, le prime impressioni d'ascolto ti
daranno sensazioni forti, e riveleranno già il 90% del carattere di questi diffusori. C'è un pizzico di colorazione, una specie di depressione tipica dei coni in carta, specialmente in certe voci femminili, che si riduce con il tempo. Le ottave più basse sono inevitabilmente attenuate, ma caspita, questi diffusori suonano musica in un modo che vi lascia senza fiato. Non voglio esagerare e generalizzare, ma la dinamica delle Pure S supera quella di cui sono capaci molte grosse torri da pavimento. In più, le Trivox hanno un piccolo cabinet a bassa massa, il che si traduce in una risposta fulminea agli impulsi, i grossi diffusori non riescono a fare altrettanto. Ciò significa che molti dei dettagli mascherati dal calore di certi mobili o ammorbiditi dai crossover, in questo caso, giungeranno interamente a voi.
Sono sicuro che alcuni, ad un primo ascolto, troveranno la presentazione delle Pure S troppo in avanti. Date loro tempo ed essi saranno capaci di ridefinire quelle che sono le vostre priorità. A quel punto è molto probabile che i vostri attuali diffusori suoneranno pachidermici... Diversi largabanda che ho ascoltato riescono in cose simili, ma si trattava di trombe o qualcos'altro di "non convenzionale" – non ho mai ascoltato niente del genere da diffusori in cabinet standard.
Potrei parlare del loro gran sound stage, chiaramente dei cabinet piccoli e rigidi sono qualcosa di molto vicino ad una sorgente puntiforme, tuttavia non sarà questo a stupirvi all'inizio; piuttosto sarete rapiti dalla loro incredibile dinamica unita all'immensa chiarezza. L'altra faccia della medaglia è il basso non proprio viscerale, ma potete far fronte a questo problema con l'aggiunta di un subwoofer; però bisogna che ne prendiate uno molto veloce e costoso. Giacché servirà al massimo per la prima ottava, la sua integrazione con questi diffusori non sarà difficile. Nel mio caso un REL Stadium ha svolto il lavoro alla grande, ma devo ammettere che non ho avvertito quasi mai la necessità di una gamma bassa più profonda, neanche quando l'ho scollegato. Tra l'altro, il sub vi fa perdere alcuni dei vantaggi di queste casse, ovvero la loro semplicità di posizionamento in ambiente e la loro capacità di farsi accettare (alcune delle impiallacciature disponibili sono proprio belle), al punto che mia moglie ha cominciato ad insinuare a denti stretti la possibilità di sostituirle alle mie monolitiche trombe Loth-x Polaris, così che lei potesse tornare a godere di un pezzetto di soggiorno.
A dirla tutta, posso condividere il suo punto di vista, perché per la prima volta ho sentito dei piccoli diffusori darmi il suono grande che cerco. Certamente suonano più in avanti ed esili delle Loth-x, e non riescono a generare l'impressionante fronte sonoro di cui sono capaci le grosse trombe, ma per la maggior parte del tempo che hanno trascorso con me, le Trivox mi hanno fatto un gran bene.
Ma ancora una cosa. Avevo pilotato le Pure S con degli ampli valvolari molto costosi; dopo aver sostituito questi con il Lehmann Stamp (un amplificatore digitale da 20 watt), quasi tutte le caratteristiche di questi diffusori sono rimaste intatte, ad una frazione del costo. Certamente si era persa un po' di dolcezza e di finezza, ma il palco virtuale era persino più largo – senza dubbio si tratta di un bel sistema considerata la spesa.
I Trivox Pure 'S' sono diffusori insoliti e quindi non per tutti. Sono realizzati quasi interamente in proprio dal costruttore in Germania e ciò fa inevitabilmente lievitare i costi; per la stessa cifra potete comprare delle torri da pavimento di buona fama e con un carattere più facile. Tuttavia, in termini di dinamica, velocità del basso, qualità della gamma media e coerenza d'emissione, solo pochissime tra le torri sopra citate riescono ad avvicinare le prestazioni delle Trivox Pure S. Aggiungete a queste qualità la facilità di pilotaggio, l'ottima realizzazione e le finiture, ed ecco che questo sistema di diffusori da supporto si può considerare un prodotto d'eccellenza. Il mio unico consiglio è che se siete abituati a diffusori più mainstream dovreste ascoltare questi Pure S a lungo in modo da permettere alle vostre orecchie di adattarsi alla loro personalità. Non sono affatto delle casse da acquistare a scatola chiusa, ma io le ho adorate...
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