Costruttore: Dynavector - Giappone
Prezzo: approx 3500 Euro
Autore: Geoff Husband - TNT France
Recensione: Giugno, 2005
Traduttore: Roberto D'Agosta
Questo è il secondo 507 che ho avuto nelle mie eccitate mani. Il primo che mi fu spedito due anni fa era un MKI che doveva essere montato sul Loth-X Aida. Sfortunatamente la Loth-X mi mandò il supporto sbagliato e poiché era un massiccio pezzo di acciaio ho potuto fare ben poco per cui continuai la recensione del piatto con un Hadcock 242. Non avendo nulla su cui montarlo (è troppo grosso e pesante per l'Orbe) dovetti ridarlo indietro e un braccio che avevo aspettato molto a lungo mi scappò.
Facciamo perciò un salto all'ultima estate (2004), cioè al periodo in cui la Dynavector ha introdotto il 507 MKII DRT (*) che, insieme a dettagliati miglioramenti, è disegnato per essere più largamente compatibile con diversi piatti essendo più compatto del MKI. La Dynavector me ne ha spedito uno e io ho contattato la Michell per avere un supporto, ma non c'è stato modo che mi permettessero di testare il 507 sull'Orbe! Perché? Il fatto è che l'"oggettino" pesa 3 libbre (1380 grammi) e avrebbe distrutto lo chassis dell'Orbe.
Ma non c'è stato modo che mi arrendessi... Con immensa pazienza da parte della Dynavector, ho iniziato a cercare un piatto che potesse accoppiarsi con questa pesante meraviglia - quindi qualcosa con una solida base di supporto! Et voilà l'Opera Audio ha tirato fuori il bellissimo LP 5.0.
GRANDE! Ma ho scoperto che avevano di nuovo sbagliato il supporto del braccio e avevano messo i buchi nel posto sbagliato! Per cui, come potreste scommettere, l'Hadcock mi è venuto di nuovo in soccorso e mi ha ancora una volta salvato il collo...
Ma io dovevo ancora recensire il 507. L'Opera Audio mi ha spedito un secondo supporto ma - indovinate un po'? - era esattamente uguale al primo... AAAARRRRRGGGGHHHHHH!!!!!
Ero quindi in una situazione abbastanza imbarazzante, la Dynavector stava gentilmente chiedendo cosa stesse succedendo per cui sono piombato nell'officina di mio suocero e bucato il maledetto supporto con le mie mani (OK, lui l'ha fatto, ma io ho guardato...).
Perfetto. Il braccio era alloggiato perfettamente - uh... ma il cavo con la presa DIN esce direttamente dal 507 e il cavo in dotazione aveva bisogno di 70 mm di spazio libero mentre l'Opera ne offre solo 50!
Uomini meno forti avrebbero iniziato a piangere ma io ho un carattere indomito! Avevo una presa DIN libera con il corretto angolo di uscita (da uno SME) che sarebbe stata perfetta. Avete mai saldato una presa DIN? No??? Neanche io! Ho ottenuto solo un pezzo informe di plastica fusa, un buco nel mio maglione e una presa ormai inutilizzabile. Adesso ho iniziato a piangere!
"Niente paura giovane uomo!" gridò Len Gregory (famoso per la Music Maker) "Ti farò uno dei miei cavi con un nucleo solido di argento con una presa SME."
Quell'uomo è un santo (mi diede anche l'Hadcock...).
Quindi dopo otto mesi di attesa, quella meraviglia era finalmente fissata su un piatto e pronta per girare!
Ne sarà valsa la pena?
Se date un'occhiata alla mia piccola introduzione al disegno dei vari bracci non troverete il 507 menzionato. Infatti non è possibile classificarlo in nessuna delle categorie descritte, essendo un modo completamente unico di affrontare i problemi della progettazione dei bracci e cercherò di fare del mio meglio per spiegare le idee dietro la sua costruzione.
Se il solco di un disco fosse perfettamente piatto e scorresse come un nastro su una linea dritta il braccio perfetto sarebbe un blocco di cemento che tenesse la testina completamente immobile. Ma sfortunatamente un braccio deve seguire la traccia del disco e "navigare" le ondulazioni del disco (nessun lp è realmente piatto...).
Su questo pianeta, per quanto ne sappia io, ogni altro braccio che ruoti lo fa intorno ad un unico punto sia per il movimento orizzontale che verticale. I bracci tangenziali hanno solo una rotazione verticale e per tracciare lungo il disco si muovono grazie a qualche altro mezzo (e.g. aria). Il 507 divide le due rotazioni.
Il 507 è in realtà costruito come due bracci. Il primo ruota intorno alla base del braccio e dà solo un movimento orizzontale, il secondo che forma una piccola appendice al primo, dà solo il movimento verticale. In questo caso le fotografie sono meglio della mia descrizione :-) Poiché il primo non applica alcuna forza verso il basso e nel piano verticale è completamente "invisibile" alla testina può essere molto pesante. Ed infatti lo è e probabilmente sarebbe meglio chiamarlo una base: una spessa barra di alluminio a sezione cava (senza risonanze dei tubi), per cui non ci sono assolutamente problemi di rigidità.
Il secondo braccio è lungo solo 85 mm dal punto di rotazione allo stilo e proprio perché è così corto è anche molto leggero e, in questo caso, la corta lunghezza assicura l'assoluta rigidità.
Ma perché preoccuparsi così tanto? Quello che la testina vede è un braccio con bassa massa nella direzione verticale che le permette di seguire le ondulazioni del disco con facilità e l'insieme stilo/cantilever/generatore rimane sempre nell'allineamento ideale invece che essere forzato ad uscirne. Invece in orizzontale la testina vede qualcosa di molto simile al blocco di cemento: una massa effettiva molto grossa che tiene la testina in maniera perfetta nel solco. Questo è possibile perché il braccio non è completamente solido ma permette solo il lento movimento sopra al disco e lo spostamento avanti-indietro con piccole frequenze di oscillazione dei dischi eccentrici. La misura della frequenza di risonanza della Dynavector XX-2 con il 507 ha dato una frequenza orizzontale di 6 Hz e una verticale di 11 Hz confermando la gigantesca differenza di massa effettiva vista dalla testina nelle due direzioni (la frequenza di oscillazione è inversamente proporzionale alla radice quadrata della massa, n.d.T.). Un altro modo di descrivere questi effetti è dire che l'ellissoide di inerzia è un ovale molto schiacciato piuttosto che il cerchio dello SME V.
Si ottengono risultati molto simili se usate un braccio tangenziale. La differenza è che questi bracci necessitano di particolari cure perché il movimento orizzontale richiede pompe ad aria o motori o tutto quell'insieme di piccoli e meravigliosi meccanismi che devono essere sempre mantenuti perfettamente puliti. Il loro movimento orizzontale è qualche volta scattoso perché quelle guide lineari sono molto difficili da mantenere in perfetta efficienza. Il 507 evita tutto questo essendo un più convenzionale braccio che ruota intorno ad un punto. Questo significa che la testina ruota su un arco mentre scorre nel solco del disco e quindi non può dare quel perfetto allineamento che un braccio tangenziale è in grado, teoricamente, di fornire.
L'altra caratteristica condivisa con i bracci tangenziali è quel corto e molto rigido braccio terminale. Esiste, infatti, una scuola di pensiero che sostiene che i vantaggi nella performance di questi bracci sia dovuta fondamentalmente a ciò piuttosto che ad un 'perfetto' allineamento. Se così fosse il 507 avrebbe molti dei vantaggi dei bracci tangenziali senza averne gli svantaggi.
Finora abbiamo parlato della teoria, ma il 507 ha altre sorprese. Lo smorzamento delle oscillazioni è dato dall'induzione elettromagnetica, una piastra di metallo curvata che si muove tra due magneti. L'appoggio del braccio nella posizione di riposo ha un piccolo magnete che corrisponde ad una piccola punta d'acciaio sul braccio principale in modo che quando il braccio torna indietro, raggiunge la posizione di riposo con un "click". Molto bello. Sia l'anti-scivolo che il peso del braccio hanno delle scale di precisione, l'ultima alla fine del braccio principale. L'altezza del braccio può essere regolata "on-the-fly", la levetta non ha un aggiustamento micrometrico ma funziona. E su questo punto gli ossessionati dal VTA dovrebbero cancellare il 507 dalla loro lista (insieme ai bracci paralleli) poiché il braccio terminale molto corto moltiplica ogni piccolo errore per un fattore 3 o 4 rispetto ad un braccio convenzionale.
Una controversa particolarità della progettazione, e uno di quei dettagli che fa risalire le origini di questo braccio agli anni '70, è l'uso di un portatestina smontabile che fa uso di un collare tipo SME. Questi sparirono molto tempo fa poiché aggiungono un punto di giuntura nel braccio, una giunzione nei cavi di segnale, riducono la rigidità e aggiungono delle risonanze. MA sembra che molti usino dei bracci a "bastone" che hanno una giuntura alla fine e questo mi fa pensare che forse il più grande svantaggio di un portatestina smontabile è che aggiunge una certa massa indesiderata proprio alla fine del braccio, incrementando la massa efficace. Questa massa potrebbe essere usata o per irrigidire il braccio o semplicemente eliminata per abbassare la massa efficace totale. Abbiamo già discusso il fatto che il 507 ha una massa efficace bassa, nonostante questo portatestina smontabile, per cui non sembra esserci motivo per eliminarlo e sotto alcuni punti di vista è invece una benedizione.
Per enfatizzare al massimo questo aspetto, il portatestina del 507 pesa 15 gr., è fabbricato da un solido blocco di alluminio. Questo è necessario per fornire abbastanza massa efficace per molte testine MC. Ma pensateci per un minuto, possedete una V15 o qualche altra testina ad altissima elasticità? Semplicemente metteteci un altro portatestina più leggero e abbassate la massa efficace in modo da avere un perfetto accordo. Avendo provato la V15 con il 507 sono stato molto contento di trovare che tutti i problemi che si possono manifestare con bracci ad alta massa come ad esempio saltellamenti della testina appena appoggiata o salti di solco, erano assenti. In realtà con qualsiasi testina, il pesante braccio orizzontale e la superba, leggermente smorzata, leva dell'alza-braccio rendono l'appoggio della testina molto più semplice di qualsiasi altro braccio io abbia provato.
Siamo quindi arrivati alla questione del bilanciamento. Il bilanciamento a zero della forza verso il basso è raggiunto semplicemente inserendo uno dei tre pesi forniti insieme al braccio e facendolo scorrere lungo il supporto smorzato e bloccandolo al punto giusto. Ma c'è un altro contrappeso regorabile. Alla fine del braccio principale c'è un grosso contrappeso quadrato appoggiato dietro il punto di rotazione: questo non ha effetto sulla forza ma aiuta nel caricare con il giusto peso il principale movimento orizzontale. Sopra questo peso, un altro, circolare, è presente che può scivolare avanti ed indietro per bilanciare il peso del gruppo testina/porta-testina. Poiché il braccio funzionerà perfettamente se rimuovete questa massa essa può essere usata per qualcos'altro: per esempio spostandola potrete cambiare la massa orizzontale efficace che la testina vede. OK, questo non è raccomandato ma è qualcosa che si può provare :-)
Come ultimo la finitura. In questo lo SME è, da ormai molti anni, il riferimento. Il Dynavector è il primo braccio che io abbia visto che eguaglia questo standard. Se immaginate lo SME che si muova sul piano dell'alta ingegneria avete un'idea della qualità del 507.
Regolare il 507 è estremamente semplice, la solidità dell'oggetto ispira molta fiducia. Il portatestina rimovibile fa si che il cambio delle testine sia un processo abbastanza piacevole e il piccolo strumento per regolare l'allineamento che si attacca al portatestina (vedete la figura) rende il processo più veloce. Come detto l'appoggio della testina è molto semplice e montato su un piatto con una solida base è molto resistente a botte, rotazioni e camminate. Dopo aver brevemente provato la V15 ho anche usato la Music Maker (bassa massa, alta sensibilità) e le Dynavector XX-2 e DRT-1s (quest'ultima abbastanza pesante da creare qualche problema). Tutte sono state molto "felici" ma la Music Maker, che ogni tanto può essere molto pretenziosa, è stata "estaticamente felice"...
Un problema si è tuttavia presentato. Io uso sempre per fare i test di tracciamento per le testine la traccia a 300 Hz del disco di test HFNRR. Con l'Hadcock la Music Maker passa ottimamente anche le più elevate modulazioni: è la migliore combinazione io abbia mai testato con questo metodo. Con il 507 la performance del tracciamento è stata un po' peggiore. Ho una mia teoria a questo proposito. Nel solco di un disco c'è un profilo a V in cui ogni lato si riferisce ad un canale. Nel caso di alte modulazioni queste superfici esercitano una forza a loro perpendicolare che quando sommate possono dare una notevole forza verso l'alto. Poiché nel disco di test questa forza è costante sospetto che lo stilo sia spinto verso l'alto in opposizione alla bassa massa del piccolo braccio e perda contatto con il bordo del solco. Il piccolo peso della Music Maker non aiuta in questo caso perché con un braccio di così bassa massa la testina ha un impatto notevole sulla massa efficace percepita dallo stilo. La performance complessiva è migliorata usando una forza di tracciamento leggermente maggiore rispetto a quanto avrei usato solitamente, 1.55 gr contro 1.48 gr. La XX-2 ha tracciato leggermente peggio che con il mio SME IV e la pesante DRT-1s ha tracciato allo stesso modo. Tuttavia mai l'errore di tracciamento ha alzato la sua mostruosa testa con della musica quindi questo problema non si dovrebbe presentare nell'uso comune. Vorrei aggiungere che la performance nel tracciare gli ultimi solchi del disco è stata eccellente, un'ulteriore indicazione dell'ottima geometria e del fatto che la testina può lavorare nelle condizioni ottimali.
Se date un'occhiata alle recensioni sull'analogico del sito di TNT vi renderete conto che ho avuto abbastanza bracci in prova: dai veloci, dinamici e dominanti Hadcock e Roksan, dal peso dell'EKOS ai melliflui e naturali Morsiani e Triplanar e devo dire che c'è molta differenza tra uno e l'altro. Inserire il 507 in uno di questi sottogruppi non è semplice.
Prendiamo un pezzo di musica per illustrare questo punto. Tutti hanno sentito 'Mars' di Holst per cui fatemi usare questo brano. Si apre dolcemente con tutti gli archi che suonano insieme. L'Hadcock estrae dal suono degli archi le vibrazioni che emettono quando gli archetti accelerano sopra le corde. Il Morsiani aumenta la scorrevolezza alla fine della prima sezione quando gli archi si innalzano per essere seguiti dalla massima potenza nei bassi di tutta l'orchestra che arriva al climax: a questo punto vorreste avere l'EKOS o forse lo SME per riportare le vostre orecchie indietro. Il 507 fa in modo di combinare tutto insieme. Gli mancano quei piccoli dettagli delle vibrazioni degli archetti ma non vi fa sentire derubati, piuttosto fa in modo che la musica fluisca naturalmente ma quando si arriva ad un stop l'impatto (con la DRT-1s) è molto vicino alla combinazione EKOS/ARKIVA. Non mi sembra che il dettaglio venga perso in nome di una buona dinamica e tutto quanto sta insieme molto bene.
Una cosa veramente molto interessante è che cambiando le testine la differenza musicale percepita è molto maggiore che con lo SME. Con la Music Maker il 507 suona in maniera molto simile all'Hadcock con una presentazione tremendamente pulita e dettagliata molto al di sopra della performance della Music Maker con lo SME. Metter su la DRT-1s produce una performance estremamente fluida con un tremendo controllo su tutte le frequenze fino all'ottava più bassa. Ci sono due modi di guardare questi risultati: o il 507 permette ad ogni testina di esprimersi al meglio sparendo completamente, oppure esagera le differenze tra le due testine in particolare riguardo alla differente massa effettiva verticale che i due setup hanno. Chi può dire quale sia quello giusto? In realtà poco importa poiché queste differenze combinate con la facilità di cambiare le testine fa in modo che la perfetta regolazione del sistema sia particolarmente efficace. Inoltre con entrambe le testine la riproduzione è sempre stata di altissimo livello.
Il senso del tempo del braccio è molto buono senza il passo impressionante del Roksan e non ci sono esagerazioni delle sfumature senza penalizzare nulla. Detto questo, se è proprio necessario caratterizzare la presentazione complessiva di questo braccio, non c'è dubbio che il 507 tenda, soprattutto con le Dynavector, verso il lato musicale, fluido e naturale dello spettro. Ho speso molto tempo ad ascoltare qualche voce femminile "classica" come Joni Michell, Rikki Lee Jones, Nina Simone (in mono). Il 507 vi permette di sedervi e di assorbire l'atmosfera, l'emozione del disco. E il basso rumore superficiale permette di mantenere l'illusione intatta...
Ma appoggiate la testina su un pezzo di vinile di New Wave degli anni 70, per esempio The Undertons "Teenage Kicks" (il "miglior singolo di ogni tempo" secondo John Peel) e tutta la sua forza di carattere e l'angoscia vi colpiranno mentre i ritmi dominanti sono perfettamente riprodotti anche durante il muro di suono di "Breed" dei Nirvana.
Dove il 507 è un po' al di sotto rispetto ai migliori bracci è nel soundstage. In questa area, infatti, tende a presentare una forte immagine centrale popolata di molti strumenti mentre l'Hadcock o qualcosa di simile, li avrebbe separati. Questo è in parte dovuto ad una certa mancanza d'"aria". Tuttavia dal mio punto di vista trovo questo un'aspetto secondario rispetto all'integrità musicale che il 507 mostra. Quest'integrità è qualche volta persa da quei bracci che hanno un grande stage, ma ancora una volta le vostre priorità potrebbero essere diverse.
Quando invece di parla di dettaglio il 507 è molto vicino alle cose migliori. Questa è un'area molto difficile da giudicare. Il più classico esempio è quando aggiungete un nuovo elemento e "wow! questo non l'avevo mai sentito!" quando un nuovo dettaglio appare. Ma più spesso che altro se tornate indietro al vostro setup originale scoprite che quel dettaglio in realtà c'era anche prima, solo non veniva messo in risalto ed era; più "integrato" con il resto per cui non lo avevate notato. Questa è una delle ragioni per cui veloci prove di ascolto con commutazione A/B nei negozi sono spesso una strada verso il disastro perch´ l'iniziale entusiasmo è seguito da una completa disillusione. Il 507 non mette in risalto nessun nuovo dettaglio ed anzi all'inizio può anche sembrare che abbassi il livello dei dettagli. Con il passare del tempo e dopo aver fatto prove con bracci diversi, mi sono reso conto che tutto il dettaglio era lì, non mancava nulla di significativo, ma nulla viene spinto verso di voi. Il mio apprezzamento per questa semplicità e mancanza di artifici è cresciuto nel tempo e come qualche volta succede, il 507 si insinuato lentamente nel mio cuore piuttosto che accecarmi con una rapida infatuazione.
Ma la più grande sorpresa è stata la sua capacità di far suonare la Music Maker. Il gigantesco braccio che lavora brillantemente con quella piccola e leggera testina dal corpo di plastica... Se volete che il 507 si svegli e che vi faccia battere il cuore, la Music Maker lo trasforma in un peso leggero, veloce di piede ed esuberante in ogni dettaglio.
Ok, me lo sono comprato(**). Come sapete sto costruendo una stanza d'ascolto da usare per le recensioni (mi sono stufato di smontare il salotto ogni volta). Insieme all'Opera LP 5.0 sarà la sorgente principale del sistema. Perché il 507? Costruzione perfetta ed a prova di bomba. Facilità nel cambiare le testine. Ampia compatibilità e qualità del suono superba.
Per circa 30 anni il 507 ed il suo predecessore il 505 sono stati molto rispettati ma raramente visti in azione. L'egemonia dei piatti sospesi, in particolare il Linn LP12 ha implicato che i piatti compatibili con questi bracci rimanessero pochi. Ma con l'apparizione di un numero crescente di piatti di altà qualità e con una solida base, forse il tempo del 507 è finalmente arrivato.
Notes
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