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Sul QUARdisc
Ciao caro Lucio, sono Alex Petroni, uno degli ideatori del QUARdisc. Ho letto con interesse la tua recensione della nostra proposta (non del prodotto, visto che non ce l'hai) e ho pensato fosse opportuno rispondere ai tuoi dubbi.
Riflettiamo insieme: L'85% di coloro che ascoltano musica usa le piattaforme di streaming. Sappi che quello non è il pubblico a cui ci rivolgiamo.
Poi c'è l'1, o forse 2% di pubblico composto da appassionati audiofili. Anche questo (per il momento) non è il pubblico a cui ci rivolgiamo.
Il restante 13% del pubblico in questione sono collezionisti, fans, amatori, operatori del giornalismo musicale che amano e vogliono il prodotto fisico (…fra cui io. Insieme ai miei soci, siamo appassionati collezionisti). Ecco, questo è il pubblico a cui ci rivolgiamo.
A questo pubblico (ripeto, la fascia indicata appena qui sopra) abbiamo voluto fornire il meglio di ciò che desidera: anzitutto una bella copertina con dell'ottima carta, un bel libretto con 16 pagine, grafiche curate, ottimi materiali. Una bella confezione grande, spessa, pesante, in definitiva bella. Ogni copertina è peraltro numerata, cosa senz'altro gradita ai collezionisti.
Poi abbiamo voluto fornire una musica che si sentisse bene. Per cui useremo file a minimo 44/16 bit (ma più spesso saranno 48/24) e anche semplici mp3 a 192 per comodità di coloro che per qualche ragione preferissero questi ultimi, se dovessero usarli con dispositivi più datati o per qualche ragione non in grado di leggere gli altri.
Non è detto poi che si possa sempre avere a portata di mano la memoria usb o un lettore, per cui abbiamo pensato di offrire anche la possibilità di scaricare la musica sullo smartphone affinché l'utente possa sentirla quando vuole, e anche se non ha linea internet.
Oltre a ciò, sappiamo che questo pubblico di collezionisti, fans, amatori, di solito desidera avere più informazioni sul proprio artista. Per questo invece di fornirgli solo il titolo di un brano, forniremo data di registrazione, località, studio, musicisti presenti, strumenti usati, note, curiosità e processo creativo del brano, se l'artista vuole fornirlo.
Il prodotto si completa con un'innovazione concreta che si riassume in tutta una serie di attività di relazione esclusiva con l'artista svolta su una specie di micro-social che offre diverse opportunità di interazione e informazione, più tante altre cose in più rispetto ai supporti di musica registrata che già sono sul mercato e che in passato abbiamo usato. Sul sito web sono descritte queste novità d'uso.
Dunque, tu osservi che la procedura del Qrcode ti sembra “macchinosa”.
Con la pandemia abbiamo (purtroppo) preso tutti confidenza con questo sistema di codifica, e mi pare che inquadrare un QR code e atterrare sul contenuto collegato è operazione semplice ed alla portata di tutti, anche delle persone anziane. Dai prodotti di supermercato alla operazioni sanitarie passando per i menù dei ristoranti e le riviste che leggiamo, tutti usiamo in continuazione e tranquillamente questo sistema.
Hai osservato che ti preoccupa la privacy.
A prescindere dal fatto che per le nostre procedure tutto è ovviamente regolamentato da una precisa legge, accetto questa tua preoccupazione SOLO se in tasca non hai uno smartphone, ovviamente. Chiunque di noi usi o porti con sé uno smartphone dovrebbe smettere di invocare la privacy, per le ragioni che tutti conosciamo.
Hai messo in dubbio che siano state fatte delle ricerche di mercato.
Se sul nostro sito avessi letto i nostri percorsi professionali e i testi presenti nella tre pagine, avresti capito che non siamo degli sprovveduti.
Sono tre anni che mostriamo il progetto a tutti gli operatori del settore: artisti, discografici, giornalisti, manager, divulgatori di musica, esperti di marketing e dirigenti delle associazioni di categoria (FIMI, AFI, la Siae, la LEA, Soundreef, eccetera). Da tutti sono arrivate osservazioni che hanno prodotto modifiche di miglioramento e implementazioni sull'uso. Un vero lavoro di squadra, persone che hanno esperienza più che trentennale e grande credibilità nell'industria della musica.
Peraltro, la prima uscita di QUARdisc è fatta con la Universal Music, ovvero una delle tre principali major internazionali dell'industria di settore. Credi davvero che una realtà di questa caratura pubblichi un prodotto senza prima aver valutato ogni singolo aspetto riguardante la qualità del prodotto, la sua possibile collocazione sul mercato, l'opportunità che possa essere una sana risorsa per artisti e industria?
E poi: vuoi che ti dica cosa penso delle piattaforme di streaming e di come ridistribuiscono i guadagni agli artisti? Suppongo tu sia d'accordo con me che l'unico sistema per capire se un artista è gradito al pubblico è la vendita certificata dei suoi album fisici (oltre ai concerti naturalmente).
La realtà è che non siamo dei ricchi imprenditori che puntano le loro fortune sul piatto dell'industria discografica. Siamo delle persone normali, appassionate di musica e che hanno lavorato nel settore, che vogliono aggiungere un'alternativa nel mercato della musica fisica....per amore della musica fisica. Pensando a chi poteva essere contento di avere un'ulteriore scelta. La scelta è stata “phygital”…e questa parola non l'abbiamo inventata noi, come è ampiamente spiegato sul nostro sito.
Se tu sei un audiofilo sappi che anche per la tua categoria sono previste delle edizioni speciali, in ambito musica classica o per riedizioni di album famosi. Registrazioni binaurali, file ad altissima definizione, Flac, File pro master eccetera. Ma saranno progetti speciali, dedicati ha chi ha i dispositivi per leggere determinati file. Sai bene che certi file non possono essere letti da tutti i dispositivi. Sono pochissime le persone che possiedono tali dispositivi di lettura, la nostra è una scelta commercialmente ragionata, che comprenderai sicuramente.
Vedi Lucio, nel mio mondo ideale immagino che quando qualcuno spende soldi, tempo, energia, passione in un progetto che ha evidenti buone intenzioni, gli altri diano supporto, contribuiscano a diffonderlo, a migliorarlo, comunque a plaudire alle buone iniziative.
Invece no.
In Italia se proponi qualcosa, non importa cosa fai, con quali sacrifici, con quanto impegno e con quali intenzioni: l'importante è anzitutto screditare, poi si vedrà.
Senza senso, senza ragionare, senza leggere, senza addirittura (come nel tuo caso) avere ancora in mano il prodotto fisico, e senza aver mai usato l'app, parte integrante del prodotto stesso! Paradossale.
Dal progetto QUARdisc, caro Lucio, possono beneficiarne gli artisti, le etichette, i management degli artisti, il pubblico. Perché tutti hanno maggiori guadagni e maggiori opportunità, e il prodotto, questo è importante, non è in concorrenza con la musica digitale in streaming, settore con il quale QUARdisc non ha assolutamente ed evidentemente nulla a che fare. Eppure nel sito è scritto a chiare lettere a chi si rivolge QUARdisc.
Anzi, ti dirò di più: speriamo che i giovani si accorgano del maggior valore che ha la musica quando è un prezioso oggetto fra le loro mani, quando si ascolta bene, quando tante informazioni sulla musica che ascoltano è alla portata dei loro smartphone e quando potranno interagirci scoprendo molto di più di quello che sanno. C'è bisogno di educarli all'ascolto, inteso come esperienza immersiva totale. E c'è anche bisogno che tutti riscopriamo il piacere anche di regalare musica, cosa che non facciamo più da tanto tempo.
QUARdisc è stato pensato per aggiungere al mercato un supporto esteticamente bello e gratificante dal punto di vista fisico e collezionistico. Con attenzione all'audio e alla portabilità, aggiungendo la novità di uno strumento che mantenga "vivo" un supporto musicale, per non lasciarlo confinato solo in uno scaffale. Questo, secondo me, si chiama amore per la musica.
Cosa ci sia di tremendo, inutile, sbagliato e approssimativo in questo nostro appassionato e onesto lavoro mi rimane sinceramente difficile capirlo.
Se hai delle idee, dei suggerimenti su come migliorare questa iniziativa comunicale, saremo pronti a prenderle in considerazione, con grande disponibilità all'ascolto.
Ma solo se avrai un atteggiamento obbiettivo e se il tuo parere sarà derivato da un'esperienza concreta, reale, sul prodotto. Poi se non ti piace, libero di esprimerlo e noi di farcene una ragione, naturalmente.
Spero di aver risposto ai tuoi dubbi.
Ciao, buona giornata e viva sempre la musica.
Alex - E-mail: a.petroni (at) quardisc.com
LC
Immagino siate a conoscenza del fatto che tante case discografiche che pubblicano LP includano già nel package - da anni - anche il digital download, spesso nella forma di un codice (tipo password) che consente all'acquirente di scaricare l'album appena acquistato anche in formato digitale, da mettere subito (senza QR code, app e profili utente!) sul proprio telefono, sul PC o dove preferisce. In questo modo l'appassionato ha sia la copia fisica analogica che quella digitale, pronta da ascoltare, subito. E, se mi consenti, un codice per il download è n-mila volte più comodo di una penna USB collegata a un QR code e a una app. Inoltre, al prezzo della copia digitale del QUARdisc, uno entra in possesso anche di un vinile, magari pure 180 grammi HQ. L'idea, quindi, non solo non è nuova, ma è persino più complicata e, consentimi, costosa di una già esistente. La cosa più interessante è che gli acquirenti del vinile solo raramente scaricano la copia digitale gratuita. In altre parole, all'appassionato della copia fisica poco importa del file digitale, quand'anche questo fosse gratuito. Sul sito Your Sound Matters spiegano questo fenomeno molto bene, ed è un articolo del 2019! E sai perché? Perché chi è interessato anche alla copia digitale magari ha già un giradischi con uscita USB, pronto per creare il file audio digitale ovunque.
Veniamo dunque agli extra bonus che dovrebbero giustificare il tour de force e il costo del QUARdisc. Dalle vostre ricerche di mercato sembrerebbe che tanti "collezionisti" e artisti siano interessati a ricevere/inserire informazioni aggiuntive sul prodotto musicale. Sarà, ma sia il vinile che il CD offrivano e offrono già la possibilità di inserire contenuti extra, cartacei o digitali, eppure pochissimi artisti lo fanno o lo hanno fatto. Spesso negli LP e nei CD non si trovano neppure i testi delle canzoni! Stiamo quindi parlando di una potenziale “nicchia della nicchia” di artisti e consumatori che hanno questa impellenza di interagire tra loro. In realtà, per sapere di più su un artista, oggi basta accedere al suo profilo Instagram o Facebook, ed essere aggiornati in tempo reale su ogni istante della sua vita, ammesso che lui abbia tutta questa voglia di raccontarsi ai fan. Pertanto, anche la questione dei contenuti extra la vedo un po'...scivolosa. A me sembra invece, perdonami, che tutto questo nasconda il desiderio di tracciare al meglio i consumatori (e ci sta...) facendogli credere di aver acquistato qualcosa di esclusivo, un aggettivo che sulla vostra documentazione figura letteralmente decine di volte. Magari funziona. Io però, se devo essere profilato in questo modo, preferirei essere pagato e non pagare 36-40€ per un file e una app. Quanto agli NFT in campo musicale ho la mia opinione, che per ora terrò per me. Sappi però che sono tra quelli che ha acquistato una dozzina di criptovalute diverse quando ancora non ne parlava nessuno, quindi di certo non sono uno contrario alle nuove idee, anzi, spesso sono stato un precursore (cf. Classe D).
Per quanto riguarda i vostri curriculum (credimi, li ho letti tutti, per deformazione professionale) e il fatto che una major abbia supportato il progetto, consentimi di sorridere bonariamente. E già, perché ammetterai che quanto a CV, brainstorming, reparti R&D, capitali e forze in campo nessuno possa battere Sony e Philips. Eppure, questi due colossi, dopo aver inventato il CD, hanno inanellato una serie di flop commerciali clamorosi, Philips con la DCC e Sony con il Minidisc prima e col SACD poi (per non parlare del Betamax e di tante altre cosucce). Supporti audio, che a suo tempo, io avevo già segnalato - pure attirandomi le ire di audiofili e professionisti del settore - come defunti prima di nascere. Il tempo mi ha dato ampiamente ragione. Porterò mica sfiga? O forse ci vedo lungo? :-)
Vengo infine alla tua lamentela sul fatto che in Italia, anziché supportare le nuove idee, queste vengano affossate. Dio solo sa quante volte abbiamo supportato iniziative nuove, persino nostre dirette concorrenti (tutte partite lancia in resta e poi cadute nel dimenticatoio, peraltro) quindi la tua accusa è priva del supporto (scusa, doppio senso involontario) dei fatti. Vedi, il vero problema in Italia non è che si criticano le buone iniziative, semmai il contrario: nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo. Le riviste e i quotidiani non fanno altro che fare da passacarte zerbinati per i comunicati stampa più mirabolanti, senza mai assumersi la responsabilità di prendere una posizione, di dire ai propri lettori: fate attenzione! Tutto è buono, tutto è nuovo, straordinario, necessario, esclusivo, immancabile. Non sia mai che in questo settore (o in altri) ci sia spazio per il libero pensiero critico e costruttivo. Per questo l'Italia è ferma, stagnante e terra di conquista tecnologica.
Già che siamo in tema di lungimiranze e di progettualità, mi fa specie che il lancio di un nuovo supporto audio, così innovativo, esclusivo e rivoluzionario, non sia stato pensato, nei tre lunghi anni di gestazione e brainstorming, per un pubblico internazionale. Non c'è una singola parola in inglese (a parte quelle della comunicazione ad effetto da marketing men consumati) sul vostro sito. Giuro che ho cercato, ma di English version non c'è traccia (ad oggi, 22/1/2023). Andava fatta SUBITO, anzi PRIMA di quella italiana. E la prima uscita avrebbe dovuto essere di respiro internazionale, non una raccolta di cover di Battiato che personalmente adoro, ma che a livello internazionale ha impatto prossimo allo zero. In tre anni non avete pensato all'orizzonte internazionale? Vedi, anche questa è una critica, ma costruttiva, come le altre che ho fatto, ad esempio quelle riguardanti la vetustà della proposta tecnologica (i file 16/44 o gli mp3 192bps). Sta a voi valutare se queste critiche possano essere utili oppure no. Ho notato che anche sulla vostra pagina Facebook sono apparsi tanti (tutti?) commenti negativi, e certo non tutti da audiofili! Non è un buon inizio, credimi. Io inizierei a farmi qualche domanda.
Non so che orizzonte temporale vi siate dati ma, se la salute ci assiste tutti, ti va se ci diamo appuntamento a due anni da oggi (facciamo gennaio 2025?), e tiriamo le fila del discorso? In quasi 30 anni di presenza sul web abbiamo visto nascere e morire decine di marchi HiFi, pure molto pieni di sé, e vari formati audio, più o meno rivoluzionari. Noi non abbiamo fretta, ma ci riserviamo il diritto di scrivere sempre ciò che pensiamo, anche quando questo dovesse essere ruvido o scomodo. Il motivo è semplice: noi non dobbiamo vendere e non dobbiamo accontentare per forza nessuno, né partner commerciali, né aziende del settore e neppure i nostri lettori (che spesso vengono bastonati proprio su questa rubrica). I pochi o molti che abbiamo, diversi dei quali ci sostengono volontariamente (grazie!), continuano a seguirci proprio per questo. Sarebbe bellissimo aprire una rivista o un quotidiano, in Italia, ed essere sicuri di leggere opinioni professionali realmente indipendenti e fuori dagli schemi e non le veline degli uffici stampa, delle aziende o dei politici. Un sogno, lo so. Anch'io ne ho uno. In cuor mio, credimi, sarei felice se tutto questo vostro sforzo economico e progettuale andasse a buon fine e sarei pronto a ricredermi su quanto ho scritto.
Chiudo con un'osservazione, forse banale: potresti aggiungere mille altre motivazioni tu, e potrei farlo io (non ho scritto tutto ciò che penso) ma alla fine nessuno dei due sposterà di una virgola l'opinione che i lettori e il mercato si faranno di questo nuovo progetto. Il successo o l'insuccesso saranno completamente svincolati dai nostri pareri. Se un'idea è valida si afferma nonostante tutto e tutti. Lasciamo che la natura faccia il suo corso. E ci risentiamo a gennaio 2025.
Caro Alex, mettiti comodo, perché non sarò breve neppure io. La prima cosa che mi sento di precisare è che, dopo aver ricevuto il vostro comunicato stampa (che continuo a ritenere fumoso) mi sono prodigato nel capirci qualcosa di più. E siccome sono uno che spacca il capello in otto parti uguali, ho letto proprio TUTTO il vostro sito, prima di scrivere ciò che ho scritto. E nel vostro sito - cito testualmente - si legge: “A chi si rivolge? A tutti coloro che amano il supporto fisico e che vogliono avere il massimo dalla musica, in particolare i collezionisti e i fans, gli amatori, i professionisti del settore.” Non mi pare dunque, che il target sia quello che indichi adesso tu nella mail. E, per me, il “massimo dalla musica” non può essere un file 16/44 dentro una penna USB. Ma vado oltre. Come vedrai, in tutto ciò che seguirà non sarà neppure minimamente preso in considerazione il punto di vista audiofilo.
Quindi, che un'etichetta discografica e un gruppo di appassionati abbia preso una cantonata credo che ci possa stare, visto che ben altri hanno fallito, investendo milioni e milioni di euro.
Un caro saluto,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Davide,
perdonami ma non ho capito. Scrivi che staccando la terra dalla presa il finale funziona senza problemi, perché vorresti inviarlo di nuovo in assistenza? Se funziona, funziona! Potrebbe essere che ci sia un loop di massa che infastidisce l'elettronica di controllo dell'apparecchio. È la prima volta che lo sento, ma ci può stare. Eliminando la connessione a terra il loop probabilmente si interrompe e tutto funziona a dovere. La sicurezza non è compromessa, perché i cavi di segnale fanno da massa, di fatto. A volere essere precisi, in una catena audio un solo apparecchio dovrebbe essere connesso a terra, gli altri restano elettricamente connessi tramite i cavi di segnale. Comunque, se vuoi fare un'analisi di eventuali errori nel tuo impianto elettrico, puoi chiedere a un'elettricista bravo oppure acquistare un analizzatore di rete, come questo che ho recensito. Con meno di 20€, ti levi il pensiero. Il filtro di rete, realisticamente, non servirà a niente, dal punto di vista della cura del problema.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Andrea,
grazie anche a te per questo feedback sulla Abeat Records. Queste sono le iniziative musicali che ci piace sostenere! Una disponibilità e una fiducia nel prossimo tali da essere commoventi. Davvero complimenti di cuore a questi professionisti, seri, preparati e disponibili. Appartengono a un mondo che ci piace molto e che tanto vorremmo fosse quello normale.
Grazie del feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Simone,
il problema del rumble può essere causato da un collegamento di massa non ottimale, o nel cavetto che va all'amplificatore o all'interno del braccio stesso o ancora nello shell portatestina. Se si tratta di un fenomeno nuovo e recente, deve essere successo qualcosa in questi comparti, oppure hai avvicinato al giradischi una fonte di disturbo (un alimentatore, una lampada o simili). Si trovano dei filtri subsonici integrati nelgli spinotti RCA, ad esempio questi della McMantom, acquistabili in Italia, e che tagliano a 20 Hz a 12 dB/ottava. Non sono regalati (70€ la coppia) ma tagliano alla frequenza giusta con una buona pendenza. Il rumble del giradischi, se intediamo con questo temine la stessa cosa, è una frequenza subsonica che fa muovere i woofer ma non produce alcun effetto udibile (ma stressa ampli e casse). Che il digitale suoni meglio può essere, la qualità dei vinili non è sempre eccelsa, puoi però provare a inserire un pre fono decente, perché quello interno al tuo Marantz 1200 non è che sia gran cosa. Già un Black Cube Statement farà fare un salto qualitativo non indfferente, meglio ancora se un Black Cube SE usato. Magari riesci anche a spendere meno dei 400€ che hai preventivato per la testina nuova. Se anche questo non dovesse bastare, e supponendo che tutte le regolazioni della testina siano state fatte a regola d'arte, puoi anche pensare a un upgrade della stessa. Avremo modo di parlarne dopo che avrai provato un pre fono esterno.
Due parole sul desiderio di lasciare ai tuoi figli una testimonianza del passato che funzioni anche senza connessione internet. Iniziativa lodevole, ma allora perché non andare all'estremo di questo ragionamento e prendere un grammofono? Quello funziona anche senza corrente, si carica una molla a mano e suona. Io ne ho due, bellissimi, e ti dirò che non suonano neppure male! In caso di black out totale, di guerra nucleare, nel mio bunker suonerò ancora i miei 78 giri! :-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Antonello,
se desideri impatto e vivacità, né le Quad né il tuo amplificatore potranno darteli. Perdona la franchezza. Di sicuro le Quad potranno sorprenderti mettendo alle loro spalle delle amplificazioni consistenti, ma capisco che non ti voglia discostare dai valvolari a triodo. Al cuore non si comdanda, d'accordo, ma alla fine bisogna pur ascoltare con soddisfazione...gli oggetti sono mezzi, non fine. Potresti provare con dei diffusori dinamici come i Duevel Bellaluna Diamante che hanno una sensibilità elevata, sono facili da posizionare e suonano estremamente coinvolgenti, su tutti i parametri. A me sono piaciuti veramente tanto. Non li ho provati con 15 watt a valvole, quindi immagino che parte del vigore che descrivo nella recensione potresti non averlo, ma un tentativo lo farei. In Italia si trovano e non credo siano troppo difficili da ascoltare. Contatta il distributore (Mondo Audio) e chiedi un'audizione. Altri diffusori, più tradizionali, potresti trovarli in casa ProAC, Spendor o, perché no, Martin Logan, che abbinano il vantaggio del pannello elettrostatico alla vivacità dei woofer dinamici. Tutti questi marchi hanno modelli di sensibilità intorno ai 90 dB. Vedi se ti riesce di fare qualche ascolto, rigorosamente col tuo amplificatore!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Gianfranco,
non credo di aver capito. Se le casse hanno i morsetti del biwiring ponticellati, che tu colleghi i cavi a una coppia di morsetti o all'altra non può fare differenza. Almeno, non così sensibile. Se levi i ponticelli, ti servono due coppie di cavi che escono dallo stesso amplificatore. Una vita fa si usava cercare di equalizzare il suono utilizzando cavi diversi per i bassi e per le medio-alte. Io l'ho sempre trovata una soluzione molto discutibile. Anzi, il biwiring in generale è molto discutibile e mai avrei lasciato modificare i tuoi diffusori rendendoli biwiring. Avrai notato, forse, che questa moda stia fortunatamente sparendo anche su diffusori di gran pregio. Il fatto che il laboratorio non solo abbia reso biwiring i tuoi diffusori ma che ti dica anche che tu possa usare due ampli integrati per amplificarli non fa che accentuare le mie perplessità. Due integrati, evidentemente, non possono essere usati, a meno che uno dei due non abbia la separazione pre-finale. A quel punto tanto vale usare un finale vero e proprio. Il problema però resta: i due stadi finali di due apparecchi diversi hanno sensibilità d'ingresso tipicamente diverse, per cui vai a sbilanciare l'equilibro tra gamma bassa e gamma medio-alta: un ampli suonerà più forte e ti ritroverai una delle gamme a prevalere sull'altra. Un orrore, tecnico e musicale. Il biamping passivo, infatti, si deve realizzare con due finali identici, collegati a un pre comune. A me è sempre sembrato uno spreco di risorse, perché i due finali amplificano comunque tutta la banda audio, metà della quale vene sprecata dal crossover delle casse. Puoi tentare, ma questo non curerà lo squilibrio in basso. La soluzione reale è più semplice ed economica: poiché le tue Opera Seconda sono reflex, ma sono state pensate anche come sospensione pneumatica (come da tradizione Opera), ti basterà chiudere parzialmente o totalmente gli sbocchi del reflex per attenuare la gamma bassa esattamente dell'entità da te desiderata: più chiudi gli sbocchi (con tappi o parzialmente con del cotone) e meno bassi sentirai. È semplice, a costo zero, e secondo me risolvi. In più, magari, allontanali dalla parete posteriore e/o dagli angoli della stanza e, se puoi, tratta acusticamente la stessa, altro che biamping!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Sala musica
LC
Upgrade step by step
LC
Ho visto anche degli audiofili felici
LC
Esce anche 12, il nuovo album in studio di Ryuichi Sakamoto, scritto e registrato a Tokyo mentre l'artista si stava riprendendo dalla sua battaglia contro un tumore. Ogni brano porta semplicemente la data nella quale è stato composto. Atmosfere rarefatte e minimaliste create dal suo pianoforte, sintetizzatori e rumori ambientali, tra cui il respiro di Sakamoto e rumori di dispositivi medici. Questa è 20211201, struggente e oscura.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
Gent.mo Direttore,
spero che le sue vacanze natalizie siano andate splendidamente e colgo l'occasione per augurarle un 2023 pieno di musica e tante altre cose belle.
Per prima cosa la aggiorno sul mio impianto secondario, quello connesso alla tv e al lettore bluray di cui le parlavo in una recente lettera, che alla fine ho messo su con un Rotel A12 (come da suo prezioso consiglio!) e le Elac DBR 62 (idem) che ho scelto nella elegantissima finitura bianca e legno chiaro). Per quanto riguarda l'amplificatore alla fine ho preferito il Rotel A12 al NAD C328 (che lei giudicava su per giù equivalente) principalmente perchè sono riuscito a prendere il primo con uno sconto non trascurabile e poi perché non sono riuscito a trovare alcuna informazione sul chip su cui si basa il DAC contenuto nel NAD (incredibilmente nemmeno il sito della casa costruttrice riporta dettagli in merito) e la cosa mi ha lasciato quantomeno perplesso. Devo dire che sono estremamente soddisfatto del risultato ottenuto sia in termini estetici (l'impianto è in sala quindi sottoposto al WAF) che, soprattutto, di qualità audio (finalmente riesco ad ascoltare anche musica dal cellulare con una qualità più che buona e godersi film e concerti con questo impianto è davvero un gran bel sentire).
Come seconda cosa le mando un po' di foto della sala musica che ho attrezzato nel mio nuovo appartamento (linee elettriche dirette dal contatore separate per ampli e sorgenti!). La sala è di circa 16 mq, i diffusori distano tra loro 2 metri e circa 2,20 dalle orecchie dell'ascoltatore. La composizione dell'impianto è la seguente:
I generi preferiti Prog Rock, Cantautori italiani, Jazz/fusion, un po' di Metal. Sono molto contento di avere uno spazio tutto mio dove ascoltare musica e dove tenere finalmente in ordine le centinaia di cd che possiedo. La resa dell'impianto nella nuova location mi soddisfa, ma mi piacerebbe avere un suo parere sulla sala ed avere eventuali consigli su come migliorarne l'acustica.
Ringraziandola anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarmi le mando un saluto,
Paolo - E-mail: jesterhoax1 (at) yahoo.com
Caro Paolo,
la sala non è affatto male! C'è simmetria, distanze corrette e un minimo di superfici assorbenti. Il tutto suonerebbe meglio senza il mobile di spalle ai diffusori, ma capisco che non si possa eliminare. Io farei un tentativo di rendere più assorbente la parete dietro i diffusori appendendo un grande quadro in tela (magari riempito posteriormente con del bugnato fonoassorbente) oppure un arazzo di buon spessore. Tenterei lo stesso trattamento nella parete nuda dietro al divano che è il punto d'ascolto. Ancora, eliminerei dai pressi dei diffusori le custodie degli strumenti musicali, e ovviamente anche gli strumenti in essi contenuti (immagino siano chitarre). Sia le custodie che, ancor più, le casse armoniche, sono ottimi risuonatori, e messi vicini ai diffusori di sicuro si mettono a risuonare, sporcando l'emissione principale dei diffusori.
Infine, sono felice che l'acquisto del Rotel ti abbia semplificato il secondo impianto e lo abbia reso più godibile.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Direttore buongiorno,
mi sarebbe gradito un parere sul prossimo upgrade che mi volesse suggerire all'impianto attuale che consiste in:
Ambiente di ascolto 5x4 piuttosto assorbente. Volumi mai eccessivi. Musica varia (principalmente Rock e blues ma anche Lirica o jazz.).
Sono soddisfatto (a parte qualche mal di testa sul posizionamento degli speakers nella stanza che è abbastanza disgraziata) ma mi chiedo se dovessi fare un altro step dove guardare prima. Ho letto che le Dynaudio (che mi piacciono molto, più delle precedenti vecchie torri larga banda Triangle) chiedono molta corrente. L'Arcam Alpha 5 è adeguato come caratteristiche di uscita? Dovessi guardare ad un usato, meglio guardare alle casse o rivedere l'ampli?
Ho anche un classe D con tpa3116 D2 (Breeze audio 100 W) che ho completamente recappato con condensatori e con potenziometro di qualità che uso nel secondo impianto
Molto ben suonante, ma preferisco l'Arcam...
I suoi suggerimenti saranno grandemente apprezzati.
Un saluto,
LC
Caro Paolo,
le Dynaudio Audience 42, da noi positivamente recensite nel lontano 2003 (20 anni fa!) non sono diffusori particolarmente difficili, tanto più se non ascolti ad alto volume. Mi sembra bizzarro che preferisca l'Arcam 5 al Breeze Audio (secondo me suona meglio questo, a meno che le tue modifiche non l'abbiano rovinato) ma ovviamente ogni impianto, ogni ambiente e ogni ascoltatore sono diversi e interagiscono in modo diverso. Puoi migliorare ancora? Certamente! Le Audience 42 possono suonare molto meglio, con un impianto alle spalle ancora migliore. Non ha molto senso sostituire l'amplificatore, visto che anche le sorgenti sono entry-level, ma fossi in te qualche tentativo lo farei, magari provando qualche integrato usato di Naim, Rega, NAD o Rotel. I diffusori, a mio parere, possono stare anche all'interno di un impianto ben più costoso di questo. Migliorato l'ampli, sarà poi la volta delle sorgenti.
Spero di esserti stato utile, tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu
Caro Giuliano,
difficile confrontare prodotti così distanti come filosofia e periodo storico. Un finale canadese super-potente e massiccio contro un delicato chip da 9 watt per canale. Molto dipende da ciò che ti aspetti e da quali siano le tue abitudini d'ascolto e i diffusori cui andranno collegati. Quel che mi aspetto io è che un po' della magia del piccolo Trends andrà perduta, anche per via dell'età della componentistica passiva dei Classé, ma probabilmente guadagnerai molto in termini di basse frequenze, impatto, profondità e dinamica. Valuta bene in relazione alla tua situazione personale. Io il viaggetto, con il tuo Trends in tasca, lo farei. Se i watt del Trends ti bastano potresti anche non sentire differenze enormi.
Per quanto riguarda il vintage: non sono affatto scettico, c'è vintage e c'è paccottiglia senza valore. C'è quello di lusso, che suonava bene all'epoca e che può ancora dire la sua oggi, e c'è quello che tanti spacciano per vintage ma che di tale ha solo l'età anagrafica, e che suonava male anche allora. Figuriamoci oggi. Avrai notato che la nostra sezione Jurassik S(p)ark! si sta popolando di recensioni di prodotti che o hanno fatto la storia dell'alta fedeltà o che possono essere acquistati oggi con poco e dare ancora delle soddisfazioni. Ho tanto vintage a casa mia, partendo dai grammofoni, alle radio a valvole e a una serie di componenti HiFi, dagli anni '60 ai giorni nostri che, per un motivo o per l'altro, mi piace conservare, magari ascoltare di tanto in tanto.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
La sua recensione dei cavi SUPRA EFF 1 è veramente bellissima. Tecnicamente completa, ma anche poeticamente affascinante. Li ho montati sul mio impianto nella versione "bilanciata" e l'effetto è come Lei lo ha descritto, come se fosse sparita la super amplificazione/distorsione dei vecchi cavi Van den Hul [un bluff?] montati prima.
Grazie e a presto.
Alessandro - E-mail: astroalex91825 (at) gmail.com
Caro Alessandro,
sono felice che la mia recensione ti abbia portato a un prodotto che ha migliorato i tuoi ascolti in maniera così significativa. La scrissi nel lontano 1999, ben 24 anni fa! L'ho riletta non senza un brivido, temendo di trovare ingenuità o errori di valutazione, e invece ho tirato un bel sospiro di sollievo! Non recensiamo più cavi da tempo, ma confermo che le differenze esistono e, spesso, non sono piccole. Non so che cavi Van den Hul usassi prima - in giro esistono anche dei cloni - ma considera che spesso la scelta dei cavi è legata alla corretta interfaccia con le elettroniche. Lo stesso cavo può non risultare altrettanto efficace in un impianto diverso.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
Suggerimento musicale della settimana
Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.
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