Consulenza HiFi - Lettere alla Redazione di TNT-Audio

Settimana 9/12/2023 - 16/12/2023

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  1. Reportage visita della mostra Milano High End 2023
  2. Mancato impatto sulle basse frequenze
  3. Upgrade setup analogico
  4. Nuovo amplificatore
  5. Re: Di meglio del McIntosh...
  6. Ampli Integrato
  7. Recensioni
  8. Per non sbagliare
  9. Semplificazione impianto
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Reportage visita della mostra Milano High End 2023
Bravissimo,
reportage IMPECCABILE. Io sono del 1955 e dopo anni di HIFI mania (Lowther, Audio Tekne, Voigt Pipe) ascolto da Internet con un PC USB migliorato con componenti iFi e una cuffia Sennheiser HD660s, ricordi anni 60/70 e Classica. A Milano dovevi portare un vinile o cd Cantate Domino.
Saluti e complimenti per TNT-Audio,
Cordiali Saluti,
Francesco - E-mail: lagranda (at) lagranda.biz

LC
Caro Francesco,
conosco tanti come te, che dopo grande - e spesso inutile - ubriacatura high-end anni '90 sono passati a un sistema semplice ed essenziale. Questo è uno dei tanti segni che certa high-end era (ed è) solo un grande circus ai limiti del ridicolo. Grazie poi per l'apprezzamento sul reportage, ma ovviamente i Cantate Domino li avevo con me, peccato che in una saletta non me li abbiano fatti suonare, proponendo in alternativa la colonna sonora di Interstellar, con la scusa che...sempre organo è. Purtroppo questo è il livello cultural/musicale, che ci possiamo fare? Ora, se la proposta fosse arrivata da un giovanotto alle prime armi l'avrei anche capito, ma il signore aveva almeno tante primavere quante sono le mie, perciò è imperdonabile. Volessi sentire una colonna sonora andrei al cinema. E, a peggiorar la situazione, ha pure aggiunto “così ascolta qualcosa di nuovo” come se io avessi bisogno di sentire musica nuova seguendo i suoi consigli. Poi, dico, manco avessimo parlato di chissà quale capolavoro imperdibile, si parla di una musica da film che, senza l'aiuto delle immagini, vale meno di zero (in questo caso, per fortuna non è sempre così).
Io confido sempre in un leggero cambio di rotta, sia da parte degli espositori che del pubblico, preferisco restare ottimista, anche perché...
“più giù di così non si poteva andare,
più in basso di così c'è solo da scavare,
Per riprendermi
Per riprenderti
Ci vuole un argano a motore”.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Mancato impatto sulle basse frequenze
Buongiorno direttore,
sono un vecchio appassionato di Alta Fedeltà alla soglia dei 70 anni. Ho un paio di
Trenner & Friedl Art (suono stupendo) ma il problema è che ho un salone di grandi dimensioni (7 M x 8) e mi manca l'impatto e l'articolazione sulle basse frequenze (amo in particolare il contrabbasso acustico come strumento musicale). A questo punto come ovviare al problema attenendomi a un budget max tra i 4/5 Mila euro.
Poi a quando la scoperta di un diffusore "magico" e full-range dal rapporto qualità-prezzo "rivoluzionario" intorno a quelle cifre?
Grazie,
Francesco - E-mail: francesco.pizz2155 (at) gmail.com

LC
Caro Francesco,
le Art sono incredibili per ciò che fanno, ma ovviamente non possono fare TUTTO, tanto meno in un salone di 56 mq. Serve altro, evidentemente. Ci sono tanti diffusori generosi nella fascia entro i 5000€, mi limito a consigliarti qualcosa, da valutare secondo tuo gusto: Martin Logan Electromotion ESL, Spendor A4 o A7, Sonus Faber Sonetto V, Proac Response DT 8 o D20 ribbon, Duevel Venus (o delle Bella Luna usate). In alternativa, uno dei grandi classici del passato, tipo qualche grossa Thiel serie CS (dalla 3.6 in poi), qualche Avalon o anche Wilson Audio (Puppy + Watt) o Von Schweikert (tipo VR4 e superiori): nell'usato questi diffusori cominciano a essere reperibili per cifre all'interno del tuo budget e, se ben tenuti, possono dare tanto filo da torcere a molti diffusori moderni ben più costosi.
Per rispondere alla tua ultima domanda: ti confesso che mi piacerebbe trovare un diffusore come quello che descrivi, che possa rivoluzionare il rapporto qualità/prezzo anche in ambito high-end. Finora non è ancora capitato, ma ovviamente non ci arrendiamo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade setup analogico
Ciao Lucio. Ti scrivo nuovamente per chiederti se vale la pena migliorare il mio setup analogico. Dico “se vale la pena” perché in vinile ascolto esclusivamente musica rock (non sono il tipo da pieni orchestrali o violini setosi), troppo spesso registrata piuttosto male; pertanto, dubito che con un upgrade tale sulla carta riuscirei a sentire meglio i primi 3 dischi dei Ramones (ma è un esempio quasi estremo, paragonabile ai primi dischi dei Black Flag). Ho un Michell Gyrodec SE, con braccio Rega RB300 e una Denon dl-301 mkII e una dl-110, come riserva.
Quanto al prephono ho preferito - la cosa può sembrare singolare - un Pro-ject Tube Box mkI, poi rivalvolato con ottimi tubi nos, ad un Lehmann BC SE mkII. Li ho ascoltati insieme ad un mio amico dal buon orecchio e abbiano concordato che il primo sembrava suonare più trasparente. I diffusori sono delle Tannoy Arden (e non Berkeley, come erroneamente ti ho scritto qualche tempo fa). Mi chiederai cos'è che non mi soddisfa. Apparentemente nulla, in effetti, però mi chiedo se si possano sentire “meglio” dischi registrati spesso male e a volte discretamente, se non benino (alcune bands anni 60), il che può apparire un controsenso.
Pensavo a diverse opzioni quali: upgradare il Gyrodec con la base in acrilico (non sceglierei mai l'upgrade Orbe perché vedere i cilindri che girano è uno spettacolo); ricablare o sostituire il Rega; rimpiazzare il prephono e/o dotarmi d'una testina migliore.
Sono poi stato colpito dalla tua risposta ad un lettore, che ti ha scritto di sognare d'avere una coppia di Tannoy DC e tu gli hai chiesto il perché, soggiungendo “a volte le fantasie degli appassionati si basano soltanto sul blasone del marchio e sull'estetica”.
Ovvio che c'è di meglio (sicuramente quanto ad estetica perché trovo le Tannoy DC bruttine), ma se volessi sostituirle con altri diffusori ad alta efficienza, cosa mi consiglieresti per restare allo stesso livello di qualità, anche l'impostazione sarebbe sicuramente diversa?
La ragione? Per ascoltare il Trends Audio con diffusori che gli rendano giustizia (magari abbinato ad un pre a valvole) e altri ampli classe D di bassa potenza giacché alla luce di quanto sinora ho ascoltato quelli che vantano watt da stadio (ma cosa dovrei farci con Hypex o Icepower da 1200 w su 2 ohm?) suonano peggio.
A mio parere, al Trends (reputato, ormai, una specie d'anticaglia) si avvicinano molto le mie schede Icepower 50 e 125 (considerate obsolete da molti presunti audiofili) e anche l'ormai dimenticato, e fuori produzione da tempo, Nuforce Icon.
Semmai, mi piacerebbe ascoltare qualche finale NuPrime, ma non ho la possibilità.
Sempre con grande stima.
Fabio - E-mail: fabiofa2 (at) alice.it

LC
Caro Fabio,
migliorare il suono di quei vinili non si può temo, e lo dico a ragion veduta perché li posseggo anch'io. Potresti certamente prendere una testina migliore, lasciando il resto del front-end analogico così com'è perché ti garantisco che il Gyrodec è già un overkill per suonare i dischi lo-fi dei Ramones o dei Black Flag. Io lascerei tutto così com'è, testina compresa. Semmai, quello che potresti fare, e vengo alla seconda domanda, è sostituire i Dual Concentric con dei Klipsch, certamente molto più adatti per quei generi musicali, e ovviamente ideali per spremere ogni frazione di watt dal Trends Audio. Non proverò a convincerti che anche quest'ultimo è migliorabile (gli ZeroZone suonano nettamente meglio, tanto per dire) perché secondo me il vero upgrade lo faresti con una bella coppia di grosse Klipsch, a partire dalle RF7 a seguire. Non ho mai ritenuto le Tannoy DC adatte al rock più cattivo. Anzi, direi che siano l'antitesi del diffusore adatto per quel genere musicale. Sono decisamente più a loro agio col jazz, il rock d'annata e la classica, a mio parere. Le Klipsch che ti ho consigliato, tra l'altro, hanno una sensibilità più alta, un toccasana per i pochi watt del Trends. Vedi se ti riesce di sentire qualcosa in condizioni ottimali, credo che converrai con me che si tratta di tutt'altra musica.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Nuovo amplificatore
Buongiorno, ho circa un migliaio di vinili, in prevalenza progressive, ma anche west coast, cantautori e altrettanti cd quasi tutti di classica. La stanza è circa 3.50 x 3.50, alta 2.70. Lettore cd Marantz 5004, giradischi Project Debut Carbon Esprit testina Ortofon 2m red, diffusori Monitor Audio Gold One, e il vecchio ampli Marantz pm 410. Quest'ultimo mi sta dando alcuni problemi, il canale sinistro salta e quando va è notevolmente attenuato rispetto al destro. L'ho fatto vedere ad un tecnico e secondo il suo parere non merita cercare di riparare, anche perché , se pur economico, non è una delle migliori realizzazioni della Marantz.
Potrei quindi andare sul nuovo, il budget è massimo 500 €. Alcuni mi dicono quel tale ampli ha un suono neutro, l'altro privilegia i bassi o i medi o la gamma alta...se non si ascolta sul campo mi si confondono le idee.
Ma devo acquistare in internet....consigli? Grazie mille cordialità.
Franco - E-mail: franco.pierantoni (at) gmail.com

[Marantz PM410]

LC
Caro Franco,
il tuo tecnico ha abbastanza ragione, quel Marantz non fa parte certo delle migliori realizzazioni del marchio, ma ha comunque un certo valore residuo, che oscilla tra i 250 e i 300€. Io proverei a sistemarlo, magari con un centinaio di euro risolvi, e poi potresti metterlo in vendita. In alternativa mettilo sul mercato così com'è, magari qualche appassionato ha voglia di metterci le mani e sistemarlo con poco. Certo è che con 500€, nel nuovo, acquisti ben altro! Tenendo conto del resto dell'impianto e del carattere dei tuoi diffusori, io opterei per un amplificatore NAD o per un
Rega Io, recensito molto positivamente su queste pagine qualche tempo fa. Dispone anche di un ottimo stadio phono per il tuo giradischi. Qualora non riuscissi a reperirlo, valuta un NAD D3020 V2, dotato di phono MM ma anche di comodi ingressi digitali e Bluetooth, che il Rega non ha.
Più in generale, lascia perdere chi racconta di differenze enormi tra amplificatori di pari costo: si tratta sempre di piccole sfumature, non è vero che uno predilige i bassi, uno i medi e gli alti. Tra l'altro, quando ci sono, si tratta di differenze valutabili all'interno di un impianto molto rivelatore.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Re: Di meglio del McIntosh...
Buongiorno Direttore!
Grazie per l'opinione e le specifiche che mi ha scritto anche se è stato un po' severo con i possessori di Mcintosh!
Solo un'ultima cosa... può spiegarmi, per favore, perchè i trasformatori d'uscita sono da considerarsi un "tappo"?!?
La ringrazio se vorrà rispondermi e sempre grazie per TNT!
Antonio - E-mail: gino.antonio (at) libero.it

LC
Caro Antonio,
non credo di essere stato severo, ma un po' conosco questo settore e chi lo frequenta, pertanto mi è ben chiara la mentalità di chi sceglie certi prodotti, tipo McIntosh. Lancio a questo proposito una sfida: quanti acquirenti di McIntosh hanno deciso l'acquisto in base a un confronto diretto con amplificatori di pari costo? Confronto basato sul suono, ovviamente, non sul peso, sull'estetica, o sul blasone del marchio. Rispondo io: pochissimi. McIntosh è, a mio parere, un acquisto principalmente emozionale (e ci sta) ma che col suono, spesso, non ha niente a che vedere.
Vengo alla questione dei trasformatori d'uscita, i cosiddetti autoformers. Una volta questi dispositivi erano necessari, perché tutti gli amplificatori erano a valvole, pure i McIntosh. La valvola ha necessità di vedere un carico diverso da quello basso e problematico offerto da un diffusore. Più precisamente, il segnale in uscita da una valvola è ad alto voltaggio e bassa corrente, mentre il diffusore ha necessità di un voltaggio basso e alta corrente per via della sua bassa impedenza. Il trasformatore funziona quindi come adattatore d'impedenza, oltre ad avere qualche altro beneficio in termini di isolamento da eventuali problemi e da interferenze. Non a caso, resistono sul 99% degli amplificatori a valvole. Con l'avvento degli amplificatori a transistor questi dispositivi sono diventati inutili, tant'è che solo McIntosh li utilizza sugli ampli a stato solido. Ora ci sarebbe da chiedersi: come mai? Solo McIntosh ha capito che sono indispensabili per il buon suono e il 99.9% dei progettisti non ha capito niente oppure le motivazioni sono...altre?
Sono altre, evidentemente. In parte hanno tentato di replicare il suono dei loro ampli a valvole, visto che il trasformatore d'uscita, comunque sia, ha un'influenza sul suono e, ma qui sono maligno, in parte è un modo facile per aumentare il peso degli amplificatori a transistor. Questi signori devono vendere, e sanno bene che una certa categoria di acquirenti valuta la bontà di un apparecchio in base al peso (e al costo). Un ampli a transistor, trasformatore d'alimentazione a parte, pesa poco, a meno di non usare cabinet in acciaio bellico. Tecnicamente a me la soluzione non piace (per questo l'ho definita tappo) perché si tratta di un dispositivo, imperfetto ed elettricamente inutile, posto tra transistor d'uscita e morsetti degli altoparlanti. Per una disamina dei problemi insiti nei trasformatori d'uscita, si vedano i siti dei pochi costruttori di ampli a valvole OTL, privi di questi dispositivi, appunto. Penso a
Atma-Sphere, Phantom Audio, Trascendent Sound e altri. Tutto questo, ovviamente, non sposterà di una virgola l'opinione del tipico utente McIntosh che, come dicevo, valuta con altri parametri. Potrebbe persino essere conscio che esistano amplificazioni migliori, ma mai e poi mai si separerebbe dagli occhioni blu, arrivando al punto di rifiutarsi di ascoltare qualcos'altro a confronto, per paura di trovare di meglio. Curiosa coincidenza, la lettera che segue è emblematica!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ampli Integrato
Buongiorno,
ringrazio anticipatamente e faccio i miei complimenti per l'onestà. Anch'io non ho peli sulla lingua (e se ci sono non sono miei!!!). Comunque sono a chiederLe un parere riguardo dei "nuovi" ampli integrati che sto "valutando" come nuovo upgrade. Il mio impianto è così composto:

Ambiente arredato di forma irregolare di circa 30 mq: musica ascoltata a volume medio-alto 70% rock 15% cantautori ed il restante 15% jazz.
I potenziali candidati sono: Grazie ancora e buona musica.
Giovanni - E-mail: bobrigobello (at) gmail.com

LC
Caro Giovanni,
se hai acquistato il McIntosh per il suono, come mai lo vuoi sostituire? E, soprattutto, come mai non passare a un altro McIntosh di livello più elevato? Non ne hai inserito neppure uno (dei tanti disponibili) nella lista dei candidati! Non è bizzarro?
Non solo, ma non spieghi come mai tu intenda sostituirlo, mi sarebbe servito a capire meglio che tipo di suono cerchi o quali parametri vorresti migliorare. Mi chiedi una scelta secca su quattro nomi, un esercizio che in tutta sincerità detesto, come ho sempre detto. Comunque, non mi sottraggo al gioco a quiz e ti dico Gryphon Diablo 300, da ascoltare ovviamente coi tuoi diffusori e nel tuo ambiente, se possibile. La differenza col tuo ampli attuale dovrebbe essere molto, molto sensibile. Magari scoprirai che il tuo McIntosh è migliorabile spendendo una cifra analoga.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Recensioni
Ciao,
grazie per la recensione dei diffusori
Kali Audio IN8. Sapevo che sarebbero stati interessanti. Al giorno d'oggi è possibile assemblare un impianto molto che suona molto bene semplicemente con un pc, pre/dac e diffusori attivi. Quanto costerebbero un paio di monitor hifi con performance simili ai Kali?
Un paio di osservazioni/domande: so che non ami le cuffie ma il mercato ne produce tantissime sempre più avanzate tecnologicamente e anche a prezzi decenti. Mi chiedo perché non ne recensiate un numero maggiore e con regolarità. Questo anche a fronte delle osservazioni relative a come il mondo hifi sia sclerotizzato e frequentato solo da 50enni e oltre. Allo stesso tempo la rivista presenta costantemente recensioni su turntable mats, bracci, aggeggi smorzanti, ecc. (dal mio punto di vista sono un numero eccessivo) e per questi motivi sono di interesse solo per 50enni e oltre.
Grazie e keep up the good work,
Francesco - E-mail: francesco.fabiano (at) libero.it

LC
Caro Francesco,
è difficile quantificare quanto possano costare dei diffusori simili ai Kali Audio IN8 se prodotti da un'azienda HiFi. Io credo, senza esagerare, almeno il doppio. Per quanto riguarda invece la tipologia di recensioni, visto che non sei l'unico a chiedere lumi in proposito, ti rispondo come ho sempre fatto. Ci sono due fattori determinanti: il primo è la disponibilità di prodotti in prova, che non dipende da noi, e il secondo è il nostro divertimento personale, ragione ultima che tiene in vita la nostra attività. Alcuni prodotti ci intrigano più di altri e ci stimolano a recensirli, e pazienza se non è ciò che il lettore medio si aspetta di trovare su queste pagine. Come avrai notato nell'ultimo editoriale di dicembre ai primi cinque posti delle recensioni più lette negli ultimi 6 mesi ci sono cinque amplificatori. Quindi, stando a queste statistiche, per accontentare il nostro pubblico dovremmo recensire ancor più amplificatori. Personalmente, invece, mi diverto di più coi diffusori, anche perché le differenze sono più evidenti e le prove più semplici da fare. Piero, Mark e una volta anche Geoff (che sta per tornare su questi schermi) si divertono di più con l'analogico, e va benissimo così. Se manca il fattore divertimento, non essendoci altri motivi (visto che non c'è guadagno) perché uno dovrebbe impegnarsi ad ascoltare e scrivere? Non pensare che sia sempre rilassante, talvolta è faticoso e richiede tantissimo tempo. Ognuno di noi ha un lavoro impegnativo, una famiglia e altri interessi da seguire. Faresti gratis qualcosa che non ti diverte, solo perché ti chiedono di farlo, senza avere niente in cambio? Ne dubito. Ecco, noi funzioniamo così, è semplice.
Tutto ciò premesso, pian piano appariranno più recensioni di cuffie.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu

Per non sbagliare
Ciao Lucio come stai?
Il mio pre phono della Musical Fidelity X LPS non ha il tasto accensione/spegnimento, potrei metterci un interruttore sul filo di alimentazione senza fare danni, oppure continuo a scollegarlo come faccio ora?
Grazie di cuore ed un abbraccio.
Dino - E-mail: marcugliadino (at) gmail.com

LC
Caro Dino,
puoi certamente mettere un interruttore sul cavo d'alimentazione o sulla presa cui è collegato. Di sicuro le prestazioni non ne risentiranno in alcun modo, i circuiti ringrazieranno e, perché no, anche la tua bolletta potrebbe in minima parte beneficiarne. Non solo, ma un circuito sempre sotto tensione è esposto a sovratensioni anomale che potrebbero bruciarlo. Io a monte dell'impianto ho un interruttore magnetotermico (oltre al differenziale sulla linea dedicata ad esso), che mi permette di staccare tutto in un sol colpo, ad esempio in presenza di temporali o interruzioni di tensione. Per sicurezza ancora maggiore ho anche una protezione SPD (Surge Protection Device) sul quadro elettrico, che va a scaricare verso una terra dedicata eventuali picchi di tensione nella rete causati da fulmini o altri eventi anomali nelle vicinanze, tipo anche guasti nella centrale etc. Ammetto di aver un po' esagerato, ma avendo in casa apparecchi in prova, magari anche costosi, che devo restituire in condizioni ottimali, preferisco andare sul sicuro e proteggere tutto ciò che si può.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Semplificazione impianto
Ciao Lucio,
l'impianto attuale mi soddisfa, ma l'idea di una possibile ulteriore semplificazione si è ormai insinuata nei miei pensieri e vorrei un tuo parere al riguardo. Occorre una premessa. Un paio di anni fa ho venduto il giradischi, perché non avevo più voglia di sottostare ai dettami del vecchio rito, tornato di moda in questi anni ma per me alquanto scomodo.
L'anno scorso ho proseguito il percorso verso la praticità realizzando uno streamer, ottenuto montando su una Raspberry Pi3 (fortuna che l'avevo già in casa, perché è aumentata parecchio di prezzo) una scheda I2S per il reclocking, con alimentazione separata e con uscita esclusivamente digitale che ho collegato al mio lettore CD Accuphase DP-57, utilizzandolo come DAC.
Sulla Pi3 ho installato Volumio e ho fatto l'abbonamento anche a Tidal (non con qualità master, ma solo CD, almeno per ora) in modo da poter usare la modalità Tidal Direct per pilotare la Pi3 direttamente con l'app di Tidal.
Confrontando il suono degli stessi dischi, sia in streaming che su CD suonati dal DP-57 (quindi con lo stesso DAC) le mie orecchie, invero non più freschissime, non hanno notato differenze (che però ho sentito benissimo quando ho provato ad abbassare la qualità dello streaming di Tidal dal CD al livello equivalente a un mp3).
Ma ovviamente non è solo una questione di qualità audio: ascoltare la musica in streaming significa poter accedere a un catalogo vastissimo e gustarsi le novità senza perdere tempo ad acquistare dei CD che magari si ascoltano una volta sola. Questa è la premessa. Adesso l'idea che sto ponderando sarebbe quella di rinunciare alle elettroniche Accuphase, cioè il mio amato DP-57 (dal suono gentile ma dettagliato) e l'amplificatore E-213 (suo fidato partner) che dà fiato a una coppia di ProAC DT8 (uno tra i diffusori che mi consigliasti in risposta a una mia lettera di qualche anno fa) per passare a un singolo amplificatore con DAC incorporato da collegare allo streamer (e anche al decoder per l'audio della TV come faccio già ora sfruttando i due ingressi ottico e coassiale del DP-57).
Si tratterebbe di un passo forse azzardato, perché rinuncerei ad ascoltare i miei numerosi CD (in realtà no, potrei pur sempre usare un mio vecchio lettore DVD come meccanica, oppure potrei riversarli sul NAS da far leggere alla Pi3, ma non credo che lo farei) votandomi in toto alla musica liquida. Ma nel caso, la principale difficoltà sarebbe individuare un ampli con DAC incorporato e almeno 2 ingressi digitali, che sia all'altezza della coppia Accuphase che andrebbe a sostituire, e dei diffusori. Mi affido alla tua esperienza per avere qualche consiglio in merito. Non ho un budget di spesa prefissato: sui 3000 euro, nel nuovo, secondo te possono bastare per non avere rimpianti?
Non escludo, in futuro, di passare a uno streamer commerciale, ammesso che possa aumentare ulteriormente la precisione del reclocking e la pulizia del flusso digitale, ma la maggior parte della qualità audio dipende comunque dal DAC che si trova a valle dello streamer...
Grazie per l'aiuto,
Gianni - E-mail: GNovari (at) libero.it

LC
Caro Gianni,
mi piace e approvo la tua idea di semplificazione radicale. Per suonare i CD superstiti potresti tranquillamente usare una meccanica o un lettore DVD con uscita digitale. Quindi saluta pure la coppia Accuphase e pianifica un amplificatore moderno dotato di ingressi digitali. Questa caratteristica ormai è abbastanza diffusa, pertanto le opzioni non mancano, soprattutto nella fascia di prezzo da te indicata. Io ti consiglierei di valutare uno dei seguenti amplificatori, dotati di ingressi digitali (e tanto altro): Rotel RA1592 mkII, NAD C399, Primare I15 Prisma o I25 Prisma, o addirittura un Cambridge Audio EVO 150 che è simultaneamente amplificatore, con ingressi digitali, e streamer adatto per ogni formato attuale, da Roon a TIDAL Masters con tecnologia MQA, Spotify Connect, Apple AirPlay 2, Chromecast e Qobuz.
Quest'ultimo ti consentirebbe di semplificare ancora di più il tuo impianto, eliminando Pi3 e tutto il resto. Vedi se ti riesce di ascoltarlo e valutarlo.
Tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Gentile Direttore, gentili Redattori, gentile Staff, gentili Lettori,
sono Pierluigi e Vi scrivo dal Friuli, sono un appassionato di hi-fi da una vita e seguo assiduamente la Vostra favolosa rivista, sembra una cosa scontata quella di farvi i complimenti per l'impagabile lavoro che svolgete da così tanti anni e che continuate a svolgere sempre con la stessa coerenza, competenza e passione, ma scontata non è, mi spiego meglio: nel corso dei decenni, seguendovi, ho imparato un concetto credo importantissimo, cioè quello di ragionare e di decidere con la mia testa e con le mie orecchie (non sempre scontato, credo) arrivando a decidere il setup per l'ascolto che ritengo ideale per me (e sottolineo per me) anche se ciò, come proprio nel mio caso, può non seguire i canoni classici di ciò che abitualmente potrebbe essere definito hi-fi o tantomeno seguire le passeggere mode del momento.
Tutto questo per dirvi che proprio grazie a Voi per il momento ho assemblato un setup (che non descrivo non essendo questo l'argomento della mia mail) al quale in pratica...non ci penso: mi ritrovo semplicemente a godermi la Musica (conscio delle limitazioni del mio “hardware”) senza stare a pormi questioni su come il mio impianto stia affrontando i vari dischi ed è proprio di dischi che voglio parlare, ora penso a procurarmi dischi da ascoltare senza pensare a come migliorare il mio setup ed allora ragionando fra me e me dico, forse, non è questo il concetto stesso di impianto stereo? Non è questo forse quel piccolo angolo di paradiso dove passare la cosiddetta “ora d'aria” trascorsa assieme alla mia Musica preferita? Credo proprio di sì.
Il mio setup probabilmente cambierà in futuro anche pensando ad un riposizionamento che mi auguro di poter fare concedendo al mio impianto uno spazio più adeguato, ma tali cambiamenti sono certo rimarranno orientati verso il fine di tale “agglomerato” di apparecchi, cioè la Musica ed il godimento nell'ascoltarla.
Posso essere accusato di lodare il “my-fi”? Forse si, ma ne traggo piacere in un modo che il fine mi fa dimenticare il mezzo.
A tutto lo staff di TNT-Audio i miei più sinceri complimenti e continuate così perché non vi immaginerei in nessun'altro modo.
Pierluigi - E-mail: wigi__ (at) alice.it

LC
Caro Pierluigi,
grazie davvero per aver condiviso con noi il tuo percorso, che approvo in pieno. Si può sempre pensare di limare qua e là, migliorare, aggiornare, ma tutto questo deve essere sorretto da una soddisfazione all'ascolto che ci consenta di non concentrarci troppo sui suoni, lasciando spazio alla musica. Per questo motivo ho spesso consigliato di operare dei
downgrade (si veda articolo) anziché degli upgrade, perché i primi tipicamente consentono di rivedere le priorità e di valutare tutto in una prospettiva più corretta. Per quanto io possa utilizzare, più o meno quando e quanto voglio, il mio sistema principale, non nego che talvolta mi accontento di molto meno, senza per questo provare frustrazione. Anche sistemi modesti riescono a far passare il magico messaggio della musica, un compito nel quale spesso falliscono i mega impianti: apparentemente perfetti, con ampia risposta in frequenza, dinamica, immagine...ma poco musicali e coinvolgenti.
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Suggerimento musicale della settimana

Quel geniaccio di Joe Jackson ne ha combinato un'altra delle sue: si è inventato un musicista immaginario, tale Max Champion, vissuto a ridosso della prima guerra mondiale, le cui canzoni da Music Hall erano andate perdute. Questo album, dal titolo “What a racket!” le riscopre. Ovviamente Max Champion altri non è che lo stesso Jackson, che gioca a fare il cantante da primi del secolo. Questa è la title track di questo curioso nuovo album.

Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.

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