[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]
Prodotto: Ciúnas ISO-SPDIF, convertitore USB-SPDIF
Produttore: Ciúnas Audio
Prezzo: € 337 - Convertitore di valuta
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Pubblicato: Giugno, 2018
Traduttore: Roberto Felletti
Recentemente, ho recensito l'eccellente ISO-DAC della Ciúnas Audio, e quindi mi ha fatto piacere poter provare il convertitore ISO-SPDIF della stessa azienda. Il convertitore sembra pressoché identico all'ISO-DAC, tranne l'aggiunta di un connettore posteriore per collegarlo al DAC. Ho apprezzato il fatto che ci siano connettori di tipo differente, perché preferisco il tipo BNC per i collegamenti digitali. Come tutti i prodotti Ciúnas Audio, l'ISO-SPDIF integra la funzionalità ISO-HUB, come il convertitore SPDIF. In questo modo, il segnale USB ad alta velocità, isolato e convertito, viene inviato all'ingresso USB del ricevitore USB Amanero. L'ISO-SPDIF è alimentato non da una bensì da due batterie ad elevata erogazione di corrente, costantemente sotto carica; questo significa che il dispositivo può essere ricaricato durante il funzionamento, senza che le prestazioni ne risentano.
Il segnale I2S in uscita dalla scheda Amanero viene “ricloccato” da due clock audio a basso jitter, posti subito prima del chip SPDIF WM8804. Il tutto è alimentato a batteria, per offrire il minor rumore possibile; è disponibile un alimentatore stabilizzato.
Ricordo i tempi in cui la musica digitale era una novità, nelle vesti del Compact Disc, quando molti pensavano che, trattandosi di uno e zero, il suono digitale sarebbe stato sempre il medesimo (naturalmente, con lo stesso amplificatore e gli stessi diffusori). Non ci volle molto prima che avessimo DAC separati, ognuno che sosteneva di suonare meglio dell'altro, e poi, quando si iniziò a usare il computer come sorgente audio, tutti gli altri fattori diventarono evidenti: l'hardware, il sistema operativo, il software per migliorare la qualità sonora, i cavi USB, gli alimentatori esterni, i dispositivi di re-clock, ecc. ecc. Pertanto, quanta differenza può fare un convertitore SPDIF in un impianto con così tanti fattori coinvolti? Avevo sperato di scoprirlo confrontando l'ISO-SPDIF con il convertitore M2Tech SPDIF HiFace2, recensito nel 2013. Sì, l'HiFace2 è molto più vecchio e costa circa un terzo rispetto all'ISO-SPDIF, ma questo dovrebbe rendere più facile notare le differenze; giusto?
Avevo collegato l'ISO-SPDIF con un cavo USB iFi Gemini a un PC con Euphony. L'uscita SPDIF era collegata a un DAC MHDT Pagoda Lab, a sua volta collegato a un amplificatore Clef Audio Soloist con un cavo di segnale Vertex-Audio. I diffusori erano i miei Mordaunt Short Pageant 2 modificati.
Il convertitore HiFace era anch'esso collegato all'impianto, ma era alimentato da un alimentatore Paul Hynes SR3.
Avevo iniziato la prova ascoltando il convertitore SPDIF HiFace. Ho usato molto questo dispositivo da quando l'avevo recensito la prima volta, e l'ho sempre giudicato un convertitore molto valido. Dopo una lunga sessione di ascolto per acquisire familiarità con il suono dell'intero impianto, ero passato all'ISO-SPDIF. Avrei notato qualche differenza? La risposta era stata un riecheggiante SÌ! Il suono aveva, leggermente ma distintamente, più corpo, un timbro leggermente più pieno e c'era maggior spazio tra i singoli strumenti disposti sul palcoscenico. Se dovessi definire la differenza con una sola parola, due in realtà, direi che il suono era “più sfarzoso”.
Avevo ascoltato anche il DAC Pagoda collegato direttamente al computer via USB. Il suono era, in un certo qual modo, una via di mezzo tra quello dell'HiFace2 e quello dell'ISO-SPDIF. Un'altra cosa che avevo notato era che il convertitore HiFace2, collegato direttamente al Pagoda, suonava in maniera un po' più veloce dell'ISO-SPDIF, ma questo si percepiva solo brevemente dopo averli scambiati e ascoltando brani movimentati, come Graceland di Paul Simon. Inoltre, lo si notava anche per breve tempo dopo essere passati da una configurazione all'altra e non era possibile dire quale avesse il suono giusto. Ero giunto alla conclusione che fosse una questione di percezione e che fosse dovuto alla migliore prestazione in gamma bassa dell'ISO-SPDIF. Lo dico semplicemente perché può essere un aspetto a cui prestare attenzione se ascoltate l'ISO-SPDIF. Per me non ha fatto differenza, perché mi sono goduto molto la musica con entrambi i convertitori.
Come ulteriore esperimento, avevo provato il convertitore HiFace2 con la funzione ISO-HUB dell'ISO-SPDIF. Per fare ciò, avevo dovuto collegare l'alimentatore Paul Hynes alla porta USB di destra sul retro dell'ISO-SPDIF. Poi l'HiFace2 era stato collegato a una delle altre tre porte USB. Il risultato era stato un percepibile miglioramento della qualità del suono, portando l'HiFace2 a un livello più vicino a quello dell'ISO-SPDIF. Così avevo dovuto fare un bagno di umiltà, perché nella recensione dell'ISO-DAC avevo detto che non riuscivo a capire l'utilità della funzione ISO-HUB su questi prodotti Ciúnas Audio. Adesso ho capito che può tornare utile, specialmente se vi piace sperimentare un po' utilizzando dispositivi USB differenti.
Quindi, secondo me il costo dell'ISO-SPDIF vale tre volte il costo dell'HiFace2? Sì, perché semplicemente ha dimostrato di essere tre volte migliore. L'impianto nel quale l'ho inserito aveva quella caratteristica in più che non mi fa smettere di ascoltare. Quando questo succede, capisco che qualunque cosa io recensisca merita di essere consigliata. Quando, nel 2012, recensii il convertitore SPDIF Mk3 di John Kenny, non avevo la sensazione che i convertitori SPDIF facessero così tanta differenza. L'ISO-SPDIF mi ha ulteriormente convinto che possono farla, e che la fanno.
© Copyright 2018 Nick Whetstone - nick@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]