Prodotto: braccio con articolazione a cuscino d'aria "The Conductor"
Produttore: The Cartridge Man - UK
Distributore: DML Audio - Italia
Prezzo approssimativo: £.1.100 (braccio senza pompa e serbatoio) £.1.500 completo.
Recensito da: Geoff Husband - TNT Francia
Data pubblicazione: Novembre, 2006
Traduzione: Carlo Iaccarino
Sebbene abbia già recensito diversi modelli di bracci, si è sempre trattato di bracci imperniati: su uno o più punti, con articolazione cardanica, perfino progetti strani come il Dynavector 507 ecc. Mai, però, un braccio tangenziale, in parte perchè non ne riuscivo a giustificare l'esistenza. Però, nonostante (o forse a causa di) questo pregiudizio, sono accorso quando mi si è offerta la possibilità di provare il "Conductor" articolato su cuscino d'aria di Len Gregory - vediamo, allora, che cos'ha di tanto particolare...
I concetti alla base dei bracci tangenziali sono di una semplicità disarmante. Quando si incide il master di un disco, la testina di incisione segue sul disco un percorso radiale lineare, dall'esterno verso l'interno. Invece, se la lettura del disco avviene mediante un braccio imperniato al cui capo è montato il fonorivelatore, quest'ultimo seguirà sul disco una traccia ad arco, il cui raggio corrisponde alla lunghezza effettiva del braccio. Il che comporta che anche nel caso in cui il fonorivelatore sia montato alla perfezione, lo stilo presenterà un allineamento laterale (o zenith) corretto soltanto in due punti del disco: i cosidetti punti "nulli". In qualsiasi altro punto del percorso arcuato si verificherà un certo errore angolare, che può arrivare fino a poco più di 2 gradi(*1). Minimi errori sia nel corretto parallelismo fra fonorivelatore e conchiglia, sia di overhang (distanza fra perno del piatto e puntina, n.d.t.) possono produrre importanti spostamenti dei due punti nulli: per esempio, un errore di Zenith di 2 gradi può spingere i due punti nulli al di fuori dell'area occupata dal disco!(*2)
E veniamo al braccio tangenziale... In questo caso il fonorivelatore è sorretto da un braccio che non ruota attorno ad un punto, quanto, piuttosto, scorre su una slitta lungo un binario, cosicchè lo stilo segue un percorso perfettamente diritto, proprio come la testina di incisione, senza alcun difetto di allineamento. Questa concezione di lettura del disco ha dato origine ad una certa varietà di famiglie di slitte di scorrimento, alcune dotate di motore che permette loro di muoversi lungo il [(raggio del), n.d.t.] disco, alcune di minuscole rotelline di sostegno, altre, forse le più famose, sospese su cuscino d'aria.
In un braccio sospeso su cuscino d'aria, la canna è generalmente sorretta da un tronco di cilindro cavo (chiamiamolo il carrello), che si chiude attorno ad un altro tubo che presenta dei fori attraverso cui fuoriesce dell'aria pressurizzata (chiamiamolo il tubo a getto d'aria). Il carrello ha un diametro interno solo lievemente maggiore del tubo a getto d'aria, così che fra i due si forma un cuscino d'aria che impedisce che essi si tocchino. Vi sono molte variazioni su questo tema, e tutte condividono lo stesso principio di base. Il risultato è un'articolazione che presenta un attrito quanto più prossimo allo zero è possibile. Comunque, anche i bracci a cuscino d'aria si dividono in due gruppi.
Il primo comprende quelli ad alta pressione: emblemi ne sono i bracci della Eminent Technology e della Kuzma. In questi modelli lo spazio lasciato all'aria fra carrello e tubo è molto, molto piccolo, ed il relativo cuscino d'aria presenta lo spessore di poche molecole. Il che richiede una realizzazione di altissima precisione ed una pompa ad alta pressione per mantenere quel velo d'aria. I presunti vantaggi sarebbero quelli di avere un braccio non solo ad attrito nullo, ma anche molto rigido sul piano torsionale.
Il secondo comprende le sospensioni a bassa pressione, in origine pioneristicamente proposte dai Forsell, non più in produzione, ed ora dal Conductor. Tenendo presente che il discorso è sempre relativo, in questo tipo di articolazioni lo spazio a disposizione del cuscino d'aria è molto più spesso, e più a forma di cuscino. Ci vuole sempre una pompa, che deve produrre una minore pressione ma un maggiore volume d'aria, dal momento che le perdite di questa sospensione sono maggiori. Questo cuscino ha anche l'effetto di isolare il sistema canna/fonorivelatore ed il carrello dal resto del braccio e dal giradischi. La resistenza alla torsione sarà parzialmente dipendente dall'ampiezza del collare del carrello che viene sospeso dal getto d'aria, ma anche dall'inerzia della struttura stessa.
Magari è un'analogia un po' tirata per i capelli, ma la dicotomia fra le due filosofie della "alta pressione" e della "bassa pressione" mi rimanda alla diatriba fra i bracci con articolazioni cardaniche o a punto singolo, dove i primi sono in teoria molto più rigidi sul piano della torsione, mentre i secondi si affidano all'inerzia per prevenire la torsione a frequenze audio, offrendo anche un certo grado di isolamento per il braccio.
Il che ci porta al braccio in esame: il Conductor.
Sono un grande sostenitore della filosofia di costruzione dei bracci KISS (Keep It Simple, Stupid - mantienilo semplice, stupido), così sono rimasto favorevolmente stupito nel vedere quanto sia incredibilmente semplice, questo braccio. Un ridottissimo numero di parti viene assemblato per produrre un braccio neppure sgradevole alla vista, con una finitura più "da ingegnere" che da cromatura di macchina fotografica, ecc. Base e torretta sono fatte tutte in alluminio lavorato, e viene fornito anche un semplice, ma efficace alzabraccio.
Il tubo a getto d'aria è di ottone cromato ed il carrello di alluminio. Si tratta di una cosa importante, dal momento che il tubo dell'aria cromato è lavorato a specchio e, poichè è di cromo è molto più duro del carrello in alluminio; il che significa che, in caso di un errore di manovra, il carrello non può graffiare la superficie del tubo a getto d'aria, così come la maggior parte delle particelle di polvere non riusciranno a macchiarlo, e si potrà pulire con facilità.
La costruzione del tubo a getto d'aria è interessante ed unica, dal momento che l'aria vi viene immessa tramite due tubi in plastica connessi a ciascuno dei due fondi della struttura, e presenta un setto interno per tutta la sua lunghezza: così si è ritenuto di riuscire a mantenere la pressione dell'aria quanto più costante è possibile per tutto il tubo stesso. Nella superficie della metà superiore del tubo dell'aria sono stati praticati una serie di fori rastremati, da dove l'aria viene spinta fuori per sostenere il carrello. Ovviamente, in ogni istante solo una parte di questi fori sarà coperta dal carrello e moltissima aria viene pompata fuori inutilmente, il che costituisce uno dei motivi per dotare il tutto di una pompa ad alta capacità.
La canna è un sottile tubo di fibra di carbonio, che potrebbe anche apparire un po' deboluccio per il lavoro cui è chiamato, ma in questo caso l'apparenza inganna: a parità di massa, la fibra di carbonio è diverse volte più rigida di qualsiasi metallo. Sembra che le fibre siano disposte per il verso della lunghezza, anzichè essere tessute, il che, se massimizza la resistenza alla flessione, diminuisce quella alla torsione: si trova lo stesso tipo di tubolare negli aquiloni di un certo pregio e nelle racchette da volano. La conchiglia portatestina è una struttura di alluminio lavorato incollata alla canna del braccio; il collegamento fra canna del braccio e carrello si ottiene per mezzo di due dadi dalla testa a croce che permettono di modificare l'azimuth e la lunghezza del braccio in fase di installazione. Il contrappeso è un semplice affare dipinto di nero (ottone?), tenuto in sede per mezzo di guarnizioni anulari in gomma.
L'aria viene fornita da una pompa da acquario, che presenta un'uscita variabile ed un serbatoio di aria (una camera) interposto fra pompa e braccio per omogeneizzare il flusso. Il braccio è disponibile anche senza questi due articoli, ed è molto facile realizzare da soli (come ho fatto io) il serbatoio d'aria con una bottiglia di plastica ed una pistola sparacolla.
Mi ci sono accinto con una certa qual trepidazione, dal momento che non avevo mai usato un braccio simile, prima. Ma non avevo motivo di preoccuparmi: sebbene l'installazione iniziale sia più complicata rispetto alla maggior parte dei bracci imperniati, la sistemazione precisa finale è stata più facile.
La prima cosa da fissare è l'altezza del braccio. Si tratta di un semplice giochetto fra vite Allen e saliscendi, e dal momento che tutti gli altri allineamenti si perdono se lo si varia, è il primo da fissare. Nal mio caso, ho dapprima trovato l'orizzontalità della canna (riprendo il discorso più avanti...). Poi occorre fissare l'allineamento usando una dima che tracci una linea dritta radiale, dal perno al bordo del piatto; modificando sia l'angolo formato dal tubo a getto d'aria, che la lunghezza della canna, è molto semplice piazzare lo stilo sulla linea che attraversa il piatto. Una volta fissato, questo allineamento è perfetto, ed ogni errore è molto facile da rilevare. Al confronto, un braccio imperniato ha bisogno di una precisa regolazione dell'overhang per arrivare allo stesso livello, inoltre è difficile da giudicare (se è bene allineato o meno, n.d.t.) e, come detto prima, ogni minimo errore ha un grosso effetto sulla posizione dei punti nulli (*3): nel nostro caso, invece, non abbiamo nessuna di queste complicazioni...
Nota a margine: vorrei far notare come la maggior parte delle dime a due punti nulli siano prodotte in modo approssimativo (come ha notato Werner), con stampe poco leggibili e buchi per il perno decentrati. Anche le dime che si basano sul metodo ad un sol punto e ad allineamento a vista su una linea fra perno e articolazione sono del pari poco accurate, dal momento che nella maggior parte dei bracci comunque questo punto non è assolutamente evidenziato.
Poi (ma vorrei dire praticamente allo stesso tempo) il tubo a getto d'aria va messo in bolla agendo su quattro piccole viti ad immersione: è un ottimo metodo ed è ESSENZIALE, poichè la minima deviazione renderebbe il braccio difficile da usare, in quanto nello spostarsi sul disco in cerca di un preciso punto da ascoltare finirebbe per oscillare di qua e di là fino ad urtare qualche solco, così rovinando solco e stilo, per non parlare dell'effetto sulla qualità del suono. Il che, d'altro canto, è un ottimo indicatore di quanto questo tipo di sospensione sia immune dagli attriti: se la sistemate male, ve ne accorgete subito.
Veniamo, infine, al micrometrico aggiustamento dell'angolo del fonorivelatore rispetto alla conchiglia portatestina. Ruotando la puntina nella conchiglia si riesce ad allineare il cantilever parallelo alla linea radiale che congiunge centro e bordo del piatto: in questo modo il fonorivelatore è perfettamente allineato per tutti i punti del disco, quantunque, se lo stilo non risultasse bene in linea rispetto al cantilever dovreste compiere altri aggiustamenti di fino "ad orecchio", ruotando ulteriormente la testina nella conchiglia.
A parole, sembra molto difficile, ma in pratica ho trovato molto più facile sistemare a puntino questo braccio rispetto a quelli imperniati, poichè gli eventuali errori sono facili da identificare.
Il Conductor è strano... Ha un baricentro molto alto. Se sollevate il braccio prendendolo per la conchiglia, dopo circa 40mm diventa leggerissimo, tanto da ribaltarsi all'indietro: infatti c'è un piccolo anello di gomma per fermarne la corsa. Si tratta di un comportamento molto strano. Implica che quando si alza il retro del braccio per aumentare il VTA (Vertical Tracking Angle, angolo di tracciamento verticale, .l'angolo formato fra cantilever e superficie del disco, n.d.t.), allo stesso tempo si aumenta la VTF (Vertical Tracking Force, forza di tracciamento verticale, o forza d'appoggio della puntina sul disco, n.d.t.), caricando il cantilever, e conseguentemente riducendo il VTA, e viceversa. Se si unisce questa caratteristica alla difficoltà di modificare il VTA (operazione che provoca la perdita di tutti gli altri allineamenti), diventa evidente che, per coloro che ritengono che il perfetto VTA sia parte essenziale dell'installazione di un braccio e che necessiti di aggiustamenti ad ogni disco, il Conductor è assolutamente da evitare.
Fortunatamente, a me piace fissare questi valori una volta per tutte e non pensarci più, quindi ho fatto slittare il contrappeso sino alla VTF raccomandata e ho regolato l'orizzontalità del braccio; poi mi sono messo a considerare i possibili effetti positivi di questo strano comportamento. Quando una puntina scorre lungo un'ondulazione del disco, la VTF si riduce un po' durante la salita, al contrario di quanto accade per la maggior parte dei bracci imperniati su un singolo punto, il che viene generalmente ritenuto un fatto positivo; in realtà la Roksan dota i suoi bracci di un intelligente contrappeso oscillante per tentare di ottenere lo stesso effetto. Quanto sia davvero significativa questa caratteristica è argomento da discutere, ma certamente essa, insieme alla bassissima massa verticale effettiva, rende il Conductor ottimo nel tracciamento di dischi ondulati.
Tutti i bracci sospesi su cuscino d'aria condividono la stessa caratteristica: una "ellisse inerziale" molto piatta, il che significa che la massa effettiva sul piano verticale è molto più bassa di quella nel piano orizzontale. Pensate ad un'altalena, che si muove molto meglio su e giù piuttosto che trascinandola per terra :-)
L'assenza di attrito nella sospensione aiuta, ma il fonorivelatore vede comunque l'intera massa complessiva di carrello, canna, corpo testina e contrappeso, cui deve imprimere un'accelerazione in modo tale da farla muovere (per seguire i solchi, n.d.t.). D'altro canto, sul piano verticale il braccio si comporta come un normale braccio imperniato, nel senso che la puntina vede solo l'inerzia della canna, dal momento che il braccio è in equilibrio orizzontale. La canna più corta, tipica dei bracci tangenziali, riduce ulteriormente questa forza. Calcolare la massa effettiva di un braccio richiede parecchia matematica complessa, nonchè una dettagliata conoscenza della disposizione delle masse lungo il braccio, perciò io non posso riuscirci in questa sede. Ma se un tipico braccio a massa media (p. es. il Rega RB-300) presenta una massa effettiva di, diciamo, 12 grammi, allora il Conductor presenterà qualcosa come 5 grammi sul piano verticale e 30 grammi su quello orizzontale (su questi numeri sto tirando ad indovinare, giusto per esemplificare, non si tratta dei veri valori di questo braccio!).
In pratica, questo, che significa? Usando il fonorivelatore Music Maker III (dalla cedevolezza medioalta), la frequenza di risonanza verticale del complesso braccio/puntina si trova a circa 15 Hz, e quella orizzontale a circa 5 Hz. Entrambi questi valori sarebbero causa di preoccupazione nel caso di un braccio imperniato, poichè il primo è molto vicino alla banda udibile (quindi note molto basse ecciterebbero la risonanza) e con un fonorivelatore più leggero o dalla maggiore cedevolezza la risonanza salirebbe fino a 20 Hz ed oltre, zona dove ci troveremmo in guai seri. Mentre il valore di 5 Hz è molto vicino alla frequenza delle ondulazioni del disco, il che comporta che un braccio imperniato ballonzolerebbe anche sulla più piccola di esse, il che è male.
Ma le ondulazioni si sviluppano sul piano verticale, dove abbiamo un valore di risonanza di 15 Hz che ci mette al sicuro, mentre le note basse sono registrate solo sul piano orizzontale (in effetti sono monofoniche), dove la sicurezza ci è garantita dal valore della frequenza di risonanza di 5 Hz: se le cose non stessero così, allora i bracci tangenziali sarebbero presto diventati storia vecchia :-)
Il braccio può essere fornito con uno qualsiasi dei tre tipi di contrappeso: io ho avuto quello medio, ma consiglierei di provare il più leggero possibile. Certo, io avevo a disposizione un bella "lunghezza" su cui fare scorrere il contrappeso, e un contrappeso leggero la metà mi avrebbe fornito il duplice vantaggio di ridurre considerevolmente la massa totale del sistema carrello/braccio e, di conseguenza, la massa effettiva orizzontale, contemporaneamente aumentando solo di poco la massa effettiva verticale.
Davvero poco da riferire, sotto questo aspetto: una volta installato, è stato molto semplice da usare, il posizioneamento su un determinato punto del disco non è stato più difficile rispetto alla maggior parte dei bracci imperniati, anzi, più facile che per alcuni di essi. L'unica eccezione vale per quei dischi sottilissimi con un grande bordo rialzato: con essi qualche volta lo stilo scivolava lungo la pendenza del rialzo per un paio di solchi prima di "prenderci" ed iniziare a suonare. Si tratta del risultato di quall'alta massa effettiva sul piano orizzontale, ed un contrappeso più leggero avrebbe potuto rivelarsi benefico; in realtà si ha lo stesso problema con fonorivelatori ad alta cedevolezza montati su bracci pesanti. Comunque, si è trattato di casi rari.
Un'altra lamentela la faccio per il rumore. Non il rumore della superficie del disco (anche su questo torno dopo), ma quello della pompa, simile a dei lontani lavori stradali, e a quello del braccio stesso, sibilante come un cobra. Il primo problema l'ho risolto forando la parete del salotto e piazzando la pompa al di là del muro: cosa non faccio per TNT! Se questa soluzione non è praticable, dovrebbe essere possibile trovare una pompa più silenziosa (attrezzatura medicale?). Per il sibilo, non resta che adattarvicisi, è nella natura di questa bestia: ma può creare problemi solo se tenete il giradischi di fianco al punto d'ascolto.
Giocherellare con la pompa si è rivelato interessante. Senza il serbatoio di interfaccia, il braccio captava un qualche rumore dalla pompa (pulsazioni dell'aria?), ma il serbatoio lo ha completamente bloccato. Inoltre, intervenendo sull'uscita variabile, mi è sembrato che la prestazione migliore si ottenesse con il minore livello effettivamente ottenibile, cioè pompando aria appena a sufficienza per sostenere il carrello, ma non di più. Non sono tanto sicuro del perchè. Il sibilo era meno evidente e forse la "sofficità" del cuscino d'aria ha avuto un suo effetto: chi può dirlo?
Infine, la polvere... Io vivo in una casa molto polverosa: camino a legna, tappeti e vecchi mobili con tanto di bimbi che ci urtano contro. Pensavo che qualsiasi braccio sospeso su cuscino d'aria avrebbe incontrato seri problemi ambientali, e, invece, no, il Conductor è andato ottimamente. Lasciato a riposo per un giorno compare un po' di polvere, ma basta accendere la pompa dell'aria e smuovere un po' il carrello lungo la slitta, che il getto d'aria la sputa via, e in 3 mesi non si è mai bloccato. Non so se un braccio ad alta pressione si sarebbe adattato altrettanto bene.
Vi ho sentiti, che urlate: "Finalmente!"...
Abbastanza naturalmente, per questa prova ho usato proprio il fonorivelatore Music Maker III dello stesso Gregory. Mi è anche stato fornito un giradischi piuttosto speciale della Acoustic Solid, col quale si è formata un'accoppiata perfetta sia per quanto riguarda il suono che per quanto attiene all'aspetto.
Generalmente, appena installato un nuovo braccio/giradischi o fonorivelatore, il primo pezzo che metto su è "Sad old Red" dei Simply Red. E' il secondo pezzo del loro album "Picture Book", e me lo gusto per primo per via di quella bella linea di walking bass che è in grado di eccitare risonanze dovunque nell'impianto: vi meravigliereste nel sapere quanti componenti faticano con questa semplice prova. Una volta un fabbricante high-end mi ha portato i prototipi del suo ultimo diffusore da 5.000 Euro, per poi andarsene, dopo questa prova, conscio di doverci ancora lavorare su...
Ma sto divagando. Il fatto è che a volte piazzo la puntina proprio su quel pezzo, altre volte sono pigro e semplicemente faccio partire il disco dall'inizio e mi metto comodo in attesa del grande evento.
Questa volta sono stato pigro...
Solo che non mi sono messo comodo, perchè me lo ha impedito ciò che sentivo uscire dai miei diffusori: d'improvviso c'è stata una linea di basso velocissima (non sto parlando dell'esecuzione) ed intonata, ed un pezzo che normalmente considero medio richiamava tutta la mia attenzione. Poi, quando è arrivata "Sad old Red", la linea di basso è stata magnificamente trattata, evidenziando come l'esecutore stesse suonando con le dita anzichè col plettro, con un bellissimo senso di coesione. Ottimamente riprodotta anche la batteria, miscelata per rimanere sullo sfondo. Questo insieme braccio/testina si è rivelato anche un ottimo disseppellitore di dettaglio, è stata una di quelle occasioni in cui nuovi dettagli continuavano ad emergere, ma senza che il suono ne risultasse innaturale o forzato: solo "corretto".
Naturale che il disco rimanesse sul piatto: arrivati al pezzo numero 4, che sulla mia copia consumata a volte suona un po' schiacciato e tagliente, la fedeltà non era cambiata. In realtà avrei potuto anche stare ascoltando un CD (ho davvero detto questo?). Questa nuova scoperta mi ha portato a scavare tra i miei vecchi dischi preferiti, per vedere se questa capacità di trattare bene l'intero disco poteva rivitalizzare la mia collezione: Led Zeppelin 4, Live and Dangerous, Beggars Banquet ecc., quella sera li ho fatti girare tutti, con goduria crescente. Lo so che non stiamo parlando di dischi audiophile, ma con altri bracci ognuno di loro mi dava un problema od un altro, che invece col Conductor semplicemente non si è mai presentato; è stata un'esperienza cui mi sono assuefatto, come una droga. Anche il mio Dynavector 507 riesce nell'impresa, ma solo coi dischi migliori; degli altri avevo imparato ad accettare i difetti: ora non più.
Ad un certo punto mi è balenato in mente che forse stavo sentendo la prestazione più dettagliata e controllata che questi dischi avrebbero mai potuto fornire, e già solo per questo il braccio mi aveva conquistato. Sul fronte dei difetti, questo insieme non presenta la stessa definitività in termini di forza e "slam" (che parola orrenda) di roba come un Ekos o anche di uno SME4, ma si è comunque comportato così bene sotto questi aspetti che non mi sono sentito troppo derubato.
Ma c'è un "ma": il Conductor non perdona dischi mal pressati o mal registrati. Non fa il miracolo di espandere una prestazione compressa o di aggiungere calore e basso dove mancano. Un classico esempio viene dall'album 'Best of Bruce Springstein', che con il Conductor suonava piatto, duro, con il (subwoofer, n.d.t.) REL Strata (regolato per iniziare ad emettere sotto i 60 Hz) a malapena chiamato in causa. In conclusione, se volete che il vostro braccio si comporti come un banco effetti, guardate altrove: qui potete avere solo ciò che c'è sul disco...
Passando a delle registrazioni audiophile davvero d'atmosfera, come il "King James", incisione diretta della Sheffield Labs, ancora una volta è emerso un notevole livello di dettaglio e di fine palcoscenico, anche se con un contrasto dinamico lievemente minore se confrontato con il meglio - in questo mi ha ricordato più il Triplanar che lo SME4 sul mio Orbe - forse parzialmente a causa del diverso giradischi.
Il rumore superficiale è stato qualcosa come una rivelazione. Pensavo di avere ottenuto il meglio possibile col mio magnifico Dynavector 507, ma la Music Maker si è comportata meglio ed in un modo piuttosto interessante. Qualsiasi rumore impulsivo ci fosse, sembrava provenire da oltre i diffusori, da entrambi i lati dell'evento musicale racchiuso fra di essi: strano a sentirsi, ma significa che, essendo fisicamente separato dalla musica, è un rumore che diventa anche meno irritante. (*4)
Il palcoscenico è superbo: avevo sentito dire che con i bracci a cuscino d'aria le immagini vagavano, invece qui tutto sembrava di rocciosa stabilità ed aperto, con la profondità in particolare evidenza.
Poi ho montato la Dynavector XX-2 per vedere come questo braccio avrebbe trattato un fonorivelatore di tipo molto diverso. Ragazzi, che camaleonte! La presentazione era enormemente diversa: calda, facile e rilassata, un flusso gentile, mentre con la Music Maker si scavava alla ricerca del dettaglio. Il basso più soffice ed arrotondato, ma ancora intonato e preciso. Non mi è mai capitato che un braccio mi mostrasse le diversità fra queste due puntine in modo così così grafico; in realtà, ciò ha reso questa recensione piuttosto limitata per certi versi, dal momento che sospetto che con un altro fonorivelatore la presentazione sarebbe ancora una volta diversa. Come sempre, sorge la domanda se il braccio è meraviglioso perchè permette al carattere di ogni puntina di emergere, oppure difettoso, perchè non riesce a tenere sotto controllo questi cambiamenti; ma in entrambi i casi la prestazione è stata eccellente e i miei sospetti cadono con insistenza sulla prima ipotesi. Lo so di avere detto cose simili nella recensione del Dynavector 507, ma qui l'effetto è stato ancora più evidente.
Torniamo all'argomento del rumore superficiale: la XX-2 ed il Conductor lo hanno semplicemente ignorato; anche i miei dischi iperusati dei miei "giorni da studente" sembravano presentare solo minuti scoppiettii. In un'epoca di vinili usati, questa capacità non va sottovalutata.
Uno dei problemi nel fare il recensore per molto tempo è che dopo un po' ti scoccia di smembrare il tuo impianto "perfetto" per fare spazio ad un nuovo apparecchio. Spesso quando ascolto qualcosa lo faccio con la consapevolezza che si tratta di "lavoro", piuttosto che di piacere e cerco di fare il tutto quanto meglio e più in fretta è possibile. In questo caso, ho mantenuto il braccio nel mio impianto per 3 mesi ed ho posticipato oltremodo la recensione, così da potere provare più dischi, diversi allineamenti e fonorivelatori, e, cosa più importante, così da potermi divertire quanto più a lungo possibile! Durante questo periodo, molte recensioni sono state messe in fila perchè non volevo che questa qui fosse rovinata da cambiamenti di amplificatori o diffusori, e certamente non avevo alcuna voglia di ascoltare lettori di CD!
Beh, suppongo sia tempo di provare a definire cosa sia che rende questo braccio così speciale. E' difficile individuare una sua peculiare "personalità", visto che sembra così dipendente dal fonorivelatore che gli si abbina: il che significa pure che, qualsiasi sia la tendenza del vostro impianto o il vostro gusto, dovreste essere in grado di raggiungere il suono che avete in mente. In realtà è più semplice redigere una lista di difetti :-) Ho già detto del rumore della pompa e del "sibilo"; va anche detto che non è un braccio così espansivo o tremendamente dinamico come i migliori fra quelli grossi appartenenti alla brigata degli imperniati su articolazione cardanica. Con quel disco di Henry James il Dynavector 507 restituisce una sala più ampia, e lo SME un rullante che picchia più duro, e così via.
Ma definire questi come difetti è un'esagerazione: lo stesso potrebbe dirsi per il Morsiani, il Triplanar o il Romeo di Audiomeca; si tratta soltanto di un diverso modo di presentare l'evento. Certamente la prestazione del Conductor sotto tutti questi aspetti è più omogenea abbinandogli la Music Maker III piuttosto che la XX-2, con la quale, invece, si avvicina molto a quella del Triplanar con la sua facilità di scorrimento della musica. Penso che si possa correttamente concludere per una mancanza di carattere del Conductor.
Per quanto attiene alla abilità di recuperare i dettagli dal disco, generalmente non è qualcosa che metto in cima alle mie priorità; però il Conductor sembra piazzare tutto questo ulteriore dettaglio perfettamente nel contesto musicale, senza quell'effetto da coniglio nel cilindro, dove il supplemento di dettaglio finisce per distogliere l'attenzione, ma che, in realtà è spesso frutto di una preferenza del braccio per qualche frequenza che viene esaltata, sottolineando le informazioni in essa contenute: è artificiale e generalmente bilancia gli effetti positivi con altri inconvenienti. Invece, il Conductor sembra proprio separare ogni filo del tesssuto musicale, estrarre le informazioni che contiene e poi ricostruire l'evento originale, dando al tutto una stupenda coesione d'insieme. Il che comporta che mi ha fatto riconsiderare il valore di alcuni fra i miei dischi che prima tenevo solo per far numero ed ora hanno acquisito rinovato interesse.
Ma, visto che altri bracci eguagliano le sue prestazioni in determinate aree e le superano in altre, perchè mi ci continuo ad attaccare come un naufrago ad un relitto? Perchè è il braccio meno irritante che abbia mai usato... Potrei ascoltare lo scampanio finale di "Tubular Bells" senza batter ciglio, nonostante lo abbia suonato miglialia di volte. Dischi, e sto parlando forse di 1/3 della mia collezione, che erano rovinati o soltanto rumorosi sono diventati ascoltabili ed hanno mostrato vera fedeltà. Dischi in buone condizioni hanno mostrato tali nuove profondità e dettaglio da farmi convivere felice con le sue "debolezze".
Ed ora il Conductor esce dal mio impianto, ed io mi metterò a lavorare per ore, forse giorni, per ottenere di nuovo un perfetto allineamento per i miei altri bracci. Forse sarò capace di riprodurre quella fedeltà "dall'inizio alla fine" del Conductor, ma non sarà una cosa facile: invece, col Conductor simili considerazioni sembrano perdere importanza.
Il giradischi 'Solid Machine' sul quale era montato il Conductor ha semplicemente svolto bene il suo lavoro; si tratta di quel tipo di giradischi che i rivenditori amano: a prova di bomba, semplice, facilissimo da installare e con l'aspetto di un oggetto milionario. La sua prestazione è certamente stata abbastanza buona da mostrare le capacità del Conductor, e mi ha impressionato tanto da farmi chiedere di poterlo trattenere un altro po', così da includerlo nella mia serie di prove di giradischi: restate sintonizzati...
Nel corso degli ultimi 20 anni sono stato così fortunato da potere accedere ad un'ampia gamma di bracci imperniati allo stato dell'arte. Ovviamente non ho provato tutti i bracci prodotti al mondo, ma quelli che ho usato coprono praticamente tutte le varie soluzioni imperniate per l'estrazione di musica da un vinile. Durante questo periodo in qualche modo avevo tenuto da parte i bracci sospesi su cuscino d'aria, ritenendo che fossero soluzioni complesse, difficoltose e care ad un problema che non aveva una reale consistenza. Il Conductor mi ha fatto cambiare mentalità. Per quanto attiene a certi fondamentali aspetti, primo fra tutti la sua fedeltà lungo tutto il disco, è superiore a tutti i bracci imperniati che ho avuto la fortuna di potere provare. Ma che il Conductor sia semplice, affidable, facile da usare e più economico della maggior parte dei bracci cui mi riferivo prima è solo la ciliegina sulla torta. E' il miglior braccio che abbia mai usato? Perdonatemi se esito nella risposta: ci sono così tanti buoni bracci in circolazione, ed alcuni mi hanno fatto una bella impressione per determinati parametri. Ma è come con i bambini pestiferi: quando fanno i bravi sono dei veri angioletti; ed il Conductor è sempre stato bravo. Allora, cambiamo la domanda: Si tratta del braccio che mi porterei su un'isola deserta? Dati i miei gusti musicali e la mia collezione di dischi men che ottimale? Sì, specialmente se potessi portarmi anche un sacco pieno di puntine :-)
(*1) E' interessante che ci sia gente che ritiene udibili e significativi errori nel VTA di meno di 0,001 gradi, e poi sembra non turbarsi per errori laterali di più di 2 gradi (il mio Dynavector 507 è fuori di 2,2 gradi a bordo disco); sono due cose non direttamente confrontabili, ovviamente, ma è comunque interessante...
(*2) Per esempio, un errore nell'overhang di 1 mm (si vede a malapena, e molte dime non raggiungono questo grado di accuratezza) sposterà la posizione dei due punti nulli di circa 10 mm con un braccio da 9 pollici, e ancora di più con un braccio più lungo. Anche il mancato allineamento del fonorivelatore rispetto alla conchiglia portatestina (con coseguente modifica dell'angolo di offset) è parimenti malefico: un errore di 0,4 gradi produce uno spostamento dei punti nulli di 5 mm ("Tonearm Geometry and Setup", di Martin D. Kessler e B.V.Pisha, pubblicato su "Audio" del Gennaio 1980)
(*3) Altra nota a margine. L'allineamento dei fonorivelatori generalmente si fa usando come riferimento grandi dime stampate di vari tipi: anche quelle fornite con i bracci sono generalmente incredibilmente inadeguate (come Werner ha sperimentato) e presentano stampaggi brutti ed imprecisi, fori centrali eccentrici, ecc. Anche le dime con un singolo punto di allineamento, che adottano il metodo della mira ottica, col quale si mira la linea che congiunge con il fulcro del braccio, sono del pari poco accurate, dal momento che la maggior parte dei bracci non evidenzia il punto di fulcro. Dal momento che si lavora con margini di errore così ridotti, questo tipo di dime rende l'operazione di allineamento per la maggior parte dei bracci imperniati una faccenda simile al tirassegno, con un colpo piazzato e quello successivo mancato. La dima meallica per l'allineamento e la misura dell'overhang fornita con il Dynavector 507 costituisce una notevole eccezione, ma richiede una conchiglia portatestina smontabile.
(*4) Ho mandato un'e-mail al Sig.Gregory circa l'effetto sul rumore superficiale; qui di seguito riporto la sua replica, perchè credo meriti attenzione.
"Ecco la mia teoria riguardo ai rumori impulsivi ed al rumore superficiale che vengono alienati rispetto all'immagine audio. Sarei portato a dire che ciò prova che l'informazione musicale che è "in fase" è in realtà più accuratamente riprodotta "in fase" dal fonorivelatore e dal Conductor, mentre i danneggiamenti ("fuori fase") ed i detriti di rumore, che certamente non sono "in fase", rispetto all'immagine audio "fasata" vengono allontanati fuori, cioè proprio dove dovrebbero stare in quanto informazioni "fuori fase": dubiterei che un braccio imperniato possa ottenere un simile effetto. Pensa alle forze necessarie anche solo per garantire ad un braccio imperniato una consistenza di movimento e la minimizzazione delle sue anomalie geometriche; mi sa che stiamo parlando di microinformazioni che vanno oltre la capacità di risoluzione dei bracci imperniati di attuale tecnologia".
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