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Audiomeca Mephisto IIx Lettore CD integrato

[English version]

Prodotto: Audiomeca Mephisto IIx
Produttore: Audiomeca - France
Costo approissimativo: circa 7,000 €/$
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Recensione: Aprile, 2004

[Audiomeca Mephisto]

Introduzione

Un paio di mesi fa ho parlato dell'Audiomeca Enkianthus DAC. Il risultato è stata una recensione molto positiva. Era rimasto un interrogativo senza risposta. Il test era stato fatto con la meccanica AudioNote Zero, una scelta eccellente nella sua fascia di prezzo e anche oltre, ma avendo un costo pari a 1/4 del convertitore DAC c'era sempre il timore che l'Enkianthus non fosse in grado di poter esprimere tutta la sua maestria.
Ovviamente, la miglior meccanica non poteva essere che quella prodotta dalla stessa Audiomeca, la Mephisto, ora giunta alla versione MkII. Ma c'era un'altra ragione per cui ero così interessato alla meccanica Audiomeca, cioè il fatto che, al contrario di altre meccaniche Hi-End sul mercato, non fa uso di CDM (CD Mechanism, l' "hard core" della meccanica) provenienti da una delle multinazionali dell'elettronica, ma di un'unità progettata e costruita in casa.

E che CDM !

Perchè? Se comprate un lettore Cd High-End o una meccanica di qualsiasi marca avrete un apparecchio costruito superbamente, ma il suo cuore, il CDM (da qui e per il seguito, CDM identifica la "meccanica di lettura"), sarà sempre quello di uno dei grandi costruttori come Philips, Sony, Toschiba etc. I produttori High-End possono modificare il progetto, ma essenzialmente sono legati alle priorità di base dettate dalle grandi marche.

Ed ecco qui il problema. Le priorità di una multinazionale come Philips sono le stesse della Naim (che usa i suoi CDM)? Per esempio, per la Naim la prima priorità del CDM è la qualità del suono, con in particolare un jitter che sia il più basso possibile, ammesso che sia proprio questo tutto ciò che vuole. Ma la Philips può avere molte altre priorità. Innanzitutto, per un grande produttore vale la pena costruire un CDM adatto esclusivamente alle meccaniche High-End? Per loro è molto meglio fare una buona meccanica che possa essere usata sia dalla fascia media che dalla fascia più alta del mercato e che quindi possa essere prodotta in grandi quantità. Quindi la meccanica usata da Naim nel suo primo lettore CD (e anche nel mio vecchio Micromega Solo) era la CDM9.
Questa meccanica doveva essere abbastanza economica per essere venduta nella fascia media, non era puro High-End. Pur avendo messo in chiaro tutto questo, alcuni ritengono che la CDM9 sia il miglior CDM mai costruito, e per l'appunto Naim ha deciso di farne una grossa scorta quando è stata messa fuori produzione.

Quali sono stati i miglioramenti? Siamo sicuri che le meccaniche successive dovevano per forza essere migliori? E' un argomento su cui si può discutere, e io non sono qualificato tecnicamente per giudicare di persona, ma alcuni potrebbero notare che la pianificazione di taglio dei costi, la progettazione finalizzata alla semplicità di fabbricazione, e la necessità di vendere grossi volumi, hanno dato come risultato una diminuzione degli standards qualitativi. Il fine ultimo può benissimo essere il fatto che il CD è ufficialmente obsoleto (o almeno così ci vogliono far credere le multinazionali). Che motivo avrebbe la Philips (per esempio) per costruire oggi un CDM specificamente High-End per un formato che vuole abbandonare?

Tutto ciò ha portato i produttori a fare più affidamento sulle elettroniche per tappare le falle. Possono essere d'aiuto alla causa dei DAC sempre più sofisticati, con reclocking e roba simile, ma se le informazioni sono degradate dal CDM quei circuiti dovranno lavorare sodo, ma in ultima analisi niente potrà ricostruire le informazioni originali. Alla fine questo è il ragionamento, e se fosse sbagliato tutte le meccaniche dovrebbero suonare uguali indipendentemente dal CDM usato, ma tutti sappiamo che non è vero.

Quindi se si è d'accordo che un CDM migliore produca un flusso di dati più pulito e con minor jitter, cosa che in cambio darà meno importanza alle elettroniche di conversione, allora il risultato dovrebbe essere un suono migliore, è un'equazione semplice. Ma se non si è d'accordo, si potrebbe invece andare al supermarket più vicino, comprare un DVD player con uscita digitale per 50 euro e usarlo con uno splendido DAC high-End.

Ma allora perchè tutte le marche dell'High End non si mettono a fare le loro meccaniche? Per molte ragioni. Immaginate che razza di investimento e quanta ricerca sarebbe necessaria. E che succederebbe se il risultato fosse qualcosa che non suona meglio, dopo tutto la Philips, la Sony etc. hanno moltissima esperienza e ingenti capitali per la ricerca per cavarsela con i loro "compromessi".

Pierre Lurné è un uomo determinato e ha deciso che ne valeva la pena. Io tremo di fronte all'economicità di questa impresa, non ho idea se lui ha dovuto persuadere gli azionisti di fronte a tale follia, ma ce l'ha fatta.

Per gli addetti ai lavori, nel campo dei giradischi, Pierre Lurné non ha bisogno di presentazioni, è uno dei più grandi progettisti di giradischi e bracci al mondo, ma ammette che all'inizio ne sapeva assai poco riguardo ai CDM. Quindi ha ingaggiato un progettista di CDM per lavorarci insieme: Renee Boonen. Mai sentito parlare di lui? Io nemmeno, ma è l'uomo che ha disegnato la CDM9...!

Quindi prendete un tradizionale ingegnere di giradischi, che sa parlare perfettamente il linguaggio dell'analisi delle vibrazioni, dell'ingegneria di precisione, della qualità costruttiva etc. e mettetelo in coppia con il progettista di uno dei migliori CDM sul mercato. Datevi un certo tono e dite le magiche parole: "per favore, un CDM High End" e potrete aspettarvi qualcosa di speciale... [Mephisto CDM]

Cosa è venuto fuori da questo matrimonio, in cui i dannosi compromessi di costo e la necessità di un progetto adatto alla produzione di massa sono stati eliminati?

Un modo per guardare a questa CDM è vederla come un giradischi in miniatura, con il cursore del laser come il braccio e il laser stesso come la cartuccia. Il laser deve essere mantenuto fermamente sopra le tracce del CD esattamente come una stilo tra i solchi del disco. Allo stesso tempo per poter leggere le tracce deve seguire ognuna di esse perfettamente. Immediatamente si capisce che i problemi sono grandi come quelli del giradischi. Ogni vibrazione del sistema influenzerà il modo, più o meno preciso, in cui la testina laser raggiungerà il suo obiettivo. Se si pensa che 50 tracce sono contenute nello spessore di un capello umano si può avere un'idea di quanto sia serio il problema.

In un giradischi c'è un insieme di cose che possono causare le vibrazioni. Il motore è una, e nell'Audiomeca è una trazione a cinghia a implementare l'isolamento. Piccoli giochi e squilibri tra le masse in movimento danno anch'esse il loro contributo inevitabile, ma la qualità costruttiva di una meccanica di precisione può ottimizzare la situazione.
Diversamente dal giradischi, l'unità ha anche il problema di dover girare fino a 500 volte al minuto, la maggioranza delle CDM ha spessori di rinforzo sul perno (specie se sono di plastica) e/o un clamp, ma questo genera consistenti movimenti d'aria e quindi più vibrazioni. L'Audiomeca elimina questa insidia, essendo "aerodinamico".

Inevitabilmente essendo un qualcosa che va a motore, ed essendoci comunque delle vibrazioni per via del movimento veloce, il passo successivo è controllare queste vibrazioni in modo che facciano il minor danno possibile....e qui siamo nella scienza dell'analisi delle vibrazioni e dell'affinamento delle varie componenti per far sì che queste risuonino a frequenze che la meccanica è progettata per controllare. E' tutto un gioco di masse, inerzie, assorbimenti etc. Ma il punto è che sia chiaro a tutti perchè questa è la manna dal cielo per ogni progettista di giradischi.

Oltre a tutto ciò c'è un fastidioso giochetto con cui devono fare i conti tutti i CDM, un giochetto per cui si potrebbe giustamente inquietare con gli autori del "Red Book", i codificatori dello standard del CD. Diversamente dal giradischi, un CD è disegnato in modo tale che la fila di bit sia letta dal laser indipendentemente dalla sua posizione nel disco. Un po' di semplice matematica dimostrerebbe che il CD deve girare sempre più lento man mano che il laser scorre verso le tracce più esterne del CD. Infatti quando il laser legge le tracce al centro del disco questo gira a 500 giri al minuto, mentre alla fine va a 200. La logica del progetto è evidente, ma il risultato è che le risonanze prodotte dal motore, dal perno e dal disco stesso varieranno all'interno di un vasto range di frequenze, rendendosi molto poco controllabili. Non esistono bacchette magiche per questo, ma il fatto che Lurné sia perfettamente al corrente del problema, dimostra che lui almeno cerca di minimizzare l'effetto.

Andando avanti l'Audiomeca ha altri assi nella manica. Il piattino su quasi tutti i CDM è di circa 30mm, quello dell'Audiomeca è al massimo dell'estensione possibile prima che il TOC (Table of Contents, la parte leggibile del disco) sia oscurato, 44mm. Per controllarlo c'è un grosso clamp magnetico che prende il CD il più fermamente possibile.

Poichè il fine è avere un CDM che sia uno strumento di precisione piuttosto che un qualcosa alla "pizza e fichi", si può implementare l'accuratezza degli equilibri e delle tolleranze, essendo ogni componente accordato a determinate frequenze controllabili. Molte di queste componenti meccaniche sono fatte di metacrilato, che non è risuonante, e la massa totale di 600 grammi è davvero notevole per un CDM.

A tutto questo l'Audiomeca aggiunge una testina laser Sanyo che dicono essere la migliore disponibile.

Costruzione

Dopo esserci occupati della costruzione della meccanica, ci avviamo a descrivere la costruzione del player. Non ci sarebbe motivo nell'approntare tanto controllo delle vibrazioni se poi il lettore non isolasse la meccanica dalle vibrazioni esterne.
Ripetiamo: la meccanica è il cuore della bestiola ed è sospesa su tre punti. Dopodichè il controtelaio è sospeso su quattro punti elastici, che sono regolabili e permettono il livellamento del telaio grazie alle bolle incorporate. Anche qui c'è senza dubbio ogni tipo di raffinato accoppiamento delle masse e controllo delle vibrazioni, ma il tempo stringe...:-)

Avrete notato che ho parlato di "lettore" e non di meccanica. Il motivo è che mi hanno mandato il lettore integrato Mephisto IIx, e non la meccanica da sola. Pierre mi ha detto che la sezione meccanica può lavorare anche solo come meccanica separata, mentre il DAC e le altre componenti sono le stesse che si trovano nell' Enkiantus che ho avuto qui. Era interessato a sapere se io avessi notato tra il lettore integrato e l'accoppiata meccanica/DAC. Il lettore ha un'alimentazione separata collocata nella propria scatola di acciaio inossidabile, e offre connettori per l'alimentazione separata delle due metà, digitale e analogica, del player. La combinazione meccanica/DAC ha il vantaggio di avere due alimentatori separati e di un migliore isolamento tra le due metà in termini di vibrazioni e interferenze elettroniche, quindi ci dovrebbe essere un miglioramento se si usa questa configurazione, si vedrà.

[Mephisto back]Come detto prima la sezione DAC è la stessa, basata sul sistema Anagram Technologies, dell'Enkiantus, quindi a questo reindirizzo tutti gli interessati per quel che riguarda gli argomenti tecnici. Ciò che manca al lettore integrato è tutta la serie di ingressi e uscite specifiche del DAC, e tutta la conseguente flessibilità. Certo, ci sono le uscite bilanciate e sbilanciate, sia digitali che analogiche, ma è tutto qui. Se disponete di un sistema con molteplici sorgenti digitali allora il DAC separato vi offrirà un grosso vantaggio.

Prima di passare al come suona, c'è una questione di costruzione ed estetica da affrontare. La costruzione è talmente priva di difetti da non far notare differenze. Ho paura che a forza di aver visto tanti giradischi esotici negli ultimi mesi, sono a corto di iperboli, ma date uno sguardo alle fotografie. Se vi piace l'acrilico nero-pianoforte e l'acciaio inossidabile sarete felici, e si sposa perfettamente con l'Enkiantus... essendo un patito del giradischi ho amato il rituale di far scivolare indietro il coperchio della meccanica e inserire il disco sul perno prima di mettere il clamp e alla fine riposizionare il coperchio. Ma voi potreste odiarlo.

Il suono

Va bene, basta con i preamboli, come va con la musica?

Siamo al momento della confessione... La mia esperienza con i lettori High End è tanto limitata quanto è vasta la mia conoscenza di giradischi. Il mio progetto nei prossimi 12 mesi è cambiare tutto ciò, facendo conoscenza con una serie di lettori di altissimo livello. Come qualsiasi altra cosa su TNT questa impresa diventerà un "lavori in corso", visto che col tempo riferirò sulle esperienze precedenti man mano che vado avanti con il mio database di lettori.

All'inizio ho detto che mi intrigava vedere la differenza tra l'Enkiantus pilotato dalla meccanica "economica" Audionote e lo stesso pilotato dalla sua meccanica dedicata, il Mephisto.

Mi piacerebbe dire che la meccanica più economica se l'è cavata, ma la differenza la sentirebbe anche un sordo. Questo è il CD portato ad un altro livello. La differenza più grande risiede nella qualità assoluta del Mephisto, semplicemente tutto suonava più grande e più aperto, con più spazio tra le voci e tra gli strumenti, con le sale ingigantite e con gli spazi aperti più ampi. Senza dubbio tutto questo proviene dalla risoluzione del sottofondo acustico, delle informazioni più minute, e dal controllo della prima ottava. E' interessante notare come l'accensione o lo spegnimento del subwoofer REL Strata faccia molto più effetto con il Mephisto che con la meccanica Audionote, una prova certa del controllo che possiede il Mephisto sulle informazioni al di sotto dei 30 Hz.

E' tutto anche più dolce e pulito, non è che al confronto l'Audionote suoni spigoloso, ma il Mephisto non arrotonda MAI gli estremi né si impasta.

Rispetto alla mia vecchia recensione dell'Enkiantus, qui c'è da togliersi il cappello, l'aumento della fedeltà è tanto inaspettato quanto benvenuto.

E' ora di fare il paragone tra il Mephisto come lettore integrato e come meccanica per l'Enkiantus.

Hmmm. La combinazione Meccanica/DAC ha qualcosa in più. In qualche modo è anche più aperta, con ancora più spazio. Riuscirei a riconoscerla ad occhi chiusi? Manco per idea. Riuscirei a riconoscerla in un ascolto alternato? Forse forse, ma non ci scommetterei casa. E' un discreto dilemma, il lettore è così eccellente che aggiungergli un pizzico in più non è che sia tutta un'altra cosa. Certo, il DAC offre molta più flessibilità, e l'acquisto separato di meccanica e DAC risulta migliore, ma come upgrade del lettore preso da solo, l'aggiunta del DAC sarebbe fuori luogo. Se il vostro sistema è più sensibile del mio, se avete "orecchie d'oro", se impazzite al pensiero che qualcosa di meglio rispetto a quello che avete... ma io sarei felice anche solo col lettore.

E ora il nocciolo della questione. Possiamo finalmente metterlo in paragone con un giradischi di alta classe? So che Pierre mi sta odiando in questo momento, e si potrebbe obiettare che comunque il discorso è irrilevante, ma per me è una domanda molto importante. Non ho mai ascoltato i CD perchè sinceramente dopo averne sentito uno mi viene voglia di finirla e mettere un bel vinile. Spesso ciò che suona alla grande inizialmente dopo un paio di brani mi fa sbadigliare.
E' ottimo come musica di sottofondo, oppure se vi rompe alzarvi dalla sedia ogni 20 minuti, ma purtroppo non mi comunica niente. Col Mephisto tutto è cambiato. Ho finito per ascoltarlo in misura spropositata, e persino a trotterellare verso la biblioteca locale per farmi dare in prestito i CD, una cosa che non mi sarebbe neanche passata per la testa prima.

Ho assaporato la sua consistenza, l'assenza di rumori di sottofondo e altri disturbi, ma tutto finiva lì senza ulteriori tentazioni, prima. No, era la qualità della riproduzione musicale che mi ha imprigionato, alla fine. Rispetto al mio Orbe è tutto un altro swing, ma c'è da dire che molto dipende anche dalla qualità del singolo disco. L'Orbe massacra il Mephisto con "On the Beach" di Chris Rea, più grande, caldo e coeso, ma il Mephisto ha suonato meravigliosamente le BBC sessions dei Led Zep, mentre sull'Orbe non si potevano neanche sentire. Al meglio delle sue possibilità, con il software migliore possibile, l'Orbe riesce ancora a suonare più grande, carnoso e con più "fattore boogie", ma non è mai meglio dell'apertura del Mephisto, né dell'introspezione nei più sottili livelli di informazione. Se uno mi chiedesse oggi quale è il formato che ha prodotto il miglior suono non riuscirei a esprimere una preferenza razionale e convincente né per l'uno né per l'altro.

Conclusioni

Eccoci qui. Un lettore CD che mi fa venir voglia di sentire i CD, spaventoso... Ho cercato disperatamente nei miei appunti di trovare qualcosa da criticare, senza il quale nessuna recensione è completa. Con mia grande sorpresa ho trovato due cose: il telecomando è un arnese di plasticaccia dozzinale (ma non lo ho mai usato), e il rivestimento in acrilico necessita di una certa cura se volete che splenda come il primo giorno. Tutto qui.

A parte questo, sono innamorato. Se potessi rimediare un po' di grana lo comprerei domani. Per i prossimi mesi mi sarebbe piaciuto che potesse rappresentare lo standard di riferimento per la serie di ascolti di lettori CD, ma ci deve essere un limite alle mie spese per l'Hi-Fi (...ha detto Kate).

N.B. Per quelli che pensano che prendere un lettore CD High-End sia una pazzia per via dell'alluvione dei nuovi formati, SACD, DVD etc. State sbagliando. Personalmente penso che l'unico supporto per lo stereo ad alta qualità sarà il CD. Non c'è un sostituto plausibile nella forma di software che potete toccare con mano. Siamo all'inizio della fine di 100 anni di acquisti di registrazioni su un supporto fisico, d'ora in poi ci sarà solo il CD e qualcosa che viaggia negli Hard Disk.

Sistema utilizzato

© Copyright 2004 Geoff Husband - www.tnt-audio.com
Traduzione: Antonio Marsicola

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