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Preamplificatore Fono TCC TC-754: è questo il T-Preamp???

[Vista frontale del T-Preamp]
[English version]

Prodotto: preamplificatore fono TC-754
Costruttore: TCC - Taiwan
Fornitore: Phonopreamps.com - USA
Prezzo: 70 Euro + Tasse
Autore: Geoff Husband - TNT France
Pubblicato: Dicembre 2005
Traduttore: Roberto D'Agosta

Introduzione

A mio giudizio affermare che negli ultimi sei mesi TNT-Audio è divenuta un po' pazza per il T-amp non è affatto un'esagerazione. Osservare una rivoluzione esplodere di fronte ai propri occhi è qualcosa che difficilmente si può ignorare e il fatto che questa rivoluzione riguardi una tecnologia ed un prodotto che sono veramente a disposizione di tutti è di certo più ripagante che non essere il primo a scoprire qualche nuovo costruttore di amplificatori valvolari che costano come un'automobile di discreta qualità.

Ma il T-amp ha alcuni limiti. Il primo è la sua bassa potenza, un problema che di certo è aggravato dalla mancanza di diffusori ad alta efficienza e di larga diffusione. La bassa potenza del T-amp sarà anche un argomento su cui mi concentrerò nel prossimo futuro. Il secondo è che, anche se è fornito di un controllo del volume, il T-amp ha un solo ingresso. Assumendo che si parli di un T-amp non modificato, quell'ingresso è una semplice presa per un jack: la soluzione più semplice al problema è quella di fornire ogni elettronica della sua bella uscita jack e connettere il giusto jack ogniqualvolta vogliate ascoltare un componente diverso. Una soluzione efficace e sicuramente economica, ma un po' troppo semplicistica e scomoda.

Per essere veramente "user friendly" il T-amp ha bisogno di un commutatore d'ingressi che gli permetta di usare diverse sorgenti. Se quella scatola avesse anche un controllo del volume allora il T-amp, con quella sua manopola del volume difficile da controllare, potrebbe essere spostato fuori dalla vista. Uhm... stiamo parlando di un preamplificatore, anche se passivo. Se fossimo capaci di trovarne uno che facesse tutto ciò, che avesse uno stadio fono e inoltre che fosse economico abbastanza da cadere nella stessa fascia di prezzo del T-amp, allora avremmo trovato il T-preamp :-)

E Lucio, il profeta del T-amp, ne ha finalmente trovato uno! L'argomento di questo articolo...

Come già il T-amp, il TCC è piccolo. In realtà benché sia il più piccolo possibile, ha spazio a sufficienza per quattro coppie di ingressi, una coppia di uscite e il cavo dell'alimentazione a 12V. L'alimentatore esterno di tipo "a muro" (cioè che si attacca direttamente alla presa elettrica nel muro come ad esempio molti alimentatori dei telefoni cellulari, n.d.t.) di certo aiuta a contenere le dimensioni dell'oggetto (e fornisce al tempo stesso un facile spunto per un possibile miglioramento) ed inevitabilmente piccola è pure la manopola del volume. I minuti pulsanti dorati per la selezione d'ingresso funzionano in maniera brillante e il telaio di metallo è un miglioramento rispetto a quello in plastica del T-amp. Il controllo del volume funziona a scatti abbastanza irregolari, cosa che ci riporta indietro ad alcuni amplificatori degli anni '70 e ai più recenti attenuatori a step, ma non aggiunge nulla all'impressione che di sé fornisce quest'oggetto.

Quello che pone questo preamplificatore al di sopra delle altre scatole di commutatori di ingressi presenti sul mercato è che questo è un pre attivo (basato su un chip) e ha uno stadio fono già incluso. Questo è un progetto a componenti discreti (che fa uso comunque di molti componenti) e il disegno è abbastanza pulito, cosa che rende più semplici le possibili modifiche.

Quindi qui abbiamo un preamplificatore a zero guadagno con tre ingressi di linea ed un ingresso fono. Non c'è il "tape-loop" (quindi non è possibile usarlo in combinazione con equalizzatori o controlli d'ambiente, n.d.t.) ma per molte persone questo non è un problema.

Qualità sonora

E qui comincio ad avere un problema serio... Lucio mi ha raccomandato vivamente di confrontare questo pre con degli stadi fono di prezzi comparabili (come il NAD PP, il QED Discsaver e simili). Eppure l'amplificatore con cui lo vorremmo accoppiare ha riscritto molte delle regole per i prezzi dell'Hi-Fi: confrontare il T-amp su un piano strettamente musicale con un integrato da 150 Euro è semplicemente inutile e qui su TNT abbiamo costretto il T-amp a confrontarsi con amplificatori valvolari che costano anche 100 volte tanto.

Capite quindi il mio dilemma? Questo è il problema che tutti noi stiamo affrontando in questo periodo e quindi ho deciso di testare questa piccola meraviglia in due modi. Prima lo accoppierò al T-amp per una recensione basata principalmente sul rapporto qualità/prezzo. Poi verificherò se le pretese high-end del T-amp possono essere mantenute quando affiancato a questo pre.

Nel contesto degli accoppiamenti di alto valore musicale rispetto al prezzo pagato, l'accoppiata TCC/T-amp è sicuramente vincente. So bene che ne stiamo ancora discutendo, ma questa combinazione rende possibile avere una coppia completamente funzionante di pre/amplificatore di potenza con incluso uno stadio fono per meno di 100 Euro. Per gli scopi di questa recensione ho avuto sotto mano un A1 di una delle sottomarche "Cambridge" (modello "Richer Sounds", circa 150 Euro) e un vecchio integrato AR con stadio fono con una potenza di 40 Watt costruito negli anni 80 dalla originale "Cambridge Audio". Questo vecchietto, come il Naim Nait, regge il confronto con i moderni integrati da 400 Euro. La sorgente principale è stata il mio lettore CD Onkyo 706 Integra, un ottimo acquisto per i 60 Euro spesi in un negozio di HiFi di seconda mano.

OK, vediamo se mi riesce di essere chiaro... La coppia 'T' ha annientato completamente gli integrati. Data una coppia di diffusori di sensibilità decente (in questo caso i TNT BFB e i TQWP della BD-designs) scoprirete una immensa differenza nella presentazione. L'A1 è stato più luminoso dell'AR, ma senza la stessa risposta sulle basse frequenze. La coppia di 'T' ha un bilanciamento tonale più simile all'A1 ma oltre questo è impossibile fare un confronto sensato. Entrambi gli amplificatori integrati infatti hanno un palcoscenico audio abbastanza tipico, stretto e piatto con un ridottissimo senso dell'atmosfera (soprattutto l'A1 che suona sconfortante e noioso). La coppia TCC/T ha letteralmente aperto la riproduzione: ettari di palcoscenico, un senso reale dell'altezza e delle profondità, una certa sensazione di stare all'interno di uno studio o di un music hall che era del tutto ignota ai suoi concorrenti. Caspita, potrei continuare ancora a lungo, ma voi lettori ne avete già sentito parlare fin troppo.
Questo tuttavia è un punto importante perché dimostra che il TCC non ha distrutto il suono del T-amp. Con i diffusori e la sorgente usati in questa prova, inserire il TCC nella catena audio ha avuto come effetto solo quello di aggiungere tanta semplicità d'uso. Voglio aggiungere che con una semplice scatola di interruttori e un confronto A/B abbastanza serrato e rapido, avrei potuto riconoscere delle differenze ma a questo punto probabilmente non sarebbe di nessuna utilità.

Ed adesso la bizzarria di connettere questa coppia da 100 Euro ad un front-end da 6000 Euro (Orbe/SME4/Music Maker)... Lo stadio fono è risultato silenzioso e non ha mostrato evidenti problemi. Poiché l'amplificazione di base della coppia 'T' è molto migliore dell'AR tentare un confronto fra i due stadi fono non ha molto senso, ma bisogna aggiungere che l'Orbe è una sorgente chiaramente migliore rispetto all'Onkyo.

Avendo quindi spazzato via la concorrenza a basso costo, ho connesso l'integrato JLTi, un ibrido valvole/gainclone che ha dimostrato di essere molto duro da battere per ogni amplificatore. Il JLTi, benché costi circa 1500 E, 15 volte il costo della combinazione 'T', non ha neanche uno stadio fono. Però il fatto che sia costruito attorno all'altra configurazione che si trova sugli altari in questo momento, una sezione a chip di tipo "Gainclone", lo rende un termine di paragone particolarmente interessate.

Nella precedente recensione del JLTi ho già commentato le mie impressioni sullo scontro JLTi - T-amp e nulla da allora è cambiato. In questo caso stiamo diventando seri ed al fine di percepire le più piccole differenze tra gli amplificatori e al tempo stesso per permetter loro di lavorare al massimo delle loro potenzialità li ho connessi ai miei Loth-x Polaris. Entrambi gli amplificatori hanno dimostrato di essere molto felici di questa compagnia e ricordatevi che queste combinazioni sarebbero sembrate pura eresia qualche anno fa!
Come anche in precedenza, dò la mia preferenza al JLTi: è caldo e semplice da seguire e tanto lo avvicina di più a ciò che vorrei ascoltare per tutta una serata, rispetto al T-amp. Ma ora altre considerazioni fanno la loro apparizione. Ero riuscito ad identificare l'effetto del TCC sul T-amp: i lati positivi sono che il cambio di tonalità che il T-amp aveva variando il volume è scomparso, e c'è stato un piccolo incremento nella solidità della presentazione; tra i lati negativi mi sembra che l'immensa trasparenza del T-amp "nudo" sia ridotta, non in maniera gigantesca ma abbastanza percettibile.
La sezione di preamplificazione valvolare del JLTi faceva di sicuro un lavoro migliore, principalmente perché aggiungeva il necessario calore e peso al T-amp che ne guadagnava anche in solidità e fuoco. Questo rafforza ulteriormente la mia impressione che affinché il T-amp possa realmente stupire gli è necessaria una buona sezione di preamplificazione che abbia una presentazione che ben si accordi con la sua natura. Il TCC non fa nulla di sbagliato, semplicemente non c'è il perfetto accordo tra i due. Sotto ogni aspetto razionale l'accoppiata TCC/T-amp si è comportata bene ma devo posizionarla un gradino sotto sia al JLTi che alla combinazione JLTi/T-amp.

A questo punto sono impazzito del tutto e ho provato il TCC direttamente con i miei finali monofonici Audionote Quest Silver 300b. Disastro assoluto. Suono piatto, senza dinamica, palcoscenico inesistente, basso "soffice", rude, compresso... Ho ascoltato solo una traccia di Harry James da un disco Sheffield Labs ed l'ho immediatamente rimosso. E in questo caso usavo come pre fono il superbo ESE Nibiru. Usare lo stadio fono del TCC ha reso le cose anche peggiori, e posso tentare di descriverlo solo come: "un pessimo sistema mono con tutto il suono incastrato tra i diffusori".

Avrei dovuto fermarmi a questo punto ma nel nome della scienza ho voluto provare il TCC come stadio fono (che alla fine dei conti è esattamente la sua natura) connesso al mio preamplificatore Audionote M3 che adesso pilota felicemente i Quest. Grossa sorpresa! Un suono molto molto buono, abbastanza ascoltabile e perfettamente in grado di formare un palcoscenico sonoro largo e profondo. Per tornare con i piedi per terra, una piccola verifica con lo stadio fono nel mio M3 o con il Nibiru hanno dimostrato che il TCC perde significativamente il confronto. Ma data questa premessa, quella del TCC è una performance che lascia qualsiasi soluzione economica standard a cuocere nel suo brodo.
In realtà sotto il microscopio formato dagli Audionote e dai Polaris non ho sentito nulla inferiore al Gramamp 2 con cui avrei potuto vivere felice. Il TCC non è il Gramamp, del quale certamente non possiede la fluidità, l'apertura e il suono a tutto tondo; ma ad un quarto del prezzo gli si avvicina parecchio, tanto che in sistemi di qualità inferiore dovrei essere veramente forzato per poter dover scegliere tra i due.

Quello che questi risultati dimostrano è che con i Quest c'è qualche nascosto disaccordo (mismatch di impedenze?) che è sparito quando tra i due ho piazzato l'M3.

Conclusioni

Lucio voleva giusto un paio di paragrafi ed invece questa è degenerata in una recensione quasi completa... chiamiamola un "secondo sguardo".

Il T-amp usa una nuova tecnologia per spostare i confini dell'Hi-Fi. Il TCC usa tecnologia ormai vecchia eppure la confeziona in maniera molto economica e la vende per pochi spiccioli. La verità è che il TCC aggiunge al T-amp la possibilità di multiselezione dell'ingresso ed anche un stadio fono entry-level molto buono. La superiorità di questa combinazione rispetto a qualsiasi cosa che costi in maniera simile è gigantesca. Ma mentre il T-amp può spaventare amplificatori di potenza che costano 100 volte il suo prezzo, il TCC rimane semplicemente un ottimo acquisto :-)

Sto adesso costruendo un impianto di vera Hi-Fi per mio figlio. Ho appena comprato una combinazione Thorens TD 160 super/Rega/testina AR per circa 80 Euro. Come lettore CD può prendere il mio Onkyo (60 Euro), aggiungere la coppia TCC/T per 100 Euro e attaccare il tutto ad una coppia di BFB che costa circa 150 Euro. Totale 370 Euro. Per un impianto Hi-Fi che solo 12 mesi fa avreste solo potuto sognarvi per questo prezzo.

E poi? Beh se il tarlo prende piede, mio figlio comincierà a giocare con gli alimentatori sia per il TCC che per il T-amp, ed infine entrambi i progetti inizieranno ad urlare a causa dell'assalto con un saldatore che sono certo seguirà a breve!

Come scrissi nei miei commenti alla recensione originale del T-amp - "andate fuori a giocare!".

Mi raccomando leggetevi inoltre la recensione di Lucio Cadeddu su TNT-Audio per specifiche, viste ravvicinate degli interni, ecc.

Impianti Usati

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