[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

JohnBlue Supertweeter

Prodotto: JohnBlue Supertweeter
Produttore: JohnBlue Audio Art - Taiwan
Distributore: Kingrex Technology - Taiwan
Distributore per il Regno Unito: Kingrex - UK
Autore: Geoff Husband - TNT Francia
Data di pubblicazione: Giugno 2009
Traduzione: Roberto Di Paola

[John Blue Supertweeter sulle M15]
[English version]

Introduzione

I lettori abituali di questa rivista sapranno che oramai da anni la mia catena di riproduzione è "chiusa" da una coppia di trombe Loth-x Polaris. Esse hanno condizionato a tal punto le mie preferenze d'ascolto che adesso trovo poco emozionanti i sistemi multivia, almeno per le mie orecchie. Mi sono convinto - come sostengono i fautori del diffusore monovia - che le parti fondamentali del messaggio musicale debbano essere riprodotte mediante un solo trasduttore non filtrato. Cio implica, di fatto, che un altoparlante ideale sia in grado di coprire l'intervallo di frequenze che va dai 100 ai 10.000 Hz. Quel che è oltre tali estremi, al confronto, è soltanto un po' di belletto. È una dichiarazione estrema e qui intendo essere deliberatamente provocatorio, ma moltissimi diffusori commerciali hanno il punto d'incrocio dei trasduttori attorno ai 3.000 Hz, e ciò per il semplice fatto che molti dei tweeter ragionevolmente economici scendono difficilmente sotto tale frequenza, mentre molti woofer difficilmente possono andare oltre. È esattamente nel punto d'incrocio che si trovano a operare, ed è necessario che lo facciano in maniera coerente, due altoparlanti che sono completamente differenti. Inoltre in tale punto le influenze del crossover sono maggiori, e tutto questo proprio nel bel mezzo della "zona" in cui risiedono gli elementi chiave della musica. Il miglior modo per aggirare l'ostacolo è quello di coprire questa porzione dello spettro acustico mediante un solo trasduttore.

Il problema è che un driver effettivamente capace di tanto è merce rara e, inevitabilmente, costosa. Chiedere che un tale trasduttore operi nell'intervallo dai 50 Hz (grazie a un caricamento a tromba) fino ai 20.000 Hz sembra piuttosto irragionevole, tuttavia, alle mie Polaris il trucco riesce con un certo aplomb.

Ma cosa accade oltre i 20.000 Hz? "Oh, non potete sentirlo", vi odo già piangere, e per la verità le mie orecchie di quarantanovenne sono già al limite attorno ai 16.000 Hz - perciò, se non avete orecchie da pipistrello, perché mai dovreste preoccuparvene?

Molti anni fa ho letto qualcosa (adesso non riesco più a trovare il riferimento) a proposito di certi esperimenti condotti da Marantz per studiare la capacità di alcuni individui di distinguere differenti tagli di frequenze nella riproduzione musicale. Ora, se l'orecchio umano non percepisce nulla al di sopra dei 20.000 Hz, quegli esperimenti avrebbero dovuto mostrare che ogni informazione extra, superata tale frequenza, sarebbe stata inudibile e di conseguenza, aggiungerla sarebbe stato solo uno spreco di banda.

Ma quei risultati mostrarono una realtà molto diversa. Gli ascoltatori potevano distinguere in modo affidabile tra campioni musicali con frequenze fino agli 80.000 Hz! Tutto questo non solo ha prodotto un "inconveniente" per ciò che concerne lo standard blue-book, ha pure fatto sì che ci si ponesse con insistenza il problema di come fosse possibile che gli ascoltatori sentissero tali frequenze, anche perché dichiaravano di preferire il suono dei campioni che le contenevano.

Certamente questa non è la sede, né io sono qualificato per trattare le implicazioni degli effetti delle forme d'onda ad alta frequenza sullo spettro udibile; ma anche uno come me è in grado di capire che riproducendo assieme due segnali, uno a 80 kHz e uno a 20 kHz, essi pulseranno assieme e il segnale a 20 kHz si somma una volta in ognuna delle quattro onde se in fase, mentre si sottrae se in controfase. Dato questo semplice esempio, sembra del tutto logico che le interazioni dei segnali inudibili con quelli udibili influiscano su ciò che sentiamo. Ed è ovvio che tutti gli strumenti hanno delle armoniche ben superiori al limite dell'udito umano. È difficile quindi credere che queste frequenze non abbiano effetto sulla fase, sul timing e sul timbro.

È per tali effetti che si è stabilito, nelle specifiche per i nuovi formati, un taglio di frequenze più elevato. Anche negli amplificatori la banda passante è stata estesa per questa ragione, e ovviamente gli analogisti saranno contenti di apprezzare l'estensione offerta dai loro antiquati dischi neri.

Ed ecco che torniamo alle limitazioni dei nostri trasduttori largabanda. Nessuno di essi potrà riprodurre frequenze fino ai 40 kHz, né lo faranno molti tweeter. In pratica queste frequenze si perdono semplicemente perché molti diffusori non riescono a riprodurre i suoni più acuti.

La risposta a questa esigenza è un driver dedicato detto supertweeter. L'idea non è nuova; certa gente li utilizza già da tempo per estendere la risposta dei loro monovia, ma si è trattato per lo più di coprire l'intervallo dai 10 kHz ai 20 kHz dove le prestazioni dei largabanda decadono. Molti dei recenti supertweeter hanno raggiunto le stelle e le loro specifiche dichiarano che essi sono capaci di riprodurre accuratamente frequenze ben superiori ai limiti dell'udibile. Il supertweeter JohnBlue ne è un esempio: si dichiara che sia in grado di raggiungere i 40 kHz.

Costruzione

Di recente ho recensito i diffusori JohnBlue JB3 usando la parola "squisita" in relazione alla qualità del loro trasduttore. La stessa parola si può utilizzare anche in questo caso. I supertweeter sono costruiti in modo da apparire sia belli sia "sostanziali". Il corpo è cilindrico e cela al suo interno il crossover e il gruppo magnetico dell'altoparlante; l'estremità anteriore ha una forma svasata e bordi arrotondati, è realizzata in una lega e regge un'ogiva rifasatrice. Sul retro dello chassis ci sono tre interruttori basculanti per il controllo del crossover (ne parlerò in seguito) e un connettore di qualità per l'ingresso del segnale. Il tutto si deve collocare sui cabinet dei vostri diffusori principali e io penso che il loro aspetto sia piuttosto elegante. Ma se i vostri diffusori hanno il top inclinato, allora avrete qualche problema.

[JohnBlue supertweeter e cavo]

Uso e qualità del suono

Coloro che sono preoccupati dall'effetto di un filtro tra il loro amplificatore e i loro diffusori largabanda puristi, beh, non hanno nulla da temere. I JB ricevono il segnale dai morsetti dei diffusori principali - sicché l'uscita di essi non ne è influenzata - e lavorano in totale indipendenza con il crossover dedicato e controllato dai tre interruttori.

E a questo punto si fa strada un certo "fastidio". I tre interruttori sono identificati semplicemente come 1, 2 e 3. Essi intervengono sul filtro, ma i dettagli sul loro funzionamento sembrano segreti; alla JohnBlue sono stati piuttosto riluttanti nel darmi spiegazioni circa il modo in cui ciascuno di essi interviene sulle prestazioni dell'unità. Mi hanno detto "Tutto è spiegato sul sito" - www.johnblue-audio.com. Ebbene, di fatto non è spiegato proprio nulla. Ecco cosa riporta il loro sito:

"Il Super tweeter è dotato di un proprio crossover e di un sistema di controllo delle frequenze, con punti di taglio a 14 kHz e 17 kHz. A seconda del genere musicale e del tipo di diffusore, i tre interruttori si possono impostare su ON e OFF per un totale di 8 combinazioni differenti (2 a 14 kHz e 6 a 17 kHz). Ogni combinazione produce differenti SPL e volume delle alte frequenze.

1: Quando tutti e tre gli interruttori sono impostati su ON, il taglio sarà inferiore ma il volume e la SPL saranno al massimo.

2: Quando tutti e tre gli interruttori sono impostati su OFF, il taglio sarà più in alto, ma il volume delle alte frequenze e la SPL saranno al minimo."

Perciò, nel caso in cui tutti gli interruttori siano impostati su "on" (ma in su o in giù?), l'unità produce la massima uscita e nell'intervallo massimo che può coprire. D'accordo. Ma come dovrei fare se volessi abbassare l'uscita? Quale dei tre interruttori dovrei spostare? Io non ne ho idea...

Come aiuto per gli incerti c'è un grafico delle dimensioni di un francobollo che mostra varie curve, ma che è impossibile da leggere e certamente non dà risposta al nostro quesito. L'importatore britannico ha gentilmente ingrandito e provato a migliorare quel grafico (riprodotto qui sotto) perché fosse di maggiore utilità - si segua anche il link www.itemaudio.co.uk/johnblue_supertweeter.html - e adesso è abbastanza chiaro, ma hanno ammesso di aver dovuto aggiungere anche una parte con gli interruttori per ottenere il risultato desiderato.

[Curve della risposta in frequenza del supertweeter John Blue]

Non voglio che un simile inconveniente infici una recensione altrimenti positiva, ma se JohnBlue intende vendere un prodotto al pubblico deve fornire una documentazione che ne illustri chiaramente il funzionamento e come ottenere il massimo da esso. Sarebbe come vendere un'auto con una scatola del cambio non standard e pretendere che l'acquirente si arrangi da sé. Già la Hi-fi è fin troppo avvolta nel mistero perché si possa accettare un simile nonsenso. Bastava scrivere qualcosa di elementare come "Spostare tutti e tre gli interruttori in "su" e quindi ridurre l'uscita switch per switch (spiegando l'ordine e l'effetto di ogni spostamento) fino a raggiungere il livello desiderato" - niente di più di quanto si può leggere circa le impostazioni di un qualunque subwoofer decente...

E allora!

Ma adesso veniamo a un argomento di una certa importanza. Il CD ha il suo limite superiore a 20.000 Hz, perciò, qualunque sia la posizione degli interruttori, non ci sarà nessuna informazione musicale ultrasonica da riprodurre utilizzando questa sorgente. In tal caso la funzione del supertweeter è semplicemente quella di supporto fino ai 20 kHz. Siccome io non possiedo un lettore SACD (e comunque il supporto è già morto), la mia situazione è identica a quella in cui si trova la maggioranza degli utenti.

Posizionato il supertweeter sul mobile delle Loth-x Polaris, ho cominciato a perder tempo con gli interruttori cercando di ottenere le migliori prestazioni da queste bellezze.

E qui aggiungo una nota relativa alla compatibilità. Per le Polaris, il produttore dichiara un'efficienza di 104 db, semplicemente altissima, mentre i JB, al massimo, hanno un'efficienza di circa 98 db. Se questi dati fossero veritieri, l'uscita dei supertweeter verrebbe "annientata" da quella delle Polaris che è circa quattro volte maggiore. Questi diffusori in più coprono piuttosto bene lo spettro udibile fino ai 20 kHz, tanto che non ho mai avvertito carenze in questo parametro. E, com'era prevedibile, è stata dura per i supertweeter fare la differenza per ciò che concerne il suono. Con tutti gli switch attivati essi aggiungevano solo un pizzico di presenza alle frequenze più alte, ma in tutta franchezza, in un contesto simile questa differenza non è rilevante.

Il risultato, ovviamente, non dovrebbe essere sorprendente per nessuno.

Ma in sala avevo un'altra coppia di diffusori che potrebbero esser stati progettati con in mente l'idea di abbinare a essi dei supertweeter, ovvero le enormi Opera Audio M15. Questi mostri impiegano un grosso trasduttore in compressione per coprire lo spettro dai 1.000 fino ai 20.000 Hz - di fatto un altro diffusore largabanda - ma che adotta una tecnologia completamente diversa. Tale driver opera tramite un'ampia tromba svasata ed è supportato in basso da un trasduttore da 15 pollici; si tratta di una configurazione classica spesso abbinata a dei supertweeter. In questo caso il driver in compressione non aiuta essendo i 20 kHz il limite massimo cui può arrivare. In aggiunta, questi diffusori dichiarano 96 db, perfettamente nell'intervallo di volume in cui si può regolare l'uscita dell'unità John Blue.

Ho quindi collegato questi gioiellini e ancora una volta l'abbinamento, alla vista, era piacevole; il risultato acustico, stavolta, è stato ben diverso. Avevo lasciato invariata la configurazione degli switch dalla prova precedente e l'uscita del supertweeter era al massimo; ebbene, dopo dieci minuti mi sono diretto verso l'armadietto dei farmaci in cerca di un'aspirina. Il suono era eccessivamente brillante, vetroso ed esile, con piatti et similia molto spinti in avanti e le sibilanti perforavano i timpani.

Ma almeno avevo qualcosa su cui lavorare. È seguita una lunga sessione caratterizzata da spostamenti continui dalla mia posizione d'ascolto, cambio di dischi e smanettamento di interruttori. Alla fine ho trovato un'impostazione con il solo switch centrale sollevato, che, se ho letto correttamente il grafico, dovrebbe dare come risultato un taglio a 14 kHz assieme alla minore uscita possibile (però potrei anche sbagliarmi...).

Quindi è certamente possibile esagerare l'enfasi delle alte frequenze, ma proverò a descrivere cos'è capace di fare un supertweeter quando correttamente impostato.

Le M15 hanno un carattere affascinante e caldo, e sono capaci di squotere qualunque cosa si trovi in una stanza. Ma, dalle misurazioni di questi diffusori risulta una curva un po' in calo oltre i 10.000 Hz: non è una discesa eccessiva, ma sufficiente da rendere la loro voce appena più gentile. I supertweeter hanno aggiunto un po di verve, non un che di "strano" come ci si potrebbe aspettare, si percepisce piuttosto una sensazione di maggiore energia nell'area delle alte frequenze. Se si esagera l'effetto può risultare fastidioso, ma come quando si regola un subwoofer, si vorrebbe soltanto "sentire" il suo effetto (non esserne vittima); dopo qualche momento, infatti, ci si dimentica di esso e ci si dedica semplicemente all'ascolto della musica. Solo quando si scollegano i John Blue si avverte come la sensazione che la musica ci abbia lasciati: il dettaglio delle frequenze superiori si riduce e alcuni passaggi del cantato finiscono sullo sfondo. Devo dire che nel caso delle M15 i supertweeter hanno dato risultati pienamente positivi. In qualche occasione, un'incisione molto brillante - in particolare qualche CD recente ipercompresso e con una gamma alta molto spinta - avrebbe fatto venir voglia di alzarsi e spegnere quell'interruttore centrale, ma così facendo si "addormenterebbe" l'impianto per colpa di una tecnica d'incisione disastrosa.

[John Blue supertweeter - vista posteriore]

Queste sessioni d'ascolto sono state condotte utilizzando come sorgente il lettore CD Audio Note, principalmente perché era comodo e facile cambiare disco al variare delle impostazioni del filtro. Ciò significa che i supertweeter fungevano solo da supporto per i trasduttori in compressione delle M15 . Ma, trovato il giusto equilibrio sonico, ho cominciato a far girare uno dei miei adorati vinili. Per la prima volta, i supertweeter potevano estendere la "finestra utile" ben oltre le possibilità delle sole M15.

Il risultato era affascinante e mi ha ricordato le mie prime esperienze con un subwoofer di alta qualità capace di riprodurre gli infrasuoni. Nonostante i supertweeter stessero rinforzando le frequenze udibili non meno che con il CD, ora potevano riprodurre anche una bella porzione di ultrasuoni. E proprio come accade utilizzando un subwoofer, l'effetto più evidente è sull'atmosfera e sull'ambienza ricreata. Nell'inizio di "I Love New York" di Madonna si avvertiva maggiormente la confusione delle grida dei bambini. Con il CD tutto ciò è semplicemente piatto, mentre con il vinile si ha la sensazione di trovarsi in una Via di New York; il vinile con il supertweeter trascina davvero dentro la scena e mostra cosa può esser nascosto dentro un brano.

Come con il CD il livello di dettaglio e la spinta in avanti dei suoni percussivi persistevano, ma il livello di fedeltà presente sul vinile è ben altra cosa. Tutto questo si è ripetuto con vari dischi, sebbene a volte il risultato fosse deludente e io sospetto fortemente che la ragione sia da ricercare nella scarsa estensione di certi dischi. Ma accettando ciò, con dischi che fanno la differenza, il miglioramento è consistente qualunque sia il genere, e migliore è l'incisione più soddisfacente è l'effetto dei supertweeter. Mi chiedo se il motivo stia, come accade anche con un vero sub, nel fatto che vengano preservati gli impulsi dei suoni inudibili assieme a quelli dei suoni udibili - chi lo sa?

Impallidivo letteralmente quando sentivo Joe Morello perquotere le pelli in "Take Five" e per il suono della grancassa di John Bonham in fondo a una scala, o per l'enorme spazialità attorno alla parola "You!" in "Time" di Bowie, ma così sto solo sfoggiando e, alla fin fine ripetendo, le stesse cose. In generale, dico che se possedessi le M15 sarei tentato di inserire nell'impianto i supertweeter John Blue anche se ascoltassi solo CD, e per il vero audiofilo l'effetto sarebbe maggiore rispetto a quello prodotto da una testina di prezzo simile (e certamente più duraturo). Si noti inoltre che in questa prova i supertweeter John Blue sono stati abbinati a diffusori molto costosi.

Conclusioni

A parte la mancanza di un manuale degno di questo nome, il prodotto mi ha stupito. Non ha senso utilizzarlo in combinazione con delle trombe ad altissima sensibilità come Lowthers e simili, ma queste sono talmente rare che la questione è di scarso rilievo. Con la maggior parte dei diffusori i supertweeter John Blue hanno molto da offrire ai fini della riproduzione musicale. Se vi sembra che le vostre casse abbiano bisogno di una spinta in alto, allora vale la pena provare questi oggetti, ma se utilizzate una sorgente a banda larga - e per molti di noi ciò significa vinile - i supertweeter vi daranno ancora di più. Sebbene il SACD e il DVD-A siano scomparsi, penso non passerà molto tempo prima che tutte le nuove uscite siano disponibili per il download e con una banda passante ben più estesa rispetto a quanto non consenta il CD; in questi casi la superiorità di una combinazione capace di salire oltre i 20.000 Hz sarà ancor più marcata. I JB non solo permettono di ottenere tutto ciò con normali diffusori, ma essendo anche estremamente ben fatti ed esteticamente accattivanti, sono certo che li terrete anche quando deciderete di sostituire i vostri. E il fatto che questi prodotti siano anche più economici rispetto a molti dei loro concorrenti è semplicemente la ciliegina sulla torta. Si tratta certamente di un acquisto capace di essere apprezzato per lungo tempo, e questo è un aspetto che gradisco molto in qualunque prodotto.

Apparecchi utilizzati

© Copyright 2009 Geoff Husband - www.tnt-audio.com

[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]