Quando ci si trova coinvolti in situazioni del tutto nuove, le cui implicazioni risultano, oltre che sconosciute, anche imprevedibili, le stesse vengono approcciate, il più delle volte, secondo uno dei due modi che seguono:
1) si ha un certo timore per quanto di sconosciuto, e magari di critica gestibilità, ci si prospetterà, e ci si trova in un certo modo ad essere succubi del contesto
2) si affrontano gli eventi in modo proattivo e, supportati da un positivo entusiasmo, si tenta di districare gli aspetti più impegnativi con un deciso senso di interesse
Personalmente, appartengo a quel genere di persone che, il più delle volte, partono dal presupposto che il bicchiere sia mezzo pieno, e possono in tal modo cogliere gli aspetti positivi delle cose senza necessariamente essere troppo condizionati dalle eventuali negatività del contesto.
Il raggiungimento di questo stato positivo
non è però immediato e, a volte, per conseguirlo devo superare un primo
monento di sbandamento e perplessità.
Beh, devo ammettere che questo mi succede ogni qualvolta Giuliano Nicoletti mi porta un qualche oggetto di sua ideazione e realizzazione da provare.
Era successo prima col TNT Trentino, un sub come ne ho ascoltati pochi, terrorizzante nell'aspetto e nel suono, oggetto davvero difficile da provare e di critica collocazione in ambiente, quanto prodigo di soddisfazioni e coinvolgente all'ascolto una volta ottimizzatolo. Un lavoro, però, dannatamente complicato...
Le TNT Lilliput, poi, con quella loro caratteristica di essere divisibili, di fatto risultavano due oggetti in uno. Quindi doppia personalità, doppia prova di ascolto, doppia ottimizzazione in ambiente, doppio giudizio critico.
Pensavo di averle ormai superate tutte, quand'ecco che, dal solito cilindro magico, il buon Giuliano ti caccia fuori un cubotto dall'aspetto (come di consueto) piuttosto disastrato.
Poco male (penso), le dimensioni saranno circa un terzo di quelle del Trentino, il che depone sicuramente a favore del WAF. Si tratterà di togliere il mio stramodificato Indiana Line TH-SA, piazzare lo scatolotto al suo posto e, collegato all'energico AM Audio PA-100 il wooferotto che da qualche parte l'amico Giuliano avrà piazzato (sperando per lui che resista all'impatto), vedrò se il piccoletto riuscirà ad esprimere un qualche valore aggiunto in affiancamento ai miei ben più ingombranti diffusori.
Faccio per dare una mano al Nicoletti, togliendogli l'oggetto dalle mani, e... per poco non ci resto secco! Diamine, ma ci hai messo i mattoni dentro? E che ci fanno ben quattro coppie di morsetti dorati all'esterno? Stavolta ti ho beccato con le mani nel sacco, caro il nostro progettista! D'altra parte, non è il caso di essere eccessivamente severi, a tutti può capitare di commettere un qualche errore "di assemblaggio", per cui mi accingo ad ascoltare con benevolenza le giustificazioni che, mi aspetto, seguiranno...
Coosa? Ragazzi, qui si rasenta la follia! E tu avresti stipato ben 4 (quattro!) woofers da 16 cm dentro uno scatolotto del genere? E quante modalità di collegamento sarebbero possibili? E questi due pezzi amovibili appiccicati con del blue-tac a che diavolo servirebbero?
Addio prova facile facile! D'altra parte,
c'era da aspettarselo, considerati i precedenti...
Come? Non è Tutto? E che altro
c'è?
"L'oggetto è stato progettato per
risultare adatto anche per un utilizzo di tipo Car Audio," continua
implacabile il Nicoletti "ragion per cui ti pregherei di effettuare
una attenta prova di ascolto anche in un contesto di questo genere!"
Anche questa ci mancava!!! Sarà la genialità che supporta l'individuo in questione nel progettare e realizzare oggetti di tal genere, oppure semplice follia? Più ci penso, più mi convinco che, ammesso che ci sia un folle, quello sono indubbiamente io, visto che continuo a trovarmi in situazioni di questo tipo in modo più o meno sistematico...
Vediamo di analizzarne le caratteristiche per capire secondo quale logica utilizzarlo.
La configurazione a quattro woofers montati in push-pull, a ciascuno dei quali corrisponde una coppia di morsetti per la connessione dei cavi di potenza, consente una flessibilita di collegamento decisamente elevata:
Come ultima variabile, c'è il posizionamento del sub, inteso come collocazione dello stesso all'interno del proprio ambiente di ascolto.
Come sul Trentino, anche in questo caso troviamo un'interessante caratteristica tecnica: la totale assenza di un filtro X-over, con l'amplificatore che pilota direttamente gli altoparlanti, con una risposta in frequenza del sistema che, nella configurazione che privilegia la massima estensione, parte dai 40 Hz, per spingersi attorno ai 100 Hz.
Con mia sorpresa (e soddisfazione), l'intervento del sub è risultato subito sufficientemente coerente con il carattere dei diffusori, a tal punto che ho iniziato immediatamente la ricerca di una manciata di Hz in più verso il basso, perlomeno come livello di emissione.
Davvero un buon inizio, considerate le mie precedenti esperienze con il Trentino, che era risultato certamente di ben più critica collocazione in ambiente!
La faccio breve e dico subito che, attraverso piccoli spostamenti, sono arrivato a preferire una collocazione dell'oggetto in prossimità di un'angolo della stanza. Incredibile! Quella che in genere è la posizione in ambiente che tutti vorrebbero adottare, ma che, in genere, produce disastrosi risultati all'ascolto, si lasciava preferire (e di gran lunga) a tutte le altre!
Così collegato e collocato, il sub garantiva una emissione coerente ed sufficientemente estesa. Certo che in termini di "sensazioni viscerali" il Trentino era ben altra cosa, ma teniamo ben presente che qui siamo in presenza di un oggetto di dimensioni estremamente più contenute (circa 1/3), estremamente più vivibile e semplice da collocare in ambiente, ed estremamente più versatile (collegamenti, frequenza di accordo, e non dimentichiamo la possibilità di utilizzo in auto!).
Un po' controvoglia, visti i risultati, procedo effettuando alcune variazioni sui collegamenti. Da un Push-Pull collegato in serie, passo ad una configurazione in parallelo, con l'impedenza del sistema che, pur scendendo a due ohm nominali per canale, non sembra creare la minima difficoltà al muscoloso AM Audio PA-100.
Il livello di pressione acustica, lato basse frequenza, diventa ora esagerato! Ragion per cui, ricomincio con gli spostamenti vari, fino a trovare la collocazione ideale esattamente in quello che era risultato il punto di partenza nella precedente configurazione, con tuttavia alcune variazioni: il condotto di accordo risulta ora posizionato verso il punto di ascolto e rivolto in basso, tramite l'interposizione di alcuni piedini morbidi, e la fase del sistema invertita, ad ottenere (nel mio ambiente) un livello di emissione più equilibrato e coerente in relazione alle frequenze riprodotte dal sub.
Il confronto tra queste diverse configurazioni fornisce interessanti spunti di riflessione: pur soddisfando entrambe i parametri ricercati, in termini di qualità musicale, con la prima si ottiene un suono piuttosto morbido e sinuoso, con la seconda c'è la sensazione di un suono più nervoso e veloce, in un certo modo più "duro". E vi garantisco che, sebbene qualcuno storca il naso quando ci si esprime con il termine "velocita" parlando di un subwoofer, queste sensazioni risultano all'ascolto chiaramente avvertibili!
Meglio il primo oppure il secondo? Mah, non saprei dire... comunque sia, quello che è significativo è che si sia nelle condizioni di poter scegliere tra l'uno e l'altro!
In tutta onestà, devo ammettere che nutrivo
un po' di scetticismo sulle qualità musicali di un subwoofer con una frequenza
di taglio superiore che, nel migliore dei casi, risultava collocata attorno
ai 100 Hz (accostando l'orecchio al condotto di accordo, ci si rende ben
conto di come gli altoparlanti emettano anche informazioni non strettamente
utili allo scopo), quando la frequenza di taglio che in genere utilizzo
sul mio sub attivo TH-SA, non supera i 55-60 Hz.
Tuttavia, la prova di ascolto "casalinga"
ha dimostrato la validità del sistema, che può essere ulteriormente affinato
operando con inserti smorzanti (la solita spugna a bassa densità utilizzata
per imballare le schede per computer) all'interno del condotto di accordo.
Per dovere di cronaca, riporto un tentativo di ascolto effettuato con una frequenza di taglio più elevata, ottenuta rimuovendo uno degli elementi esterni del condotto di accordo. I risultati si sono rivelati del tutto inadeguati per un uso del sub in un impianto HiFi casalingo, confermandomi quanto anticipatomi da Giuliano Nicoletti circa l'opportunità di utilizzare tale configurazione essenzialmente per applicazioni di tipo Car Audio.
Caspita! E' vero... pensavo di aver terminato, ed invece manca ancora...
Diciamo subito che le differenze qualitative,
rispetto ai sub utilizzati come riferimento, sono risultate davvero importanti!
A fronte di una prestazione generale ancora accettabile negli Hertz, utilizzando
il Bazooka si riscontrava infatti una specie di vibrazione incontrollata,
che generava un tremore generale del tutto scollato con il resto del messaggio
musicale (mi dicono che questi oggetti vanno per la maggiore negli impianti
per auto: sono davvero perplesso...)!
Utilizzando il Decino, invece, si poteva
godere (si fa per dire) di forti ed indistorte pressioni acustiche, unite
ad una notevole dose di intellegibilità del basso.
Ammetto di aver temuto per l'incolumità
della povera Fiat 127, ed ho piuttosto chiaramente avvertito i capelli
che mi si drizzavano in testa ad ogni violenta bordata di basso (!), oltre
al prevedibile pugno nello stomaco (ma che pugno, però...).
Davvero apprezzabile, in questo contesto,
la possibilità di variare la frequenza di accordo rimuovendo uno degli
elementi esterni dello stesso, a garanzia di controllo ed articolazione
del basso ancora maggiori che in configurazione (peraltro più che buona)
di massima estensione.
Ammetto di non essere un patito degli impianti audio per auto, e quelli che ormai fanno parte della dotazione di serie della maggio parte delle autovetture, per quanto mi riguarda, vanno più che bene. Allo stesso tempo, non posso fare a meno di constatare come, nel testare il Decino in tale ambito, mi sia anche divertito, per cui non mi resta per nulla difficile immaginare quanti possano essere gli appassionati del genere che, magari, spendono fior di milioni per "sonorizzare" la propria auto.
Buono per un utilizzo casalingo, "terrificante" per l'uso in auto, se solo siete preda della duplice passione, avete davvero trovato un vero e proprio Jolly!!!
Per il materiale necessario e le modalità
di realizzazione del TNT Decino, si veda l'articolo tecnico direttamente curato da Giuliano Nicoletti.
Un ultimo accenno riguardo al costo dell'oggetto, che non dovrebbe risultare superiore, nel complesso, alle 400.000 lire.
© Copyright 1999 Stefano Monteferri
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