Prodotto: DAC Acoustibuoy 2488
Costruttore: Acousticbuoy - Canada
Costo, approx: 4399 USD (YMMV)
Recensore: Geoff Husband - TNT
France
Pubblicato: Giugno 2010
Traduttore: Roberto D'Agosta
Qualche mese fa ho recensito l'eccellente preamplificatore Scorpio dell'Acoustibuoy che al momento della consegna mi è arrivato insieme al DAC 2488 e, dopo aver lasciato trascorrere un pò di tempo tra una recensione e l'altra, ecco i miei commenti su questo DAC high-end.
Prima di tutto, come ho detto anche altre volte, lasciatemi dire che trovo il recensire componenti digitali sia un'attività non molto appagante: il mio sistema personale è centrato sul vinile e questo spiega i miei gusti, ma ancora più importante trovo le differenze tra i diversi componenti digitali molto più sottili di quelle tra i quelli analogici e questo spesso quelle differenze mi lasciano appeso a un filo senza, mancandomi la necessaria competenza tecnica, potervi spiegare quello che c'è sotto al coperchio (se questo fosse importante) rendendo deboli i miei articoli.
Ma il punto vero è che spesso quelle sottili differenze sono tali che rendono un oggetto ascoltabile oppure no: permettetemi di spiegare. Se avessi la possibilità di portarvi nella mia stanza d'ascolto e far suonare due decenti lettori CD che ho qui, fareste molta fatica a definirne le differenze. Ma rimanete per tutta una sera e il primo vi farebbe chiedere di ascoltare finalmente del vinile, mentre il secondo vi terrebbe incollati ad ascoltare materiale digitale. Purtroppo, ben pochi componenti finiscono in questa seconda categoria e il DAC 2488 è uno di questi: solo per questo mio giudizio dovreste continuare a leggere!
Come il preamplificatore Scorpio della Acousticbuoy, la costruzione di questo DAC è classica, modesta e bellissima. Di certo non è un oggetto costruito per impressionare i vostri vicini, ma al tempo stesso non apparirà fuori luogo o datato diciamo tra dieci anni. Al tempo stesso non sto solo parlando della parte esteriore che sembra estremamente solida ma anche della costruzione interna immacolata come sarebbe sempre lecito attendersi per queste cifre. Non è neanche una grossa scatola vuota, perché tutto è ben disposto tra la scheda principale e i due trasformatori di potenza schermati.
Perfettamente minimalista: molti DAC in questa fascia di prezzo hanno ingressi multipli, controlli del volume e molti altri ammennicoli. Il 2488 è semplicemente una scatola in cui infilate i vostri cavi di segnale digitale e che pompa musica in uscita dentro il pre-amplificatore: ingressi RCA e XLR e lo stesso dicasi per le uscite. E se ve lo state chiedendo, è un DAC upsampling in grado di accettare altri segnali digitali ma io l'ho usato solo come un DAC per il trasporto CD.
Potrei passare un po' di tempo a trascrivere parte del manuale dell'Acoustibuoy ma siccome non lo capisco e tutto si ritrova uguale nel sito del costruttore, scusatemi se vi mando lì per ulteriori informazioni. Fatemi notare che approvo la cura messa nell'attenzione all'isolamento e all'integrità dello chassis.
Beh come potete aspettarvi è uno di quei casi in cui semplicemente connettete tutto e premete il tasto d'accensione: nessun controllo o lucine, solo due LED blu per mostrare che tutto è a posto.
Non sono certo che l'unità sia stata rodata, ma stranamente sembrava a posto fin da subito senza migliorare drammaticamente dopo le prime ore d'uso. Si dimostra particolarmente efficace anche da freddo ogni volta che è stato spento: può apparire un punto secondario, ma recentemente mia moglie è presa dalla mania del risparmio oltre che tentare di salvare gli orsi polari, per cui ogni volta che sono fuori casa spegne l'hi-fi. In alcuni casi questo mi fa uscire di testa, ma l'Acoustibuoy sembra sopportare bene questo trattamento.
Prima di tutto ho usato questo DAC con l'Audionote Zero CD come trasporto rimpiazzando il DAC Zero One-1x: quest'ultimo è a zero oversampling, con una valvola in uscita e decisamente un ottimo DAC ribollente di dettaglio ed energia. Il difetto è che cade nella prima categoria di DAC che devo smettere di ascoltare dopo un'ora o giù di lì. Rende la musica in maniera eccitante mentre altri DAC (specialmente quelli progettati per suonare "caldi") sono noiosi ma il suo difetto principale è una sorta di monotonia di qualità.
Quindi ho messo l'Acoustibuoy a confronto con il Moodlab Dice, un DAC ancora energetico anche se un pochino più rilassato nella presentazione complessiva: potreste passare molto tempo a scambiarlo con l'AN a seconda del CD che state ascoltando :-)
Ma non entrerò nei dettagli dei singoli confronti perché l'Acoustibuoy si è dimostrato così superiore in entrambi i casi da rendere senza senso qualsiasi altro commento.
Per ultimo sul ring è salito l'Ayon CD2 che ho recensito un paio di mesi fa: certo questo è un lettore integrato ma ha anche un'uscita digitale per rendere più facili certi confronti.
Ricordate che vi ho raccontato come i componenti digitali che non mi fanno cercare il vinile sono rari? Uno di questi è l'Ayon CD2 e infatti è il lettore CD che vorrei avere qui con me se solo riuscissi a mettere insieme i soldi per comprarlo: è un upsampler (anche se si può decidere di non usare quel circuito a detrimento del suono) ma con un'uscita costruita attorno a una valvola. Scambiare quell'uscita con il 2488 mi ha lasciato di sasso: suonano in maniera pressoché identica! All'inizio ho pensato che l'Ayon da solo fosse meglio che non attraverso il 2488, perché è un pochino più magico (e l'ho già detto nella recensione del CD2) specialmente quando è accoppiato all' Ayon Crossfire e essendo un pochino più performante nei test a confronto diretto. Ma non c'è modo che io riesca consistentemente a distinguerli se mi capita di entra nella stanza dopo che siano stati messi in funzione. In realtà in queste situazioni le orecchie possono giocare brutti scherzi per cui sono arrivato a chiedere a mia moglie di scambiarli a caso per vedere se riuscivo a trovare qualche differenza.
Ma poi il Crossfire è ripartito (sigh) e quindi la squadra è cambiata con l'Acoustibuoy Scorpio e lo Yamamoto A-08 e una differente gerarchia è apparsa evidente.
Sia il CD2 che la combinazione CD2/2488 producono la più regolare, dolce e bella musica io abbia mai ascoltato da un CD: il bilanciamento tonale rimane sempre dalla parte giusta del "caldo", il basso pieno e potente che termina in una banda media aperta e costante senza che il risultato complessivo risulti melassa e noioso. Avrei giurato che l'Acusticbuoy facesse uso di una valvola ma sbaglio: la banda alta è estesa senza però suonare asciutta o rude essendo capace di dare un senso ad alcune tra le registrazioni più taglienti rendendole accettabili come, per esempio, l'apertura di "Last of the Indipendents" dei Pretenders (se non l'avete, compratela). In qualche modo ha tirato fuori tutta l'energia e l'eccitazione dalla registrazione, un trucco che il vinile fa spesso ma che finora sembrava impossibile con i CD.
Palcoscenico? A essere onesti nessuno di loro riproduce un'immagine eterea nello spazio, tutto è solido e stabile, ma con entrambi i lettori ci sono opzioni migliori per coloro che amano esperienze "camminabili". Non appartengo alla scuola che pensa che la musica reale mostri quel tipo di immagini, ma voi la potreste pensare diversamente. L'Audiomeca Mephisto, oramai defunto, era migliore sotto questo punto di vista, producendo un palcoscenico più grande e arioso -"migliore" potrebbe anche significare semplicememente "differente"- ma mancava un pochino della performance in basso che è però il punto di forza dell'Acoustibuoy.
Questo più o meno rappresenta l'Acoustibuoy: un DAC che per ogni bit è allo stesso eccellente livello del lettore Ayon, ma un pochino più economico, però avrete bisogno di un trasporto...
Ma siamo arrivati a un punto importante: in quelle sere in cui facevo uso dell'acoustibuoy mi sono ritrovato a essere più coinvolto nella musica che non con l'Ayon da solo; qualche volta non sapevo quale DAC stesse funzionando, ma cominciavo a capire quale fosse non per qualche differenza nel bilanciamento o nel recupero dei dettagli, ma in termini di quanto fosse confortevole per me l'ascolto della musica. Potete immaginarmi seduto nel mio punto d'ascolto tentare veramente, veramente fino allo strenuo di trovare una piccola differenza senza però fare attenzione alla musica! Quando alla fine rinunciavo e mi rilassavo la mia scelta si palesava di nuovo.
Quindi ho capito: il senso del tempo dell'acoustibuoy è perfetto! Il suggerimento mi è arrivato dal fatto che ultimamente sto avendo un periodo "Miles Davis". Ho molti dischi e CD di questo genio della musica e solitamente preferisco il vinile, ma mi sono ritrovato sempre più spesso a far suonare dei CD: diverse cose che suonavano correttamente, ma che non mi prendevano, iniziarono ad acquisire una nuova luce e con Miles le differenze tra l'Ayon e l'Acoustibuoy si sono palesate. Come misurare il "senso del tempo"? Semplicemente non ne ho idea, ma fa la differenza se è eccellente...
Calma, non sto dicendo che questa differenza è gigantesca e certamente l'Ayon ha un senso del tempo eccellente per un lettore CD, ma per certa musica - in particolare col jazz moderno - il senso del tempo è fondamentale per dare l'interpretazione corretta a tutto il brano: se per tirare un brano il batterista suona sistematicamente una frazione prima del ritmo, quest'ultimo suonerà sconclusionato e "senza tempo" se quel piccolo dettaglio di tempo viene perso. L'Acoustibuoy recupera quell'informazione meglio di qualsiasi sorgente digitale io abbia mai ascoltato, dando più potenza al rock, e anche se molta musica classica non richiede molto senso del tempo, quella che ne ha bisogno - Stravinsky per esempio - ne trae beneficio.
Dopo che l'Ayon è ripartito, ho usato l'Audionote come trasporto e quell'eccellente componente è riuscito a suonare molto simile alla combinazione Ayon/Acoustibuoy anche se ha scambiato un po' di peso per una presentazione più ricca di dettagli e producendo ancora una performance molto buona.
Ci sono molti DAC sul mercato alcuni di questi molto buoni e a prezzi competitivi. L'Acoustibuoy è un peso massimo, ma costoso e al primo sguardo non gli dareste molto credito. Ma scavate un pochino più a fondo e inizierete ad apprezzare la qualità, l'attenzione ai dettagli costruttivi e soprattutto l'integrità del progetto. Come l'Ayon non ha particolari debolezze ma i suoi punti di forza sono considerevoli al punto che devo ancora ascoltare un argomento più convincente a favore dei dischetti d'argento.
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