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Prodotto: kit di montaggio Langer No.7 “Premium IV” per giradischi a trazione diretta
Produttore: Langer Audio - Visitate anche Evolution Audio (Germania)
Prezzo indicativo: 3.500 euro (tasse tedesche incluse) - (il prezzo può variare)
Recensore: Geoff Husband - TNT Francia
Data della recensione: Aprile, 2016
Traduttore: Roberto Felletti
L'espressione C'è più di un modo per scuoiare un gatto (nel senso che per ottenere un certo risultato si possono percorrere strade differenti - NdT) potrebbe essere stata inventata per descrivere l'arte di ottenere musica dai minuscoli solchi di un LP. Non c'è bisogno che mi elenchiate le considerevoli differenze tra basi, sospensioni e, ovviamente, le correnti di pensiero che accompagnano ognuna di esse. Ma niente divide così tanto la comunità di appassionati di giradischi quanto, a dire il vero, la scelta del meccanismo che permette la rotazione del disco a 33,33 giri al minuto.
Pertanto, perdonatemi la digressione, da quella che dovrebbe essere una recensione, verso un breve riassunto sul perché i produttori insistano sul concetto di trazione diretta.
È assodato che la precisione della velocità sia un elemento essenziale. La tonalità della musica richiede che il piatto ruoti alla velocità di 33 giri e ⅓ (aspetto che non è così semplice come sembra ;-) ). Prendiamo un piatto tradizionale, con trazione a cinghia, alimentato, tramite rete elettrica con messa a terra, da un motore a corrente alternata (50 o 60 Hz): questa è la soluzione più comune. Analizziamo i potenziali errori, nonché i possibili problemi.
Ecco perché la trazione diretta diventa, ovviamente, attraente. Essendo, effettivamente, il piatto e il motore un'unica unità concentrica, si ha un unico cuscinetto anziché due (uno per il piatto e uno per il motore), perfettamente bilanciato e sempre soggetto a un carico uniforme; la cinghia non si sgancia né scivola, il telaio e la sospensione sono privi di reazione alla trazione e, a causa della mancanza di scivolamento e di effetti parassiti, può essere utilizzato un motore potente, in grado di fornire un avvio molto veloce e grandi riserve di forza motrice. Infine, la ridotta rotazione del motore non genera risonanze né vibrazioni all'interno della banda audio, come invece accade con i motori ad alta velocità.
Quindi, la trazione diretta vince la partita ed ecco spiegato il motivo per cui, negli anni '70, le grandi aziende giapponesi investirono milioni nella produzione di giradischi high-end a trazione diretta. Molti specialisti europei e statunitensi non hanno avuto le risorse per competere testa a testa con un simile sviluppo, e quindi pressoché tutti si sono limitati alla trazione a cinghia e ai motori, di facile reperibilità, in corrente alternata, prima, e in corrente continua, poi.
Però, le cose non sono andate come ci si aspettava. Nel corso degli anni seguenti, il pensiero dominante era quello secondo cui la trazione diretta era sostanzialmente imperfetta, al punto che la concorrenza giapponese era vista dall'alto in basso, come una tecnologia nell'interesse della tecnologia.
Allora, perché no? Ebbene, prendete un motore a corrente alternata, va bene anche uno piccolo, fatelo funzionare tenendolo in mano e ne sentirete la vibrazione, causata dagli ingranaggi del motore stesso oppure dall'accelerazione e decelerazione, poiché le bobine si muovono attorno ai magneti. Ulteriori bobine, alimentatori migliori, cambiamenti tipo motori ad “effetto Hall” e simili riducono tutto questo, però la sensazione che il flutter (variazioni di velocità a frequenze relativamente alte) e il rumore del motore facessero parte della trazione diretta del piatto ne comprometteva pesantemente le prestazioni e aveva portato, da parte di molti, alla conclusione che il concetto avesse delle pecche. E poi venne la stabilità della velocità. I sostenitori della trazione a cinghia sottolineavano che molti dispositivi a trazione diretta (e molti erano economici) avrebbero “aperto la caccia”, poiché il loro regolatore di velocità avrebbe permesso di superare i 33 giri e ⅓, effettuando così una sovracorrezione, per poi ridiscendere e correggere nuovamente; sarebbe stato molto meglio disporre di un grosso piatto pesante fatto ruotare da un motore velocissimo tramite una cinghia. Come volevasi dimostrare.
Col senno di poi, non è che molto di tutto ciò era da ricondurre a pregiudizi? Le versioni economiche della tecnologia, senza volerlo, danneggiavano l'implementazione hi-end? O la stampa Hi-Fi era predominio di specialisti Hi-Fi occidentali desiderosi di far sentire la propria voce? O, forse, dipendeva dal fatto che molti, tra questi apparecchi giapponesi, fossero equipaggiati (gravati?) di bracci troppo complessi e, allo stesso tempo, spesso automatici?
Alcune prove vanno cercate nel mercato dell'usato, dove molti di questi “dinosauri” giapponesi stanno iniziando a racimolare importanti somme di denaro, spesso accompagnati da bracci moderni, con basi differenti e con alimentazioni sempre più sofisticate. Un rapido giro su eBay mostra giradischi a trazione diretta “come nuovi”, tipo il Technics SP10, a oltre 3.000 euro e unità modificate a prezzi ancora maggiori. Un paragone diretto può essere fatto con i tanto derisi, e ora ricercati, giradischi con trazione a puleggia...
Quindi, con giradischi a trazione diretta di 20 e più anni di età che costano cifre considerevoli, si è arrivati a un punto tale per cui c'è stato interesse a produrne un nuovo modello; per quanto mi riguarda, sono rimasto al contempo compiaciuto ed eccitato all'idea di provare un esemplare di questa rara specie: il giradischi a trazione diretta Langer.
Langer ha prodotto un giradischi esteticamente bello, della cui realizzazione ingegneristica non dubito (costa circa 6.000 euro). Però, volevo costruire qualcosa di un po' diverso, perché Langer offre anche un'unità motore/controllo in kit a 3.500 euro (imposte incluse); con un prezzo simile, ci si avvicina ai tradizionali giradischi a trazione diretta di 20 e oltre anni fa, presenti sul mercato. Per chi cerca soluzioni meno dispendiose, sono disponibili varie combinazioni, più economiche, di motori, piatti, elettroniche, ecc.
Essenzialmente, il kit è composto da tre parti:
Collocate il motore dentro una base, collegate i cavi, mettete al di sopra il piatto e avete finito; sono sicuro che, se si facesse una gara, sarebbe possibile costruire un giradischi funzionante in meno di un'ora. L'unità motore è molto compatta e ordinata e basta inserirla nella cavità precedentemente predisposta nella base. Tale unità comprende un motore ad effetto Hall senza spazzole, con feedback opto-elettrico, progettato per fornire una vigorosa trazione all'avvio e poi appena una delicata spinta quando necessario. L'alimentatore è dotato di tasto per accensione/spegnimento, commutatore tra 33 ⅓ e 45 giri e un paio di regolatori di velocità a vite sulla parte superiore, anche se questi ultimi non sono serviti. Cito, dal sito web di Langer:
«Poiché il cuscinetto del motore è anche quello del piatto, abbiamo impiegato una particolare attenzione nel progettarlo. La forza radiale è trasmessa da un cuscinetto di precisione in metallo sinterizzato. Per quanto riguarda le forze assiali, abbiamo utilizzato, per il motore, un cuscinetto la cui parte inferiore è in poliammide (sic). Questo progetto garantisce un movimento con rumore molto basso e un gioco del cuscinetto di elevata precisione, unitamente a una lunga durata.»
Dato che il cuscinetto, diversamente dalla maggior parte dei progetti, non deve sopportare forze laterali significative, la sua lunghezza molto ridotta, rispetto ai giradischi convenzionali, è accettabile e contribuisce alla natura compatta dell'apparecchiatura.
Sebbene la scelta di autocostruirsi un giradischi partendo da un kit possa apparire molto interessante al lettore, essa, inevitabilmente, compromette la recensione (relativamente alla qualità del suono) e, pertanto, mi scuso con Langer già da adesso. Il mio intento era costruire un giradischi funzionante, però avrei dovuto restituire il kit e quindi, alla fine, di fatto avrei dovuto smontare il tutto. Ero davvero intenzionato a spendere alcune centinaia di ore (e parecchie centinaia di euro) dedicandomi a qualcosa che, per me, si sarebbe rivelato inutile? No. Se ci fosse un ricco milionario in ascolto, felice di finanziarmi per permettermi di giocare con basi sofisticate a beneficio dei lettori di TNT, attendo sue notizie; peccato che Lucio non lo sia. ;-)
Quindi, il progetto prevedeva la realizzazione di qualcosa che fosse economico e brutto; l'estetica aveva priorità zero, ma ciò non significa che avrei ignorato certe regole di base, e poi, spesso, semplice è meglio. Pertanto, mettiamoci all'opera.
Con un budget limitato, oltre a poco tempo a disposizione, la rotta da seguire prevedeva l'utilizzo di una base solida. Come fanno molti produttori, la facilità di lavorazione e la compattezza rendono alcuni tipi di legno la scelta naturale. Ovviamente, l'opzione più affidabile sarebbe usare l'MDF; una base composta, diciamo, da tre strati uguali da 18 mm, incollati, avvitati o imbullonati tra loro (ciascuna modalità con le proprie caratteristiche sonore), eventualmente inframmezzati da materiale smorzante, sarebbe una valida alternativa. Però, la mia falegnameria, per combinazione, disponeva soltanto di una tavola di legno massello, avanzo di un piano di lavoro. Il fatto che pesasse oltre 10 kg mi aveva fatto ritenere che potesse anche essere bella da vedere e quindi mi era sembrata la scelta giusta. Le avevo dato dei colpetti e suonava abbastanza “sorda”, sicuramente più di tante basi in MDF che ho avuto. Allora, perché no? ;-)
La prima cosa da fare era tracciare la posizione del motore e del braccio (un lavoro di 5 minuti) e poi, semplicemente, praticare due fori per far passare i cavetti. Tempo complessivo: un'ora. L'unità Langer facilita il compito, essendo incredibilmente compatta e ordinata, e l'alimentatore esterno evita di dover fare altri fori per gli interruttori, ecc.
Ora passiamo a quella che ritengo essere una tra le parti più trascurate nella progettazione di un giradischi: il bilanciamento. Presumo che il 90% dei giradischi in commercio abbia quattro piedini. Perché? Se ci sono quattro piedini, in particolar modo se regolabili, inevitabilmente ciascuno di essi sopporterà un carico differente; spesso, uno di essi, in pratica, non avrà carico. Se usate piedini che seguono certe specifiche o elastici, allora la frequenza di oscillazione di tutti e quattro sarà completamente differente; è una follia. Con tre piedini il carico viene distribuito equamente e ciascuno di essi ne sopporterà un considerevole quantitativo; in 10 minuti di funzionamento potete star certi che ciascun piedino ne sopporterà ESATTAMENTE la stessa quantità. Non servono formule magiche né complessi strumenti di misura: bastano un righello, una matita, un goniometro e un pezzo di legno con un chiodo dentro. :-)
Osservate la foto sottostante, nella quale potete vedere l'unità motore collocata nel suo alloggiamento, sulla base. Successivamente, ho pesato il braccio prescelto e ho riempito un bicchiere con acqua fino a ottenere esattamente lo stesso peso (molto più semplice che perdere tempo a mettere e togliere il braccio). A questo punto, ho preso il pezzo di legno con il chiodo conficcato e ho cercato di trovare il punto sul quale il giradischi era bilanciato; è un'operazione abbastanza facile.
Una volta trovato questo punto, ho premuto con forza, lasciando un segno profondo sulla base; esso rappresenta esattamente il Centro di Gravità. Ho poi tolto motore e bicchiere e capovolto la base, tracciando tre linee diritte partendo dal centro, ognuna con un angolo di 120° dalle altre. I piedini vanno collocati su queste linee, ciascuno equidistante dal Centro di Gravità e ciascuno in grado di sopportare esattamente il medesimo carico.
Essi possono essere vicini oppure lontani dal punto centrale, ma, finché restano equidistanti, sosterranno sempre il medesimo carico. Nel mio caso, ho usato piedini in gommapiuma, ma vale la pena provare le punte o le cupole; naturalmente, potete posizionarli in modo tale che si adattino ai supporti del vostro giradischi (più sono distanziati, maggiore è la stabilità), ma qualunque distanza, purché ragionevole, andrà bene.
Tutto ciò che restava da fare era avvitare il motore e montare il braccio. Ho usato un RB300, oltre a un nuovo braccio Sibatech, giusto per cambiare un po'. Il piatto monoblocco incluso è lavorato, splendidamente, da una singola colata di alluminio, poi anodizzato e rivestito, superiormente, con un tappetino in gomma spessa (accessorio che serve, poiché il piatto risuona come una campana tibetana; di per sé piuttosto meravigliosa, ma dubito che sia l'ideale!).
La base può essere considerata high-end? No; però è semplice, evita alcuni errori fondamentali di basi più complesse e, con mio grande stupore, guardandola dal vivo è davvero bella. Il contrasto tra il legno grezzo e la combinazione high-tech braccio/piatto funziona molto meglio di quanto mi aspettassi. ;-)
Il motore comprende un alimentatore esterno che, oltre a fornire le velocità di 33 ⅓ e 45 giri, ne permette anche la regolazione fine. L'apparecchiatura è già preimpostata in fabbrica, ed è stata controllata sia con una dima (disco stroboscopico) sia con il software Feickhert Adjust+; la velocità era perfetta, sia a 33 ⅓ sia a 45 giri, con un eccellente valore di wow & flutter pari allo 0,03%. In maniera molto poco scientifica, ho appoggiato un orecchio a stretto contatto con la base, ascoltando il motore che girava e non ho sentito altro che silenzio. Pochissimi giradischi superano questa prova e l'ascolto di dischi con solchi non modulati lo ha confermato. Questo è un grosso successo per Langer che, in questo modo, elimina un paio di “problemi” relativi alla trazione diretta. L'avvio è stato molto rapido e, operativamente parlando, l'apparecchiatura ha funzionato impeccabilmente per tutte le sei settimane di durata della recensione.
E ora qualche precisazione, non sulle prestazioni del motore ma sui limiti di questa recensione. Ciò che ho recensito è unico, non ne potete acquistare uno e anche nel caso in cui copiaste il mio progetto, notereste inevitabilmente marcate differenze. La base è la più semplice possibile e, quand'anche risultasse la migliore possibile, è molto più che probabile che diventi la base standard di un'ampia gamma di soluzioni con progetti di basi ancor più sofisticate. Pertanto, per me affermare che «non ha un palcoscenico come quello del Blackbird» è semplicemente stupido e fuorviante; con la base adatta potrebbe essere il miglior giradischi del mondo, non ho modo di saperlo. Ciò che posso fare è cercare di individuare quello che il giradischi sa fare bene e disquisire, con i dovuti limiti, su come esso reagisce in abbinamento a bracci differenti; ogni altra cosa sarebbe solo un'inutile congettura da parte mia.
Quindi, il fatto che l'apparecchiatura abbia una trazione silenziosa e una tonalità stabile è assodato; è un prodotto di prim'ordine. Il piatto non ha mostrato scarti visibili, la realizzazione è eccellente.
Per la recensione ho utilizzato due bracci diversi, il Rega RB 300 e il Sibatech Abis SA 1.2, accompagnati entrambi dall'eccellente testina Dynavector 20x2 (recensita anche da Todd Bromgard - NdT), che sembrava abbinarsi ottimamente con ciascuno di essi; il motivo per cui ho usato due bracci così differenti tra loro aveva lo scopo di determinare se il giradischi (non dimenticate che i componenti forniti da Langer incidono solo in parte sulla sua “personalità”) fosse in grado di distinguere tra di essi, oppure se il suo carattere intrinseco prevalesse fino al punto di riuscire a distinguere se si stava ascoltando un giradischi o una combinazione giradischi/braccio/testina. È stato l'unico modo per avere qualche indicazione, anche se la prestazione dell'apparecchiatura non è stata esaminata in un confronto diretto. Da questo punto di vista, l'esperimento è pienamente riuscito.
Inizialmente, sono rimasto compiaciuto nel notare che il “tagliere” utilizzato come base resisteva al feedback piuttosto bene e consentiva a entrambi i bracci di ricreare una presentazione sonora relativamente neutra. Non ho riscontrato disturbi causati dal motore (pochissimi giradischi, anche high-end, sono completamente silenziosi) e ascoltando un po' il pianoforte di Thelonius Monk si poteva apprezzare la stabilità tonale, molto di più che con qualunque misurazione.
Il Sibatech sarà, prossimamente, oggetto di una dettagliata recensione, ma la differenza tra i due bracci era evidente. Il “mio” giradischi mostrava chiaramente i punti di forza e di debolezza di entrambi. Innanzitutto, il Sibatech è un braccio che utilizza l'ormai obsoleto sistema di montaggio del portatestina SME, e inoltre, caratteristica condivisa con la maggior parte dei membri della sua specie, ho constatato una lieve limitazione dell'ampiezza di banda. Sì, il basso era profondo e discretamente armonioso, però c'era una certa morbidezza che, se l'RB 300 non si fosse dimostrato così valido da questo punto di vista, avrei attribuito al giradischi. L'RB 300 è sicuramente un eccellente braccio dal costo accessibile e gode anche di una certa fama di “ammazza-giganti”; in questo caso, il basso pulito e veloce ha funzionato bene, e questa solida base per la musica è, solitamente, una caratteristica di ottimi giradischi. Ciò che posso dire è che non era colpa del Langer se qualcosa non andava. ;-)
Anche nell'estremo alto l'RB 300 ha dimostrato di essere un prodotto di classe con un elegante attacco e decadimento dei suoni, quali il colpo dei piatti, la ricostruzione dell'attacco delle note nella chitarra elettrica, e via discorrendo. Il Sibatech rimaneva nettamente indietro, suonando un po' morbido e smussato, dimostrandosi carente nel riprodurre l'ambienza di certi dischi rispetto all'altro braccio. Il Sibatech riguadagnava terreno con una piacevole gamma media, nonché con una dolce e controllata riproduzione della porzione di frequenze in cui si trova la maggior parte della musica (tra 200 Hz e 3.000 Hz). Qui l'RB 300 suonava appena un po' spento e artificiale, se paragonato al più naturale e potente Sibatech.
Queste differenze, chiaramente percepibili (spesso dalla stanza accanto), hanno rivelato un giradischi abbastanza trasparente e, al contempo, entrambi gli abbinamenti hanno evitato quel temuto velo oppure quell'eccesso tipici di prodotti più economici, specialmente con le voci femminili quali quelle di Nina Simone o di Mary Chapin Carpenter, che possono mettere in crisi molti impianti. Ho provato a sostituire la gomma con un tappetino in acrilico rivestito, nella parte superiore, con cuoio, ma le differenze sono state marginali.
La conclusione è che la prestazione complessiva del mio giradischi modello “tagliere” è risultata perfettamente competitiva con quella di altri giradischi di prezzo analogo. Ciò che non è stato possibile dimostrare è a quale livello di “grandiosità” del suono sia possibile arrivare montando una base più sofisticata o un braccio migliore/diverso; tuttavia, mi stupirei parecchio se, con più tempo a disposizione e con uno sforzo maggiore, Langer non ci riservasse ulteriori sorprese...
Ma per quale motivo questo prodotto è così affascinante? Perché, per gli autocostruttori, apre molte possibilità. L'apparecchiatura è talmente compatta da poter essere collocata ovunque: in un meraviglioso vecchio radiogrammofono, nascosta dietro un quadro, incassata in un davanzale, ecc. Inoltre, essa permette a qualsiasi progettista una grande libertà nel produrre basi senza dover tenere conto degli effetti parassiti causati da una banda elastica che trascina un piatto e che porta via un sacco di spazio, oppure dei problemi relativi all'isolamento di un motore simile; con il Langer il motore è semplicemente “lì”, non c'è bisogno di preoccuparsene e quindi ci si può concentrare su altri aspetti. Nel caso di un progetto tradizionale, qualunque modifica apportata causerà un effetto domino al meccanismo di trazione, per cui introdurre delle variabili renderà il progetto stesso più complesso. Ho immaginato l'utilizzo di dischi e tamburi per freni di automobili, di tronconi di vecchi alberi, di esotiche creazioni su treppiede e sospensioni in fibra di carbonio, di montaggio su un motore V8, di posizionamenti al centro di un'antica macina e anche di incursioni in un cimitero per cercare una lapide... Forse l'ho scampata bella...
I limiti sono pochi e principalmente riguardano la scelta del piatto. Quello di serie, in metallo, è costruito davvero bene e si abbina ottimamente, ma a causa del cuscinetto, molto corto, eviterei di bilanciare un piatto pesante di maggiore larghezza su di esso, anche se il motore, chiaramente, ha la capacità di gestirlo. Tuttavia, se proprio desiderate un piatto più consistente, il mio consiglio è di tenerlo sospeso con il Centro di Gravità coincidente in qualche punto; oppure, forse, sotto il cuscinetto. Infatti, immagino di realizzare un progetto, piuttosto accattivante, usando un vecchio piatto Gyro. ;-)
L'unico svantaggio è il prezzo (3.500 euro sono tanti), però, come ho dimostrato, per 3.510 euro è possibile costruire un giradischi completo in un pomeriggio. ;-) Ho provato grande frustrazione per non essere stato in grado di aver impiegato tempo e denaro nella realizzazione di qualcosa di veramente speciale con il motore, ma non ho potuto fare diversamente. Però devo aggiungere una postilla: Alfred Langer cominciò la sua ricerca della perfetta trazione diretta quando acquistò i fondi di magazzino del motore a trazione diretta Dual offrendoli agli autocostruttori*. Sebbene il sistema di trazione Langer abbia occupato gran parte del suo tempo, egli continua ad offrire questi kit, comprensivi di alimentatori e staffe di montaggio; quindi, potete intraprendere la vostra odissea per molto meno, e guardacaso ne ho uno proprio qui... tornate a visitare queste pagine. ;-)
* Il sito Dual di Alfred Langer è il paese delle meraviglie - http://www.dualfred.de/
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