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Ho appena finito di leggere il tuo gustoso articolo umoristico sulle varie specie di audiofilo: secondo la tua classificazione mi ritengo un *futurista*, *inesperto* con una grande volontà di diventare *audiofilo*.
So che la strada sarà lunga, ma anche piacevole e per questo mi accingo a percorrerla con entusiasmo.
Solo due mesi fa mi ero appena interessato all'acquisto di un nuovo lettore CD, per sostituire il mio vecchio Pioneer, ma quello che è successo in questo tempo non so nemmeno come descrivertelo.

Grazie anche alla tua TNT, e non lo ripeto per puro spirito di adulazione, ma unicamente per ricambiare in qualche modo il tuo lavoro, è cambiato radicalmente il modo di concepire l'ascolto HiFi.
Ti ricorderai, forse, che ti scrissi qualche settimana fa circa l'acquisto di un lettore CD: avevo visto una serie di modelli sul mezzo milione Sony, Pioneer e tu mi consigliasti di prendere il più economico, ed investire il resto in un cavo di segnale.
Inoltre, vista la mia poco conoscenza di Francoforte e dintorni (e della lingua) non sapevo dove andare a cercare.

Ora le cose sono migliorate, il tedesco lo comincio a comprendere bene ed ho comprato una rivista audio tedesca (Stereoplay), dalla quale ho ricavato l'indirizzo di molti negozi Audiophile della zona.
Volevo sostiutuire il mio attuale lettore CD, un vecchio Pioneer entry level del periodo dell'università, con uno migliore sul mezzo milione, ma poi ho pensato che forse è meglio fare uno sforzo un maggiore ed assestarsi su qualcosa più in alto.
In fondo lo hai consigliato anche tu su TNT, nell'articolo sulla scelta del CD.

Ed ecco dunque alcune domande, che spero avrai il tempo di rispondere. Dopo averli ascoltati e dopo averne letto un sacco bene sia sulla rivista tedesca, che su un'altra americana (Stereophile) c'è stato un grande interesse per i Marantz e precisamente per i modelli CD 67, CD 67 SE, CD 63Mk II (con prezzi, 450, 800 e 1200 marchi).
Io punterei sul CD67 SE, ma per lo stesso prezzo potrei ottenere il nuovo Sony CDP XA 20 ES.
Ora non ti chiedo un intervento da *Uomo Del Monte*, piuttosto una domanda tecnica:
come anche tu asserisci, i progressi nel digitale, sono così rapidi, che in un anno il suono di un CD può subire notevoli incrementi quando si lavora sulle elettroniche di conversione.
Ora il Marantz, da me ascoltato è appunto più vecchio di un anno del nuovo Sony, come dovrei comportarmi in questo caso?
Inoltre giustificheresti un sacrificio fino a 1500 marchi per avere il CD 17? O mi consiglieresti di provare anche altre marche ?

Cavi di segnale e di potenza, quelli comunque li comprerò da parte, ma prima sono curioso di provare ad autocostruirmi quelli da te proposti su TNT.

Per le casse sono ancora in alto mare, ma credo di prendere le B&W.
L'amplificazione, attualmente è un Sony 75+75 per l'HT, ma anche questo lo cambierò in futuro, quando sdoppierò i due impianti HT ed audio.

Infine, e ti prometto di concludere, non ho letto nulla su TNT sul mobile HiFi o forse mi sarà sfuggito.
Da quanto ho capito, la cosa migliore è separare ogni componente ponendolo su un ripiano separato e non impilarli uno sull'altro come spesso si vede.
Ma è meglio in legno, metallo o vetro ? Aperto ai lati o completamente chiuso, tipo HiFi rack?
Mah, forse potrebbe essere uno spunto per un nuovo articolo su TNT.

Ti ringrazio per la pazienza che hai avuto fino ad ora nel leggermi e per le tue cortesi e competenti risposte.

PS: Ho letto che sei anche tu ingengere: che studi hai fatto e di cosa ti occupi attualmente?
Giovanni Buommino

LC
Caro Giovanni,
NON sono Ingegnere, anche se qualche lettore continua ad attribuirmi questo titolo che non merito.
Sono, come ho scritto altrove su TNT, un matematico, Docente di Analisi Matematica all'Università e, dal punto di vista della ricerca, mi occupo di equazioni differenziali alle derivate di tipo parabolico, con dati iniziali singolari (qualunque cosa ciò possa significare...).

Veniamo alla questione sulla scelta del lettore CD.
Premetto che non conosco il lettore Sony da te citato sul quale quindi non posso esprimermi.
Un anno di differenza tra due apparecchi digitali non è così sostanziale e significativo. Le differenze si fanno sensibili tra progetti nuovi e quelli di 3-4 anni fa.
La reputazione dei lettori Marantz presso gli audiofili è altissima e sicuramente sono le macchine più soggette ad *abarthizzazioni* ovvero a modifiche più o meno profonde riguardanti sia la meccanica che l'elettronica.
Questa fama si riflette poi sul valore nel tempo e la corrispondente rivendibilità dell'apparecchio anche a lungo termine, aspetto sempre da considerare quando si tratta dell'acquisto di oggetti non esattamente considerabili *definitivi*.
Per il Marantz CD 17 che dire? Dipende tutto da quanti soldi intendi dedicare al resto della catena. E' inutile spender tanto per il lettore per poi affiancarlo a componenti (ampli e casse) non all'altezza.

Il problema del mobile per l'impianto HiFi merita, effettivamente, un discorso a parte, che giace da qualche parte dentro il mio calcolatore in attesa (insieme ad altri...) di essere terminato e pubblicato.
La lista di articoli, appuntati sul bloc-notes delle *idee da realizzare*, si va allungando a dismisura...
Diciamo che i mobili per HiFi più adatti sono dei tavolini in acciaio con più ripiani (in medite), rigidi e leggeri, dotati di punte e completamente *aperti*.
Ce ne sono anche di altro tipo, più pesanti, realizzati con materiali diversi, normalmente più costosi.
Non c'è una scuola di pensiero migliore delle altre. Io acquisterei un tavolinetto, magari costruito in Italia (Archidee, GM Audio etc.), con due-tre ripani, in acciaio, dotato di punte regolabili anche sui singoli ripiani.
Lucio Cadeddu

Caro Lucio,
mi chiamo Alessandro, ho 38 anni ed una maledetta passione: l'ascolto della musica.
Da sempre lettore di TNT, ci siamo incontrati solo una volta al TOP-AUDIO 97 ed abbiamo parlato un po' di cavi di rete.
Visto il grande spazio che TNT da' al tweaking, ho pensato di scrivere per porre sul tappeto un aspetto credo trascurato: il cablaggio dalla testina fino all'ingresso del pre.
Andiamo con ordine; posseggo un vecchio Ariston RD40 con un vecchio SME serie III ed una vecchia (stilo nuovo!) Stanton EEE, il tutto discretamente suonante.
Non sono mai riuscito a farlo oscillare verticalmente, credo anche a causa del cavo phono (originale SME) che, per forza di cose, interferisce con l'oscillazione.
Partendo da questo presupposto, insieme alla considerazione che ai tempi in cui è stato costruito il tutto sicuramente la problematica del cablaggio non è stata tenuta in opportuna considerazione, mi ha spinto a cercare di studiare un nuovo cablaggio.
Attualmente sul piede del braccio sono presenti due RCA dai quali si diparte il cavo SME. La mia idea sarebbe di ricablare il braccio eliminando gli RCA e prolungando i cavetti fino a giungere ad una *termination box* da appoggiare sul tavolino accanto al piatto, sullo stile del *Well Tempered Arm*.
Da qui poi potrei partire con un buon cavo di segnale. Che ne pensa TNT?

In passato (sul newsgroup it.hobby.hi-fi) mi avevi consigliato di far ricablare il braccio dalla Manticore, ma che divertimento c'è?
La Audiomarketing di San Marino vende delle trecce in argento VDH isolate in quattro colori al prezzo di £60000 al metro. Sarei tentato di cercare qualcosa di alternativo, magari sempre in Argento ma da isolare in casa, seguendo la ricetta dell'ottimo Steve *Enjoy the music*, anche se credo che la vernice poliuretanica, da lui suggerita, possa andar bene per il conduttore unico ma non per la treccia (la flessibilità?...).
Con il cavo d'argento vanno bene i connettori dorati?
Mi sto accorgendo di essermi dilungato. Sorry. Comunque credo che il vecchietto (intendo l'LP) forse ci appassiona tanto proprio perché il suo suono è così mutevole ed idiosincratico, quasi come se gli strumenti li suonassimo noi... Un saluto a te e (se pubblicata) a tutti i lettori.
Alessandro Leonardis

LC
Alessandro,
il cablaggio dalla testina al pre è effettivamente un problema cruciale, specie nel caso in cui il cavo inteferisce col controtelaio.
Il ricablaggio interno da far convergere verso una termination box esterna è, ovviamente, un'ottima idea ma presenta difficoltà di ordine pratico per chi non ha molta familiarità con l'autocostruzione.
Per questo motivo io consigliavo di far eseguire il lavoro a professionisti come i ragazzi della Manticore.
Però, se smontare un braccio ed eseguire delle buone saldature non è problema, non vedo alcuna controindicazione a fare tutto da sè.
Io stesso utilizzo una termination box autocostruita. A questo proposito ti svelo due piccoli segreti:

Infatti essendo la termination box meccanicamente collegata al braccio tramite dei fili entra a far parte del sistema telaio + controtelaio del giradischi, e meno è risonante e meglio è.
Stesso discorso per il fissaggio al piano d'appoggio, operazione molto critica: il cavo va lasciato il più libero possibile però poi il cavo di segnale che andrà collegato da essa all'ingresso phono eserciterà un'ulteriore azione meccanica (specie se trattasi di cavo di generosa sezione) che è meglio contrastare con un fissaggio morbido, elastico e non risonante. Col blue-tac, appunto.
Possono sembrare dettagli ma quando si ha a che fare con il giradischi analogico, ogni dettaglio diventa importante.
A questo proposito ricordo in particolare la sostituzione del cavo d'alimentazione con un grosso schermato tipo
Merlino che si era rivelata disastrosa.
Il cavo, rigido e pesante, accoppiava al muro il telaio del giradischi con effetti disastrosi sul suono. Optai così per un cavo schermato di sezione inferiore (3x1.5) e molto, molto più leggero e flessibile.

Quanto al cavo da usare mi sembra azzeccata la scelta dell'argento pluriconduttori. La soluzione dell'amico Steve Rochlin va benissimo nel caso del cavo singolo, meno per più conduttori.
Quanto ai connettori non starei a preoccuparmi troppo del materiale.
Meglio la praticità ed una buona saldatura. Volendo tenere l'argento anche sui connettori (che sarebbe la soluzione teoricamente ideale) saresti poi, per logica, costretto a sostituire gli RCA dell'ingresso phono e così via. Impossibile.
Infine, e concludo, potresti anche pensare di sostituire le pagliuzze che collegano la testina al braccio con quelle dell'AudioTechnica, a patto che riesca ancora a trovarle. Erano in rame OFC Long Crystal e di uno spessore rassicurante. Non che questo avesse influenza sul suono ma sicuramente erano più sicure da maneggiare nel caso di sostituzioni della testina.
Lucio Cadeddu

Egregio Lucio,
desidero innanzitutto complimentarmi per la completezza e l'estrema utilità delle informazioni che possono essere trovate sulla rivista online di cui Ella è direttore e quindi ringraziarLa per questo servizio che è di enorme giovamento per chi è molto all'oscuro di materia Hi-Fi (come il sottoscritto).
Mi permetto di suggerire un accorgimento per risolvere quei problemi di stabilità a cui spesso si fa cenno anche nei Suoi articoli relativi all'appoggio su sole tre punte coniche;
le macchine di misura 3D, ovvero bestioni con movimenti servoassistiti che, tramite telecamere o sensori di contatto, possono effettuare misurazioni al micron su volumi molto ampi (>1 m^3), sono collocate su piani di granito che pesano qualche tonnellata.
Ovviamente il tutto è estremamente sensibile alle vibrazioni e quindi il piano è a sua volta appoggiato su punte coniche (di dimensioni adeguate!).
Per impedire il ribaltamento del monolite dal lato della punta singola vi sono altre due punte con le viti calanti posizionate in modo da rimanere immediatamente al di sotto della posizione di contatto ma comunque sufficientemente vicine da entrare in gioco prontamente se il piano di granito si inclina.

Probabilmente a qualcuno è già venuto in mente; ma allora non capisco come mai tale soluzione, che mi pare semplice, non possa essere adottata anche in campo Hi-Fi impedendo così rovinose cadute di diffusori o simili.

Mi permetto adesso di chiederLe un consiglio. Capisco che sarà subissato da centinaia di richieste di questo tipo per cui si senta pure libero di non rispondermi!!! Per scusarmi dico però che con la miriade di prodotti e di modelli che in qualsiasi negozio è possibile trovare uno come me non sa proprio da che parte rifarsi e quindi mi rivolgo a Lei in preda alla disperazione!

Veniamo al dunque: ho deciso di aggiornare il mio impianto per utilizzarlo anche per l'Home Theater.
A tale scopo mi sembra di aver individuato un buon decoder-ampli (Yamaha DSP E492) che fornisce il segnale di potenza solo per il centrale e i canali posteriori ma ha una completa dotazione di uscite di linea e una versatilità (regolazione ritardo ecc.) che non ho riscontrato in altri modelli di pari prezzo.
Mi sembra un buon compromesso anche per una futura espansione del sistema secondo i suggerimenti che Lei da' nella puntualissima
monografia sull'HT (accetto, comunque, smentite).

Il problema per me insormontabile è però questo: i miei attuali diffusori autocostruiti vorrei utilizzarli per il canali posteriori e acquistare una coppia di casse per l'utilizzo HT ma anche e soprattutto per ascoltare la Musica.
Il mio ampli è un Denon PMA250 di qualche anno fa (lo so che non è il max ma a quei tempi i soldi erano quelli) ma prevedo di sostituirlo presto con qualcosa di meglio (NAD, Rotel o simili...).
Stendo un velo pietoso sul resto dell'impianto ma piano piano acquisterò componenti di qualità.

Quali diffusori acquistare (da pavimento, da *scaffale* ecc.) tenendo conto che sono un dottorando (questo per capire le mie disponibilità) e che l'ambiente dedicato sarà una mansarda 2.80x4.00 m^2? (Tengo presente che il soffitto è rivestito legno con strato isolante in lana di vetro).

Mi hanno proposto, pes esempio, B&W 601, KEF Coda 8 (queste penso ad un buon prezzo), Mordaunt Short MS10 ma anche Indiana Line 043. Che fare?

La ringrazio ancora per tutto e colgo l'occasione per salutarLa cordialmente. Ricordo che capisco perfettamente se non mi risponderà.
Diciamo che ci provo dato che sono al perso e che ho approfittato del mail di complimenti e di congratulazioni che, in ogni caso, volevo mandarLe.
Giacomo Sguazzoni

LC
Giacomo,
intanto diamoci del tu. Ho ancora 31 anni e preferisco che tra appassionati non ci siano formalità.
La tua proposta delle punte *secondarie* mi sembra buona e da prendere seriamente in considerazione.
Il vero problema dei diffusori che rotolano giù dagli stands al minimo urto è causato dal peso, troppo basso. Molti minidiffusori pesano pochi chili e la pressione che esercitano sulle punte è decisamente bassa.
A questo proposito io consiglio (niente di nuovo, per carità) di fissare i diffusori agli stands tramite blue tac, un sistema molto più sicuro delle tre punte.
Ci sarebbero anche altri sistemi più esotici ma li illustrerò meglio in un prossimo venturo articolo.

Per il consiglio sui diffusori che dire? Il giudice ultimo deve essere il tuo orecchio che dovrebbe valutare ogni diffusore all'interno del tuo ambiente e con la tua catena audio.
Detto questo, direi che le soluzioni da te proposte mi sembrano tutte adeguate, con una leggera preferenza per KEF e B&W. Con Indiana Line io andrei per modelli più orientati verso l'HT, come quelli, ottimi, della serie TH. Belli e comodi, ad esempio, i TH 311 che sono praticamente delle torri da pavimento che ti farebbero risparmiare i soldi degli altrimenti obbligatori stands.
Nella stessa ottica anche il KEF Coda 9.
L'importante è che, non volendo acquistare un canale centrale, l'immagine acustica dei diffusori sia all'altezza dell'immagine sullo schermo.
In bocca al lupo per il dottorato (capisco benissimo le tue disponibilità finanziarie perchè ci sono passato anch'io...) e fammi sapere dei futuri upgrade al tuo impianto.
Lucio Cadeddu

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© Copyright 1997 Lucio Cadeddu

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