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Testina fono a bobina mobile Dynavector DRT XV-1t

[Dynavector DRT XV-1t]

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Prodotto: Dynavector DRT XV-1t
Costruttore: Dynavector - Japan
Costo, approssimativo: Tanto tanto - andate a chiedere al vostro fornitore (YMMV)
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Pubblicato: Febbraio 2011
Traduttore: Roberto D'Agosta

Introduzione

Perdonatemi da subito perché inizierò con una delle mie solite, lunghe e inconcludenti introduzioni.

La DRT-1t è la nuova ammiraglia delle testine Dynavector: i lettori abituali sapranno che ho recensito e sono stato un utente regolare delle precedenti "ammiraglie" (entrambe peraltro ancora in produzione), le DRT-1 e DRT-1s, ognuna delle quali è dannatamente costosa e progettata per fissare nuovi limiti per il suono analogico. Beh, la DRT-1t è ancora più costosa. So bene che ci sono testine ancora più costose in giro, ma se vi dico che questo mostro è più costosa del valore complessivo del giradischi Feicker e del braccio SME V12 che userò per questa prova, spero che capiate di cosa sto parlando.

Questa folle corsa di super testine ha ormai raggiunto livelli stratosferici e la parte peggiore di tutta la faccenda è che l'acquisto di una testina non rappresenta la soluzione definitiva del problema no, perchè se la usate in maniera propria riuscirete a tirarne fuori forse 1.000 ore d'ascolto prima che inizi a rovinarsi.

Questo significa che queste testine non sono alla portata di quella razza di audiofili che si preparano a un nuovo acquisto risparmiando per poi comprare qualcosa al limite del loro "budget" per soddisfare il loro hobby (come, per esempio, faccio io). No, significa che solo i ricchi possono permettersi tali oggetti fatti per coloro che possono facilmente permettersi di spendere 100.000 € per un giradischi e la stessa cifra per una coppia di diffusori e gli amplificatori...

Quindi, perché mettere una testina del genere nel mio "piccolo" sistema?

Curiosità... Vedete, credo fermamente che l'hi-fi sia in qualche modo simile alla regolazione del motore di una macchina: quando lo fate, state tentando di mandare la maggior quantità di miscela aria/benzina nel motore, bruciarlo e quindi espellerlo tramite la marmitta. I grandi motori producono più potenza essenzialmente perché aspirano e spingono via maggiori quantità di miscela. I motori con un alto numero di giri producono più potenza perché aspirano la miscela aria/benzina ed espellono i gas di combustione più rapidamente. Infatti ho appena speso una fortuna per far sì che il motore della mia Lotus Elise avesse la testata ripulita dai prodotti di combustione per favorire l'aspirazione della miscela e l'espulsione dei gas di scarico. Tuttavia se in qualsiasi momento di questo processo il flusso viene ristretto per qualche motivo, non importa quanto sia grande quel flusso in altri punti, il motore perderà potenza a causa di quel collo di bottiglia, per cui quel benedetto motore V8 da 500 cavalli potrebbe essere limitato da un filtro dell'aria troppo stretto, dai condotti dell'aria con troppe curve o una marmitta troppo piccola... Insomma ci siamo capiti. Un collo di bottiglia in qualche punto, indipendemente dalla qualità del motore, ridurrà le sue prestazioni.

Penso che per l'hi-fi valga una regola simile: è stato argomentato che il front end di un sistema sia l'elemento dominante ma io la penso diversamente. Per quello che è la mia personale esperienza, una sorgente di qualità può suonare in maniera molto ordinaria quando venga accoppiato con componenti limitati in qualche punto della catena audio: come con i motori, un collo di bottiglia da qualche parte può limitare il suono. Il mio vagabondare nel mondo dell'hi-fi mi ha dato la possibilità di provare una grande quantità di componenti diversi, spesso ben al di là dei miei mezzi, eppure il sistema cui mi trovo di fronte, non solo mi soddisfa pienamente, ma è anche bilanciato sia nella qualità del suono e quasi per coincidenza nel costo dei componenti che ne fanno parte. L'accoppiata Dr Feickert Woodpecker/SME V-12 costa più o meno lo stesso che l'Ayon Audio Crossfire, e i miei preziosi Loth-x Polaris non sarebbero molto lontani da quelle cifre se fossero ancora in produzione.

Potrei dire che la DRT-1t più o meno è in questo livello di prezzi, ma per la sua vita media, il mio sistema non è la sua "casa" naturale. Quello che sono curioso di scoprire è se la testina sia un possibile collo di bottiglia. Poiché cambiare la testina, considerando che io comunque uso normalmente una Dynavector Karat 17D3 , probabilmente non sbilancierà il sistema come farebbe invece un cambiamento di amplificatore o di diffusori, ho colto al volo l'opportunità che mi veniva offerta.

Poi, se alla Dynavector sono felici di prestarmene una, perché dire di no?

Costruzione

Perdonatemi, ma devo mandarvi alle precedenti recensioni delle DRT-1 e DRT-1s per gran parte della descrizione della costruzione di questa testina. La DRT-1t appare molto simile alle precedenti, con la differenza più ovvia costituita dal corpo di "Urushi laccato, sopra un componente di bamboo lavorato a macchina e trattato al calore" che rimpiazza quello in acrilico e ebano delle sorelle minori. Inoltre anche l'armatura e gli avvolgimenti sono molto differenti.

In Uso

Gli stadi fono e step-up della Dynavector sono amplificatori in corrente e per la prova li ho usati insieme al mio stadio ESE Nibiru - anche lui un amplificatore in corrente e nel passato una buona accoppiata con le altre Dynavector che ho avuto qui e il miglior stadio fono che io abbia mai ascoltato... Il resto del sistema l'ho già menzionato: il braccio SME V12 è un partner perfetto per questa testina (e anche per quei piatti da 100.000 € sarebbe un avversario ostico da battere) oltre che essere uno dei bracci più semplici da usare e ottimizzare.

La DRT-1t vi viene consegnata in una bellissima scatola di legno simile a quella per gioielli e con una solida protezione per lo stilo, anche se come per qualsiasi altra testina trovo che il momento più pericoloso rimanga quello dell'installazione o della rimozione di quella stessa protezione: solo il semplice sistema di protezione della Shure V15 si è dimostrato minimamente sicuro nelle mie parti. Infatti l'unica testina di cui mi sia capitato di tirar via lo stilo è stata una Dynavector quando ho tentato di installare quella dannata protezione!

Con la protezione rimossa e messa via, sistemare la testina sul braccio è stato facile: il corpo è "quadrato" nella parte alta per un facile allineamento iniziale, e il corpo con i fori già filettati rende le cose ancora più semplici e meno soggette a errori. Il cantilever è dannatamente esposto, uscendo di quasi un centimetro dal corpo della testina, ma questo assicura anche un facile allineamento: dannazione, se vi potete permettere una testina che costa 8.000 €, vi potrete certo permettere qualche errore grossolano :-)

Come sempre le regolazioni sono un momento critico di tutto il processo, e, come al solito, ho passato più tempo di quello che sarebbe sano a combattere con l'allineamento anche se devo dire che la DRT-1t non mi è sembrata particolarmente problematica, con l'unica osservazione che sembra gradire un VTF più grande di quello suggerito dal costruttore per cui alla fine l'ho regolato a un abbastanza pesante 2,6 g.

Qualità sonora

Dannazione...

La mia speranza era che la DRT-1t fosse molto buona, forse un pochino migliore della DRT-1s ma veramente non molto distante dalla 17D, una testina, quest'ultima, che sembra sempre spingersi oltre i propri limiti e raramente sbaglia. No... La DRT-1t a freddo e nuova fiammante - senza alcun rodaggio - ha dichiarato chiaramente il suo livello nel momento esatto in cui si è infilata nel solco del primo disco che ho messo sul piatto.

Per prima cosa, il rumore superficiale è molto più basso, in modo notevole, cosa che non sempre si ottiene da una testina così sofisticata, e più scuro con i diversi "click" che non attirano l'attenzione dell'orecchio e sono completamente dissociati dalla musica.

Con il rodaggio la testina ha aumentato il suo vantaggio sulle altre, ecco quindi il mio tentativo di descrivere quello che ho sentito.

Prima di tutto non è possibile isolare un unico attributo: il primo impatto immediato è un palcoscenico più aperto e una completa mancanza di qualsiasi sgranatura. L'apertura del palcoscenico è un chiaro passo in avanti rispetto ai precedenti modelli anche con alcuni vecchi vinili che ho tirato fuori dalla mia collezione. Proprio ora ho una cosa di Wishbone Ash sul piatto, un disco comprato 30 anni fa e la Dynavector lo fa suonare come nuovo. Con oltre 1.500 dischi da queste parti, molti dei quali hanno ormai passato il momento migliore, questo è sicuramente un prezioso attributo. Vidi il gruppo dal vivo nel 1979 e siccome sono a serio rischio di nostalgia acuta, meglio che vada oltre...

Vi sento mormorare che "Nulla è perfetto", ma onestamente cosa altro potete dire quando qualcosa è così esente da difetti e integerrima dall'inizio alla fine: è solo così incredibilmente musicale, anche se l'unico commento che mi viene in mente è che tende un po' allo "zuccherino" e quindi mettete su un po' di Kurt Cobain e la musica taglia l'aria come un coltello. Quando provai la DRT-1s mi chiesi se era possibile tirare fuori qualcosa di più dai solchi in vinile, e ora mi sto chiedendo esattamente la stessa cosa.

Forse la cosa più semplice da fare è dire cosa non è... Non è una testina che cerca il più piccolo dettaglio per sbattervelo semplicemente in faccia. L'ho messa a confronto con molte altre testine con un prezzo tra le 500 e le 1.500 sterline e la DRT-1t non ha tralasciato nulla che le altre abbiano prodotto, anche per una cacciatrice di dettagli come la Music Maker, ma ha presentato tutto in un modo deliziosamente integrato. Se amate il suono straricco di informazione ci sono altre testine più economiche che potrebbero fare al caso vostro, a cominciare dalle Audio Technica a un prezzo che è una frazione di quello di una di queste testine per continuare con la stessa 17D che tralascia veramente molto poco. Ma la DRT-1t sicuramente recupera la stessa quantità di dettagli presentandoli nel contesto dell'evento musicale, piazzando anche i più piccoli nel loro giusto spazio. Il controllo del dettaglio nel palcoscenico è indistruttibile e continua indipendentemente dalla complessità o del livello di registrazione della traccia: forse è proprio questa assoluta inamovibile solidità della musica rappresentata davanti a voi in un palcoscenico realistico tridimensionale a rappresentare la caratteristica più particolare e notevole di questa testina e quella che alimenta quella "sospensione dalla realtà" necessaria per dimenticare che state ascoltando una registrazione, ma al tempo stesso anche la più difficile da descrivere in una recensione. Quanto sarebbe più semplice parlare della resina dell'archetto dello Stradivari di Yehudi Menuhin e come appaia ovvio che la registrazione è stata fatta in una stanza più umida del normale a causa del timbro dei timpani: tutto questo alberga nella fertile immaginazione dei recensori e nei sistemi che rivelano solo particolari dettagli. La DRT-1t non è così, lei produce un'orchestra intera, non il rumore dei tasti del clarinetto...

Solo un paio di esempi...

Uno dei miei dischi di prova preferiti è una vecchia copia della colonna sonora di 2001 Odissea nello Spazio, la prima traccia "Also Sprach Zarathustra" eseguita dalla Vienna Philharmonic Orchestra diretta da Herbert von Karajan. L'apertura è uno di quei momenti da far rizzare i capelli in cui il suono di una lunga canna d'organo riempie la stanza e fa vibrare i vetri (scusate la mia ignoranza, ma penso si tratti di quella da 16 piedi quindi dei 32 Hz, ma forse è anche più bassa). Pochi sistemi la riproducono propriamente, spesso degenerando in una confusione di battimenti oppure ignorando completamente questa nota (cosa peraltro preferibile!). Gli ottoni che lentamente si gonfiano da questa base si innalzano con un crescendo pazzesco e c'è bisogno di una presa sicura e forte per riuscire a riprodurre questi passaggi propriamente. Questi tagli così netti spesso portano, mentre il livello si alza, a un restringimento del palcoscenico verso il punto centrale: testine di classe inferiore finiscono verso un segnale pressoché mono. Fino a ora pensavo che questo fosse in realtà un limite del vinile... Sbagliavo.

L'altra notte sono stato catturato mentre Joni Mitchel suonava "Blue" - il leggero "pop " elettrostatico del microfono, i salti d'ottava, il gigantesco spettro della voce da piccola ragazza a baritono, è una traccia diabolica, incisa al centro del disco e la mia copia è di certo stata usata parecchio negli ultimi 25 anni - in maniera perfetta.

E via così, disco dopo disco, ciascuno sembrava dare tutto quello che aveva ma con un realismo così perfetto: anche Polly Styrene mentre canta "Bondage Up Yours" sembra avere alcuni attributi hi-fi che si accompagnano all'esuberante energia del pezzo. Potrei continuare con tutti i dischi che ho ascoltato nel mese passato, ma per farla breve, nessuno prima ha mai suonato così bene e mai questa testina ha messo il piede in fallo, con alcuni dischi che mi hanno decisamente sorpreso per quello che se ne poteva tirar fuori. Nessuna testina ha mai prodotto un suono così naturale nella mia casa. Credetemi ho tentato in ogni modo di scoprirne dei difetti, ma ho fallito.

Avete capito.

Conclusione

La DRT-1t non è un progetto rivoluzionario, ma è il raffinamento della DRT-1 originale il cui pregio era una particolare attenzione al dettaglio, e non ci sono dubbi che il nuovo modello abbia preso i punti di forza del disegno originale e sia stato migliorato a partire da essi. L'idea che la testina sia un possibile collo di bottiglia anche nel mio sistema era qualcosa che avevo sospettato in passato, ma non mi sarei mai aspettato un miglioramento di queste proporzioni. Lo ripeto ancora una volta, questa testina è follemente costosa e come tutte le testine ha una vita media finita, ma il suo contributo nel mio sistema rispetto a una eccellente testina da 1.000 £ è simile a quello ottenuto sostituendo un buon amplificatore da 2.000 £ con un amplificatore single ended da 8.000 £. Per quei fortunati audiofili che possono permettersi un impianto oltre le 100.000 £ la differenza potrebbe essere ancora più importante, essendo quel collo di bottiglia ancora più evidente, mentre comprare qualcosa di meno esotico significherebbe sminuire il valore dell'investimento totale nel sistema. Eppure i giudizi sul prezzo sono irrilevanti in questo caso, semplicemente perché, se dovete tenere propriamente in considerazione il suo costo, molto probabilmente significa che non potete permettervela. Qualcuno dirà che è tutto un imbroglio - esistono testine molto più economiche che sono altrettanto buone - ma questa non è la mia esperienza. Se le testine durassero per sempre potrei anche arrivare a giustificare il suo costo in un sistema come il mio, ma i costi di manutenzione continui (anche mettendo nel conto il programma di scambio offerto dalla Dynavector) mettono tutti tranne i più ricchi o gli ossessionati fuori dal gioco: d'altra parte se siete disposti a spendere queste cifre per una parte del vostro sistema analogico mi aspetterei che ascoltiate molto vinile.

Pierre Lurné una volta disse una cosa che tendiamo a dimenticare troppo spesso: una normale radio a transistor restituisce il 90% della possibile fedeltà sonora: potete ascoltare le parole, il ritmo, seguire una linea di basso e divertirvi; l'hi-fi combatte con il restante 10%, mentre all'high-end estremo è lasciato l'ultimo 1 o 2%. Come sia possibile che quella fettina così ridotta produca questa differenza gigantesca tra la registrazione e la realtà è qualcosa che semplicemente mi sfugge...

sistema usato

© Copyright 2011 Geoff Husband - geoff@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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