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Opera Audio ST600 - braccio di lettura

C'è molto di cui parlare...

Prodotto: braccio Opera Audio ST600
Costruttore: Opera Audio - Cina
Costo: 2200 €, 1200 € se comprato insieme ad un giradischi dell'Opera Audio.
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Traduttore: Roberto D'Agosta
Pubblicato: Maggio, 2008

st600
[English version]

Introduzione

Scrivere prosaiche e leziose introduzioni per le varie recensioni che leggete periodicamente su TNT-Audio mi porta spesso a parlare a lungo dell'oggetto dell'articolo nella speranza di incuriosirvi a leggere anche il resto del pezzo, ma oggi non so proprio come cominciare. Potrei intrattenervi con un pezzo breve sull'importanza del primo braccio per giradischi cinese con pretese hi-end? Oppure delinearvi l'idea di un braccio con un aggiustamento micrometrico del VTA mentre il disco sta suonando? O esaltare il fatto che per la prima volta in assoluto siamo di fronte ad un braccio che è pensato per lavorare bene sia come braccio da 10 pollici e 1/2 sia come braccio da 12 pollici? Descrivere la sua originalità? Ad essere onesti questo braccio è così interessante che far prendere a questa recensione una qualsiasi di quelle direzioni mi sembra riduttivo se non sbagliato. Quindi basta con i convenevoli...

Costruzione

Come avete letto nella (breve) introduzione questo braccio incorpora così tante novità che tenterò di descriverle una per una. Permettetemi di dire, come premessa, che se questo braccio fosse messo sul mercato da un qualche famoso costruttore americano e costasse il doppio, la qualità delle rifiniture e dell'assemblaggio non vi sorprenderebbero: al prezzo di 2200 € e venendo dalla Cina le cose cambiano di parecchio, anche se grazie alle mie passate esperienze con i prodotti Opera Audio non mi aspettavo niente di diverso. Il prezzo è buono, ma se lo comprate con un qualsiasi piatto Opera, crolla fino a 1200 €, al che diventa decisamente un affare.

La prima cosa che colpisce in questo braccio è la torre per la regolazione micrometrica del VTA. Come disegno in generale copia il braccio Triplanar e ovviamente condivide con quel progetto tutti i pregi ed i difetti: sia nell'aspetto che nelle sensazioni che dà segue il Triplanar e per questo permette di aggiustare il VTA mentre il disco sta suonando, ma al tempo stesso soffre della stessa rigidità, un'inevitabile conseguenza di tutta la struttura di regolazione.

vta

Il braccio è un unipivot ed è anche fortemente smorzato: la base della parte superiore del braccio poggia su un blob di silicone e delle "palette" rotonde affondano in quella melassa per smorzare i movimenti rotazionali e verticali. Ci sono state numerose e lunghe discussioni sui bracci unipivot smorzati ma molti dei bracci di ultima generazione sono smorzati ed in questo caso lo smorzamento è realizzato in maniera molto bella.

L'alloggiamento del cuscinetto, poggiato sul blob di silicone, abbassa notevolmente il centro di gravità del braccio ed il contrappeso contribuisce all'ulteriore abbassamento del centro di gravità avendo la sua massa concentrata ben al di sotto del punto di ancoraggio sul braccio. Il contrappeso è composto di due pesi protrusi che aiutano a stabilizzare il braccio nella sua rotazione attorno al suo asse aumentando il momento di inerzia. Questi pesi possono scivolare avanti ed indietro per aggiustare l'altezza ed assicurare che la testina, l'alloggiamento del cuscinetto e il contrappeso si allineino verticalmente, cosa che con alcuni bracci che fanno uso di un contrappeso fuori asse, può farli apparire un po' storti. Il progetto di un centro di gravità molto basso è comune ad altri bracci come VPI, Kuzma, Morsiani... L'alternativa, fatta propria da Graham e Audiomeca, consiste nell'avere il centro di gravità il più vicino possibile al punto di rotazione.

L'asse del contrappeso ed il tubo del braccio (su cui tornerò più avanti) sono in fibra di carbonio, che in questo caso, si presuppone, dia una buona rigidità alle torsioni.

La maggior parte dei componenti di metallo e' ricavata da acciaio inossidabile, cosa che dà al braccio un aspetto sostanziale e solido. Questa scelta dei materiali comprende anche il portatestina, che cosa unica per quanto ne sappia, è fabbricata da un unico pezzo di acciaio. Questa potrebbe sembrare come una scelta folle poiché l'acciaio è circa tre volte più pesante dell'alluminio... d'altra parte però è anche tre volte più rigido. In passato i portatestina in acciaio erano visti come una versione povera dei cugini in alluminio, eppure l'idea dell'acciaio ha il vantaggio di poter disegnare una struttura che offra la minor area possibile alle vibrazioni eppure rimanga rigida come una conchiglia in alluminio con la stessa massa.

Ma è tra la bellissima conchiglia portatestina e quel silicone per il cuscinetto alla base, che sta la parte veramente unica di questo braccio: una morsa che tiene attaccato il supporto del contrappeso al tubo principale del braccio. Il Triplanar usa qualcosa di simile per permettere un aggiustamento dell'azimut, ma in questo caso il braccio non solo può essere ruotato allentando due bulloncini, ma la lunghezza del braccio stesso può essere modificata a piacere tra i 10 pollici e mezzo e i 12 pollici!

COSA?!

Ci sono due scuole di pensiero sulla lunghezza giusta di un braccio ed ognuna delle scelte ha i propri vantaggi e svantaggi.

Un braccio corto, a parità di tutte le altre condizioni, sarà più rigido rispetto ad un braccio più lungo anche se l'uso della fibra di carbonio, diverse volte più rigida, a parità di peso, di quasi tutti i metalli può venire in aiuto ed al tempo stesso essendo più corto, avrà una frequenza di risonanza più alta (buono o cattivo?) ed infine, una massa efficace più bassa, anche questa una qualità generalmente, ma non sempre, apprezzata. Ah, sarà anche più facile da sistemare in un giradischi :-) Un braccio più lungo avrà una "geometria" migliore rispetto ad un braccio corto: qualsiasi braccio non tangenziale compie un arco sul disco e maggiore il raggio di questo arco (e del braccio) minore sarà l'errore angolare della testina nella traccia del disco. Ovviamente questo discorso vale solo se entrambi i bracci sono perfettamente allineati.

In passato avete certamente soppesato attentamente queste caratteristiche e deciso o per il 12 pollici o, più comunemente, per il 9 pollici, mentre il 10 pollici e mezzo è un compromesso a metà tra i due.

Con il braccio ST600 potete comprarvi un braccio e POI provare sia il 10 pollici e mezzo sia il 12 pollici e vedere quale lunghezza preferite.

[La morsa del braccio]

Però cambiarne la lunghezza modifica le caratteristiche fisiche del braccio più o meno nei modi che vi ho detto prima: estendere il braccio fino ai 12 pollici, non solo migliora la geometria, ma anche aumenta la massa efficace in maniera considerevole perché la pesante testina starà molto distante dal punto di rotazione e sarà bilanciata da un simile ma opposto spostamento del contrappeso. Questo aspetto è ovviamente di importanza cruciale: di certo la cosa che da sola è la più importante nel cercare di accoppiare una testina ed un braccio è che l'elasticità della prima sia adeguata alla massa efficace del secondo. Nel caso del ST600 quando è completamente esteso ai 12 pollici, la massa efficace, già significativa a causa del basso centro di gravità e della morsa distante dal punto di rotazione, cresce fino al punto che trovare una testina da accoppiargli può diventare difficile. Ho provato con una Dynavector DRT-1, un peso massimo di 14.5 grammi, di solito una testina felice con bracci un po' più pesanti della media, ed ho verificato una frequenza di risonanza molto bassa di 6 Hz mentre non sono riuscito ad ottenere un grafico della risonanza verticale perché il braccio è troppo smorzato in quella direzione. Questi fatti, combinati con il basso Centro di Gravità (*), fanno sì che la forza di tracciamento sia molto alta quando la testina viaggia sopra un'ondulazione del disco. Questo implica che il cantilever della puntina dovrà assorbire molti di quei movimenti su e giù mentre il braccio rimane sostanzialmente immobile. Ed infatti una testina con una maggiore elasticità come la Music Maker, si è dimostrata senza speranza...

Come idea generale, molti bracci moderni ricadono nella categoria di massa media e quindi molte testine sono progettate tenendo questo fatto in debito conto. L'Opera ST600 va contro questa moda e quando è completamente esteso a 12 pollici risulta essere un braccio di alta massa che può scontentare alcune testine. Accorciare il braccio fino ai 10 pollici e mezzo riduce la massa effettiva ma anche in questo caso il braccio risulta di massa medio-alta: lo smorzamento molto molto grosso aggiunge del suo: si opporrà a qualsiasi movimento improvviso della testina verso l'alto, come quando navigate su un'ondulazione del disco, più o meno come farebbe una grossa massa efficace.

Questo potrebbe apparire, anche se non lo e', come una critica a tutto il progetto, invece siccome il braccio è atipico, volevo solo avvisarvi. Ci sono infatti testine che amano bracci di massa anche maggiore, specialmente quelle a bobina mobile come le Koetsu e qualche vecchio cavallo di razza come le Ortofon SPU: per queste testine la scelta di un braccio adatto è molto ristretta e fortunatamente il ST600 si aggiunge a questa lista. Semplicemente non aspettatevi che possa lavorare bene con una testina a magnete mobile o con una a bobina mobile molto elastica.

In Uso

Il setup è ragionevolmente semplice, aiutato dalla torre per il VTA e con tutto l'insieme di piccoli aggiustamenti possibili con una chiave a brugola. La base del braccio ha bisogno di tre piccoli buchi (come il Linn) ma senza il buco centrale perché il braccio non si estende al di sotto della tavola di supporto. Il cablaggio è risolto da una presa standard nel retro del braccio e insieme al braccio vi arriva un cavo di eccellente qualità. L'anti-skating si regola facilmente e l'unità per alzare/abbassare la testina lavora in maniera dolce e regolare. Decisamente questo è un braccio semplice da usare.

Suono

Ed ora veniamo al nocciolo della questione... Ma prima di cominciare a farlo suonare, due paroline di preavviso: questo è un braccio che dipende molto dalla testina con cui è usato, e le testine che risulteranno delle buone compagne saranno sicuramente o molto costose o di vecchia costruzione. La DRT-1 si è comportata bene, ma non sono convinto sia la migliore testina per questo braccio. La XX-2 che solitamente uso come "media" MC è stata messa fuori gioco dal fatto che ho spazzato via il cantilever mentre la stavo montando su un braccio e al tempo stesso parlando con qualcuno. Della Music Maker abbiamo già detto... All'ultimo minuto la Dynavector è venuta in soccorso con la 17D3: questa è una testina abbastanza fuori dal comune con un cantilever lungo 1.5 mm. In teoria avrebbe dovuto essere un disastro sul ST600, in realtà invece si è dimostrata felice di questo braccio e ha fornito una presentazione dell'evento musicale più sotto controllo e dettagliata della stessa DRT-1. Anche se non economica, questa testina è più da "persone normali" rispetto alla DRT-1. Alla base della piramide degli acquisti consigliati c'è la Denon 103 che dovrebbe accoppiarsi bene col'ST600. Ma alla fine dei conti la DRT-1, che ha dato il miglior suono complessivo, è stata usata per questo test.

Quindi tutto quello che segue proviene dall'uso di un'unica costosa testina: anche se non completa spero che quello che dirò vi dia una prima impressione su questo braccio.

Non è un progetto improntato al recupero di tutti i più fini dettagli: alcuni bracci, l'Hadcock o il Roksan Artemiz sono degli esempi classici, scavano nel solco alla ricerca di ciascun dettaglio e lo mettono in primo piano. Al contrario, l'ST600 manca dei dettagli delle percussioni al top della banda alta, e fa suonare i piatti in una struttura complessa spingendoli all'indietro. Allo stesso modo non ha la stessa presenza dello SME V, dell'Audiomeca Septum o dell'EKOS. In qualche modo mi ricorda il Triplanar, ma forse in questo caso è semplicemente la somiglianza che mi trae in inganno, anche se l'ST600 ha la stessa semplicità nel fluire della musica e la stessa musicalità: è molto semplice perdersi nella musica e questo braccio non vi tiene certo sulle spine. Di sicuro alcuni generi musicali risentiranno più di altro di queste scelte: ama le voci femminili, da Aretha a Madonna, ma se c'è mai stato un braccio per lo 'smoky jazz' questo lo è di certo.

Il braccio è abbastanza viscerale da rendere in maniera ancora credibile la musica Rock o i pezzi più violenti del repertorio classico, ma di certo non sarà la prima scelta di quelli che amano uscire dalla sala d'ascolto con le orecchie che ancora risuonano.

Inizio a credere che parte di questi risultati sia dovuta ad autosuggestione poiché inizio a scoprire/immaginare alcuni suoni comuni tra i bracci fatti con tubi in carbonio: tutti quelli che ho ascoltato sembrano avere i propri punti forti nel tono e nel fluire della musica e per contro una certa riduzione della dinamica. Il problema è che ho anche pensato ad una piccola teoria per questo: a causa della grossa differenza nelle impedenze acustiche tra il portatestina in metallo e il tubo di carbonio, le vibrazioni prodotte dalla testina rimangono nel portatestina; al tempo stesso le vibrazioni provenienti dal giradischi attraverso la testina sono anch'esse intrappolate. Tutte queste sono probabilmente stupidaggini, ma avere una teoria vostra vi fa credere che le cose inizino a diventare reali...

Ad ogni modo, l'ST600 per il momento rispecchia perfettamente questo pregiudizio...

La riproduzione del palcoscenico è naturale e con una buona profondità con quelle registrazioni, e.g. Joe Jackson "Body and Soul", che ne hanno uno. Il palcoscenico è anche impressionantemente alto e permette ad un'immagine abbastanza completa dei cantanti di formarsi di fronte a voi: non è di certo il palcoscenico piatto e stiracchiato che altre sorgenti (CHI ha parlato di CD??) ricreano.

Il bilanciamento tonale è abbastanza neutro anche se tende un po' al caldo, la parte alta è un po' tagliata e il medio-basso bello e ben curato. Inizialmente ho pensato che il basso profondo fosse un pochino asciutto ma quando ho messo su qualcosa di veramente grosso (la grancassa all'inizio di "Un Americano a Parigi") si è dimostrato molto profondo quando non un pochino "soffice". Il fatto che io abbia passato, dall'arrivo di questo braccio, tantissimo tempo ad ascoltare vinile, è sicuramente un segno della sua qualità complessiva.

Il rumore di fondo è addomesticato abbastanza bene, senza raggiungere però i livelli del Communicator o del Dynavector 507. La miglior geometria del 12 pollici si è ben messa in mostra con una eccellente performance su tutto il disco, così buona da far preoccupare la maggioranza dei bracci da 9 pollici.

Conclusione

Giudicando il design, la qualità costruttiva e la complessità del ST600, si può concludere che è un buon affare, e quando venduto come pacchetto insieme ad un piatto Opera quasi un furto (in senso buono): questo potrebbe farne il primo "superbraccio" nell'esperienza audiofila di molti. Purtroppo però non sarà così: il suo essere più lungo e pesante della norma ne limita l'uso ad una ristretta gamma di giradischi, infatti molti piatti sospesi risulteranno troppo piccoli e il braccio troppo pesante. Piatti con una base solida, di cui continuamente vediamo nuovi modelli, dovrebbero accoppiarsi molto meglio con questo braccio. Per questa recensione io ho usato un Opera Droplet ed insieme sono una vista bellissima ed hanno interagito molto bene. La pressoché inesistente competizione nel range dei bracci da 12 pollici lo vedrà apparire su alcuni vecchi giradischi classici come i Garrard, i Thorens e specie simili e permetterà a molti di provare in maniera sufficientemente economica cosa un braccio da 12 pollici può fare. Probabilmente gli audiofili con testine poco elastiche hanno trovato un altro candidato per il loro sistema. Se il vostro sistema può accoppiarsi con questo braccio e volete qualcosa che vi dia un suono caldo, semplice e rilassante, allora vi suggerisco caldamente di provarlo.

Questo di certo è un braccio molto ben costruito, attraente e ben suonante. L'Opera potrebbe facilmente decidere di offrirne una versione semplificata di lunghezza fissa che avrebbe una minore massa efficace senza la morsa sul tubo del braccio. In una versione a 9 pollici sarebbe (credo) un braccio molto compatibile con diverse testine/piatti ed ad un prezzo molto ragionevole. Così come è ora questo non è un braccio da tutti i giorni e sospetto che se costasse 4000 € e fosse stato creato da qualche entusiasta lunatico le sue caratteristiche acquisirebbero tutto un altro senso.

(*) Un centro di massa molto basso rispetto al punto di rotazione del braccio implica che la testina che si alza a causa di un'ondulazione deve, insieme a far ruotare il braccio, anche alzare il centro di massa, con un aumento della forza di tracciamento verticale.

Sistema usato

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