Prodotto: JLTi amplificatore integrato ibrido
Costruttore: Vacuum State Electronics - Australia
Prezzo: 1150 Euro
Recensore: Geoff Husband - TNT Francia
Pubblicato: Gennaio, 2005
Traduttore: Roberto D'Agosta
A mio avviso, negli ultimi anni stiamo assistendo ad una pacifica, silenziosa rivoluzione: l'affermarsi di amplificatori valvolari di, relativamente, piccola potenza ha portato i progettisti di diffusori, sia quelli delle grosse case che gli specialisti meno conosciuti al grande pubblico, ad aumentare l'efficienza dei loro prodotti; mentre venti anni fa un diffusore con un'efficenza superiore ai 90 dB era molto raro, oggi ne esistono sul mercato diversi modelli.
Di certo questa evoluzione è stata un fatto molto positivo per gli amanti delle valvole ma, al tempo stesso, ha aperto molte altre possibilità, la principale delle quali è stata la nascita di amplificatori a stato solido di piccola potenza. Venti anni fa questa idea sarebbe apparsa folle: la stessa esistenza dei transistor nell'HiFi era legata proprio alla produzione di potenza a basso costo e al pilotaggio di diffusori poco efficienti. La regola era semplice: "Spendi di più e prendi più watt!". Ma se serve solo qualche watt per pilotare i diffusori ad alta efficienza, chi ha più bisogno di mostri da duecento watt? Ora la domanda cui molti hanno dato la propria personale risposta, è: "Se la necessità dei watt viene meno, si può comunque estrarre qualcosa di buono dai transistor a stato solido?"
Un altro importante sviluppo è stata la possibilità di costruire amplificatori concentrati in un solo chip: tutti i circuiti per l'amplificazione sono infilati in un unico pezzettino di silicio (vedasi Sonic Impact T-Amp ad esempio). Questo è perfetto per walkman, televisioni, computer. Ma questi piccoli chip, progettati per applicazioni che implicano piccole potenze, hanno anche alcune caratteristiche interessanti: ad esempio, e giusto per iniziare a elencarne qualcuna, assumendo che il circuito amplificatore sia ben progettato, offrono un circuito di lunghezza pressoché nulla e nessun punto di saldatura.
Per cui c'è stato più di qualcuno che ha tentato di costruire degli amplificatori hi-end partendo da essi: il più famoso, anche se non il primo, è il Lab47 Gaincard di cui ho parlato un paio di anni fa.
Il Gaincard è qualcosa di speciale ed ha un seguito fedele, ma un suo problema è che il prezzo, superiore ai 3000 Euro, lo porta a competere con amplificatori valvolari di un certo prestigio. Ma se producete qualcosa che suona in maniera meravigliosa, è relativamente economico e facile da copiare, correte il rischio di creare un'ampia rete di autocostruzione che produce "Gainclone" per un paio di centinaia di euro. Ed è in questo campo che la JLTi fa la sua apparizione sulla scena...
La JLTi è infatti fondata sull'esperienza dei "Gainclone": un rapido sguardo al loro sito vi darà la possibilità di avere i diagrammi, le misure e i componenti per costruire un "Gainclone", oltre a fornirvi i link ai forum sullo stesso argomento. D'altra parte la JLTi è andata ben oltre il fornire le indicazioni su come "copiare" il 47Lab. Anzi, per quanto possa capire con la mia limitata conoscenza dell'elettronica ha fatto l'opposto: mi sembra infatti che chiamare i suoi amplificatori "Gainclone" sia rendere un cattivo servizio sia alla JLTi che alla 47Lab. Il JLTi e il 47Lab sono in verità due modi diversi di usare i circuiti integrati in amplificatori a bassa potenza.
Devo dire che questa combinazione di entusiasmo nell'autocostruzione e vendita di un prodotto commerciale è molto rara: solo Allen Wright sembra riuscire a farcela con i suoi libri di ricette per cavi e amplificatori... ma Allen Wright è una grossa parte della Vacuum State :-)
Ma che fine ha fatto il JLTi? Beh, penso che dopo questa lunga introduzione sia tempo di incominciare a parlare dell'oggetto della recensione!
Innanzi tutto non è un "Gaincard"! Infatti è un integrato con quattro ingressi, il controllo del volume e, cosa interessante, un'uscita di preamplificazione. La ragione di questa presenza è che, a differenza del Gaincard, questo integrato ha un proprio stadio di pre-amplificazione, per di più valvolare essendo costruito intorno ad una coppia di valvole di segnale 6922. Queste controllano lo stadio di amplificazione a stato solido, per cui il JLTi è un amplificatore ibrido.
Se togliete il coperchio vedrete lo stadio di pre-amplificazione, tre trasformatori toroidali di sorprendente grandezza e l'amplificatore di potenza basato sul circuito integrato. Proprio una bella collezione di oggetti! E mi sento quasi di azzardare che il costo di questi componenti sia maggiore che i corrispettivi usati nel ben più costoso Gaincard.
Quando ne avrete la possibilità economica l'amplificatore può essere upgradato. Il pre-amplificatore valvolare in quest'oggettino vi permetterà di gioire nel "valve swapping" (letteralmente "cambio delle valvole", si riferisce al gioco di provare differenti valvole nell'amplificatore e godere delle possibilità musicali offerte dalla scelta del componente migliore a seconda dell'impianto e della musica ascoltata, n.d.T.). Per esempio Joe mi ha spedito alcune valvole NOS da provare che producono dei piccoli miglioramenti. E poiché il pre-amplificatore può essere separato dallo stadio di amplificazione, l'upgrade potrebbe essere l'aggiunta di un altro amplificatore di potenza per la bi-amplificazione, o direttamente un differente amplificatore di potenza... Una volta che l'avrete piazzato nel vostro sistema, quest'oggettino non vi permetterà di eliminarlo in maniera così semplice!
So bene che adesso state ridendo della mia ignoranza in fatto di elettronica. Tutte le specifiche tecniche sono disponibili sul sito della JLTi (ce ne sono pagine e pagine) ed io semplicemente non ne capisco una parola. Ma ho chiesto a Joe Rasmussen che ha progettato questo amplificatore di scrivere un paio di righe...
Forza Joe, è il tuo turno adesso :-)
La scelta dei componenti elettronici è sempre un punto delicato poiché gli audiofili spesso vanno a sbirciare all'interno dei loro amplificatori. Questo è anche uno di quegli elementi che maggiormente influiscono sul costo finale che viene presentato al compratore. Il JLTi è costruito in modo da ottimizzare il costo dei componenti e contiene una serie di piccole ma significative scoperte per quanto riguarda alcuni elementi che fanno sì che il risparmio sul costo finale non influisca sulla qualità del suono.
Per esempio una di queste piccole scoperte è il potenziometro del volume che appare molto economico (e lo è infatti) ma che in realtà è un piccolo miracolo. Abbiamo trovato una strada per combinare in maniera efficiente elementi poco costosi in modo che possano fornire delle performance molto elevate. A mio giudizio è meglio essere efficienti ed eleganti piuttosto che buttar soldi! Anche così il costo dei componenti incide molto sul costo finale, ma ricambia l'acquirente con moneta sonante ;-))
Per quanto poco ne capisca, mi sembra che i connettori siano di buona qualità, il loro posizionamento molto pratico e gli interuttori facili da usare. Purtroppo il cabinet, anche se abbastanza solido, tradisce l'origine DIY. Joe conosce bene questo problema e migliorare l'aspetto esteriore è nella lista delle cose da fare per soddisfare anche i tipi come me! La potenza di uscita è di 35 W continui, 10 W di più del Gaincard, con in quale viene inevitabilmente confrontato. Anche se non è un pompa di corrente, qualsiasi diffusore con più di 88 dB dovrebbe essere pilotato in maniera efficace.
Quando date corrente al JLTi il preamplificatore valvolare rimane permanentemente alimentato in modo da aumentare la vita delle valvole. Nessuna sovracorrente di chiusura o apertura passerà più per le valvole ed il pre viene sempre mantenuto nelle sue ottimali condizioni di lavoro. Premendo il pulsante di accensione, "Power" in vecchio stile, l'amplificatore di potenza viene alimentato. Una cosa importante è che quando il JTLi viene connesso alla presa di rete, il pulsante di accensione deve rimanere sulla posizione di spento per almeno trenta secondi. Questo fa si che le "botte" iniziali date dal pre finiscano prima che l'amplificatore inizi ad alimentare i diffusori. A parte questa piccola, iniziale arguzia, il piccolo amplificatore non ha mai perso un colpo nei quattro mesi (scusami Joe!) che l'ho avuto con me.
Il mio sistema principale è un 8 Watt SE/Horn che costa all'incirca venticinque volte il JTLi, per cui dovrebbe essere difficilmente compatibile con quello che è un piccolo amplificatore integrato a transistor. Per cui l'ho debitamente dato a un amico, costruttore e progettista di diffusori, affinché lo provasse nel suo sistema. Il suo amplificatore è un Marantz 500e che lui ama molto. Gli ho lasciato il JLTi per un paio di settimane prima di avere un paio di lunghe sessioni di ascolto insieme per capire quello che l'amplificatore poteva dare.
Come si è comportato comparato con un buon integrato? Beh, sotto qualche aspetto ha semplicemente distrutto il suo concorrente :-) Anche se il Marantz aveva una più larga separazione stereo, difficilmente riusciva a ricreare il soundstage. Il JTLi riproduceva l'acustica di una sala mentre il Marantz dava una più drammatica separazione destra-sinistra. Questo va bene se amate il Rock ma quando ascoltavamo un disco ben registrato di qualsiasi altro genere musicale la differenza diventava subito evidente. Ed inoltre c'è il modo, naturale, scorrevole e decisamente bello con cui questo ampli tratta gli strumenti acustici e la voce umana.
L'impronta sonora di ogni strumento rimaneva intatta: ad esempio era facile riconoscere un piano elettrico da uno reale; con il Marantz questo era molto più difficile.
C'è però un lato negativo. L'attacco e la precisione del Marantz facevano in modo che il JLTi suonasse un pochino perso e indistinto. La dinamica era così ridotta che il mio amico era incerto su quale amplificatore preferisse e data la differenza di prezzo era contento con il suo Marantz.
Queste sono le stesse ombre che ho trovato nel Gaincard. Il JLTi era a posto fino a che l'andatura non si faceva rude e difficile. Tuttavia, in seguito, quel mio amico ha portato i suoi diffusori a casa mia. Il mio 8 Watt SE non è riuscito a pilotarli anche a volumi abbastanza bassi per cui sono certo che quelli erano diffusori poco efficienti e con una curva di impedenza quasi diabolica.
Sono perciò tornato a riascoltare il JLTi ed l'ho inserito nel mio secondo sistema. Questo è molto simile al sistema che usai per la recensione del Gaincard originale e ha installati i miei diffusori IPL S3 (circa 87 dB ed una impedenza benigna). Questo materiale sta aspettando di essere installato in una vera stanza d'ascolto e langue nella mia serra, per essere gentili un posto veramente pessimo per l'acustica...
Questa prova è stata istruttiva però sotto un aspetto: il Gaincard suonò un po' piatto e noioso con questi diffusori mentre il JLTi non ha avuto questi problemi. La dinamica che era stata spazzata via nel sistema del mio amico appariva ora chiaramente. Inoltre questo amplificatore produce un amabile suono valvolare (intendo dire nel senso positivo: naturale, caldo e potente) suonando non molto diversamente dal "Son of Pharao" (che costa 7000 Euro!) che ha rimpiazzato.
Ma scrivere una recensione basata su quanto fatto finora sarebbe una frode: gli ho dato in pasto dei diffusori impossibili o una stanza improbabile! Quindi era rimasta una sola cosa da fare: passare dal ridicolo al sublime (o viceversa!), separando il mio sistema principale e ascoltando come si comportava nel pilotare i miei amati Loth-x Polaris, diffusori progettati appositamente per accoppiarsi agli amplificatori valvolari di bassa potenza SE.
Quindi con un po' di sollevamento pesi, il mio Audionote M3 e il Quest Silver (AN nel seguito, n.d.T.) sono stati staccati ed un piccolo amplificatore a transistor valutato meno di un dodicesimo del loro costo ne ha preso, per un po', il posto.
So bene che cosa state pensando: "Adesso ci dirà che si è bevuto pure gli AN...." Mi dispiace deludervi ;-)) Ma quell'oggettino ha funzionato maledettamente bene! Se qualcuno mi avesse detto che un amplificatore integrato che costa 1100 Euro avrebbe fatto coppia con i miei Polaris l'avrei sbattuto fuori di casa. Ma la verità è che se qualcuno è disposto a spendere 8000 Euro in totale per un paio di diffusori ed un amplificatore, allora il mix JLTi/Polaris potrebbe trovare ben più di un estimatore.
La prima sorpresa è stata che non avrei mai capito che si trattava di un amplificatore a transistor. So bene che ci sono delle valvole al suo interno ma è pur sempre un pezzo di silicio che guida i coni e, con la sola eccezione dell'Audio Consulting 'Rock Solid' che costa 7000 Euro, nessun amplificatore integrato è stato mai felice di pilotare i miei Polaris, suonando sempre un po' granuloso o spinto.
Ovviamente un confronto con gli AN sarebbe completamente impari ma serve per spiegare meglio un paio di punti. La sua naturale pecularietà che prima avevo solo immaginato rimane: questo è un amplificatore che potete ascoltare per tutta una giornata; è molto neutro e consistente, non vi disturba mettendo in risalto solo certi aspetti di un brano, né vi abbandona mentre state tentando di percepire le parole di una canzone che sapete bene dovreste poter ascoltare.
Con i Polaris la grande libertà dinamica a disposizione ne fa un eccellente amplificatore per il Rock, in contrasto assoluto con la sua performance contro il Marantz.
Dove perde in maniera sensibile contro gli AN è nelle aree delle sottili risoluzioni, velocità e atmosfera. Tende a smussare alcuni angoli e mentre gli AN creano una grande sala nell'ascolto di Sheffield Labs "King James", il JLTi ne crea una piccola, circolare e poco precisa. Produce una buona acustica sotto molto aspetti ma semplicemente compararlo con gli AN è chiedere troppo! Alla fine dei conti ero felice di ascoltarlo: anche se gli mancava qualcosa, non faceva nulla di sbagliato e rimaneva musicale e divertente allo stesso tempo. Se non avessi mai ascoltato gli AN ne sarei stato completamente soddisfatto!
Scherzo del destino è stato che mia moglie era perfettamente d'accordo e biascicava "perchè-avevo-speso-tutti-quei-soldi-quando-il-piccolo-amplificatore-che-era-così-semplice-da-usare-costava-anche-molto-di-meno???" Avrebbe potuto comprarsi quel nuovo clarinetto su cui ha messo gli occhi... (avreste dovuto essere lì!). Devo anche ammettere che se questo amplificatore fosse arrivato circa un anno fa, quando il mio sistema era alimentato dal pre/monoblocco a valvole push/pull EL34 che è venduto a circa 5000 Euro, penso che il JLTi gli avrebbe dato molto filo da torcere.
La memoria spesso inganna, ma la distanza tra gli AN e il JLTi è molto simile alle qualità che gli AN hanno in più rispetto alla mia vecchia coppia pre/main Audion. Data la potenza simile gli Audion e il JLTi avrebbero potuto essere diretti avversari, un fatto completamente inaspettato vista la grande differenza di prezzo.
Ho detto all'inizio che una pacifica rivoluzione sta avvenendo: se amplificatori come il JLTi hanno performance di questo livello con diffusori molto costosi dobbiamo rivedere il nostro modo di pensare alla costruzione ed accoppiamento dei sistemi HiFi. Ho più volte combattutto l'ordine di importanza sorgente/amplificatore/diffusori perchè so bene che spesso è l'accoppiamento diffusori-stanza che può esaltare o distruggere un sistema: se i vostri diffusori non vanno d'accordo con l'ambiente non c'è upgrade che tenga. Poiché solitamente i diffusori sono grossi, pesanti, difficili da vendere e/o spedire, costosi e con una vita media praticamente infinita, appare logico scegliere un paio di diffusori che si adattano al vostro ambiente e continuare ad usarli per sempre. Questo, ad esempio, è quello che ho fatto io quando scelsi i Loth-x Polaris tre anni fa e solo di recente ho comprato amplificatori di prezzo comparabile.
Perciò se pensiamo ai diffusori come un investimento a lungo termine sembra logico spendere per essi più denaro di quanto sia normale. Il difetto di questa scelta è che questi diffusori poi metteranno in risalto qualsiasi pecca della catena audio. Con l'arrivo di amplificatori simili al JLTi questa logica diventa ancora più appetibile perchè possono facilmente accoppiarsi a costosi diffusori senza trovarsi mai in imbarazzo. Ma una volta che avrete accettato questa visione il vostro budget per un sistema verrà diviso in un modo completamente non convenzionale, per esempio 40% sorgente, 10% amplificazione, 50% diffusori. In verità il JLTi brillerebbe in un sistema simile. Inseritelo in un sistema di medio valore in competizione con un decente amplificatore integrato e vi meraviglierete dei miglioramenti!
Mi piace veramente la filosofia del JLTi e della compagnia che c'è dietro di lui. Mi sarebbe piaciuto molto poterlo ascoltare attraverso i Cabasse Sloops che ho avuto qualche anno fa. Scommetto che avrebbero fatto un'accoppiata molto buona, probabilmente migliore di qualsiasi cosa abbia ascoltato a quel prezzo. Così come è adesso penso che sia molto vicino al "Rock Solid" ad una frazione del suo prezzo e, personalmente, lo ritengo migliore del Lab47 Gaincard. Il JLTi aggiunge calore e dinamica a quel peraltro valevole progetto ed ancora una volta ad un prezzo più basso. Non appena lo chassis sarà fatto un po' meglio, penso che farà veramente felici molte persone...
Grazie Geoff per questa completa recensione. Sono d'accordo questa è una "pacifica rivoluzione" che sta prendendo piede e le principali riviste audio se ne stanno già accorgendo. Forse proprio per questo abbiamo Internet?
Noto con piacere che hai accettato la mia sfida di non essere spaventato dal provare il JLTi con il miglior sistema possibile e l'hai anzi portata all'ennesimo livello. Nessun amplificatore, non importa il prezzo, è perfetto. Come ogni amplificatore decente, il JLTi dovrebbe essere giudicato con attenzione e non scartato a priori. Solo dopo che è stato accoppiato con materiale di qualità è possibile trarre delle conclusioni: mi fa piacere vedere che hai fatto esattamente questo.
Il JLTi è stato progettato per dare un suono di alta qualità simile a quello valvolare per un prezzo ragionevole. Non dovrebbe essere considerato come un amplificatore di piccolo costo (per esempio non deve essere considerato un upgrade da un NAD come è stato suggerito in un'altra recensione) solo perchè sembra essere un amplificatore economico per essere un valvolare. Molte delle persone che lo usano lo stanno ascoltando con dei diffusori molto costosi. Anche io ogni tanto faccio delle dimostrazioni con il mio sistema che costa venti volte di più. Non smette mai di produrre un suono molto musicale simile a quello valvolare.
Per cui, forse il mio prossimo slogan sarà: "Non un Economico Amplificatore, solo un Prezzo Economico!"
(Chi ha mai detto che gli amplificatori non siano il punto debole della catena? Con tutti i loro diversi tipi di colorazione elettronica, forse lo sono?)
Ok, è tempo di andare oltre il JLTi:
Il nuovo e migliorato JLTi Mark 2 è pronto (qui la recensione su TNT-Audio). Raddoppia, almeno, le dimensioni dei trasformatori toroidali, ha un migliorato case e usa estensivamente tecniche di raffreddamento.
Tutte queste modifiche migliorano molto il suono. Una buona notizia per i proprietari dei vecchi modelli è che è possibile fare queste modifiche ad un prezzo modesto.
Joe Rasmussen
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