Prodotto: LiTe DAC-AH DAC
Costruttore: Poth-Audio - Cina
Costo approssimativo: $200
Recensore: Geoff Husband -
TNT Francia
Recensito: Ottobre, 2006
Traduttore: Roberto Di Paola
Alcuni anni fa, nei primi anni di vita del CD, la piccola azienda inglese QED produceva un DAC esterno, uno dei primi, che era chiamato "Digit". Era una scatoletta di plastica con un alimentatore da presa e costava circa 200 € e, per quei tempi, era un tale affare che ne vendevano a vagoni. Mi è venuto in mente ciò quando ho recensito il DAC Dice. Anche quello era una scatolina di plastica col suo bravo alimentatore da presa, che upgradava ogni meccanica economica ed "intimoriva" concorrenti ben più costosi. Di certo è un segno del tempo che tale prodotto sia meno costoso del Digit e contenga componenti di classe e tecnologia interessante per condire il tutto - grandioso...
Ma cosa dovrei pensare quando un DAC dal prezzo simile si presenta in un "case" ben rifinito, bullonato e smorzato dal peso di 2 chilogrammi, e che all'apparenza potrebbe costare 5 volte tanto?
Le prime impressioni sono molto incoraggianti: un chassis robusto e piuttosto elegante, un pulsante sul frontale e connettori di qualità sul retro (sia RCA che Toslink). Ma l'abito non fa il monaco: 5 minuti per smontare i bulloni (no, niente viti riciclate) e la merce è esposta. E allora? Be', in primis una bella sorpresa! Guardate il trasformatore, tre linee d'alimentazione indipendenti e regolate, 8 Philips TDA-1543 in parallelo, un ricevitore CS 8414 ed operazionali Burr-Brown. Ma in bella mostra ci sono anche condensatori Elna e Sanyo per uso audio; il tutto su una scheda ordinata. Non ci sono componenti da "boutique", ma è tutta roba buona. Penso sia una scelta giusta, infatti, ritengo che a volerne realizzare una copia autocostruita, chiunque spenderebbe i $200 richiesti solo per comprare i componenti. Questo è uno di quei prodotti che vi fa sentire come se aveste frodato il mercato: la manifattura cinese ovviamente è un elemento fondamentale, ma anche quando, giù il cappello di fronte al risultato raggiunto dalla Poth-Audio.
Il DAC-AH è a zero oversampling come il già menzionato Dice, ma in questo caso si tratta di un oggetto più simile al nostro "Convertus", in particolare per l'utilizzo degli integrati Philips in parallelo, e per altre specifiche tecniche comuni. Vi rimando all'articolo sul Convertus per saperne di più sull'argomento zero oversampling e tutto il resto.
Come ogni altro DAC zero-oversampling che ho provato, il DAC-AH, da nuovo, suona un po' piatto e senza dinamica, anche se è migliorato nell'arco di un mese. Il peggiore in tale aspetto fu l'Audionote Zero, forse a causa dell'uscita a valvole, ed anche il DAC-AH ha rispettato il pronostico.
Il risultato del rodaggio però è stato estremamente piacevole. Quando si recensisce qualcosa di così conveniente, la tentazione è quella di non essere oltremodo critici, e di essere riconoscenti solo per il fatto che prodotti come questo esistano, ma in questo caso il DAC doveva dimostrare il suo valore in varie catene e combinazioni, molte delle quali dal costo superiore al suo di svariati multipli. Ma era interessante anche il confronto col Dice dal costo simile.
Ancora una volta, i punti di forza della tecnologia zero-oversampling sono venuti fuori con una presentazione vivace, energica e dettagliata. In questi aspetti rievocava il Dice, ma c'erano evidenti differenze. Il Dice non poteva competere con i miei DAC "importanti" (notevole quello dell'Opera CDP 5.0). Speravo che il DAC-AH potesse fare una bella figura, ma la verità era che non solo restava dietro all'Opera, ma anche al Dice: sebbene la differenza con quest'ultimo fosse risicata. Motivo di ciò era una certa timidezza del basso, che era sì articolato e coinvolgente, ma il ruggito reale di una grossa corda di basso passava leggero; lo "scoppio" di una grancassa pestata con forza, pur avendo un buon attacco, mancava di sostanza. In certe situazioni ciò puo essere un vantaggio, soprattutto in sistemi con scarso controllo in basso - meglio buono piuttosto che abbondante ma scadente - però con diffusori larga banda quell'ottava bassa era un po' troppo leggera. Ricordate comunque che il valore dell'Opera probabilmente è troppo grande e con quello che costa potete comprare 15 DAC-Ah.
Salendo verso la gamma media, il DAC-AH si è rifatto essendo più raffinato del Dice (che a volte è un po' "grossolano") e proprio questa bella prestazione in gamma media, per me, ha fatto la differenza. Gli posso perdonare certamente quel basso leggero, ma la musica è in gamma media ed il DAC-AH qui ha sfoderato una prestazione degna di un prodotto ben più costoso. In particolare, è stato un piacere ascoltare le voci femminili attraverso questo DAC. Infine, l'Opera era migliore nel differenziare ed armonizzare le voci e nel porgere la struttura degli strumenti, ma la differenza non era poi così grande. L'ottima "performance" in gamma media consentiva al DAC-AH di proporre un palcoscenico credibile, così come il Dice, ma quest'ultimo era meno disposto a collaborare quando bisognava darsi da fare. Sospetto che il Dice possa migliorare con un alimentatore più grosso, ma il fatto è che il DAC-AH non necessita di tale upgrade.
L'estremo acuto era abbastanza dolce, non al livello del vinile e non così arioso come nei DAC migliori, ma più che accettabile, soprattutto a quel prezzo. Alcune volte sentivo come se nell'insieme lasciasse un po' perdere certe sfumature, e i cimbali forse erano un po' granulosi, ma riprodurre un bel "crash" probabilmente è la cosa più difficile in Hi-Fi (ed anche un evidente punto debole del CD); pertanto nessuno scandalo se un componente da $200 lì prende uno scivolone...
Essendo tutto eccitato per aver
trovato un DAC per il mio "T-impianto" suppongo fosse inevitabile
scovarne un altro che potesse tenergli testa ottimamente. Non stiamo forse vivendo in
un'età dell'oro per quanto concerne la fascia economica del mercato?
Certamente una grossa mano la danno la produzione in Cina ed un
mercato molto competitivo. Ma è anche vero che i prezzi al pubblico
oggi riflettono più da vicino i reali costi di produzione. Sono certo
che 5 anni fa questo DAC (se commercializzato da un costruttore
occidentalee venduto al triplo del suo prezzo) avrebbe fatto gridare
al miracolo.
Ma qui abbiamo un componente economico che, per qualità costruttiva e prestazioni sonore, non ha bisogno di scuse. Tenetelo in vista e potrete ingannare i vostri ignari amici audiofili dicendo loro che l'avete pagato 1000 dollari. Certamente non è perfetto, e sarà un'ottima scelta per chiunque vorrà upgradare l'apparecchio con componenti migliori, ma così com'è, il DAC-AH è un affare. Certo, costa molto più di un T-amp, ma considerati la costruzione e la maggiore complessità, il rapporto costi/benefici è identico.
|
© Copyright 2006 Geoff Husband - www.tnt-audio.com