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Prodotto: diffusori da pavimento Kerr Acoustic K320
Produttore: Kerr Acoustic, Regno Unito
Prezzi: 3.695 sterline per qualsiasi finitura satinata vogliate; 3.995 sterline per qualsiasi finitura lucida vogliate - Il prezzo può variare - Convertitore di valuta
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Pubblicato: Marzo, 2019
Traduttore: Roberto Felletti
Arrivando all'eremo segreto, in cima ai monti, di TNT-Audio, Jes Kerr e suo padre Steve, costruttore di cabinet, hanno scaricato i diffusori K320 con finitura bianca lucida e li hanno portati con cura nella sala dedicata all'ascolto della musica. La finitura bianca di tipo automobilistico ricorda quella delle chitarre Fender pre-CBS; Steve è un chitarrista di lunga data e ciò potrebbe avere influenzato, inconsciamente, questa decisione. La gamma di colori disponibili per la personalizzazione tende a infinito, ed è la prima volta che questo recensore si è imbattuto in un tale ventaglio di finiture comprese nel prezzo. In genere, gli acquirenti di prodotti di altri marchi devono sborsare una cifra pari al prezzo di vendita dei Kerr 320 solo come costo extra per l'opzione della finitura personalizzata.
Il Kerr K320 è il modello intermedio dei tre che costituiscono la linea di diffusori Kerr. Monta i medesimi altoparlanti del modello Kerr 300, ma ha una maggiore estensione in gamma bassa, ottenuta grazie a un cabinet molto più grande e a un'accordatura differente. Sia il K320 che il K300 utilizzano il conosciutissimo altoparlante Scanspeak 18W (in questo caso il 18W/4531G01) con taglio radiale e diaframma in carta/pasta incollata, progettato per il controllo delle risonanze minimizzando al contempo la massa. Il vostro Vecchio Scriba ha usato questo altoparlante alcuni anni fa, nella sua versione in polipropilene pesante a bassa coloritura, e lo ha confrontato con versioni dotate di coni più leggeri per alcuni esperimenti di accelerazione negli altoparlanti. Pertanto, il sistema motore di questo altoparlante è familiare al vostro Vecchio Scriba, poiché progettato per dare priorità alla bassa distorsione (a patto che venga utilizzato entro i limiti della sua escursione) e per riprodurre i minimi dettagli anche durante passaggi densi e complessi; quindi, sarà interessante scoprire se questo vale nel nostro caso specifico.
Il progettista, Jes Kerr, dice che «L'altoparlante del K300 (e del K320) è, in realtà, un po' un classico tra chi smanetta con gli altoparlanti. È prodotto in Danimarca dall'azienda Scanspeak, che da lungo tempo è specializzata nella realizzazione di altoparlanti ad elevate prestazioni, tenuti in grande considerazione dai progettisti di diffusori di tutto il mondo. Il particolare altoparlante montato nel K300 fa parte della loro famiglia di prodotti da un decennio o due ed è relativamente convenzionale dal punto di vista della sua tecnologia (il diaframma in carta, tagliato e re-incollato, è la sua caratteristica più rilevante); ciononostante, si tratta di un altoparlante dalle prestazioni davvero elevate. Ho avuto esperienza con il 18W nel corso degli anni e ho sempre apprezzato il suo carattere particolarmente naturale e privo di coloriture, combinato con i suoi bassi livelli di distorsione e il suo notevole sistema di magnete e bobina.»
Il più piccolo Kerr K300 utilizza una breve linea di trasmissione (come nell'approccio Bailey) per minimizzare l'overhang e dissipare l'energia posteriore del cono. Il più grande Kerr Acoustic K320 usa un ibrido, linea di trasmissione e condotto accordato alla terza onda. Il familiare Tuned Quarter Wave Pipe (condotto accordato a un quarto d'onda, TQWP, spesso descritto impropriamente come linea di trasmissione) presenta alcuni vantaggi, nella gestione dell'energia, del caricamento reflex (controllando l'escursione del cono vicino alla frequenza di risonanza del sistema), ma pochi svantaggi, nel ritardo di gruppo, rispetto al reflex. Il risultato è un basso più leggero ma più veloce, nonché una maggiore flessibilità nel posizionamento in ambiente. Il condotto accordato alla terza onda baratta un po' di quel vantaggio nei limiti dell'escursione in cambio di una ancor più bassa curva di accordatura in basso del fattore di merito (Q) e una più profonda (una pendenza quasi del secondo ordine su un'ottava) estensione. C'è un bilanciamento di compromessi nel sistema Q e imbottitura del cabinet, più significativo nel caricamento del basso tramite condotto.
I sistemi basati sul modello più piccolo K300 sono stati progettati per un uso monitor, a distanza ravvicinata, nelle cabine di regia, mentre i diffusori K320 sono più adatti per utilizzi domestici, poiché fanno un uso più efficace della superficie del pavimento. Questo estende la risposta in frequenza (in ambiente) a 24 Hz - 45 kHz, dai 33 Hz - 45 kHz del modello K300, per 600 sterline in più. Il modello più grande offre 1 dB in più di sensibilità, ma poiché quel decibel rappresenta il cambiamento di livello più piccolo percepibile in maniera affidabile dall'uomo, la cosa non è importante. Mentre il K300 è pensato per monitorare il contenuto di una registrazione, il K320, con le sue 3.395 sterline, esiste per estrarre quel contenuto a scopo di piacere.
Jes Kerr dice: «I diaframmi a nastro in alluminio usati nei nostri monitor sono spessi soltanto 15 micron e hanno una massa in movimento totale pari a 0,027 g. I tweeter a cupola tradizionali si aggirano su 0,5 g. Da questo puoi desumere che i nostri nastri sono approssimativamente diciotto volte più leggeri di molte cupole! Il risultato? Riproduzione impeccabile delle alte frequenze e impareggiabile risposta sui transienti...»
«Nastri? Impeccabili?», si domanda il coro della Plebe, a sinistra del palco, «I nastri tendono verso una distorsione armonica uniforme; quindi, in base al progetto, offrono le caratteristiche dei triodi o delle testine a bobina mobile.»
Il Vecchio Scriba concorda con Jes sul fatto che è difficile tornare indietro dai grandi tweeter a nastro. Mark Levinson e gli ARA, del fondatore della SME, usavano nastri Decca per integrare i Quad impilati. Essi aggiungevano i tweeter a tromba Decca London Ribbon, progettati da Stanley Kelly, tra i due Quad su ciascun lato, per utilizzi sopra i 7 kHz. Il vostro Vecchio Scriba ha apprezzato per molti anni tweeter a tromba simili, con caricamento Decca London Ribbon, da 1,8 kHz in su, in un sistema attivo con forte pendenza e potrebbe dare testimonianza dei loro vantaggi, se solo essi potessero essere integrati con successo con il fiacco estremo superiore di un altoparlante con bobina mobile. Tuttavia, gestire tale transizione e garantire una gestione adeguata della potenza (i nastri possono fluttuare nello spazio vuoto magnetico, perdendo la loro forma o bruciandosi permanentemente) sono i motivi per cui essi sono usati così di rado in progetti commerciali.
Anche la scelta dei materiali per il cabinet incontra i pregiudizi del vostro Vecchio Scriba, seguendo gli esperimenti che lui ha raccontato per la rivista Speaker Builder, descritti in queste pagine. La decisione di Jes Kerr, utilizzare multistrato di betulla del Baltico da 18 e 24 mm per contenere la pressione nella linea di trasmissione, rispecchia i requisiti per mantenere l'integrità strutturale e il controllo delle vibrazioni. Il multistrato di betulla ha anche un'impronta sonora con la psicologicamente minore coloritura intrusiva dei materiali comunemente utilizzati per i pannelli dei cabinet dei diffusori. I pannelli posteriori, staccabili, sono ben fissati, sebbene questo sia un compromesso rispetto a tutti i pannelli incollati.
I lettori abituali (e chiunque trascorra un po' di tempo a portata d'orecchio del Vecchio Scriba) sapranno quanto gli ripugni trovare i crossover passivi. Kerr ha fatto molto per limitare i danni causati dai loro crossover passivi. In particolare, Kerr specifica induttori a bassa resistenza, la più bassa disponibile con nuclei in aria; è possibile ridurre ulteriormente la resistenza in corrente continua utilizzando nuclei in polvere di ferro (ferrite) o con lamine di ferro, ma queste aggiungerebbero le loro proprie distorsioni, soprattutto a elevati livelli protratti nel tempo. I condotti accordati a un quarto d'onda, se realizzati correttamente, possono presentare curve di impedenza tendenti al piatto in gamma bassa, il che significa che la risposta in frequenza, il fattore di merito e la fase in gamma bassa sono meno influenzati dagli effetti termici dell'induttore di serie rispetto a un allineamento reflex.
Kerr, sensatamente, non ha ceduto alla seduzione dei connettori per il bi-wiring. Considerare il crossover e gli altoparlanti come un impianto, anziché un sistema passa-alto e un sistema passa-basso del tutto separato, presenta molti vantaggi che superano di molto l'alternativa dell'opzione bi-wiring. Il vantaggio principale del secondo è, sebbene sia un po' nebuloso, aggiungere la resistenza di loop di due giri di cavo per diffusori tra la sezione in gamma bassa e quella in gamma alta in un crossover parallelo, che è di importanza principale negli amplificatori Z a bassa uscita con feedback (retroazione) globale elevato. In una tale applicazione, si potrebbe dire che il bi-wiring riduce la distorsione di intermodulazione transiente, ma ci sono argomentazioni più forti secondo le quali sarebbe meglio sostituire un tale amplificatore anziché cercare di mitigarlo con particolari topologie di crossover per diffusori. La scelta di connettori di ingresso in rame pieno è molto più costosa rispetto all'ottone, e teoricamente superiore.
L'economia della distribuzione, esemplificata dalle esclusive finiture comprese nel prezzo, è ottenuta adottando il modello di vendita diretta. Non ci sono importatori, né intermediari, né una rete di distribuzione, e quindi non ci sono goffi trucchi di enfasi acustica con cui impressionare i potenziali acquirenti in una sala di dimostrazione. L'economia della distribuzione nella catena grossista/negoziante implica che questi diffusori costerebbero il doppio se fossero venduti sul mercato tradizionale. Ciò che non avete, come conseguenza del modello di vendita diretta, è la consegna immediata di un prodotto in magazzino. Nessun diffusore Kerr Acoustic può essere un acquisto d'impulso, perché sono costruiti individualmente per rispondere alle specifiche fornite dal cliente.
Pertanto, un diffusore Kerr K320 è composto da:
Kerr consiglia un'emissione diretta in ambiente. Questo è basato sull'esperienza in ambito professionale e per ridurre le riflessioni locali in caso di ascolti a distanza ravvicinata. È vero che una disposizione simile massimizza la dimensione e l'accuratezza del palcoscenico, ma comporta una riduzione dell'ampiezza dell'area di ascolto. Inoltre, se il diffusore si trova più vicino all'asse, l'effetto Haas è doppiamente controbilanciato dall'energia extra, sulle alte frequenze, che proviene dal tweeter più vicino. Se si ha bisogno di un'ampia area d'ascolto (posti stereo?), i tweeter a nastro richiedono un compromesso in termini di larghezza e accuratezza del palcoscenico.
Inizialmente, il palcoscenico raramente si estendeva molto oltre i diffusori, il che solitamente è causato da problemi nel posizionamento. Il Test LEDR aveva indicato dove potevano esserci fonti di riflessioni primarie, a cui era stato rapidamente posto rimedio. Tuttavia, a causa dell'allineamento in gamma bassa dei Kerr K320 si consiglia un posizionamento in prossimità della parete posteriore, per garantire un caricamento sufficiente sulle basse frequenze, che è più accettabile in molte situazioni domestiche, ma ciò non libera dalle riflessioni primarie.
Provare varie posizioni e angoli di convergenza è utile con qualsiasi tweeter a nastro. Questa stanza, in genere, preferisce i diffusori convergenti, che puntano (molto) leggermente verso il naso dell'ascoltatore posto al centro. Tipicamente, questa disposizione dà un'idea di maggiore solidità, con un palcoscenico più profondo. Tuttavia, con i Kerr K320 questa pronunciata convergenza stira in maniera innaturalmente ampia l'immagine centrale alle alte frequenze. Molti tweeter a cupola tradizionali, con crossover passivi, manifestano un effetto alle frequenze più alte, che sono pigiate strettamente nei tweeter medesimi, indipendentemente dalle proporzioni del palcoscenico alle frequenze inferiori. I tweeter a nastro dei Kerr K320 sono differenti, perché sono caratterizzati maggiormente da uno stiramento artificiale delle componenti centrali delle alte frequenze, in relazione al resto del palcoscenico virtuale. I crossover del secondo ordine (12 dB/ottava) sono più inclini a questa sensibilità rispetto ai crossover del terzo ordine (18 dB/ottava), specialmente quando l'emissione dei diffusori è diretta, ma con i Kerr K320 la cura e lo sforzo ripagano con un'immagine dalle proporzioni coerenti.
Spostare i diffusori Kerr più vicino al muro posteriore, ma senza farli convergere, cambia ancora il palcoscenico e il bilanciamento. Inaspettatamente, anziché rafforzare la gamma bassa inferiore, questa disposizione non pilota la stanza così bene; il basso perde slancio e il palcoscenico arretra ancora di più rispetto al cambio di distanza dell'ascoltatore. Il vostro Vecchio Scriba aveva continuato a sperimentare a lungo dopo che Jes e Steve erano andati via, e alla fine aveva trovato una posizione a 45 cm dalla parete di fondo (che agisce da diffusore, essendo a listelli) con emissione diretta, con i diffusori più vicini tra loro del solito e i grossi diffusori di derivazione Hammer Dynamics adiacenti ai lati esterni dei Kerr, collocati a soli 30 cm dai baffle dei Kerr. Questa disposizione, simile alla disposizione “ad ala” di alcuni sistemi di diffusione pubblica per proiettare un basso migliore, aveva creato il miglior equilibrio tra estensione in basso e slancio combinati con il miglior compromesso possibile tra profondità e larghezza del palcoscenico.
In base alla semplice premessa per cui tre piedini buoni sono meglio di quattro pessimi (chiedo scusa a George Orwell), poiché il quarto piedino avrà sempre una pressione minore e potrebbe anche “ballare”, le quattro punte fornite (e piedini, per i pavimenti in legno, che possono rigarsi facilmente) alla fine erano diventate tre. Questo è stato ottenuto mettendo le basi Yamamoto PB18 per punte per diffusori sotto le due punte frontali e un cono in alluminio Michell Tenderfoot posto con il vertice rivolto al centro posteriore della base. Le basi Yamamoto PB18 per punte per diffusori sono diventate l'interfaccia di default per le punte dei diffusori, solitamente più valide rispetto alle coppe Michell Tendercups o RDC. Le davvero eccellenti basi Polycrystal Point non sono più disponibili e sono ancor più valide come sotto-punta per giradischi. Questo supporto su tre punti è chiaramente superiore alla configurazione standard a quattro punte; lo ha ammesso Jes Kerr stesso quando ha ascoltato gli effetti di questa modifica, che terrà in considerazione per produzioni future.
Durante la visita, prima di andare via Jes Kerr e Steve Kerr hanno fatto conoscenza con le delizie della registrazione tutta valvolare di Goin' Away, di Lightnin' Hopkins, lasciando le bianche torri Kerr Acoustic K320 a un rigoroso allenamento con tre differenti tipi di finali.
Il risultato di un'ulteriore attenta installazione ha portato a un notevole aumento in termini di risoluzione a scapito del “peso”. L'edizione rimasterizzata di Relics, dei Pink Floyd (un disco che è ricordato sempre come un affare da cestone delle offerte, nei negozi di dischi degli anni '70), presentava un palcoscenico che si estendeva oltre il diffusore destro, con questa configurazione, se ascoltato dal punto di ascolto perfettamente centrale.
Dopodiché l'ascolto ha potuto avere inizio sul serio.
L'assenza di risonanze del tweeter è stata subito evidente, venendo immediatamente dopo il B&C DE-35-8, che era in uso principalmente perché il suo schema di dispersione si abbina esattamente all'altoparlante per medio-bassi da 305 mm Hammer Dynamics, alla frequenza di taglio di 7 kHz.
Da notare anche l'assenza di risonanze in gamma bassa, in termini di allineamento, caricamento o unità guida. Il basso di Phil Lesh ha sempre mantenuto il carattere del legno, del cablaggio e del musicista intatti per tutta la durata della maratona di 12 lati dei Grateful Dead. Rise 1, album d'esordio di Dave Clarke, è caratterizzato da un basso davvero profondo che, di solito, richiede potenza oppure alta efficienza per spostare un po' d'aria. Il basso davvero profondo era evidente dal primo brano. Non erano percepibili risonanze a queste basse frequenze. Non c'era alcun picco di un elevato fattore di merito per ingannare gli ascoltatori e far loro immaginare una maggiore estensione. Queste compatte torri da pavimento producevano un'estensione sorprendentemente profonda. Non c'erano transienti che prendessero al petto quando i diffusori erano pilotati da un SET300B da 8 Wpc, perché non può cambiare le leggi della fisica, capitano.
La scelta dell'accordatura e dello smorzamento di linea dei diffusori Kerr ha il vantaggio di limitare l'escursione dell'altoparlante in prossimità della risonanza fondamentale (come in un ottimale allineamento reflex), ma con minore scostamento di fase, o ritardo di gruppo, rispetto ai cabinet con sbocco reflex. Effettivamente, l'accurato ritmo riprodotto fino all'ottava più bassa implica un allineamento della fase in maniera simile a un cabinet chiuso con un fattore di merito medio, come un allineamento Bessel. Le linee di trasmissione sono state accusate di avere un ritmo scarso o addirittura di essere lente (la plebe cosa dice, qui?), ma i Kerr 320 presentano un PRaT come qualsiasi altro diffusore chiuso di dimensioni discrete. Il fatto che ottengano questo quando sono pilotati da 8 W di minuscoli triodi single-ended (SET 300B) implica un'impedenza ben controllata, come anche una prestazione di fase coerente.
«In che modo un diffusore può influenzare il ritmo o il passo?», domanda la Plebe, a sinistra del palco. «Sicuramente, solo una sorgente può influenzare soggettivamente il passo e il ritmo della musica.»
La risposta di fase in bassa frequenza (in special modo il ritardo di gruppo definito dall'allineamento del basso in ambiente) cambia, distintamente e prevedibilmente, la relazione del dominio temporale tra le frequenze che comprendono le note basse, influenzando quindi la nostra percezione della loro relativa intercorrelazione. Questo può rendere il suono del basso lento o incoerente, anche se il segnale sorgente è alla corretta velocità, e può essere sentito anche nei sistemi di diffusione live, dove la sorgente è ovviamente corretta. I Kerr K320 riescono a equilibrare i compromessi tra estensione in gamma bassa, gestione della potenza e risposta di fase alle basse frequenze, anche a volume alto. A volume alto il cabinet di dimensioni maggiori aiuta, con il carico interno di aria che resta lineare entro i limiti massimi di pressione sonora previsti dal progetto.
Anche le risonanze del cabinet sono considerevolmente assenti e la rigidità del cabinet è evidente, con un basso teso e pulito e la qualità della gamma media. Dalle profonde voci maschili, che non diventano mai troppo rimbombanti, alle acute e chiare voci femminili, che non diventano mai stridule, il cono dell'altoparlante non attira mai l'attenzione su di sé. La buona risposta di fase alle alte frequenze è dimostrata dallo stabile posizionamento del palcoscenico.
Seguendo la tradizione della scuola britannica dei monitor da studio, i Kerr Acoustic K320 sono estremamente imparziali. I Kerr sono appropriatamente neutri senza essere neutrali. Ci sono progettisti che perseguono una bassa coloritura e neutralità a spese di tutto il resto, ma Kerr non è giunto a una bassa coloritura percorrendo questa strada. La strada di Kerr è stata percorsa seguendo le capacità dei diffusori più che mitigarne le incapacità. Kerr ha utilizzato un approccio da impianto, e quindi questo non è un prodotto guidato dalla passione per una particolare configurazione di altoparlanti, né è guidato da un'adesione servile a un particolare allineamento del basso o del crossover. Dal punto di vista di questo ascoltatore, sembra che sia stato speso del tempo cercando di trovare ciò che funzionava bene insieme per i più piccoli monitor da ascolto ravvicinato, e che poi si sia pensato a quanto si sarebbe potuto spremere dal concetto se i compromessi a livello di dimensioni fossero diminuiti. Può essere una coincidenza il fatto che le pendenze del crossover siano del secondo ordine in fase, che la risposta in gamma bassa tenda verso il secondo ordine (con un'iniziale attenuazione dove importa) e che i tweeter si estendano ben oltre l'intervallo udibile dall'uomo, ma il tutto viene unito in un sistema coerente.
Tornando dal Womad, dove i Leftfield hanno suonato la loro ultima completa esibizione live di Leftism, è stato inevitabile che la nuova stampa rimasterizzata, su triplo vinile, di Leftism finisse sul Linn Sondek modificato Audio Files Spoke. Un esemplare in prova del finale a stato solido da 40 Wpc Burson Bang (presto la recensione) ha preso il posto dell'Assemblage SET300B modificato. Pilotando i Kerr K320, il Burson Bang ha mostrato notevoli caratteristiche valvolari, nonostante venisse così presto, subito dopo l'epitome dell'amplificazione valvolare. Il palcoscenico di Leftism, in questa nuova edizione, riempie la stanza, estendendosi fino alle pareti ai lati dell'ascoltatore, e anche dietro e oltre il piano definito dai diffusori stessi. Questo non è attribuibile esclusivamente all'assenza di riflessioni primarie e di un buon posizionamento, ma anche all'eccellente prestazione di fase di questi diffusori (crossover, ma anche i tweeter) alle alte frequenze. L'estesa risposta in gamma alta apporta benefici in termini di uno scostamento di fase più lineare oltre che di intrinseci vantaggi nel posizionamento acustico dell'esteso estremo in gamma alta, che va oltre la soglia dell'udibilità umana. Anche il cane ha gradito molto.
Il Burson Bang ha un basso abbastanza morbido per essere un amplificatore a stato solido, dal quale i Kerr hanno tirato fuori il meglio. L'accoppiata scende molto in basso, al punto che nessun disco che contenesse frequenze abbastanza basse ne è risultato privo; anzi, scendeva un po' più in basso del più grosso Hammer Dynamics (305 mm), un sistema TQWP/TL quasi largabanda, che di solito viene usato. Dopo sei lati di Leftism, l'unico posto dove arrivare era Rhythm and Stealth, sempre dei Leftfield, oltre dieci lati di vinile da 250 mm. Questo tipo di disco offre maggiore spazio tra i solchi e un'incisione di alto livello, con grande dinamica. Infine, è stato portato il Graham Nalty, una bestia da 100 Wpc con il suo alimentatore da 1,2 kVA che ha conferito una massa molto maggiore. Con esso i Kerr K320 hanno preso vita, in termini di basso, gamma media e, soprattutto, dinamica. L'unico aspetto negativo è stato l'effetto sulle alte frequenze. Nonostante funzioni in classe A per la maggior parte del suo headroom, l'estremo in gamma alta di uno stadio d'uscita bipolare a transistor in push-pull non sarà mai dolce come quello delle 300b Western Electric, specialmente attraverso trasduttori rivelatori come i tweeter a nastro dei Kerr.
La spinta extra offerta dal grosso amplificatore muscoloso è stata proprio ciò che serviva ai Kerr K320. La sublime gamma media e alta offerta dal SET300B (equipaggiato con valvole NOS) veniva sacrificata a favore del dinamismo richiesto per ottenere estensione in gamma bassa e dinamica, due aspetti di cui questi diffusori sono capaci. Il tipico lato negativo di un due vie con frequenza di taglio in gamma media superiore è che il medesimo altoparlante deve spostare grandi quantità d'aria per le basse frequenze cercando al contempo di riprodurre le sottigliezze delle voci. A volumi alti può esserci un certo grado di risucchio in gamma media, ma questo capita perché questi diffusori possono suonare molto forti nonostante la modesta dimensione del woofer. La risposta in frequenza del piccolo segnale, in asse, presenta una flessione intorno alla frequenza di taglio (tipico per un due vie con crossover del secondo ordine in fase), che diventa esagerata quando la bobina del woofer si scalda a volumi alti. Sotto sforzo, il notevole basso uniforme rimane privo di risonanze.
I Kerr K320 si sono comportati bene a volumi di ascolto elevati in una grande stanza. Anche a bassi volumi, i Kerr K320 sono riusciti a recuperare un buon dettaglio. Il palcoscenico è buono e solido; l'unico compromesso è il punto d'ascolto ristretto richiesto dall'emissione diretta.
Il vostro Vecchio Scriba sospetta che Kerr avrebbe spostato molte più unità se avesse triplicato il prezzo e aggiunto qualche elemento lussuoso, magari qualche dado esagonale o bullone placcato oro, oppure flange frontali per il diffusore con iscrizioni incise a mano e lucidate da un armaiolo; qualche intarsio nel legno e un certificato di autenticità avrebbero potuto facilmente spingere questi diffusori in una fascia di prezzo più elevata. Il fatto che la Kerr Acoustics abbia scelto di competere nel settore pro con un monitor passivo (il K300) è qualcosa di davvero coraggioso. Lì le str***ate si fermano quando la bandiera cade e i Kerr si stanno già facendo degli amici in questo mercato, che è uno dei più critici.
Il fatto che il vostro Vecchio Scriba trascorra ore a godersi la musica, che sia un'animata proposta dopo essere tornato a casa da uno spettacolo del George Clinton Parliament-Funkadelic o un'emozionante opera oppure 12 lati dei Grateful Dead nelle prime ore di una domenica mattina, implica che i Kerr Acoustic K320 offrono tutto ciò di cui l'ascoltatore ha bisogno. Essi “picchiano” più forte di quanto ci si aspetterebbe da woofer da 165 mm e pesano 25 kg. Gli ascoltatori non moriranno di fame stereo né di privazione da larghezza di banda.
Musica ascoltata durante la stesura di questa recensione | Impianto di riferimento |
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Su vinile:
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Apparecchiature utilizzate per questa recensione:
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