[ TNT | Redazione | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Autocostruzione | Inter.Viste ]
Voi siete qui > Home > Rubrica della Posta > Lettere della settimana
ATTENZIONE!!! Leggere prima le ISTRUZIONI PER L'USO | Leggete le FAQ per le domande più generali
I volumi della posta precedente
LC
Caro Mario,
da tempo diciamo che i diffusori attivi siano un'ottima soluzione dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo. La recensione delle M-Audio BX-8 D2 credo sia stata chiara in tal proposito. Per avere le stesse prestazioni da una coppia ampli + casse passive bisogna spendere molto di più. I diffusori attivi hanno, d'altra parte, un certo numero di limiti d'utilizzo. In primis, si decidesse di cambiare qualcosa, si tratta di un pacchetto chiuso, bisogna cambiare tutto. In più, a meno che non abbiano il volume telecomandabile (e ce ne sono) sono scomodi da usare o richiedono l'utilizzo di un pre, oggetto che serve comunque se si devono gestire più sorgenti. Ancora, pongono dei limiti all'installazione, perché necessitano di prese elettriche nelle vicinanze della loro posizione. Insomma, non è tutto rose e fiori. Capisco il tuo entusiasmo, quindi valuta altre soluzioni attive. Tutto dipende dal budget a disposizione, naturalmente. Potresti provare le M-Audio BX8 D3 (ma un amico le ha rimpiazzate con le Lonpoo LP42X senza rimpianti!) oppure valutare i diversi modelli di Dynaudio, Triangle, Tannoy, Klipsch, Dali ed Elac...c'è l'imbarazzo della scelta. Per quanto riguarda il pre, io venderei l'integrato NAD attuale e andrei su un Tisbury, a patto di accetare la scomodità della mancanza di telecomando.
Osservazione finale: certo è che in quella posizione, nella nicchia di un affollatissima libreria a muro, con in mezzo pure un mega schermo, le potenzialità di diffusori di qualità superiore sarebbero ben castrate, purtroppo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Mauro,
purtroppo la moda di riproporre oggetti iconici del passato è imperante un po' in tutti i settori ed è alimentata da due fattori principali: da una parte l'assoluta incapacità di inventarsi qualcosa di nuovo, dall'altra il desiderio del vintage a tutti i costi, che vintage non è. Ne ho già parlato in un articolo dedicato alla riedizione del RadioFonografo di Brionvega, all'accessibile prezzo di circa 20.000 (ventimila) euro. Ora, questo tavolino che ci proponi - dal punto di vista funzionale - come dici tu, è discutibile, ma questo naturalmente non fermerà chi vuole metterselo in casa, perché la voglia di vinile e di vintage non è quasi MAI alimentata da conoscenza o da desiderio di buona qualità sonora. È un feticcio, e tanto basta. Se costa molto, poi, ancora meglio. Per quanto riguarda il nostro FleXy poi, purtroppo correva l'anno 1997 (ne abbiamo fatta di strada insieme eh?) e all'epoca i prodotti Apple con la i davanti erano ancora da venire (il primo iMac è del 1998), altrimenti - col senno di poi - avremmo fatto meglio a battezzarlo iFlexy. Purtroppo o per fortuna, comunque, il FleXy è stato già copiato tante di quelle volte, anche a livello commerciale, che non le contiamo più :-)
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Lorenzo,
senza specificare la cifra a disposizione è sempre difficile fornire consigli sensati. Posso chiedere che vi costa indicare una cifra orientativa? Comunque sia, dei bookshelf da scaffale con reflex anteriore potrebbe essere cercati tra i vari modelli Debut della serie Elac (le 6.2 REF in particolare), le Sonus Faber Lumina I o Lumina II, Triangle Borea Br03, le Focal JM-Lab Vestia 1. Purtroppo non dici neppure che tipo di suono prediligi o che musica ascolti, per cui non posso orientare diversamente il consiglio. Dovrai essere tu a provare ad ascoltare qualcosa direttamente o a cercare di capire qualcosa leggendo le recensioni, cosa sempre un po' rischiosa.
Il tuo Proton 455 è un ottimo amplificatore, può pilotare con disinvoltura qualunque carico, e ha una timbrica sostanzialmente neutra. Non vedo quindi motivo per cercare diffusori da abbinargli. Diciamo che la scelta de diffusori potrà e dovrà essere completamente svincolata dall'amplificatore che dovrà pilotarli.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Jacopo,
purtroppo mancano delle informazioni fondamentali: dimensione, caratteristiche della stanza e budget a disposizione, tanto per cambiare. Tu parli di diffusori di prezzo adeguato al resto dell'impiamto, ma purtroppo gli ZeroZone fanno saltare ogni corrispondenza prezzo/prestazioni, perché costano poco, ma possono far suonare diffusori anche molto, molto impegnativi e costosi. Se potessi installare bene dei diffusori da pavimento, ti direi le Argon Alto55 mkII, qualche altra torre Elac o magari le Pylon Audio Opal 20 che ho recensito qualche tempo fa. Sono tutti diffusori con caratteristiche diverse, bisogna vedere quale impostazione soddisfa maggiormente il tuo gusto. Se fossi vincolato a diffusori bookshelf, vedi qualcosa di Elac, di Triangle o anche le ultime B&W 606 S2 Anniversary Edition (recensione a brevissimo qui su TNT-Audio).
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Re: Amplificazione e giradischi
Buon pomeriggio dott. Cadeddu,
volevo solo ringraziarla per le risposte. Sulla questione del giradischi a cui lei ha risposto in modo come sempre esaustivo, avevo volutamente omesso alcuni dettagli che non ritenevo fondamentali rispetto alla questione di fondo, in modo da rendere il più sintetica e focalizzata possibile la domanda. Per completezza e suo eventuale personale interesse, lo spunto nasce dalla necessità di sostituire il mio giradischi, un Project 1-Expression III (che circa una decina di anni fa se non ricordo male pagai intorno ai 400/450 €). Purtroppo con Project - o meglio con l'assistenza post garanzia - ho avuto una pessima esperienza, di quelle che denunciano un approccio teso a render complesso e antieconomico riparare un prodotto.
Mi sto perciò guardando intorno alla ricerca di un giradischi che anzitutto suoni bene e che sia ben costruito in rapporto al prezzo.
Forse sono solo scottato dalla mia esperienza ma ho l'impressione che questo voglia dire investimenti rilevanti (diciamo oltre i 1.000 €). Cosa che però non garantisce automaticamente un'assistenza seria. Da qui l'idea di guardare anche nell'usato e la domanda sui Thorens.
Cordialmente,
Paolo - E-mail: p.terno (at) icloud.com
LC
Caro Paolo,
l'assistenza sul nuovo è talvolta problematica perché chiaramente - soprattutto per apparecchi non particolarmente costosi - le aziende preferiscono che il cliente rottami e acquisti di nuovo. Sull'usato, specie se vintage, però, la situazione può essere persino peggiore, perché non è detto che si trovino professionisti in grado di eseguire buone riparazioni a prezzi ragionevoli e, soprattutto, non è detto che i pezzi di ricambio si trovino con facilità.
Sicuro di voler intraprendere questa strada? Mi spiace per la tua esperienza con l'assistenza ProJect, potresti provare con Rega che, da buon costruttore inglese, ha sempre avuto un occhio di riguardo per l'assistenza sui suoi prodotti, anche vecchi. Un Planar poi, di qualunque epoca, è una roccia, per via della qualità costruttiva e della sua intriseca semplicità, visto che il motto di Roy Gandi è sempre stato quello del less is more. Diversi marchi storici, tra cui Thorens, sono passati di mano e non ho idea di quale sia il tipo di supporto post-vendita che offrano ora ai propri clienti.
Io ti consiglierei di prendere un Rega Planar, vecchio o nuovo, è davvero difficile sbagliare. Se usato, valuta bene le condizioni e non acquistare a scatola chiusa.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Vincenzo,
se tutte le registrazioni di pianoforte suonano dure e metalliche non può essere che l'impianto non presenti lo stesso problema su altri strumenti o incisioni. Come già detto tante volte, gli apparecchi HiFi non sono intelligenti, e non sanno distinguere quale sia lo strumento che stanno cercando di riprodurre. Per loro si tratta solo di frequenze. Se c'è un problema di distorsione a certe frequenze, evidenziato dalle note di un pianoforte, puoi star certo che lo stesso problema c'è in tutti gli strumenti che interagiscono sullo stesso range di frequenze. Magari non ti infastidisce, ma c'è. Il colpevole temo non sia l'amplificatore, ma i diffusori e la loro interazione con l'ambiente. Magari c'è una risonanza particolare in una certa porzione di frequenze, che viene eccitata in maniera particolare dalle note del pianoforte. C'è da aggiungere che le note alte del pianoforte, scusa se mi permetto, sono metalliche, in fondo sono martelletti - tipicamente di legno - che picchiano su corde d'acciaio, più d'una quando si tratta delle note più acute. Non lasciarti ingannare dal suono del pianoforte in una sala da concerto: i suoni arrivano tutti più smussati all'ascoltatore, mentre spesso nelle registrazioni i microfoni sono posizionati molto vicini. Considera anche che, per questo motivo, spesso il pianoforte esce massacrato dalla maggior parte delle incisioni. In ogni caso, se ti capita, prova tu stesso a suonare le note alte di un pianoforte, e valuta se il suono è vellutato o, invece, abbastanza metallico. Fatta questa premessa, resta da investigare il rapporto tra diffusori e ambiente. Sarebbe stato utile vedere qualche foto della sala dove suonano i diffusori. Magari prova a spostarli dalla posizione attuale, per piccoli aggiustamenti successivi. Aggiungo infine che le tue B&W, come spesso accade con diffusori di questo marchio, non sono certo tenere o morbide in gamma medio-alta. Quindi, propendo per scagionare completamente l'amplificatore e per immaginare sia invece un concorso di colpa tra timbrica del diffusore e sua interazione con l'acustica ambientale.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Rocco,
nella recensione delle Lonpoo c'è un confronto diretto con le Elac Debut 5.1, dovresti far riferimento a quello. Le nuove Debut, poi, sono state confrontate con queste vecchie in un articolo a parte. Sintetizzando, il suono delle Elac è più grande, con una gamma bassa più profonda e voluminosa. Ciò che mi preoccupa però, nel tuo caso, è la disposizione del tutto, veramente castrante e potenzialmente disastrosa per le Elac, che hanno bisogno di più spazio rispetto alle Lonpoo. In altre parole: messe in condizioni ideali, le Elac suonano globalmente più complete, ma temo che poggiate su una scrivania, a 15 cm dal muro e a 90 cm tra loro e da te che ascolti (con un monitor pure nel mezzo!) il risultato possa facilmente ribaltarsi a favore delle minuscole Lonpoo. Non so cosa stia cercando tu, se un suono globalmente migliore o solo un po' più di bassi. Se fosse quest'ultima necessità ad essere prevalemte, prendi un piccolo sub attivo e risolvi. Per una qualità globalmente migliore non saprei davvero che consigliarti, francamente. Esistono piccoli monitor che potrebbero suonare meglio delle Lonpoo, ma quelli che mi vengono in mente costano uno sproposito.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
ZeroZone e upgrade
Gentilissimo direttore, i miei ossequi. Grazie alla sua recensione e all'esperienza di altri lettori di TNT-Audio, sono venuto a conoscenza degli ormai arcinoti ZeroZone, che in seguito ho ordinato senza pensarci neanche più di tanto.
Sarà stata anche fortuna ma in meno di una settimana erano già a casa mia, funzionanti e senza alcun problema.
Unica differenza rispetto a quelli da lei recensiti sono il logo ZeroZone e la dicitura Mono S1000W, presenti sul frontale. Non li ho aperti ma immagino che per il resto siano quelli. Prima dell'arrivo dei “finalini”, il mio impianto era composto dal pre/streamer Nad C658, acquistato soprattutto per il Dirac, ed il finale “analogico” C275BEE, sempre della Nad e che tuttora possiedo. Il tutto a pilotare una coppia di eccezionali, secondo il mio parere, Paradigm Founder 80f.
Ero abbastanza soddisfatto da questa composizione ma ho sempre lamentato la mancanza di un po' di dettaglio ed di un controllo non proprio dei migliori sulle basse frequenze. Ad ogni modo, inseriti gli ZeroZone nell'impianto non ho avuto da subito la meraviglia che speravo di avere. Ho avuto anzi l'impressione come se il suono fosse ovattato, chiuso. Fenomeno che andava comunque a diminuire già dopo qualche ora.
Lasciati lì a suonare, dal giorno successivo ma specie in quelli seguenti le cose sono drasticamente migliorate.
E Wow! Il suono si è aperto. O forse sono state a farlo le mie orecchie, poco importa, ma da quegli scatolini è uscito fuori tutto e tutto era lì dove doveva stare. Il dettaglio che mancava, la chiarezza, il palcoscenico, quei bassi asciutti e decisi che cercavo, tutto insomma come lei aveva descritto. Davvero un bel colpo. Un acquisto del quale difficilmente mi pentirò di aver fatto.
Ora con questo non voglio dire però che il Nad sia da buttare, anzi. Mi piace pensare piuttosto che i due apparecchi siano diversi tra loro. Un po' più gonfio e meno dettagliato il Nad, più decisi, dettagliati e precisi gli ZeroZone. E già solo questo però basterebbe a decretare il vincitore.
Ora però ho un dubbio che mi assale. Un dubbio che non avrei certamente avuto se avessi preso a primo colpo la coppia dei finali, senza aver ascoltato prima il Nad, che reputo anch'esso ad ogni modo, un'ottima macchina. Mi chiedo dunque, cosa possa farmene adesso di due amplificatori? Quale tenere allora? La risposta più ovvia potrebbe essere quella di tenermi l'apparecchio che suoni meglio. E fin qua ci siamo!
Ma la mia vera domanda in realtà è un'altra, ovvero: cosa suona meglio degli ZeroZone?
Nel recensione lei scrive che “la gamma medio-alta sarebbe perfetta se fosse di grana più fine ma pretenderlo sarebbe immorale”. Ma cosa intende di preciso? O meglio a quali apparecchi si riferisce quando parla appunto di “grana più fine”?
Quali sono gli amplificatori che rispettano questo requisito e che possano considerarsi insomma, un passo avanti rispetto agli ZeroZone? E a che prezzo poi?
Ad esempio, il finale “digitale” Nad C298 di ultima generazione, secondo lei potrebbe essere un'alternativa valida al C275BEE e agli ZeroZone, oppure sarebbe da considerarsi un side-grade e magari sarebbe meglio orientarsi in un futuro su marchi prestigiosi, per non dire costosi, quali Accuphase, McIntosh, etc?
Converrebbe allora tenere gli ZeroZone con il C658 (a proposito è una buona accoppiata?), oppure vendere tutto e col ricavato acquistare un amplificatore dunque di fascia superiore come detto prima, o vendere solo il C275BEE ed investire il ricavato ad esempio nel giradischi? Attualmente possiedo un Pro-Ject Debut Carbon Evo con testina Ortofon 2M Blue e pre prono Lehmann Black Cube Statement.
Domande da porle, come ha potuto notare, ne avevo un po'. Confido adesso in un suo consiglio, qualora avesse ovviamente voglia di fornirmelo, così da farne tesoro e sfruttarlo nel momento in cui giungerà di nuovo il momento per un ulteriore upgradare del mio impianto.
Direttore voglio salutarla facendole i miei più sinceri complimenti per tutto e la ringrazio sin d'ora per la sua cortese attenzione.
Francesco - E-mail: francirillo (at) me.com
LC
Caro Francesco,
gli ZeroZone, che nella tua versione sono stati leggermente modificati in meglio, possono pilotare, senza costituire un collo di bottiglia, anche diffusori dal costo triplo o quadruplo rispetto ai tuoi. Questo significa che la tua domanda non ha alcun senso. Se tante altre persone hanno trovato gli ZeroZone superiori ad amplificatori blasonati e costosi (McIntosh, Mark Levinson, NuForce e tanti altri) non ti sembra strano che tu li trovi più o meno sullo stesso livello di un finalino NAD da 1200€? Io una domanda me la farei. Anche più di una. Quindi: non sono gli ZeroZone quelli di cui ti devi preoccupare ma il resto dell'impianto. Già il sistema analogico è MOLTO al di sotto delle prestazioni di cui sarebbero capaci questi finali. I diffusori sono ottimi ma, ovviamente, si può fare di meglio. Ripeto, secondo me è inutile, e non voglio tarpare le ali a nessuno ma, credimi, stai guardando nella direzione sbagliata. E, secondo me, dovresti vendere il finale NAD, che coi ZeroZone non ha davvero niente a che spartire, né come suono, né come qualità. Il fatto che tu senta gli ZeroZone asciutti in basso, ad esempio, mi fa pensare che o il tuo orecchio sia abituato molto male o che l'ambiente ci metta uno zampino di troppo. Tutto sono gli ZeroZone tranne che asciutti in basso. Fanno letteralmente tremare il divano. Se questo non succede a casa tua, il problema è altrove. Perdona la franchezza.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Stefano,
i pre passivi con telecomando sono, in effetti, abbastanza rari. Un altro che puoi considerare, nella fascia di prezzo da te indicata è l'iCon 4 Zen, ad autotrasformatori. Costa meno di 2000€. Abbiamo già recensito un pre a trasformatori di Icon, nel 2017. I modelli attuali in catalogo sono un'evoluzione di questo. Un'alternativa è l'Hattor Mini Preamp che costa decisamente meno, intorno ai 1000€, e che può essere integrato con un piccolo stadio attivo, volendo. Nell'usato, ma non è facile da trovare, persino un vecchio Creek OBH-22 andrebbe benissimo. Ancora, ammettendo di trovarli (in Italia pare siano irreperibili), i pre Schiit Saga+, che possono essere usati sia come passivi con telecomando sia come attivi, e costano cifre estremamente più basse dei 2000€ preventivati. Infine, trovi diversi modelli passivi con telecomando nel catalogo di Luminous Audio Technology, in particolare la serie dei pre Axiom, che costano meno di 1000$.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Caro direttore,
solo per aggiornarti sulla vicenda (integrato Kenwood KA9150 del 1978, Lettere alla Redazione, Vol. 1030). L'operazione CRC è fallita e qualche settimana fa mi sono rivolto a uno dei riparatori che mi consigliasti (Hifi Club). Per ora funziona tutto e si sente bene, molto bene. È molto bello sentire uscire buona, ottima, musica dalle coeve ElectroVoice Interface A pilotate dal Kenwood usando come sorgente il coevo Dual CS704 con testina Shure V15 III. Tutto molto bello, come avrebbe detto Bruno Pizzul. Speriamo solo che regga...l'età è quella che è, in effetti.
A presto,
Carlo - E-mail: tibipandit (at) yahoo.it
LC
Caro Carlo,
sono felice che l'assistenza che ti ho consigliato sia riuscita a rimettere in pista il tuo bell'integrato vintage. Trattandosi di componenti con diversi decenni alle spalle, qualche acciacco potrebbe comunque venir fuori, ma non è detto, e magari si tratta di qualcosa di facilmente risolvibile. L'importante è avere a disposizione un riparatore serio e affidabile.
Buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Alla tenera età di 84 anni Ian Hunter pubblica un nuovo album, dal titolo Defiance, Pt. 1, e si circonda di nomi eccellenti: Jeff Beck, Todd Rundgren, Mike Campbell, Slash, Ringo Starr, Taylor Hawkins, Johnny Depp, Dean Deleo, Robert Deleo, Dennis Dibrizzi, Joe Elliott, Duff McKagan, Billy Bob Thornton e Robert Trujillo. Si tratta di un ritorno alla grande, la vena compositiva dell'ex-Mott the Hoople non accenna a spegnersi. Tanto buon, sano rock'n'roll in questa bellissima “Bed of roses”, con Ringo Starr alla batteria!
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.
ATTENZIONE!!! Leggere prima le ISTRUZIONI PER L'USO | Leggete le FAQ per le domande più generali
Archivio dei volumi di posta precedenti! Potete cercare dentro i volumi della posta precedente con Google nel form sottostante oppure sfogliare volume per volume: dal n°1 (più vecchio) al n°1038 (più recente)]
© Copyright 2023 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
[ TNT | Redazione | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Autocostruzione | Inter.Viste ]