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Il clamp premidisco della Shun Mook e qualche pensiero su quei dischetti molesti...

[English version]

Prodotto: clamp premidisco della Shun Mook
Produttore: Shun Mook - USA
Costo, approssimativo: tanto... (YMMV)
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Pubblicato: Marzo 2012
Traduttore: Roberto D'Agosta

il blocca dischi della shun mook

Introduzione

Niente nel mondo dell'hi-fi mi intriga di più che vedere famosi ingegneri offrire soluzioni (e opinioni) completamente agli antipodi su come ottenere il meglio da un disco in vinile. Infatti, questo mi fornisce spunti notevoli: se il guru "A" mi dice una cosa e risulta anche estremamente convincente, mentre il guru "B" dice esattamente l'opposto in maniera altrettanto convincente, devo provare da me solo e capire cosa sta succedendo.

Ci sono decine di argomenti in cui questo accade: motori in corrente continua o alternata, piatti di metallo o plastica, cuscinetti a sfera convenzionali o invertiti, plinto sospeso o solido, alta o bassa massa, cuscinetti smorzati o no; la lista è infinita e in molti casi non ci sono opzioni intermedie. Ci sono persone che farebbero barricate per uno di quegli argomenti avendo anche linee di pensiero molto convincenti e logiche. Il risultato di tutto questo è che anche se ancora un pochino confuso sono arrivato alla conclusione che esista più di una strada che porta all'estasi musicale.

E questo ci conduce dritti dritti a un argomento di discussione abbastanza attuale come l'interfaccia tra il disco e il piatto con particolare riferimento all'uso di dischetti, clamp e morse, specificatamente sull'effetto della morsa prodotta dalla Shun Mook.

Meditando...

Nella stessa mia situazione quello che otterreste in molte altre pubblicazioni è una recensione degli effetti di detta morsa: quello che io voglio fare in questo articolo è mostrarvi come quelle recensioni siano completamente fuorvianti.

Consideriamo innanzi tutto due giradischi di indubbia fama prodotti da compagnie con una lunghissima tradizione di innovazione ed eccellenza e che personalmente considero a livelli di qualità simili, anche se con caratteristiche molto distinte. Il Michel Orbe e il Roksan Xerxes...

Questi due sistemi sono costruiti a partire da posizioni diametralmente opposte per quanto riguarda l'interfaccia tra il disco e il piatto. Vediamo cosa questi due piatti devono considerare:

quando un disco viene fatto suonare, diverse vibrazioni saranno pompate dentro il disco stesso, alcune delle quali saranno rivelate dallo stilo e quindi amplificate e aggiunte alla musica. Questo ovviamente non va bene. Le sorgenti di queste vibrazioni sono molte e di origine diversa. La singola sorgente con impatto maggiore (in qualsiasi piatto di qualità) è lo stilo stesso mentre traccia il disco. Fate suonare il disco ad amplificatore spento e sarete comunque in grado di ascoltare la musica abbastanza facilmente anche se molto bassa e metallica. Quella vibrazione dello stilo nel solco raggiunge il vostro orecchio attraverso l'aria, ma la maggior parte di essa rientra nel disco stesso mettendolo a sua volta in vibrazione. Inevitabilmente queste vibrazioni torneranno verso lo stilo dove verranno raccolte e amplificate per diventare parte del segnale musicale. Questo è un rumore molto maligno, perché dipende dalla musica ed è ritardato (come un eco molto basso): per questo l'orecchio è più sensibile a questo rumore piuttosto che al rumore casuale (come quello superficiale) e ha l'effetto di ridurre la dinamica e distruggere i dettagli. Fortunatamente il vinile è un mezzo abbastanza dispersivo per cui smorza molto di quel rumore: ovviamente un'incisione a 180 gr possiede molta più massa per cui questo smorzamento sarà molto più efficace che non in un disco economico molto sottile.

Secondo nella lista dei cattivi si posiziona quasi sempre il sistema di rotazione. Che sia in corrente continua o alternata, il motore è solitamente l'elemento più rumoroso di un giradischi. Quel rumore riuscirà a raggiungere lo stilo (dove in ultimo qualsiasi vibrazione, sia essa dovuta al rumore o alla musica, è convertita in segnale per l'amplificatore) in tre modi diversi. Prima di tutto per riuscire a mettere in rotazione il piatto deve per forza esistere una connessione tra i due (esclusi i piatti DD) e le vibrazioni correranno su qualsiasi cinghia sia essa di gomma, filo da pesca o nastro... In realtà quei sistemi che offrono il miglior controllo tra il piatto e il motore sono anche quelli che trasmettono la maggior parte delle vibrazioni: per esempio una cinghia di gomma molto morbida trasmetterà poche vibrazioni ma non è neanche ideale per la stabilità della rotazione del disco. La vibrazione può viaggiare attraverso il plinto (anche attraverso la base se si tratta di un tipo sospeso) quindi su per i cuscinetti e poi il piatto, il disco e quindi lo stilo. E infine dal plinto, per la base del braccio, il braccio, il portatestina e quindi lo stilo.

A queste due sorgenti di rumore bisogna inoltre aggiungere il rumore generato dai cuscinetti a sfera che segue un cammino simile a quello del motore, anche se ha una componente maggiore nel piatto, e le vibrazioni trasportate dall'aria, solitamente meno importanti e che agiscono direttamente sul disco.

Tutte queste vibrazioni sono diverse dal segnale musicale e producono rumore...

Ma il Roksan le controlla in maniera completamente diversa dal Michell. Diamo prima di tutto un'occhiata al Roksan.

Questo piatto ha un tappetino di feltro per isolare il più possibile il disco dal piatto: quest'ultimo è di metallo e suona come una campana quando lo battete per cui questa scelta sembra avere una chiara motivazione. Il Roksan spinge questo isolamento anche oltre: il perno è un piccolo pezzo di plastica che posiziona il disco e che in seguito viene rimosso. In questo modo il disco è isolato dal piatto il più possibile eppure è supportato in tutta la sua estensione dal feltro. L'effetto di queste scelte è che tutto il rumore che proviene dai cuscinetti o dal piatto è tenuto lontano dal disco. D'altra parte qualsiasi vibrazione del disco stesso, per esempio quelle causate dallo stilo mentre va a spasso nel solco, non hanno un posto dove andare: molte rimangono lì, e quelle che non vengono smorzate dal disco stesso produrranno rumore.

Il Michell invece ha un grosso piatto di acrilico che ha circa la stessa impedenza acustica di un disco di vinile. In questo caso dalla Michell vi forniscono un blocca dischi da avvitare che esercita una grossa pressione sul disco: sul piatto c'è una rondella rialzata sotto l'etichetta del disco che insieme al blocca dischi piega il disco verso il basso spingendolo verso la superficie del piatto. L'idea è di rimpiazzare un disco spesso 3 mm con un pezzo di 5 kg di vinile. Le vibrazioni nel vinile stesso sperabilmente non saranno riflesse verso lo stilo, ma piuttosto passeranno verso il piatto. D'altronde questo legame così intimo tra il disco e il piatto implica che il primo è legato a doppio filo con il rumore proveniente dal motore o dai cuscinetti che riesca a raggiungere il piatto. La teoria dietro a questo progetto è che la dimensione e la natura dispersiva del materiale di cui è fatto il piatto riducano o eliminino gran parte di quelle vibrazioni.

Ora immaginate di dare entrambi questi esempi a un gruppo di sofisti e lasciare che inizino a discutere :-)

Più direttamente, potete immaginare due recensori alle prese con il blocca dischi Shun Mook, il primo che usi un Roksan e il secondo l'Orbe? Il primo aggiungerà al proprio sistema qualcosa che va esattamente nella direzione opposta alla filosofia progettuale del suo giradischi, il secondo invece qualcosa che segue l'idea originale del progettista. Perciò il recensore "A" molto probabilmente penserà che lo Shun Mook non serve a nulla, anzi, che peggiora la prestazione del suo impianto, mentre il recensore "B" potrebbe amarlo. Questa è la ragione per cui le mie conclusioni su questo componente saranno brevi e decisamente vaghe...

Dischetti, Morse e A vite...

In questo mondo è difficilissimo generalizzare ma, da quello che abbiamo visto sopra, una buona linea di separazione sembra essere che se il vostro giradischi ha un feltro o un altro tappetino con proprietà isolanti, l'aggiunta di qualsiasi cosa che aumenti il contatto tra il disco e il piatto andrà contro la filosofia progettuale del giradischi. Inoltre, se vedete quel giradischi con una morsa o un dischetto blocca dischi, allora probabilmente anche il progettista non ha le idee molto chiare :-) D'altra parte un qualsiasi piatto con una superficie dura progettato per accoppiarsi con il disco potrà o meno trarre beneficio dalla presenza di un blocca dischi. Certamente, un'altra incognita è il risultato complessivo di posizionare un certo peso sopra i cuscinetti del giradischi, con effetti inevitabili sul centro di massa, la frequenza di risonanza, il carico dei cuscinetti e così via: ogni giradischi reagirà in maniera diversa...

Detto questo, diamo un'occhiata ai tre gruppi di oggetti-da-mettere-sul-disco (mentre cerchiamo un termine migliore). L'Orbe è un buon esempio di una morsa a vite. Queste ultime vengono solitamente vendute come parte del giradischi perché hanno bisogno che il perno sia filettato. Nel caso dell'Orbe, essendo largo e accoppiato con la rondella esercita una grossa pressione sul disco, fornendo l'accoppiamento migliore tra il disco e il piatto con i cuscinetti. Per molti altri giradischi c'è però un problema. Se avete un piatto di materiale duro deve avere un'incisione per l'etichetta. Ma non tutti i dischi hanno una parte centrale spessa (peraltro di spessore variabile) per cui avvitarci sopra una morsa piegherà il disco con l'area dell'etichetta spinta verso il basso mentre l'intera superficie del disco è spinta verso l'alto, esattamente l'opposto di quello che vorreste! Questo è quello che succede con la morsa distribuita con il Woodpecker per esempio. Dopo aver contattato il costruttore, mi è stato detto che piuttosto che una morsa si tratta di un "tocco" poiché dovrebbe venir avvitato solo fino al punto in cui tocca il disco. In questo caso quindi (e come succede con molte altre morse) la morsa non può aumentare il contatto tra il disco e il piatto, ma agire solo come un altro meccanismo di dissipazione messo al centro del disco o come un punto di sfogo per le vibrazioni del disco attraverso il perno e i cuscinetti. Forse per questo ho notato solo piccoli miglioramenti con quell'accessorio (il giradischi rimane comunque eccellente!).

Bisognerà pensarci...

L'accessorio secondo in termine di diffusione è il "dischetto da hockey". Cioè semplicemente un peso che mettete sopra il perno per spingere verso il basso il disco. Ovviamente ne esistono di diversi tipi... Il mio Acoustic Solid ha un dischetto metallico molto bello e pesante da scaricare sul perno. A volte mi chiedo se il progettista abbia deciso cosa fare con questo giradischi perché è accessoriato con due tappetini in acrilico e pelle che possono essere invertiti e che servono a isolare il disco dal piatto che suona come una campana. Siccome quello in acrilico non ha un'incisione per l'etichetta, quello in pelle deve andare sopra, ma sicuramente il dischetto non sembra avere alcun effetto negativo ed è anche bello da vedere. Simili dischetti sono modifiche abbastanza comuni anche fatti di materiali più assorbenti come la gomma o anche in piombo per agire come un punto di smorzamento per il disco. Per ciascuno, spero che siate in grado di vedere quali giradischi potrebbero trarre beneficio da essi e quali no.
acoustic-solid-puck

E infine eccoci all'argomento di questa "recensione", la morsa bloccadischi prodotta dalla Shun Mook.

shun-mook-record-clamp-on-woodpecker

Questo cade nella più rara forma dei dischetti: una morsa che piuttosto che avvitarsi ha un collare che va sopra il perno e ruotando la parte superiore della morsa, le ganasce del collare si chiudono tirando la morsa giù verso il disco. L'effetto è molto simile alla morsa dell'Orbe ma non avete bisogno di un perno filettato. L'unico altro modello che io conosca con un sistema di funzionamento simile è la morsa Audiomeca (non più in produzione) che è di dimensioni simili, con l'essenziale differenza che l'Audiomeca è fatto di acrilico e piombo mentre la morsa Shun Mook è fatto di un'esotica rarissima radica d'ebano vecchio di 100 anni. Hanno entrambi una forma a cono ed entrambi sono grandi abbastanza da coprire tutta l'area dell'etichetta. Questo è importante perché riduce di molto l'effetto di sollevamento con quei piatti che abbiano un incavo per l'etichetta. Poiché avevo a disposizione il Woodpecker, e quel giradischi smarcava tutti i punti necessari per questa prova ho eseguito l'ascolto principalmente su quel giradischi.

shun-mook-record-clamp-bottom

In quella specifica situazione i risultati sono stati completamente positivi (e simili a quelli della morsa Audiomeca che ho avuto anni fa). La morsa è molto semplice da usare, più semplice che non una morsa da avvitare a causa del modo in cui questo giradischi parte e si ferma. Queste morse sono infatti inutili su quei giradischi che hanno bisogno di essere sempre in moto per dare il meglio, come capita per esempio con l'Acoustic Solid. La musica guadagna immediatamente un po' di fuoco e aria mentre il basso si stringe un pochino. Questo come al solito libera spazio e banda di frequenze per incrementare la dinamica e il dettaglio: mi è piaciuto molto l'effetto. Anche bella da vedersi... Potrei darvi la solita lista di quello che ho ascoltato e che cosa ha messo in luce, ma vi avevo già avvisato dall'inizio sul fatto che sarei stato breve e conciso... Detto questo il miglioramento è significativo al punto che ne sentirò la mancanza (l'ho infatti rimandato indietro) e anche se costoso non è qualcosa che dovreste mai aver necessità di rimpiazzare.

Ma se esiste un prodotto che può avere un effetto diverso a seconda del sistema in cui si usa, questo lo è.

sistemi usati

© Copyright 2012 Geoff Husband - geoff@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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