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I volumi della posta precedente
VA e B&W
Caro Direttore,
le riscrivo a breve distanza dall'ultima lettera (a proposito: su un prossimo upgrade con un buon ampli Naim non ci piove...!), spero che abbia ancora un po' di tempo per chiarire ancora due cose, che forse potrebbero interessare anche ad altri utenti. Per questo la ringrazio molto!
LC
Caro Max,
i VA o voltampere si usano per rappresentare la cosiddetta "potenza apparente" che si ottiene moltiplicando i valori di tensione efficace per corrente efficace. Dimensionalmente è equivalente al watt che però si usa per esprimere la "potenza attiva" ovvero quella realmente assorbita. Questa si misura moltiplicando la tensione V per la corrente I per il coseno dello sfasamento tra queste due grandezze. La potenza apparente, dunque, è una sorta di misura "ideale", ottenuta pensando ad una situazione di sfasamento nullo tra V ed I. Per questa ragione i trasformatori sono spesso dichiarati in VA, come fa correttamente la Naim. Il valore massimo dichiarato di corrente dovrebbe essere quello che l'amplificatore riesce a trasferire sul carico (il diffusore), in condizioni ideali. Questi due valori non dicono poi moltissimo, anche perché spesso i Costruttori dichiarano valori di corrente mirabolanti, da saldatrice industriale, spesso molto lontani dalla verità.
Se tutti fossero onesti ed i dati fossero dunque confrontabili un amplificatore che riesce ad erogare una maggiore corrente di picco dovrebbe essere in grado di pilotare più agevolmente diffusori anche "difficili", specie nei "transienti" ovvero nei momenti di massima richiesta da parte del programma musicale (un colpo di grancassa, ad esempio). Il transiente è, come dice la parola stessa, una richiesta di intensità sonora breve (transiente, appunto) ma tipicamente, nel linguaggio comune audiofilo, molto intensa.
Sui diffusori B&W mi sono espresso così tante volte che forse non è necessario che mi ripeta ancora. Intanto correggiamo una grossolana inesattezza: non è affatto vero che io non li consiglio mai. Basta leggere un po' di volumi di Lettere alla Redazione (persino questo stesso!) per trovare questi diffusori consigliati ad audiofili alla ricerca di un certo tipo di suono. Infatti, per quanto non faccia mistero alcuno del fatto che io non ami particolarmente la (nuova) timbrica della casa inglese, questo non significa che io non possa consigliarli. Cerco sempre di immedesimarmi nelle esigenze di chi chiede consiglio, senza mai anteporre i miei gusti a quelli degli altri. Quando chiedo consiglio ad un esperto mi aspetto che lui mi offra una gamma di possibilità, non che mi indirizzi sul prodotto che lui ha acquistato. Avrai infatti notato che la composizione del mio impianto di riferimento è gelosamente ed attentamente tenuta riservata. Abbiamo tutti gusti diversi, ciò che piace a me potrebbe non piacere ad altri.
Ovviamente tutto il discorso si regge sul fatto che una soglia di qualità garantita ci debba pur essere. In altre parole: tra una torre B&W ed una Opera io probabilmente, PER MIO GUSTO, sceglierei la seconda ma questo non significa affatto che sia "migliore" della prima. Semplicemente, si tratta di due approcci diversi!
Il nuovo corso di B&W tende a privilegiare un effetto presenza in gamma medio-alta che, in certi ambienti e con alcune elettroniche, può alla lunga diventare faticoso all'ascolto. Questo non significa che, coi partners adatti, l'ambiente adatto e le orecchie desiderose di un certo tipo di sound B&W non possa rappresentare una scelta eccellente.
Spero di aver chiarito a sufficienza,
Lucio Cadeddu
Magia della sospensione pneumatica? Diffusori Opera Seconda
Ciao Lucio,
ti ringrazio nuovamente per il tempo che mi hai dedicato la volta scorsa e, scusami se ti disturbo nuovamente con questa mia molto prolissa.... :))) Ma sono anche abbastanza agitato....
Sicuramente ricordi la mia missiva, dove ti scrissi che le Opera Grand Mezza riproducevano pochi bassi e sentivo bene dalle medio basse in su. Letteere alla Redazione: Pochi bassi con le Opera Grand Mezza. Ebbene, stavo procedendo con calma maniacale nell'ascolto prolungato, come mi avevi indicato tu, nell'attesa della fine del loro rodaggio. Nel frattempo, parlandone con mio cugino, avevo descritto le capacità sonore e decantato molto le OPERA per altri aspetti, l'altro è musicista e direttore d'orchestra quindi di musica se ne intende, una
sera della scorsa settimana è venuto a casa mia, ed abbiamo ascoltato con le Grand Mezza alcuni brani di musica Classica, Bach, Verdi, Mendelssohn e un CD di Astor Piazzolla, beh che dire? Subito ne è rimasto entusiasta delle loro capacità sonore ed ha apprezzato molto le Grand Mezza anche esteticamente, abbagliato anche dalle finiture cosmetiche impeccabili, tanto che mi ha pregato di cedergliele, io in un primo momento non volevo, vabbé poi ho ceduto e accettato la
proposta, anche perché lui non ha molto tempo per ascoltare nei vari negozi HI FI ecc, a casa ha ancora un pre Quad con finale Quad303 collegato a delle AR16! Quindi doveva cambiare quanto prima i diffusori...
Chiaramente essendo nuove me le ha pagate come io le avevo acquistate circa un mese fa, martedì è venuto a ritirarle. Ci credi che poi non ho dormito per due notti, pensando a come lui avesse accettato quel suono
nel mio ambiente privo di bassi e un po' rimbombante nei medio bassi, ed io ero ancora lì a rodermi sui bassi poco consistenti e su un impatto sonoro buono solamente ad alti volumi d'ascolto, mah? Pensavo di aver perso la connessione di causa ORECCHI/CERVELLO....
Di fatto, dopo quelle notti insonni e aggiungendo qualche soldino in più, ho optato per acquistare le sorellone maggiori delle Grand Mezza le OPERA SECONDA, dato che il suono Opera mi è sempre piaciuto, avendo ascoltato più volte al Top Audio di Milano le Callas e l'anno scorso le nuove GRAN CALLAS, quindi ho pensato secondo dei calcoli un po' così...
essendo le Seconda più grandi e, avendo i woofers più "diametrosi" dovrebbero darmi quello sprint in più che mancava alle Grand Mezza... ma avevo paura del loro carico, la famigerata sospensione pneumatica, ormai estinta e archiviata da tempo, sapendo che si estende meno verso il basso, beh, mi tremavano le gambe nell'attesa.... anche perché il
costo delle Seconda è abbastanza altuccio...
Ebbene, mi sono arrivate da tre giorni e, nonostante nuove e in rodaggio, da quel momento ho la pelle d'oca perenne e non riesco a staccarmi da loro durante gli ascolti, è diventata una malattia "gioco d'azzardo sonoro", esco di casa e non vedo l'ora di rientrare per ascoltare la mia musica, riprodotta con una timbrica da primato con bassi asciutti e presenti e quant'altro, insomma come dal vivo....
ALLUCINANTE! Cosa è successo?... Sarà la magia della VECCHIA sospensione pneumatica, sogno o son desto? Ti assicuro che i bassi ci sono e sempre e uguali, intendo questo, che se sono molto gravi sono pulitissimi senza code, godibilissimi e scendono molto, si sentono addirittura le dita correre sulle corde del contrabbasso, se sono medio-bassi, hanno lo stesso peso e impatto, ma sempre la medesima presenza, è sparito anche quel fastidioso rullante che pestava nelle orecchie...
INCREDIBILE!!!
Una coerenza timbrica da primato e tanta dinamica, tanto che i diffusori spariscono dalla scena regalando un palcoscenico profondo e molto ampio, l'evento sonoro si materializza davanti a me, il basso è legato a tutto il resto, mentre con le Grand Mezza il contrabassista sembrava suonare in un altro contesto, e i diffusori non sparivano
dalla scena, come è possibile?
Forse il tubo d'accordo posteriore delle Grand Mezza generava nel mio ambiente una sorta di segnale in
controfase su certe ottave molto basse? Anche le seconda distano dalla parete di fondo circa 40cm, immagino che il mio confronto sia un po' sbilanciato, confrontare le Grand Mezza con le Seconda.... ma qui ti assicuro che anche a bassissimi volumi d'ascolto la microdinamica è godibilissima, se alzo fanno solamente "più casino è ovvio", ma la
percezione acustica è la stessa che percepisco a basso volume, rimango basito per questo. Anche le ottave più basse del pianoforte con le loro armoniche, sono vere e non "abbastanza" artefatte.
Aiutami a capire, è solamente un mio innamoramento verso le Seconda e un po' d'odio verso le Grand Mezza che subito non mi hanno regalato una sensazione credibile? O è la sospensione pneumatica a lusingarmi e a regalarmi questo impagabile godimento nell'ascolto? Quindi il reflex è peggiore... O è il Marantz PM7001KI che si trova più a suo agio con il
carico delle Seconda? O addirittura la semplice mia sensazione... sono più grandi e quindi suonano meglio delle Grand Mezza?.... I'm confused...
Se è davvero la sospensione pneumatica a cambiare così in meglio il suono, oltre che agli ottimi e impeccabili progetti OPERA, come mai è stata abbandonata a se stessa.... :(((
Ti auguro una buona domenica.... dove c'è da tagliare taglia per carità, è che mi sono talmente esaltato che non potevo non raccontarti queste mie sensazioni, la sospensione pneumatica, secondo me, è ancora una validissima
opportunità per molti progettisti di diffusori. Tu cosa ne pensi?
Cordialissimi saluti... e grazie...
Francesco - E-mail: el.cubanito (at) tiscali.it
LC
Caro Francesco,
intanto c'è da gioire perché un diffusore più costoso suona decisamente meglio di uno più economico. Non sempre funziona così. Il paragone che proponi è ovviamente impari, per tipologia e dimensioni dei drivers e del mobile, innanzitutto. La sospensione pneumatica non credo sia responsabile di quel che senti, essa è solo un sistema diverso per caricare gli altoparlanti. Tenuto conto dei drivers utilizzati il progettista avrà deciso per una cassa chiusa anziché un reflex a ragion veduta, immagino. Diciamo che la sospensione pneumatica, a parità di litraggio, è meno sensibile ed è questa la ragione principale che ha portato i costruttori ad optare quasi sempre per il reflex: buona sensibilità e risposta alle basse frequenze in volumi ed ingombri ridotti. La sospensione pneumatica a noi piace, tant'è che abbiamo anche un progetto di torre autocostruita, le TNT Nues, che adotta questo tipo di carico. Anche la pendenza con la quale la risposta cala verso le ottave più profonde è diversa, tipicamente - ma è una stima grossolana - 12 dB/ottava per la sospensione pneumatica, ed in genere ben superiore per il reflex che quindi scende più in basso ma da un certo punto in poi la sua risposta cala più rapidamente.
Tornando alle tue Opera Seconda, non mi meraviglia affatto che due woofers da 17 cm possano muovere più aria di due da 13, all'interno di un mobile ben più grande, da cui l'effetto di maggior presenza ed impatto che hai sentito a casa tua. A questo devi aggiungere anche che il carico visto dall'amplificatore è diverso e, tipicamente, i problemi di pilotaggio si fanno sentire principalmente in gamma bassa, dove è richiesta più energia. Le Seconda sono un carico un po' più facile rispetto alle Gran Mezza: il minimo dell'impedenza, ad esempio, sta ben sopra i 4 Ohm, contro i 3.4 della Gran Mezza. Infine le interazioni con l'ambiente: potrebbe essere che la presenza del reflex abbia giocato a sfavore dell'interazione del diffusore con la stanza.
A tutto quanto già detto aggiungerei anche un effetto psicologico difficile da trascurare: prezzo e dimensioni, in mancanza di un confronto diretto, possono aver influenzato il tuo giudizio. Sarebbe interessante portare le Seconda a casa del tuo amico che ha acquistato le tue Gran Mezza e fare un confronto testa a testa. Secondo me potrebbe essere estremamente istruttivo.
Tienimi al corrente,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Roberto,
l'impianto mi pare equilibrato, in particolare l'abbinamento NAD + B&W. Visto che hai necessità di ascoltare anche DVD musicali mi sembrerebbe opportuno pensare ad un'unica macchina come l'Oppo citato, che fungerà benissimo anche da lettore CD. Visto che il budget te lo consente, pensa al modello 983, semmai.
I cavi, per ora, possono stare al loro posto mentre quei 400 LP, se non rovinati, meriterebbero di meglio. Certamente ti serve un buon pre fono (magari da cercare usato) ma forse anche un giradischi migliore. Già con 3-400 € riesci a prendere una combinazione completa di testina che va meglio del tuo attuale Technics (ad es. qualche ProJect). Su questo punto magari sarà il caso di tornarci una volta sistemato il resto e, soprattutto, una volta definita bene la situazione nella nuova sala d'ascolto, fatto che potrebbe stravolgere gli attuali equilibri faticosamente raggiunti.
Alla luce di tutto ciò, vedo benissimo l'idea della linea dedicata. Fai una ricerca con il motore interno al sito con parola chiave "linea dedicata" per avere un po' di informazioni su come realizzare le cose in maniera ottimale. Ad esempio, sarebbe meglio predisporne due, una per le sorgenti ed una per l'amplificazione.
Le dimensioni della stanza non sono male ed il lato corto, come dico spesso, non è necessariamente un problema. Molto più importante sarà l'arredo, semmai. Dovrai curare tutto pensando alla simmetria che è necessaria per una buona immagine stereofonica e curando l'assorbimento delle frequenze medio-alte, tramite tappeto ed altri interventi simili (quadri in tela etc.).
Infine, per quanto riguarda i "dottori" esperti...ho sempre pensato che chi si protegge dietro ai "titoli" qualche problema di autostima ce lo deve pur avere ;-)
Non conosco il caso specifico ma lo scudo del titolo accademico non è mai un buon segno.
Hai presente quando parcheggi e c'è sempre quello che ti aiuta con un "Venga ancora un po' indietro, dotto'!" ? Ecco, appunto. So per esperienza diretta che non tutti i pezzi di carta valgono allo stesso modo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Re: Consiglio preamplificatore (percorsi tortuosi)
Grazie Lucio, ho letto la tua risposta, ma mi chiedo se hai letto con attenzione quello che ho scritto.
Nello specifico non ho mai parlato di "MONOVIA" poichè non abbraccio assolutamente quella filosofia che reputo troppo limitante poichè mi ha sempre deluso, nessun trasduttore riesce a coprire efficacemente l'intera banda audio. Non sono un estimatore dei sistemi monovia per intenderci. Non approvo nemmeno le bobine sui woofer, ma i tweeter vanno protetti per ovvi motivi. Io ho parlato di un "BICONO".
Sono perfettamente cosciente che il mio è un sistema a tre vie (che per puntualizzare definirei con midrange a banda estesa) tutt'altro che complicatissimo, ho solo inserito un equalizzatore.
I punti di crossover del mio sistema sono volutamente distanti dai 2KHz (punto d'incrocio scelto dalla maggior parte dei costruttori per i sistemi a 2 vie) poichè a tali frequenza l'orecchio umano ha la massima capacità di analisi come ben sai ed è più sensibile a variazioni di fase. I punti di crossover nel mio progetto sono volutamente circa 100/10000Hz. Ho voluto che le frequenze comprese in questo delicato intervallo (100/10000 Hz all'incirca) siano riprodotte da un unico trasduttore coassiale e senza filtri passivi per la massima coerenza nella fase acustica che reputo più importante e difficilmente correggibile elettronicamente di una non linearità nella risposta in frequenza che invece è facilmente correggibile con un buon equalizzatore.
La scelta dell'altoparlante in aria libera è scaturita dalle problematiche che si riscontrano nel chiudere un altoparlante in un box e soprattutto per il discorso della semplicità (KISS) che hai eccennato, cosa c'è di più semplice di un dipolo senza filtri passivi? Basta un pannello di legno piano ed un altoparlante!
Il supertweeter isodinamico planare si presta perfettamente a completare la gamma estrema del bicono grazie alla sua velocità e brillantezza avendo la medesima sensibilità.
L'equalizzatore SONY SEQ 555ES (che opera nel dominio digitale e non analogico dopo la conversione) riesce perfettamente ad addolcire l'altrimenti ingestibile CH250 come ha graficamente dimostrato il mio computer e le mie orecchie dopo la misura RTA a terzi d'ottava. Ovviamente l'intervento in gamma media è stato piuttosto sostanzioso con un abbassamento del picco a 2KHz nell'ordine dei 7/8db. Tra un equalizzatore ed un filtro notch preferisco l'equalizzatore (se di buona qualità).
Senza equalizzazione i CH250 sono inascolabili sia ben chiaro, ma dopo la cura diventano, dal mio punto di vista, uno dei migliori midrange che abbia mai sentito, sfoderando una gamma media non morbida ma spietatamente analitica, precisa, veloce e coerente ottima per i mixaggi.
Il mio Frankestein ha surclassato all'ascolto le mie precedenti B&W601 e 602.5 sfoderando un microcontrasto, una velocità ai transienti ed una ricostruzione dell'immagine che mai avevo potuto constatare con le mie B&W nonostante la modestia dei componenti a monte facendomi scoprire tante cose prima nascoste all'interno dei software.
Inserire e tarare un Sub con il fonometro è stato semplicissimo (cablaggio compreso) anche se non nascondo che il punto debole del sistema è soprattutto il Sub mono che è facilemente localizzabile a causa dell'alta frequenza di incrocio col dipolo. Magari un giorno riuscirò a trovare un midrange lineare che mi permetterà di eliminare l'equalizzatore, ma fino a quel giorno continuerò ad usare questo intrattabile ma affascinante bicono.
Il mio approccio all'audio è di tipo empirico oltre che teorico. Tempo fa mi sono premurato di aquistare uno strumento per le misurazioni RTA a terzi d'ottava ed ho imparato sulla mia pelle che nessun altoparlante neanche il più lineare una volta inserito in un ambiente d'ascolto suona piatto come in camera anecoica.
Quello che volevo farti capire con la mia risposta è che c'è una precisa filosofia che sta alla base del mio progetto, scaturtita da un'evoluzione di 15 anni di ascolti e perchè no di "studi", non mi sembra che il mio approccio sia così stupido. Trovo sinceramente che i vantaggi acustici apportati dalla equalizzazione (con misura RTA) di qualsiasi impianto in relazione all'ambiente di ascolto siano maggiori degli svantaggi apportati dal deterioramente del segnale. Anche se il non plus ultra sarebbe una risposta in ambiente perfettamente lineare senza equalizzatore sia ben inteso! Ma per raggiungere questo risultato dovrei trovare degli altoparlanti la cui risposta di adatta perfettamente al mio soggiorno... magari li trovo.
Ho ascoltato le Klipsch Heresy 2 recentemente inserite in un impianto con elettroniche migliori delle mie e non ho riscontrato un miglioramento rispetto al mio ascolto abituale con il mio impianto. C'era più coerenza nel basso, ma la gamma media era inferiore, secondo il mio orecchio sia ben chiaro.
Dimenticavo, il CH250 oltre all'equalizzatore richiede anche un lungo rodaggio! Come il buon vino migliora nel tempo...
Spero di trovare un buon PRE.
Grazie e cordiali saluti
Mauro - E-mail: mjsalvador (at) hotmail.it
LC
Caro Mauro,
lungi da me volerti distogliere dal tuo personalissimo - ed intricatissimo - percorso, ma quando leggo certe cose non riesco proprio a fermare la tastiera. Qualche ulteriore precisazione è dunque necessaria. Intanto quell'equalizzatore NON è digitale, ma assolutamente analogico, come è ovvio che sia visto il periodo di produzione. I primi correttori acustici ambientali in dominio digitale risalgono alla metà degli anni '90 ed erano maledettamente costosi. Continuo a pensare che l'unico approccio sensato all'equalizzazione ambientale, pur con tutti i suoi limiti, sia quello reso possibile da un intervento nel dominio digitale, PRIMA della conversione analogica. Quello che hai fatto tu non è altro che inserire tanti crossover (quelli dell'equalizzatore) sul percorso del segnale. Sei soddisfatto del risultato e va benissimo, però consentimi di esprimere tutti i miei dubbi sulla necessità di utilizzare un bicono dalla risposta impossibile, da correggere poi pesantemente pur di farlo suonare in maniera accettabilmente lineare. 7 dB di correzione a 2 kHz sono un'enormità, da qualunque punto di vista li si voglia considerare.
E poi, non dimenticare che la campana di intervento dell'equalizzatore a 2 kHz non corrisponde certamente al picco di risposta del driver. Di conseguenza stai attenuando di 7 dB i 2 kHz, ma anche di parecchi dB tutte le frequenze vicine, che magari non avevano necessità alcuna di essere attenuate (!!!). Parli poi di minimizzare le rotazioni di fase utilizzando un unico driver per la gamma media...però poi mandi tutto a "donnine allegre" inserendo aleatorie rotazioni di fase causate dall'equalizzatore ESATTAMENTE nella porzione di frequenze che volevi preservare maggiormente! Per non parlare, ovviamente, del peggiorato rapporto segnale/rumore!
Sorvolo, per amor di brevità, sull'orrore delle basse frequenze riprodotte da un singolo woofer monofonico fino ai 100 Hz!
Infine, dopo cotanto approccio "scientifico" all'acustica ti pregherei di non scivolare nella più classica delle bucce di banana: giudicare un diffusore in un impianto ed in un ambiente a te non familiari. Le Heresy, un vero evergreen della storia dell'alta fedeltà, non possono essere liquidate così in due parole né, tantomeno, la loro gamma media può essere messa in discussione da un economico bicono Ciare nato per tutt'altri scopi (PA e car). Ci può stare tutto, anche il fatto che "ogni scarrafone...etc" ma cerchiamo di non sconfinare nell'assurdo.
Inoltre, non mi pare significativo il fatto che, a tuo dire, i tuoi diffusori suonino meglio di una coppia di B&W praticamente entry-level. Se sommiamo il costo di tutto il materiale necessario per mettere in piedi il tuo Frankenstein (biconi, supertweeters, sub, mobile, equalizzatore e cavi vari) senza neppure considerare un eventuale valore della manodopera credo che con la cifra risultante avresti acquistato qualcosa di molto meglio delle B&W 601. Se pensiamo all'usato, poi...
In chiusura, prendi le mie come mere puntualizzazioni e precisazioni su errori metodologici e di procedura (preservare la fase per poi distruggerla, ad esempio) e certo non come un giudizio sulla tua creazione che, non avendo avuto modo di ascoltare, non posso certamente formulare.
Scusami per la serie di antipatiche precisazioni.
Lucio Cadeddu
Qualche upgrade per un primo impianto
Caro Direttore,
mi scuso in anticipo se le espressioni ed i termini che utilizzerò potranno risultare poco tecnici ma sono un neofita assoluto. Ho fatto un giro nelle FAQ che mi sono state di grande aiuto e che ho trovato davvero utili.
Dopo gli ultimi anni passati a buttare via denaro per ipod di varie forme e colori ho sentito l'esigenza di ritornare alle origini, vale a dire ad un impianto, anche entry level, che mi potesse regalare le emozioni che ricordo di aver provato quando da ragazzino ascoltavo musica dall'impianto di mio fratello più grande.
Dopo un po' di ascolti in giro per negozi ed anche in considerazione del mio budget, indeciso tra Arcam, NAD e Rotel, ho optato per un accoppiata NAD con il lettore 542 e l'ampli 355 BEE. Quanto ai diffusori, non disponendo di adeguato budget, sto rimandando la spesa. Al momento ascolto l'impianto con delle Grado acquistate di seconda mano da un amico. Spesa complessiva al momento è stata di circa 1300 euro.
Sono molto contento anche se, essendo il mio riferimento di partenza davvero molto in basso (auricolari ed ipod), non so se interpreto un miglioramento relativo come buona qualità in termini assoluti. Ecco le mie perplessità:
LC
Caro Nicola,
ti rispondo subito che i cavi non sono poi un grosso problema, l'importante è evitare quelli "di serie" che, in effetti, compromettono in maniera sensibile le prestazioni di un impianto HiFi, purché questo sia messo nelle condizioni di far sentire certe differenze. Nel tuo caso, per il momento, acquisterei soltanto dei cavi di segnale decenti, diciamo intorno ai 100/150 € per metro terminato. I marchi da considerare sono tanti, vedi un po' cosa riesci a trovare, magari cercando di stare su marche note (Monster, MIT, Audioquest, VdH, Supra, Kimber...) possibilmente non disdegnando l'usato. Per i cavi dei diffusori, eventualmente, ci preoccuperemo in seguito, magari seguendo indicazioni analoghe.
I cavi d'alimentazione fissi hanno, di norma, una loro ragion d'essere. Sono presenti quasi sempre nelle apparecchiature senza cavo di terra. Si tratta di apparecchi "a doppio isolamento" dove la terra NON deve essere presente. La maggior parte dei cavi d'alimentazione speciali fa uso esplicito del conduttore di terra, quindi nel tuo caso sarebbero abbastanza inutili. Trattandosi di apparecchi, immagino, ancora in garanzia, eviterei manomissioni dell'alimentazione: rischieresti di non veder riconosciuti i tuoi diritti e potresti avere difficoltà a rivendere in caso di futuri upgrade. Lascia così, per ora.
Puoi invece più intelligentemente intervenire su altri aspetti, ad esempio dotandoti di un mobiletto portaelettroniche, tipo il nostro progetto d'autocostruzione TNT FleXy. Poi potresti dotare CD ed ampli di piedini morbidi: ne abbiamo recensito un'infinità. Se desideri giusto provare l'effetto che fanno, mettici dei battiporta morbidi. Tra quelli commerciali che ho provato i BrightStar Isonode mi sono sembrati quelli più efficaci in generale.
Per quanto riguarda infine i diffusori, io valuterei le proposte di ProAC (serie Studio, da pavimento), KEF, Chario, per tonalità simili ai tuoi NAD e Triangle, JM Lab e B&W, qualora volessi affiancare alle elettroniche NAD, tendenzialmente "calde", qualcosa di più aperto e brillante.
Ovviamente, ascolta tutto ciò che ti riesce, poi semmai, sentiamoci di nuovo per una cernita finale.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Entusiasmo analogico
Ciao!
Per prima cosa, detto n il numero di pagine di TNT-audio, n volte grazie, almeno...
Il mio primo contatto con TNT-audio mi ha portato, qualche anno fa, a passare da un "compatto" a:
LC
Caro Simone,
grazie per questo feedback così positivo, è sempre un piacere constatare che il nostro duro lavoro (bè, si fa per dire) alla fine produca qualche frutto in termini di soddisfazione all'ascolto di chi ci legge. Conoscendomi per le cose che scrivo e ripeto sempre, avrai anche capito che non mi piace l'idea di tenere tanti apparecchi medio-buoni al posto di uno eccellente ma tant'è, capisco che al cuor non si comanda e questo è, in fondo, anche un gioco un po' illogico.
L'importante è che tu, come traspare dalle tue parole, sia soddisfatto così. Puoi certamente provare un Flexy in rovere anche per i giradischi mentre per il Garrard non mi dannerei troppo, visto che hai già due piatti migliori. Fossi in te investirei su questi due (o su solo uno di questi!) per dotarli di una testina di livello ancor più elevato.
Per quanto riguarda le traduzioni, ti ringrazio! In questi ultimi mesi i miei appelli alla buona volontà dei lettori hanno sortito un effetto straordinario e tanti nuovi e bravi traduttori si sono aggiunti al nostro team, consentendo di eliminare praticamente tutto il pregresso che si era accumulato. Un ulteriore ringraziamento ai nuovi ed agli "storici" è quantomeno doveroso.
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Carissimo Lucio,
mi permetto di rivolgermi in tono amichevole visto che sono alla terza lettera. La mia non vuole essere una richiesta di aiuto e/o consigli, ma è un semplice feedback a cui se vuole può anche non rispondere. Il mio intento è esclusivamente comunicare tutta la mia felicità: ho seguito il suo prezioso consiglio di acquistare il Virtue.one e dopo soli 14 giorni di attesa (dall'ordine..) il mio nuovo gioiellino è arrivato a destinazione. Che dire... sono rimasto a bocca aperta! Sicuramente non riesco ad
esprimere con le parole la mia nuova esperienza di ascolto..ma è tutto strabiliante..raffinato!! Personalmente non avevo mai ascoltato musica con tanto coinvolgimento, emozione, trasporto.
Non credo di aver fatto un passo avanti.. ma sono stato davvero catapultato in altra dimensione!
Magari fra un po' di tempo le dirò di più sull'ascolto, anche perchè è ancora tutto da sistemare (i diffusori hanno bisogno dei supporti..il tavolino TNT Flexy è stato smontato per verniciarlo..insomma devo ottimizzare) ma le voglio raccontare un aneddoto: ieri mi arriva il Virtue.one.. frettoloso e voglioso di ascoltarlo lo sistemo e attacco il lettore dvd.. dentro c'era un cd della PFM (ascoltato svariate volte), lo faccio partire. Ero in compagnia della
mia ragazza. Ascoltiamo insieme "Impressioni di settembre".. si è messa a piangere dall'emozione!!
Grazie Lucio, grazie davvero.
Michele - E-mail: mikelealfa (at) gmail.com
LC
Caro Michele,
cosa aggiungere a questa tua così traboccante di sano entusiasmo e soddisfazione? Vedrai, quando avrai sistemato impianto e dettagli vari, quanto margine c'è ancora da scoprire. Mi fa piacere che il piccolo ampli, che così favorevolmente abbiamo recensito, rischiando ancora una volta gli strali dell'intellighenzia audiofila per via del suo basso costo, ti abbia emozionato così tanto sin dal primo ascolto. E' la stessa sensazione che provai quando collegai per la prima volta il vecchio T-Amp al mio impianto: molte cose erano da sistemare, il rodaggio, la migliore alimentazione etc ma da quel preciso istante capii che qualcosa di magico era nascosto dentro quel maledetto chip Tripath. Parte della stessa magia, evidentemente, è stata messa ben a frutto nei 50 watt per canale del Tripath più potente usato dentro il Virtue.One. E più passa il tempo e più mi convinco che questo strano "effetto" non è vissuto dagli audiofili allo stesso modo: c'è chi si accorge subito che c'è qualcosa di straordinariamente vero, chi impiega del tempo a capirlo, perché abituato a suoni molto diversi (e, spesso, molto lontani dal vero) e chi, invece, non riesce proprio ad entrare in sintonia (pregiudizi a parte, è ovvio). Lettere come la tua mi confortano e rafforzano in me la convinzione di aver fatto bene, in quel freddo inverno del 2004, a rischiare la reputazione della rivista per raccontare coraggiosamente di un evento straordinario che ha rivoluzionato il concetto stesso di rapporto qualità/prezzo nelle amplificazioni HiFi e che ha, di fatto, aperto la strada a tutta una nuova generazione di amplificazioni.
Non mi resta che augurarti buon ascolto!
Lucio Cadeddu
ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!
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