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Lettere alla Redazione

ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!

TNT, che bella scoperta: riflessioni e domande
Egregio Direttore,
scopro per caso la tua (mi permetto di usare il tu verso chi coltiva le medesime passioni) rivista e riconosco subito la dedizione ed il lavoro da vero amatore che ne sta alla base e permette la sua crescita e diffusione.
I miei più vivi complimenti!

Ho letto quante più pagine potevo. Molte le ho già scordate e saranno oggetto di ulteriori visite, ma quelle su come milgiorare suono e prestazioni dei CD player mi sono rimaste impresse.

Posseggo un (buon?) impianto al quale sono arrivato dopo diversi anni di ricerca e sperimentazione, qualche dolorosa rinuncia (il buon vecchio analogico), alcune scelte obbligate dovute alla forma veramente sfortunata della mia attuale stanza di ascolto (4 x 4 x 3!!!), e - sicuramente - dopo molti errori.

I diffusori sono attualmente le LINN TUKAN.
In quindici anni ho posseduto: JBL 4301 (un monitor veramente mitico, quando ascolto Stanley Clarke le rimpiango ancora...), CIZEK 1 (favolose con la classica, ma non erano adatte alla mia stanza di allora), ESB CDX1 (contagiato sulla via dei mini, le ho ancora - ricablate VDH - e ogni tanto le ascolto), B&W 500 e poi B&W 601 (avevo bisogno di bassi, ma in ogni caso un diffusore favoloso la 601).
Ho sostituito le B&W con le TUKAN perchè non le potevo staccare dal muro e il rinforzo sulle basse causato dalle pareti non mi piaceva proprio.

Con le TUKAN ho scoperto un diffusore che si sposa meravigliosamente con il NAIM, ma soprattutto mi permette di ascoltare solo la musica e davvero poche volte presto l'orecchio all'impianto in quanto tale.
E questo dovrebbe essere il vero fine di ogni impianto: farti dimenticare che stai ascoltando musica riprodotta.

Le TUKAN sono pilotate (tra poco in bi-wiring) da un NAIT2-CD (senza ingresso phono ma con l'ingresso CD migliorato).
Sorgente è un (vecchio?) PHILIPS CD-880 con convertitore esterno AUDIO ALCHEMY DDE 1.0.
I cavi sono XLO digitale tra CD e convertitore e KIMBER KC-AG tra convertitore e ampli. I cavi di potenza sono NAIM.

Sono assolutamente convinto della necessità di migliorare in qualche modo il PHILIPS che pur essendo vecchio è ancora il migliore mai prodotto dalla casa olandese.
Date le caratteristiche dell'attuale impianto credo sia un intervento sulla sorgente quello che può portare i migliori risultati.
Prima di valutare l'acquisto di una meccanica nuova vorrei vedere dove posso arrivare con quella attuale.

Non avevo mai pensato al suono del coperchio a forma di *C*. Prima di mettermi a trafficare con blue tac e simili ho provato a togliere il coperchio ed ascoltare il PHILIPS a *nudo*.
La differenza secondo me c'è e si sente. L'ho ascoltato poco e non riesco a dirti se sia migliore o peggiore (che poi si traduce sempre in: mi piace di più o di meno? Non dimentichiamo che l'ascolto della musica è sempre soggettivo).
In sintesi il suono è meno cupo ed i contorni di alcuni strumenti (gli archi soprattutto) si sono fatti più netti.
Non mi abbandona però una sensazione generale di suono un po più *leggero*, non so spiegarlo in altro modo.
Non è che senza coperchio viene annullato l'effetto positivo del pennarello sul bordo del dischetto? Boh! Continuerò le mie prove.

Mi attraeva l'idea dello stabilizzatore Discus+, ma leggo che non è più in produzione.
Ricordo che Sicomin produceva un sistema ad hoc per la mia meccanica, ma era composto da stabilizzatore + tappetino ed era troppo costoso (qualche anno fa si parlava di 450.000 lire).

Ho letto le varie fasi della nascita del Marantz Lucio Limited Edition, ma ti chiedo quanto sia proponibile ai comuni mortali che il saldatore non lo hanno mai preso in mano?

Chiudo, e mi scuso per la lunghezza della missiva, chiedendoti se a tuo parere vale la pena investire sul miglioramento del PHILIPS CD-880 oppure un moderno CD player (Marantz? Anche con pochissimo tweaking) è davvero superiore al mio, che ho comprato dieci anni fa.
Grazie, a risentirci
Loris Arrigucci
P.S.: il giradischi analogico a cui ho rinunciato è un LINN AXIS, con il suo braccio BASIK e testina GRADO con stilo VDH. In realtà lo posseggo ancora (anche se senza ingresso phono non lo ascolto più da anni) perchè so di commettere un delitto a sbarazzarmene...
Loris Arrigucci - E-mail: Loris.Arrigucci@Italy.Sun.COM

LC
Caro Loris,
il tuo impianto mi sembra davvero frutto di lunghe meditazioni, ad esempio la scelta intelligente delle casse Linn non potendo disporre di tanta distanza dalla parete di fondo. Complimenti!

Come e se migliorare il tuo CD 880. La risposta è facile: si può e si deve! Quella meccanica è tutt'altro che malvagia e val la pena tentare il tutto e per tutto per metterla nelle condizioni migliori per suonare.
Le modifiche da me proposte sul già citato Marantz CD 63 NON richiedono l'uso del saldatore, se non, forse, per saldare la vaschetta IEC al cavo d'alimentazione (non strettamente necessario, si possono usare dei faston).
Quindi, come vedi, quelle modifiche sono alla portata di tutti i comuni mortali, anche quelli che non hanno mai preso in mano un saldatore. Provale una per una e verifica i miglioramenti (o peggioramenti) volta per volta.
Il problema di queste modifiche è che a volte si guadagna in basso ma si perde in alto e viceversa e questo spiega la tua sensazione dell'ascolto senza coperchio. A volte è un problema psicoacustico, se si guadagna in alto *sembra* che il basso sia più leggero e viceversa.
Ho avuto occasione di discutere di questi argomenti e delle mie modifiche al CD 63 con Ken Ishiwata in persona, il quale mi ha confermato che ogni miglioramento da una parte va compensato con un miglioramento dall'altra, pena lo squilibrio del carattere del componente.
A meno che l'impianto non sia già di per se' squilibrato, per cui una modifica non equilibrata potrebbe anche risultare benefica se l'intervento avviene nella gamma di frequenze giusta.

Quanto allo stabilizzatore: destino vuole che proprio questa settimana trovi su TNT la prova di uno stabilizzatore per CD ultramega economico ed ovunque reperibile. Intanto puoi cominciare con quello e vedere se l'effetto ti piace. La maggiorannza degli stabilizzatori sortiscono lo stesso effetto: sto provando quello in Kevlar® e fibra di carbonio della Sicomin (costo 100.000) ed anche lui, con le dovute differenze, fa lo stesso effetto di dispositivi analoghi.
Riassumendo molto sinteticamente direi che il suono tende a scaldarsi un po', spesso guadagnando un pizzico di estensione sull'estremo basso. Però ti consiglio di leggere tutto l'articolo di questa settimana più la prossima prova d'ascolto del Sicomin.
In conclusione, per quanto riguarda l'analogico, perchè non compri un pre fono separato così da poter mettere nuovamente in funzione il Linn?
Fammi sapere!
Lucio Cadeddu

Un amante del vinile perseguitato dal ronzio
Caro Lucio,
per godermi la vecchia collezione di LP di famiglia ho appena aggiunto al mio impianto un piatto e un phono stage Electrocompaniet ECP-1. La testina è un MC dell' Audio Technica.
Ora, spesso (ma non sempre) quando accendo l' Electrocompaniet sento un'orribile ronzio di rete (intorno ai 50Hz, suppongo).
Ho a connettere e disconnettere i cavi, a spostare l'amplificatore, a procurarmi una ciabatta con filtro e ho scoperto un paio di cose interessanti.
A) spegnendo ogni apparecchio elettrico in casa (specialmente le stufette elettriche) il ronzio di solito svanisce.
B) usando l'accorgimento sopra detto e usando l'impianto di sera posso finalmente godermi qualche LP.

Temo dunque che il problema sia il mio impianto di rete (il negoziante ha esaminato l'apparecchio e nel negozio non si sente nulla).
Credi sia possibile farci qualcosa o sono destinato all'ascolto notturno con doppia maglietta di lana (vivo in Norvegia)?

P.s. Il phono stage è alimentato esternamente da un piccolo trasformatore 40V tipo walkman.

Scusa il disturbo e complimenti per TNT
Francesco Ugolini - E-mail: ugolini@online.no

LC
Carissimo Francesco,
il problema che tu lamenti non è assolutamente fuori da comune e può essere causato da diversi fattori che purtroppo tu non precisi.
Intanto sarebbe da vedere se hai collegato un opportuno cavo di massa tra giradischi e pre phono e tra questo e l'amplificazione.
Seconda cosa, in che posizione relativa si trovano stufe ed impianto.
Basta che siano abbastanza vicine per innescare nel pre phono, sensibilissimo, ogni genere di muggito e ronzio.
Poi andrei a verificare il tipo di cavi utilizzati tra giradischi e pre e tra questo e l'amplificazione. Può essere che la schermatura sia insufficiente e questo, nei cavi commerciali di uso comune (quelli di serie, per intenderci), è un problema assai diffuso.
Infine, ma se dici che in negozio il problema non si presenta escluderei quest'ultima possibilità, può essere che il trasformatore esterno d'alimentazione non sia adeguatamente schermato e la sua interferenza venga captata dalla testina sotto forma di ronzio a bassa frequenza.
Magari in negozio avete tenuto in diversa posizione relativa trasformatore e testina.

A questo punto le possibili soluzioni:

In una seguente e-mail mi chiedevi quanto può influire la tensione di rete su questo fenomeno. Bè, sicuramente la tensione ha un effetto sul suono di un componente HiFi anche se non si tratta di differenze drammatiche.
Qui il problema è di ronzio e mi sembra molto strano che una tensione di rete un po' più bassa possa causarlo...io a casa qualche volta ho visto anche 190 Volts (!!!!!!!!!!) ma di ronzio e/o malfunzionamenti neppure l'ombra. Cambia un po' il suono, a mio parere la capacità dinamica dell'amplificazione, ma niente che possa giustificare un ronzio.
In ogni caso fai benissimo a monitorare la tensione di casa, ogni audiofilo serio dovrebbe farlo: fallo in diverse ore del giorno ed in diversi giorni della settimana ed appuntati i risultati, potrebbero esserti utili.

Per ora non mi viene in mente altro, non mancare di farmi sapere.
Lucio Cadeddu

Stabilizzzato o...condizionato? :-)
Caro Lucio,
prima di tutto ti saluto cordialmente. Ci siamo conosciuti personalmente al Top Audio e mai, credimi, avrei pensato di trovarti lì.
Devo riconoscere, e questo lo voglio dire a quanti non hanno avuto modo di chiaccherare un po' con te personalmente, che sei veramente un appassionato di musica e uomo libero, pardon... direttore libero.

Ne avevamo appena accennato dell'importanza dei cavi di alimentazione, stabilizzatori e condizionatori in fiera, ma come spesso succede in quelle occasioni non si riesce mai a finire un discorso con la concentrazione necessaria.
Ci vorrei ritornare: mi sono costruito i cavi così come sulla rivista consigli e ti ho già detto quanto beneficio con una spesa irrisoria il suono del mio impianto abbia avuto.
Ora sono sempre più convinto dell'importanza di una pulita alimentazione elettrica e mi sono deciso ad acquistare un condizionatore di rete.
Prima domanda:
è più utile un condizionatore od uno stabilizzatore (la rete elettrica di casa mia è tutto sommato discreta e non ha gravi oscillazioni di tensione....spero).
Seconda domanda:
che differenza sonica apportano un condizionatore o uno stabilizzatore? Terza domanda:
conosco perfettamente il tuo modo di interpretare la posta (mi sono letto con attenzione le
regole che detti), ma nel limite del possibile fai uno strappo... non ho spazio dove mettere il *marchingegno* se non nel mobile che già contiene il resto dell'impianto e quindi le dimensioni ed il peso devono essere necessariamante quelle di un amplificatore finale: che consigli mi potresti dare?
Quarta ed ultima domanda:
hai mai avuto modo di provare più condizionatori di rete per verificarne le differenze sonore?
Perchè enormi differenze di costo se non dettete da una effettiva differenza di prestazioni?
Ti ringrazio dell'attenzione e con l'occasione ti invio i più cordiali saluti.
Stefano Ripoli - Bergamo E-mail: stefano.ripoli@galactica.it

LC
Carissimo Stefano,
ti ringrazio per le parole di apprezzamento nei miei confronti, confermi anche tu che conosciuto di persona sono meno *monello* di quanto possa sembrare via Rete :-)
Il problema è che con la parola scritta si perde moltissimo e si fraintende molto facilmente.
Che sia un uomo libero credo che l'abbiano ormai cominciato a capire tutti, concorrenti (?) compresi.
Molti si saranno chiesti: ma da dove sbuca fuori questo qui? Non ho mai scritto a riviste di HIFi, neppure sulla Rubrica della Posta, non sono introdotto negli ambienti più *in* di questo microcosmo, non sono amico di nessuno.
TNT è una mia creatura, lo spazio lo pago io e non devo renderne conto a nessuno se non, forse, a mia moglie :-)
Una gran bella cosa.
La scelta iniziale di non avere connivenze o legami di alcun tipo con realtà preesistenti alla fine si è rivelata vincente.
Certo, legando TNT a qualcos'altro FORSE avrebbe avuto inizialmente più successo però poi?
Così ho dovuto rifiutare diverse proposte di collaborazione anche lusinghiere ma tant'è, la libertà di espressione non ha prezzo e poi, come diceva Giulio Cesare, meglio essere il primo nel villaggio che l'ultimo nell'urbe. Parole sante.
Ho preferito essere il primo nel villaggio (quello globale di Internet, in questo caso) ed i frutti cominciano a maturare.

Sono contento che il nostro sistema di cablaggio TNT abbia avuto benefici effetti sul tuo impianto: la soddisfazione dei lettori è il nostro unico *reward*.

Veniamo alle tue domande:
Prima e seconda domanda
Meglio uno stabilizzatore o un condizionatore?
Domanda da cento milioni! La risposta, come avrai intuito è dipende.
Si, dipende dall'impianto elettrico di casa e dall'impianto stereo stesso.
Il problema tuttavia non dovrebbe angustiarti più di tanto visto che di buoni stabilizzatori per uso HiFi se ne trovano pochissimi e costano cifre da capogiro.
Il problema dello stabilizzatore è quello della velocità di commutazione, ossia del suo tempo e modo di risposta alla variazione di tensione.
Quelli abbastanza veloci dovrebbero essere quelli elettronici però questi presentano una serie di problemi di rumore e di inerzia alle richieste di corrente da parte di amplificazioni grosse.
Per capirci, io ne ho uno da 1500 VA collegato all'impianto Home Theater, ma sono certo che la sua presenza limita la dinamica degli amplificatori ad esso collegati. Infatti l'ampli per i canali anteriori è alimentato direttamente dalla presa.
Passiamo ai condizionatori. Qui il problema è analogo: se non sufficientemente dimensionati possono limitare la dinamica, anche di apparecchi apparentemente innocui dal punto di vista dell'assorbimento come i lettori CD. Come già spiegato nelle lettere della settimana scorsa il problema è di tutt'altro che semplice soluzione.
Conto però di dedicarmi con più impegno al problema, magari andando a chiedere pareri a qualcuno che questi aggeggi progetta e costruisce.
Quindi, in definitiva, non esiste una soluzione migliore di un'altra, si tratta di provare nel tuo caso specifico cosa funziona meglio.
Cosa aspettarsi? In genere, quando il tutto funziona a dovere, un aumento della dinamica, causato dal migliorato rapporto segnale/rumore complessivo. Questo dovrebbe portare, come sottoprodotto, una migliore scena sonora, più precisa e più ampia.
Terza domanda
Difficile dirlo senza sapere il budget prestabilito.
Fortunatamente ci sono numerosi Costruttori italiani specializzati in questo tipo di apparecchi, basta guardare cosa offrono per la cifra preventivata e poi andare in giro per vedere se tali apparecchi sono disponibili presso i nostri abituali rivenditori.
Quarta domanda
Si sa che in HiFi le differenze di prezzo, spesso enormi, non sono sempre giustificate da una differenza di prestazioni. Ancor meno in questo caso dove l'efficacia dei dispositivi è largamente dipendente dalla situazione della rete elettrica casalinga e dal tipo di impianto hifi che si possiede.
Normalmente i condizionatori di rete sono tutti abbastanza simili, più qualche dovuta eccezione.
Non sono nient'altro che dei trasformatori d'isolamento (rapporto di trasformazione 1:1) che si possono acquistare tranquillamente in un qualsiasi negozio di materiale elettrico e forniture industriali, abbinati con un più o meno sofistaicato filtro a pi-greco anti-interferenze, anche questo acquistabile nei negozi suddetti.
Per darvi un'idea, un trasformatore d'isolamento da 5000VA, improponibile per uso domestico, costa circa 600.000 lire.
Quelli che trovate nei condizionatori commerciali sono al max da 3000 VA, spesso molto, molto meno. Altre volte trovate cinque o sei trasformatori d'isolamento più piccoli ognuno asservito ad una presa diversa, ed ognuno col suo bravo filtro. Aggiungeteci un cavo d'alimentazione schermato come il nostro Merlino ed il gioco è fatto.
Progetti originali a parte, che sono davvero rari, questa è la struttura di un condizionatore di rete. Non resta che autocostruirvelo, così, giusto per provare se funzionano oppure no nel vostro impianto.
Come si faccia ad arrivare ai costi spesso vergognosi di questi apparecchi è presto detto: manodopera, cabinet ultra rifiniti e costosi, ricarichi d'importazione se si tratta di apparecchi non italiani, strategia di marketing (se costa molto fa tutta un'altra impressione) e, talvolta, costi di pubblicità.
Ed ecco che un trasformatore d'isolamento da 1000 VA con annesso filtrino Shafner può arrivare a sfiorare i tre milioni in tutta tranquillità.
Sia chiaro che il discorso non è diverso per altri apparecchi, non è che la categoria dei condizionatori di rete sia un'eccezione...

In conclusione, l'argomento è vasto e andrebbe affrontato in modo dettagliato, solo che non si può provare ogni condizionatore di rete disponibile sul mercato, anche perchè i risultati potrebbero essere fuorvianti poichè, come già detto, essi dipendono in larga parte dallo stato della rete elettrica casalinga e dal tipo di impianto hifi in prova.
Prometto che faremo comunque il possibile, anche lato autocostruzione.
Ciaooo
Lucio Cadeddu

L'assegno è in viaggio :-)
Caro Lucio,
puntuale come sempre leggo la risposta ai miei dubbi. E' bello sapere che ci sei.
TNT da solo ripaga dell'abbonamento ad Internet ed è ormai la Bibbia che sto diffondendo in stampa anche ad amici, patiti di hi-fi, non internettisti che a loro volta mi richiedono gli aggiornamenti e mi raccomandano di girarti i loro complimenti.

Ti assicuro che malgrado la gaffe che ho commesso circa il *sistema di conversione a valvole* del mio lettore cd, ho comprato in vita mia qualche centinaia di riviste hi-fi, ma nessuna si avvicina a TNT.
Leggendo, si respira un'aria più semplice, più chiara, anche se altamente qualificata e professionale. Nessuno mai aveva avuto dei suggerimenti e consigli così geniali ed economici come quelli che si leggono nel
Tempio del Tweaking.
Cose che fanno effettivamente accendere ed alimentare la vera passione per l'hi-fi. Finalmente pagine dedicate non solo a chi si può permettere di cambiare un componente al mese con esborsi di milioni.

Continua così. Elogi inoltre anche ai vari collaboratori.
Eugenio Fenocchi - E-mail: andrea01@telware.telware.it

LC
Eugenio,
se TNT da solo ripaga dell'abbonamento Internet, lettere come le tue ripagano da sole di tutti i sacrifici per continuare a migliorare sempre la nostra piccola TNT.
Comunque sia, l'assegno te l'ho appena spedito :-)

La tua lettera mi offre lo spunto per osservare un fenomeno sempre più diffuso: se è vero che il numero di accessi certificato dalle nostre statistiche mensili è senz'altro impressionante, lo diventa ancor di più se si pensa che il numero dei lettori reali è molto più elevato, tenendo conto di tutti coloro che, pur non avendo accesso alla Rete, leggono la nostra rivista grazie ad amici che, come si dice, hanno il collegamento.
Di questo fatto mi ero reso conto anche osservando il gran numero di richieste per la Dima per giradischi che distribuiamo gratuitamente.
Molte richieste infatti sono state fatte da persone che non hanno accesso alla Rete.
Ed è questo un dato che deve invitare a riflettere: se è vero che la Rete non è molto diffusa in Italia è anche vero che le idee buone non fanno fatica a diffondersi tra gli appassionati, nonostante l'evidente boicottaggio della *concorrenza* (avete mai trovato TNT linkata in qualche sito del settore? Nazionale dico, perchè all'estero i riferimenti si sprecano, Stereophile e TAS in testa a tutti. Non lo trovate un po' strano?).

Quanto alla tua gaffe sulla conversione a valvole, non devi preoccuparti, l'espressione da te usata è piuttosto comune, io ho voluto precisare giusto per evitare che qualcuno potesse dire che non mi ero accorto dell'errore.

Ti ringrazio, anche a nome dei collaboratori, per apprezzare il nostro stile semplice e pulito, a volte anche un po' (volutamente) rustico.
Devi sapere che un audiofilo mi ha accusato di essere troppo terra terra, con questi consigli di modifiche da mille lire.
Forse era uno di quelli che gode a far parte di una certa elite di *conoscitori*, magari pieni di soldi, che vogliono che l'HiFi resti un hobby per pochi fortunati.
La mia filosofia è un tantinello diversa, però vorrei solo far osservare che tanti prodotti miracolosi, venduti a prezzi stratosferici, provengono proprio da idee terra terra, messe in pratica con intelligenza.

Forse questo sbandierare proposte *a costo zero o quasi* fa un po' stile venditore ambulante e certo sarebbe più raffinato spacciare per *estremamente convenienti* oggetti da *ambulante* venduti però in boutique a suon di milioni.
Non mi preoccupo di far la figura dell'ambulante, la mia reputazione preferisco guadagnarmela sul lavoro serio, non certo con questo divertente passatempo che è l'HiFi. Forse chi altro non ha preferisce farsi scudo con questi trucchi meschini da mercante d'arte. L'Arte, signori miei, sta nella Musica, non nei nostri miseri apparecchi che tentano di riprodurla alla meno peggio.

In conclusione, e in cambio di questo umile servizio, chiediamo solo, se TNT vi piace, di farla conoscere ai vostri amici, anche non appassionati di HiFi.
Inviateci i vostri commenti e le vostre critiche, diteci ciò che vi piace e ciò che vi fa schifo :-) , se stiamo sbagliando vorremmo essere i primi a saperlo.
A presto!
Lucio Cadeddu

Autostruzione di diffusori...dove?
Caro Lucio,
puntuale come il fisco rieccomi qua.....;-)
Ti scrivo di nuovo per dei chiarimenti, ti avevo chiesto lumi riguardo ad un subwoofer ed essi sono arrivati puntualmente su TNT (Grazie, continua così), solo che nella tua risposta fai riferimento a fonti Internet per l'autocostruzione che io sinceramente non riesco a reperire, ti sarei grato per qualche indicazione più dettagliata.
Il fatto è che vorrei avvicinarmi all'autocostruzioe e ritengo, forse sbagliando, di poter cominciare con dei diffusori (magari con dei larga banda per evitare il cross-over), con l'aiuto di un falegname che ha già qualche esperienza, da utilizzare poi per un piccolo impianto HT.

Attendo notizie...
Per ora...... salutoni
Gianni Cimbalo - E-mail: gcimbalo@medianetis.it

LC
Caro Gianni,
sarò telegrafico.
Comincia a vedere due grossi siti italiani di autocostruzione:
Digitex e Audiokit.
Là trovi tutti gli altoparlanti del mondo, vari KIT, libri, software, componentistica, in una parola tutto ciò che ti serve.
Magari digli che sei stato consigliato da TNT, chissà che non si decidano una buona volta a mettere il link anche a noi ;-)
Ottimo software per autocostruzione è anche quello della rivista italiana Audioreview, che dispone di programmi ben realizzati e di prezzo abbordabilissimo.
Ancora, puoi dare un'occhiata ai progetti della rivista Costruire HiFi, diretta dall'ottimo Viappiani, un grande esperto del settore.
E poi dicono che parliamo male della concorrenza :-)

Infine metti su AltaVista la keyword DIY loudspeakers e fai visita ai siti internazionali degli autocostruttori.
Di più, nin zò :-)
A presto!
Lucio Cadeddu

Fatica d'ascolto

Caro Direttore,
sono un ragazzo di 24 anni che ha felicemente scoperto lei e la sua rivista *curiosando* nel newsgroup it.hobby.hifi, mentre leggevo la sua rivista ed altre comprate in edicola anche di car audio (so che il car audio non è pertinente con la sua rivista ma è un settore dell'alta fedelta che apprezzo moltissimo) sento spesso parlare di fatica d'ascolto soprattutto quando si parla di amplificatori o di tweeter e pur avendo riscontrato di persona questo fenomeno, potrebbe cortesemente spiegarmi le ragioni e le motivazioni tecniche per cui si ha tale sensazione?
Sono alcune particolari armoniche a cui il nostro orecchio è più sensibile a provocare questa sensazione?
E perchè alcuni apparecchi sono più soggetti di altri a questo fenomeno?

Per restare in tema di spiegazioni tecniche (cosa che gradisco molto) potrebbe anche spiegarmi (sempre per cortesia :) ) cosa significano i termini *roll-off* e *burn-in* che ho incontrato leggendo i suoi articoli?

Vorrei inoltre farle i miei complimenti per come ha creato e per come gestisce la sua rivista che, essendo (fortunatamente) fuori dall'edicola, riesce ad avere una certa personalità e un giusto grado critico versi i prodotti.
Perdoni la mia cocciutaggine ma pur ritenendo molto importanti i cavi di collegamento e di alimentazione che dovrebbero essere di qualità pari al resto dell'impianto stento a credere che riescano a dare delle sfumature così evidenti.
So che lei ha già ampiamente trattato questo argomento nel newsgroup ma leggendo i suoi articoli non riesco a spiegarmi certe frasi.

In attesa di una Sua cortese quanto gradita risposta la saluto.
Michelini Marco - E-mail: motormania@iol.it

LC
Caro Marco,
la fatica d'ascolto è generata pricipalmente da suoni troppo ricchi di frequenze medio-alte, alle quali il nostro orecchio è particolarmente sensibile.
Non solo è sensibile ma anche estrememente critico, cioè ha una capacità di discriminazione acustica elevatissima proprio nella zona di frequenze che cadono all'incirca nel range del *parlato*.
Il nostro cervello, come già detto tante altre volte qui su TNT, è un equalizzatore automatico, cioè tende ad aggiustare un suono quando questo gli appare poco naturale o carente sotto qualche aspetto.
Il che vuol dire che se ci sono troppi medio-alti, a lungo andare l'operazione di equalizzazione automatica (inconscia) diventa faticosa per il cervello che comincia a rifiutarsi mandando segnali di insofferenza: la tanto famosa *fatica d'ascolto*.
Aggiungo anche che il nostro orecchio ha un meccanismo di autodifesa contro suoni troppo forti: progressivamente irrigidisce la membrana timpanica, fenomeno grazie al quale si riesce a tollerare i 120 dB continui delle discoteche, salvo poi sentire che le orecchie *ronazano* e *fischiano* per alcune ore, sottoprodotto di questa operazione di autodifesa.
Questi argomenti, profondamente legati alla psicoacustica ed all'anatomia, andrebbero spiegati meglio da uno del mestiere, ovvero un medico otorino. Per quanto ci riguarda, dovrebbe essere sufficiente questa spiegazione all'acqua di rose e largamente imprecisa che ho tentato di fornire, sempre per rispettare lo stile semplice di TNT.

Roll-off e burn-in significano rispettivamente *arrotondamento* e *riscaldamento* e si usano il primo per indicare una limitazione agli estremi della banda audio (più spesso: roll-off alle alte frequenze) ed il secondo per il riscaldamento necessario a tutti gli apparecchi per raggiungere la temperatura ideale d'esercizio. Vedi in proposito l'articolo Pre-riscaldamento degli apparecchi hi-fi.

Argomento cavi. Cerchiamo di capirci: si tratta di sfumature che, QUINDI, non possono essere evidenti, come dici tu, è una contraddizione lessicale.
Precisato questo aggiungo che ciò che può essere evidente per me e nel mio impianto potrebbe essere inudibile in impianti di altre persone.
Infine una osservazione terra terra: se ti dico che l'aragosta farcita di crema pasticcera e savoiardi (ricetta del Tempio del Tweaking :-) ) è un piatto prelibato, tu ci credi?
Come minimo vorrai assaggiarla. Ecco, non ti chiedo di credere a niente di ciò che leggi qui, ti consiglio umilmente di provare, provare ed ancora provare, prima di trarre conclusioni affrettate.
Se poi provando diversi cavi nel tuo impianto non sentirai nessuna differenza ciò non significherà affatto che i cavi non influenzano l'ascolto: significa semplicemente che nel tuo impianto, col tuo orecchio, non si sente la differenza.
Quando migliorerai impianto e, se necessario, modo di ascoltare, può anche darsi che sarai d'accordo con me.
Comunque sia, le differenze talvolta sono davvero notevoli, spesso superiori a quelle che si sentono tra un amplificatore ed un altro.
Altre volte sono giusto sottili sfumature. Però ricordiamoci che a volte la differenza tra un suono *credibile* ed uno insopportabile, alle orecchie di un audiofilo appassionato, è fatta principalmente di sfumature.
A presto!
Lucio Cadeddu

Non suona mai bene

Caro Lucio,
mi chiamo Luca e ho scoperto da poco la rivista telematica di cui sei il direttore.
Devo dire che per me è stata illuminante in quanto non sono esattamente un audiofilo ed ho trovato nelle sue pagine molte informazioni che mi hanno fatto vedere sotto una nuova luce il mio vecchio impianto Hi-Fi e il nuovo, aimè acquistato prima di scoprire TNT.
L'impianto acquistato con tanto entusiasmo mi lascia infatti adesso con la bocca amara.
In primo luogo i bassi, quando il volume dell'AMP supera quello di un *Walkman* cominciano a rimbombare impastando il suono che risulta così fastidioso.
In secondo luogo, quando i bassi non fanno abbastanza casino, gli alti creano un fastidioso sibilo in corrispondenza delle S e delle T.
Il problema dei bassi l'ho parzialmente superato diminuendoli con il controllo bass sull'AMP, ma la cosa non mi consola affatto!

L'Hi-Fi di cui sto parlando è composto da un amplificatore YAMAHA (AX-390), una piastra della TEAC (W-780R), un CD player della MARANTZ (CD-36), due diffusori JBL (TLX-150) con una potenza nominale di 125W.
Per collegare i diffusori ho usato un cavo schermato (6.000 al metro).

L'ambiente d'ascolto è una stanza più o meno quadrata con i lati di tre metri, forse non molto bene insonorizzata poichè ho la parete di fronte alle casse che è vuota, e tutti i mobili a metà parete.
Le casse le ho posizionate su di un mobile a circa 1,20 da terra e guardano l'ascoltatore con un angolazione di 45 60 gradi.
Il risultato di tutto ciò è quello che ti dicevo prima!
Dove posso ritrovare le cause di questi difetti auditivi in particolar modo dei sibili?
Capisco che tali problemi potrebbero non essere di interesse comune, quindi sarei ugualmente lieto di ricevere un tuo consiglio per via privata.
Ti ringrazio anticipatamente ed aspetto con ansia la tua risposta sulle pagine della tua rivista o nella mia casella postale.
Ciao,
Luca - E-mail: pa2341@panservice.it

LC
Caro Luca,
al di là dei componenti del tuo impianto che davvero non possono aver colpa per un risultato che tu definisci così disastroso, il problema e la sua soluzione è ancora una volta da cercare nell'ambiente e nel posizionamento dele casse.
Un cubo di tre metri per lato (immaginando che anche l'altezza sia sui tre metri, come di solito) è un incubo acustico.
Se puoi cambia stanza!!!
Se non puoi non hai da fare altro che leggerti gli articoli sull'acustica ambientale che ho pubblicato sulla rubrica
Adeste Fideles e poi cominciare a sperimentare (tappeti, poltrone, tende etc.).
Seguendo alcuni consigli spiegati in modo semplice negli articoli citati puoi scoprire facilmente le caratteristiche acustiche della tua stanza, col solo uso delle tue orecchie e di un po' di pazienza.
In seguito potrai tentare di applicare il Metodo della Wilson Audio, pubblicato recentemente qui su TNT, che può aiutare a risolvere più di un problema ambientale.

Il secondo problema del tuo impianto è infatti la posizione delle casse. Un metro e venti di altezza è decisamente troppo, a meno che tu non ascolti stando in piedi.
Anche l'angolazione asimmetrica non va bene.
Poi ci sarebbe da verificare la distanza dalle pareti, in particolare da quella di fondo, e fare attenzione a che il mobile sul quale poggiano le casse non faccia da cassa armonica.
Per gli alti sibilanti davvero non saprei. Tieni conto che in molti dischi le S vengono fuori abbastanza in evidenza. I controlli di tono ed il loudness sono esclusi?
Sul lettore CD, per averlo sentito suonare in modo egregio in un impianto di alto livello (si sa, gli audiofili sono persone strane...), puoi stare tranquillo, la colpa non è certo sua.
L'ampli non può essere, restano le casse, che se non ricordo male hanno dei tweeter con cupola in titanio, a volte ritenuta responsabile di un suono un po' metallico. Parlo in generale, non dei tweeter delle tue JBL che potrebbero benissimo essere innocenti.

Ultima possibilità il volume d'ascolto che, se troppo alto in relazione alla potenza dell'ampli, può far insorgere fenomeni di *clipping* ovvero di *saturazione* degli stadi finali col risultato di un suono sgraziato e vetroso.
Se però il difetto si verifica anche a basso volume allora anche questa possibilità è da escludere.

Concludendo io ritengo che la soluzione sia da ricercare in ambiente, uno dei parametri più influenti nella resa di un qualunque impianto HIFi ed ingiustamente trascurato.
Prova, sperimenta e fammi sapere.
A presto!
Lucio Cadeddu

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Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!

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