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  1. Quel che pensava Stravinsky della stereofonia
  2. Anatema
  3. Gemma gemella?
  4. Nuovi diffusori x jazz
  5. Commessi ...orientati :-)

Quel che pensava Stravinsky della stereofonia
Caro Lucio,
sono un grande appassionato di musica classica e di opera in particolare. Seguo sempre Tnt-audio con interesse. Ho già avuto un paio di utilissime risposte da te in passato.
Pensando possa fare piacere a te e agli altri lettori, ti invio il testo di un'intervista a Igor Stravinsky dell'inizio degli anni '60 sulla stereofonia. Che cosa ne pensi?
Il testo è stato pubblicato in Italia dalla Einaudi con il titolo Colloqui con Stravinsky.

Robert Craft: Che cosa significa per lei stereofonia, come compositore e come esecutore, e qual è la sua opinione sull'uso che se ne fa attualmente nella tecnica di registrazione? Igor Stravinsky: Le nostre due orecchie sono separate da una distanza di circa quindici centimetri, mentre i microfoni stereofonici che captano per noi i suoni di una orchestra in diretta sono talvolta lontani l'uno dall' altro dieci volte tanto. Quindi noi non udiamo stereofonicamente le esecuzioni dal vivo, e la stereofonia - invece di darci "il miglior posto nella sala da concerti" - in realtà è una sorta di poltrona inesistente e onnipresente. (E non è neppure un posto in seno all'orchestra, poichè un' orchestra non percepisce se stessa stereofonicamente). Dico questo però non per criticare la stereofonia, ma per contestare il significato di "alta fedeltà". Fedeltà a che cosa?
Ma per quanto la stereofonia possa essere irreale secondo il mio senso, in un altro senso può essere ideale e come tale avere conseguenze importanti. Per dirne una, essa è la sfida alle attuali sale da concerti; come possiamo continuare a preferire una realtà inferiore (la sala da concerti) all'ideale sterefonico?
Il principio stereofonico per cui la distanza tra gli altoparlanti è il "microfono", invece del microfono stesso, è dimostrato in modo ancora troppo imperfetto dalla maggior parte dei dischi che ho sentito; mi rendevo conto infatti molto più del passaggio da un altoparlante all'altro che non dello spazio intercorrente.
Questo effetto di "ping-pong" in certi generi di musica - quella di Wagner, per esempio - può davvero diventare una distorsione fastidiosa. L'idea acustico-musicale di Wagner a Bayreuth era di giungere a una fusione completa dell'orchestra, di raggrupparla in un tutto unico.
La separazione stereofonica, con la sua illusione di spazio orchestrale, è quindi del tutto estranea alle sue intenzioni musicali. Ma qualsiasi musica puramente armonica - musica che dipenda cioè da fusione e da equilibrio - risentirà dell'eccessivo focalizzare le sue singole parti. In teoria, naturalmente, la registrazione stereofonica dovrebbe essere in grado di ottenere fusione ed equilibrio ma in pratica abbiamo spesso la sensazione che si prova seguendo l'equivalente di una partitura "Arrow" (partitura orchestrale in cui si usano frecce per guidare il lettore, ndc), cioè di saltare sui violini quando entrano, o di deviare a mò di riflettore acustico verso l'entrata dei tromboni.
Ma d'altra parte una distorsione di questo genere non guasta certi generi di musica polifonica, per la semplice ragione che questa musica è poli-fonica, cioè la si può ascoltare da diverse prospettive uditive. Certa musica polifonica non dipende da un equilibrio armonico circolare e in questo caso siamo persino riconoscenti quando certi brani di costruzione esterna vengono improvvisamente fatti risaltare, oppure quando particolari di scrittura contrappuntistica vengono messi in rilievo.
La stereofonia ci mette anche in grado di udire il vero effetto di molti tipi di "vera" musica stereofonica, come il Notturno per quattro orchestre di Mozart, per esempio, o i cori spezzati dei veneziani, musica in cui la stereofonia è stata composta piuttosto che congegnata. Vorrei inoltre includere in questa categoria la maggior parte delle opere di Webern, poichè una composizione quale le Variazioni per orchestra op. 30, mi sembra sfrutti il "fattore distanza" e anticipi la nuova idea stereofonica.
La stereofonia ha esercitato la sua influenza anche sulla musica già composta. Su un piano questo equivale allo sfruttamento dell'effetto stereofonico (o meglio, del difetto stereofonico) per mezzo della sua "immissione" artificiale nella musica, creando cioè distanza e separazione con una ri-disposizione dell'orchestra, ecc.
(Quando ascolto della musica così riprodotta, scopro che sto guardando nella direzione del suono, come faccio al Cinerama; perciò "direzione" mi sembra un termine altrettanto buono quanto "distanza" per descrivere l'effetto stereofonico). Gruppen di Stockhausen e Doubles di Boulez sono esempi di questa influenza. Su di un altro piano, i compositori si avvedranno presto di come la stereofonia li obbligherà a costruire nella loro musica una "dimensione centrale" più interessante.
Non posso contribuire molto sul tema delle attuali tecniche di registrazione stereofonica, ma so qualcosa delle difficoltà che i direttori d'orchestra incontrano per soddisfare le esigenze dei microfoni stereofonici durante le loro sedute di registrazione. La separazione stereofonica era solita richiedere una separazione tra coristi e orchestrali per cui i vari gruppi separati di strumentisti e di cantanti vengono talvolta molto ostacolati nel reciproco ascolto; e inoltre cantanti solisti o gruppi di cantanti, o forse un tamburo particolarmente risonante, devono essere talvolta isolati mediante pannelli, il che rende quasi impossibile l'esecuzione d'insieme.
Ma nonostante tutte le mie riserve sulla stereofonia, so che quando mi ci sarò abituato - abituato al suo volume e alla sua gamma dinamica più potenti, al suo potere veramente notevole di chiarificazione dei raddoppi orchestrali (che probabilmente era meglio lasciare nell'ombra), alla sua capacità di creare la distanza tra uno strumento vicinissimo e un altro molto lontano - non sarò più in grado di ascoltare altro.

Ciao
Stefano De Luca - E-mail: deluste@tin.it

LC
Caro Stefano,
grazie per il preziosissimo contributo. Posso solamente aggiungere, per quel che serve, che sostanzialmente sono d'accordo con quanto affermato dal "grande Igor". Il discorso si fa più complicato quando si parla di Musica elettrificata. In tal caso il concetto di "fedeltà all'originale" diviene via via più sfumato.
Una cosa però è certa: quando ascolto un live degli AC/DC voglio sentirmi trasportato sotto il palco. E se l'impianto non è adeguato, ciò è molto difficile che accada: dinamica, risposta ed impatto sulle basse frequenze sono fortemente messi in crisi da musica ad alto contenuto energetico. Un impianto in grado di riprodurre fedelmente l'energia creata da un grande organo a canne in una cattedrale è altrettanto capace di portarvi Angus Young sul divano di casa.
Lucio Cadeddu

Anatema
Caro Lucio,
spero vivamente che pubblicherai questa mia lettera in quanto vorrei lanciare, se mi è possibile, un anatema contro il produttore ed il distributore (entrambi italiani) di un prodotto per la pulizia dei cd, o meglio, di uno di quei prodotti che secondo le intenzioni del fabbricante, dovrebbero migliorare la lettura del laser, oltre che detergere la superficie dell'argenteo dischetto.

Si tratta di un prodotto abbastanza conosciuto (anche se non incluso tra quelli da voi recensiti) che viene venduto in una confezione comprendente anche un panno (presumibilmente di raso color verdino) il cui uso viene consigliato per ottenere i migliori risultati.
In effetti la mia ira si scaglia più contro il suddetto panno che contro il liquido in sè, in quanto sono matematicamente sicuro che sia lui (il panno) la causa dei miei guai. Infatti, dopo aver sottoposto fortunatamente solo alcuni dei miei cd a quel "trattamento", mi sono accorto, ahimè, che per quanto io abbia seguito scrupolosamente alla lettera le istruzioni di uso, tali cd risultavano ineluttabilmente rigati.
È vero che sono rigature molto superficiali, direi quasi delle striature appena percettibili, è anche vero che all'ascolto sembra non essere successo nulla ma è anche vero, come tu mi insegni, che il sistema di correzione degli errori avrà sicuramente il suo bel da fare.
Purtroppo è anche vero che sono inc...... come una bestia e da allora dormo sonni agitati al pensiero che la mia cd-teca, fino a qualche tempo fa praticamente immacolata, includa ora esemplari "zebrati" e tra questi alcuni di grande valore sia economico (edizioni speciali) che affettivo ed artistico.

Tra le cause di questo scempio escludo la possibilità che siano stati i fantomatici granelli di polvere in quanto la mia cd-teca viene tenuta in ambiente praticamente asettico (nel percorso del cd tra custodia e lettore e viceversa io sto sostanzialmente in apnea) ed inoltre in passato mi è già capitato di usare panni (in cotone) senza avere nessun effetto collaterale.
Il mio personale parere è che il tessuto di cui è costituito il panno "infernale" sia troppo rigido per lo scopo per il quale è stato previsto. Ora sarò sicuramente costretto ad acquistare di nuovo almeno i più importanti tra i cd deteriorati ma vorrei tentare (facendo un esperimento su un cd "cavia") di utilizzare un prodotto della tedesca VIVANCO per rilucidare la superficie dei cd ai quali tengo meno o quelli ormai introvabili ed a proposito di questo vorrei un tuo parere e/o quello di qualche lettore.

In conclusione invio i miei auguri di buon anno a tutti tranne che al produttore ed al distributore del prodotto in questione ai quali mando invece il seguente augurio: "#############################". Grazie.
Giancarlo Fronduto - E-mail: gfronduto@libero.it

LC
Caro Giancarlo,
mi perdonerai se ho "cassato" il terribile augurio che hai inviato ai signori in questione. Sai, ragioni di etica professionale e di delicatezza me l'hanno impedito :-)
Forse, col senno di poi, sarebbe stato meglio leggere con più attenzione quel che scriviamo noi, visto che tempo fa abbiamo consigliato un sistema SICURO per pulire i CD, e cioè il
Panno Vileda specifico per pulire le lenti degli occhiali. Così i graffi li avresti evitati!
Comunque non disperare, se i CD diventassero illeggibili, potresti tentare un rimedio DRASTICO: lavarli con un po' di dentifricio e acqua, usando i polpastrelli delle dita.
Fai attenzione però!
Lucio Cadeddu

Gemma gemella?
Prez.mo Sig. Cadeddu,
mi unisco al coro degli elogi per il sito (cosa fa la passione!). Dovendo "iniziarmi" all'home cinema e non volendo come sacro principio perdere in qualità audio (si sa, lo spazio costa!) ho cominciato (da poche ore) ad attingere voracemente idee da tnt-audio che, mi sembra, (con una dichiarazione di mission molto onesta) fornisca "solo" consigli lato hi-fi.
Dove posso trovare, se esistono, consigli altrettanto unbiased per scegliere un tv crt widescreen e un lettore dvd che facciano bene il proprio mestiere (senza invadere campi altrui), semplici e senza fronzoli (funzioni spesso inutili)?
In poche parole esistono gemme gemelle di tnt-audio?
Ho provato ingenuo e speranzoso a digitare www.tnt-video.com, purtroppo senza esito.
Grazie e cordiali saluti
Stefano Guidotti - E-mail: aksg@iol.it

LC
Caro Stefano,
la risposta, purtroppo, è no. Mi piacerebbe che esistesse una TNT-Video, animata dallo stesso spirito e dalla stessa Passione ma finora nessuno si è fatto avanti. Per ora abbiamo comunque una gemella "musicale", la nostra
Music on TNT che pian piano si sta facendo strada nell'affollato panorama della critica musicale sul Web.
Le nostre poche conoscenze riescono a malapena a coprire il settore HiFi (e neppure tutto!), addentrarci nel video sarebbe poco serio e professionale. Oddio, in un mondo dove chiunque può improvvisarsi qualunque cosa, non ci sarebbe da meravigliarsi troppo...ma noi la pensiamo in modo diverso.
I modi per decidere cosa acquistare attingendo a giudizi "unbiased" è quello di sfogliare con santa pazienza tutti i siti di "Consumer reviews" attingendo alle info "cum grano salis", visto che talvolta ciò che sembra "unbiased" è in realtà "superbiased" (l'appassionato che acquista un prodotto spesso ritiene che non esista niente al mondo di comparabile).
È tutto, mi spiace di non poterti aiutare di più.
Lucio Cadeddu

Nuovi diffusori x jazz
Salve,
vi scrivo da Torino e vorrei alcuni consigli: dandovi le dimensioni della stanza dove è posizionato l'impianto circa 25mq, l'amplificazione data da un amplificatore integrato COPLAND CSA 8, volevo sapere quali tipo di diffusori mi consigliereste.
Io ero orientato su di un prodotto italiano in quanto penso che non siamo inferiori a nessuno e poi perchè il rapporto qualità prezzo sia ottimale.
La musica da me ascoltata è prevalentemente blues e jazz quindi gradirei una risposta veloce e brillante, pensate che le SONUS FABER CONCERTINO possano essere una bella soluzione?
Aspettando una vostra risposta vi invio i miei auguri di buon anno e felice musica
Danilo - E-mail: danilog1@libero.it

LC
Caro Danilo,
le Concertino sono senz'altro una ottima scelta, essendo diffusori abbastanza universali che se la cavano egregiamente con tutti i generi musicali. Restando su quella cifra puoi provare a sentire le Monitor Audio Silver 4, non italiane ma dalla timbrica abbastanza vicina a quel che cerchi tu. Restando in Italia puoi anche provare a sentire le Chario Hyper 2000, di impostazione leggermente differente (ma poi è l'abbinamento col tuo ampli, nel tuo ambiente, a dettar legge). Ancora, le Acoustical RS 6, un progetto sempre molto valido, ancora italiano.
Un'osservazione a latere: la stanza non è piccola, sarebbe stato meglio puntare a qualche diffusore un po' più "impegnativo" ma si sa, al portafoglio non si comanda :-)
Auguroni anche a te da tutta la redazione!
Lucio Cadeddu

Commessi ...orientati :-)
Caro Lucio,
ti disturbo ancora per un tuo saggio parere: sono stato di recente ad ascoltare alcuni diffusori presso un noto negozio di Milano; ho detto il mio budget (1 - 1.5 ml) e ho specificato che ascolto principalmente musica classica. Orbene il commesso mi ha fatto subito ascoltare un modello a torre di Linn ed uno di Acoustic Energy sempre a torre (mi sono sembrate buone entrambe).
Il punto è questo: quando gli ho chiesto di farmi ascoltare delle torri B&W (entro lo stesso budget), mi ha detto che tali diffusori non erano paragonabili ai primi e che (un po' semplicisticamente) "mandavano tutto insieme", come a dire che erano molto imprecise, pasticcione come le ha definite lui; stesso giudizio per le Infinity K60.
Io le ho ascoltate entrambe ed eccetto una enfatizzazione dei bassi maggiore, non mi sono sembrate "pasticcione".
Cosa ne pensi di giudizi così netti effettuati da rivenditori e soprattutto se condividi il parere del commesso sulla differenza tra le varie marche. Grazie per la tua attenzione.
Paolo - E-mail: fatter@inwind.it

LC
Caro Paolo,
il problema è complesso. Sui giudizi dei commessi di un negozio pesano almeno due fattori: uno umano, ognuno di noi ha i suoi gusti e le sue opinioni, l'altro commerciale: se si hanno delle direttive specifiche per "spingere" di più un prodotto anzichè un altro, non si può fare niente, si obbedisce. Ecco che torna in gioco la tiritera noiosa che a molti di voi lettori non piace sentire: ASCOLTATE CON LE VOSTRE ORECCHIE E NON CREDETE A NESSUNO, noi compresi.
Ben lungi da noi la tentazione di volervi fornire la "pappa pronta". Per due ragioni: onestà intellettuale (detestiamo i "bollini blu"!!!) e rispetto per la vostra intelligenza. Dire "compra questo e vai sul sicuro" è facile, ma noi preferiamo fornirvi gli strumenti per CAPIRE e GIUDICARE da voi stessi un apparecchio HiFi. Per fare un parallelo: sarebbe meglio trovare un lavoro a chi ha fame, piuttosto che dargli da mangiare. Ossia: quando avrete imparato a giudicare da voi stessi non avrete più bisogno di consigli "esperti" e la rivista vi servirà solo come "spunto" per la riflessione e la ricerca personale.

Detto questo, torniamo al caso del commesso. Lui ha presumibilmente i suoi gusti personali e non è detto che questi coincidano coi tuoi. Andando ancor più sullo specifico, tu non sei mica obbligato ad acquistare quello che piace a lui. Hai il tuo gusto, le tue orecchie ed i tuoi dischi. Ascolta con attenzione e decidi da te.
Un po' diverso è il discorso se tu fossi completamente a digiuno di "parametri" coi quali valutare un apparecchio HiFi. In questo caso, ciò che ad un orecchio esperto può apparire MOLTO DIVERSO a te suonerà praticamente uguale. Quindi, forse non sarebbe del tutto sbagliato affidarsi a chi ha più esperienza d'ascolto. Voglio dire: a parità di preferenze (TUE) scegli quello che un ascoltatore più esperto dice di prediligere, c'è la speranza che prima o poi tali differenze appariranno evidenti anche a te.
Tienimi al corrente!
Lucio Cadeddu

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