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Lettere alla Redazione

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I volumi della posta precedente

  1. Non soddisfatto del mio nuovo impianto...
  2. Nuovo impianto dopo 25 anni
  3. Considerazioni a ruota libera
  4. Impianto con 400 €
  5. Varie su impianto HiFi
  6. Rumori dal giradischi
  7. Impianto intorno alle Thiel CS 1.5
  8. Consiglio su analogico
  9. Belle ma impossibili
  10. Accoppiamento pre/finale, ronzii ed analogico

Non soddisfatto del mio nuovo impianto...
Buongiorno a tutti. Mi sono letto un po' di lettere della rubrica, percependo l'estrema completezza e competenza con cui vengono trattate le risposte. Sono un novizio di questo mondo, e purtroppo non c'è nessuno tra i miei conoscenti che condivida con me questa passione, pertanto, benedetto sia internet, ho dovuto affidarmi al Vostro Forum.
L'impianto che possiedo è il seguente:

La stanza in cui l'impianto lavora è approssimativamente di 5x4m. L'impianto è posto vicino all'ingresso che si trova nell'angolo in alto a sinistra, alle spalle (più o meno 40 cm) c'è una porta con inserti in vetro (non utilizzata ovviamente). A destra dell'impianto un tavolino con una televisione e all'estrema destra una stufa disposta parallela con il lato corto destro della stanza. Sulla parete destra c'è un armadio con ante in vetro (sempre disposto parallelamente alla parete). Sopra agli armadi ci sono suppellettili varie. C'è una finestra disposta centralmente sulla parete alle mie spalle ed una disposta sulla destra di fronte a me.
La mia postazione d'ascolto consiste in un comunissimo divano in pelle che porta le mie orecchie ad allinearsi all'altezza dei tweeter dei diffusori, più o meno a 90cm da terra. Mi siedo a circa un metro e mezzo di distanza dagli stessi. Alle mie spalle c'è un tavolo centrale alla stanza dell'altezza di un metro, con il piano rivestito in vetro.
Sulla parete sinistra (sempre rispetto alla postazione d'ascolto) c'è un mobile disposto parallelo alla stessa, con un lungo specchio appeso al muro. La parete posteriore ha un divano sempre in pelle (ma più basso della poltrona "di ascolto") e parallelo al muro che "punta" verso l'angolo destro (nel senso che è più vicino all'angolo destro che non quello sinistro). Nell'angolo sinistro invece c'è una cassettiera alta più o meno un metro e quaranta centrimetri, in legno.
Insomma, di roba ce n'è abbastanza. Il mio problema è il seguente. Premetto che prima usavo l'impianto (che consisteva solo nel lettore Technics, nelle Wharfedale e in un ampli Toshiba sb-m33, poi sostituito 'sto Natale dal Nad) su di un mobiletto in un'altra stanza decisamente diversa come arredamento.
Durante l'ascolto di cd, diciamo così, "duri" come genere musicale (metal alla Metallica possiamo dire), sento i bassi perfettamente, abbastanza profondi (anche se il potenziometro sul nad è praticamente a fondo scala) e comunque soddisfacenti, mentre le frequenze medie e medio-alte le percepisco "spente" quasi compresse. Gli assoli di chitarra (ma ancora di più le voci, specialmente se maschili) mi sembrano un po' "imbrigliate", come se volessero uscire ma non ce la facessero.
Mi sembra che a parte il cd (di cui non ho trovato nessuna recensione) e forse i diffusori, a livello di cavi e amplificazione non possegga proprio dei prodotti di bassa lega (per quanto non possano definirsi di livello professionale). Non mi sembra che sia un problema di stanza perchè comunque tra me e l'impianto non ci sono ostacoli frapposti, e la distanza è pure abbastanza ridotta.
Insomma mi sembra che il tutto manchi di "brillantezza"...
Temo in una limitazione dei diffusori, che in molti mi hanno detto essere un po' il collo di bottiglia... preciso inoltre che sia stand che tavolino hanno le punte.
Spero di essere stato chiaro... ed in ogni caso mi scuso per essermi dilungato eccessivamente...
Buona giornata,
Alessio - E-mail: metatronus (at) gmail.com

LC
Caro Alessio,
il fatto che tu arrivi a "fondo corsa" con il NAD C352 non è un indizio molto rassicurante: l'ampli eroga già la potenza massima poco oltre metà corsa, tutto il resto è probabile distorsione. La potenza dell'ampli è notevole, le casse non è che riescano a sopportare eccessi con disinvoltura (in fondo, sono piccoline!). Ho almeno un paio di ipotesi:

  1. Esagerando col volume hai "cotto" i tweeters ed è normale che non senta più come prima le gamme medio-alta ed alta
  2. Il lettore CD, peraltro di qualità non adeguata al resto dell'impianto, ha qualche problema elettrico: la sua uscita dovrebbe rendere impossibile l'utilizzo del NAD a "fondo corsa". Ripeto: per come sono fatti gli ingressi degli ampli di oggi e per come sono le uscite dei lettori CD, la massima potenza si raggiunge ben prima del "fondo corsa" del potenziometro. Non ricordo bene se il Technics abbia il livello d'uscita regolabile. Controlla! Potrebbe essere regolato su livelli bassi.
Possibili soluzioni per venirne a capo:
  1. Procurati (fatti prestare) un'altra coppia di casse, una qualunque, e verifica la differenza con le tue. Non importa la qualità, si tratta solo di capire se le tue siano danneggiate oppure no.
  2. Procurati un altro lettore CD. Anche qui, come sopra, la qualità non è rilevante (va bene anche un lettore DVD da 30 euro), si tratta di individuare con certezza il problema. Se ci fosse la regolazione del volume nel lettore CD, impostala al massimo.
When all else fails, quando sembra non ci sia via d'uscita (nel senso che CD e casse funzionano correttamente) prova a procurarti una coppia di diffusori Klipsch serie RB. Sono sicuro che l'heavy metal ne trarrà grande giovamento :-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Nuovo impianto dopo 25 anni
Gentile Direttore, Caro Lucio,
sono nuovo in questa rubrica e quindi....anzitutto Grazie! Grazie per aver messo a disposizione di tanti appassionati un punto di incontro competente e non asservito alla pubblicità delle grandi Case produttrici. Grazie per usare un linguaggio per lo più comprensibile anche ai "non addetti".
Grazie per la scelta dei recensori che sembrano esseri umani come noi....e non parlano per enigmi. Grazie per i preziosi consigli nell'angolo del tweaking....e via dicendo. Mi rivolgo a te per cercare di sciogliere alcuni dubbi riguardo la scelta di un nuovo impianto. Ho 50 anni e sono anch'io docente ma in altro campo. Il mio impianto, di gioventù (Yamaha, Thorens TD160+SME, Denon, AR e poi Celestion) mi ha in parte lasciato dopo 25 anni di onorato lavoro..... e così da mesi, dico mesi, sto girando in Svizzera dove risiedo ed in Nord Italia per farmi idee sui componenti.
Con il passare degli anni si sono molto affinati i gusti e l'orecchio, cosicché faccio fatica a decidermi. Sarei, assieme a mia moglie, arrivato a questa conclusione: ampli Vincent SV 226 MKII Ibrido + lettore Vincent CDS 1.1 Ibrido + Chario Pegasus + il mio amato Thorens, unico pezzo salvabile. Onde fornirti più dettagli ti informo di aver ascoltato anche le B&W 704, le Relco Vertis 3, le Audes Jazz, le Klipsch, le Dynaudio......sempre comunque nella fascia di prezzo tra i 2000 e i 2500 Euro. Come ampli ho sentito Nad, Unison Research, Audio Analogue, ecc. valvolari e non....e potrei andare avanti. Così a prima vista sembrerebbe che la confusione regni sovrana ma, in realtà sull'amplificazione sarei abbastanza convinto per la prima scelta anche se alcuni negozianti quando sentono parlare di "made in China" storcono il naso! Che ne dici? Li conosci?
A me sono sembrati caldi, con buona dinamica e definizione e con un immagine scenica di tutto rispetto.
Resta il problema dei diffusori, che sono poi l'anello finale e sostanziale della catena HiFi. Tra quelli citati solo Chario e Audes mi hanno colpito per la rotondità del suono, i bassi presenti ma non invadenti, la spazialità e la pulizia dell'ottava alta. Ascoltiamo prevalentemente Jazz (da Brubeck a Getz, da Charlap a Jarret, da C. Wilson a D. Krall) senza disdegnare (anzi!!) i generi che hanno fatto parte della nostra giovinezza (Pink Floyd, Jethro, Dire S., Clapton, ecc.).
Insomma, tolto il fracasso che va di moda in questi ultimi anni, siamo aperti a vari generi. Il tutto in un locale soggiorno di ca.4 x 7,5m. arredato comunemente. Scusa se mi sono dilungato approfittando della tua pazienza, ma é la prima volta! Prometto che in seguito sarò più conciso! Ti ringrazio per un commento o un consiglio, spassionato e disinteressato, come sei abituato tu e come serve a me.
Un cordiale saluto con i migliori Auguri di Buon Anno!
Stefano - E-mail: stefano_busi (at) freesurf.ch

LC
Caro Stefano,
purtroppo non conosco a fondo le elettroniche Vincent che citi, quindi temo di non potermi esprimere compiutamente. Se le hai ascoltate con attenzione a confronto con validi concorrenti, non vedo comunque problemi di sorta. La diffidenza verso l'HiFi cinese è solo in parte giustificabile ma certamente è comprensibile: in certi casi si tratta di prodotti che rivoluzionano il concetto di rapporto qualità/prezzo. Storcere il naso, da un punto di vista strettamente tecnico, è fuori luogo: la maggior parte dei prodotti occidentali è Made in China e talvolta può capitare di trovare apparecchi che di occidentale hanno solo il nome, visto che pure il progetto ha gli occhi a mandorla.
Per quanto riguarda la scelta dei diffusori, visto che sei già orientato sulle Chario Pegasus, ti consiglierei di ascoltare con più attenzione qualche modello Dynaudio, in qualche senso sono antitetiche rispetto alle Chario. In questo modo dovresti essere in grado di decidere a ragion veduta. Ovviamente, se possibile, le prove andrebbero effettuate con le elettroniche scelte.
La stanza d'ascolto sembra di dimensioni non problematiche, impegnati a curare con attenzione disposizione dei diffusori e relativa posizione d'ascolto.
Infine, benissimo il Thorens come salvataggio analogico.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Considerazioni a ruota libera
Carissimo Professore,
Ho letto il Suo interessante editoriale (quello di
Novembre), pubblicato sull'aggiornamento settimanale del 16 Dicembre 2006 in cui ho anche avuto il piacere di ascoltare la Sua voce nell'intervista rilasciata a RAI 2. Riconosco in quest'articolo la passione per l'analogico che ogni vero audiofilo è "obbligato" ad avere: Le nostre orecchie parlano, o meglio sentono chiaro e chi afferma che il vinile non abbia una ottima qualità audio mente spudoratamente sapendo di farlo. Ho una collezione di vinile che conta 225 titoli di ogni genere musicale: si va da Johann Sebastian Bach a Lucio Battisti e non mi sembrano neanche tanti (conosco una persona che ne ha circa un migliaio).
Ho preso da poco la decisione di riprendere ad acquistare vinile e lo farò anche comprando on line. Non ho estremismi o convinzioni particolari su alcuno dei supporti fisici e non considero male neanche gli mp3 purchè siano ben decodificati ed abbiano un alto bitrate, diciamo dai 160-192 Kbps in sù tenendo conto che 128 è il limite minimo per una buona qualità.
Considererei con favore anche i nuovi formati compressi e non che è possibile reperire in rete e che promettono una qualità audio superiore a quella degli oramai tradizionali mp3. Parlo dell'AAC (Advanced Audio Coding) con codifica compatta usato particolarmente dalla Apple - l'AIFF (Audio Interchange File Format) con dati audio non compressi - l'APE - il FLAC (Free Lossless Audio Codec) diffuso codec audio libero di tipo "loseless" cioè senza perdita di informazioni, o ancora l'OGG, il VORBIS che utilizza un algoritmo open source per la compressione audio digitale, questo di tipo lossy che consente una maggior pulizia ed estensione delle alte frequenze (al di sopra dei 16 Khz) ed una migliore riproduzione spaziale del suono.
Ancora esistono il VQF, il WMA (Windows Media Audio). In questa ridda di codec lossy, loseless, lessati :-) e quant'altro spesso creati ad hoc per delle note case tipo la Apple o la Microsoft ed anche supportati da studi di psicoacustica quello che deve vincere ed emergere è la musica. Nella mia modestissima esperienza posso affermare che spesso la qualità che offrono è decisamente buona e tale anche da essere apprezzata su impianti HI FI di buon livello. Forse il mio orecchio non è abbastanza raffinato oppure sto diventando sordo :-) oppure ancora non sono un vero audiofilo (sono pronto a qualsiasi bacchettatura!) ma in certi casi la differenza è minima o adirittura inavvertibile rispetto all'originale e non parlo di musica ascoltata in automobile, ma di quella goduta sull'impianto buono da salotto, comodamente seduti in poltrona e concentrati su quello che si stà ascoltando.
Anche il formato SACD offre una qualità eccellente e forse non ha avuto ancora il suo "Boom" (se mai lo avrà...ma se non lo ha avuto sino ad ora...) a causa del disorientamento dell'audiofilo o anche semplicemente su chi ascolta musica senza pretese audiofile su questa farragine di supporti, formati, materiali. Purtroppo anche il costo non indifferente di questi gioca la sua parte: "Ma chè...costano già tanto i CD normali e adesso dobbiamo spendere ancora di più per SACD e DVD Audio!!! (a seguire tanti bip bip bip...). Sono persuaso che la famosa "Guerra dei formati" non possa fare altro che portare disorientamento e confusione sul povero utente, agitato come una canna al vento ed ecco che si giustifica appieno l'appeal irresistibile del buon vecchio vinile.
Quando ero ragazzo c'era solo quello, una realtà solida e stabile che ci dava certezza. Se poi aggiungiamo il dato di fatto incontestabile dell'ottima qualità audio del disco "nero e grande" ecco che la rivalutazione sorge spontanea. E' ancora vivo in me il ricordo di una piccola lezione tenuta da Pierre Bolduc di Audiophile Sound all'ultimo Top Audio di Milano dove spiegava al pubblico come un tecnico del suono poco "accorto" possa irrimediabilmente rovinare una registrazione che potenzialmente poteva essere eccellente. La compressione dinamica spiegava è spesso scientemente voluta dalle case discografiche per permettere all'automobilista l'intellegibilità del messaggio sonoro tra rumori vari (motore, clacson, motorette con marmitte sfiltrate, cigolii di sospensioni e quant'altro...). Non tutti viaggiano su una BMW serie 7 o su una Jaguar E-Type. A me personalmente non piace sentire la musica in auto, al massimo ascolto i radiogiornali e penso che queste manipolazioni non rendano merito alla musica. Semmai è la tecnica che deve piegarsi all'ideale sonoro rispettandolo il più possibile e non essere usata come escamotage per capire qualcosa in auto tarpando, come in questo caso, la correttezza dinamica.
Ha poi proposto al pubblico un passaggio musicale tratto dalla "sinfonia fantastica" di Hector Berlioz dapprima in versione CD (44,1 Khz - 16 Bit) e poi in versione SACD (192 Khz - 24 Bit) dove si potevano ascoltare dei colpi di timpano in crescendo dal piano al forte. Sul CD tradizionale il passaggio dal piano al forte non veniva avvertito con quella gradualità e progressività che era lecito attendersi, ma da un brusio indistinto si passava improvvisamente al forte senza sfumature dinamiche. Sul SACD invece era chiaramente distinguibile questa fine progressione e gradualità dinamica (quasi una maggiore modulabilità) a riprova di una superiore qualità del suono del formato SACD. E' innegabile che il formato SACD renda una qualità sonora stupefacente, vicinissima al miglior analogico, quello che pesa quasi due etti :-) Nota Bene: (l'impianto usato non era certo il compattone del nonno!!!).
Su questo esperimento però non metterei la mano sul fuoco e sospetto che sia forse una "furbata" del buon Bolduc (ma forse mi sbaglio). In conclusione reputo che si debba essere molto aperti su questi argomenti e che siano da considerare (opinione strettamente personale) come un meraviglioso viaggio all'interno del mondo della riproduzione musicale a 360 gradi senza limiti e senza confini.
Salutoni,
Alfredo - E-mail: michelabarone (at) hotmail.com

LC
Caro Alfredo,
ti attendo al varco per quanto riguarda le tue esperienze col vinile, sono curioso di sapere come andrà a finire. Circa l'MP3 ed i formati compressi mi sono dicharato più volte: non ha senso, oggi, pensare di liofilizzare la Musica ancor più di quanto non lo si sia fatto dall'avvento del digitale ai giorni nostri. Può essere che il futuro dell'audio di massa sia il digitale compresso ma credo fermamente che ci sia ancora molto spazio per chi va alla ricerca della qualità. D'altra parte, se ci pensiamo bene, in tanti altri campi non è certo la qualità intrinseca ad andare avanti. Piuttosto la praticità, il coolness factor ed il prezzo basso sono gli ingredienti che possono determinare il successo di un prodotto. La qualità elevata è sempre stata appannaggio di un mercato di nicchia.
Le "cattive" di registrazioni di oggi, poi, è ben noto che sono state pensate per un pubblico che fruisce la Musica NON a casa ma in ambienti rumorosi (auto, metro, strada etc.). Per questa ragione la dinamica è volutamente compressa (stiamo preparando qualcosa proprio su questo argomento) altrimenti i pianissimo sarebbero coperti dal rumore ambientale. I salti dinamici ridotti al minimo fanno sì che si riesca a sentire tutto in maniera ugualmente "forte" anche in presenza di condizioni non ideali. In molti moderni CD si incide a livelli altissimi, utilizzando giusto 4-5 dB di dinamica, contro i 90 teorici disponibili.
Speriamo di fare un po' di luce su questo argomento, con prove d'ascolto e misure.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Impianto con 400 €
Caro direttore,
Sedici anni fa (ora ne ho 30) fui accompagnato dai genitori ad acquistare l'impianto stereo; durante la scelta (che finì su un compatto della Kenwood) il negoziante, parlando di alta fedeltà, per definirla in maniera esplicita non fece altro che farmela ascoltare: fu una sensazione eccezionale, inspiegabile, come il motivo per cui finì subito nel subconscio, dimenticata.
Ecco, questa sensazione è stata riportata alla coscienza per la prima volta solo qualche settimana fa, semplicemente leggendo articoli e lettere sul vostro sito, su quale ero finito non mi ricordo neanche come.
Questa la parte poetica; quella commerciale è sicuramente meno rosea. Il budget totale si aggira attorno ai 400 euro (un rivenditore qualche giorno fa si è messo a ridere). Sicuramente uno dei motivi di tanto piacere nel tuffarmi nel vostro sito è stato lo scoprire l'esistenza del T-AMP, al che ho subito pensato: anch'io posso.
Brevemente: la sala d'ascolto è il soggiorno di una 30ina di mq circa con una posizione di ascolto a circa 3,5 metri dalle casse, posizionate sul lato lungo, la prima in angolo, la seconda a circa tre metri dall'altra rivolte verso l'altro lato lungo; la musica è quasi sempre (in modo quasi maniacale) CD della dave matthews band (ritmica batteria-basso molto varia unita a jam di sax, violino e chitarra acustica, molto spesso live) + qualche CD di musica rock (Alanis Morissette, Dinosaur JR).
L'idea sarebbe l'utilizzo del T-AMP con ZetaGi HP145 + lettore CD recuperato dal compattone + una spesa di 300/350 per i diffusori. Sarei propenso a modelli da pavimento, anche se il risultato che vorrei ottenere non è il rilievo dei toni bassi, ma principalmente esaltare il più possibile la limpidezza e la capacità di divisione degli strumenti del T-AMP.
Non penso ci siano eccessivi problemi di sensibilità visto che amo ascoltare a volumi medio-bassi (spero che questo significhi anche poca trasmissione del suono al pavimento, causa vicino sottostante alquanto permaloso).
Finora sono riuscito ad ascoltare solo Indiana Line HC 505 (con il budget potrei arrivare al massimo alle Indiana Line Arbour 4.02), che però non mi hanno restituito sensazioni particolari di suddivisione tra i vari strumenti (perdona il mio aggettivario musicale limitato). Oppure devo orientarmi sul bookshelf? (anche più sicure per futuri pargoli, a breve, una volta trasferite in libreria in mia assenza; è solo che mi dispiace spendere almeno 100 euro per uno stand in un budget simile, considerata la mia incapacità di autocostruzione in qualsiasi campo ed il fatto che non può essere esteticamente brutto causa WAF).
Grazie mille in anticipo per eventuali consigli tecnici, ma grazie soprattutto per ciò che ho descritto nella prima parte della mail.
Matteo - E-mail: mderomano (at) yahoo.it

LC
Caro Matteo,
l'idea del T-Amp, se non hai altre sorgenti da collegare oltre al CD, mi pare ragionevole, visto il budget veramente ristretto.
Per i diffusori vedrei bene sia i modelli Indiana Line che hai citato che qualche bookshelf della Klipsch. Non so come abbia ascoltato le Indiana Line, ma credo che possano soddisfare ampiamente le tue esigenze. Non mi è chiaro cosa tu intenda per "separazione degli strumenti": in tanti dischi gli strumenti suonano comunque tutti "ammassati", ad esempio proprio negli album dei Dinosaur Jr. che hai citato. Impossibile creare separazione tra i vari strumenti se questa non era prevista all'origine! Inoltre, usando come sorgente un lettore CD da compattone, non è che ti puoi aspettare il miracolo.
Tornando al discorso diffusori, continuo a sostenere che la presenza di bambini in casa non sia un problema: stands e diffusori si possono "assicurare" - tra loro ed al pavimento - tramite blue-tac e lo stesso accorgimento può essere utilizzato anche con delle snelle torri da pavimento.
Tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Varie su impianto HiFi
Caro Direttore,
un ringraziamento per tutti i piccoli e grandi consigli che ho tratto dal tuo faticoso lavoro. Ti leggo assiduamente ormai da molti anni. In particolare ti ringrazio per un tweaking che vorrei consigliare ai lettori. Mi riferisco al sistema di isolamento The TNT Aria da te pubblicato nel lontano 1997 che si avvale di una piccola camera d'aria per carriola. L'ho provato sotto il piatto e sotto l'amplificatore con notevoli benefici con una spesa ridicola. I risultati sono superiori ad ogni aspettativa nonchè ad ogni sistema di isolamento che io abbia provato, ad eccezione delle favolose quanto costose molle ad aria dell'Ing. Moss.
Prima usavo delle molle G flex che ora ho riciclato in sostituzione solo delle due punte anteriori sotto le casse. In questo modo ho evitato il problema che anche tu avevi sollevato nella prova di queste molle e cioè che utilizzandole tutte e 4 avrebbero fatto perdere stabilità alle casse stesse e quindi precisione di emissione. Anche in questo caso ottimi risultati, infatti l'ariosità è aumentata in maniera tanto decisa che anche i miei amici non certo audiofili, transitati davanti al mio impianto hanno potuto coglierne distintamente il miglioramento.
Permettimi un altro tweaking che spero possa essere utile a chi ci legge e cioè il ricorso alla sospensione elastica del lettore cd e del pre fono, idea che mi è venuta vedendo alcune casse realizzate con questa modalità. Invece di appoggiare su sistemi isolanti ho letteralmente sospeso i suddetti lettore e pre tramite degli elastici fatti passare sotto questi ultimi ed agganciatii poi agli angoli superiori del tavolino portaelettroniche, con il risultato che una parte dl mio impianto sembra quasi fluttuare con notevoli benefici in termini di isolamento. Consiglio gli elastici da ufficio color gomma perchè sono migliori dei verdi che tendono a seccarsi e a rompersi. Anche in questo caso i risultati sono stati incredibili.
Spero di non aver tediato e vengo ad elencare il mio impianto:

Precisandoti che sono sufficientemente soddisfatto del mio impianto ed ascolto quasi tutti i generi musicali, ma in particolare jazz degli anni 60 e classica (a volumi quasi reali), ricorro ora alla tua cortesia per alcune domande:
  1. Innanzitutto ritieni l'impianto equilibrato, in particolare penso al lettore cd che è datato, anche se più di qualcuno sostiene che i vecchi lettori suonino meglio spesso degli attuali?
  2. Al fine di dare maggior punch al suono ho recentemente acquistato il finale T Progress f 2 l (lo conosci?) che grazie ai due potenziometri che regolano la sensibilità, posso utilizzare tramite l'uscita pre dell'integrato per amplificare il woofer, mentre il midrange ed il tweeter godono dei pochi watt dell'Audio Note. Mi rendo conto che le due amplificazioni sono due livelli qualitativi molto distanti ma serviva intanto per saggiare le potenzialità del bi amping passivo e la dinamica ne ha guadagnato notevolmente. Pensi che possa essere la strada giusta o meglio cambiare l'integrato?
  3. Mr. Van den Hul sul suo ricchissimo sito consiglia di non utilizzare l'antiskating con diamanti con tagli raffinati e devo dire che azzerando sul mio Rega l'antiskating (probabilmente perchè il braccio diventa libero) aumenta notevolmente l'ariosità e il dettaglio, mentre non avverto nessun sbilanciamento sui canali. Sai dirmi se è vero, come qualcuno sostiene, che c'è il rischio di danneggiare la puntina e lo stilo facendoli lavorare senza antiskating? Questi miglioramenti ti risultano?
Mi scuso se ho inserito troppe richieste al fine di non tornare a disturbarti entro breve, e ti ringrazio anticipatamente per quelle a cui potrai rispondere.
Cordiali saluti.
Riccardo - E-mail: pomjag (at) tin.it

LC
Caro Riccardo,
il tuo impianto mi pare equilibrato, anche se io non avrei mai utilizzato una così complicata soluzione ibrida per la biamplificazione. Meglio un buon integrato che fa tutto piuttosto che tanti amplificatori che sprecano energia sui crossover passivi (diverso è il caso della biamplificazione attiva).
Potresti provare con un ampli a valvole più dotato dal punto di vista "energetico".
Per quanto riguarda l'antiskating, io continuo a pensare che sia utile, anche se forse non indispensabile. Certamente stilo e puntina sono più stressati, senza antiskating, in quanto da soli devono contrastare la forza che li attira verso il centro del disco. Non credo questo "lavoro" possa causare danni a lungo termine, comunque.
Per quanto riguarda il suono, tutto dipende dal tipo di braccio, di stilo e di puntina. E' impossibile perciò formalizzare una teoria generale. Una sola cosa è certa: con l'antiskating inserito e correttamente impostato, la capacità di tracciamento aumenta...basta fare la prova con il solito disco test HFN&RR. Questo, in genere, si traduce in una minore distorsione nei solchi più difficili. Quanto questo sia significativo ai fini del buon ascolto è difficile quantificarlo, visto che le differenze, anche da disco a disco, possono essere enormi.
In definitiva: se ti sembra che senza antiskating il tuo sistema suoni meglio, continua pure tranquillamente a non utilizzarlo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Rumori dal giradischi
Salve direttore,
intanto i miei migliori auguri di buon anno...cerco di approfittare ancora una volta della sua pazienza, per porle un quesito riguardante l'ottimizzazione del mio giradischi; il mio impianto è così composto:

Sono veramente contentissimo di come suona il mio impianto con i cd....dettaglio, controllo sui bassi...squisita dolcezza....ora, il mio problema è che il giradischi, o meglio la sua puntina, capta molto rumore dalla rotazione del piatto (ascoltabile anche a volumi medi) e molte interferenze...specialmente quando cambio il disco o lo giro, toccando il disco e il perno centrale, escono dai diffusori delle fastidiose scariche elettrostatiche...
Ho provato ad usare un mat in sughero al posto di quello di feltro, ma senza sostanziali miglioramenti (tra l'altro il mat in questione è del diametro di un disco, mentre il mio piatto è un po' più piccolo, quindi sporge un po'...problema???)
Stavo inoltre valutando l'acquisto di un piatto in acrilico da sostituire a quello in acciaio, prodotto da una ditta tedesca ed in vendita su eBay http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&item=220039301238 potrebbe forse risolvere il problema delle scariche elettrostatiche....ma si usano i mat sui piatti in acrilico?
Oltre tutto ciò, la riproduzione risulta affetta da una leggera distorsione sulle frequenze medio-alte, specialmente quelle della voce, in particolar modo sulle sibilanti...non so se tutto questo può dipendere solo dalla qualità della testina (che comunque risulta perfettamente allineata e che a breve sostituirò) o da qualche altra cosa che ignoro...
Ringraziandola anticipatamente le rinnovo i miei auguri per un felice 2007 e la saluto cordialmente.
Fabio - E-mail: ugerva (at) tin.it

LC
Caro Fabio,
l'utilizzo di piatti in acrilico non necessariamente abbatte la quantità di carica elettrostatica presente sul disco. Diciamo che i motivi dell'utilizzo dell'acrilico sono altri, prima di tutto abbattimento delle risonanze (tipiche nei piatti in metallo) ed abbassamento dei costi di lavorazione. Non userei un piatto in acrilico sul ProJect Debut, semmai investirei il più possibile nella testina e controllerei che il cavo di massa sia ben collegato e faccia contatto da ambo le parti.
Proverei anche a verificare il fenomeno con e senza l'utilizzo del tuo clamp in grafite. Il fatto che si senta molto il rumore del motore attraverso gli altoparlanti non è un buon segno, può darsi che sia veramente un problema di masse.
Controlla i collegamenti all'interno del giradischi, se ti è possibile.
Per quanto riguarda la distorsione sul medio-alto e le sibilanti, credo che il piatto economico e alcuni dischi incisi non in maniera eccelsa possano essere i principali colpevoli. Il tuo sistema analogico è veramente il primo gradino nella lettura analogica, non si può pensare che sia privo di limitazioni e difetti. Di conseguenza, o si impara a conviverci o ci si impegna per mettere da parte un budget più elevato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Impianto intorno alle Thiel CS 1.5
Gentilissimo Direttore,
le ho già scritto in passato riguardo al aggiornamento del mio impianto (
vol. 243 e 309) e Lei gentilmente mi ha consigliato varie opportunità.
Ho acquistato da qualche mese una coppia di Thiel 1.5 usate pochissimo e ancora da rodare e devo dire che nonostante siano pilotate dal vecchio Proton il suono è completamente diverso dalle mie vecchie SCS con un basso molto più presente anche se a mio avviso risultano un po' "aperte" in gamma medio alta. Questo dipenderà anche sicuramente dalla sorgente (non l'ho cambiata, ho perso per poco l'acquisto di un Genki usato, sigh.). Avendo cambiato casa, e non avendo altri spazi, ora le casse devo necessariamente sistemarle a fianco della parete attrezzata di cui le parlavo nella lettera precedente. Ciò comporta l'impossibilità di utilizzare i cavi di potenza in mio possesso (Madrigal HF10C) perché troppo corti. Pertanto avevo pensato di costruirmi i TNT – Star, che ne pensa possono andar bene o mi consiglia qualcos'altro?
Anche considerando che dovrò upgradare la sorgente con il lettore Genki e sostituire (appena li trovo usati) un amplificatore (o pre e finale AM) audio (quali modelli potrei prendere in considerazione?). Per quanto riguarda i cavi di segnale cosa mi consiglia?
La ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la "raffica" di domande, ma mi necessita un Suo parere e consiglio per poter partire con il piede giusto per poi provare di persona la migliore posizione e configurazione dell'impianto, per poi passare a godermi la mia musica preferita.
La ringrazio anticipatamente e La saluto cordialmente.
Carmine - E-mail: carmine.finizio (at) inwind.it

LC
Caro Carmine,
intanto rallenta un po'. Hai appena acquistato le Thiel CS 1.5 e direi che debba imparare a conoscerle ancora un bel po', prima di pensare ad altri upgrade. Io impiego anche 6 mesi per capire il vero carattere di un apparecchio!
Per quanto riguarda i cavi di potenza gli Star sono certamente di classe non adeguata al resto dell'impianto...proverei con qualche progetto più sofisticato, tipo Triple T o FFRC, ad esempio. Per i cavi di segnale potresti provare i TNT Shoestrings.
Tuttavia, coi diffusori sacrificati ai lati di una parete attrezzata, non è che si possa andare troppo in là con la catena degli upgrade: la posizione vanifica buona parte dei possibili miglioramenti.
Comunque sia, prima cercherei un lettore CD di classe degna e solo in un secondo momento penserei all'amplificazione.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consiglio su analogico
Caro Lucio,
dopo alcuni anni che non mi sono interessato più alla riproduzione musicale ho deciso di costruirmi un impianto per ascoltare musica. Essendo innamorato del suono degli YBA e del suono BBC ho comprato un YBA Passion 300 linea e delle 5/12 Harbeth su stand Foundation designer.
Come sorgente digitale possiedo un Naim cdx2 con xps, come cavi ho gli yba diamond sia di segnale tra cd e integrato e yba diamond di potenza.
Avendo molti dischi ho comprato un giradischi Scheu Cello con rb 250 modificato scheu (la modifica più importante è la sostituzione della cavetteria del braccio con un cavo scheu in argento).
Il quesito che vorrei porti è duplice. Il primo riguarda lo stadio phono. Essendo l'yba solo linea è preferibile far montare la scheda phono yba (sempre se è possibile) e usare il trasformatore yba o usare un pre phono separato? Nel caso della seconda ipotesi quale prendere?
Avrei ristretto le preferenze tra un Lehmann, un Trigon e un Graham Slee e quale cavo usare per il collegamento del pre phono all'yba? Per il fonorivelatore in passato mi era piaciuta su un Rega 3 la at oc 9, ma avrei preso in cosiderazione sempre in questo caso la at 33 prestige o una zyx 50.
Un grazie di cuore per i consigli e per il sito.
Vincenzo - E-mail: vironga (at) tin.it

LC
Caro Vincenzo,
propenderei verso lo stadio phono da integrare nel tuo YBA, onde non snaturare il particolare carattere dell'amplificazione francese che mi pare ti piaccia molto. Circa la fattibilità della cosa, dovresti sentire il distributore italiano di YBA, molto gentile e competente.
Per quanto riguarda la testina, punterei alla Zyx anche se non trascurerei affatto la possibilità di provare una YBA Diva che se non ricordo male è proprio una Audiotechnica modificata. Magari il matrimonio con la scheda phono integrata YBA sarebbe ideale, sia dal punto di vista elettrico che timbrico.
Se proprio volessi il phono separato (ma avresti un cavo in più!) la mia simpatia personale andrebbe al Lehmann, facilmente upgradabile (se acquistato in versione base), multisettabile per adattarsi alla gran parte dei fonorivelatori in commercio ed immediatamente rivendibile in caso di ulteriore upgrade.
Tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Belle ma impossibili
Salve,
sono appassionato ascoltatore di musica da sempre (ho 43 anni), nonchè musicista blues. Purtroppo non posso ritenermi un audiofilo, non perchè non abbia voglia o esigenza di ascoltare musica nel miglior modo possibile... ma perchè non ho i soldi per ritrovarmi in questa condizione privilegiata!
Ho scoperto da pochissimo il vostro sito, che mi sembra a dir poco FANTASTICO: per uno che, come me, è un "vorrei ma non posso" dell'ascolto hi-fi, e che ne sa poco ma vorrebbe saperne certamente di più sull'argomento, i vostri articoli sono vero "food for thought"... Li ho raccolti tutti in formato Word e presto li stamperò e li terrò come piccola enciclopedia audio per uso personale. :-)
Dopo i salamelecchi :-) vengo con la mia Lettera alla Redazione. La mia è davvero una domanda da super-principiante, perciò capisco se non risponderete... pazienza, mi informerò meglio sul vostro e altri siti e con un po' di pazienza e di tempo troverò una risposta.
La domanda è: vale la pena inserire delle casse giudicate "belle ma difficili" in una delle vostre lettere, quali le Sonus Faber Minima (che potrei comprare usate), in un impianto estremamente modesto come il mio (vedi sotto)?
E più in particolare: ha senso pilotare delle casse di buona/ottima qualità con un ampli modesto, o non percepirei nessun miglioramento rispetto al mio impianto attuale? L'impianto è così composto:

Ascolto soprattutto blues elettrico, ma anche rock e pop tradizionale e musica per chitarra acustica. Siate pure spietati nella risposta, mi aiuterà ad evitare di buttar via i miei soldi!
Grazie in anticipo.
P.S.: l'ovvio consiglio di aggiornare del tutto l'impianto, per i suddetti motivi economici, non posso purtroppo seguirlo... :-(
Carlo - E-mail: carlopip (at) tiscali.it

LC
Caro Carlo,
visto che il budget è ristretto e sembra non prevedere upgrade del resto dell'impianto in tempi brevi...io lascerei perdere. Certamente le Minima suoneranno più precise e trasparenti delle tue attuali BR 36 ma anche molto più spietate, mettendo in evidenza le magagne di ciò che c'è a monte di esse. Sono belle ma esigenti ed accettano malvolentieri partners non all'altezza. Presto saresti costretto ad upgradare sorgenti ed amplificazione, temo, per star dietro ai "capricci" delle piccoline. Oltretutto, da musicista blues, immagino sia anche amante di basse frequenze potenti, solide e profonde...cosa che le Minima non possono darti, per ovvie limitazioni fisiche. Potrebbero e possono far miracoli anche sui bassi, ma con amplificazioni di ben altra caratura, potenza e...budget.
Quindi...pollice verso. Sì, lo so che sono belle...ma potrebbero causarti non pochi guai ;-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Accoppiamento pre/finale, ronzii ed analogico
Caro Direttore,
non è la prima volta che Le scrivo e ogni volta che lo faccio, mia preoccupazione è quella di non arrecarLe una perdita di tempo considerato il Suoi molteplici impegni ed il Suo eclettismo.
Mi permetto di di esprimere, prima di tutto, il mio particolare apprezzamento per l'impegno che sta profondendo in
ambito pedagogico, la Sua attenzione per i bambini e per la genitorialità mi coivolge personalmente in quanto padre entusiasta da 13 mesi di una bambina, che sin d'ora dimostra una particolare predilezione per il disco nero.
Inoltre apprezzo l'approccio sobrio e prudente delle Sue risposte. Le chiederi alcune opinioni di tipo personale/generale.
Lei ritiene che un preamplificatore ed un finale della medesima casa abbia una sinergia superiore anche di macchine di altissimo livello fatte suonare con altre di impostazione diversa? Le faccio il mio esempio, io ho un AIR TIGHT atc 1, preamplificatore che giudico assoluto per la musicalità, la costruzione ed il prezzo (mi hanno riferito all'ultimo top audio che il prezzo stabilito dal nuovo importatore è di € 12.000,00 per il 2007) ho modificato il mio impianto diverse volte ma lui è rimasto il cuore dell'impianto, allo stato i finali che si accompagnano sono i bei JADIS J30 (il resto: THORENS TD800/300 - ORTOFON MC3 TURBO - CEC TL51 XR - THIEL 1.6 - CAVI ACOUSTIC ZEN WOW - EPOCH - EL NINO - STAX LAMBDA).
Mi domando (e lei sa che le domande di un "audiofilo" sono ossessioni) se cambiassi il pre con uno JADIS JP30 MC O JP 80 MC (che sostanziali differenze hanno tranne il prezzo?) otterrei un vantaggio dal punto di vista timbrica aldilà del vantaggio di avere un uscita phono MC, l'Air Tight ha solo l'uscita MM?
Provare l'alternativa mi è difficile, comunque, aldilà della mia questione pratica, mi interesserebbe l'opinione generale.
Altra questione: mi è sembrato di capire che Lei preferisca giradischi a base flottante e non rigida, pur sottolineando Lei che dipende dalla costruzione e vi sono giradischi a basse rigida che suonano molto bene, ma la base rigida non assicurerebbe una migliore dinamica, meno preoccupazioni intorno alla manutenzione ed una migliore stabilità? Di recente ho ascoltato i modelli dell'Acoustic Signature rimanendo favorevolmente impressionato.
Domanda, quali cotroindicazioni al non uso del tappetino in feltro sul piatto?
In ultimo, il mio impianto subisce le interfenze radio, mi dicono che la zone dove abito ne è particolarmente afflitta, ritengo, dopo prove (cambio cavi, distacco giradischi, filtri all'alimentazione) che le cause siano da attribuire all'uscita phono del pre e/o alle valvole dei finali, cosa faccio? Mi rassegno? Anche perchè l'alternativa di cambiare casa o passare ad un'amplificazione a transistor non mi sorride affatto.
Spero che le mie domande siano di interesse e di utilità generale.
La ringrazio e la saluto augurandoLe buon 2007.
Angelo - E-mail: cassanelliangelo (at) tin.it

LC
Caro Angelo,
grazie per le belle parole di apprezzamento. Se ti dovesse capitare di leggere il mio piccolo libretto sui bambini ti pregherei di farmi avere una tua opinione. Quella di un neopapà è molto importante!
Per quanto riguarda le tue perplessità: è vero, in generale sono portato a consigliare accoppiate pre + finale monomarca e questo per almeno due ordini di motivi: migliore interfacciamento elettrico e timbrico, più facile rivendibilità. Tuttavia, quando una accoppiata pre + finale di marche diverse dovesse rivelarsi soddisfacente non c'è motivo per preoccuparsi di upgrade o sostituzioni al fine di giungere al "monomarca". Nello specifico, credo che un pre Jadis non aggiungerebbe molto alla tua situazione attuale. L'Air Tight è un eccellente preamplificatore ed è giusto che stia al suo posto ancora per lungo tempo.
Il fatto che abbia solo l'ingresso phono MM (INGRESSO, non USCITA!) non mi pare una forte limitazione: ormai ci sono diverse MM di altissimo rango che se la vedono ad armi pari con tante MC dal gran blasone.
Per quanto riguarda le diverse soluzioni tecniche dei giradischi è impossibile formalizzare una teoria univoca. A me piace la soluzione flottante perché, se ben implementata, può essere più insensibile alle vibrazioni esterne ed al feedback. Ciò non toglie che esistano ottimi giradischi rigidi, altrettanto insensibili.
Certamente un giradischi rigido è, nella maggior parte dei casi, pù facile da sistemare, manuntenere e regolare rispetto ad uno basato su molle o sistemi analoghi. Per contro, è molto più sensibile al piano d'appoggio.
Infine le interferenze radio sull'impianto. E' altamente probabile che siano captate dai cavi phono. Proverei ad avvolgerli a spirale intorno ad un nucleo di ferrite o a "clampare" delle ferriti all'inizio ed alla fine del cavo stesso. E' un trucco che non fa miracoli ma dovrebbe abbassare il livello delle interferenze.
Inoltre, tutti i cavi di segnale (e magari anche quelli di potenza) sarebbe meglio se fossero dotati di una buona schermatura.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!
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