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Lettere alla Redazione di TNT-Audio

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I volumi della posta precedente

  1. Re: Alcune considerazioni sull'infelice articolo di Nick
  2. Lettori CD molto vintage
  3. Diffusori bookshelf con 400 €
  4. Mancanza di bassi
  5. La casa dei giocattoli
  6. Upgrade amplificazione
  7. Upgrade diffusori
  8. I love Real Stereo!
  9. Sul costo della libertà
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Re: Alcune considerazioni sull'infelice articolo di Nick
Anch'io ho provato a sostituire vari cavi spdif e usb e a costruirmeli in casa. Onestamente sui cavi usb non ho avuto modo di notare differenze mentre su quelli spdif al variare dalla lunghezza e del tipo di cavi coassiali qualcosa sembra cambiare. Credo che più che il cavo sia il transceiver interno agli apparecchi ad essere sensibile alla capacità e all'impedenza del cavo che lo collega.
Ho notato che lunghezze ridotte (- capacità) di ottimo rg59 terminate con connettori metallici - niente pin-jack plastici! - e con saldature eseguite a regola d'arte in genere suonano meglio dei cavi prestampati magari con i contatti crimpati. A occhio - anzi a orecchio - un cavo rg59 non più lungo di un metro e mezzo con pin metallici antiossidazione è quello che preferisco.
Non spenderei mai centinaia di euro per un cavo, piuttosto preferisco acquistare musica ma il mondo dell'audio è bello perché vario e ho smesso da tempo di scandalizzarmi per questo. Altra cosa che ho notato è che le uscite aes-ebu sono, probabilmente, meno sensibili al tipo di cavo impiegato - ho un dac behriger e ho potuto fare qualche prova con una scheda audio motu e con un dat otari che ancora uso con soddisfazione. Sul dat l'aes-ebu è il collegamento che mi piace di più anche se le differenze con il normale spdif sono minime; come cavo impiego un metro di coassiale belden due poli + schermo e due connettori neutrik.
Saluti,
Stefano - E-mail: stefano (at) stefanocairoli.com

LC
Caro Stefano,
grazie anche a te per il feedback sull'argomento. Beato te che non ti scandalizzi più per i costi di certi oggetti/accessori HiFi. Io continuo ad indignarmi. E' vero che ognuno è libero di vendere la propria merce al prezzo che preferisce, così come ognuno è libero di acquistarla, se lo ritiene necessario e conveniente. E' tuttavia altrettanto vero che ognuno è libero di mettere in evidenza certe esagerazioni che non hanno alcun corrispettivo con il costo della ricerca e dei materiali utilizzati e mi spiace che il nostro recensore Nick Whetstone non l'abbia messo in evidenza in occasione della recensione del cavo USB VertexAQ. Ne abbiamo discusso a lungo e lui ritiene che non è compito del recensore quello di mettere il prezzo in relazione con la sostanza, alla fine è l'acquirente che decide come spendere i suoi soldi.
Secondo me, invece, tutte le volte che è possibile, bisognerebbe mettere in relazione il prezzo con il contenuto, ad esempio come è stato fatto su questa recensione del finale
Genesis GR180. E' un lavoro faticoso, meticoloso, scomodo e rischioso, ma qualcuno lo deve pur fare. E, insisto, il motivo per il quale tale operazione andrebbe sempre fatta non è tanto quello di smascherare tentativi di truffa alle spalle degli audiofili - non vogliamo ergerci a paladini di chissà che - quanto semmai quello di rendere un servizio a tutta la comunità HiFi: il mercato può crescere e la Passione (e quindi l'interesse e le vendite) può allargarsi solo se ha solide basi, ragionevolmente serie. Le esagerazioni possono far notizia ma, attenzione!, alla fine della fiera l'effetto è controproducente. Si parla del settore, sì, ma sempre con una connotazione che tende ad allontanare nuovi potenziali appassionati, anziché avvicinarli. Tantissimi appassionati di Musica evitano l'HiFi perché l'idea che se ne ha è quella di un settore dove - per cominciare a parlare di qualcosa di sensato - le cifre stanziate devono avere almeno 3 zeri e questo, oggi più di ieri, è palesemente FALSO.
Grazie per il prezioso spunto,
Lucio Cadeddu

Lettori CD molto vintage
Buonasera, Illustre Professore, è con molta emozione che mi trovo a scriverLe, sono appassionato di musica e ne ascolto tanta (dal codex faenza agli air) sempre in relazione al tempo "libero", lavoro ad 80km da casa ed ho 31 anni. Sono cresciuto con mia nonna che mi "perseguitava" col pianoforte e ed il solfeggio. Infatti, ho poi conosciuto da vicino la batteria.......
Rompendo il ghiaccio, non elenchero' da come o cosa è composto il mio impiantino: alle mie orecchie piace e mi far star bene, questo è sicuro e penso che basti.
Ho fatto questa premessa perché tra le tante cose che mi piacciono ci sono anche i lettori cd dei primi anni ottanta, hanno secondo me ancora quell'idea filantropo-umanista dell' hi fi, sarà per il salto di qualità che si raggiunse (per tutti) o per quelle costruzioni fatte per durare come una batteria di pentole.
Tra i vari modelli, prototipi ecc. di quel periodo, ho notato che il "caricamento" verticale stile cassette andava per la maggiore, un fatto esplicitamente di marketing (la similitudine tra vecchio e nuovo rende piu' easy il futuribile, immagino), oppure una vera e propria scelta progettuale dovuta a che cosa?
Scusandomi per la grammatica spicciola ed il lessico poco tecnico, spero di non averLa disturbata.
Con stima,
Andrea - E-mail: andreavittorio.tramontani (at) gmail.com

LC
Caro Andrea,
a dire il vero i primi due lettori CD che apparvero sul mercato avevano due tipi di caricamento differenti: il CD100 della Philips usava una sorta di caricamento dall'alto, come è molto di moda oggi, il secondo un normale caricamento a vassoio estraibile. Ricordo quelli a caricamento in stile compact cassette ma erano pochi e quel sistema fu presto abbandonato. Credo che il motivo di tale scelta sia da ricercare nel fattore cool di poter guardare il futuribile dischetto argentato mentre gira in riproduzione, niente di più. Ragioni tecniche, di miglior equilibrio della parti in movimento e di maggiore semplicità realizzativa, hanno poi portato alla diffusione del caricamento a cassettino estraibile o, nei modelli con pretese più esotiche, a caricamento dall'alto in stile giradischi analogico.
Sul fatto che fossero costruiti per durare come una batteria di pentole potrei anche darti ragione, forse, ma una cosa è certa: suonavano anche come una batteria di pentole! :-)
Pian piano il digitale ha fatto passi avanti e già qualche anno dopo si iniziavano a realizzare macchine di alto livello che ancora oggi non sfigurano in impianti moderni. Tanto per scivolare nel banale mi limito a ricordare il trittico Philips CD960, Marantz CD94 e
Revox B226 che recensii qualche anno fa in uno slancio di ammirazione per certo digitale vintage.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Diffusori bookshelf con 400 €
Carissimo direttore, vorrei che mi aiutasse nella scelta di una coppia di casse da libreria in quanto veramente la nuova coppia di casse dovrà essere inserita tra i libri ad una altezza da terra di circa 80 cm e le ascolterò da circa 3 metri di distanza ad un volume medio-basso. Il mio impianto attuale è così composto:

Le casse le ho costruite da circa 3 anni ed hanno a mio parere voci e medio-alti molto belli mentre mi sembrano carenti sui bassi in quanto sovrastati da medi e dagli alti e con bassi poco coinvolgenti. Mi sembrano abbastanza sensibili in quanto il volume non supera mai ore 9. Può essere che dipenda dal sintoamplificatore che non ha lo spunto per far muovere molto i woofers? Ne sono stato (con i limiti descritti) soddisfatto ma vorrei qualcosa di più sulle basse.
Mi piace ascoltare tutti i generi musicali non eccessivamente enfatizzati, molto acustica, opera, country, jazz soft, piano, popolare, ecc... So che la disposizione in libreria limita molto i diffusori ma non ho altre possibilità e quindi vorrei che mi consigliasse sui nuovi diffusori per i quali posso disporre di una cifra di circa 400 Euro.
Leggendo varie recensioni qua e là per Internet il gruppo di possibili sarebbero: Kef IQ30, Focal 706, B&W 685 (con qualche costo maggiore), Monitor Audio BR2 e non più prodotte ma forse trovabili su usato Tannoy Fusion 2.
Poichè nella mia città non c'è nessun rivenditore di Hi Fi dovrei muovermi in una città più grande e vorrei andarci con qualche suggerimento in più. Il basso che vorrei in più è però un basso asciutto e controllato, ma che possa far individuare il timpano come timpano, la cassa della batteria e le viole e contrabbassi, ecc...
Accetto tutti i suggerimenti anche di altri modelli con il limite in altezza di 40 cm. Ascolto molto la radio anche via Internet attraverso il PC (una scelta sconfinata di generi) e già che ci sono le chiedo anche un consiglio su una buona Internet radio con uscite RCA da collegare all'aux del sintoamplificatore. La ringrazio.
Coediali saluti,
Daniele - E-mail: datognac (at) tin.it

LC
Caro Daniele,
dati il budget, la sistemazione compromessa e la limitazione di dimensioni forse sarebbe più saggio rivedere al ribasso le tue aspettative. Sentire distintamente timpani, contrabbassi e tutti gli altri strumenti che hai citato esula completamente dalle possibilità terrene di un bookshelf da 400 €, piccolo (H < 40 cm) e posizionato a libreria. Te lo dico per non alimentare in te aspettative che potrebbero essere largamente disattese. E la delusione è il primo gradino dell'insoddisfazione all'ascolto. Inoltre, anche il sintoamplificatore che utilizzi non è esattamente l'ideale per far esprimere al meglio i diffusori (i tuoi attuali o i futuri) per cui tieni conto anche di quest'altro fattore.
Aggiungo che i tuoi attuali diffusori un po' di bassi dovrebbero riprodurli, nonostante l'amplificazione usata. Se ciò non accade, probabilmente la colpa è da ricercare nell'ambiente (magari troppo riflettente) o nella disposizione (errata). Un diffusore nuovo non potrà porre rimedio a questi ultimi due problemi, anche se fosse molto più costoso.
Comunque sia, sempre che non sia riuscito a farti passare definitivamente la voglia del nuovo acquisto, nel lotto di candidate io mi concentrerei, in ordine di preferenza, su KEF iQ30, Tannoy Fusion 2 e Monitor Audio BR2 mentre escluderei B&W e Focal, onde evitare di rimarcare ulteriormente le medie e le alte frequenze in un ambiente che, temo, fa questo già di per sè.
Aggiungerei al lotto delle papabili anche le Chario Silhouette 200, le Quad 9L2 e proverei ad ascoltare le Indiana Line Musa 205. In ogni caso, cura attentamente il posizionamento in libreria, magari provando ad isolare i diffusori dal ripiano con dei gommini morbidi, per limitare il più possibile la trasmissione delle vibrazioni al resto della struttura.
Infine, per quanto riguarda la Internet radio, temo davvero di non poterti essere utile, mi spiace ma non ho alcuna competenza nel campo specifico.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Mancanza di bassi
Caro Direttore,
prima di passare al dunque vorrei fare a te e al tuo staff i miei più sinceri complimenti per il vostro lavoro e per come affrontate in modo professionale, oggettivo e al tempo stesso dando il giusto peso (i veri problemi sono altri .....) questo fantastico hobby. Il dunque riguarda la quasi totale mancanza di bassi nel mio impianto. Quasi due anni fa ho acquistato un integrato valvolare modello AVR A-ONE, un cinesino che, da quello che ho capito, dovrebbe condividere molto con lo YARLAND A-ONE: due EL34B per canale per 35W di potenza.
Lo ascolto con un giradischi DUAL 504 e un CD player SONY CDP211 (che spero presto di sostituire), tutto cablato con cavi VAN DEN HUL semibilanciati autocostruiti. Il punto dolente della questione, a mio avviso, sono i diffusori: due bookshelf + sub push-pull autocostruiti su progetto PEERLESS/CORAL, dalle specifiche risulta che i componenti utilizzati hanno una sensibilità non superiore ai 87/88 dB.
La stanza di ascolto è il mio soggiorno ed è grande 5.70X5.70 arredato con due divani, due tappeti, mobili in arte povera, una grossa finestra con tenda e poche superfici riflettenti, le casse sono a 70cm dal pavimento e circa a 2m l'una dall'altra, mentre il sub è poggiato sul pavimento a circa 20cm dal muro. Ascolto prevalemente rock60/70 (Zeppelin, Pink Floyd, Zappa) ma non disdegno la classica sinfonica e i buoni cantautori italiani.
Facendo ricerche sul web e leggendo la vostra rubrica ho capito che forse le mie casse sono troppo esigenti, in termini di potenza, per il piccolo ampli e che sarebbero più indicate delle casse ad alta efficienza.
Guardando in giro ho trovato che le KLIPSCH serie RB potrebbero essere il giusto compromesso, in particolare ho preso di mira le RB61 o RB81 (il bass reflex anteriore mi è comodo visto che non ho molto spazio dietro). In alternativa, giusto per rimanere in casa CORAL, ho puntato gli occhi anche sulle Indiana Line (TESI 260 o HC 206). Sto pensando quindi di acquistare, previo ascolto con ampli con caratteristiche molto simili al mio, una di queste coppie di diffusori.
Volevo chiederti se il mio ragionamento è sensato, se la scelta che sto analizzando può risolvere il mio "problema" e, in generale, che consigli mi puoi dare per ritrovare i bassi perduti !!!!
In attesa di un tuo cordiale riscontro saluto cordialmente te e i tuoi collaboratori.
PS: quando riprendono gli interventi su RadioRock di Roma :-)?
Ettore - E-mail: ettore.tarallo (at) gmail.com

LC
Caro Ettore,
mi sembra molto strano che tu lamenti una completa mancanza di bassi disponendo addirittura di un subwoofer! Sei sicuro di averlo realizzato a dovere? Te lo chiedo perché in queste ultime settimane mi sono giunte richieste di chiarimenti su uno dei nostri progetti di subwoofer in push-pull, relativamente al collegamento dei due woofers. Nel push-pull essi vanno montati in controfase l'uno rispetto all'altro, in modo che quando uno spinge l'altro tiri. In secondo luogo, prova a verificare per bene tutti i collegamenti tra questo sistema satelliti+sub ed il tuo amplificatore. Eventualmente prova ad invertire la fase del subwoofer, a ruotarlo di 180 ° o a posizionarlo in maniera differente rispetto ai satelliti.
Terza osservazione, la stanza è a pianta quadrata, questo raramente è un bene (diciamo pure MAI). Dovresti tentare di rompere questa simmetria provando a posizionare i diffusori in maniera asimmetrica, magari lasciano un angolo della stanza in mezzo ad essi. La potenza del tuo amplificatore dovrebbe essere sufficiente a pilotare diffusori di sensibilità anche inferiore ai 90 dB, semmai ci sarebbe da preoccuparsi dell'impedenza, non vorrei che il tuo sistema sat + sub sia assassino proprio da questo punto di vista. Non è che sub e satelliti sono collegati in parallelo? (l'impedenza si dimezza!)
Solo dopo aver fatto tutte queste prove potrai ragionevolmente pensare ad un upgrade. L'idea di considerare una coppia di Klipsch non è malvagia, ma francamente opterei per un modello da pavimento, ove possibile. L'ambiente è grande e diffusori bookshelf potrebbero non darti i bassi che tanto ti mancano. Ricordati, infine, che la presenza del reflex anteriore o posteriore influenza abbastanza poco le prestazioni in gamma bassa: la presenza della parete posteriore vicina causa COMUNQUE un rinforzo in questa porzione dello spettro audio.
Per le dirette su RadioRock ci stiamo ri-organizzando!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

La casa dei giocattoli
Caro Direttore,
da vecchio appassionato di hi-fi pura (quindi niente HT ecc), sono invece molto "stuzzicato" dalla cosiddetta "musica liquida" (mi piace molto anche l'informatica). Leggendo quindi qua e là sull'argomento ho deciso di comporre allo scopo una catena come questa:

  1. uno dei tanti PC che ho in casa, opportunamente silenziato;
  2. interfaccia USB-SPDIF Hi face della M2TECH (per bypassare le limitazioni sia hardware che software del PC);
  3. DAC Super Pro 707 (che se non sbaglio dovrebbe arrivare ad una risoluzione fino a 24 bit/192 KHz);
  4. ampli Scythe Kama Bay SDA 1000 (vorrei proprio provarlo vista la Tua recensione, ho già un T-Amp 1a generazione ed un incantevole Trends TA 10.1).
Come diffusori ho a disposizione una coppia di vecchi, ma ancora perfetti, Mission 760i; in alternativa ho recentemente acquistato a prezzo stracciato, nuova, una coppia di Acoustic Energy Aegis Evo 1 con relativo sub amplificato Compact Sub. Premesso che il primo parametro dell'operazione era quello di contenere la spesa (quindi la scelta dei componenti si basa molto sul "famoso" rapporto qualità/prezzo), ecco la fatidica domanda: pensi che una catena siffatta sia corretta e ragionevole?
Per maggiore completezza Ti indico gli impianti con cui ascolto abitualmente (tutte cose abbastanza datate ma che mi soddisfano molto): I cavi di segnale sono Monster Interlink 400 II e artigianali, quelli di potenza Monster, Audison o autocostruiti.
Concludo rinnovando i complimenti per il sito, e soprattutto per la filosofia che lo sorregge, e Ti saluto cordialmente. Gian Marco - E-mail: caduceo (at) tin.it

LC
Caro Gian Marco,
posto che sono uno strenuo sostenitore della (mia) filosofia -S + M (Meno Scatole = più Musica) ti consiglierei in primis di eliminare un bel po' di surplus. Hai davvero tanta roba, più o meno di qualità equivalente, sarebbe bello sostituire tutto con un sistema UNICO di caratura ben superiore. Tale impianto potrebbe persino prevedere al suo interno una sezione liquida più o meno come l'hai già progettata tu. Volendo aiutarti nell'operazione di scrematura io terrei soltanto i seguenti: giradischi Thorens TD160, lettore CD Cambridge CD5, pre + finale Audiolab, diffusori ProAC Studio 1 e cuffie Stax SR Lambda. Tutto il resto...in vendita! E' tantissima roba, con il ricavato potresti acquistare un lettore CD di qualità superiore, un buon DAC (magari anche con ingresso USB) e, forse, persino un ampli integrato di ottimo livello ed una coppia di diffusori di maggior pregio. Francamente DUBITO che ti serva davvero tutta questa roba ed il proposito di aggiungere altre scatole per la musica liquida mi fa pensare che la strada ormai intrapresa sia quella dell'accumulo insensato di giocattoli, un po' fine a se stesso. Pensa a quanto sarebbe molto più soddisfacente un solo impianto, di caratura nettamente superiore a ciò che utilizzi ora. Se è la qualità all'ascolto ciò che ti interessa, non pensare ad una razionalizzazione di risorse sarebbe un grosso errore.
Ti lascio a riflettere serenamente su questo, lo so quanto sia difficile resistere alla tentazione di accumulare giocattoli ma questo, a mio parere, può avere un senso soltanto quando si dispone già di un impianto di caratura estremamente elevata che sarebbe molto costoso (o inutile) da upgradare ulteriormente.
Tienimi aggiornato,
Lucio Cadeddu

Upgrade amplificazione
Gentilissimo Direttore,
sono (anche io) un "seguace" da qualche anno di TNT Audio. Le scrivo perchè sto valutando un upgrade sullo stadio di amplificazione del mio impianto. Dettagli tecnici: l'impianto è attualmente composto da:

Il lettore cd è stato poi upgradato in diverse sezioni: cambio dei diodi di raddrizzamento della corrente, cambio di tutti i condensatori dello stadio di alimentazione con Panasonic FM, cambio dei condensatori sulla fase di preamplificazione con dei Wima MKP (se non erro), e sostituzione degli OPamp. Sia al lettore inoltre che all'ampli è stato rifatto il cavo di alimentazione seguendo il progetto TNT Merlino.
Il tutto è in una stanza di circa 40 mq. Principalmente ascolto rock/rock progressivo, ma non disdegno nemmeno jazz e funk.
Dopo questa (lunga) premessa arrivo al nocciolo. Stavo valutando un upgrade sullo stadio di amplificazione. Sono in possesso di un T-Amp della Sonic Impact (anch'esso pesantemente modificato) e noto che rispetto al Nad suona decisamente più dettagliato, più "reale", il suono sembra anche avere "più spazio"...Però il Nad "emotivamente" riesce a darmi qualcosa di più, soprattutto alzando i volumi...Probabilmente per via dei bassi molto caldi e rotondi, rispetto a quelli più asciutti del T-Amp...E forse anche per una notevole differenza di wattaggio che può far la differenza pilotando i Monitor Audio.
Aggiunto questo pensavo di orientarmi sempre nel mondo del DIY e valutavo la possibilità di realizzare un ampli in classe D usando magari come base di partenza qualche kit (il "fenice" o il kit di Audioscheggia tutti basati sul TA2020) oppure di vagliare la possibilità di realizzare un simil Gainclone (di cui tanto bene ho letto in rete) magari affiancato da un pre a valvole.
Cercavo quindi un consiglio: non volevo buttarmi subito su un simil tamp (seppur di altro livello) e poi trovarmi con un amplificatore che suona pulito, bene, ma che "prende" meno del Nad, e non volevo nemmeno buttarmi su un gainclone senza avere qualche info/riferimento in più, magari paragonato appunto al Nad (magari se ha anche qualche consiglio su qualche kit/pcb da cui partire).
La ringrazio molto per l'aiuto e il tempo dedicatomi.
Saluti,
Andrea - E-mail: andrea.pzo (at) tiscali.it

LC
Caro Andrea,
è perfettamente normale che il NAD, accoppiato coi tuoi diffusori, suoni più pieno e rotondo del T-Amp. La differenza di potenza, specie su diffusori non molto sensibili, si fa sentire! Se ti piace il suono preciso, trasparente, grande, tipico del T-Amp, forse la strada di un Classe D autocostruito, ma di maggiore potenza, non è del tutto da abbandonare. Ci sono molti progetti con Tripath più potenti, purtroppo io non ho avuto modo di provarli. Abbiamo invece recensito diverse realizzazioni più o meno già finite con questi chipset. Tieni anche conto che non sempre l'autocostruzione è una strada conveniente. Un Virtue Audio (One o Two) è un bell'oggetto, ben suonante, con la giusta potenza, venduto ad un prezzo che rende certa autocostruzione meno conveniente di quanto sembrerebbe, soprattutto se tieni conto del fatto che un prodotto commerciale lo rivendi quando vuoi, l'autocostruito invece ti resta sul groppone.
Anche l'idea del Gainclone non è malvagia e leggendo le nostre recensioni (specie quelle di Nick Whetstone degli ampli in classe D) potrai trovare molte informazioni a riguardo del confronto tra alcuni classe D ed il GC. Eventualmente chiedi consiglio a Nick (in inglese!), lui è un grande estimatore ed esperto dei Gainclone.
Comunque sia, secondo me, una qualunque di queste scelte, se di potenza adeguata, spazzerà via dal tuo ricordo il pur buono NAD, a meno che tu non stia cercando un suono più rotondo che preciso, più ruffiano che veritiero. Non ci sarebbe niente di sbagliato nell'optare per una soluzione che, alla fin dei conti, ci convince di più anche se non è la più lineare possibile. In fondo, alla resa dei conti, è il gusto personale che deve prevalere.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade diffusori
Egregio Direttore,
complimenti per la rivista che in questi anni è stata una guida per me e sicuramente per molti audiofili. In questi anni ho costruito il seguente impianto:

Ascolto prevalentemente Diana Krall, Eagles, Eric Clapton, U2, Dire Straits, Jazz ed alle volte musica classica. L'impianto è posizionato in una stanza rettagolare 3,5x5 m h:3.25m, rispettando il più possibile le regolette suggerite da TNT-audio.
Il suono del mio impianto mi soddisfa ma da tempo ho il tarlo che magari potrei scegliere una coppia di diffussori più adeguate al resto. Putroppo nei negozi nella mia zona (Sicilia) non è facile convincere il venditore ad una prova a casa quindi avrò un po' di difficoltà ad ascoltare i nuovi diffusori nel mio impianto.
Pensavo di orientarmi sempre su torri da pavimento di piccole dimensioni (2 vie) anche se la mia compagna preferibbe da libreria. Così prima di iniziare a girare senza meta le volevo chiedere quale secondo lei potrebbe essere un diffusore (nuovo/usato), sia da libreria che da pavimento, che si adatti all'impianto ed in particolare ai caldi 25w dell'amplificatore.
Il lettore CD sarà da sostituire in seguito?
In attesa di un suo riscontro le invio cordiali saluti,
Carmelo - E-mail: carmelogarufi (at) libero.it

LC
Caro Carmelo,
sarà difficile passare da un diffusore da pavimento ad uno da libreria senza pagare pegno. Io ti sconsiglierei fortemente di fare questo passo indietro: una volta che ci si abitua ad un suono corposo non è facile rinunciarci. Dimensioni a parte, il problema sarebbe quello del posizionamento. Se la tua compagna desidera diffusori da libreria immagino sia non certo per posizionarli su ingombranti e traballanti stands! Lei sta immaginando di nasconderli in qualche nicchia di una libreria o di una parete attrezzata. Se così non fosse, non ne capirei le motivazioni: un diffusore da stand sul suo supporto occupa più spazio (ed è più difficile da gestire) di una snella torre da pavimento.
Comunque sia, tenendo conto della stanza non enorme e dei watt del tuo amplificatore, secondo me anche dei diffusori non sensibilissimi potrebbero essere una buona scelta. Purtroppo non indichi la cifra che intendi spendere, quindi sono costretto ad andare ad intuito. Per una volta limito la scelta ad un nome solo: Totem. Questo marchio ha a disposizione sia diffusori bookshelf che snelle torri da pavimento che difficilmente non incontreranno il gusto di una qualunque consorte. Sto pensando ad esempio ai bookshelf Rainmaker o alle torri Arro e Sttaf. Pur avendo dei woofer di piccole dimensioni e di conseguenza mobili davvero poco intrusivi hanno comunque una gamma bassa sorprendente ed un equilibrio sonoro invidiabile. Grazie alle ridotte dimensioni del baffle, poi, riescono ad essere acusticamente invisibili, ricreando un ottimo palcoscenico virtuale. Potrei consigliarti altri marchi ma prima di tutto ti chiederei di valutare, se ti è possibile, la produzione Totem. Ove ciò ti fosse impossibile, sentiamoci di nuovo per una rosa di candidati più ampia, però mi dovrai indicare la cifra a disposizione ed i marchi che realisticamente puoi andare ad ascoltare di persona.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

I love Real Stereo!
Le registrazioni che mi danno il maggiore appagamento sono quelle di qualità effettuate negli anni '60!
Credevo di essere sciocco ma sono tre gli aspetti gratificanti di quelle registrazioni:

  1. Real Stereo, una separazione nettissima tra gli strumenti che garantisce un realismo spaziale assolutamente emozionante. Adoro l'abitudine, ad esempio, di collocare la batteria tutta solo su un canale e la voce tutta solo sull'altro. Nelle registrazioni moderne la stereofonia è pseudostereofonia, ottenuta solo dando un senso di riempimento del fronte sonoro da sinistra a destra ma senza riprodurre una vera collocazione spaziale.
  2. Assoluto calore tonale e timbrico degli strumenti, che sono sempre morbidi e discreti (ovviamente nelle registrazioni di qualità) E' vero che ci sono fruscii e ogni tanto qualche distorsione ma il calore generale compensa le piccole imperfezioni.
  3. ...ogni tanto si sente (come in alcune tracce di G. Benson) il rullante che vibra sotto la pressione del basso e spesso si apprezza un senso generale di presenza e realismo fatto di microvibrazioni spurie che nelle registrazioni moderne (fatte apposta per gli stereo compattoni giapponesi) è completamente scomparso.
Grazie e saluti.
Marco - E-mail: granno.marco (at) alitalia.it

LC
Caro Marco,
che si sia dimenticata, in larga parte, la capacità di realizzare buone incisioni stereofoniche è un dato di fatto. Si potrà obiettare che i tecnici le sanno fare ma il mercato non le richiede. Io invece credo che molti tecnici attuali non abbiano neppure idea di cosa sia l'immagine stereofonica. E' vero che si tratta di un parametro assolutamente inutile per la stragrande maggioranza degli ascoltatori/fruitori di Musica ma si potrebbe evitare un certo imbarbarimento ALMENO per i generi musicali meno di massa.
Consentimi una correzione doverosa rispetto al primo punto che elenchi: la vera stereofonia non ha NIENTE a che vedere con uno strumento su una cassa ed un altro strumento sull'altra. Questo, infatti, non ha niente a che vedere con la realtà dell'esecuzione: ti capita mai di sentire la batteria tutta a destra e la chitarra tutta a sinistra, dal vivo? A me no. Tra l'altro proprio la batteria è, in genere, posizionata al centro del palco e se vogliamo ricercare il realismo nella sua riproduzione così deve materializzarsi quando riprodotta a casa! Le tecniche
Real Stereo consentono una ripresa del suono di un gruppo esattamente come se noi fossimo là ad assistere alla performance.
Quando ascolto dal vivo un quartetto acustico (jazz o classico che sia) mi rendo conto della provenienza dei suoni a seconda della posizione degli strumenti nel palco ma non c'è alcuna separazione netta destra-sinistra! E' come se fosse, invece, una sfera pulsante di suoni con delle parti colorate in modo diverso (se il contrabbasso è a destra, sentirò un po' più di bassi provenire da destra, ma niente di più). Quella che citi tu è una tecnica stereofonica finta, nata per stereofonicizzare delle registrazioni mono: uno strumento per canale e via! Talvolta si giocava anche con terribili effetti ping-pong da destra a sinistra e viceversa.
No, la vera stereofonia della quale parliamo noi è quella che consente una più realistica riproduzione dell'evento sonoro originario, senza troppe complicazioni e manipolazioni del segnale. Allo stesso modo una buona registrazione non ha niente di artificialmente caldo e morbido. Anzi! I suoni veri - e mi chiedo quanti audiofili si siano mai preoccupati di verificarlo dal vivo - non sono quasi mai così: spesso aggressivi, dotati di una dinamica spaventosa, metallici, violenti e persino fastidiosi quando serve. Senza scomodare costosi concerti di classica in buone sale da concerto basta posizionarsi a pochi metri dalla banda del paese: qualcuno mi deve spiegare cosa ci sia di morbido e caldo nella tromba, nel timpano, nei piatti (!!!) e nella grancassa. Al di là della pressione acustica, altissima e difficilmente raggiungibile da un impianto domestico, è il realismo a fare la differenza: la dinamica apparentemente infinita, l'aggressione fisica dell'aria spostata dagli strumenti, il risuonare di tutte le cavità del nostro corpo.
Ogni tanto bisognerebbe ritarare le orecchie su questi strumenti per capire quanto lontano dal vero ci possano portare i nostri impianti audiophil-chic.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Sul costo della libertà
Gent.mo Dott. Cadeddu,
mi è venuta voglia di scriverLe questo pomeriggio, mentre mi rilassavo con il mio impianto hi-end, dopo che ieri ho avuto l'ultimo problema con il mio attuale preside (avrà capito che sono un insegnante, di Lettere). Lei mi dirà, a ragione, cosa c'entro io con il suo preside? Il motivo glielo spiego subito: perchè avendo letto - tutta - la Sua posta, mi sembra ormai di conoscerLa bene, come un amico con cui si condividono valori e principi etici fondamentali; dalle sue risposte mi pare infatti di aver capito che per Lei una cosa molto importante, forse la più importante, è la Sua autonomia di giudizio e la Sua libertà, ch'è sì cara,/come sa chi per lei vita rifiuta, se mi permette la citazione dantesca.
Mentre ascoltavo musica ho pensato quanto deve essere difficile per Lei resistere alle lusinghe dei produttori, alle offerte, alle gelosie dei colleghi, alle pressioni di tanti che vorrebbero asservire i Suoi giudizi ai loro interessi, per non parlare poi dei lettori maleducati e arroganti. C'è da chiedersi come faccia a resistere. Ebbene, carissimo Dott. Cadeddu, questa lettera vuole essere un invito a proseguire nell'opera. Sì, egregio Direttore, continui a servire l'Idea, perchè gli uomini come Lei fanno ben sperare nel genere umano e ci rendono più ottimisti per il suo futuro.
Questa lettera vuole essere anche un ringraziamento per i preziosi consigli che hanno portato alla realizzazione dell'impianto che sognavo da ragazzino e di cui sono soddisfattissimo. Spero che la pubblichi (anche se, conoscendola, temo che non lo farà), perchè vorrei che i Suoi lettori si soffermino a riflettere e ad apprezzare, ancora più di quanto già non facciano, il valore del Suo lavoro, che è gratuito (incredibile a dirsi! e di questi tempi poi!), ma inestimabile.
Con stima,
Mario - E-mail: mario.montemitro (at) alice.it

LC
Caro Mario,
ti ringrazio per il vibrante attestato di stima che pubblico non per vanagloria (tantissimi finiscono per avere risposta privata) ma perché mi permette di sottolineare un certo numero di cose che mi stanno particolarmente a cuore.
Si è portati a pensare che in questo settore le pressioni siano forti e difficili da contrastare. Ebbene, per quanto sia vero che tutti più o meno cerchino di tirare la giacchetta da una parte o dall'altra, il non essere ricattabili ci mette abbastanza al sicuro. Le pressioni sono forti ed efficaci quando chi le esercita può effettivamente influire, in un modo o nell'altro, sulle sorti di una pubblicazione, vuoi per introiti pubblicitari, vuoi per giochi di potere o altro.
Noi, sin dal primo giorno, abbiamo spuntato quest'arma, rifiutando di accettare pubblicità. Non solo, ma abbiamo persino rifiutato di chiedere abbonamenti o sovvenzioni ai lettori, esattamente per lo stesso motivo. Chi paga si aspetta sempre qualcosa in cambio e, magari, di poter influire sulle nostre scelte. Con queste armi spuntate, credimi, la voglia di esercitare pressioni, agli operatori o ai lettori, viene decisamente meno.
Un altro mito da sfatare è che pubblicare una rivista online abbia dei costi elevatissimi. Questo è palesemente falso. Sapendo scegliere internet providers e layout intelligenti - giusto il minimo sindacale per potersi definire editori altrimenti si è poco più che semplici pasticcioni wannabe - il tutto è gestibile né più né meno come una piccola parte di questo hobby. Quel che costa è il tempo, non certo tutta l'infrastruttura. Inoltre, mettiamoci bene in testa che Internet non è la gallina dalle uova d'oro: con la marea di risorse gratuite a disposizione in tutto il mondo è durissimo convincere qualcuno a pagare per avere informazioni che può trovare altrove. E se le informazioni sono raggiungibili solo a pagamento, il destino è inevitabilmente segnato. Publish or perish dicevano gli anglosassoni in tempi non sospetti.
Ancora, lasciami precisare che questo - contrariamente a quel che si pensa - è un settore povero, il giro di denaro è semplicemente ridicolo. Negli anni '70 qualche piccolo imprenditore italiano girava in elicottero, oggi è tanto se può permettersi il taxi. E' vero che gli apparecchi sono costosi e che, in generale, trattasi di hobby per persone benestanti ma i numeri in gioco sono davvero molto piccoli. Per esercitare pressioni forti occorrono soldi veri e, credimi, sono pochissimi gli operatori di questo settore che ce li hanno, soprattutto in questi tempi. Si naviga a vista e si sta a galla come si può. Internet ha dato una spallata mica di ridere, poi, al giochino dei listini gonfiati a dismisura. La gente inizia ad aprire gli occhi e le vacche sono dimagrite molto rapidamente.
Infine, per i maleducati, gli invidiosi ed i provocatori sappi che abbiamo sviluppato gli anticorpi. E' un teatrino di arte varia che conosciamo bene, ormai, e riusciamo a divertirci nell'osservarlo dall'esterno. Non so se questo atteggiamento di assoluta e completa libertà di azione sia, come dici tu, da prendere ad esempio. Non vorrei che fosse così, mi piace pensare che questa debba essere la normalità, non l'eccezione. Se iniziamo a meravigliarci che esistano persone che non barattano le proprie idee per un piatto di lenticchie (perché di questo stiamo parlando) significa che abbiamo già abbassato la guardia, che ci siamo già rassegnati. Parafrasando la nota pubblicità, la libertà di pensiero non ha prezzo, per tutto il resto c'è una diffusa carta di credito.
Grazie per il prezioso spunto,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Buon giorno direttore, le scrivo per farle sapere che da quando, più di un anno fa, ho scoperto il vostro sito, mi si è accesa la voglia di avere un impianto decente. Così dopo aver letto praticamente tutto quel che c'era su tnt-audio ho compilato una lunga lista delle spese con tutto quello che pensavo potese adattrasi alle mie esigenze, alle mie tasche ed ai miei familiari..(non vorrai mica mettermi quei 2 enormi cosi neri in salotto!!).
Per farla breve dopo aver sfoltito la lista a più riprese alla fine ho deciso per:

La scelta del lettore è stata fatta in base a degli ascolti (pochi) che ho potuto fare in un negozio dove il suono delle elettroniche Marantz mi piaceva più di quello di altre marche (Rotel ad esempio). L'ampli l'ho scelto perchè ne ho sentito parlare un gran bene qua sul sito di TNT-Audio e poi perchè a quel prezzo a quanto pare non si trova molto di meglio. Le casse le ho scelte perchè cercavo qualcosa che fosse facilmente pilotabioe dal TA 10.1 e le Synergy B3 con i loro 93 decibel di sensibilità mi sembravano adatte. Il tutto completato da un alimentatore ZetaGi da 5 ampere e cavi di potenza ovviamente autocostruiti (i TNT Star). Ho ordinato tutti i componenti online spendendo circa 900 euro ed ho assemblato il tutto. Devo dire che l'impianto suona decisamente meglio del compatto che avevo prima e anche la potenza acustica, insomma i decibel che le casse sparano fuori sono più che sufficienti per i miei ascolti, raramente la manopola del TA 10.1 arriva a ore 12.
Però c' è un problema....mi sono accorto che la mia collezione di cd originali non è poi così ampia e che la musica scaricata da internet e masterizzata su cd ha una qualità che lascia spesso a desiderare. Mi toccherà tornare a frequentare i negozi di musica :-)
Ringrazio tutti voi di TNT-audio per avermi guidato in questa giungla con i vostri consigli.
Mauro - E-mail: m_perotti (at) hotmail.com

LC
Caro Mauro,
sono felice nel sentirti così soddisfatto dei tuoi acquisti! E lo sono ancor di più nel sapere che il nuovo impianto abbia stimolato il desiderio di acquistare Musica, originale e non compressa. Tra l'altro, questo è davvero un buon periodo per acquistare CD, si trovano ovunque a prezzi di vero realizzo. Io, ormai abbastanza regolarmente, trovo dischi piuttosto recenti (2-4 anni) svenduti a 5-6 €, talvolta persino nel supermercato vicino a casa. E', ad esempio, il caso di All the roadrunning di Mark Knopfler & Emmylou Harris, un bel disco del 2006, letteralmente regalato a 5,99 €. Scaricare i 12 brani che il disco contiene, magari compressi, probabilmente costerebbe di più! Allora, regalo per regalo, consentitemi di offrivi un'intensa versione di "I dug up a diamond", estratta da questo disco, ed eseguita live da questi due mostri sacri.
Buon ascolto,
Lucio Cadeddu

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