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La serva...serve
Caro Lucio,
ho letto il tuo editoriale di febbraio 2013, e mi sono immediatamente trovato in completo disaccordo. Ecchissene, dirai giustamente.
D'accordo; ma, siccome so che prendi in seria considerazione le critiche
costruttive ed argomentate, ti sottopongo le mie; poi, tanto, possono essere
eliminate semplicemente premendo "canc", senza residuare scorie :-)
In realtà, è colpa tua: ci hai abituati ad "esternazioni" misurate e
ragionate, così, notiamo subito la prosa diversa, come quella di questo
articolo. Sbaglierò, ma credo proprio che tu lo abbia scritto senza
frequentare una "mostra" da un bel po' di tempo, in particolare senza essere
stato recentemente a nessuna di quelle che hanno proliferato sul territorio
nzionale ed alle quali hai dato ampio rilievo sul sito.
Io, invece, l'ho fatto, principalmente perchè mi diverte frequentare tali
manifestazioni. Ciò, evidentemente, rende il mio discorso "di parte", ma mi
sforzeròdi esporlo con sufficiente "terzietà" e senza considerare la mia -
apodittica, lo ammetto - ammirazione per chi compie tali sforzi
organizzativi, cui, comunque, va il mio plauso per "fare qualcosa".
Cominciamo. dalla fine :-)
"Pochi, maledetti e subito": ma quali? Ma dove? Ma quando?
Le mostre proliferano, ma con un generale scontento degli operatori, che da
esse non derivano reali e concreti contatti commerciali (leggasi VENDITE). E
nonostante spesso in queste occasioni si possano riuscire anche a spuntare
prezzi più ragionevoli di quanto i fantasiosi listini vorrebbero
demiurgicamente creare.
Sono d'accordo che il problema di fondo è, come dici tu, che il mercato si
è ristretto, così non si giustifica (più) la sussitenza dei "negozi"
(tranne quelli con le spalle grosse); quindi, per chi produce i nostri
"oggetti del desiderio" l'unica è rimboccarsi le maniche e portare la
propria mercanzia in giro per i paesi (appunto, le "fiere".).
Certo, la cosa non vale per i produttori affermati, magari parte di un
grande gruppo o, comunque, con una buona solidità finanziaria ed una
strategia di marketing già soddisfacente: capisco che tali soggetti non
siano assolutamente interessati a proporsi ad un pubblico "lowbrow" come il
nostro (Sonus Faber neppure esponeva "in proprio" al TAV, dove nemmeno
Chario compare più; per tacere dei colossi Pioneer e Sony, nonostante siano
recentemente tornati comunque sulla "piazza" del serio HiFi a 2 canali.). Ma
tutti gli altri? Tutti quelli che, improvvisati o meno, decidano di
lanciarsi nell'agone e "produrre"? Devono per forza essere considerati
ontologicamente inaffidabili e bastonati sul nascere o ostacolati nel
crescere? Magari queste "mostre" alimentano (contribuiscono ad alimentare,
và.) comunque un giro che, per quanto piccolo, ne permette le sussistenza.
Oppure preferiamo sopprimerli per non farli soffrire troppo? ;-)
In realtà, io apprezzo il moltiplicarsi di queste mostre locali, perchè
hanno il pregio, innanzitutto, di dare ai (nemmeno tanto pochi) appassionati
un luogo fisico dove incontrarsi davvero (senza lanciarsi forumistici sputi
e schiaffi virtuali.); poi, perchè danno modo a chi produce di esporsi al
suo pubblico, indipendentemente dalla disponibilità e attenzione che il
negoziante (ove esistente.) gli riservi; infine, perchè, almeno
potenzialmente, sono in grado di arrivare anche a chi non sarebbe altrimenti
attratto da altri e più tradizionali canali informativi, perché non legge
le riviste/siti specializzati o legge riviste/siti generalisti che non danno
rilievo alla "materia".
Sotto questo ultimo proflio, mi sento di potermi associare ad una minore
critica, anzi, più che altro, ad avanzare un suggerimento: l'idea di
rinchiudersi un un albergo (neppure necessariamente periferico, Lucio.) è
assolutamente non attaente per chi non sia già "impallinato" e, comunque,
ha bisogno di "pubblicità" per attrarre "gli altri"; la "mostra" tenuta in
un diverso luogo, già attraente "di suo", potrebbe "autopubblicizzarsi".
Insomma, non partire dall'idea di portare "la gente" da noi, ma di andare
"noi" presso di "loro".
Qui si aggancia il discorso sulla "qualità" dei "nostri" operatori che
espongono a queste mostre "minori" (ma spesso li troviamo anche al TAV o a
Sintonie.). Ed anche sul punto mi trovo in disaccordo con te, Lucio.
Inannzitutto, lascerei il mercato a scremare fra produttori seri e non; e se
esiste davvero quel fantomatico audiofilo acquirente compulsivo su cui si
stende la tua finale e paterna preoccupazione, forse davvero si "merita" la
fregatura cui la sua "patologia" lo espone. Con i tempi che corrono, non è
davvero nemmeno lontanamente giustificabile (né sono disposto ad ascoltare
i suoli lamenti) chi non rifletta più che attentamente prima di aprire il
portafogli.
Ma, affontando il discorso più in generale, direi che non è compito della
"mostra" vigilare sulla solidità degli operatori. La mostra. mostra, come
"la serva serve..." ;-)
Semmai, quel compito di garanzia per il consumatore dovrebbe spettare alle
associazioni di categoria. E, allora, si torna al famoso discorso: che ci
sta a fare, l'APAF? Suggerimento: potrebbe occuparsi proprio dell'allestimento
di una manifestazione "noi da loro", come su descritta. Anche perchè tale
manifestazione si rivelerebbe certamente meno "redditizia" per l'organizzatore
rispetto all'attività di "affittacamere" da te descritta; sarebbe, quindi,
naturale missione di un'organizzazione "rappresentativa" quella di mettere
in piedi un evento del genere, visto che lo scopo non sarebbe quello di
"guadagnarci" (se accade, tanto meglio), ma di "promuovere".
Comunque, stavolta guardando la cosa in termini "astratti" (cioè, senza un
mio personale riscontro fattuale), la mia idea è che, se il mercato è
popolato da produttori "sani", il fenomeno delle mostre locali tende a
consolidarsi.
Negli USA direi che è paradigmatico il percorso del RMAF che,
da piccola mostra locale (oddio, proporzioniamo sempre il termine alle
dimensioni ed alla gegorafia degli States) è, oramai una delle pricipali
esibizioni americane, riempiendo un vuoto lasciato dalle organizazioni
"storiche", da tempo assenti (Stereophile non organizza più show in
proprio, ma sponsorizza quelli in Canada) o in declino (l'High Performance
Audio del CES o anche il parallelo e tradizionalmente più "cantinaro" THE
Show, per quanto quest'ultimo stia tentando di recuperare un po' della sua
vecchia particolarità ed autonomia, raddoppiando con il Newport show.)
Infine, permettimi una notazione critica di stile. Mi pare davvero ingiusto
ed inelegante sminuire il valore artistico degli ospiti, ancor più se non
noti al grosso pubblico (e che male c'è ad essere "di nicchia", quanto meno
sotto il profilo artistico?).
E, poi, neppure è vero: quest'anno, a Milano, Zaini porta Joey De
Francesco; Ricci al suo Gala ha portato Accardo (e "stava per far venire"
Bollani.); e Lincetto, al TAV ha organizzato sempre belle cose (ricordo
ancora con piacere sia Fabiana Martone che Patrizia Laquidara e Massimo
Salvagnini). Non si può pretendere - né credo tu lo suggerisca - che
arrivi Beyoncè, anche se ce lo si può legittimamente auspicare :-P
(neppure a Sanremo hanno soldi per le "ospitate". pare che quest'anno ci
ritroveremo Carlà.)
In conclusione, non vedo così sfavorevolmente il "proliferare" delle mostre
"locali", anzi, me ne compiaccio. Non credo siano appuntamenti inutili, né
penso siano la vetrina di cantinari improvvisati o di imbonitori (beh, sotto
questo ultimo aspetto, è un po' tutto il settore che dovrebbe darsi una
regolata, e non da ora.).
Credo, però, che la formuletta dell'albergo sia, seppure ancora
praticabile, un po' in declino e che andrebbe riformulata; o cone l'esempio
su descritto di "uscire dal recinto" o con altri modi, ma che mirino,
comunque, ad un avvicinamento del "noefita".
Sempre per cercare di essere
costruttivo, posso suggerire un esempio: qui a Napoli si tiene oramai da
qualche anno, una divertente "mostra" enologica, Vitigno Italia, che, pure,
è partita come raduno per soli interessati in tristi, ma efficienti,
capannoni industriali alla mostra d'Oltremare, ma è poi cresciuta in
popolarità (forse, finanche snaturandosi un po'), fino ad "occupare" la
prestigiosa ed affascinante sede di Castel dell'Ovo, accompagnandosi a
manifestazioni "collaterali" sparse per la città (oddio, per selezionati
suoi scorci, ma va bene così) e pare che quest'anno debutti in Cina.
Il
parallelo mi pare calzante, perchè fra i settori HiFi ed enologico ci sono
molti punti di contatto, sia nel bene, che nel male: in fondo, si basa tutto
sulla trasmissione e descrizione di "emozioni", ed anche in quel campo ci
sono "cantinari" (qui davvero il termine è appropriato) e imbonitori, così
come ci sono ottime persone con ottimi prodotti. Solo che quel settore, ora,
"fa figo", a differenza del nostro settore che, a volere essere buoni, "fa
sfigato" ;-)
Ora, siccome immagino che, ove sia davvero giunto fin qui, ne abbia le.
tasche piene, ti saluto caramente e, come sai, ti apetto su questi lidi
quando vorrai tornarci.
Keep up the good work,
Carlo - E-mail: md1809 (at) mclink.it
LC
Ciò premesso, consentimi solo un commento rapido a una delle tue obiezioni (le altre trovano risposta nelle righe sopra, direi, basta ragionarci un po' su)...quella relativa alla responsabilità degli organizzatori. Tu sostieni che non è loro compito controllare che tutto sia in regola. Siamo sicuri? Se organizzo un evento pubblico (mostra, fiera, convegno, workshop, torneo di canasta, quello che ti pare) è mio compito vigilare sulla qualità dei partecipanti, a maggior ragione se durante l'evento c'è una vendita diretta al pubblico. Non è un obbligo di legge? Forse no (ma permettere la vendita di apparecchi privi delle certificazoni di legge forse tanto normale non è, che dici avvocato? :-)) ma certamente è un obbligo deontologico ed etico.
Caro Carlo,
per rispondere basterà uno stralcio di una mail che ho ricevuto dagli organizzatori della mostra inglese Audio Show 2013 (il Chester Group Ltd.):
Dates have been set as March 23/24 and a full day build will be provided.
As always AUDIO WORLD will remain true to its roots which are:
In Inghilterra, patria dell'HiFi e dotata di un mercato interno certamente molto più vivace e ampio di quello italiano, questa è, come dicono gli organizzatori, l'unica mostra di primavera. E poi aggiungono di avere "solo" 25 sale, come se fosse un vanto (maximum sales potential, mica scemi in Terra d'Albione). Sono l'unico a notare la stridente contrapposizione con la situazione italiana? Sette mostre in 60 giorni - forse qualcuna mi è pure sfuggita, ma includendo aprile nel calcolo la situazione peggiora ulteriormente - e tutti gli organizzatori che si beano del fatto che più sale ci sono e meglio è! Ma allora perché gli inglesi vantano la presenza di SOLE 25 sale? Ce lo vogliamo chiedere? Io credo che la risposta sia TUTTA nell'editoriale che citavi tu. Forse la mia prosa non è stata elegante e misurata, ma quel che vedo intorno a me NON è elegante e misurato. Sarà anche ora di finirla con questo buonismo tutto all'italiana. Peraltro, TNT-Audio non è mai stata la pagina della liturgia domenicale del Convento delle Orsoline, è nata in forte (e ruvida) contrapposizione a uno status quo che aveva fatto il suo tempo.
È o non è interesse di tutti che questo settore si liberi una volta per sempre dei tanti, troppi dopolavoristi che commerciano materiale privo delle garanzie minime previste dalla legge e da tutti quelli che magari non hanno neppure una partita IVA idonea? Assemblatori di cavi (pure di alimentazione!!!) senza che vengano rispettate le minime norme di sicurezza, ne vogliamo parlare? Registratori, non a cassette, ma...di cassa ne hai visto tanti alle mostre? Perché in Italia dobbiamo sempre chiudere un occhio su tutto? Se siamo arrivati alla situazione attuale è proprio perché siamo vittime di un lassismo (liberismo?) totale - fiscale, deontologico, etico - che pian piano ci sta presentando il conto, salatissimo.
Vedi, quando per legge sembrava fosse obbligatorio che un'attività giornalistica (sito web con notizie aggiornate periodicamente) dovesse avere una registrazione ufficiale presso il Registro nazionale della stampa e il tribunale mi sono affrettato a regolarizzare TNT-Audio, anche se poi forse non era neppure strettamente necessario. Ti chiedo: quante riviste online hanno fatto lo stesso?
Eccesso di zelo? Forse, ma vorrei che la stessa attenzione fosse prestata da tutti, soprattutto quando c'è un giro di denaro (poco o tanto, non importa) che può coinvolgere futuri appassionati del settore. Mi dici che non è una questione di denaro. Caro Carlo, se organizzare una mostra non fosse redditizio (per chi organizza e, talvolta, per chi espone) credimi, non avremmo avuto l'attuale moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Grazie per lo stimolante contributo,
Lucio Cadeddu
Upgrade con 600 €
Caro direttore, mi chiamo Marcello e ti ho conosciuto qualche anno fa radiofonicamente attraverso un'intervista trasmessa a Radio Rock da Prince
Faster ed è stata subito folgorazione. Mi permetto di darti del tu anche se non ti conosco perchè per me è la forma
di interloquire con chi ritengo un amico.
Vado al dunque:
Genere ascoltato: metal progressive - post rock con contaminazioni sinfoniche
- elettronica (poca). Arredamento: scaffali su 3 lati (quello libero sta dietro il punto d' ascolto) - pavimento soppalcato in legno - in genere ambiente ovattato dimensioni mt. 3 per lato soffitto h. mt.2 diffusori posizionati later. e poster. ad 1 mt. dalle pareti.
Posto il fatto che l' impianto così com' è suona bene e mi soodisfa e che
preferisco un suono limpido - definito e reale ad un suono potente o troppo
aggressivo a tuo parere quale sarebbe la prima cosa da migliorare tenuto conto
che ho un budget di euro 600,00 e che possiedo anche una coppia di diff. Arbour 4.04?
E ancora: volendo inserire nella catena un giradischi Pioneer pl 218 testina
Shure m 110 he e m75ej, mi consigli il pre per phono della Trends PA10 se
(da voi recensito) o qualche mod. della Linn - Rotel - Cyrus ?
Ringraziandoti in anticipo per le risposte che mi darai non posso che
continuare ad ascoltare musica a casa e leggere musica su tnt.
Marcello - E-mail: pustorinoferramenta (at) libero.it
LC
Caro Marcello,
come mai possiedi anche una coppia di Indiana Line Arbour 4.04? Anche queste non ti soddisfano? Io proverei a vendere entrambe le coppie, nella speranza di riuscire a far aumentare un po' il budget a disposizione. L'ambiente è piccolino (appena 18 metri cubi!) per cui la potenza del Trends TA10 dovrebbe essere più che sufficiente anche con diffusori non tanto sensibili. Visti i generi musicali ascoltati ti avrei tranquillamente consigliato un diffusore da pavimento della Klipsch, ma tu poni dei paletti abbastanza chiari sull'impostazione sonora, che non vorresti potente e aggressiva. Questo è abbastanza strano, visto che quei generi musicali traggono grande beneficio da un'impostazione piena e concreta, magari anche cattiva. Stando così le cose eviterei dunque Klipsch e proverei a prendere in considerazione Cabasse e Triangle. Questi diffusori francesi hanno un'impostazione abbastanza aperta e definita, che mi pare sia quella che tu prediligi. L'ambiente assorbente, come lo definisci tu, dovrebbe aiutare a moderare eventuali eccessi in gamma medio-alta.
Per quanto riguarda invece l'analogico ti devo correggere: il Trends PA10 non è un pre fono e pur avendo un ingresso marchiato PHONO, di sensibilità più elevata rispetto a un comune ingresso linea, non dispone di stadio RIAA, quindi un giradischi non può essere collegato ad esso. Dei pre fono accettabili e idonei per il giradischi e le testine in tuo possesso sono quelli di TCC, ProJect oppure NAD, ne abbiamo recensito diversi, per un costo intorno al centinaio di euro.
Cura meticolosamente installazione del giradischi (lontano dai diffusori, la stanza è piccola!) e regolazione del braccio e della testina, secondo le nostre FAQ.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Nuovi diffusori all'inglese
LC
LC
LC
LC
Passaggio a musica liquida
LC
Manca il fattore divertimento
LC
Giradischi con 300€ e diffusori con 800€
LC
Ho visto anche degli audiofili felici
LC
Anche questa settimana, per restare in tema di nuove uscite discografiche, nonostante l'embedding del video ufficiale sia disabilitato, vi propongo di visionare direttamente su YouTube il video del nuovo singolo dei Depeche Mode, Heaven, tratto dall'album che uscirà il 26 Marzo, dal titolo Delta Machine.
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© Copyright 2013 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
Gentile Direttore, scrivo nuovamente per chiedere il tuo cortese aiuto e quindi commettere meno errori possibili.
Grazie alle tue indicazioni sono riuscito a scegliere amplificatore, giradischi e prephono, rimanendo molto soddisfatto.
Il mio impianto è così composto:
Tu mi avevi suggerito di andare ad ascoltare come diffusori marchi della
Sonus Faber e Opera, io sono andato a sentire con il mio amplificatore le Liuto, le Gran Piano e le Opera Seconda,
sicuramente ottimi prodotti, però quelle che mi hanno affascinato di più (giocano in casa con il mio ampli) sono le Ovator S400 della Naim. Purtroppo mi sono reso conto che essendo un nuovo modello nel mondo dell'usato se ne trovano pochissime
e a prezzi alti (la Naim, almeno a Roma, non ha grosso successo come diffusori).
Infine ho deciso di ascoltare le Epos Elan 35 nuovo modello, mi sono piaciute molto e credo che per il budget che avevo
fissato posso addirittura comprarle nuove. Cosa ne dici?
Le Ovator, forse, potranno essere prese in considerazione tra qualche anno. Ultima domanda, cortesemente, secondo te avrei benefici nel mio impianto se sostituissi il mio Dac con quello della Rega (oppure altro da suggerire).
Anticipatamente ti ringrazio per la pazienza e le risposte che sicuramente chiariranno i miei dubbi, rinnovo i miei
complimenti a te e ai tuoi collaboratori per la tua rivista e cordialmente saluto.
Alberto - E-mail: acrm1966 (at) gmail.com
Caro Alberto,
certo che è curioso il mondo dell'HiFi!!! Uno fissa un budget, ascolta ciò che c'è in quella fascia di prezzo, poi però valuta anche qualcosa di nettamente superiore (come classe e ordine di prezzo) e automaticamente il materiale all'interno della cifra stanziata non è più soddisfacente. Consentimi un parallelo automobilistico, perché riporta tutto su un terreno più familiare a tutti. Se ho deciso di acquistare una nuova automobile di classe media, non mi sogno neppure di provare un'ammiraglia che non mi potrò mai permettere, neppure usata. Anzi, meglio, posso farlo giusto per avere un termine di paragone, ma ciò non mi può distogliere dall'idea di acquistare la vettura che mi posso permettere! Insomma...non mi pare che tutto ciò abbia senso...
O, se vuoi, trasferisci il parallelo al campo edilizio: se fossi alla ricerca di una casa da 300.000€ ti faresti solo del male a guardare quelle da 600.000€. No?
Tanto per ricordarlo a chi legge, le Naim Ovator S400 costano circa 5000 € la coppia, più del doppio degli altri diffusori che avevo consigliato di ascoltare. E lo stesso dicasi per le Epos, che si trovano a 2000 € la coppia. Lo sappiamo molto bene che aumentando il budget è facile trovare prodotti che suonano meglio...ma allora che si fa? Non si acquista più nulla fintanto che quel budget non venga raggiunto? Può anche avere senso, dipende da quanto tempo c'è da aspettare e da quanto ci soddisfi ancora il nostro attuale impianto.
Non ho niente in contrario all'acquisto delle Epos, soltanto non vorrei che le vedessi come un palliativo in attesa delle Ovator. Potresti non godere appieno dell'eventuale upgrade. Fossi in te farei ancora qualche ascolto e un piccolo esamino di coscienza :-)
Per il DAC il discorso non è molto diverso: se volessi DAVVERO migliorare in maniera sensibile la tua attuale sorgente, posto che le differenze tra DAC sono piccole (in rapporto alle differenze di costo) secondo me faresti meglio a vendere lettore CD e DAC attuali per acquistare una macchina integrata (magari Naim, per omogeneità timbrica) di livello superiore.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Caro Rocco,
mi fa piacere che sia riuscito a mettere insieme un buon impianto che ti sodisfa semplicemente seguendo i consigli che hai trovato su questa Rubrica, senza richiedere una consulenza specifica. Magari tanti facessero così...più o meno credo che su queste pagine si trovi la risposta a una grande percentuale di possibili domande...e i consigli più o meno sono sempre gli stessi (YAWN!).
Per quanto riguarda il lettore CD per tuo zio, prima proverei a verificare se sia riparabile o meno. Un lettore CD è un oggetto abbastanza semplice e in genere si rompe (o si usura) nella sua parte ottica/meccanica, principalmente cinghie di trasporto e laser di lettura. Non è impossibile che si riesca a trovare una soluzione per il problema, magari anche una meccanica di ricambio, quel Luxman montava una Sony KSS-152A, facilmente reperibile. Questo eviterebbe a tuo zio il trauma del doversi adattare a un suono diverso. Se ciò non fosse possibile, per la cifra stanziata prenderei in considerazione macchine che garantiscano una certa qual continuità (e quindi supporto tecnico) nel tempo. Luxman è sparita dal nostro mercato per diversi anni, in tutta sincerità io preferirei rivolgermi ad altri Costruttori come Rega, Naim o Arcam...tutti questi hanno in catalogo un modello per la cifra a sua disposizione. Tra l'altro, se il suo desiderio di acquistare Luxman fosse guidato dalla speranza di ritrovare la stessa impostazione sonora del suo lettore precedente, temo dovrà un po' ricredersi...le probabilità che dopo tanti anni sia rimasto una sorta di family sound sono piuttosto remote. Anche marchi con una lunga e costante presenza sul mercato hanno modificato, talvolta leggermente, talvolta radicalmente, la propria impostazione filosofica (e sonora).
Infine, grazie per l'apprezzamento, le belle parole e il cortese invito.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Caro Giovanni,
se il digitale suonasse già meglio attraverso il PC...perché acquistare un nuovo lettore o una nuova meccanica? Sposti tutti i CD su hard disk (in flac, magari) e vivi felice. Certo, ti servirà un HD - magari esterno - capiente ma con il budget che hai preventivato per il nuovo lettore potresti persino acquistare un PC pensato esclusivamente per la musica, magari con alimentazione fanless e HD a stato solido. Riflettici bene.
Qualora l'esigenza di una macchina per far suonare i dischi sia motivata da altre ragioni non è certo acquistando un Rega Saturn che andresti a migliorare qualcosa, specie se lo usassi come semplice meccanica! A quel punto, meglio una meccanica dedicata (ormai quasi introvabili nel nuovo) da cercare con grande attenzione nel mercato dell'usato. Preferibilmente mi orienterei verso una macchina di buon livello di pochi anni fa, giusto per non incorrere in problemi di lettura e di vita residua del laser. Per un migliaio di € non è che ci sia esattamente l'imbarazzo della scelta però qualche nome tipo Meridian, Wadia (con un po' di fortuna), Micromega, Roksan e Teac potrebbe essere da tenere in debita considerazione. Fai conto che stai cercando di migliorare il suono di una meccanica di lettura...le differenze sono piccole, molto piccole, non farti illusioni. A mio parere, non valgono i 1000 € che hai stanziato e che vedrei molto meglio, ripeto, investiti all'interno di una sorgente ottimizzata per la musica liquida.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Caro Mauro,
mai cadere nell'errore di confrontare componenti in impianti diversi, pure a distanza di tempo! Si prendono dei granchi enormi! In particolare il confronto tra testine è quanto di più elusivo ci possa essere e non perché le differenze siano piccole (anzi!) quanto perché tutto si gioca nell'interfaccia con il braccio, di questo con la base giradischi e, infine, molto dipende dalla qualità dello stadio phono (e dei cavi phono, direi!).
Le differenze tra testine prescindono dalla tecnologia utilizzata e certo ognuna ha necessità di interfacciarsi al meglio con lo stadio phono, ecco perché il Black Cube garantisce tante regolazioni diverse (sensibilità, impedenza d'ingresso etc.). Onde non impelagarti in affannose ricerche del set-up ottimale e per scongiurare almeno in parte problemi di interferenze, sempre possibili quando si ha a che fare con tensioni d'uscita molto basse (che richiedono dunque fattori di guadagno molto elevati) io starei sul sicuro e prenderei una MusicMaker, testina straordinaria, facile da regolare, installare e interfacciare, dotata di un suono che non ha niente da invidiare alle più blasonate MC.
Per quanto riguarda il fattore WAF e i diffusori da pavimento...che ti devo dire? Tutti noi vediamo come inutili ingombri oggetti dei quali non ne comprendiamo o ne apprezziamo la funzione. Quindi, per molte signore, i diffusori e i componenti HiFi sono sempre troppo grandi e ingombranti, mentre le TV no. Per noi appassionati di auto (parlo di appassionati di guida, non di apparenza) queste non sono mai abbastanza basse, per molte signore (e, purtroppo, signori) maggiore è l'altezza da terra e meglio è. Questione di punti di vista, di esigenze e di capacità del saper riconoscere la funzione di un determinato oggetto. Inoltre, non dimentichiamo che una delle molle più forti per far preferire un oggetto ad un altro è la sua capacità di trasmettere segnali e in questa società il segnale forte deve essere sempre quello della propria capacità di spesa. Quindi ben venga il mega schermo, tutti sono in grado di capire che è costoso, un po' più difficile capire che dei catafalchi a forma di parallelepipedo (i nostri amati diffusori) possano essere maledettamente costosi :-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Gentile Direttore,
ho passato una decina d'anni felice ascoltando l'amata musica (tutti i
generi) attraverso l'impianto che mi avevi suggerito tu all'epoca: Rotel
serie RA02 (cd player e amplificatore) e casse Monitor Audio (prodotte a
Rayleigh, contea dell'Essex, UK - dove mi sarei trasferito 5 anni dopo
per rimanerci fino a pochi mesi fa per motivi di lavoro: scherzi del
destino). Mi sono trasferito (ora a Londra) e mi trovo a dover
ottimizzare lo spazio occupato da oltre 400 CD e la soluzione
"conversione liquida" mi sembra essere la migliore.
Ho trovato sul sito alcune recensioni in merito a DAC e letto alcune
lettere in merito a software di conversione dei CD in file (a proposito,
perchè non recensite anche questi software?) ma vorrei un tuo parere
diretto in merito alla nuova "colonna" hi-fi che potrei costruirmi
(tenendo magari alcuni pezzi del sistema esistente, casse comprese).
Al momento ho un laptop Dell con Windows Vista installato e tanto spazio
hard disk: so che non è la soluzione migliore per via degli svariati
processi microsoft sempre in corso, ma al momento è quanto posso usare.
Capisci che di musica liquida sono ancora allo stadio iniziale: spero tu
mi sappia dare qualche indicazione chiara su cosa bisogna mettere in piedi.
Grazie anticipatamente,
Gian Luca - E-mail: gianluca.scappini (at) gmail.com
Caro Gian Luca,
amplificazione e diffusori li possiedi già, per ora puoi ancora tenerli, ma il lettore CD non ti serve più, prova a metterlo in vendita. La tua discoteca di 400 CD, convertita in FLAC, non avrà bisogno di un hard disk gigantesco...meglio se a stato solido, più veloce e più silenzioso. Per l'estrazione dei file puoi tranquillamente affidarti a EAC, che è un freeware molto buono, non sbaglia un bit ed è facile da utilizzare. Per la conversione in FLAC c'è solo l'imbarazzo della scelta. Essendo una compressione senza perdita di dati, non c'è pericolo di fare danni. Poi, ovviamente, ti serve un DAC USB, per estrarre il flusso digitale dal PC e portarlo all'ingresso dell'amplificatore trasformato in segnale analogico. Ne abbiamo recensito tanti, diciamo che la discriminante principale è il budget a tua disposizione. Tieni conto che le differenze non sono eclatanti e che già un Arcam R-Dac, un Musical Fidelity V-Dac o un DacMagic di Cambridge Audio sono più che adatti a rimpiazzare il tuo attuale lettore CD Rotel. Realisticamente, il risultato all'ascolto sarà di maggiore qualità.
Questo per cominciare andrà più che bene. Volendo fare qualche passo in più, ti consiglio la piacevolissima lettura di To serve & groove di Olivier Masciarotte, un manuale per la musica liquida scritto benissimo ed estremamente dettagliato, che ho recensito qualche tempo fa qui su TNT-Audio. Oltre alla versione cartacea è disponibile anche una comoda versione elettronica che costa pure un po' meno.
Per quanto riguarda la recensione di software per l'estrazione dei dati...in tutta sincerità preferirei impiegare il mio tempo in attività più divertenti :-) Una volta che hai qualcosa come EAC, che estrae in maniera perfetta...che altro dovresti recensire? Diverso è il discorso per i player ovvero i software per suonare i file. Tra questi qualche differenza c'è, abbiamo ad esempio recensito molto favorevolmente J-Play e altri probabilmente seguiranno.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Caro Direttore,
sono un appassionato di musica, di qualsiasi tipo ed epoca. La musica mi ha
fatto sempre compagnia, in tutti i momenti della vita, e fino a poco tempo
fa non ho mai dato troppa importanza al mezzo con la quale l'ascoltavo.
Ho sempre avuto un impianto per ascoltare musica a casa, sin da piccolo
visto che anche mio padre ascoltava tanta musica.
Infatti fino a poco tempo fa ho continuato ad usare il vecchio Kenwood anni
'70 di famiglia attaccate a delle casse artigianali fatte fare neglianni
ottanta.
Circa un paio di anni fa l'amplificatore ha deciso di suonare il suo ultimo
brano ed a quel punto mi decisi di cambiare tutto l'impianto. La mia idea
è stata di ricomprare qualcosa di buona qualità per farlo durare almeno la
metà del tempo dell'impianto che andavo a sostituire.
Ascoltando, leggendo forum e riviste, avendo discussioni varie con la
moglie, sono riuscito ad portare a casa l'impianto seguente:
Sono contento dell'impianto, ma è come se si fosse perso qualcosa......
le spiego meglio; ho una collezione di compact disc abbastanza ampia ma non
trovo più piacere ascoltandoli. Il suono dal vinile invece è coinvolgente, c'è quel qualcosa in più che
manca al CD, la musica è più presente.
Attenzione perchè il mio intento non è di fare paragoni CD vinile, col
vecchio impianto amavo ascoltare i miei CD, forse il suono non era cosi
pulito e dettagliato come nell'impianto attuale, ma anche essendo più
grezzo sentivo emozioni (un vecchio lettore TEAC).
Il suono ora mi sembra troppo "politically correct", trovo i medi sempre un
po' troppo indietro nella rappresentazione della scena musicale.
Questo "difetto" non è presente ascoltando vinile.
L'impianto si trova in una sala di 6x5 metri sul lato di 6 decentrato a 2
metri dalla parete. La stanza ha un cielo molto alto essendo una casa antica di almeno 3 metri
e mezzo. I diffusori sono a mezzo metro dalla parete (i reflex sono davanti)
la stanza ha 2 divani e degli scaffali pieni di cd e vinili, qualche quadro
alla parete e cinque porte su due dei quattro lati.
Ora pensavo di far passare il segnale dal lettore cd attraverso un DAC per
vedere se qualcosa cambiava. Pensavo di provare questi modelli: Rega DAC, l'Audiolab Mdac, il musical
fidelity VDac Un'altra idea è di provare un altro lettore CD che potesse "stimolare" di più l'A38.
Lei riesce a darmi qualche consiglio in merito?
Grazie mille
Carlo - E-mail: titomica (at) gmail.com
Caro Carlo,
se il fattore divertimento mancasse soltanto nella riproduzione da CD l'unico imputato dovrebbe essere il lettore CD. In generale, le elettroniche di casa Arcam hanno un'impostazione abbastanza tranquilla e rilassata, e a tanti audiofili piacciono esattamente per questa ragione. La soluzione, a mio parere, non sarebbe quella di comprare un'altra scatola (il DAC) ma di sostituire quella che non ti soddisfa più. Lettori di compact disc più vivaci dell'Arcam li trovi nei cataloghi di Rega, Naim, Cyrus, Audiolab...in particolare il primo marchio, Rega, ti consentirebbe di mantenere una certa qual logica sonora all'interno dell'impianto, che vede un giradischi Rega RP3 assolvere ai compiti di sorgente analogica. I modelli Apollo e Saturn, peraltro neppure difficilissimi da reperire usati, specie in UK, potrebbero darti un po' di sprint in più.
In generale, però, consentimi una riflessione in tema di psicoacustica: tipicamente applichiamo l'etichetta di suono aggressivo e dinamico a qualcosa che è intrinsecamente sporco e distorto. Un suono più preciso, pulito e indistorto spesso dà la falsa sensazione di essere poco divertente. Lo sanno bene tutti coloro che passano da un'amplificazione mediocre a una di livello elevato: il suono presenta livelli di distorsione così bassi che, per ottenere le stesse sensazioni fisiche, si è portati ad alzare il volume molto più del solito. Ci si ritrova così a pressioni sonore più elevate con la falsa percezione di un suono meno aggressivo. Questo fenomeno, spesso, ha portato al funerale di diversi altoparlanti. L'orecchio, credimi, si fa ingannare molto dall'assenza di distorsione. Vuoi la controprova? Cerca usato il vecchio lettore Teac del quale immagino ti sia disfatto e collegalo al tuo attuale impianto. Sono sicuro che le sorprese non mancheranno. Sarebbe un piccolo investimento (la spesa minima per un vecchio lettore CD) che ti farà capire molte cose, molto più della lettura di decine di riviste o di forum HiFi.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Buongiorno Direttore,
da qualche tempo leggo questa fantastica rivista online, sempre piena di
ottimi articoli, consigli e soprattutto di una ricca sezione dedicata
all'autocostruzione dalla quale ho più volte attinto!!
Nel giro di un paio d'anni, o forse poco più, sono riuscito a mettere
insieme un impianto discreto, e a furia di spostamenti delle parti, brico
center e voglia di autocostruzione ho raggiunto un risultato soddisfacente,
soprattutto cercando di tener conto del conto corrente!
Di seguito elenco le parti che compongono il mio impianto:
La "sala d'ascolto" è un unico spazio dalla forma irregolare di 55mq con
divano, poltrone, "libreria/vinileria" nella quale trovano alloggio i circa
300 vinili (rock e jazz), e un tappeto a pelo lungo tra i diffusori e il
punto di ascolto.
Negli ultimi mesi ho messo da parte circa 600 euro da destinare all'acquisto
del giradischi. Diciamo che sono alla ricerca di un piccolo salto di
qualità; che sia nuovo o usato poco importa (sempre che si tratti di un buon
usato) ma il vero problema, nonché il principale motivo della mail è che
non so proprio come orientarmi.
Ad esempio, ho trovato un Thorens TD160 con testina Linn k18 a 300 euro. Che
ne pensa?
Se invece riponessi la mia scelta sul nuovo, secondo lei, cosa potrebbe fare
al caso mio?
Inoltre, vorrei chiederle un altro consiglio inerente sulle forse troppo
modeste (in rapporto alle dimensioni della stanza) DM601 che in un futuro
prossimo, molto prossimo, vorrei sostituire. Per i diffusori, prevedo un
budget di circa 7-800 euro.
La ringrazio per l'attenzione e le porgo i miei più cordiali e musicali saluti!!!
Fabio - E-mail: romeo.fabio (at) alice.it
Caro Fabio,
il Thorens TD160 con la Linn K18 sarebbe un passo avanti enorme rispetto al tuo attuale Pioneer ma acquistare un giradischi usato, per giunta a controtelaio ballerino come il TD160 e con un braccio che non è esattamente una roccia, è un terno al lotto. O sei abbastanza esperto di questa macchina e sai valutarla bene personalmente, altrimenti...desisti.
Per quella cifra si trova già qualcosa di buono nel nuovo (ProJect Debut Carbon, ProJect RPM 1.3 Genie, Rega RP1...) ma soprattutto è facile reperire nell'usato qualcosa di meno problematico (i vari Rega e ProJect, un Linn Axis...).
Per quanto riguarda invece i diffusori approvo incondizionatamente l'idea di sostituire le attuali B&W, vista l'ampiezza della sala d'ascolto. Secondo me sono assolutamente necessari dei buoni diffusori da pavimento. Il problema è, naturalmente, il budget. Sul nuovo però le soluzioni, pur non essendo moltissime, non mancano. Valuta ad esempio le nuove Indiana Line Diva 655, le Wharfedale Diamond 10.7 e, visto che dovrebbe piacerti l'impostazione B&W, anche le B&W 684. Nell'usato l'offerta si amplia moltissimo, fai una piccola ricerca e vedi se riesci a valutare direttamente qualche buona occasione, inserendo in lista anche qualche torre italiana di Aliante, Chario e Opera.
Ovviamente, in uno spazio così ampio, sarà di fondamentale importanza curare il posizionamento dei diffusori onde ottenere il massimo delle prestazioni possibili. In uno spazio così e con diffusori generosi in gamma bassa dovrai prestare massima attenzione al controllo delle onde stazionarie.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Gentile direttore,
non volevo aggiungere ulteriore lettura di posta ma ritenevo veramente doveroso ringraziare per i risultati
ottenuti grazie ai suggerimenti TNT (ex Vol. 632 e varie).
Ho avuto modo, a novembre, di provare in casa un ampli Audio Analogue con il risultato di aprire le orecchie
a un mondo di suoni... e, allora - se tanto mi dà tanto - ho testato
in negozio brani problematici sulle Altec (Mingus- Roach-Ellington;
Giya Kancheli; K. Stockausen) accoppiando Audioanalogue a diffusori
Amphion e, al di là delle diverse possibili considerazioni sulla
qualità del suono, ho sentito sparire "quel" senso di
stanchezza tipico Altec, aumentare dettagli, scena, limpidezza.
Le casse sono ora piazzate su supporti autocostruiti modello TNT (scatola in MDF con autobloccante di
cemento all'interno, piedini fermaporta 2x2x2, tinta ciliegio ottenuta con lucido da scarpe).
Mi domando perché ho aspettato tanto... ecco non credevo che il cambiamento fosse così evidente (la
stessa testardaggine per decidermi a cambiare l'"ottomilainsù" della Cinelli con una mtb con forcella ammortizzata e freni a disco).
Ulteriore passo con la musica liquida: sul nuovo impianto ha una sua rispettabilità, specialmente il jazz.
Insomma faccio parte degli audiofili felici grazie a TNT e alla sua rubrica lettere, nonché al venditore
hi-fi che mi ha permesso prove in casa.
Agli insoddisfatti cronici e agli audiomaniaci cronici consiglierei "4'33" di John Cage, in
diverse versioni su YouTube ("honi soit qui mal y pense").
Grazie, un cordiale saluto,
Luciano - E-mail: luciano.gastaldi (at) alice.it
Caro Luciano,
sono felice che abbia fatto il passo giusto per raggiungere tale soddisfazione all'ascolto! Migliorare si può, sempre, basta impegnarsi un po' e, magari, trovare un negozio e un negoziante disponibili a effettuare prove d'ascolto.
Grazie per il consiglio sul "brano" di Cage, tante volte sono stato tentato di proporlo come brano della settimana, ma all'ultimo momento ho cambiato idea :-)
Non è la prima volta che propongo qualcosa dei Depeche Mode, ma è uno tra i pochi gruppi ancora in attività ai quali altre band hanno dedicato un album tribute di cover. Non è un caso.