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Rumore all'accensione
Salve, vi leggo da tempo e devo dire che mi siete stati utilissimi in parecchie
circostanze x cui vi ringrazio e mi complimentò x le vs capacità tecniche. Ora
veniamo al mio problema: posseggo da tempo un amplificatore Nad 3120 che mi ha
sempre dato grande soddisfazione.
Da sempre in accensione ha sempre prodotto un bump
di entità lieve che non mi ha mai impensierito in quanto ho letto vs articoli in
merito. Da un po' di giorni però il bump si è trasformato in un suono fastidioso che
dura 2 o 3 secondi, come una forte pernacchia che poi sparisce e tutto funziona
normalmente. Volevo sapere se secondo voi può essere grave e se così fosse dove
potrei rivolgermi x risolvere il problema.
Vi ringrazio anticipatamente. Cordiali
Saluti,
Fabio - E-mail: fabiodenegri87 (at) gmail.com
LC
Caro Fabio,
è probabile che la pernacchia che senti sia causata dai condensatori d'alimentazione ormai da sostituire. Il 3120 ha molti anni sulle spalle e, se non sono mai stati sostituiti i condensatori di filtro, credo che tale operazione non possa essere più rimandata. Controlla voltaggio e capacità - sono dati scritti sui condensatori d'alimentazione, i più grossi dentro l'amplificatore - e sostituiscili con altri di pari valore. Qualora avessi dei dubbi su come procedere, rivolgiti a un tecnico specializzato, non importa che sia ufficiale, è un'operazione talmente semplice che un qualunque riparatore è in grado di eseguirla per una cifra poco significativa. Chiedi comunque un preventivo e rifuggi da coloro che vorrebbero sostituire mezzo amplificatore con la scusa che poi diventerebbe chissà cos'altro. Ho visto altri audiofili affidare alle mani di queste persone degli apparecchi che necessitavano di un semplice recapping (così si dice in gergo) e si son riportati a casa l'apparecchio modificato profondamente, il tutto a un costo spropositato in relazione al valore originale.
La mia è, ovviamente, una diagnosi a distanza, potrebbe anche essere che il tecnico riscontri altri problemi aprendo l'apparecchio (diodi, resistenze fuori specifiche etc.) ma sarei cauto e mi terrei prudentemente su un restauro cosiddetto conservativo. Il 3120 è un bellissimo amplificatore ma il tempo passa per tutti, inutile spenderci sopra cifre insiensate.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Carlo,
grazie per l'idea e complimenti per la realizzazione! La "passo" volentieri a tutti i lettori di TNT-Audio!!!
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Stefano,
realisticamente non dovrebbe rompersi niente, anche perché dubito riuscirai a sfruttare tutta la potenza dell'amplificatore, considerando la sensibilità abbastanza alta del progetto Fostex. Come già detto altre volte la posizione della manopola del volume non ha niente a che vedere con la potenza effettivamente trasferita sul carico: potresti essere già al massimo a meno di metà manopola oppure non arrivare alla potenza massima neppure a fondo corsa. Perché? Tutto dipende dalla sensibilità degli ingressi dell'amplificatore e dalla tensione in uscita dalla sorgente. Ad esempio, se la sensibilità degli ingressi è tale che per raggiungere la potenza nominale ha bisogno di un segnale in ingresso di 3 volt, capisci bene che se la sorgente ne erogasse soltanto 2 di volt alla potenza nomimale non ci arriveresti mai. E viceversa.
Ciò premesso, i limiti fisici degli altoparlanti li percepisci sia ad orecchio (presenza di compressioni dinamiche e distorsione armonica) che ad occhio, ad esempio se l'altoparlante sembra abbia tanta voglia di uscire dal cestello. Prima di ciò, dovrebbe sentirsi il suono del cono che arriva a fondo corsa (un tipico clack clack) ma se anche dovesse verificarsi qualche fondo corsa ciò non significherebbe la morte dell'altoparlante. A me è capitato spesso di portare piccoli altoparlanti al limite delle loro possibilità fisiche ma non si è mai rotto niente.
Tra l'altro, posizionamento impianto e diffusori a parte (un po' discutibile), mi pare che la postazione d'ascolto sia molto vicina. Di conseguenza, nonostante la stanza sia grande, la potenza realmente necessaria per ascolti a volume molto sostenuto è sicuramente molto bassa.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Alessandro,
data la bassa potenza del chip Tripath devi necessariamente puntare su diffusori di sensibilità adeguata, a meno che non gradisca ascoltare a basso volume. Bene le Tesi 260 e ancora meglio le Klipsch, che però hanno un'impostazione timbrica leggermente più vivace e caratterizzata verso il rock. Mi risulta siano anche ben più costose delle Tesi 260 e un po' fuori budget, a meno di particolari offerte speciali.
Il modello B-20 è più vicino al tuo budget e ha ancora una sensibilità dichiarata superiore ai 92 dB. Potresti avere più fortuna sul mercato dell'usato, estendendo la ricerca a qualche bookshelf di buona sensibilità di Triangle e Focal, oltre che Klipsch di livello più elevato.
Non so indicarti negozi nel Canton Ticino, purtroppo. Una ricerca con Google potrà certamente aiutarti più di quanto possa fare io.
Cura con attenzione il posizionamento, non mi è chiarissimo il discorso del camino e del ripiano ad esso vicino. Il camino di per sé non è un problema, si potrebbe pure accendere, se i diffusori non fossero troppo vicini, ma la cosa più importante è che i tweeter si trovino all'altezza delle tue orecchie quando sei seduto ad ascoltare e, se possibile, i diffusori devono essere distanti dalle pareti circostanti.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Cristian,
essendo già in possesso di amplificatore NAD e diffusori KEF deduco che le tue preferenze musicali siano orientate verso tonalità tendenzialmente morbide e calde. Qualora volessi completare in modo sinergico, sottolineando questa impostazione, non vedrei niente di meglio del lettore CD NAD 516 BEE. Se, invece, volessi vivacizzare un po' il sistema, potresti valutare o il Denon o il Marantz, magari aggiungendo un lettore CD Cambridge Audio Azur 351C alla rosa dei candidati.
Non devi aspettarti miglioramenti eclatanti, il Denon in tuo possesso è macchina onestissima e dal buon rapporto qualità/prezzo. Le differenze sonore tra lettori CD non troppo distanti tra loro come fascia di prezzo sono invero molto piccole, per sentire differenze eclatanti bisogna salire parecchio di livello.
Mi permetto di suggerirti una strada alternativa, che potrebbe persino farti risparmiare denaro e aprire strade del tutto inaspettate: poiché il tuo Denon mi pare abbia un'uscita digitale (ottica) potresti affiancarci un DAC esterno, magari dotato anche di ingresso USB, così da migliorare il suono complessivo e tenerti aperta la strada per un ascolto di qualità anche da tuo PC. Ad esempio, un Cambridge Audio DacMagic 100, da noi ottimamente recensito, ti costerebbe meno dei lettori CD che desideri acquistare (si trova a 250€), suonerebbe probabilmente meglio e ti consentirebbe di utilizzare il PC come ottima sorgente per i tuoi file. Normalmente sono contrario alla proliferazione dei componenti, ma in questo caso il salto qualitativo e l'espansione delle possibilità del tuo impianto mi fanno propendere per una soluzione leggermente meno integrata di quelle che consiglio di solito.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Francesco,
recensiamo tutto ciò che ci capita sottomano e ci viene offerto. C'è da dire che spesso Case abbastanza note, come quelle che hai citato, non si sentono a loro agio a sottoporre a recensione un loro prodotto su una rivista che, di fatto, non è in alcun modo controllabile. Non vogliono rischiare una recensione men che positiva...e dunque preferiscono non spedire niente. I marchi che hai citato tu sono inglesi e, tipicamente, loro hanno già il loro giro di riviste cartacee importanti cui appoggiarsi. Proveremo di fare il possibile per accontentarti, naturalmente.
Sulla questione dei diffusori da mettere a parete non c'è molto da dire: certe incisioni di musica elettrificata sono capaci di ricreare l'illusione di uno stage reale. Talvolta l'effetto è così naturale che dubito sia casuale, certamente il tecnico del suono ha voluto ottenere quel particolare risultato.
Per questa ragione, fatta eccezione per quei dischi che sono del tutto privi di informazioni ambientali (vere o artificiali che siano) la creazione dello stage tridimensionale è importante per un audiofilo. Poi, certo, possiamo anche fare come gli audiofili inglesi della tipologia Flat Earth che non si preoccupano dell'immagine e tengono i diffusori attaccati alla parete posteriore. Tipicamente la vecchia scuola di Linn e Naim aveva questo genere di approccio. C'è di più: diversi progettisti realizzano i propri diffusori pensando a un posizionamento a parete per minimizzare gli ingombri in ambiente domestico e per essere sicuri che, comunque vada, il loro prodotto suonerà grosso modo uguale un po' in tutti gli ambienti. Studiano dunque la risposta in gamma bassa pensando già al rinforzo causato dalla vicina parete posteriore.
Come vedi, sono filosofie di pensiero e di progetto, tutte con la loro dignità e assolutamente sensate e difendibili. Tu, piuttosto che farti mille problemi, vai a una mostra e prova a sentire la magia dello stage tridimensionale anche con dischi non di classica o di jazz. Solo dopo potrai capire se possa avere un senso e, soprattutto, se tu sia ancora disposto a rinunciarci ;-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Riflessioni sulle riflessioni
Ciao Lucio,
Ti scrivo per segnalarti questa interessante riflessione che ho trovato in rete: www.stereo-head.it/2013/05/riflessioni-di-un-ex-audiofilo/.
Ritengo che quanto scritto sia in gran parte veritiero e, se in questi anni che seguo TNT ho capito qualcosa, penso che anche tu sia d'accordo con quanto affermato da Diego Nardi. Se però lo scopo ultimo dell'alta fedeltà è riprodurre musica qual è la motivazione di avere un hobby come l'hifi?? Molti audiofili sono appassionatissimi di musica ma una gran parte di essi tende a trasporre il mezzo sul fine, quanto è realmente sbagliata quest'ultima cosa? Faccio un'esempio forse assurdo ma calzante: l'aeromodellismo statico. Quanti modellisti per quanto appassionati di aerei tenderanno a discutere più sul tipo di colla da utilizzare, sulla vernice migliore, sul tipo di pennellino (marche e modelli) piuttosto che disquisire sulla portanza del triplano del Barone Rosso o sui calcoli matematici alla base del funzionamento di un aereo?? Magari mi sbaglio ma credo che in un negozio di modellismo più che parlare delle strategie adottate durante le battaglie aeree dalla RAF o dalla Luftvaffe presumo si parli di colle, marche modelli etc...Quindi probabilmente i due insiemi "audiofili" e "appassionati di musica" difficilmente tenderanno ad intersecarsi!!
Ti racconto un brevissimo episodio capitatomi qualche anno fa quando ho voluto concedermi lo sfizio di comprare un ampli a valvole. Ero in questa saletta di un gentilissimo rivenditore dove ho passato quasi due giorni (non consecutivi!) a capire se "la spesa valesse l'impresa" ed ovviamente mi ero portato dietro una quarantina di cd. Ero chiuso dentro quando ad un tratto, mentre ascoltavo uno dei miei album preferiti, quello che secondo me insieme a Master of Reality è il capolavoro dei Black Sabbath (ovvero VOL. 4) il tizio del negozio entra e commenta quanto si sentisse male quell'album dando una sbirciata con aria leggermente snob ai miei cd (in gran parte Metal, Black Metal ed Hard rock). Ora sono certo che non sia questo capolavoro di ingegneria del suono ma...chi se ne frega??? Il mio scopo era di sapere quell'ampli come suonava con i miei cd, non con un cd perfettamente inciso che non avrei mai ascoltato!!
Personalmente preferisco l'appassionato di musica con tendenze audiofile ma ovviamente se c'è gusto non c'è perdenza!
Ti saluto e scusandomi per essermi dilungato in questo sproloquio ti ringrazio per l'attenzione.
Buon lavoro,
Dario - E-mail: dario.schiavo (at) mail.wind.it
LC
Caro Dario,
sono ovviamente d'accordo al 100% con quanto scritto da Nardi, si tratta di un punto di vista che da circa vent'anni ormai proponiamo su queste pagine. Ed è il motivo per il quale questa rivista non fa breccia nelle frange più estremiste di audiofili incalliti. Troppa auto-ironia, troppa voglia di tenere i piedi per terra e sfatare tante leggende metropolitane. In una parola: il nostro è un approccio pericoloso perché distante da quello che un certo tipo di appassionati vorrebbe. Pazienza, il nostro target, in effetti, non è quello.
Per quanto riguarda la tua esperienza nell'ascolto di un impianto HiFi coi dischi mal incisi, però, devo dissentire vigorosamente. È pacifico che tu debba sentire come un impianto suoni i tuoi dischi ma purtroppo quei dischi non riusciranno mai a evidenziare né i limiti di un impianto o un componente, né le differenze tra un componente e l'altro. L'informazione musicale ivi contenuta è così limitata (in frequenza e in dinamica) che tutto suonerà più o meno uguale, tristemente. Sarebbe come pretendere di fare indagini al microscopio senza pulire le lenti degli occhiali. Il potere risolutivo del microscopio sarebbe del tutto vanificato dalla lente sporca e magari graffiata dei tuoi occhiali. O, se vuoi un paragone automobilistico, sarebbe come pretendere di valutare le prestazioni di una sportiva con le gomme sgonfie. Di conseguenza, per valutare un componente HiFi servono dischi al di sopra di ogni sospetto. Una volta trovato l'impianto più fedele o emozionante, stai pur certo che suonerà il tuo metal nel modo migliore.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Massimo,
concordo con te sulla necessità di adeguare l'amplificazione al resto della catena. Una soluzione pulita ed elegante sarebbe quella che vedrebbe un ampli integrato dotato sia di DAC interno che di pre fono, che non ti faccia cambiare totalmente l'impostazione sonora attuale. Tale oggetto esiste e si chiama Rotel RA-12. Forse non sarebbe un salto qualitativo enorme, visto che stiamo parlando di un amplificatore di circa 650€, ma a mio parere il risultato sarà più che soddisfacente.
Una possibile alternativa, più complicata, potrebbe essere il Naim Nait che però è privo di DAC interno e di ingresso phono. Il fatto che ci sia il possibile supporto di un buon negozio HiFi è un plus che dovresti valutare con attenzione. Bene anche Unison Research e Audio Analogue, tieni conto però che rispetto a Rotel hanno un'impostazione timbrica diametralmente opposta. Il segreto per uscire dall'empasse è ascoltare alcuni di questi amplificatori, possibilmente all'interno del tuo impianto.
Resto dell'idea che la soluzione RA12 sia la più attraente: semplifica l'impianto, mantiene intatta l'impostazione timbrica attuale, migliora la qualità complessiva ed è ragionevolmente economica, tanto da lasciare margine economico per eventuali futuri upgrade.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Re: Upgrade diffusori
Gent.mo Direttore,
grazie per i suggerimenti (Vol. nr. 686). In effetti avevo già provato ad introdurre i nuovi "pezzi" nella catena principale, per valutarne le caratteristiche, ma non avevo preso seriamente in considerazione l'idea della sostituzione. Con la nuova "pulce" nell'orecchio ho deciso di fare qualche prova in più.
La prima è stata quella di sostituire l'amplificatore. Risultato: l'Audio Analogue è rimasto al suo posto. In effetti il Kingrex appare più chiaro e con maggiore senso del ritmo, ma la ricostruzione dell'immagine dell'A.A. è decisamente superiore. Gli strumenti sono meglio definiti nello spazio, con un senso di aria tra gli uni e gli altri e la scena è più ampia. Per non parlare della netta sensazione di maggior controllo e riserva di potenza, cosa che era in partenza già scontata. E poi, in fin dei conti, la voce di Mark Knopfler mi piace più calda...
La seconda prova è stata la sostituzione dei diffusori. Un bel passo in avanti: soundstage ampio, definito, dettagliato ma il tutto, purtroppo, risente obiettivamente dei limiti fisici del diffusore. Manca una completezza verso il basso, che dia anche rotondità alla riproduzione.
Ed allora ho tentato una prova "anticonformista": ho sfruttato le possibilità di bi-wiring e bi-amping ed ho collegato separatamente all'A.A. le S1 per la sezione alti e le B4 per i bassi. Dopo tutto, spesso le Monitor Audio vengono utilizzate per impianti HT... Beh, devo ancora approfondire l'esame, ma il risultato mi è piaciuto molto. Risultato: problema risolto? No, ingrandito!
LC
Caro Marco,
quello che hai fatto è un orrore! Usare i bassi di un diffusore e la sezione alti di un altro, se ho capito bene! O le due coppie funzionavano a gamma intera simultaneamente? Ancora peggio! No, non puoi tenere entrambi i dffusori nello stesso impianto e non per colpa di tua moglie ma per un po' di quel buon senso che dovrebbe guidare sempre le scelte di ogni audiofilo. Tiriamo le fila del discorso: i due diffusori in tuo possesso non ti piacciono abbastanza: le B4 hanno pochi alti e le S1 pochi bassi. Risultato: metti tutto in vendita e acquista qualcosa di diverso. Una coppia di Monitor Audio, tanto per restare in famiglia, ma di classe più elevata, potrebbe sistemare per un bel po' di tempo l'impianto principale. Valuta anche qualche torre in casa Cabasse o B&W. Tutto dipende, ovviamente, dal budget a disposizione. Coi 500/600€ che proponevi nella lettera precedente non è che vai tanto lontano ma la vendita delle due coppie di diffusori esistenti potrebbe rimpolparlo un po'. Si tratta di spulciare per bene le occasioni dell'usato recente. Quando arrivi a una lista di possibili candidati magari a te vicini così da poterli valutare personalmente, sentiamoci di nuovo.
Per l'impianto piccolo potresti valutare dei bookshelf classici come Indiana Line, Wharfedale e KEF, magari di dimensioni leggermente superiori per ottenere una gamma bassa un po' più potente e profonda rispetto a quella attuale consentita dai Monitor Audio S1. Anche in questo caso, comunque, si tratterebbe di coperta corta: con le risorse a disposizione potresti ottenere più bassi ma andresti quasi sicuramente a perdere qualcosa in gamma medio-alta. Resto dell'avviso che anziché tenere in piedi due impianti che non ci soddisfano, sarebbe molto meglio prendere una decisione radicale e costruirne uno solo, ma buono.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
LC
Questa settimana, dopo tante tristi commemorazioni, un bel tuffo nel passato con questa splendida I'm not in love dei 10cc. La canzone risale al lontano 1975 ma suona attualissima anche a distanza di quasi quaranta anni. Il brano è così celebre da vantare numerose decine di cover famose, dai Pretenders a Tori Amos, da Rick Springfield a Queen Latifah. Ho scelto proprio quella dei Pretenders perché una delle poche che regge il confronto con il capolavoro originale. Buon ascolto!
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Caro Giovanni,
vedo che anche a distanza di 10 anni o quasi dalla sua comparsa sul mercato il nanerottolo maledetto miete ancora vittime illustri! Diavolo d'un T-Amp! Secondo me, se passassi a un classe D più potente ti libereresti di tutto l'armamentario di contorno e, sempre a mio parere, anche l'equalizzatore abbandonerebbe l'impianto. Il fatto che tu senta il suono opaco e piatto senza equalizzatore è abbastanza normale, ma quello è il suono dei dischi, non il suono che vorresti tu. Anche senza arrivare all'estremo dell'equalizzatore, bastano pochi secondi di ascolto con bassi e alti esaltati per far sembrare la musica priva di vita, coi controlli in flat. È normale psicoacustica ma l'HiFi dovrebbe essere fedeltà a ciò che c'è inciso nei dischi. Certo, l'equalizzatore in qualche caso aiuta a mettere una pezza ad errori grossolani di acustica ambientale ma sarebbe meglio se non ci fosse. Non ho critiche da fare, sono felice che tu sia soddisfatto del risultato raggiunto, seppur per vie non esattamente ortodosse :-)
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube.
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