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Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 30/8/2014 - 6/9/2014

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  1. Interfacciamento ampli-casse
  2. Upgrade a giradischi
  3. Alimentare a batteria?
  4. Upgrade impianto
  5. Purezza del suono
  6. Impianto analogico vintage
  7. Due impianti budget
  8. Interferenze da un'entità superiore
  9. Dieci anni dopo
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Interfacciamento ampli-casse
Egregio direttore, ti ringrazio per la puntuale e gentile
risposta alla mia ultima mail e ti riscrivo per una domanda che non ti ho fatto la volta scorsa per paura di essere troppo...."lungo". Prima permettimi di precisare che nella precedente ho esasperato un po' il concetto dei cavi hi tec, sicuramente troppo cari, ed il confronto con quelli autocostruiti.
Sicuramente l'ambiente d'ascolto, la stessa "voce" o impostazione timbrica delle casse o la loro disposizione, la sinergia con le elettroniche, danno risultati ben più variabili che la differenza tra un'ottimo cavo ed uno buono ma dal costo decisamente più abbordabile. Senza poi parlare delle fonti o del livello di ciò che ci si può permettere, intendo entry, medium o top. Ho letto l'articolo a cui mi rimandavi, e che già conoscevo, lessi a suo tempo anche l'intervista a Mr. Cardas, e il tutto mi rafforza nell'idea che sia meglio non esagerare con un accessorio che deve "solo" trasportare un segnale senza poter aggiungere niente e senza togliere, possibilmente, niente o quasi. Meglio usare la differenza nell'acquisto di un ampli o lettore o dac migliore o, il massimo, in tanti ottimi cd. E' chiaro che l' audiofilia è anche un'hobby, oltre che passione per la musica, e un'hobbista ha tutto il diritto a divertirsi con prove, esperimenti e, soprattutto, è padrone dei sui soldi. Come diceva il saggio: C'è chi può.
Ma veniamo alla mia domanda che prevede un piccolo antefatto: non molto tempo fa ho ascoltato nel mio negozio di fiducia un paio di Tannoy Sterling usate, ma pari al nuovo, ad un prezzo onesto. Erano collegate ad un impianto di alto livello di cui non ricordo la marca, con un finale di duecento wat;. suonavano meravigliosamente! Prima di acquistarle, però, ho voluto ascoltarle con il mio ampli, un integrato Cambridge audio serie azur 650a da 75 watt per canale lasciando invariato tutto il resto. Il suono si è comletamente spento. Mancava di forza, di verve, la dinamica è sparita, la parte più bassa dello spettro si è afflosciata. Perché, se della potenza necessaria, come spesso hai dichiarato, per far suonare bene delle casse ne basta poca? Anche nella risposta che mi hai dato hai suggerito un selfcheck a tutti coloro che vogliono cambiare il proprio ampli con uno più potente. Quali altri parametri entrano in gioco? Cosa bisogna guardare in un amplificatore oltre alla potenza dichiarata per non trovarsi nella mia situazione?
E' evidente che non sono un tecnico e ti chiedo scusa se ti annoio con cose già dette ed alla mia domanda/e hai già risposto in altra sede, ma non ne ho trovato cenno da nessuna parte. Mi basta un rimando ad un altro articolo e sarò felice se vorrai colmare la mia lacuna; ti ringrazio e ti saluto caramente,
Renato - E-mail: r.iacuzio (at) libero.it

LC
Caro Renato,
all'argomento ho dedicato qualche articolo delle nostre FAQ, in questa sede provo a sintetizzare i vari concetti. Non è facile, senza competenze tecniche in campo elettronico (diciamo così) capire bene ciò che succede quando un amplificatore pilota un paio di diffusori. A peggiorare le cose aggiungi che nessun Costruttore di amplificatori inserisce tra le caratteristiche tecniche dichiarate i parametri che servirebbero a farsi un'idea di come il prorio amplificatore funziona nel mondo reale, limitandosi a dare in pasto al cliente il dato di potenza continua su 8 e su 4 Ohm. Quel che servirebbe è un grafico che spieghi la capacità dell'amplificatore di erogare potenza in presenza di carichi impegnativi, al variare di modulo e fase dell'impedenza.
Tieni conto infatti che un diffusore non è quasi mai assimilabile a un'impedenza da 8 Ohm, tale dato infatti varia, e pesantemente, in funzione della frequenza (può scendere a 3 Ohm sui bassi e salire a 15 in gamma alta, tanto per dire). Un buon amplificatore dovrebbe cavarsela bene (leggi: erogare tutta la potenza nominale) anche su carichi così ballerini. La potenza su 8 Ohm, da questo punto di vista, non dice molto. Ad esempio, un piccolo amplificatore come il vecchio NAD 3020 (che era un 20 watt per canale su 8 Ohm) in realtà si faceva beffe di amplificatori ben più potenti quando collegato a diffusori difficili. E questo è ciò che è capitato nella tua prova con le Tannoy e il Cambridge. Probabilmente il tuo integrato non è riuscito, su quel carico, ad esprimersi come l'amplificazione che avevi sentito in precedenza. D'altra parte, se così non fosse, tutti gli amplificatori di una data potenza suonerebbero e costerebbero uguale...e così non è! Gran parte della differenza tra amplificatori (componentistica più raffinata a parte) sta tutta nella capacità di gestire gli altoparlanti in maniera ottimale. Il progetto, i circuiti e il dimensionamento dell'alimentazione sono tutti parametri che concorrono a un risultato energetico più o meno buono. Spesso (ma non è sempre così, vedi esempio di prima) amplificatori più grossi riescono meglio in questo arduo compito ed ecco spiegato perché tanti audiofili acquistano amplificatori più potenti nella speranza di ottenere un miglior pilotaggio dei propri diffusori. Talvolta funziona (ma la potenza non c'entra!) altre volte si incappa in grosse delusioni.
Come fare dunque? Ascoltare e provare, non c'è altra strada.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade a giradischi
Egregio direttore,
Mi chiamo Giancarlo e scrivo dalla provincia di Caserta. Prima di tutto voglio farle i complimenti per la rivista, per me fonte inesauribile di informazioni e consigli sul mondo hi-fi!!! Dopo aver letto le
FAQ e aver fatto tanti ascolti, ho composto il mio impianto hifi (tutto cercato tra l'usato ed ex demo):

Ambiente d'ascolto, stanza rettangolare 5 x 7 (impianto disposto sul lato lungo), mediamente arredata, tendaggi pesanti, tappeto (anche se ha più funzione estetica visto il posizionamento non proprio davanti i diffusori, ma davanti al punto d'ascolto..) e alcuni quadri di tela sui muri per cercare di riempire gli spazi vuoti..
Ascolto prevalentemente rock e blues. Nonstante il posizionamento dei diffusori non sia ottimale, perché al centro sono posizionate le elettroniche e la tv, riesco ad avere un sound stage ottimo, nella maggior parte delle registrazioni non sento quasi mai il suono uscire direttamente dai diffusori..
Sono soddisfatto del mio impianto, ottima musicalità, suono dettagliato e mai stancante, una gradita sorpresa sono stati i diffusori: costruiti a regola d'arte seguendo il progetto Ciare, suonano in maniera eccellente. Arriviamo al dunque: vorrei ottimizzare e migliorare quello che ho già, e quindi: rifare il crossover Ciare con componenti migliori e ricablare i diffusori (magari sempre Audioquest) può portare a qualche miglioramento significativo?
So che il mio giradischi "vintage" non è proprio il massimo, però all'ascolto non è malvagio (messo in bolla, braccio perfettamente bilanciato, testina allineata con dima TNT), secondo lei fare un upgrade alla testina ha senso? Se si quali alternative all'at95?
Vorrei contattare un tecnico per far togliere il cavo di segnale integrato e far montare due connettori RCA così da poter utilizzare il mio cavo di segnale, può essere un'operazione sensata?
Quale altro tweak potrei fare al giradischi per avere qualche miglioramento? Ampli e cdp sono ancora in garanzia, perciò non posso aprirli, comunque appena possibile provvederò a isolare dalle vibrazioni i cabinet con fogli bituminosi...
Non ho inserito il budget a disposizione perché no so fino dove posso spingermi in termini di qualità, affinché il giradischi e il pre phono possano esprimersi al massimo senza eccedere nelle loro reali capacità di utilizzo della nuova testina...
Le rinnovo i miei complimenti e la ringrazio anticipatamente per la risposta.
Giancarlo - E-mail: giancarlo_lod (at) hotmail.it

LC
Caro Giancarlo,
puoi senz'altro ricablare i diffusori, magari con lo stesso conduttore di potenza che utilizzi per collegarli all'amplificatore e upgradare i crossover, meglio se realizzandone un'altra coppia da sostituire a quelli originali. Ti suggerisco questo perché potrebbe capitare che i nuovi componenti siano sì più raffinati e precisi ma l'equilibrio potrebbe cambiare un po' e, alla lunga, potresti preferire un suono meno perfettino ma più coerente. Avere la possibilità di tornare ai vecchi crossover in modalità plug & play ti consentirà di valutare serenamente e con cognizione di causa l'entità (o meno) dell'upgrade.
Per quanto riguarda il giradischi, secondo me già una testina da 150€ potrebbe essere presa in considerazione (non mi spingerei molto oltre). Da AudioTechnica a Grado, passando per Ortofon e Goldring, le alternative abbondano.
Sostituire il cavo di segnale installando degli RCA d'uscita nel giradischi è una buona idea ma occorre verificare quanto ti costerebbe la modifica, chiedi un preventivo al tecnico prima di affrontare la spesa. Nel caso, fornisci tu il materiale (gli RCA) onde evitare sorprese. Di fatto si tratta di tagliare il cavo originale, forare il telaio del giradischi e saldare una coppia di RCA...niente che non si possa fare in casa con un piccolo saldatore da pochi euro.
Un altro tweak molto efficace dal punto di vista sonoro potrebbe essere la sostituzione del tappetino del giradischi, magari con uno autocostruito in sughero e mat bituminoso, come il nostro progetto Janus. Proverei anche a sostituire il cavo d'alimentazione e i piedini isolanti, attingendo sempre alla gran quantità di ricette della nostra sezione dedicata al tweaking.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Alimentare a batteria?
Caro Lucio,
da quando, seguendo il tuo decisivo consiglio, da tempo ascolto con DAC (Musical Fidelity) con soddisfazione. Ho sempre avuto nei miei lunghi anni di ascolto della musica, grosse remore ai cambiamenti solo chiaccherati (ora chattati) ma sono cascato in una piccola trappola, anche se teoricamente razionale. Ho letto molto in rete sull'alimentazione e sui problemi ad essa legati, e così ho deciso di alimentare il Dac a batteria ed usare il notebook scollegato dalla rete.
Due scelte a mio avviso avventate. Il computer è tornato presto ad essere collegato: suono leggero, povero e di poca importanza (mi spiego poco il motivo ma lo intuisco osservando man mano l'aumento della lentezza nella risposta ai comandi sulla tastiera). Quello che invece non capisco è il decadimento della qualità della riproduzione con il DAC a batteria.
Se ho notato un aumento nelle basse frequenze, non un miglioramento, mi ha colpito il cambiamento dell'insieme riprodotto. Senz'altro peggiorato, con perdita di morbidezza e nitidezza: impoverimento generale del suono. Sono tornato all'alimentatorino fornito dal costruttore (veramente poca cosa) e tutto ha...fluidificato. Ti garantisco che le prove e tutto il resto sono stati accuratissimi. Mi domando se tutto ciò che ho letto in proposito è solo leggenda metropolitana oppure per ottenere un vero miglioramento sia necessario intervenire pesantemente su tutta l'alimentazione dell'impianto (cosa che non farò comunque mai).
Ti ringrazio per l'attenzione che mi hai sempre dedicato e spero anche queta volta in una tua valutazione.
Cordialità,
Egisto - E-mail: crudeli.40 (at) libero.it

LC
Caro Egisto,
non è la prima volta che leggo di appassionati delusi dopo aver alimentato con batterie i propri apparecchi. Il fenomeno credo sia da attribuire alla qualità delle batterie utilizzate e alla loro capacità di erogare corrente a sufficienza e con adeguata rapidità di risposta, quando richiesta. Non so che batterie tu abbia utilizzato ma ci sono differenze in termini di impedenza interna, che ne determinano la capacità di essere reattive come richiesto in un impianto audio. Alcune batterie al piombo hanno una impedenza interna abbastanza alta che le rende lente nell'erogazione di corrente richiesta dai picchi di segnale. Probabilmente in un PC o in un DAC questo fatto è trascurabile ma da come descrivi il suono che hai ottenuto...direi che è questo ciò che probabilmente è successo.
Spesso, come si fa nei grossi impianti HiFi car, si installa un grosso condensatore a valle, in parallelo prima dell'ingresso nell'amplificatore (o del componente collegato). Il condensatore è come se fosse un serbatoio di energia, pertanto farebbe da cuscinetto tra le richieste energetiche impulsive dei componenti e la batteria stessa.
Potresti fare qualche esperimento in questo senso, magari andando a studiare qualche tutorial sul dimensionamento e la scelta dei condensatori in ambito HiFi car.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Upgrade impianto
Gent.mo Direttore TNT,
le scrivo per avere un consiglio sull'upgrade del mio impianto HI-FI costituito da:

Vorrei nigliorare l'amplificazione del mio impianto e pensavo a tre tipologie di elettroniche di tipo integrato; in particolare al Naim Supernait 2, all'Accuphase E-260 o E-360 e agli ultimi Devialet 110 o 120 (ma che purtroppo non ho mai sentito). Ascolto al 60% musica classica (sinfonica, da camera, operistica), 30% jazz e 10% rock e spesso ascolto musica dal vivo in auditorio; l'impianto è collocato in una sala di circa 25 mq con parquet, molti arredi in legno, divani, tende a parete e tappeti.
L'attuale acustica non è male grazie anche alle casse Rogers LS 3/5a ricche e pregevoli nella gamma dei medi e al player CDX2 che è stato un elemento determinante al mio ultimo upgrade. Vorrei migliorare il dettaglio, la trasparenza e la profondità che recepisco con direi un livello maggiore con l'ascolto in cuffia (Sennheiser hd 650) ma di meno dalle casse acustiche e avvicinarmi ad una sensazione di ascolto così come la provo durante i concerti dal vivo dove riesco a distiguere con chiara nitidezza le timbriche e i posizionamenti dei vari strumenti.
Pensavo alle elettroniche di cui sopra ma volevo un consiglio da lei spassionato se mi sto indirizzando bene oppure no e capire le differenze tra le elettroniche (se idonee alla tipologia di ascolto; qualche dubbio sulla Devialet ce l'ho ... timbro troppo digitale?)
La ringrazio e la saluto cordialmente,
Luciano - E-mail: lzammi (at) tin.it

LC
Caro Luciano,
concordo con te circa l'opportunità di sostituire l'amplificazione con un buon integrato moderno. Già un Nait XS sarebbe un grande passo avanti rispetto alla situazione attuale. Se, però, riesci ad arrivare senza problemi al SuperNait, ancora meglio! Ti consiglio Naim perché hai già avuto modo di apprezzare la timbrica di queste elettroniche nella sorgente CDX2, non c'è motivo per fare esperimenti rischiosi in altre direzioni.
Le tue 3/5A rinasceranno a nuova vita, credimi. Per quanto riguarda però l'immagine tridimensionale, anche se l'amplificazione ci mette del suo, sono il posizionamento dei diffusori e la risposta dell'ambiente a giocare il ruolo principale. Le 3/5A dovrebbero essere capaci di ricreare un palcoscenico ampio e credibile, ma occorre perderci un po' di tempo per trovare il posizionamento ottimale.
Inoltre, non farti tranne in inganno dall'ascolto in cuffia: per ottenere la stessa sensazione di precisione e dettaglio da un diffusore tradizionale le cifre da mettere in gioco sono alte e, talvolta, mai sufficienti ad equiparare le prestazioni di una buona cuffia su questi particolari parametri sonori. Il perché è presto detto: la cuffia non è penalizzata dall'ambiente e dal posizionamento: fornisce il 100% di quel che può, sempre e comunque! I diffusori, invece, per quanto buoni, devono fare in conti con lo sporco introdotto dalle risonanze ambientali e dai buchi di risposta tipici di una qualunque stanza domestica.
Quindi: benissimo l'integrato Nait, però fai tanti esperimenti col posizionamento dei diffusori.
L'accoppiata vintage Marantz ti frutterà tanti bei contanti se immessa sul mercato dell'usato, essendo abbastanza ricercata, non commettere l'errore di versarla per l'acquisto della nuova amplificazione, ne ricaveresti solo una frazione del reale valore sul mercato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Purezza del suono
Ciao Lucio. scusa per il disturbo, io volevo sentire una tua opinione riguardo al vecchio articolo sul sito dove parli della purezza audio hifi, dove solo ciò che serve e solo il controllo di volume disattivando sempre tutti gli altri filtri audio che siano toni, loudness ecc.. e sono d'accordo infatti sempre in source direct negli ampli stereo musicali.
Ma secondo te vale lo stesso per i sintoampli ht? So che non parli piu da moltissimo di ht ma sicuramente sai darmi un tuo parere dato che ne parlavi.. secondo te anche i film (che siano dolby,dts..) necessitano dello stesso ragionamento di avere meno elaborazioni possibili dal sinto?
Io attualmente possiedo un sinto pioneer sc 2023 e diffusori cerwin vega!.. te lo chiedo perchè tutti i sinto ormai hanno l'autocalibrazione con mic che toccano a modo loro l'equalizzatore e filtri di onde stazionarie rendendo il suono piatto perchè enfatizzano sempre medioalti per "aprire" l'immagine cinematografica...ma con eq e filtri off io anche per i film li sento piu naturale...però non riesco a capire se in realtà sento piu giusto con o senza i dati della calibrazione automatica dato che se la inseriscono e da certi valori forse e per rendere al meglio il suo suono..a prescindere dalla stanza ben trattata o no (siamo comunque sempre in ambito domestico e la stessa cosa vale per la musica, che a prescindere sempre in source direct cercando sempre di posizionare bene in ambiente) te sei del parere di lasciare flat senza eq e filtri quindi lavorando manualmente su distanze e livelli diffusori e basta per avere il massimo della registrazione, o è corretto per l'ht attivare filtri di onde stazionarie, eq e varie anche se sembra piu appiattito? Per avere il massimo della dinamica ad altissimi volumi come al cinema!
grazie e buona giornata
Mirko - E-mail: ilpuntogomme (at) hotmail.it

LC
Caro Mirko,
fai un po' di confusione tra correzione ambientale tramite microfono e DSP (come molti sistemi HT ormai fanno) ed equalizzazione classica del suono fatta a orecchio e a proprio gusto e piacimento con equalizzatore o controlli di tono. L'unica cosa che ha senso, a mio modo di vedere, e perché teoricamente corretta, è la correzione della risposta in ambiente eseguita in dominio digitale. Tramite microfono si rileva la risposta della stanza e, prima ancora che il segnale diventi analogico, viene corretto in maniera tale da risultare piatto una volta riprodotto in ambiente. Questi sistemi non sono infallibili e certi guai ambientali non riescono a risolverli, però sono un ottimo punto di partenza, specie in stanze particolarmente sbagliate.
Diverso è invece il discorso del loudness e delle correzioni di tono che possiamo fare noi per adattare il suono riprodotto a ciò che ci piacerebbe che fosse. Non c'è niente di male (tanti dischi nascono davvero inascoltabili) ma siamo più vicini al concetto di my-fi (massima personalizzazione del suono) che a quello di HiFi (fedeltà a ciò che è inciso nei dischi).
Anche in ambito HiFi si stanno facendo strada le correzioni ambientali in dominio digitale, proprio di recente abbiamo pubblicato una prova del
DSPeaker Antimode 2.0, un componente che fa proprio questa operazione per gli impianti audiophile. I risultati li puoi leggere direttamente in quell'articolo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Impianto analogico vintage
Caro Lucio,
già in passato ho avuto da lei degli ottimi suggerimenti e valide opinioni, così che ho deciso di tornare a chiederle un parere. Sto mettendo in piedi un piccolo impianto "secondario", analogico, costruito intorno ad elementi fine anni '80 inizio '90. Vorrei metterci un giradischi come sorgente ma sono un neofita e non so cosa comprare. L'impianto è molto semplice ed è composto così:

Vorrei prendere un giradischi usato, possibilmente di quell'epoca, con un budget indicativo di €1500-1800, compreso braccio e testina. Ho già qualche idea ma lascio in bianco perchè non la voglio influenzare.
Non ho pretese di perfezione ma vorrei qualcosa che valorizzi in modo equilibrato la catena che ho messo in piedi. Mi piacerebbe un consiglio spassionato ma preciso, su modello giradischi, braccio e testina da cercare.
Grazie mille!!
David - E-mail: davidulo (at) mac.com

LC
Caro David,
il budget che hai stanziato per la sorgente analogica è molto (troppo?) alto, in relazione al valore residuo degli altri componenti. L'accoppiata pre e finale Naim, in particolare (e soprattutto il finale) è molto lontana dal poter rendere giustizia a un sistema di lettura analogico del budget cui fai riferimento. A mio parere potresti avere ottime soddisfazioni con una spesa molto inferiore, ad esempio puntando a un Rega Planar 3 o un Linn Axis usati (vedi foto), che si trovano ampiamente sotto i 1000€, pur dotandoli di una buona testina nuova.
Ti dirò di più, con quella cifra (1500/1800€) ti porti a casa un trittico analogico NUOVO di assoluto rispetto. Capisco il tuo desiderio di mettere insieme apparecchi dello stesso periodo ma questo ha un senso fintanto che non diventa un'operazione anti-economica. È vero che con queste cifre potresti mettere le mani su ottimi giradischi di quegli anni, come le versioni intermedie di classici come il Linn Sondek o il Michell Gyrodec, ma rispetto alle macchine che ti ho consigliato prima il rischio di incappare in qualche componente bizzoso e comunque più complicato da settare è elevato. Non so che esperienza tu abbia con il giradischi analogico, ma regolare a puntino un Sondek non è cosa facile...e anche il Gyrodec, così ballerino, ha le sue idiosincrasie. Un Planar 3 o un Axis sono scelte meno avventate e più solide: facili da regolare, con manutenzione prossima allo zero e, comunque, molto ben suonanti.
Spero di averti dato qualche utile spunto di riflessione!
Lucio Cadeddu

[Linn Axis]

Due impianti budget
Buonasera Lucio,
da qualche settimana leggo con attenzione i vostri articoli e le vostre recensioni. Faccio i complimenti a lei ed a tutta la redazione per la chiarezza dei contenuti e la passione con la quale nutrite il sito. Avrei qualche consiglio da domandarle su dei componenti da acquistare per il mio impianto. Ho due appartamenti, uno a Parigi ed uno in Toscana ed ho optato per l'acquisto di materiale usato.
Sfortunatamente non ho un budget mirabolante e magari le domande che le farò saranno scontate, ma le assicuro che ascolto la musica con passione e apprezzo quando viene restituita in un modo onesto! A Parigi, dopo molte letture di forum e recensioni, ho acquistato un amplificatore Luxman lv 113, un lettore cd Denon dcd 735 e delle casse Cabasse Bisquine Bibliothèque.
Il suono è equilibrato e piuttosto nitido, ho messo un tappeto tra le casse ed il divano - ho un vecchio parquet a terra - ed ho orientato bene le casse per creare una condizione d'ascolto accettabile. Mi sembra che l'impianto dia il suo meglio sul jazz - Coltrane e Mingus su tutti - e la musica classica. In Toscana ascolto sempre il mio vecchio impianto: Amplificatore Marantz pm 57, Lettore Marantz cd-46 e casse Tannoy Mercury M2. Il suono è discreto. Leggendo un articolo su TNT di Geoff Husband sul NAD 3020, me ne sono innamorato ed ho deciso di acquistare un NAD 3120. L'ho provato con le mie Tannoy Mercury e col lettore della Marantz. Il suono dell'amplificatore ha qualcosa di particolare, profondo, puro, genuino. I doors, i Led Zeppelin, Bowie ed le voci nel Jazz sono sorprendenti. L'ho provato per qualche giorno poi son ripartito per Parigi.
Avrei voglia di riscoprirlo, questa volta con dei componenti giusti (ho già comprato, qua in Francia, fili ed rca di qualità). Mi piacerebbe, se fosse possibile, avere un suo consiglio sul materiale da acquistare. Come le dicevo il mio budget è davvero contenuto. Facendo un giro sui siti di vendita tra privati francesi avrei trovato i seguenti lettori:

Quale le sembrerebbe il più appropriato per il NAD 3120? Se ha un altro lettore usato da consigliarmi a quelle cifre, sono tutto orecchie. Anche un entry level nuovo, magari. Qui a Parigi si trovano tutte le marche e più o meno tutti i modelli (semi nuovi), ma non conoscendo bene i prodotti ho paura di sbagliare. Per le casse, non saprei proprio cosa scegliere. Conosco bene le Cabasse, le JM Lab e le Elipson, ma in Italia non credo abbiano un mercato dell'usato. Verso che marca o modello di casse potrebbe indirizzarmi?
Ho trovato in Toscana varie casse Chario Syntar, modello 1, e modello 100, ma non conoscendole, esito. Che ne pensa? Nella mia città c'è un annuncio su dei diffusore Coral Stage 5, sembrano messi bene ed avrei modo di provarli. Li conosce?
Forse mi sono dilungato troppo nelle descrizioni, ma è un piacere poterle scrivere, dopo tutte le recensioni che ho letto. Credo che il prossimo anno rispolvererò i miei vinili.
La ringrazio anticipatamente per l'attenzione e per l'eventuale risposta.
Cordiali saluti e tante belle cose per il vostro sito,
Andrea - E-mail: a.baldini (at) ymail.com

LC
Caro Andrea,
ottima idea quella di prendere un NAD 3120, veramente un piccolo classico nel suo genere e di sicuro il miglior rappresentante della lunga stirpe 3020. Dei lettori CD che hai elencato vedrei bene il NAD, per uniformità sonora con il 3120 e perché si tratta comunque di un ottimo lettore.
Per queste cifre, nel mercato del nuovo, non trovi praticamente nulla, l'unico che potresti trovare sotto i 200€ è il Cambridge Audio Topaz CD5: il vantaggio di questa scelta sarebbe rappresentato dal metterti al sicuro da eventuali noie alla meccanica di lettura che, su lettori CD che hanno superato i 10 anni di attività, potrebbero essere sempre in agguato. In più, avresti due anni di garanzia che, comunque, rappresentano una bella certezza.
La scelta dei dffusori andrebbe fatta ad orecchio, personalmente. Tieni conto che il carattere docile ma deciso del NAD 3120 ben si sposerebbe con diffusori francesi tipicamente vivaci come Cabasse, Triangle, JMLab e Jean Marie Reynaud. Non dovresti faticare, ad esempio, a reperire in terra di Francia qualche Triangle Titus (o modello superiore) per cifre davvero modeste. Di Triangle puoi leggere diverse prove anche qui su TNT-Audio...
Lascerei invece perdere i Coral e anche su Chario avrei qualche perplessità, non vorrei che l'abbinamento con il già rotondo 3120 dovesse rivelarsi eccessivo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Interferenze da un'entità superiore
Buongiorno direttore,
le ho scritto tempo fa comunicandole la mia intenzione di acquistare il mio primo impianto hi-fi, e grazie ai suoi preziosi consigli, ho acquistato un bellissimo paio di Indiana Line Diva 552 e un Rotel RA-12 che mi permette di gestire facilmente tutta la mia musica liquida e collegare il giradischi ereditato dai miei genitori.
Arriviamo al punto: arrivo a casa eccitato come fosse il primo giorno di scuola, apro tutti gli imballi, comincio a posizionare e collegare casse ed elettroniche, e decido di inaugurare lo stereo con un bel disco jazz. Seleziono l'ingresso phono e faccio partire il giradischi, ma da subito sento un forte rumore di fondo. Fermo tutto e avvicino l'orecchio alle casse, li dentro c'è qualcuno che parla! Alzo il volume e la voce si rende ben distinguibile, è il caro Bergoglio che sta facendo l'Angelus a San Pietro la domenica mattina! Morale della favola, Radio Maria si è impossessata del mio amplificatore.
Non mi do per vinto e inizio a fare differenti prove, e alla fine mi ritrovo con l'amplificatore attaccato direttamente alla presa a muro, senza nessuna sorgente o cavo di sorta collegato, e l'interferenza si sente comunque (solo su l'ingresso phono, tutti gli altri funzionano perfettamente). Se attacco un cavo RCA a qualunque delle entrate e lo tocco con la mano, l'amplificatore si trasforma in un ottimo tuner per pulizia e dettaglio della ricezione.
Chiamo allarmato il rivenditore, e qualche giorno dopo sono in negozio da lui con il mio Rotel collegato al suo impianto, e come volevasi dimostrare, nel suo ambiante il phono è silenziosissimo, si sente solo un lieve fruscio mettendo il volume quasi al massimo.
A questo punto caro Lucio mi metto nelle sue mani per capire se la scienza mi può venire in aiuto, o posso solamente chiamare un esorcista!
Grazie mille e saluti,
Guido - E-mail: guido (at) higui.it

LC
Caro Guido,
evidentemente la tua abitazione è vicina a un ripetitore di Radio Maria! Con una breve ricerca su Google e parole chiave "ripetitori Radio Maria" potrai scoprire che il problema è ben noto e causa (o ha causato) un certo numero di fastidi anche in apparati ben meno sensibili del phono del tuo Rotel (es. citofoni che si trasformano in tuner).
Ben noto è il caso del ripetitore di Radio Maria a Monte Mario, a Roma, chiuso per il superamento delle soglie di emissione (vedi
qui). Informati, presso qualche associazione di consumatori o gruppi d'azione (ce ne sono vari anche su Facebook), circa l'esistenza, nei pressi della tua abitazione, di ripetitori analoghi. Il problema, infatti, non è tanto sentire Bergoglio dal tuo impianto, quanto mettersi al riparo da un eventuale inquinamento elettromagnetico oltre i limiti di legge.
Per tamponare il problema potresti schermare i cavi del tuo impianto, soprattutto quelli phono, con tanti anelli in ferrite, questi dovrebbero almeno attenuare l'entità del fenomeno apparentemente soprannaturale :-)
Potresti anche provare a schermare l'apparecchio stesso, con dei pannelli schermanti anti-RF. Fai una ricerca con Google, ne trovi di tutti i prezzi e misure. Li incolli all'interno delle lamiere del Rotel e, realisticamente, attenui ulteriormente il fenomeno.
Tienimi aggiornato sugli sviluppi!
Lucio Cadeddu

Dieci anni dopo
Gentile Direttore,
le scrivo la mia seconda lettera, a distanza di circa 10 anni dalla prima, per ringraziarla di non aver fatto spengere la mia, seppur sopita, passione per il buon ascolto della musica. Quando le scrissi la prima volta, non avevo ben chiaro cosa volessi e, infatti, acquistai un sintoamplificatore Harman Kardon, che se non altro ebbe il merito di farmi capire subito che quella non era la strada giusta (o, almeno, quella giusta per me), come diffusori delle Chario Syntar 300 e come sorgente...la PS2!!!
I successivi acquisti sono stati un amplificatore Cambridge A300 e un lettore CD Marantz PM 52 mentre i diffusori sono rimasti il punto fermo della catena. Tuttavia, anche questo upgrade non è stato per niente soddisfacente. Confesso che mi ero un po' scoraggiato, anche perché i fondi disponibili non mi hanno permesso di cambiare niente per molto tempo.
Tuttavia, grazie alla sua rivista che ha mantenuto viva la fiammella della volontà di "ascoltare" la musica, proprio questa mattina ho collegato il mio nuovo impianto così composto:

La prime note ascoltate sono state l'incipit di "Weight of Love" tratto dal disco Turn Blue dei The Black Keys e, per la prima volta dopo tanti anni, quando ascoltai un vecchio Nad collegato a delle ancor più vecchie Rogers, mi sono emozionato! Pertanto, ho deciso di scriverle nuovamente prima di tutto per ringraziare lei e suoi collaboratori per quelle prime e indimenticabili note che rimarranno per sempre, indelebili, nella mia memoria.
Inoltre, mi piacerebbe sapere la sua opinione sul mio nuovo impianto anche in relazione al fatto che, al posto dei due Rotel, avrei potuto comprare un Nad 320 BEE ad 120 euro ed un Lettore Cambridge Topaz CD 5 nuovo a 220 euro. Secondo lei, cosa sarebbe cambiato rispetto a ciò che ho preso? Ci tengo a precisare che non le faccio questa domanda per sapere quali componenti siano meglio degli altri ma solo perché vorrei capire quali caratteristiche del suono sarebbero presumibilmente cambiate in modo da poterle, eventualmente, riscontrare in un prossimo ascolto dei suddetti componenti.
Inoltre, sempre per lo stesso motivo e, cioè, per dare un nome a delle sensazioni che ho provato, cosa secondo lei è cambiato rispetto al Cambridge A300 e al lettore Marantz PM52?
Io ascolto la musica in una mansarda (che acusticamente parlando non è il massimo, ma è pur sempre una sala esclusivamente riservata alla musica!) rettangolare di 3x4 e le casse sono poste sul lato più corto della stanza.
Ringraziandola nuovamente, le rinnovo i complimenti per lo splendido lavoro che fate quotidianamente e la saluto molto cordialmente.
Niccolò - E-mail: nsalvadori (at) live.it

LC
Caro Niccolò,
bello ritrovarti dopo dieci anni! Esser tornato qui a rialimentare la tua passione significa molto per noi!
Hai acquistato degli ottimi componenti a dei prezzi estremamente convenienti, devi ritenerti soddisfatto. Con le elettroniche NAD e Cambridge, probabilmente, il suono si sarebbe addolcito un po', e magari avrebbe guadagnato un po' di calore, perdendo forse in vivacità all'estremo alto. Rispetto al precedente set-up, invece, dovresti aver guadagnato in trasparenza, ricchezza di dettaglio e dinamica. Il fatto che ti sia emozionato dopo il primo ascolto significa che l'impianto ha colpito nel segno, probabilmente la verve delle elettroniche Rotel si amalgama bene con le note suadenti di casa Chario. Cerca di lavorare sul posizionamento dei diffusori e sull'acustica della tua mansarda, perché i margini di miglioramento lavorando su questi due aspetti sono enormi, di diversi ordini di grandezza superiori a quelli che otterresti sostituendo nuovamente le elettroniche (se questa fosse la tua tentazione!).
Nel frattempo familiarizza col suono del tuo impianto, è importante che tu riesca a capire esattamente cosa sia in grado di dare e, soprattutto, quali possano essere i suoi margini di miglioramento.
Buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Caro Direttore,
scopro soltanto oggi il Vs sito e le Vs iniziative ed io come appasionato audiofilo (HI-FI) vintage cresciuto a Thorens e Mac e tra centinaia di vinili sono rimasto piacevolmente sorpreso di ciò che fate. Questa mia per farvi dei sinceri complimenti di proseguire si questa strada.
Un nuovo ammiratore.
Luciano - E-mail: luciano.didomenico (at) fastwebnet.it

LC
Caro Luciano,
è sempre con un po' di (piacevole) sorpresa che scopriamo nuovi lettori, immaginiamo che dopo quasi venti anni di presenza ininterrotta la nostra rivista sia ormai nota a tutti gli appassionati (ho detto nota, non apprezzata!). Ti diamo dunque il benvenuto, comincia a seguirci settimana dopo settimana in questo lungo percorso iniziato nel 1995 e che continua con passione sempre intensa e coinvolgente.
Ai nuovi lettori come te, chiediamo, magari, di suggerirci cosa vorreste vedere su queste pagine. Nei limiti del possibile cerceremo di accontentare tutti.
Ti auguro buona lettura e buon ascolto!

Riapriamo i suggerimenti musicali della settimana con una proposta del nuovo album dei Placebo (Loud like love), già apparso su queste pagine in realtà. Stavolta il brano è Bosco, una delle tante perle di questo capolavoro. Perdonate la ripetizione ma davvero è da tanto tempo che non sentivo un album che vien voglia di riascoltare tante volte dall'inizio alla fine, senza saltare traccia per traccia.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su
YouTube. Buon ascolto!

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