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Caro Mario,
purtroppo TUTTI i diffusori suonano male a basso volume, per colpa però del nostro orecchio che a ridotti livelli d'ascolto si perde per strada basse e alte frequenze, percependo solo i medi. In più, spesso, le stanze dove ascoltiamo musica ci mettono lo zampino, amplificando questo effetto e mangiandosi i bassi, quando sono arredate in maniera troppo rifettente.
Cambiare diffusori non aiuterà e certamente non investirei una cifra così alta quando a pilotare il tutto c'è un sintoamplificatore HT dalle innumerevoli features. A mio parere, se volessi davvero ascoltare musica come si deve, dovresti affiancare al Pioneer un amplificatore integrato di stirpe più prettamente audiophile. Già con un budget di 800/1000€ faresti un significativo passo avanti e credo proprio che le tue Indiana Line ringrazierebbero. In seguito, magari, anche loro potrebbero lasciare il posto a dei diffusori da pavimento più impegnativi ma nel frattempo avrai iniziato ad affinare l'ascolto e le tue capacità di giudizio.
Quali ampificatori integrati scegliere? In quella fascia di prezzo le alternative non mancano, ad esempio NAD C356BEE, Rotel RA1520, Cyrus 6A, Rega Brio-R...
In seguito, dovessi stancarti di avere il soggiorno sovraffollato di elettroniche, cavi e diffusori e volessi ascoltarci principalmente musica, magari anche qualche bella colonna sonora, potrai disfarti di tutto il superfluo e prendere un impianto solo stereo, sorgente, ampli integrato e due diffusori, che ti possa riconciliare definitivamente con la musica. Chi l'ha già fatto (vedi anche qualche lettera successiva) non è mai tornato sui suoi passi.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
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Caro Giovanni,
tempo fa recensii dei diffusori di questa Azienda, precisamente il modello K-5400 T, due vie da supporto con tweeter a nastro. Ti consiglio pertanto di iniziare a leggere quella recensione, magari ti fai un'idea. Non conosco il modello che stai valutando tu, certo è che per quel prezzo c'è davvero TANTA roba, mi chiedo se sia tutta di buona qualità. È anche vero che spenderesti poco, ma per un risultato tutto da verificare e, se l'esperimento dovesse fallire, ti ritroveresti sul groppone due diffusori che nessuno conosce e che pertanto nessuno potrà mai riacquistare. Secondo me ce n'è d'avanzo per non rischiare 250€.
Tra l'altro, dici di possedere già diversi diffusori, perché acquistarne degli altri? E perché invece non vendere tutto e provare ad acquistare qualcosa di meglio? Potresti, con poco di più, cercare qualche bel diffusore da pavimento, di marca nota, sul mercato dell'usato (penso a Chario, Indiana Line, KEF etc.). Nella peggiore delle ipotesi rivendi praticamente alla stessa cifra che hai acquistato. Nel nuovo, invece, con poco di più, trovi casse come le Indiana Line Nota 550 (350€), Wharfedale VR400 o Diamond 10.3 (±300€) e KEF C5 (380€). Si tratta di prodotti sicuri e, soprattutto, facilmente rivendibili e riparabili.
Certi esperimenti è meglio farli o quando le cifre in gioco sono trascurabili oppure quando si è già in possesso di un sistema di alto livello e ci si voglia togliere lo sfizio di scoprire l'affare irresistibile, magari per un secondo impianto.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Nicola,
l'idea di utilizzare una mensola a muro per il Rega Planar 3 è ottima, perché si isola meglio il giradischi dalle vibrazioni provenienti dal pavimento. Essendo il Rega 3 privo di controtelaio sospeso questo aspetto è particolarmente importante per ottimizzare le sue prestazioni. Non so quanto ti costerà, finita, la tua mensola fai da te ma considera che quella originale Rega costa 150€ ed è semplicemente l'ideale per questi giradischi. In effetti, una struttura rigida e pesante come quella L in lamiera che stai per realizzare non è esattamente la soluzione migliore.
Come puoi vedere dalla foto l'optimum è una struttura molto semplice, estremamente leggera e rigida, e soprattutto priva di superfici che possano risuonare come un gong quando colpite da onde sonore provenienti dagli altoparlanti. La lamiera, invece, per quanto spessa e pesante, risuona e non sarà facile renderla sorda. Il mio consiglio, pertanto, è quello di modificare il progetto per realizzare un clone della base originale Rega oppure, ancora meglio, cercare una di queste nel mercato dell'usato. Se nuova si acquista per 150€ non dovrebbe essere impossibile trovarne una usata per circa metà di questo prezzo. A quel punto la convenienza del fai_da_te ne uscirebbe grandemente ridimensionata.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
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Caro Pasquale,
non ho esperienza diretta con gli stili Ed Saunders per poter confermare o smentire le tue impressioni. Stando così le cose, visto che il suono non è di tuo gradimento, io deciderei subito per la vendita, mettendo in chiaro che lo stilo non è quello originale e che ha suonato, realisticamente, molto poco. Sono sicuro che qualche acquirente lo troverai e potrai recuperare almeno parte della cifra spesa. Che una Shure V15III sia per forza superiore a una moderna Grado Gold lo trovo abbastanza difficile da credere, stilo o non stilo, comunque.
Non mi è chiaro se tu desideri dotare il tuo Thorens di una testina coeva oppure no. Io desisterei da questo tentativo potenzialente costoso, rischioso e non necessariamente ottimale ai fini dell'ascolto. Semmai, meglio risparmiare i soldi per un braccio migliore o, ancora meglio, per un giradischi di qualità superiore. Il TD 165 era praticamente l'entry-level dei Thorens e monta un braccio che mi è sempre stato cordialmente antipatico. Credo che un giradischi moderno (penso ai Rega e ai Project) sia una macchina potenzialmente capace di prestazioni audio superiori, non foss'altro che per un braccio di qualità più elevata.
Se analogico vintage ha da essere, invece, punta a un Ariston, un Linn Sondek, un primo Gyrodec, un Systemdek, un TD 125...sono tutte basi di qualità molto superiore a quella del pur onesto TD165.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
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Caro Francesco,
ottimo e un pelino abbondante, direi! :-) Per quanto riguarda i dadi ciechi, mi complimento per l'inventiva ma i dadi che conosco io e che trovo in commercio sono perfettamente sferici a una estremità, non vedo il vantaggio di questi tuoi autocostruiti! E, scusami, ma sono anche molto più belli da vedere, specie quelli in ottone che si possono tirare a lucido! :-)
La scelta della nuova sorgente digitale, vista la cifra in ballo, potrebbe non essere banale. Il NAD che hai individuato andrebbe bene ma mi chiedevo se non fosse meglio tenere il lettore DVD attuale e affiancarci un DAC esterno, ammesso che sia disponibile un'uscita digitale di qualche tipo (meglio se coassiale, ma anche ottica va bene). Ti dico questo perché è chiaro che, con 350€ da investire, un DAC suonerà nettamente meglio di un lettore CD integrato. In genere sono contrario alla proliferazione delle scatole ma in questo caso mi pare l'unica operazione sensata da fare. Per quella cifra potresti prendere un DAC del livello di M2Tech Evo DAC, Project DACBox DS, NAD DAC2, Arcam Solo Rdac. Questi ultimi due, in particolare, possono darti quell'equilibrio sonoro abbastanza poco aggressivo che stai cercando e sì, sono pure un po' più neutri del Paganini :-)
Infine, per quanto riguarda i supporti, credo che tu sappia come la penso: se non ci fossero sarebbe molto meglio! Influenzano così tanto le prestazoni dei diffusori da essere un vero terno al lotto. Per isolarli al meglio dal pavimento potresti provare dei fermaporta come questi o altri analoghi.
Tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu
Testina defunta
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La ricerca dell'ultrasonic LP cleaner by Antonio Enrico - Parte II
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Out of your head!
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Ho visto anche degli audiofili felici
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Un altro tuffo nella giostra della (mia) memoria, per recuperare questa energica Soul Express di Enzo Avitabile, dall'album S.O.S. Brothers del 1986. Incredibile pensare che siano passati quasi 30 anni da allora! Tenetevi forte perché le prossime settimane ci tufferemo nel mare delle novità discografiche più interessanti del momento.
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© Copyright 2014 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com
Buongiorno direttore!
sono un audiofilo MOLTO felice, grazie a TNT-Audio e alla sua rubrica (che mi ha aiutato a risolvere un problema, altrimenti visto da altri come inesplicabile arcano, con l'usuale competenza e saggezza!). Le scrivo per avere un consiglio su una testina per giradischi.
La mia Dynavector DV20x2 high output è finita vittima (complice anche il copri stilo non certo fra i più fortunati) di una spolverata poco attenta (legge di Murphy). Ho iniziato a riprendere un po' di ricerche e letture sull'MC vs MM. Premetto che, come evidente, non esiste un "bene assoluto", ma come al solito ci sono una serie di elementi tecnici che di volta in volta, a seconda del gusto, e del budget, portano testine di un certo tipo ad essere preferibili a prescindere dall'architettura della stessa. Superato il dogma "MC è il meglio, il resto fango", ho trovato interessanti tre aspetti. Il primo è un dato di fatto: gran parte dei produttori pongono come top di gamma le MC. Il secondo e il terzo sono in contrasto con questo primo fatto: l'inventore delle MC (Grado), punta molto su testine non MC; Graham Slee (ingegnere dell'omonimo marchio, e produttore del phono che possiedo) evidenzia, con una spiegazione tecnica della quale mi sfuggono i dettagli, ma che mi pare ben argomentata, dei limiti ineludibili delle MC (per quanto si possa andare a spendere), sotto il punto di vista dell'amplificazione data dallo stadio phono, dicendo preferire per questa ragione le mm.
Quindi se ero partito con l'idea di provare una MC (di livello medio, visto il mio budget), in realtà sto iniziando a pensare che potrei spendere meglio il budget su una buona mm. Il mio sistema è composto da un Pathos TT, Opera Grand Mezza, Rega rp3 con braccio al quale ho eseguito un Incognito rewire, phono Graham Slee Reflex M con alimentatore ps1, cavi di potenza Van den Hul CS - 122.
La musica che ascolto è sinfonica e opera.
L'ipotesi da cui ero partito era di aggiungere il Graham Slee elevator (SUT MC), e una Ortofon Cadenza bronze (MC LO). Le ipotesi che invece sto ora considerando sono la Grado reference 1 o la Cartidge Man Music Maker mkIII (per le quali non andrei a toccare lo stadio phono). Sulle due scelte di arrivo ho comunque perplessità, sulla Grado per i problemi d'interferenza con il motore del giradischi (che nel caso del rp3 pare si tratti di una affatto buona accoppiata), sulla Music Maker per il fatto che (stante alla stessa recensione di tnt audio), meriterebbe un braccio migliore del mio. Spero, con queste mie intenzioni e preliminari valutazioni, di non aver comunque ignorato alcun elefante rosa nella stanza.
Attendo la sua opinione e preziosi (come al solito) consigli,
Grazie davvero,
Carlo - E-mail: carlo.sgarzi (at) tespi.eu
Caro Carlo,
ho sempre avuto una gran simpatia per le testine MM di alto rango, pongono meno problemi al pre fono, il segnale più alto che generano è meno attaccabile dalle interferenze e, generalmente, le vedo più universali nell'interfaccia elettrica con lo stadio phono, almeno la risposta in frequenza non risente troppo dell'impedenza d'ingresso.
Sia la Grado che la Music Maker sono ottime scelte, tieni conto che la seconda è di fatto realizzata su una base Grado. Non so quanto questa storia dell'incompatibilità coi giradischi Rega sia vera, so di audiofili che usano queste testine senza problemi particolari! Piuttosto, mi chiedo se abbia senso spendere così tanto in una testina e poi montarla su un giradischi (e braccio) che, di fatto, sono quasi degli entry-level. Mi dirai che anche l'attuale Dynavector che utilizzavi prima del fattaccio è sullo stesso range di prezzo...vero, ma infatti era già eccessiva pure quella!
Sai che farei se fossi al posto tuo? Riparerei la tua Dynavector, della quale conosci pregi e difetti e che, immagino, ti soddisfi come impostazione timbrica. In più, saresti sicuro della buona interfaccia col braccio e col tuo pre fono. Se stilo o cantilever sono andati, chiedi al buon Torlai un preventivo per rimetterla in sesto e, magari, dotarla di materiali ancora migliori. I costi variano: le ristilature costano 180€ per cantilever in alluminio e diamante ellittico o conico e 350€ per cantilever in boro e diamante di altissima qualità (Gyger 2°-S, Fine-Line, Micro ridge, Shibata). Credo occorra aggiungere l'IVA. Come vedi, sono costi ben inferiori a quelli che dovresti affrontare per una testina nuova, con tutte le incognite del caso. Con cantilever e diamante di livello più elevato, magari, la tua Dynavector suonerà pure meglio di prima!
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Caro Luca,
mi compiaccio che la voglia di Home Theater sia definitivamente scomparsa! Mi chiedi un parere su un impianto HiFi definitivo. Poiché non ne conosco neppure uno, sono andato a rileggermi cosa dice la Treccani alla voce definitivo e ho trovato quanto segue:
definitivo agg. [dal lat. definitivus "che definisce"].
Che decide una cosa in modo che non ci sia più bisogno di tornarci sopra;
che pone decisamente fine a una questione, a un dubbio.
Per esperienza so che in questo campo nessun aggettivo possa essere usato in maniera più errata come questo. Niente in HiFi è definitivo! Le esigenze cambiano, talvolta pure molto rapidamente, e al meglio ci si abitua dannatamente in fretta. Comunque sia, trovo abbastanza sbagliato scegliere l'amplificatore prima dei diffusori e ancor più sbagliato spendere 5000€ in un amplificatore quando la sorgente (il giradischi, in questo caso) è assolutamente inadeguata - come classe - a reggere il confronto con un'elettronica tanto raffinata. Non solo, ma mai abbinerei un amplificatore di questo costo a dei diffusori che costano meno della metà. Infine, non spenderei così tanti soldi per relegare all'interno di una libreria diffusori come quelli citati. In altre parole, con tutta la diplomazia che mi è possibile: tutto sbagliato! Cosa potresti fare? Sostituire il giradischi con qualcosa di livello più elevato, ci sono tante soluzioni integrate (in bundle, in gergo) in varie fasce di prezzo, di casa Rega, Clearaudio o ProJect. Poi penserei a un buon integrato dotato di ingresso phono (Arcam, Audio Analogue e simili) e infine i diffusori, magari non così costosi come quelli indicati, visto che le prestazioni ne sarebbero comunque compromesse pesantemente dal posizionamento. Forse non è ciò che volevi sentiri dire ma, credimi, nella tua idea di impianto definitivo, di veramente definitivo c'è solo la spesa, sarebbero tanti soldi definitivamente buttati al vento. Perdona la franchezza.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Caro direttore, ecco la secnda parte del mio rpogetto di macchina lavadischi a ultrasuoni.
La realizzazione del telaio e il liquido magico.
Intanto che aspettavo l'arrivo dell'ultrasonic cleaner dalla Cina, mi sono
procurato, seguendo il mio progetto, il materiale che ritenevo necessario per
realizzare il telaio della lavadischi. Ho acquistato listelli in abete e spine di legno; un motore da girarrosto; un
tubetto in composito fibra di carbonio/vetroresina diametro esterno 7 mm.; un
cuscinetto a sfere; lastre di polistirolo espanso e di sughero; una barra
filettata, minuteria varia, termometro; colla vinilica, colla ciano acrilica o ring.
Essendo un "bricoleur", ho sempre in casa una buona attrezzatura. Ho utilizzato ciò che si vede nella foto. Le fasi della realizzazione non sto a descriverle, ma ho seguito il progetto con qualche aggiustamento. Come è mostrato nelle foto il telaio è snello, poco pesante e rimovibile. Da affinare ancora i distanziali di polistirolo o di sughero mentre i quattro dischi di legno che tengono unito il "cake" dei dischi sono stati fatti sacrificando la fresa da 9.5 cm del mio kit di attrezzi.
Alla fine in due pomeriggi ho finito il telaio compreso il collaudo "a freddo" del sistema. Ora, forte del motto parafrasato da TNT-Audio: "Non mi spezzo ma mi s-piego: fluidi magici per l'analogico", mi sono rifatto alla ricetta di Don Roderick, sostituendo il detergente dei piatti con un brillantante per lavastoviglie inodore. L'alcool isopropilico denaturato l'ho trovato - non a buon mercato - abbastanza facilmente in rete.
La pozione è poco profumata ma il peggio è che, dovendola scaldare a 50°C, l'alcool che è vicino al punto di ebollizione tende ad evaporare aumentando il cattivo odore; meglio fare i lavori a finestre aperte e comunque bisogna aggiungere alcool durante
il lavaggio.
Ora dovrò fare il collaudo finale cominciando a lavare dei vinili; ho deciso un collaudo su "vecchi usurati".
Appena avrò concluso l'esperimento vi metterò a parte dei risultati.
Antonio - E-mail: aepiccardi (at) gmail.com
Caro Antonio, grazie anche per questa seconda puntata e per le belle foto esplicative. Alla fine raccoglieremo tutto in un dossier scaricabile direttamente dal sito.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
Cari Lucio e Andy,
mi rifaccio vivo dopo anni di silenzio durante i quali non ho mai smesso tuttavia di seguire la sempre interessantissima TNT-Audio. Da sempre ho un rapporto conflittuale con l'ascolto in cuffia, attirato dalla possibilità di ascoltare a qualsiasi volume, ora e luogo ma deluso e affaticato, dopo pochi minuti di ascolto, da un suono privo di immagine 3D e al centro della testa. E' ovvio quindi che la serie di articoli scritti da Andy Norman sulla simulazione in cuffia dell'ascolto di una coppia di diffusori mi abbiano fatto subito...drizzare le orecchie!
Delle due soluzioni recensite da Andy, Out of Your Head e VRM Focusrite, ragioni tecniche (indisponibilità di Windows a 64 bit) e costo contenuto (poco più di € 60,00 spedizione compresa) hanno fatto cadere la scelta sulla seconda che sto utilizzando ormai da qualche settimana. Bene, devo dire che sono estremamente soddisfatto, oltre che della qualità del suono, dalla assenza di affaticamento anche dopo ascolto prolungato e dall'ascolto coinvolgente anche se l'immagine 3D, pur apprezzabile, si presenta un po' troppo ravvicinata per i miei gusti rispetto all'ascolto con diffusori. Colpisce, in particolare, la differenza rispetto all'ascolto senza simulazione, che è facile apprezzare con la funzione bypass.
Nel complesso, ora ho a disposizione per una cifra quasi irrisoria un impianto dalle caratteristiche davvero soddisfacenti che posso portare e ascoltare ovunque, senza problemi di rapporti con i vicini o di WAF!! Per la cronaca si tratta di un netbook Acer (€ 250,00 in offerta 3 anni fa, ovviamente non dedicato) sul quale il software Focusrite gira con foobar 2000 e driver ASIO, dell'ampli per cuffie VRM Focusrite (in dotazione assieme al software) e di auricolari in-ear Ultimate Ears Super.fi 4 che possiedo ormai da qualche anno e che, se ben ricordo, avevo pagato circa 100 € (forse responsabili dell'eccessiva vicinanza del palcoscenico sonoro?).
Un sentitissimo grazie a Andy per avermi fatto scoprire questo nuovo mondo dell'ascolto, con la preghiera di tenerci aggiornati su nuove proposte o soluzioni. Lucio, so bene della tua "freddezza" nei confronti dell'ascolto in cuffia e della tua opinione che la musica si ascolta con il corpo oltre che con le orecchie (come non condividere!) ma mi piacerebbe conoscere il tuo parere sull'argomento.
A presto e grazie in anticipo se vorrai rispondere.
Aldo - E-mail: aldo.polettini
Caro Aldo,
è sempre un piacere risentirti! Sono felice che i nostri articoli sull'ascolto in cuffia ti abbiano aiutato così tanto. Personalmente non ho sperimentato questi software (Out of Your Head e VRM Focusrite) per cui non so dirti ma, dalle parole tue e del nostro Andy Norman pare proprio che funzionino alla grande! Meglio così, gli appassionati di ascolto solitario o i forzati, per ragioni di un bene maggiore (immagino), dell'ascolto con le cuffie avranno un'alternativa più tollerabile a quel fastidioso suono dentro la testa. Non è un mistero che io non abbia mai amato l'ascolto in cuffia ma mai dire mai, magari questa è l'occasione buona per ricredermi :-)
In realtà, c'è un freno che mi trattiene: essendo amante delle elevate pressioni sonore, temo che abituarmi all'ascolto in cuffia, alla lunga, possa causare danni al mio udito....e poi addio TNT-Audio!
Ti auguro buon ascolto e continua a seguirci, dedicheremo ancora spazio alle cuffie, troppo a lungo trascurate su questa rivista!
Lucio Cadeddu
Ciao Direttore,
mi fa piacere aggiornarti sulla saga che è stata raccontata
nella sezione degli audiofili felici.
In breve, avevo un problema di carenze dei bassi che attribuivo
alla stanza, nel cd test di Stereophile il basso il test da un solo canale
suonava bello forte e nella prova stereo suonava debole, per le mie
Audio Physic Tempo pilotate da NuForce Ref 8.5 V2 era un controsenso.
Tu mi hai confortato nell'ipotesi di modificare l'ambiente e infatti sono tornati i bassi e il PRAT. Il cambio di disposizione nella sala
d'ascolto però, a detta di mia moglie, rendeva troppo protagonisti i diffusori e avevo cercato soluzioni più piccole senza perdere però
qualità e soprattutto l'enormità della scena acustica che mi danno le mie Tempo. Ora, per pura casualità, la richiesta di mia moglie di
allontanare le casse verso gli angoli della parete lunga e poco dopo un cambio di tende ha prodotto un risultato imprevisto che però
conferma due cose che avevo letto: la recensione su TNT dei miei diffusori dice, verso la fine, che ci vuole molto spazio fra essi,
ora sono a oltre tre metri e mezzo l'uno dall'altro pur restando a un metro dai lati e sessanta cm dal fondo, e Joachim Gerhard
diceva che per i suoi diffusori bisognerebbe evitare ambienti molto assorbenti e ho cambiato tende pesanti e plissettate con leggeri
pannelli scorrevoli e uniformi.
Il risultato è che i bassi sono cresciuti ancora senza perdere precisione e ritmo e la scena si è aperta anche più di prima, senza buchi in mezzo, lasciandomi senza parole; inoltre soffro molto meno della ristrettezza dello sweet spot che potevo lamentare prima
e anche questo è del tutto inatteso.
A questo punto, la breve lista delle candidate a sostituire le mie care
Audio Physic, che si era ristretta a oggetti anche molto diversi fra loro e che ti
elenco dopo, riposa tranquilla dentro un cassetto. Per completezza ti dico a cosa
avevo pensato in risposta al Wife Acceptance, le Xavian Giulietta, le
Thiel 1.6 le Totem Sttaf e, persino le Usher Mini Dancer One. Come eccesso
minimalista avevo anche pensato a un paio di Ensemble PA 1, giusto per
dire cosa può fare il tarlo dell'audiofilo, per esperienza personale. Invece no. In questo momento sto ascoltando il mio impianto con
soddisfazione.
Una riflessione che mi viene è questa, maggior rispetto e ascolto a chi scrive di musica e alta fedeltà e non può essere tacciato di parzialità o condizionamento, nel caso specifico Mimmo Cacciapaglia e lo stesso Gerhard; caso mai il
problema è districarsi dalla selva di fonti scritte facendo esperienze dirette e prove sul campo, le sole che possono smentire o confermare "quel che si dice in giro" o per lo meno questo è ciò che mi dice la mia esperienza ed è quello che dice
sempre la vostra rivista, la quale in sé è motivo di felicità per gli audiofili.
Buona domenica e grazie
Alessandro - E-mail: alessandro_petronio (at) tiscali.it
Caro Alessandro,
mi fa molto piacere che tu abbia trovato, alla fine, la soluzione/compromesso ideale per far suonare al meglio i tuoi diffusori, senza necessariamente iniziare con la roulette russa di cambiamenti continui di componenti. Goditi l'impianto e la tua musica e grazie per il feedback positivo!
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!